Chapter 56.
[𝑴𝒆𝒆𝒕 𝒎𝒆 𝒘𝒉𝒆𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒃𝒆𝒈𝒊𝒏𝒔,
𝒊𝒏 𝒆𝒄𝒉𝒐𝒆𝒔,
𝒘𝒉𝒆𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒊𝒔 𝒎𝒆,
𝒂𝒏𝒅 𝒎𝒚 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒊𝒔 𝒚𝒐𝒖.]
🍁 🍁 🍁
:«Buongiorno fiorellino, è ora di andare al lavoro» Suga mi sussurra al orecchio dolcemente.
:«Mmm» mugulo senza minima voglia di alzarmi.
:«Amore, è il tuo primo giorno, vuoi andare in ritardo?»
Annuisco senza capire una parola di ciò che dice.
:«RITARDO? NO, ora vado» dico rendendomi conto della situazione in un baleno.
Quel ragazzo è riuscito a trovarmi un lavoro prima ancora che le mie e-mail arrivassero alle agenzie di ricerca del personale. Impressionante.
Mi precipito in bagno prendendo i vestiti che, per fortuna, il giorno prima avevo preparato e mi faccio una doccia veloce.
Fresca e profumata mi trucco leggermente con mascara, matita e rossetto. Esco dal bagno e faccio un giro su me stesso mettendomi in mostra per il menta.
:«Non ti fai così bella neanche quando usciamo insieme» dice mettendo il broncio
:«Anche tu sei vestito troppo bene con quella camicia per i miei gusti, ma amoreee devo andareee»
:«Danb-»
Velocemente gli do un bacio per poi uscire di casa in modo disastroso. Solo una volta fuori mi rendo conto di essere stupida. Mi giro e vedo il menta guardarmi divertito con le chiavi della macchina in mano.
:«In effetti non capivo perché eri vestito già di prima mattina» dico entrando in macchina.
:«Te lo stavo dicendo che ti avrei accompagnato ma sei corsa via» mi fa notare diligentemente.
:«Scusami ma sono nervosa, tantissimo» dico torturandomi il labbro inferiore.
:«Ma hai esperienza non devi aver paura»
:«Ma dovrò anche usare l'inglese» dico inspirando pesantemente. Sembra che la testa mi stia per scoppiare.
Danbi non potresti fare peggio di come stai già facendo.. Giusto?
:«È lo stesso inglese che usi con il Dottor.George» mi ricorda confuso ma sorridendo.
Ferma la macchina davanti ad un negozio con un elegante insegna "CHOCCOLATE&CREAM". Solo il nome del locale attirerebbe un gran numero di clienti.
La pancia brontola ricordandomi di avere una fame da lupo, ma al mio stomaco capriccioso devo pensarci dopo.
:«È stato aperto da poco quindi il mio amico ti spiegherà tutto, non ti devi preoccupare, Seung-ho è un tipo veramente gentile».
Scendiamo dalla macchina ed insieme ci dirigiamo all'entrata.
:«Siete arrivati!» un ragazzo, dai occhi quasi inesistenti ma un'espressione dolcissima, ci viene incontro aprendoci la porta ed accogliendoci all'interno del locale.
È progettato talmente bene che quasi mi spaventa. I divanetti perfettamente disposti in un settore del locale, le sedie ed i tavoli raffinati e le vetrate talmente trasparenti da non esserci del tutto.
Tutte le sfumature di verde abbracciano il locale trasmettendo una sensazione di pace e serenità.
:«Yoo Seung-ho, piacere di conoscerti» mi porge la mano.
:«Piacere Yoon Danbi» dico stringendogliela e guardandomi ancora intorno.
:«Allora Seung-ho te la lascio qua, piccola io vado ho un po di cose da fare» dice e sparisce prima ancora che io possa salutarlo. È sempre così, da quando ha cominciato a lavorare per la sua azienda dall'estero.
:«Bene, prima di tutto questo è il tuo grembiule» il ragazzo mi porge una busta bianca in mano costringendomi a guardarlo, distogliendo lo sguardo dall'ingresso da cui è uscito Suga.
:«Grazie» sorrido.
:«Sai in realtà non c'è molto da spiegarti, devi stare dietro al bancone del gelato e soddisfare i clienti. Certo ovviamente chi sta dietro ai gelati di solito non riesce a stare dietro anche a servire caffè o brioche quindi cerca di dividerti il lavoro. Se ti capita di lavorare dietro il bancone non ti spostare di qua e di là anche se i tuoi colleghi te lo proporranno»
Indosso il grembiule e gentilmente il ragazzo mi mostra come riempire un cono con il gelato. Non ci metto molto ad imparare e prendo la mano in meno di due ore. Grazie a dio i caffè li so già fare.
:«Ecco a lei il suo cono alla fragola» dico consegnando il gelato alla signora.
La ragazza che fa il turno con me si chiama Chae Soo-bin e mi aiuta in ogni operazione in cui mi sento ancora impedita. Ad esempio cerco di non spezzare ogni cono che prendo in mano mettendo troppo gelato all'interno.
Cerco di sistemare la confusione che ho creato sul bancone ma alzo la testa appena sento la porta d'ingresso aprirsi. Stropiccio gli occhi ancora non convinta della persona che vedo.
La frangia riccia gli ricade perfettamente sulla fronte coprendo metà dei suoi occhi mentre la mascherina nera nasconde l'altra metà della sua faccia. Si guarda intorno fissandosi poi su un cliente che urla un po troppo, piega la testa di lato con dolcezza e si aggiusta i pesanti anelli che porta alle dita.
:«Yah! "sei lo sconosciuto del parco" vero?» chiedo.
D'altronde il mondo è piccolo, perché no?
Il ragazzo si blocca di colpo voltando lentamente la testa verso di me.
Il mio cuore saltella per un attimo. Perché mi guarda così? Ha gli occhi lucidi e non si muove, sembra congelato.
:«Mi sbaglio?» dico non capendo il suo comportamento.
:«Signor-» prima che possa chiamarlo il ragazzo si gira e poggia il dito sulla bocca del uomo dietro di lui.
Chi sarebbe questo qua? Tipo una celebrità sconosciuta? Magari uno di quelli che si tiene un bodyguard solo per far scena.
:«Ma te vai in giro sempre con la mascherina?» chiedo confusa.
Annuisce e si mette anche il cappuccio coprendo i suoi ricci neri.
:«OH! non avevo visto il nostro capo arrivare» Seung-ho si inchina al ragazzo misterioso.
:«Danbi questo è-» ma viene interrotto dalla pacca pesante del riccio.
:«Cosa ci fai qua?» mi chiede alzando un sopracciglio.
:«Lavoro, mi pare abbastanza ovvio, quindi non sei un maniaco ma il capo di questo posto eh?» sorrido stupita e guardandomi intorno per l'ennesima volta.
:«No, lui è il capo di-» interviene Seung-ho.
:«Di quasi tutte le gelaterie qua intorno hahaha» continua il nero abbracciando il povero ragazzo che sembra ormai distrutto.
:«Aish.. Sembravi proprio un maniaco» sussurro convinta delle mie idee. Quella sera il suo sguardo era proprio quello di un pervertito.
:«Maniaco a chi?» chiede avvicinandosi di più.
:«Tu, sei spuntato a caso in quel parco» incrocio le braccia al petto sconcertata.
Senza preoccuparsi minimamente mi alza il mento con le sue lunghe dita, guardandomi intensamente negli occhi. Le sue pupille si incastrano con le mie per la seconda, anche se sembra la centesima.
Non riesco neanche a muovermi di un millimetro.
:«Incredibile!» dice ridendo ma con la voce leggermente tremolante.
Senza aggiungere altro esce dal negozio e pochi secondi dopo si affaccia, di nuovo, dall'ingresso.
:«Seung-ho, Soo-bin venite con me. Tu puoi andare a casa. Oggi chiudiamo a quest'ora e se ci servirai ancora ti chiameremo» dice per poi andarsene definitivamente seguito dai miei due neo-colleghi.
Un mal di testa insopportabile mi distrugge il cervello mentre mi dirigo verso casa ancora perplessa da quel riccio senza tatto.
La luce del sole improvvisamente si fa più chiaro ed accecante. Entro nell'appartamento di fretta ma per il dolore chiudo li occhi.
Flashback.
:«Questa collana è solo mia, è l'unica cosha che ho dalla mia infazscia» dico afferrandomi al braccio di Taehyung per non cadere. Suga appoggia la testa sul tavolo ed emette un suono strano probabilmente stanco. Quel azione mi fa ridere un po' e Taehyung mi segue.
La nostra risata si ferma insieme e lui avvicina la sua sedia alla mia per poi appoggiare la guancia sul suo pugno per guardarmi meglio, anche se i suoi occhi si chiudono a causa dell'alcol.
:«Ma... perché il tuo viso mi è così familiare e perché i tuoi occhi mi fanno sentire così al sicuro?» dice mentre si avvicina sempre di più fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso.
Fine Flashback.
Cos'era quello? Mi sono appena ricordata qualcosa ma perché il suo viso non mi è nitido?
Mi appoggio alla ringhiera delle scale del appartamento ed inspiro profondamente. Con fatica salgo le scale ed entro in casa, appoggio le chiavi e mi blocco di colpo sentendo nella camera di fianco la voce di Yoongi.
:«Lo so non l'avrei mai mandata se l'avessi saputo, scusami» dice sbuffando il menta.
:«So che volevi mantenere la parola. È colpa mia se non ci sei riuscito» continua.
Entro in camera ma non sembra del tutto sorpreso.
:«Ah sei tornata amore?» mi chiede riattaccando senza neanche salutare.
:«Con chi parlavi?» gli do un bacio.
:«Ehmm con un mio amico, sai la mia segretaria... l'ho licenziata perché non era capace di fare molte cose»
Bugiardo. So interpretare perfettamente quando mente.
:«Senti Suga posso farti una domanda? Promettimi che non ti arrabbierai»
:«No che non mi arrabbio piccola» dice mentre mi fa sedere sulle sue gambe.
:«Taehyung dov'è?» chiedo diretta.
:«I-In che senso?» la voce gli trema.
Min Yoongi perché non mi dici la verità?
:«Intendo che fine ha fatto» chiedo disinvolta ma lui non sembra più tanto scherzoso.
:«Perché ti interessa?»
:«Così, sono solo curiosa»
:«Fantastico ti sei pure messa a cercare informazioni su Kim Taehyung ora?» si alza spostandomi.
Non posso mollare anche se si arrabbia, non riesco a capire il perché di questo suo comportamento immaturo.
:«Non posso essere curiosa?»
:«Non hai bisogno di sapere cosa fa dove sta e come sta» dice massaggiandosi le tempie.
:«Perché non mi puoi dire che fine ha fatto?» sbuffo.
:«Cercalo se proprio lo vuoi rivedere» dice uscendo da casa e lasciandomi da sola.
Il mio cuore batte di rabbia, dolore e stupore. Il continuo pensare a Taehyung mi sta rovinando la vita e sto perdendo Suga per un coglione che non si preoccupa minimamente di me.
So che il ricordo che non riesco a riottenere è qualcosa che Taehyung deve assolutamente sapere. Ma sento che per riacquistare quel ricordo sto lentamente allontanando Yoongi da me. Sarà per caso la legge naturale della parità? Per ottenere qualcosa devi perderne un'altra.
Mi butto sul letto sfogando con le lacrime le ferite che ho nell'anima.
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