38.

Risi anch'io e gli diedi un colpetto sul braccio, per una volta senza l'intenzione di romperglielo.

<Stasera sei stata coraggiosa.> ammise rivolgendo lo sguardo alle due stelle che avevo adocchiato prima.

<Ho fatto quello che dovevo fare, anche se poco fa il mio cervello è andato in tilt e ha fatto come voleva.> dissi fissandomi le scarpe.

<Ti riferisci al calcio?> chiese divertito. <Ho notato che neanche tu in quel momento non credevi a quello che avevi appena fatto, sai, dalle espressioni che fai si capisce subito che tipo di pensieri attraversano la tua testa. Bizzarro.>

Anche lui si era accorto di quel difetto, e se con Kippeum ero fottuta, con Yoongi potevo direttamente scavarmi la fossa. Erano gli unici che lo avevano notato, e speravo rimanessero solo in due a saperlo.

<Anche Kippeum me lo dice sempre.> confessai rassegnata.

<Me ne sono accorto solo adesso. Se non fossimo rimasti insieme per tutta la sera, probabilmente non me ne sarei mai accorto.> disse facendo un occhiolino.

Sospirai profondamente e puntai lo sguardo sulle stelle. Lui fece lo stesso e rimanemmo così per un bel po'.

La calma nata in quel momento durò fino a quando Yoongi non buttò un occhio sul suo orologio per poi gridare a tutta Seoul che erano le tre del mattino. Era arrivata l'ora di tornare in dormitorio e finalmente quella serata da incubo sarebbe finita.

Mi chiesi se Kippeum avesse già preso sonno. Pensai ad Hoseok, e che l'indomani sarei andata a trovarlo per vedere come stesse. Pensai anche ai ragazzi e al fatto che avrei dovuto chiedergli scusa per il mio comportamento.

Lasciammo Seoul immersa nell'oscurità e quando entrai all'interno riacquistai una sensazione di sicurezza che avevo perso nell'istante stesso in cui avevo oltrepassato la porta di quel tetto.

Nessuno dei due parlò fino a quando arrivammo in prossimità del mio dormitorio. Yoongi stranamente non proseguì per arrivare al suo.

<Il tuo dormitorio è da quella parte, te ne sei dimenticato?> confusa indicai la direzione e per l'ennesima volta non rispose. Rimase lì senza dire una parola aspettando forse che io mi muovessi dalla scalinata. Mi rigirai completamente verso di lui e la sua espressione compiaciuta non cambiò di un millimetro.

<Voglio solo riaccompagnarti davanti alla porta della tua stanza, tutto qui.> spiegò quasi spazientito.

<Oh...>

Decisi quindi di muovermi e di arrivare il prima possibile davanti alla porta della mia stanza. Una volta lì lo ringraziai e provai a bussare con la speranza che Kippeum mi aprisse, ma fu tutto inutile. Le mie chiavi che non avevano mai fatto quello per cui erano state costruite, cioè aprire quella maledetta porta.

<Cazzo!> imprecai sottovoce, ma il ragazzo davanti a me sentì lo stesso.

<Non dirmi che sei rimasta fuori...> disse trattenendo una risatina.

<E' da quando sono qui che queste chiavi non funzionano, ho sempre usato quelle di Kippeum.> confessai un po' in imbarazzo.

Improvvisamente vidi la sua mano alzarsi sopra la mia testa. Inizialmente non capii assolutamente cosa avesse in mente, ma poi sentii una ciocca di capelli cadermi sulla guancia. Mi aveva sfilato una forcina dai capelli e ci stava per scardinare la serratura. Dopo che riuscì a far scattare la serratura mi porse di nuovo la forcina.

<Non c'è di che.> disse semplicemente, poi guardò i miei capelli che io prontamente coprii con entrambe le mani. Forse sono spettinata pensai. Entrai in stanza e chiusi la porta senza dire nulla.

<Buonanotte.> parlò lui dall'altro lato della porta, prima che i suoi passi diventassero sempre più lontani.

Sospirai e mi guardai attorno. Kippeum dormiva beatamente, così ne approfittai per struccarmi e cambiarmi. Ero stanca morta. Avrei pensato a tutto il giorno dopo, in quel momento volevo soltanto riposare.

YOONGI'S POV

Arrivato alla mia stanza e dopo essermi chiuso la porta alle spalle mi buttai a peso morto sul mio letto. Jimin dormiva come un bambino, e nel silenzio appurai che quella era stata una delle serate più strane della mia vita. Senza accorgermene le mie palpebre si abbassarono lasciando posto alla stanchezza.

Però l'avevo fatta ridere...

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