⊰ 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝟭𝟲 ⊱

Kyoko si era stufata di aspettare che i villain attaccassero, desiderava un po' d'azione per chiudere in bellezza la giornata. Dovevano vincere ad ogni costo e tornare dagli studenti con i loro compagni, dovevano vincere per impedire al gruppo di andare avanti con il suo piano. Mizushima era poco distante da dove si trovava lei. Avevano il compito di controllare uno dei lati della baracca e abbattere qualsiasi villain avessero incontrato. L'edificio era ancora tutto intero, ma ormai Shoji avrebbe dovuto distruggerlo completamente.
Non sapeva se fosse il caso di spostarsi e tentare di capire cosa fosse successo al pro hero, Mizushima avrebbe detto di no, era meglio attenersi al piano, poteva benissimo andare Gojo a controllare, che stava solo aspettando i ragazzi. Le venne in mente che forse il problema erano proprio gli ostaggi, per questo Shoji non aveva ancora finito il suo lavoro. Eppure non era da lui.
Improvvisamente l'aria cominciò a farsi più fredda, l'estate non era ancora arrivata, certo, ma quel giorno la temperatura era rimasta sempre sui venticinque gradi. Istintivamente prese la fiaschetta con il tè dalla tasca del costume e lo sorseggiò lentamente. Quello era un tè molto speciale, tè bianco, delicato perché realizzato con le gemme della pianta non ancora schiuse.
Si girò alla ricerca del compagno, che però gli stava già venendo incontro. Dietro di lui c'era una folla di persone che si muoveva in modo strano. Non capendo cosa stesse succedendo attivò il quirk, grazie al quale creò una rete appiccicosa per bloccare i corpi. Mizushina ci passò sopra aiutato dalla sua lancia.

— La rete non resisterà per molto, non si fermano ma fortunatamente non sono pensanti, eseguono e basta, come delle marionette.

— Al momento resteranno incollate lì. Sembra opera di uno dei cattivi, forse del tipo del circo.

— Impossibile, non riuscirebbe mai a gestirli tutti insieme, e non può essere aiutato dagli altri perché non hanno il suo stesso quirk, gli servirebbero centinaia di mano in più. Deve esserci qualche nuovo membro con un quirk molto forte.

— Qualcosa che incanta, tipo ipnosi.

— Non penso, più qualcosa che trasforma proprio. Fatto sta che sono delle persone, cerchiamo di non ucciderle, l'effetto del nemico su di loro potrebbe svanire.

Le bambole riuscirono finalmente a rompere la rete e si mossero verso i due pro hero, spinte da una forza invisibile. Tuttavia, si rivelarono non essere l'unico ostacolo da affrontare. Kyoko poteva contare su dei buoni riflessi, quindi, quando Kiko tentò di congelarla, colpì solo i suoi vestiti. La donna si guardò la gonna e la tagliò immediatamente con una lama nascosta nei tacchi. Il ghiaccio, infatti, si stava già espandendo sul resto del tessuto, controllato dal nemico.
Kiko sbuffò, dal suo pilastro di ghiaccio poteva vedere bene la zona sottostante, era quasi all'altezza del tetto piatto della baracca. Non si fermò a pensare a cosa fare, congelò qualsiasi cosa che le venisse in mente, tentando in ogni modo di bloccare gli eroi.
Mizushima si protesse con un grande scudo di mercurio. Il suo potere gli permetteva di controllare la materia, facendola passare da solida a liquida e viceversa. Quando passava da liquida a solida, però, poteva anche rimodellarla, creando nuove forme con cui combattere o proteggersi. Per questo portava sempre delle bottiglie con il mercurio nel costume. La situazione stava diventando complicata. Nonostante Kiko colpisse un po' a caso, c'erano anche le bambole, dovevano stare attenti a non farsi bloccare da quest'ultime o sarebbe stato difficile continuare a combattere. Con la lancia ne colpì una, mandandola contro un lampione. Anche Kyoko riuscì a legarne alcune con la sua sostanza. Era particolarmente appiccicosa per via del tè che aveva usato, era difficile recuperarlo, quindi doveva stare attenta a non esaurirne l'effetto, altrimenti le sarebbe toccato un misero tè verde, con il quale non sarebbe riuscita ad impedire ai corpi di muoversi.
Schivarono un altro attacco della bianca, più concentrata di prima e determinata a farli fuori in fretta. Mizushima notò come non si spostava mai dal blocco di ghiaccio che aveva creato per lei, forse sapeva di non essere brava nei corpo a corpo. Dovevano rompere il pilastro e farla scendere.

— Mad Hatter! — richiamò l'attenzione della compagna.

Le comunicò la sua idea con i simboli che si erano inventati, evitando nel frattempo altri nemici e frecce di ghiaccio. Kiko rise divertita:

— Cosa stai facendo, la danza del ventre?

Approfittando di quel momento di distrazione tirò la lancia verso il villain, che cercò di bloccarla con del ghiaccio, ma la lancia prese una strana direzione e prima di venir congelata di conficcò del pilastro sul quale stava appollaiata la ragazza, creando una grande crepa. Kiko era sorpresa, il ghiaccio non le avrebbe permesso di aggrapparsi bene al tetto, ma provò ugualmente a creare un arpione. L'oggetto era riuscito bene ma c'era un problema: il ghiaccio era scivoloso quindi la presa durò pochi secondi. In breve si ritrovò a cadere nel vuoto.
Kyoko cercò subito di catturarla. Creò una rete con il quirk il modo che non potesse alzarsi ma Kiko non era così stupida come poteva sembrare. Capì subito la situazione e, nonostante tra lei e la trappola ci fosse poca distanza, ne congelò una parte usando il ghiaccio del pilastro su cui si trovava in precedenza. I due pro hero rimasero stupiti dalla sua rapidità, ma al momento il villain era stato catturato, dovevano occuparsi delle bambole e andare ad aiutare gli altri. Ogni volta ne arrivavano sempre di più, cominciava difficile stare dietro a tutte, sembravano infinite. Kyoko finì di avvolgere Kiko nella rete e ne scacciò una con un calcio.
La ragazza non era affatto contenta di essere stata catturata, aveva paura di fare una brutta fine nelle mani di quei due, si dimenava continuamente, con il risultato di rimanere sempre più incollata nella rete. Però, era riuscita a salvare una mano dalla sostanza e la teneva nascosta tra i capelli. Doveva escogitare un piano per far contento il capo.

— Sono troppi, da dove vengono?

— E io che ne so? Chiedilo alla tipa dietro di me.

— Sii seria per una volta. Dobbiamo spostarci, forse altrove non ci sono.

La donna non rispose, cercò altro tè nelle tasca per creare ulteriori trappole. Il problema principale era che il nemico non si fermava se catturato e non potevano ferirlo gravemente, sarebbero morte troppe persone. La situazione si riduceva a una scelta ormai: uccidere tutta quella gente e scappare o continuare a lottare evitando un massacro.
Mizushima avrebbe potuto tranquillamente farne fuori molti con la lancia, Kyoko poteva contare sulle sue lame nascoste nelle pieghe del costume e nei tacchi. Ma scelsero di evitare l'omicidio di massa.
Mentre i due tentavano di fermare l'affluenza di corpi, che fortunatamente cominciavano a diventare di meno, Kiko riuscì a richiamare a sé del ghiaccio e congelare la rete del nemico. Non era forte ma con tutti i calci che diede riuscì a crearsi un buco per scivolare fuori. Fu una mossa astuta, Kyoko non la stava controllando in quel frangente.
Raccolse i frammenti di ghiaccio della trappola e lì spedì contro la donna, sperando d'intrappolarla in un blocco. Ma Mizushima si era accorto delle sue ultime mosse:

— Cerca Fefe! — le urlò prima di venir congelato al suo posto.

Kyoko si arrestò, girandosi per vedere cosa fosse successo. Con orrore si rese conto della facilità con cui Kiko aveva rotto la rete. Takumi si era sacrificato per lei, non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione, non le piaceva ma doveva ammettere che a volte scappare era la soluzione migliore.

"Ma a Gin non glielo dico!"

Kiko si era stancata molto, era il secondo combattimento a cui prendeva parte, ma fortunatamente anche la seconda vittoria. Angel e Regina erano già state prese dal ragazzo biondo e portate nella galleria. Ora toccava al signore in giacca e cravatta metterle sotto il loro controllo. Lasciò che la rossa sparisse in lontananza.

"Una in meno non fa differenza. Shin avrà sicuramente messo al tappeto i due detective."

Batté con un piede sul terreno sottostante e una botola si aprì, lasciando che Mizushima cadesse dritto nelle braccia di Satoru.

—⋆ ⋆ ⋆—

Fefe aspettava con impazienza di capire dove si nascondessero i cattivi. La zona non era molto grande quindi non capiva perché Shoji impiegasse tanto a buttar giù quella catapecchia. Mirai gli mise una mano sulla spalla e gli intimò di rimanere calmo, forse aveva incontrato degli ostacoli. Budo aveva mandato il messaggio, però, quindi ragazzi dovevano essere ormai in salvo e nel nascondiglio.

— E se invece ci hanno imbrogliato? Intendo, se il messaggio non l'ha mandato Budo?

— Risolveremo lo stesso la questione, ma ti prego, ora sta zitto.

Improvvisamente notarono qualcosa correre verso di loro. Entrambi alzarono la spada, pronti a colpire. Si trattava di comuni persone ma il modo in cui si muovevano lasciava desiderare. Fefe ne respinse subito una con un colpo dell'arma, poi un'altra e un'altra ancora.

— Ma quante sono?

— Ah, vedi, Mel ha fatto tutto da sola quindi non ti so dire, però puoi provare a contare quante ne ammazzi.

Una risa alle sue spalle, il pro hero si voltò giusto in tempo per schivare un fendente. Un ragazzo dai capelli biondi li aveva raggiunti e guardava i due con occhi di ghiaccio. La prima cosa che notarono fu il tatuaggio di una rosa blu sul collo, che proseguiva lungo tutto il braccio sinistro in un intreccio di rovi neri.

— Ehi, vi siete accorti di questo? — li punzecchiò Shin.

Mirai non si prese la briga di rispondere e lo fece indietreggiare colpendolo con la spada. O almeno provandoci.

— Come siamo aggressivi... e io che volevo solo giocare un po'.

— E allora giochiamo. — Fefe gli aprì una ferita sulla spalla.

Shin restò in silenzio per una volta, ma era chiaramente arrabbiato, il suo marchio era stato rovinato. Decise di usare il suo quirk, aveva fretta di chiudere la questione e prendersi la gratitudine che gli spettava. Mentre i due non smettevano di tenerlo d'occhio, pur essendo al momento occupati con alcune bambole, lui estrasse dalla tasca dei pantaloni un mazzo di rose. Ne prese una e l'annusò, era di un rosso accesso.

— Fefe! — esclamò Mirai, intimandogli di stare attento al villain.

Fefe si girò in tempo per evitare un altro colpo della spada del biondo. Non era un'arma potente, e questo lo sapeva anche il suo possessore, ma proprio per questo motivo si era portato dietro un aiuto, anzi due. Si tirò indietro i capelli, leccandosi le labbra e cercando un contatto fisso con uno dei due nemici. Erano ancora troppo presi dalle bambole per poter badare seriamente a lui. Cominciava a stufarsi. Mel non si sarebbe presa tutte le lodi del capo, non quel giorno. Anche a lui spettava un pezzettino di quella succulenta vittoria.

— Ma che fate? Se continuate solo a schivarli e stordirli un po' non riuscirete a concentrarvi abbastanza da sconfiggere me.

Passò dietro a Fefe, intuendo che fosse più facilmente distratto dalla situazione rispetto al compagno e tirò una rosa contro di lui. L'uomo si girò sentendo che il nemico lo marcava e non riuscì ad evitare il suo sguardo. Prese la rosa al volo, evitando le spine, e colpì nuovamente Shin.

— Ahi, così mi fai male! — si lamentò l'altro — Vuoi uccidermi per caso? Guarda qua quanto sangue!

Fefe si arrestò sentendo le sue parole, il battito era accelerato. Aveva fatto in modo di ferirlo solo superficialmente, eppure il ragazzo grondava sangue. C'era sangue ovunque, colava fino a cambiare il colore della sua pelle. Si voltò, continuando a combattere, ma si concentrava ancora meno di prima. Ogni volta tornava a guardarlo, sempre più rosso.

— Sangue, sangue, sangue! Non lo vedi cosa hai fatto? Morirò di questo passo! — rideva e continuava a spalmarselo addosso, macchiando tutti i vestiti.

Mirai si accorse che Fefe si era fermato, era lì, davanti al biondo e non avanzava, ma l'altro sì, invece. Da quando era stato colpito la seconda volta si era allontanato, le bambole non lo sfioravano minimamente, quindi si muoveva come se non ci fossero. Alzò la mano, aveva un'altra rosa. Mirai aveva un brutto presentimento.

— Fefe! — lo richiamò — Muoviti, idiota, non siamo qui per sudare e basta!

Fefe non lo sentiva, anzi, si era messo a piangere. Sul suo volto c'era una fusione tra paura e tristezza, gli occhi sgranati come quando si è stregati. Cadde in ginocchio, molte immagini gli scorrevano davanti agli occhi, ma sentiva una sola voce.

" Vieni Kazumi, vieni dalla mamma.

Kazumi, tesoro, sei tu? Non andare ti prego, la mamma è tanto stanca, ma vuole stare con te stasera.

Tesoro, devi ancora uscire con i tuoi amici? Per forza? La mamma si sente tanto sola.

Non ti preoccupare amore, la mamma starà meglio. Non c'è niente che non va, però potresti stare un po' con lei oggi?

Kazumi?

Kazumi?

Kazumi?

Kazumi?

Kazumi?

Kaz- "

— Basta! Ti prego smettila!

— Com'è debole l'animo umano, vero Kazumi?

— Fefe!

Il pro hero alzò lo sguardo, destato finalmente da quell'angosciosa visione. Davanti a lui c'era il suo compagno, pronto a difenderlo da qualsiasi cosa Shin volesse fargli. Fefe aveva il respiro pesante, quel giorno aveva evitato di mettersi la benda per vederci meglio, quindi non poteva sbagliarsi, sfortunatamente. Nel braccio di Mirai c'era un lungo taglio, il liquido rosso gli colava dalla punta delle dita, a terra una rosa rossa.
Il giovane aveva provato a tagliare il fiore con la spada, ma non era stato abbastanza veloce, una bambola gli era alle calcagna. Shin sorrideva soddisfatto, ora era tornato normale, non c'era neanche una goccia di sangue sui suoi vestiti, solo le due ferite di Fefe. Mirai strinse la ferita, nonostante fosse solo una rosa faceva un male assurdo e stava diventando nera.

— Mirai... — si riprese di colpo il compagno.

Si alzò e impedì al nemico di tirare un altro fiore, calcio via un corpo.

— Mirai che hai fatto?

— Nulla. — ora si stava facendo nero anche il resto.

— Ops, forse sono stato un po' troppo cattivo con voi, o forse no. — ridacchiò il biondo, brandendo la spada — Questa me l'ha fatta Kiko prima, sapete? Infatti è di ghiaccio, però è solida, Kiko è proprio brava a fare sculture di ghiaccio.

In quel momento Mirai crollò a terra.

— Bastardo! — esclamò Fefe.

Shin gli era vicinissimo. Sollevò la spada sotto il suo mento.

— Mi piace fare il cattivo, almeno posso divertirmi quanto voglio e con chi voglio.

Fefe chiuse gli occhi, non riusciva a fare nulla, quel ragazzo li aveva manipolati meglio di quanto pensasse, le loro paure erano sue, non vedeva l'ora di sfruttarle contro il nemico in ogni modo possibile, per quanto brutale. Tuttavia, il colpo di grazia non sembrava arrivare. Aprì gli occhi cercando una spiegazione.

Shin era steso a terra, le pupille dilatate, dietro di lui c'era Ayaka.

— Ehi, chi si vede.

— Lady Paradise, come...

— Gin è stato catturato da un tipo con gli artigli, mi ha dato la possibilità di scappare. Per raggiungere il nascondiglio dovevo passare per di qua e quando ho visto la ferita non ci ho pensato un attimo.

— Grazie, ti sono debitore oggi.

— Che ha Mirai?

— Penso sia veleno, dobbiamo tornare alla base ora e avvertire gli altri.

— Sbrighiamoci, l'effetto non è molto duraturo, potrebbe finire a momenti. Dobbiamo avvisare gli altri, i villain hanno un piano molto più grande e complicato di quello che sembra.

Fefe sollevò Mirai:

— Non lo lasciò qui, a quest'ora dovrei essere più traumatizzato di quanto non sia.

— Non ho intenzione di fermarti. Gin non potevo portarlo da sola, ma Mirai... sei abbastanza forte per farcela. Siamo in tre, ti apro la strada, una volta nella foresta sarà più semplice seminare questi rompiscatole. — annuì colpendo una bambola — Mi chiedo chi sia la persona che le crea...

Non ci misero molto a raggiungere la foresta nei pressi della baracca, ovvero il loro nascondiglio provvisorio. Avevano portato la macchina di Fefe, quella di Shoji non poteva essere usata nelle missioni, sua moglie sarebbe andata su tutte le furie se si fosse rotta. Mentre correvano riuscirono ad incontrare Kyoko, anche lei scappata grazie al sacrificio di Mizushima, come spiegò una volta lasciato il posto.

— Torniamo a casa di Fefe e cerchiamo di contattare All Might o Aizawa, gli altri sono stati catturati a quanto pare, o la macchina l'avrebbero presa Gojo e Budo per portare via i ragazzi.

— Dobbiamo trovare una cura per Mirai, non può morire.

— Stai calmo Fefe, a dopo l'amore.

— Kyoko...

—⋆ ⋆ ⋆—

Yuri camminava in circolo nella stanza, attendendo il ritorno dei ragazzi. Aveva visto combattere alcuni di loro grazie alla telecamera che avevano sistemato qualche giorno prima ed era rimasto contento del risultato. Certo, non erano riusciti a catturare proprio tutti ma era normale, erano dei pro hero e non dei miseri studenti da quattro soldi. Kento era seduto sul freddo pavimento, fissava un punto sulla parete. Kami batteva impazientemente il piede, non sapeva se il suo piano sarebbe andato a buon fine, ma doveva fermare quel farabutto. Era sicura che i ragazzi fossero riusciti a resistere.
Improvvisamente la porta che separava la stanza dalla galleria sotterranea si aprì.

— Siamo tornati guys! — esclamò Satoru, trascinandosi dietro Mizushima.

Il pro hero era ancora nel blocco di ghiaccio di Kiko, intorno al quale era stata legata una corda. Il rosso ci aveva messo un po' perché era pesante e lui era ancora stanco per la battaglia di quel lunedì mattina, non poteva usare il quirk e stancarsi di nuovo.

— Bene, eccone uno.

— Cavolo, Yuri, quelle botole che abbiamo messo sono state proprio utili, Clover ha detto che altrimenti non sarebbe riuscito a catturare il tizio dai capelli argentati.

— La prossima volta deve portarsi un'arma dietro, i suoi artigli sono utili ma quando devi tenerti in vita gli ostaggi un po' meno.

— Lo farò. — spuntò il corvino sulla porta — Quella... non la sopporto!

— Stai calmo, amico, vedrai come potrai vendicarti quando sarà il capo al comando.

— Ben detto Shin. Ma non hai catturato nessuno?

— Avevo preso uno dei due pro hero, quello degli specchi, ma poi è arrivata la ragazza di Clover e mi ha impedito di finirli, ero troppo lontano dalla botola e non vedevo. Dannazione!

— Woah, bro, calmo. Io ho preso questo qua intanto. — disse Hajime portando dentro Gin, svenuto.

— Le due donne sono mie. — aggiunse Mel.

— Mel, hai ritirato le bambole?

— Nya! Però devo arricchire la mia collezione, alcuni mi sa che sono morti per davvero...

— Che peccato, ti eri impegnata tanto! — l'abbracciò Kiko per consolarla.

— Su su, non fa niente.

— Bene! Chi manca all'appello?

— Eccomi.

Yoshi entrò nella stanza, portandosi dietro i corpi di Gojo e Budo. Scostò la treccia che le ricadeva su una spalla e si avvicinò al gruppetto. L'ambiente non era confortevole, ma erano riusciti a migliorarlo in pochi giorni. Era stata una fortuna trovarlo, così potevano rimanere nascosti senza rovinare il paesaggio ulteriormente. Dietro di lei c'erano Nashimiya e Kaneki.

— Le nostre preziose esche.

— Non chiamarmi in quel modo.

— Va bene trecciolina!

Yoshi non riuscì al resistere dal tirargli uno schiaffo. Il segno delle dita rimase sulla guancia del rosso.

— Come siamo aggressivi, eh?

— Okay ragazzi, un po' di ordine ora. Visto che ci siamo di nuovo tutti, Yoshi può prendere in ostaggio anche gli altri, vero?

— Ho un limite di sei anime per ora, poi non reggo, quanti sono?

— Sette.

— Uffa...

— In cambio di un bacio controlleresti anche il settimo? — fece Satoru.

— In cambio del tuo silenzio sì.

Fece entrare la mano nel petto delle vittime e separò i corpi dalle rispettive anime, sotto gli occhi incantati dei presenti.

— Sei perfetta, tesoro, così Kento potrà controllarli.

— Perché non basto io?

— Mel — disse Yuri — Lo sai che le tue bambole non hanno vita propria. Dobbiamo convincere le persone che i pro hero si sono spontaneamente uniti a noi. Usare il tuo quirk in questo caso non ha senso.

— Va bene...

— Bene, allora per oggi possiamo riposarci, domani vedremo di passare alla terza e ultima parte.

—⋆ ⋆ ⋆—

Kyo si svegliò presto quella mattina, aveva intenzione di andare a correre nel parco dell'ospedale. La loro settimana di riposo stava finendo e il giorno seguente sarebbero potuti tornare tutti a casa. Controllò il cellulare, sicuramente Watashi gli aveva mandato dei messaggi smielati per dargli il buongiorno, come se Tsuri non fosse già abbastanza.
Scese al piano di sotto per prendere qualcosa da mangiare, aveva severamente vietato alle infermiere di portargli il pranzo e la cena a letto e loro erano scappate via spaventate. Il suo sguardo ricadde per sbaglio sulla televisione accesa. Il telegiornale del giorno annunciava le ultime notizie. Erano solo le sette, ma una faccia conosciuta fece la sua comparsa.
Suo fratello era incorniciato in una foto, l'articolo diceva: "Pericoloso criminale o giustiziere antieroi?".
Gli venne da ridere lì per lì, però, poi sentì delle parole che lo convinsero che era meglio non uscire quel giorno.

— Cari cittadini, è il pro hero Mizushima che vi parla. Ultimamente i telegiornali si sono fatti interessanti, non è vero? Prima un cattivo e poi io, ma sono qui per dirvi una notizia fantastica: Yuri, il nostro capo, è una brava persona. Ha accolto anche noi quando gli abbiamo chiesto di aiutarci. Sentivamo che la giustizia era venuta meno in questo mondo. Non a caso in classifica c'è un tipo che può controllare i tessuti invece che un eroe come Fefe. Sicuramente lo conoscete, il mio carissimo amico Fefe, si impegna ogni giorno per salvarvi ma non gli è stato ancora riconosciuto nulla. Ebbene, se anche voi approvate il mio giudizio, anzi il nostro, e volete aiutarci a rendere il mondo un posto migliore, dovete trovare un ragazzo di nome Kyojiro Tsukino. Lo riconoscerete subito, al momento è in un ospedale della città, quello grande in fondo alla via, ha i capelli bianchi e due grandi occhi blu. Magari è un po' scontroso all'inizio, ma poi farete amicizia. Portatelo alla torre delle telecomunicazioni entro le otto di domani mattina. Avrete una gran bella ricompensa ad aspettarvi. Bene, ora passo la linea alla mia collega Mel. Mel, che dici di fare una bella foto a tutte queste persone?



—⋆ ⋆ ⋆—

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top