Chapter 63.
[𝒀𝒐𝒖 𝒐𝒘𝒆 𝒎𝒆 𝒔𝒍𝒆𝒆𝒑,
𝒔𝒐 𝒎𝒖𝒄𝒉 𝒔𝒍𝒆𝒆𝒑].
🍁 🍁 🍁
:«Cos'è successa la scorsa volta dal capo?» Bo-young si appoggia al bancone stiracchiando la schiena.
Sospiro pensando alla settimana da schifo che quella giornata mi ha lasciato.
:«Bhe, io e il capo non possiamo stare insieme»
:«Ti ha fatto qualcosa di male? Lo posso ammazzare se vuoi lo sai?»
Mi sembra quasi Misa Amane (Death note) con quel caratterino brutale, la differenza sta nel fatto che Bo-young non ha un quaderno dove scrivere i nomi delle persone che vuole veder morte.
:«No fidati, è che io e lui non siamo fatti l'uno per l'altro» abbasso gli occhi e prendo un altro cono da riempire.
Bo-young annuisce e continua a lavorare, probabilmente non capendo un tubo.
Spiegare una tale storia sarebbe troppo pesante. C'è il rischio che possa svenire e io non ho voglia di chiamare l'ambulanza.
D'altronde, la verità è che io non voglio pensare a Taehyung e Suga che non mi hanno più contattato da quel pomeriggio. Non mi aspettavo un tale comportamento dal menta ma non posso pretendere qualcos'altro dopo avermi curato per tre anni.
Ah già, il Dottor George sarà preoccupato dato che non vado più alle sue sedute da ormai più di una settimana.
Assorta nei miei pensieri, solo grazie a Bo-young, mi accorgo del cellulare che squilla insistemente.
:«Pronto?» rispondo stanca.
:«Fanciulla ho trovato il nome, si chiama Kim-»
:«Namjoon» completo la frase di Myung.
:«Allora teo ricordavi, sai quanta fatica ho fatto per trovare questo nome?!» si lamenta.
:«Scusami Myung-ssi, un amico me l'ha detto. Avrei dovuto avvisarti»
:«Il punto è che quando sono andato a quel orfanotrofio non ho trovato lui ma un'altra persona che si è rifiutata di darmi il numero di telefono di Kim Namjoon, in quanto informazioni private»
Mi appoggio al muro delusa. Avrei dovuto capirlo che non sarebbe stato tanto facile trovare il suo numero di telefono. Dopo tre anni dovevo immaginare che non lavorasse più in quel posto.
:«Grazie Myung, come sta il tuo ragazzo italiano?» chiedo ricordandomi di colpo.
:«Mi ha lasciato» scoppia a piangere come un bambino.
:«Ma cosa!? Quando torno ci penso io a tirarti su il morale» dico convinta e dispiaciuta.
La mia risolutezza mi fa venire in mente Han ed una stretta al cuore mi costringe ad inspirare più profondamente
:«Mi manchi, ti prometto che quando tornerai ti troverò un ragazzo che non sia tuo cugino»
:«Comincia a cercarlo, tornerò presto»
:«Lo spero, ci sentiamo fanciulla»
Rittacca ed io mi ritrovo di nuovo al punto di partenza.
Forse l'unico modo è chiedere a Suga? O forse dovrei cercare di ricavarlo da JK.
Il turno, finalmente, finisce e ci sembra di lavorare da un'eternità. Tolgo il grembiule e mi siedo un attimo, sfinita.
Il giorno in cui è entrato in questo negozio nelle vesti di capo del posto non mi è neanche passato per la testa che potesse essere Taehyung. Incontrarci in un parco e non riuscire a riconoscerci a vicenda deve essere stato uno scherzo del destino.
Devo togliermelo dalla testa ma il modo migliore è cercare di ricordarmi questo fastidioso frammento mancante che continua a torturarmi il cervello.
:«Ragazze?» dalla porta spunta il faccino di un ragazzo dai capelli marroni e i denti da coniglio.
:«Jungkook?» esclamiamo in coro io e la piccoletta.
:«Uh che bello vedervi così in sintonia, andiamo a prendere qualcosa da bere?»
:«Ma in queste condiz-» Bo-young gli mostra i suoi vestiti casual da lavoro.
:«Sei bella anche cosi» la interrompe lui e lei impazzisce di gioia.
Rimango a guardarli con un sorriso ebete quando finalmente mi rendo conto di poter usare l'occasione per chiedergli quel favore.
:«Dai andiamo!» dico uscendo dal negozio.
Dopo aver chiuso la gelateria ci avviamo in un Bar vicino ed ordiniamo tre Japanese per scaldarci un po. Qui a New York la gente sembra pazza anche in un semplice bar. Il cannibalismo non manca mai, neanche per le strade.
La compagnia di Jungkook è sempre così confortante.
:«Allora com'è andata questa settimana?» chiede incantato a guardare la mia amica.
Se non si mettono insieme sta sera sarebbe solo un miracolo.
:«Poteva andare meglio» dico precedendo Bo-young che ancora ammira la faccia del ragazzo.
:«Oddio, hai ragione N-Noona» dice battendo il palmo della mano sulla fronte.
Rido divertita dal disagio che gli crea pensare di aver sbagliato a fare quella domanda.
:«Ma stai tranquillo, in realtà io... sono pesante, lo so, ma ho bisogno di un favore» dico ormai consapevole di essere un problema per tutti.
Bo-young e il suo futuro ragazzo mi guardano confusi mentre io emetto un sospiro di tristezza.
:«Potresti chiedere a Suga il numero di Namjoon?»
Jungkook ingoia la saliva sonoramente annuendo, si passa una mano tra i capelli e prende il cellulare.
:«Hyung? Si.. Si sono io Jungkook» si interrompe ad ascoltare il menta.
:«Si hyung, ho bisogno di un favore, sai Namjoon?»
Mi guarda in preda al panico, i suoi occhi esprimono quasi terrore.
:«Ec-c-co, ho biosgno di quel numero perché un mio amico deve cercare una persona in quel orfanotrofio» continua balbetta do leggermente.
Di colpo la sua faccia si rabbuia.
:«C-cosa?... No Hyung... Il bar di fianco alla gelateria-» butta giù il cellulare e mi guarda preoccupato.
:«Noona perdonami, i-io ho fatto il possibile» dice corrugando la fronte addolorato.
Respiro più velocemente.
:«Suga hyung sta venendo qua perché ha intuito che eri tu- che volevi il numero»
Questa opzione non è mai stata scartata, infondo il menta non è stupido.
Appoggio il drink con cautela sul bancone ed annuisco. Ora mi spetta affrontarlo faccia a faccia.
:«Grazie per tutto quello che hai fatto Jungkook» lo rassicuro con un sorriso ed esco da quel locale raccogliendo tutta la mia forza.
In meno di 15 minuti la macchina di Suga si ferma davanti a me ed abbassa il finestrino. Ha il viso pallido e le occhiaie, non dorme da giorni.
Guardo su per evitare che le lacrime scendano e mi mordo il labbro inferiore stufa di questa situazione.
:«Sali» dice analizzandomi quasi senza forze.
Entro nella macchina e lui parte.
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