49.
ASAMI'S POV
Era passato qualche minuto da quando Yoongi aveva chiamato e non mi ero ancora mossa dal pavimento. Kippeum era ancora poggiata sulle mie gambe mentre giocherellava tristemente con i suoi capelli.
Speravo con tutto il cuore che non fosse successo nulla di brutto ai ragazzi.
Pochi istanti dopo udii vari schiamazzi provenire dal corridoio.
<Bussa tu!>
<No fallo tu!>
<Possibile che ogni volta che dobbiamo entrare da qualche parte va a finire sempre così?!>
<Qualcuno bussi a questa fottuta porta, per favore.>
<Hyung se lo avessi detto con un tono più dolce mi avresti convinto.>
<Convinto di cosa?>
<Di poter sopportare la tua perenne scazzatura!>
<Jimin sta zitto o apro la porta con la tua testa.>
<Siete proprio dei codardi...>
<Senti da che pulpito arriva la predica!>
<Cosa vorresti dire Taehyung?!>
<Io? Nulla! Sono stato chiamato codardo da uno che ci ha messo tre mesi per salutare la ragazza che gli piaceva!>
<E' successo quando frequentavamo il primo anno! Non sfidarmi, potrei tirare fuori quello che è successo nelle docce l'anno scorso, non ti conviene pezzo di idiota!>
<Hyung sei serio?!>
<Siete da ricovero...> fu l'unica voce che riconobbi, l'unica che riusciva a trasmettere una rassegnazione tale da farla sentire anche a me.
Avevo sentito tutto e non sapevo se ridere per le loro inutili discussioni o per il fatto che non si fossero ancora decisi ad aprire la porta. Erano lì fuori da quasi 5 minuti.
<Avete intenzione di entrare o no?!> gridai una volta per tutte.
La porta fu aperta leggermente e una testa castana sbucò fuori. <Ciao Asami...> salutò Hoseok imbarazzato.
Entrarono tutti in fila indiana come dei bambini, anche se quello strano ordine durò poco. Il tempo di vedere Namjoon precipitarsi ad abbracciare la sua ragazza .
<State entrambe bene?> chiese Jungkook con tono preoccupato.
<Sì Jungkook, fortunatamente sì.> risposi forzando un sorriso.
<Il piccoletto si stava preoccupando tanto.> lo schernì Hoseok per sdrammatizzare.
<Piantala!> replicò Jungkook puntandogli minacciosamente un dito davanti al viso.
Non avrei mai immaginato che Jungkook potesse preoccuparsi così tanto. Magari per Kippeum era abbastanza normale, ma fui piacevolmente sorpresa nel sapere che si era preoccupato anche per me, e dall'espressione che aveva neanche poco.
Sentii poi una voce profonda alle mie spalle. <Vuoi una mano...?> disse porgendomi la sua che senza perdere tempo afferrai saldamente. Ho già detto che la sua mano è morbida? mi dissi concentrando tutta la mia attenzione su quel momento.
<Grazie Yoongi...> quasi balbettai con le guance a fuoco.
<Ci dispiace ragazze, è solo colpa nostra.> dichiarò Jimin affranto.
<Non è con me che dovete scusarvi, ma solo con lei.> si scansò la mia amica che puntò uno sguardo addolorato verso di me, seguita da tutti gli altri.
<So benissimo che è successo qualcosa di grave l'anno scorso, non ne parlate molto, ma quando lo fate vi incupite così tanto che mi piange il cuore ogni volta che succede e non vi vedo sorridere. Mi sono ripromessa di aiutarvi tante di quelle volte, anche se non ho mai saputo in che modo.> cominciai a spiegare nonostante il nodo alla gola. <Ogni volta cercavate di evitare l'argomento in mia presenza e mi faceva rabbia il fatto di essere in qualche modo tagliata fuori, ma poi mi ritornava sempre in mente che io non sono ancora parte integrante delle vostre di vite. Magari lo diventerò, magari no, ma voglio solo che sappiate che mi dispiace. Perdonatemi se ho tentato in qualche modo di immischiarmi in questa storia, ma il fatto è che non ho mai avuto delle persone come voi nella mia vita e credo che sia una cosa che non mi ricapiterà una seconda volta perciò capirò se vorrete allontanarmi, ma quello che cerco di dirvi è che sono tutte conseguenze, conseguenze del fatto che sto cercando di lottare insieme a voi per non perdervi.> abbassai la testa e cercai di trattenere le lacrime.
Mi ero tolta uno dei tanti pesi che stavo trascinando da tempo ormai.
Ora sapevano che io ci avevo capito qualcosa e tremavo al pensiero che non mi volessero più tra i piedi e che cominciassero a vedermi come una minaccia.
<Asami noi non ti vogliamo fuori dalle nostre vite, ma che ti dice il cervello?> commentò Kippeum con la sua solita delicatezza.
<Ti avevo detto che bisognava solo chiedere.> aggiunse Taehyung guardandomi di sottecchi.
A quelle parole alzai il capo e lo guardai con gli occhi ancora lucidi.
Ora ero sicura che non volessero allontanarmi ma in fin dai conti non avevo ancora districato il problema principale.
<Chiedere cosa?> domandò Namjoon evidentemente confuso.
<Beh, ero curiosa di sapere cosa fosse successo in quel capannone mesi fa, ma ora mi rendo conto che forse non è il momento adatto, i-io-> provai a dire prima che Yoongi mi interrompesse.
<Ora ci sei dentro anche tu ed è giusto che tu sappia tutta la verità.> affermò guardandomi negli occhi. <Ma non ora.> continuò distogliendo lo sguardo e smontando ogni mia speranza.
<Che ne dici se sabato, dopo un ottimo picnic al fiume, chiarissimo la situazione tutti insieme?> mi chiese dolcemente Jin.
<Hyung-> cercò di fermarlo Jimin, interrotto nuovamente da Yoongi in modo brusco.
<Jimin basta! E' troppo tardi, deve sapere. Immagina se le succedesse qualcosa, sarebbe una catastrofe.> lo aggredì con ferocia tagliando il fiato di tutti i presenti.
Jimin mi guardò riversando rabbia incandescente dalle iridi e lo stesso fece con il suo compagno di stanza. Si alzò, stizzito raggiunse la porta e abbandonò stanza.
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