73.
Passarono un po' di giorni dall'arrivo di quello strano messaggio e l'ansia non mi aveva lasciato in pace nemmeno per un secondo, ero in pensiero per Hoseok, se gli fosse successo di nuovo qualcosa non me lo sarei perdonata.
Quel giorno sarebbe stata la vigilia di Natale. Incontrai Kippeum per un cappuccino, e tra le tante cose, non me la sentii di parlarle del numero sconosciuto e del messaggio. Se lo avesse saputo lei, lo avrebbero saputo tutti, e l'ultima cosa che avrei voluto era guastargli il Natale. Me la sarei vista da sola, avevo fatto una promessa a me stessa e a loro, e li avrei aiutati una volta per tutte.
<Asami, noi andiamo, cercheremo di tornare il più presto possibile. Mi raccomando, comportati bene.> disse mio padre mentre aiutava mia madre ad infilare una delle sue pellicce migliori.
<Sì papà, non ho 5 anni, divertitevi e godetevi la cena.> risposi facendo finta di trafficare con ciotole e mestoli mettendo tutto sull'isola della cucina.
<Tesoro, il signor Bae rimarrà in servizio fino a mezzanotte, dopo cominceranno le sue ferie quindi non infastidirlo oltre l'orario prestabilito.> mi informò mia madre mentre si dava un'ultima occhiata allo specchio all'ingresso.
<Va bene ora andate o farete tardi.> dissi raggiungendoli e spingendoli praticamente fuori casa. <Buona cena!> mi sforzai di sorridere.
Mi salutarono un'ultima volta prima di entrare nel SUV e sparire in lontananza verso il viale che portava direttamente in città. Sospirai e rientrai in casa, rimisi in ordine tutto quello che avevo tirato fuori in la cucina per fare scena. Il signor Bae era nella sua stanza perciò dato l'orario decisi di guardare la TV sul divano per distrarmi un po' dal resto. In onda c'erano quei soliti quiz show a tema natalizio che dovevano in qualche modo rallegrare la serata, ma mi stava facendo praticamente l'effetto opposto, ero al terzo o al quarto sbadiglio. Sbuffai e spensi tutto salendo al piano di sopra, mi poggiai sul letto e afferrai il telefono giocherellando con qualche app in attesa della mezzanotte per fare gli auguri a tutti.
<Diamine! Scappa sempre quel dannato tasto!> imprecai frustrata a causa di uno di quei giochi musicali con le melodie suonate da un pianoforte virtuale. Poggiai la testa sul cuscino e posai temporaneamente il cellulare sul comodino, chiusi gli occhi come per cercare di riposare, ma era più per stress. Sapevo bene di non dover pensare in negativo, ma ora la storia si stava intricando ancora di più e stava diventando sempre più pericoloso. Portai entrambe le mani sul viso quando all'improvviso sentii un piccolo "tic" che proveniva da qualche parte nella mia stanza. Per un momento pensai di essermelo immaginato ma poi ce ne fu un altro più forte che mi permise di capire da dove provenisse. Assunsi un'espressione confusa e mi alzai raggiungendo il terrazzo. Uscii sussultando per l'improvviso cambio di temperatura e mi guardai intorno.
<Guarda qui sotto, stupidina!>
Solo una persona poteva chiamarmi in quel modo...
<Jimin!> esclamai confusa e sorpresa allo stesso tempo.
<Asami buon Natale!> gridò Jungkook.
<Guarda che non è ancora mezzanotte, idiota.> lo riprese Taehyung con uno scappellotto.
Un sorriso si formò sul mio viso e tutto il freddo di quella sera sembrava esser sparito, ora che c'erano i loro visi gioiosi.
<Che cavolo ci fate qui?! E' la notte della vigilia, dovreste essere a festeggiare con le vostre famiglie.> dichiarai io incredula.
<Un uccellino ci ha detto che saresti stata da sola questa sera, quindi abbiamo pensato di venire a trovarti per passare un po' di tempo insieme.> mi informò Jin.
Guardai Kippeum che mimò un "ops" mentre sorrideva abbracciata a Namjoon.
<Come avete fatto a trovarmi?> domandai curiosa.
<In realtà conoscevamo il quartiere ma non conoscevamo la casa, quindi abbiamo letto i nomi su tutti i citofoni del viale prima di trovare quella giusta.> ridacchiò Hoseok imbarazzato.
<Se vuoi possiamo farci un giro per stare un po' insieme.> propose Namjoon aggiustandosi il berretto di lana.
<Allora che fai?> chiese Yoongi con aria seria. <Scendi o vuoi che ti venga a prendere io?> continuò inarcando un sopracciglio.
Le mie guance andarono a fuoco e i battiti aumentarono all'istante. <Arrivo.> rientrai e scesi di corsa le scale, infilai il cappotto e uscii fuori.
Kippeum mi si buttò praticamente addosso nonostante l'avessi vista il giorno prima. Salutai Jin stringendolo fortissimo, Jimin mi scompigliò i capelli e mi abbracciò, abbracciai entusiasta anche Namjoon.
Venne poi il turno di Hoseok che spalancò le braccia con occhi ridenti. Non mi avvicinai subito, mi presi un momento per osservarlo. Era felice e sano come un pesce e io non potevo che esserne sollevata. Mi fiondai da lui nascondendo il viso nella sua morbida sciarpa, cercando di non piangere ripensando a quel maledetto messaggio.
<Non credevo di esserti mancato così tanto.> affermò ridendo e accarezzandomi la schiena mentre ancora lo stringevo.
<Ti voglio bene.> dissi scrollandomi il malumore di dosso.
<Asami anche io, ma come mai tutto questo affetto?> mi prese in giro.
<Sono solo molto contenta di vederti...> dichiarai metà della verità e lo lasciai andare.
<Scusa e io!?> disse indispettito Jungkook picchiettando due dita sulla mia spalla.
<Pensavo fosse ovvio Jungkook.> risposi prima di avvinghiarmi a lui come un koala.
L'ultimo ad avvicinarsi fu Taehyung, che con un'espressione di pura felicità, mi baciò il dorso della mano per poi stringermi a lui. <Buonasera signorina.>
<Lieta di rivederla.> dissi liberandomi dalla sua presa, soddisfatta che il mio migliore amico fosse finalmente di nuovo felice. Sorrideva come la prima volta che lo avevo visto, e questo mi riempì il cuore di gioia.
Sotto un lampione, a pochi passi da me, dal buio si rivelò colui che avevo bramato più di tutti, in tutto il suo splendore con la chioma chiara scompigliata dal vento, avvicinandosi lentamente sotto lo sguardo di tutti.
Non seppi cosa fare, così rimasi immobile sperando in un suo primo passo. Venne verso di me e con delicatezza mi attirò a sé per poi baciarmi dolcemente. Intrecciai la sua mano libera alla mia mentre continuava la sua dolce danza, labbra contro labbra. Gli altri, sorpresi da questo gesto, espressero la loro approvazione con fischi e urletti imbarazzanti.
<Credo che ci dobbiate delle spiegazioni voi due.> dichiarò Namjoon indicandoci.
<Ah l'amore...> disse sognante la mia amica.
<Tu già lo sapevi?!> le chiese Hoseok scioccato.
<Sì Hoseok, io so sempre tutto.>
<Sono migliori amiche, che ti aspettavi.> commentò Jimin mettendo una mano sulla spalla dell'amico ancora sconvolto.
<Lo sapevo...> sussurrò poi Jin.
<Anche tu!?> si girò Hoseok.
<No, ma era evidente che sarebbe finita così.> gli rispose sbattendosi una mano sulla fronte.
Taehyung si avvicinò a noi due. <Sono felice per voi.> disse gioviale guardandoci.
Ero così felice che si fosse la situazione tra loro si fosse risolta, era veramente contento per noi. In quel momento ringraziai il cielo di avermi donato un amico come Taehyung.
<Grazie Taehyung.> rispose Yoongi intrecciando la sua mano alla mia, questa volta più saldamente di prima.
Passeggiammo per un bel po' di tempo, facendo progetti per la settimana in montagna e mettendoci d'accordo per la partenza. Ci saremmo visti tutti davanti scuola, per poi affrontare insieme quattro ore di macchina fino a Deogyusan.
Mentre i ragazzi parlavano sentii il cellulare vibrare nella mia tasca, lo afferrai e lessi il nome di mia madre. Oh merda!
Sarei dovuta rimanere a casa, mi avevano vietato di uscire! Me ne ero completamente dimenticata, ero troppo presa dalla sorpresa per pensare a quel ridicolo coprifuoco. Il cellulare continuò a squillare e a vibrare nella mia mano.
<Non rispondi?> mi chiese Yoongi alzando un sopracciglio.
<Sì certo...> tentennai prima di premere l'icona verde.
<Asami, siamo quasi a casa. Per caso stavi dormendo?> chiese mia madre non appena portai il cellulare all'orecchio.
<Mi ero appena appisolata sul divano, ma non importa. Come mai già di ritorno? Sono solo le...> sbarrai gli occhi accorgendomi della mezzanotte appena scoccata. <Mezzanotte!> esclamai ridendo istericamente.
<Tuo padre non si sentiva bene quindi abbiamo deciso di ritornare a casa. Ma dove sei? Cos'è tutto questo baccano?> mi domandò sospettosa.
<E' solo la TV! Sì è la TV mamma, perché?> chiesi nervosamente cercando di coprire le voci di Hoseok e Namjoon che giocavano a sasso carta forbici.
<Oh! Mi era sembrato di sentire altre persone. Comunque, ci metteremo cinque minuti, siamo appena entrati in quartiere, a tra poco.>
<Okay a tra poco!> chiusi frettolosamente la chiamata.
Ero nei guai fino al collo. I miei mi avrebbero visto e mi avrebbero messo in punizione, o peggio mi avrebbero vietato di partire con i ragazzi.
<Ragazzi devo assolutamente tornare a casa, i miei non sanno che sono qui e se lo sapessero mi ucciderebbero!> gridai attirando l'attenzione di tutti.
<Bella merda...> commentò Taehyung. <A meno che tu non usi super poteri di cui non siamo a conoscenza, credo che la punizione non te la tolga nessuno.>
<Taehyung ma che fai?!> lo rimproverò Kippeum.
<Dico solo la verità, non voglio darle false speranze.> si difese lui.
<Fai pena come amico, sappilo.> lo guardò male Jimin.
<Asami corri, devi andare adesso.> mi disse serio Jungkook.
<Vengo con te.> sentii dire da Yoongi.
<No sta tranquillo, non mi sembra il caso di farti assistere al momento in cui i miei genitori mi beccheranno.>
<Sta zitta e corri.> mi ordinò trascinandomi con sé.
Prendemmo a correre come due matti, ma prima che fossimo troppo lontani dagli altri, gridai a pieni polmoni. <Ragazzi buon Natale!>
<Discreta come al solito...> rispose Jin divertito.
Dopo quasi tre isolati arrivammo davanti l'ingresso di casa mia, stanchi e senza respiro.
<Yoongi grazie per avermi riaccompagnato a casa, scusami se ti ho fatto correre così tanto.>
<Scherzi? Non c'è bisogno di ringraziarmi, sei pur sempre la mia ragaz-> si fermò di colpo. <Cioè... volevo dire che per te lo rifarei altre cento volte.> continuò con una nota di imbarazzo nella voce.
Avevo sentito bene? Stava per dire che fossi la sua ragazza.
Forse non me la sarei dovuta prendere, dopotutto non avevamo parlato della nostra situazione. Era qualcosa di indefinito. Gli amici non si baciano, ma non avrei sentito quel suo sapore caldo e familiare se fossimo stati solo amici.
Era un limbo dolce e amaro che non mi dispiaceva affrontare se ci fosse stato lui con me.
Sospirai raccogliendo tutto il coraggio che avevo e mi avvicinai a lui, sentendomi così piccola e fragile, conscia del fatto che stesse osservando ogni mia mossa. Alzai gli occhi, e come se mi avesse letto nel pensiero, si avvicinò mettendo due dita sotto il mio mento e baciandomi. Picchiettò con la lingua sulle labbra, ma le serrai ancora di più perché non mi sembrò il momento adatto per approfondire quel bacio.
Me ne pentii subito dopo ma ripensai a quel poco tempo che mi rimaneva prima dell'arrivo dei miei e mi staccai lasciandogli un ultimo bacio a stampo.
<Devo andare...> dissi timida.
<Ci vediamo dopodomani, buon Natale piccola.> mi toccò il naso come se fossi una bambina, mi fece un occhiolino e se ne andò a passo spedito in direzione dei ragazzi.
Non potevo essere più innamorata di come lo ero in quel momento.
Lo vidi allontanarsi fino a perderlo di vista, nel frattempo sentii il rumore di una macchina e due fari luminosi che cominciavano a farsi sempre più vicini. Balzai per la paura e corsi verso la porta dimenticandomi di un piccolo dettaglio, ossia che ero uscita senza chiavi e che quindi l'unica mia speranza di rientrare era il signor Bae che a quell'ora doveva essere già andato via.
<Merda!> imprecai accorgendomi che la macchina di prima si avvicinava sempre di più.
Mi portai disperatamente entrambe le mani alla testa, fino a quando, stranamente sentii la voce del signor Bae. <Signorina bentornata e buon Natale.> disse pacato senza aggiungere altro.
<Signor Bae grazie al cielo è ancora qui, pensavo fosse andato via mezz'ora fa.>
<L'ho vista andare fuori con i suoi amici e non potevo lasciarla sola.> mi sorrise mostrando le numerose rughe che gli davano un'aria solenne e saggia.
<La ringrazio di cuore.> lo abbracciai esasperata ora che ero riuscita a scamparla.
All'inizio il signor Bae rimase rigido e immobile, ma poi ricambiò con lo stesso affetto di un nonno verso la propria nipote. Mi fece entrare e notai la sua piccola valigia all'ingresso, pronta per essere trascinata fuori casa. Nello stesso momento sentii il motore del SUV dei miei spegnersi seguito dal suono del campanello. Il governante si affrettò ad aprire e io sfrecciai verso le scale, ma come al solito la fortuna non era mai dalla mia parte.
<Asami! Che ci fai qui? Perché hai il cappotto addosso?> mi chiese con occhi severi mio padre.
Mi fermai a metà della scalinata e scesi di nuovo al piano di sotto. <Io, ecco...> farfugliai cercando di trovare una scusa plausibile al più presto, ma rimasi lì in piedi senza dire niente.
<Signor Nishimura, la signorina Asami ha insistito nell'accompagnarmi fuori fino alla macchina, mi scusi se ho ritardato la fine del turno ma mi ero appisolato.> sorrise il vecchietto mentendo spudoratamente.
<Oh d'accordo...> si tranquillizzò mio padre <Asami va pure, dà una mano al signor Bae.> mi guardò confuso anche se si era bevuto ogni parola del vecchio signore che mi aveva appena salvato la pelle.
Annuii con veemenza e mi avviai all'esterno portando la valigia del governante con me. Arrivati alla vettura lo aiutai a caricarla nel bagagliaio, lo ringraziai profondamente e dopo avergli rivolto almeno una decina di inchini, mi salutò e mise in moto la vettura.
Andai in camera mia e finalmente conclusi quella giornata sotto il piumone, addormentandomi pensando a quegli scalmanati e a quel visino strafottente che mi aveva rubato il cuore.
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