75.
<Jungkook ne ho vista una rossa!> esclamai indicando l'auto sulla terza corsia.
Era passata un'ora e mezza dalla partenza, e stavamo giocando al classico gioco sul colore delle auto. Il più forte era Jungkook che le aveva beccate quasi tutte, mentre Hoseok era quello che sceglieva il colore da trovare. Inutile dire che io fossi una mezza schiappa dato che riuscii a trovare la prima solo un'ora dopo l'inizio del gioco.
Non ci furono risposte alle mie esultanze, così mi girai verso i due passeggeri vedendoli addormentati, appoggiati l'uno all'altro come due bimbi sfiniti. Erano così carini in quella posizione che decisi di scattargli una foto di nascosto.
Fatta la foto posai il cellulare e mi stiracchiai, sistemando meglio la testa sul sedile. Se mi fossi addormentata avrei evitato di parlare con Yoongi, ma non perché non volevo rivolgergli la parola, il fatto era che non sapevo come iniziare una conversazione e né tanto meno come portarla avanti.
<No, non azzardarti a dormire, ho aspettato anche troppo, adesso voglio tutte le tue attenzioni.> sentii dire mentre mosse i suoi piccoli occhi seri verso di me.
<Non sono di gran compagnia, e per tua informazione, tu hai sempre le mie attenzioni.> risposi sfacciata meravigliandomi di me stessa.
<A me non sembra proprio, non mi risulta tu mi abbia ancora dato un bacio di tua spontanea volontà.> mi rinfacciò, mettendomi in imbarazzo.
Non poteva avermi sempre in pugno! Dovevo reagire e non mostrarmi sempre come una stupida sempliciotta incapace di gestire le proprie emozioni solo perché lui toccava tasti dolenti senza farsi scrupoli, ora sarebbe stato il mio turno.
<E perché dovrei? Noi due non stiamo insieme.> dichiarai sicura facendo spallucce.
Sbarrò gli occhi, la sua mascella si contrasse e cominciò a mordersi il labbro inferiore. Le sue mani si mossero nervosamente sul volante e io non potevo che esserne soddisfatta. Bingo!
Fece per replicare ma una voce proveniente dai sedili posteriori lo interruppe.
<Cristo fatela finita! Limonate peggio di Kippeum e Namjoon e vi ostinate a negare ancora l'evidenza.> gridò esasperato Jungkook con la voce ancora impastata dal sonno.
<Concordo. Hyung se non ti dai una mossa Asami troverà un altro ragazzo, che potrei benissimo essere io.> si intromise Hoseok facendomi un occhiolino attraverso lo specchietto retrovisore.
<Primo, Jungkook torna dormire o alla prossima stazione di servizio partiremo con una persona in meno. Secondo, Hoseok sta zitto o ti spezzo le gambe.> li zittì Yoongi senza distogliere gli occhi dalla strada.
<Okay buonanotte.> disse intimorito Jungkook prima di tornare a dormire.
<Oh andiamo! Fai tanto il dio del sarcasmo ma poi non capisci mai quando qualcuno lo usa innocuamente.> si difese l'altro incrociando le braccia.
C'è bisogno di essere sempre così... violenti?> chiesi alzando un sopracciglio.
<E terzo, Asami se non vuoi che qualcuno finisca in ospedale, allora ti consiglio di accontentarti del sottoscritto.> continuò respirando a fondo e guardandomi minacciosamente.
<Sei tu che ti stai accontentando di me...> sussurrai imbronciata poggiando la testa al freddo vetro del finestrino.
<Cos'hai detto?> domandò sorpreso.
<Nulla, stavo parlando da sola.>
<Quando arriveremo io e te faremo un bel discorsetto ragazzina.> sbuffò rivolgendomi un'occhiata severa.
Incrociai le braccia al petto e pensai che guardare fuori dal finestrino sarebbe stato meglio che ribattere a quella conversazione.
<Jimin mi ha appena mandato un messaggio, dice che Namjoon vuole fare una gara.> ci informò Hoseok rompendo il silenzio dell'abitacolo.
<No... non di nuovo!> sbiancò Jungkook che in preda al panico afferrò la cintura di sicurezza e la assicurò al sedile, tenendola come se fosse l'unico appiglio a sua disposizione.
<E' proprio necessario?> Yoongi chiese più a sé stesso che ad Hoseok.
In men che non si dica fece partire una chiamata e dopo qualche secondo nella macchina rimbombò la voce di Namjoon, intento a zittire Taehyung e Jimin che ridevano come due iene.
<Hyung vedo che ti è arrivata all'orecchio la mia proposta, allora?> parlò la voce ovattata di Namjoon.
In quel momento non capii se stessero facendo sul serio o se fosse solo uno scherzo.
<Non credo che stavolta sia una buona idea.> pronunciò Yoongi guardandomi.
<Andiamo hyung, sarà divertente! Asami che ne dici?> parlò Taehyung euforico.
Alzai lo sguardo verso la Jeep, visto che la loro auto viaggiava davanti a noi, e notai Jin girato all'indietro che dal vetro posteriore mi supplicava di non accettare.
<Sembra che Jin non sia molto entusiasta di quest'improvvisazione alla Fast and Furious... o sbaglio?> feci notare.
<Jin-hyung non avrà problemi, stanne certa.> affermò Hoseok poco prima che sentissi dall'altro capo del telefono le urla di disapprovazione di Jin.
<Troppo tardi, Namjoon-hyung sta per mettere la sesta. Datevi una mossa!> ci provocò Jimin.
<Non giocare sporco idiota.> dichiarò Yoongi accelerando per fiancheggiare la Jeep color sabbia.
<Evvai!> esultò Hoseok allacciando la cintura.
<Yoongi che vuoi fare?> domandai ancora confusa dalle sue intenzioni.
<Vincere.> disse stringendo tra le mani il volante.
<Allaccia la cintura Asami!> mi avvisò Jungkook terrorizzato e arpionato al poggia mano dello sportello.
Non me lo feci ripetere due volte e afferrai di corsa la lunga cintura nera, assicurandola al sedile. Guardai corrucciata Yoongi mentre abbassava il finestrino per parlare con i ragazzi nell'altra auto. Non sentii praticamente nulla a causa di "Perfect Man" degli SHINHWA a tutto volume. Dopo essersi scambiati qualche parola chiuse il finestrino e si girò verso di me, mi rivolse un mezzo sorriso, e cominciò a far rallentare la macchina sempre di più.
Senza interrompere il contatto visivo, mi prese dolcemente la mano e la poggiò insieme alla sua sul cambio. <Ti fidi di me?> mi disse con una scintilla che in quel momento brillava nei suoi occhi. Non riuscii a capire se fosse adrenalina o fiducia.
<Stiamo per fare una specie di corsa clandestina, non saprei...> tentennai facendo fatica a realizzare che volesse fare sul serio.
<Asami.> pronunciò con un tono quasi di rimprovero.
<Sì.> infine risposi aumentando la presa sul cambio. Lo stesso fece lui stringendo la mia di mano mentre aspettava il segnale di partenza. Dopo qualche secondo il clacson di Namjoon suonò dando il via alla loro piccola competizione, e Yoongi non perse tempo sin dal primo istante.
Ingranò la sesta premendo di peso il pedale dell'acceleratore che ci fece fare quasi un salto in avanti per via dell'andamento rapido che stava prendendo l'auto. Il paesaggio invernale all'esterno era ormai uno sfondo bianco di cui non si percepivano più i dettagli, rendendo la neve l'unica a riempire la visuale. Studiai per bene la figura del ragazzo che teneva ancora saldamente la mia mano nella sua, il suo sguardo era concentrato, il suo sopracciglio era piegato in un arco che mi dimostrava la sua sicurezza e la sua attenzione. La sua bocca era serrata, e mi presi tutto il tempo per apprezzare meglio i suoi particolari, come il suo arco di cupido perfettamente proporzionato alle sue piccole labbra. La sua mascella definita non si era mossa di un millimetro, come se il suo volto fosse fermo in una foto. I suoi capelli dalla mia prospettiva si confondevano con lo sfondo innevato del finestrino, ma tra quel candido bianco cominciavano a farsi notare alcuni accenni di ricrescita.
Yoongi aveva i capelli neri, scuri e morbidi.
Mi chiedevo come sarebbe stato se fosse ritornato al suo colore naturale, un tocco d'oscurità gli avrebbe donato la giusta dose di tenebra che lo avrebbe reso ancora più attraente.
Dopo averlo osservato con attenzione posai lo sguardo sulla macchina di Namjoon che ci fiancheggiava ormai a fatica nonostante anche la sua fosse ugualmente potente. Tuttavia ero certa che avremmo vinto noi in un modo o nell'altro.
<Jimin mi sta dicendo che si arrendono, abbiamo vinto noi!> ci fece sapere Hoseok.
A quelle parole Yoongi rilassò il viso tirando un sospiro di sollievo come se per tutto il tempo avesse trattenuto il respiro. Mi fece mezzo sorriso e senza lasciarmi cambiò marcia, l'auto piano piano ricominciò a riprendere il tranquillo ritmo iniziale.
<Complimenti campione.> gli dissi con una punta di sarcasmo ritirando la mano.
<Voglio il mio premio.> affermò raddrizzandosi sul sedile. <Un bacio.> concluse beffardo passandosi una mano fra i capelli.
Sbarrai gli occhi e arrossii di botto cercando di nascondere il viso con la sciarpa. Non dissi niente fino a quando non vidi la sua grande mano spostarsi dal volante alla mia coscia, stringendo leggermente la presa. L'accarezzava impercettibilmente dal ginocchio, salendo e fermandosi quasi alla parte estrema. Sentii una scarica elettrica trapassarmi da capo a piedi, avevo la pelle d'oca e il cuore che mi stava esplodendo nella gabbia toracica, per non parlare del calore che cominciava a propagarsi nel mio basso ventre.
Ecco cosa mi faceva Min Yoongi sfiorandomi solamente, impazzire e morire.
<Sto aspettando.> mi disse distraendomi temporaneamente dal casino nella mia testa.
<Sulla guancia...> mormorai, insicura di quello che avevo appena detto.
<Va bene, come vuoi tu.> fece spallucce quasi indifferente.
Timidamente scostai la sciarpa dal mio viso e cominciai a fissare con insistenza quel lembo di pelle che tra poco avrei sfiorato. Esitai qualche momento guardando i due ragazzi sui sedili posteriori, chi ascoltava la musica indisturbato e chi si muoveva convulsamente in cerca di una posizione ideale per schiacciare un pisolino, nessuno stava guardando quindi ritornai al diretto interessato. Mi avvicinai lentamente cercando di rendere quel tocco più impercettibile possibile. Ero a qualche millimetro e chiusi gli occhi come se stessi facendo una fatica abnorme. Alla collisione non sentii la pelle liscia a contatto con le mie labbra ma bensì un altro paio di labbra che mi colsero alla sprovvista. Non aprii gli occhi, ma al contrario mi beai di quella morbidezza inumana che mi dava sicurezza e mi liberava da ogni imbarazzo. La mia mano vagò fino ad incontrare per l'ennesima volta la sua, intrecciai le dita stringendo con convinzione le sue falangi. Ci staccammo e solo in quel momento lo guardai, sorridente e compiaciuto di avermi tratto in inganno.
Non dissi nulla, ma sorrisi sconfitta davanti a lui che tutto poteva su di me.
Non importava quanto mi impegnassi ad essere fredda o quante volte non volessi dargliela vinta, lui mi conosceva più di chiunque altro. Ogni comportamento, ogni dettaglio, ogni reazione, le conosceva a memoria come una formula matematica. E io avrei dovuto accettare questa sua capacità, dovevo cominciare a capire come funzionava il suo meccanismo e godermi ogni piccola scoperta.
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