Chapter 54.

[𝑰 𝒈𝒖𝒆𝒔𝒔 𝑰 𝒌𝒊𝒏𝒅𝒂 𝒍𝒊𝒌𝒆𝒅
𝒕𝒉𝒆 𝒘𝒂𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝒏𝒖𝒎𝒃𝒆𝒅 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒑𝒂𝒊𝒏].
- 𝑳𝒆𝒘𝒊𝒔 𝑪𝒂𝒑𝒂𝒍𝒅𝒊.


🍁 🍁 🍁

Le mie mani tremano, ma non è più piacere. Tremano per la paura di aver rovinato tutto ed averlo deluso.

Come ho potuto fargli questo?

Nella mia mente, cerco di inventarmi scuse per ciò che è appena successo ma il cuore continua a contraddirmi.

:«Yoongi...»sussurro cercando di muovermi. Sono bloccata nelle mie stesse menzogne.

:«Yoongi io...» indosso la biancheria e lo raggiungo in salotto.

Il menta è seduto sul divano con le mani nei capelli, le sue dita si stringono sempre di più intorno alle ciocche. Alza lentamente la testa e mi guarda, i suoi occhi sembrano fatti di ghiaccio.

:«Sai me l'aspettavo» dice con una voce che non riesco più a riconoscere.

:«Cosa?» chiedo avvicinandomi.

:«Per questo? per questo non volevi fare l'amore con me?» mi chiede con un ghigno in faccia.

:«Cosa stai dicendo?» i miei occhi cominciano ad offuscarsi per le lacrime.

:«Ti veniva in mente lui ogni volta che provavo a toccarti quindi per tre anni non mi hai dato neanche una chance giusto?»

:«Min Yoongi come puoi dire una cosa del genere, io senza di te-»

:«Sei sicura Yoon Danbi?» il ghigno sul suo volto non sparisce, anzi non fa altro che irrigidirsi e guardarmi nel peggiore dei modi.

:«Ho capito, non mi conosci abbastanza Yoongi» dico tornandomene in camera per rivestirmi.

:«Brava, scarica la colpa sul tuo ragazzo dopo che hai mormorato il nome di un altro ragazzo mentre ti toccavo» dice applaudendo ironicamente.

Perché?

Lo guardo cercando di esprimere tutto il dolore che provo ma lui non mi capisce ed io esco di casa esausta.

Sono ancora le 19.00 ma il buio è già calato e sembra di camminare a notte fonda. Mi lascio accarezzare dal vento mentre lentamente raggiungo quella zona non calcolata minimanete del Parco 42. Adoro questo posto, io e Yoongi ci veniamo spesso quando vogliamo restarcene nella nostra privacy ma allo stesso tempo la casa ci soffoca. I ricordi felici che ho con lui in questo parco mi rendono ancora più triste.

:«Yah! stupida ragazzina non era serio, riprenditi» cerco di convincermi.

La luce del lampione è talmente debole che peggiora la mia vista, già non limpida a causa delle lacrime. Il vento aumenta sempre di più e l'opzione di tornare da Yoongi e chiedergli scusa sembra appetitosa, purtroppo l'orgoglio vince sul mio carattere. Accusarmi di pensare a Taehyung quando sto con lui è troppo per me, non ho idea del perché io abbia mormorato il suo nome. Riesco a ricordare perfettamente i suoi occhi magnetici, le labbra che si morde quando è interessato a qualcosa, il suo sorriso tenero ma irresistibile, le sue mani calde su di me e il suo tocco. Dio, il suo tocco era celestiale. La mia schiena si inarca solo a pensarci.

Aish, lo sto rifacendo, lo sto immaginando di nuovo. Perché?

Il dottor. George dice che certe volte il mio cervello potrebbe inventarsi delle immagini finte e che il Taehyung che ricordo potrebbe non essere lui. Dopo l'incidente l'ho visto solo una volta quindi la sua immagine non mi è del tutto chiara ancora ma mi ricordo tutto ciò che facevo con lui. Devo solo scoprire come ho fatto l'incidente e perché ero vicino casa sua.

:«AHHHHHHHHHH» urlo tirando fuori tutta la mia anima, se ci fosse un modo per tornare indietro a quando non ero manco nata sarebbe tutto perfetto.

:«Yah! C'è gente che cerca di rilassarsi qua» la voce arrogante di un ragazzo mi distrae.

Cerco di capire chi sia, nonostante i miei occhi annebbiati, ma il ragazzo porta un cappello nero ed una mascherina. Ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia e con i pugni sul viso fissa la terra. Non ho neanche sentito la sua presenza o il suo arrivo.

Un maniaco? Ed è coreano anche lui.

Per non correre rischi inutili mi metto il cappuccio ed indosso anch'io la mascherina.

:«Si, scusi» dico.

:«Cosa ci fa una ragazza come te qui a quest'ora?»

I miei occhi si allargano per la paura e cerco di restare calma. Eppure mi sembra di aver già sentito quel tono caldo e presuntuoso.

:«Non sono un pervertito» dice ridendo dolcemente.

:«Tutti i serial killer dicono cosi».

:«I serial killer non sono sempre maniaci».

:«Oh! perché sai cosi tante cose sui serial killer?» gli chiedo alzandomi e puntandogli il dito contro.

Ride e mi guarda piegando lentamente la testa di lato.

:«Perché hai urlato così prima?» mi chiede scrutandomi attentamente.

I suoi occhi si incastrano coi miei e per un secondo mi sembra di essere su altro pianeta.

:«Ho fatto una cosa orribile» mi risiedo rassegnata e triste.

:«Raccontami»

:«Perché dovrei?» chiedo stringendo gli occhi.

:«Fa sempre bene sfogarsi con uno sconosciuto» allunga le gambe e guarda le stelle che stanno pian piano spuntando.

:«Bhe, in sintesi ho mormorando il nome del mio "ex" mentre facevo delle cose col mio ragazzo» dico guardando in basso.

:«Quale sarebbe la tua scusa?» mi chiede disinvolto.

Mi sento cosi a mio agio con questo sconosciuto, forse più del dovuto.

:«La situazione è complicata, non l'ho fatto apposta»

:«Io direi che, mmmm, non hai scuse in questo caso»

:«Come sarebbe a dire? Non ho mai pensato al mio ex mentre stavo col mio attuale ragazzo»

:«Ma se amassi veramente il tuo attuale ragazzo pensi che ti verrebbe in mente il tuo ex?» piega la testa. Sembra quasi curioso.

Forse ha ragione, ma non può essere perchè lui non sa cosa sto passando. Sono solo curiosa di sapere esattamente com'è Taehyung e anche di scoprire quel piccolo particolare che mi sfugge sempre.

:«Senti lascia stare, tu sembri messo peggio di me» cerco di deviare i miei problemi.

:«Probabilmente è cosi».

:«Raccontami, fa sempre bene sfogarsi con uno sconosciuto» dico imitandolo.

:«Wow, audace, bene...il problema è che io la amo ma non posso averla e poi a lei non frega un cazzo di me ma non è neanche colpa sua quindi cosa potrei fare?»

:«Amico mio, sei proprio nella merda» dico secca.

Forse lui sta peggio di me.

:«Grazie del consiglio» ride sarcastico

:«Bene, io vado» mi alzo e lui mi imita.

:«Piacere di averti conosciuto» dice porgendomi la mano.

:«Ma se non conosco manco il tuo nome» gli stringo la mano. Un brivido mi attraversa la schiena.

:«Hai ragione, ma cosi è più drammatico. Rimarrò per sempre "lo sconosciuto del parco"» ammicca.

:«Direi che cosi è molto meglio» dietro la mascherina sorrido e vedo anche i suoi occhi incurvarsi. Piega di nuovo la testa di lato e mi scruta. I suoi occhi mi attirano pericolosamente e le nostre mani sembrano non volersi staccare.

Con difficoltà mi allontano sistemandomi il cappuccio e togliendo la mascherina.

"lo sconosciuto del parco", interessante.

Avrei continuato a cercare il mio ricordo perduto ma non rinuncerò a Suga. Mentre cammino le macchine passano a tutta la velocità ma mi sembra di essere così piena di vita da poter batterle.

E non ho neanche intenzione di lasciar perdere qualcosa che sento di aver bisogno di sapere.

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