31.

I "flagelli" conclusero il loro discorso e consegnarono le mappe, prima di darci le spalle e lasciare l'istituto. 

Corrugai lo sguardo e mi rivolsi ai ragazzi in preda alla totale confusione. <Va bene, visto che mi avete trascinata qui per fare questa pagliacciata, vediamo di concludere qualcosa.>

<Ben detto. Direi di organizzare i gruppi a questo punto.> affermò Jin attirando l'attenzione del gruppo.

<Loro due con me!> esclamò Kippeum indicando me e Namjoon.

<Anche Jimin starà con noi... giusto?> chiesi con la consapevolezza di star scavando la mia stessa fossa nella timidezza, anche se mi dispiaceva venire meno alla promessa che gli avevo fatto.

<Giusto.> rispose lui sorridendo.

Quel suo sorriso mi rassicurò e in fin dei conti ero io quella paranoica. Non sarebbe successo niente di male e stavo decisamente esagerando nell'imbarazzarmi. Mi sentivo stupida.

<Noi due staremo insieme!> gridarono Jungkook e Taehyung all'unisono.

<Fantastico. Mi toccherà rimanere con loro per tenerli d'occhio, non si sa mai...> sbuffò Jin controvoglia.

<Smettetela di trattarci come bambini, abbiamo la vostra stessa età!> si lamentò il maggiore dei due.  

Jimin lo fissò con poca convinzione, poi guardò Jungkook. Lui aveva ancora diciassette anni, come me.

<Non essere pignolo Jimin.>  sbuffò Taehyung alzando gli occhi al cielo.

<Vi siete già spaventati per quei due tizi incappucciati, di questo passo non durerete tutta la notte.> sentenziò Yoongi.

<Non eravamo spaventati! Abbiamo solo constatato, da adulti quali siamo, che ci hanno suscitato una certa inquietudine.> disse Jungkook con tono altezzoso.

<Certo come no! Era solo inquietudine anche quando l'anno scorso durante quel film horror siete scappati dopo aver visto qualche schizzo di sangue la sera di Halloween.> precisò Namjoon incrociando le braccia.

<Quel diabolico pupazzo sul triciclo mi ha traumatizzato. E' solo colpa vostra, quindi non rompete le palle.> dichiarò Taehyung gesticolando nervosamente.

<Dicevamo?> lo ignorò Yoongi.

<Manca una persona nella nostra squadra, l'ultimo andrà con loro.> ci indicò Jin.

<Vengo io con voi. Non ci tengo ad essere il terzo incomodo per le due coppiette.> disse Yoongi prima di dividere Jungkook e Taehyung che si tenevano per mano.

<Simpatico.> lo fulminò Kippeum.

<Sempre amichetta.> disse lui soddisfatto.

Ma che gli era preso? Era da quando eravamo andati via dal capannone che sembrava infastidito, e sapevo benissimo che non potevano essere Kippeum e Namjoon, perché li vedeva praticamente tutti i giorni e non si era mai lamentato. Era infastidito da me e Jimin e ci aveva addirittura definiti una coppia. Idiota.

<Come minimo dopo questa nottata voglio essere scelto come padrino dei vostri figli. Intesi?> annunciò Hoseok con fierezza.

<E perché mai?> domandò stranito Namjoon.

<Perché io sarò la vostra chiave per la vittoria!> affermò sicuro Hoseok.

<Certo come no, zio Hobi.> scherzai afferrandogli il braccio.

<Zio Hobi suona bene...> rispose lui riflettendoci con serietà.

<Bene, allora buona fortuna a tutti e fate in modo di sopravvivere.> alzai la voce con sarcasmo.

<Esagerata.> mormorò Yoongi.

<Antipatico.>

<Idiota.>

<Deficiente.

<Tonta.>

<Pallone gonfiato.>

<Piantatela!> ci fermò Jin irritato.<Yoongi diamoci una mossa. Mi raccomando, fate tutti attenzione.> 

Dopo quelle parole ci separammo e prendemmo direzioni diverse. 

Percorremmo qualche corridoio fino a quando Kippeum propose la sua idea.

<Ragazzi ci sono una marea di oggetti da trovare e stavo pensando che dividerci potrebbe essere un'opzione da considerare.> 

<Hai ragione, pensandoci io e te potremmo trovare i primi quattro oggetti, mentre Asami e Jimin altri quattro, e Hoseok l'ultimo.> disse Namjoon.

<Approvo questa strategia, anche se me la sto facendo addosso. In ogni caso, chi prima trova gli oggetti, chiamerà gli altri per avvisare.> accettò un po' impaurito.

<Noi andremo da quella parte. Hoseok-hyung  tu continua dritto, ci troveremo tutti e tre alla fine del corridoio. Voi due fate attenzione, controllate i cellulari quando potete.> concluse Jimin.

Guardare gli altri allontanarsi e ritrovarmi completamente sola con Jimin mi fece perdere quella poca sicurezza che avevo recuperato. Ora eravamo in due a camminare per un lungo corridoio. Per cinque minuti non fu spiccicata una parola. Era uno dei miei peggiori incubi. L'imbarazzo totale. Mi ci voleva parecchio tempo per aprirmi ad una persona e altrettanto per sciogliermi e rilassarmi, e solo mille paranoie dopo, Jimin decise di aprire bocca.

<Vediamo... il nostro primo oggetto è una penna dall'ufficio del preside.> mi informò controllando la mappa.

<Perché proprio lì? Cos'ha che non va una comunissima penna?> mi chiesi riflettendo su quante canne fossero state fumate per concepire una lista di tesori del genere.

<Credo che non troveremo nulla di lontanamente normale nel gioco di stasera.> mi fece notare passandomi la mappa.

<Hai ragione.> risposi dando uno sguardo al pezzo di carta. <Comunque dovremmo cercare la chiave per aprire il suo ufficio.>

<Andiamo nel magazzino degli addetti alle pulizie. E' proprio in fondo a questo corridoio.> disse indicando una piccola porta in lontananza. Qualche metro dopo, fui io a parlare per prima. <Vado io. Tu coprimi le spalle nel caso arrivasse uno di quei tizi incappucciati, va bene?>

<Agli ordini capo!> disse lui portando una mano sulla fronte.

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