⊰ 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝟵 ⊱

Kaneki ripose il telefono nella tasca. Nella loro zona sembrava tutto tranquillo. Si girò a guardare Yoshi. La ragazza era molto annoiata da quell'incarico e aveva preferito appoggiarsi alle transenne ancora chiuse, che impedivano alle persone l'accesso. Certo, quello era un parco molto famoso, il più grande di Musutafu, ma la loro presenza era necessaria, più che per mantenere l'ordine, per proteggere una star in visita alla città, che avrebbe trascorso lì tutta la giornata insieme alla sua famiglia: Yamada Teru, un famoso cantante, idol del momento. Il suo gruppo aveva preferito non venire per lasciarlo trascorre la giornata in compagnia dei fratelli e delle sorelle minori.
Okamu e Shiro era poco distanti e stavano controllando i biglietti degli invitati. Il corvino cercava segretamente la mano dell'altro, ma ogni volta che pensava di averla stretta sentiva solo l'aria solleticargli il palmo. Kaneki si lasciò scappare una risata e Yoshi lo guardò male, intimandogli di tornare serio. Chissà cosa stava facendo Chihiro in quel momento, si chiese.
Improvvisamente sentì in lontananza una voce. Proveniva probabilmente dal televisore acceso all'interno della struttura, dove c'era il ristorante. Non riusciva molto bene a capire cosa stesse dicendo, ma alzò le spalle e tornò a svolgere il suo lavoro. Era sicuramente il solito e noioso telegiornale della mattina. Poi una chioma rossa attirò la sua attenzione. Si trovava poco distante da loro, nel parco, e continuava a cambiare forma ad un microfono, nei pressi di una cassa per la musica. La sua compagna si sporse per capire cosa stava guardando.

— Non mi sembra un invitato. Parlaci tu.— disse secca, giocando con la treccia rossa.

Kaneki si ritrovò costretto ad allontanarsi dal comodo posticino all'ombra per rimproverare il ragazzo, probabilmente poco più grande di lui, se Yoshi non gli avesse detto nulla non si sarebbe mosso di lì, non sembrava una persona pericolosa e la sicurezza del locale poteva pur fare il suo lavoro ogni tanto.
In quel momento Shiro sganciò il cordone rosso e una folla di persone si riversò nel parco, tra cui la star delle giornata, intenta a portare sulle sue spalle la sorellina di cinque anni. L'hero venne distratto dagli invitati e si dimenticò del rosso col microfono glitterato, seguendo Teru fino alla zona con gli scivoli. Yoshi alzò gli occhi al cielo: proprio non capiva come una persona tanto distratta potesse piacere ad Hanako. Menomale che aveva le sue qualità.
Okamu rimise il gancio al suo posto dopo cinque minuti, quanto tutti sembravano essere entrati, e si diresse verso gli invitati, per aiutarli quando necessario. Shiro invece prese per mano dei bambini e si mise a giocare con loro, disegnando sul suo blocchetto degli uccellini che faceva volare, farfalle o coccinelle.
La rossa si spostò dalle transenne per andare dallo strano tipo, notando che nessuno degli altri tre aveva intenzione di aiutarla a farlo andare via. Si portò una mano alla bocca sbadigliando. Quando fu davanti allo sconosciuto lui stava annunciando qualcosa, stringendo il microfono come se potesse mettersi a cantare da un momento all'altro. Vagamente sconcertata lo squadrò dall'alto al basso.
Il diretto interessato aprì gli occhi, accorgendosi della sua presenza:

— Oh, guarda guarda, uno spettatore fresco fresco. A cosa devo la sua venuta? — disse cercando di usare un linguaggio altolocato.

— Eh, senti, non ho ben capito cosa hai intenzione di fare, ma devi andartene. Cioè, non so se sei uno degli invitati ma devi lasciare quella cassa e migrare altrove. — ridusse gli occhi a delle fessure.

— Uno degli invitati? No no no mia cara, io sono uno degli organizzatori. — si alzò dalla cassa e le afferrò un braccio — Penso che tu debba venire con me, sai? Be', muoviamoci, non abbiamo tutto il tempo del mondo.

— Come ti per-

Stava per usare il suo quirk quando si ritrovò le braccia bloccate da una lastra di metallo nero lucido, come quello dell'oggetto sul quale il tipo era seduto poco prima. Mantenendo la calma cercò di sfuggire alla sua presa.

"Quindi è un villain..." pensò, imbronciata per non essersene accorta prima.

— Kaneki! — chiamò il compagno, dato che poteva ancora parlare.

Osamu accarezzò la testa della piccola. Teru e sua sorella si assomigliavano molto. Sorridente, si rimise in fila per fare lo scivolo, impedendo a un fratello imbroglione di rubarle il posto. Gli venne in mente la sua sorellina minore, quella mattina era uscito presto di casa e non aveva potuto salutarla come al solito. Probabilmente ci era rimasta male, conoscendola.

— Ehi, Supedo Esu — lo chiamò Yamada con il suo nome da eroe — Potresti andare a prendere dell'acqua a mia sorella? Ha sete ma non può lasciare la fila e devo andare ad aspettarla alla fine dello scivolo. — ridacchiò un po' imbarazzato.

— Ah, non c'è problema.

Lasciò la zona degli scivoli ed entrò nell'edificio, dirigendosi verso la parte del locale adibita a ristorante. Cercò con lo sguardo delle bottiglie d'acqua ma non ne trovava, così provò a chiedere ad un cameriere. Si sedette un attimo, aspettando che tornasse. Al centro della stanza c'era una grande televisione accesa che trasmetteva il secondo telegiornale della giornata. Erano le 8:04, il luogo aveva aperto giusto qualche minuto prima ma era già pieno. Yamada doveva avere davvero molti familiari a cui dedicare il suo tempo. Improvvisamente sullo schermo apparse una persona diversa dal solito presentatore. Un giovane dai capelli rossi e gli occhi simili all'oro prese posto sulla sedia girevole bianca. Si schiarì la voce e sorrise alla camera. Non era uno sorriso come quello della sorella di Teru, caldo e contagioso, ma un sorriso freddo e maligno. Kaneki continuò a guardare, nonostante il cameriere fosse già tornato.

— Buongiorno cari cittadini. Vi starete chiedendo chi sono e cosa ci faccio qui. Sono pronto a rispondere a tutte le vostre domande, ma prima vi chiedo di mantenere la calma, anche se state assistendo al discorso del vostro amato Tsukino Yuri! — esclamò.

Non appena sentì quel nome, il ragazzo scattò indietro, contro un tavolo, come se il villain potesse uscire dallo schermo ed attaccarlo. Yuri Tsukino, il villain famoso per aver formato un gruppo di esperti. Fino a poco tempo fa aveva solamente derubato qualche centro e occupato delle case impropriamente, feriva a volte i civili dai quali voleva informazioni ma non era mai stato troppo aggressivo o tanto meno un assassino nel vero senso della parola. Però vederlo in televisione faceva un certo effetto. Non era conosciutissimo, solo quelli della zona di Tokyo di occupavano del suo caso, a sud del Giappone probabilmente non sapevano neanche della sua esistenza. Cosa aveva intenzione di fare?
Uscì subito dall'edificio, doveva avvertire i suoi compagni, poteva rivelarsi più pericoloso di quanto sembrava. Non avevano la mia idea di quale fosse il suo piano. Cercò gli altri tra la folla, nessuno era dentro all'edificio, quindi erano ancora all'insaputa dell'annuncio di Yuri. Meglio così, gli invitati si sarebbero facilmente spaventati e sarebbe sorto il panico. Eppure del panico c'era già. Le persone spingevano per uscire dal parco, Yamada stava richiamando a sé i fratelli e le sorelle, che lo abbracciavano spaventati. Sentì qualcuno chiamare il suo nome.

"Yoshi!" la cercò tra la folla.

Era circondata da un metallo scuro che le impediva di muoversi ed ora anche parlare. Il tizio dai capelli rossi di prima, quello con il microfono glitterato, stava sollevando parti delle varie attrazioni e cercava di catturare quante più persone poteva. Rideva di gusto, come se stesse giocando con loro.

— Ed eccone un altro! Ma sono proprio bravo, che ne dici trecciolina? Ah, aspetta, ti ho messo in muto. — e ricominciò a ridere.

Shiro e Okamu lo raggiunsero, erano entrambi preoccupati, quel villain sembrava molto forte.

— Priorità a Yamada e Kato. Se liberiamo Yoshi può stendere il nemico solo toccandolo. Oppure potrei provare a copiare il suo quirk - anche se continuando a muoversi insieme al nemico sarà molto difficile - così voi lo terrete impegnato e lo toccherò io. Sembra che Yuri Tsukino - non so se lo conoscete, quello dei furti - abbia un piano in mente. E' comparso poco fa in televisione, al telegiornale e deve aver dislocato in diversi luoghi la sua banda, o almeno così penso. Dato che oggi avevamo il giorno di ronda deve essere venuto a saperlo. — continuò a ragionare a voce alta — Forse i vari componenti si trovano nei luoghi in cui sono i nostri compagni.

— Sarebbe il caso di chiamarli e controllare? Magari se i villain si trovano solo qui da noi possiamo chiedere aiuto al prof Aizawa.

— No, se è come penso io li distrarremmo soltanto. Cerchiamo di attuare questo piano, il tizio sembra solo uno svitato, non molto aggressivo.

— Okay — risposero all'unisono gli altri due.

Satoru, dal canto suo, si stava divertendo moltissimo. Era da anni che non faceva queste cose e in qualche modo doveva pur sfogare il suo quirk, o sarebbe impazzito. O forse lo era già di suo. Si lisciò i capelli rossi, sempre tirati indietro con un mucchio di gel preso in prestito da Hajime, non sopportava quando gli finivano davanti agli occhi, non vedeva un accidente. Era sua intenzione tagliargli, ma non ne aveva avuto ancora il tempo, concentrato com'era sul piano della banda.
Si girò verso trecciolina, così aveva deciso di soprannominare Yoshi. Era proprio una bella ragazza, di quelle perfette in qualsiasi cosa facevano e nell'aspetto, ma lei non sembrava affatto interessata. Alzò le spalle continuando i suoi lunghi soliloqui: nessuno era mai interessato a lui, finché non faceva il cattivo. Si avvicinò a Yoshi e le mise un dito sotto al mento, ruotando il suo viso verso di lui.

— Allora, dammi ancora qualche minuto per divertirmi e poi andiamo, va bene? Penso che Yuri abbia fatto. — cercò la televisione nel locale, portandosi la mano alla fronte e strizzando gli occhi, come se quei gesti potessero aiutarlo a vedere meglio.

Fece giusto in tempo a saltare di lato, perché un sette di picche gli stava per arrivare in faccia. Kaneki stava cercando di copiare il quirk del nemico, trovando difficile arrivare alla compagna prigioniera. Se avesse avuto il quirk di Satoru, molto forte da quello che avevano potuto vedere, sarebbe stato più semplice sconfiggerlo, avrebbe come lottato contro se stesso. Ma il nemico era veloce e aveva evitato il suo attacco.
Shiro e Okamu passarono alla mossa successiva. Il primo era alla destra di Osamu, prese una matita e disegnò per terra un arco, poi infilò la mano nel terreno e lo portò alla realtà. Cominciò a scoccare frecce, per spingere il villain a andare nella direzione di Okamu, che invece era alla sinistra di Osamu, pronto a richiamare uno shikigami, un gigantesco gufo che avrebbe catturato con le sue ali il rosso.
Ma ancora una volta Satoru dimostrò di essersi ben allenato per quel momento. Schivò con facilità le frecce, la mira dell'azzurro non era delle migliori e per poco non colpiva Kato. Poi tirò fuori il microfono glitterato e cominciò a modificarlo, ne fece una grossa spada con cui attaccò il gufo, riuscendo a ferirlo ad un'ala, portandolo quasi a schiantarsi.
Okamu cercò un'arma nei paraggi, prima di evocare un altro famiglio doveva aspettare qualche minuto. Trovò a terra una sbarra di metallo e si scagliò contro il villain, aiutato dal compagno, che aveva disegnato uno scudo che poi gli passò, facendolo scivolare sul pavimento. Così, protetto e armato, Okamu provò ad affrontare, con il cuore che batteva forte e il poco coraggio, Satoru.
Nel frattempo Kaneki si era attivato per salvare Yoshi, ma il metallo la stringeva troppo forte per riuscire a liberarla in pochi minuti. Approfittando del fatto che il cattivo era concentrato sugli altri due compagni, spinse la compagna dietro ad uno scivolo, dato che Yoshi stava levitando grazie alla capacità di Satoru di modificare la realtà e gestirla a suo piacimento. Le passò una carta sulla guancia ottenendo il suo quirk e i suoi occhi divennero di un giallo scuro, con dei piccoli cerchi arancioni all'interno, cioè uguali a quelli della ragazza.
Il villain, però, non era così stupido come poteva sembrare per via del comportamento bizzarro. Schivò perfettamente le frecce con cui Shiro cercava ancora di colpirlo per rallentarlo e si concentrò per un po' su Okamu, come a volergli dare la soddisfazione di averlo sfinito, anche se non lo aveva fatto. Il ragazzo provò a tirargli la spranga in testa, con il risultato di farla finire in mani sbagliate. Con un nuovo oggetto da modificare, Satoru ne fece una spada scintillante che cominciò a muovere in ogni direzione possibile e immaginabile, solo per il gusto di usarla. Allora l'hero tentò di abbatterlo con lo scudo, riuscendo nell'intento grazie alla collaborazione del compagno, che aveva appena scagliato un'altra freccia. Ma il rosso stava solo giocando con loro come sempre.

— Oh, no, mi hai colpito! — fece finta di morire buttandosi a terra, per poi toccare il suolo con una mano.

Quasi tutti gli invitati erano riusciti a scappare, lasciando l'edificio il prima possibile, ma alcuni erano stati catturati dal villain e non potevano che rimanere nel parco, sepolti sotto i pezzi di metallo fusi con il pavimento a bloccarli. Quando Satoru toccò il terremo, l'intero edificio cominciò a ruotare su se stesso, fino a ritrovarsi completamente sottosopra. Tutti gli oggetti che non erano fissati cominciarono a cadere, rendendo difficile la visione. Sedie, giocattoli, tavoli, cibo, qualsiasi cosa era diventata un ostacolo.
La situazione era pericolosa, ridotti in quelle condizioni gli eroi non potevano fare altro che aggrapparsi a qualcosa e cercare di non cadere, perché il parco si allontanava sempre di più dalla terra ferma. E in tutto ciò il rosso rideva, rideva divertito, rideva di gusto.
E poi, si accorse che Yoshi non era più vicino a lui. Imprecando la cercò con lo sguardo, solo per accorgersi che Kaneki stava cercando in ogni modo di reggersi allo scivolo senza far precipitare anche la compagna, impossibilitata a salvarsi da sola. Satoru andò su tutte le furie, non sarebbe finita certo lì. Non risentendo troppo degli effetti del quirk, manipolò lo scudo di metallo per ottenere due picconi, con i quali raggiunse i due senza troppe difficoltà.
Osamu se l'aspettava, infatti aveva usato una carta a lungo termine per copiare "Ghost", il suo piano era cambiato: avrebbe sempre copiato il quirk di Yoshi, ma allontanandola dal nemico, così che lui li avrebbe inseguiti per riaverla, perché era Yoshi che voleva. Yoshi aveva un grande potenziale, il suo quirk era molto forte e soprattutto particolare, toccando la persona desiderata, la sua anima si sarebbe separata dal corpo, impedendo alla persona di muoversi. Era una buona scusa per ottenere seguaci "Se non accetti non ti ridaremo il tuo corpo!", perché in quella condizione ci rimanevi finché il possessore del quirk non decideva di lasciarti andare, e le persone si rivelavano facili da manipolare in due situazioni, dando loro tutto o togliendo loro tutto. E i villain potevano fare entrambe le cose contemporaneamente.
Non appena Satoru fu loro vicino, Kaneki cominciò a parlare, stuzzicandolo:

— Che c'è, ti abbiamo stancato? Puoi modificare quello che ti pare solo per un po', non è vero?

— Povero illuso. Non funziona così. — sorrise afferrandogli una mano — Io vi ho visto per tutto questo tempo, so cosa vuoi fare.

L'eroe lì per lì rimase spiazzato, non si aspettava che il rosso gli prendesse di spontanea volontà la mano. Continuò a reggere con la sinistra la compagna e con le gambe allo scivolo.

"Devo approfittarne" si disse, nonostante il suo sesto senso gli continuasse ad urlare nella testa che era inutile farlo.

Premette con più forza la destra contro l'altra mano del nemico, attivando il quirk di Yoshi e vide il corpo rosso separarsi dalla sua anima, come se un fantasma gli uscisse dalla carne e volasse dietro di lui. Vedendo che era spaventato non poté che gioire silenziosamente per quel trionfo. Finalmente era finita, l'avevano sconfitto!
Però, l'edificio non tornava al suo posto, era ancora sottosopra, anche se fermo per il momento. Respirando lentamente intercettò lo sguardo della compagna, che cercava di parlare. Era terrorizzata da qualcosa. Yoshi non aveva mai paura di nulla, Yoshi era la ragazza più forte che aveva conosciuto in tutta la sua vita, perfino la sua ragazza doveva chiedere il suo aiuto a volte. Ma Yoshi faceva sempre tutto da sola, era la tipa misteriosa di turno. Il battito del suo cuore aumentò. Non poteva aver sbagliato. Si costrinse a girarsi verso il villain e incontrò i suoi occhi.
Un sorriso beffardo, che solo quelli che sanno di aver vinto possono avere. Un brivido lungo la schiena: quel tizio era pazzo e poteva ancora usare i suoi poteri.

— Sei sorpreso? Io te lo avevo detto che non funziona così. Che c'è, pensavi che fossi stupido? — mentre il corpo del nemico cadeva a terra, privo di vita, l'anima continuava a restare lì con loro.

Satoru continuò a ridere, avvicinandosi sempre di più alla faccia di Kaneki.

— Devo ringraziarti, mi hai tolto un peso, ora posso muovermi senza dover sottostare alle stupidi leggi della gravità. Non potrò toccare le cose che mi circondano, ma posso ancora usare il mio quirk. Sai, se non te ne fossi accorto, consiste nel manipolare la realtà che mi circonda. — gli mise le mani ai lati della faccia con violenza, continuando a ridere della loro sorpresa.

Kaneki cercò Shiro e Okamu, che cercavano un modo di avvicinarsi a loro. Senza Yoshi libera erano perduti, solo lei poteva toccare le anime separate, loro no. L'effetto del quirk copiato era sparito e nella stessa giornata non poteva riusarlo più volte. In un disperato tentativo di salvare tutti cercò di toccare il fantasma e di catturarlo. Ora si sentiva terribilmente in colpa, era come se lo avesse aiutato a diventare più forte.

— Ti senti in colpa, caro? — le iridi marroni lo scrutavano con insistenza — Fa niente, ci farai l'abitudine, ma attento che se lei cade, io non posso salvarla.

Il battito cardiaco dell'eroe aumentò. Non voleva che Yoshi morisse, era la sua compagna nonché amica. Il villain ricominciò con i suoi giochetti. Si era stufato di stare sottosopra. Il vento si alzò e dietro di lui comparvero dei violenti fulmini rossi che squarciavano il cielo. Illuminato di rosso, Satoru incuteva molta paura.

— E ora, il gran finale!

Mentre l'edificio cominciava a girare come una trottola, il rosso si tuffò a terra verso il suo corpo, infilandocisi dentro. Improvvisamente il parco di fermò e tornando alla sua reale posizione, cominciò a precipitare per tornare a terra. Satoru si spostò per non finire schiacciato, come sarebbe accaduto invece a tutti gli oggetti precedentemente caduti.
Recuperato il suo corpo - manipolare la realtà era decisamente utile e poteva permettergli anche quello - saltellò di nuovo nel parco, fino a tornare dalla sua preda, o meglio, le sue prede. Guardarli in azione gli aveva fatto venire in mente che un ospite in più non sarebbe stato sgradito. Shiro e Okamu si erano riuniti nel frattempo con Kaneki.

— Eccomi di ritorno mia bella. Ti hanno infastidito? Ma è proprio ora di andare, la vera festa ci attende. — fece l'occhiolino alla ragazza.

Ritrovato il coraggio perduto, Kaneki fece la prima cosa che gli venne in mente e tirò al villain uno schiaffo così forte da lasciare l'impronta. Satoru non fu affatto felice di quell'affronto, strinse gli occhi riducendoli a due fessure, scrutando bene l'avversario. Una lastra di metallo di alzò subito per isolare i tre dall'azzurro e il corvino, che si sentiva un po' inutile per non essere riuscita a fare granché.

— Stammi bene a sentire moccioso. Ora ti lego per bene e andiamo da Yuri, poi ci pensa Kami a torturarvi per bene.

Kaneki mollò la presa su Yoshi e cercò di risalire lo scivolo e scappare, ma Satoru era veloce e lo acchiappò prima che fosse troppo lontano, legandolo come la compagna.
Prese il telefono dalla tasca della giacca e compose un numero, dopo qualche squillo l'interessato rispose.

— Yuri, caro, ho fatto qui. Ho preso trecciolina e un biondino niente male, ti assicuro che tornerà utile. Hai finito tu? Bene, arrivo subito da te. Voglio farmi un bel bagno caldo!

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Yuji si stava annoiando. Quanto avrebbe voluto essere con Kaneki, la sua squadra poteva giocare perfino insieme ai bambini se necessario! Si portò una mano alla bocca mentre sbadigliava, almeno non si sarebbe distratto dal suo incarico. Il centro commerciale era sempre molto affollato ed era necessaria una vigilanza costanza per impedire che anche le persone "comuni" commettessero dei piccoli furti. Guardò Nashimiya che giocava con il cellulare. Kyojiro era poco distante da lì, ma al piano superiore, Ume invece nel reparto vicino alla libreria. Yuji e il castano avevano deciso di fare coppia poiché Toshi sarebbe risultato più utile in quel modo. Non che non fosse in grado di combattere - amava portarsi dietro un coltellino svizzero niente male - ma per il ragazzo era più difficile sconfiggere un cattivo tutto da solo se molto forte.
Si alzò per sgranchirsi le gambe e notò una ragazzina poco più grande di lui che vagava alla ricerca di informazioni. Le persone con le quali stava parlando scuotevano ripetutamente la testa, come se non potessero aiutarle, quindi decise di avvicinarsi per provare lui.
Da vicino era ancora più carina. Indossava un'uniforme che non aveva mai visto prima, forse non era della zona, i capelli biondo cenere erano raccolti in due codine e gli occhi marrone cioccolato saettavano da un passante all'altro.

— Scusi, ha bisogno d'aiuto? Magari posso darle una mano. — sorrise innocente.

— Eh? Ah, sì: sapresti dirmi dove si trova Kyojiro Tsukino?



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