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Enid si sentiva soffocare.
Nonostante l'edificio fosse spazioso. Nonostante prima non gli desse fastidio.
Adesso la sua claustrofobia si faceva sentire, come una serpe che le girava intorno legan-
...
Inspira.
Espira.

Non panicare.



Non panicare.




Non panicare.
Si ripereva Mohan.
Non devi panicare.
Non hai mai panicato prima
Non panicherai nemmeno adesso, nemmeno dentro un...
killing game.



Un killing game.








Un killing game.
Le labbra di Camille Stephane si muovevano lievemente, cercando quelle parole, assaporandone la forma, senza emettere suono.
Una scena ironica conoscendo la sua passione, il suo talento.
Un killing game.
Lx ragazzx sorrise, l'emozione che provava a quelle parole era così grande, ma così sbagliata.
Lxi sorrideva.
Un killing game.
Lxi sorrideva e
non aveva paura.





Non aveva paura






Non aveva paura.
Il diaframma di Luis si mosse in una singola scossa, generando un accenno di risara, aria espirata con troppa intensità per essere considerata parte del respiro.
Davvero? Si domandò Luis un misto tra il divertito e attonito.
Un killing game....
Quella sì che era una nuova sfida. Riusciva già a sentire l'adrenalina in corpo.
La sua cara amica adrenalina.
E l'ignoto, che lo attendeva con essa.
Un insulso killing game l'avrebbe per caso spaventato?
Ovvio che no!










No














No..















No.










No!









NO!

NO!

"Kyara va tutto bene?"
"NO! Cioè- SÌ! INTENDEVO-"
Kyara guardava Nicole, poi guardava i suoi compagni: Aster era sull'orlo di un nuovo attacco di panico, Noa che gli stava vicino mentre Debora cercava di guidarlo nel fare respiri profondi con il diaframma, Franco e Salvatore si davano uno sguardo d'intesa, molti altri erano persi nei loro pensieri.
Non potevano arrendersi così da subito. Così.
Kyara non lo accettava!
Erano tutti bravi ragazzi, erano tutti Ultimates!
Il loro futuro non sarebbe stato rovinato da un gioco di morte, sfiducia e assassini.
Kyara prese un respiro profondo:
"Insomma, questa è una situazione orribile, vero, ma non possiamo darla vinta così!"
Camminò decisa verso il centro e guardò negli occhi tutti coloro che erano andati a esplorare prima:
"Non avete trovato nulla? Nessuna uscita o porta?"
Franco e Salvatore si guardarono e il secondo si fece avanti per primo:
"Il muro opposto ai corridoi ha una fessura che forma un quadrato, ma è murato con molta attenzione. La mia supposizione è che quella era l'entrata dell'edificio."
"E le scale hanno dei sensori che attivano le trappole nel momento in cui qualcosa entra in contatto con i gradini" ribadì l'altro.
La content creator guardò il gruppo spedito in sala mensa poco prima.
Mohan prese parola "mi dispiace, ma hai visto anche tu. Nessuna uscita o finestra."
"Nemmeno la cucina ha nulla di utile" aggiunse Kazuko.
"forse il tubo dell'areazione, ma dubito che riusciremmo a passarci... Specialmente la Miss Piggy francese" aggiunse Jack.

Il silenzio calò.
Non tanto per la discutibile battuta del comico dall'accento scozzese riferita alla Matchmaker, ma per la probabilità sempre più alta di essere Intrappolati lì per sempre.

"Mi domando come sia successo tutto ciò... Insomma, questa è la LITAUE" rifletté Monica.
Era vero, i robot avevano detto che quella è la LITAUE, ma la LITAUE che ricordavano non... Com'era fatta la LITAUE?... Di nuovo quel vuoto. Qualcosa mancava nei ricordi di Kyara, e probabilmente anche negli altri.
"Voi cosa vi ricordate della cerimonia di apertura?"
Chiese la ragazza dai capelli rosa, speranzosa di connettere i puntini ricevendo una risposta da un'altra ragazza dai capelli rosa, Nicole:
"Hmmmm.... Il preside che faceva il discorso e..."
Il volto della doppiatrice si rabbuiò quando si rese conto che non ricordava altro.
Come lei, anche gli altri iniziarono a scervellarsi sull'argomento ma il risultato era sempre lo stesso: dalla cerimonia in poi non ricordavano assolutamente nulla.
Non ricordavano di dov'erano alla cerimonia.
Ne di che parole esatte aveva detto il preside.
O se erano seduti.
O chi avevano affianco.
Quel vuoto nei ricordi veniva nascosto dalla sensazione che la cerimonia e il discorso ci sono stati. Ma all fine non ricordavano nulla.

"Ok, all'inizio pensavo fosse un test d'ammissione; ma a questo punto siamo sicuramente stati rapiti da terroristi e per ciò partirà la terza guerra mondiale. Non vi accontentate mai voi tedeschi.."
La ragazza dal forte accento francese guardò dall'alto al basso Aster e Noa, particolarmente confusi dalla sua accusa.
"No scusa come? Ma che cazzo di logica è?" Rispose Noa facendo un passo avanti verso Camille.
"Oltre ai precedenti della Germania?"
"Mi stai accusando? solo perché sono cresciuta in Germania?? E per le guerre mondiali??"
Noa teneva le braccia incrociate fissando negli occhi la francese.
"Un altro motivo sarebbe la presenza di quadri dipinti proprio dal tizio pittore di cui ho dimenticato il nome"
Il ragazzo dai ricci blu si mordeva il dito nervoso.
"Il mio nome è Aster. E comunque, non sono miei quei quadri! L'unico che ho riconosciuto era quello di mio padre. Gli altri non so da dove sbuchino!"
Camille sbuffò "va bene, mi dispiace avervi accusato, volevo solo dare un'ipotesi".
Detto ciò incrociò le braccia, alzò gli occhi al cielo
"possiamo sorvolare?"
"No." Dissero in coro i tedeschi
"Allemands, Vous etes grosse putaines..." Sbottò lei.
"VUOI RIPETERE, HÜNDIN? NON SEI L'UNICA CHE SA URLARE INSULTI IN MADRELINGUA!"
Noa fece dei passi verso la Matchmaker per intimorirla.
Era sempre meno confusa e sempre più incazzata verso quella ragazza.
A mettersi in mezzo per calmare le acque fu Kyara:
"Smettetela di litigare!"
Il silenzio tornò nella stanza, rimase solo l'eco della voce di Kyara.
"Camille, puntare il dito a caso non ci aiuterà a nulla, Noa, Aster, vi prego, calmatevi.
Arrabbiarci gli uni con gli altri, non fidarsi e simili è esattamente quello che quei robot vogliono!"
Camille abbassò lo sguardo, Noa rilassò le spalle e ascoltò la ragazza.
"Siamo Ultimates europei, siamo prima di qualunque altra cosa la speranza dell'Europa! Dobbiamo collaborare per uscire di qui e tornare a casa dalle nostre famiglie!"

Vi fu un attimo di silenzio in cui ognuno rifletté a lungo sulle parole della Content Creator.
Il suo discorso non ebbe il migliore dei risultati, non furono in molti a sentirsi motivati, specialmente per l'ultima parte. Quella legata al tornare dalle famiglie e tutto.

Però Kyara confidava nel fatto che nessuno voleva morire lì. Volevano tutti uscire e andare a scuola insieme, per coltivare le proprie passioni e fare amicizia.
Almeno, quello era il desiderio di Kyara ed era sicura ce l'avrebbero fatta! Sarebbero usciti di lì e avrebbero tutti preso un gelato assieme e avrebbero visitato... Non sapeva effettivamente cosa potevano visitare in zona: la scuola era in Molise e lei era parecchio incerta su cosa ci fosse di interessante da vedere in quella regione italiana. Alla fine di tutto ciò lo avrebbe scoperto!

Si sentì un cigolio.
C'era talmente tanto eco che ci volle un po' per capire che era il portone da cui erano entrati.
"Non avete... Fame?" I diciassette studenti si girarono verso la fine del corridoio, da dove proveniva l'eco della voce di Otto che, sbucando con la testa dal portone, era venuto a controllare come stessero gli studenti
"Vi abbiamo fatto i tovtellini in bvodo, mi avevano detto che non sono piacevoli da fveddi quindi... Se avete finito vi posso accompagnave in mensa."
"Amorino AWWW... Dite che posso adottare un rapitore-Robot?"
Nicole si teneva le guance tra le mani e squittiva d'affetto verso il robottino.
"Vevamente savei un bidello-vobot"
Luis iniziò a camminare verso il corridoio tra gli ultimates e il robot
"Direi che il rapitore-Robot ha ragione. Andiamo a mangiare!"
"Bidello-vobot!!"

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Gli ultimates si sedettero sul tavolo a C cercando di stare vicini a coloro che conoscevano meglio: partendo da sinistra, i primi posti erano occupati da Enid, Mohan e Camille Stephane, accanto a questx vi era l'altra Camille con affianco Kyara e davanti Nicole, in centro c'erano Noa, Aster e Csilla esterni alla C e Debora, Monica e Luis dal lato interno e infine Salvatore e Jack, Franco e Kazuko difronte au primi due ed Enea a capo tavola taciturno.
Berto era di vedetta alla porta, come per evitare che gli Ultimate uscissero dalla stanza prima della fine del pranzo.
Jerry e Otto sgambettavano per il banco dando posate, pane e versando i tortellini nei piatti. In particolare Otto ci teneva a rifare il giro ogni tre minuti chiedendo "sevve altvo?"
"No tranquillo, ma grazie" rispose la quarta volta Mohan.
"Sicuvo? Hai ancova il piatto pieno pieno, mentve altvi come la signovina Blanchavd hanno chiesto anche il bis".
Mohan abbassò lo sguardo verso il piatto; piatto in cui una montagnola di tortellini regnava al centro senza più brodo.
L'indiano lo fissò come si guarda un problema di fisica: con sguardo di timore e disgusto.
Enid mise una mano sulla spalla del ballerino
"Momo ti senti bene? Sembri un po' pallido. Se non-"
"Va tutto bene! Stavo solo...stimolando l'appetito. Adesso mangio."
Mohan prese il cucchiaio e iniziò a infilarsi un tortellino dopo l'altro in bocca, riempiendosi le guancie sempre di più e mandando giù tutto il piatto in pochi minuti.
"Otto, posso averne ancora, per favore?"
"Ok!"
Riprese a riempirsi la bocca di cibo masticando a malapena, come se non mangiasse da mesi.

In tutto questo Camille Stephane era particolarmente in silenzio, e a scoprire che non era un caso fu proprio l'altra Camille.
"Camille dobbiamo risolvere un enorme probal- porobs- prob-!"
"Problema?" Le rispose la vicina di posto goffamente per via della cucchiaiata di tortellini che stava masticando proprio in quel momento.
"Sì! Merci, Kyara"
Kyara le sorrise come per dire "prego".
"Comunque, quello che dicevo è che dobbiamo trovare una soluzione per farci chiamare in maniera diversa. Tu cosa preferiresti?"
Lx ragazzx era pietrificatx. Guardava verso il basso irrigidito e con uno sguardo di paura da quando Camille rosa aveva iniziato a parlare.
"Camille stephane? Tutto bene? Non dirmi che hai visto un fantasma! Ci mancerebbe solo quella!"
Disse Nicole sporgendosi così avanti verso il tavolo che per poco non le finivano le code nel piatto. Per fortuna Enid le aveva prese prima che cadessero nel poco brodo che rimaneva.
"Io.... Per favore- non..."
"Ah! Camille Stephane D'Aureville, Ultimate Ventriloquist, ha una fobia verso il conversare durante un pasto. Quindi, per evitare un circolo vizioso di voi che chiedete e lxi che non riesce a rispondervi, siete pregati di rispettare ciò e fare tutte le domande durante il tempo libero del pomeriggio. Gradite altro parmigiano?"
Ad intromettersi fu Jerry che nel mentre girava con in mano una scodella rossa con dentro del formaggio grattuggiato.
Camille si giró a guardare verso lx ventriloqux che con il capo chino le sorrise imbarazzatx.
La matchmaker guardò il soffitto è sospirò:
"Va bene! Però che palle, le mie idee migliori le ho quando mangio!"
"Io invece ce le ho in doccia! Giuro, se mi mettete a lavarmi i capelli potrei anche trovare una soluzione per uscire di qui! O una cover di Topolino che canta "La Donna è Mobile". Gnam" disse Nicole allungando il collo per guardare meglio la francese mentre addentava una fetta di pane.
"TI PREGO, ora la voglio sentire!" Enid si era alzato dalla sedia per prendere al volo le lunghe code di Nicole che stavano per finire nel piatto ancora umido di brodo
"Ogni tuo desiderio è un ordine, caro il mio Enid"
Nicole si schiarì la gola e saltò in piedi sulla sedia
"Ha-ha LA DONNA È MOOOBILEE
NO NON È UN MOBILE!
NON MI RICOORDO
COME FACEEEVA"

"AHHHH! BERTO FAI QUALCOSA BERTO!"
Jerry panicava mentre correva da un lato all'altro della sedia per cercare di prendere al volo la doppiatrice che continuava a cantare in maniera completamente sbagliata la canzone.

Intanto verso il centro del tavolo, Monica si sentiva pronta per compiere una trattativa molto importante:
"Aster, permetti un secondo della tua attenzione?"
Il ragazzino mandò giù il tortellino che stava mangiando e guardò la ragazza:
"Certo... Monica, giusto?"
L'altra annui senza scomporsi.
"Premetto che da artista ad artista, mi dispiace terribilmente per ciò che Luis ha fatto del tuo quaderno degli schizzi."
"Ancora con questa storia??" Chiese Luis un po' scocciato.
Noa gli diede solo un'occhiataccia gelida.
Il ragazzo incrociò le braccia e borbottò qualcosa in spagnolo
"E premetto che questa richiesta è per i più nobili degli intenti. Dunque legato puramente al bisogno di raccattare informazioni per il bene comune e-"
Monica si bloccò cercando il contatto visivo del ragazzo
Il pittore sembrava molto interessato ad osservare il suo tovagliolo.
"Uhm... Aster?"
Come se si fosse svegliato di soprassalto, alzò lo sguardo sbattendo le palpebre velocemente e poi guardò la grafica.
"Oh scusami un sacco, mi stavo annoiando"
Monica sorvolò la cosa, anche se leggermente ferita dentro, per andare avanti con il suo discorso.
"Dicevo: potresti prestarmi uno dei due pezzi del quaderno? Vorrei potermi appuntare alcune informazioni, oltre a disegnare una mappatura della scuola... O almeno di quello che riusciamo a visitare"

Aster non era troppo convinto. Anzi, non lo era per nulla. Si sentiva come se gli stessero chiedendo uno dei suoi polmoni, e ora tratteneva il respiro per nasconderne la presenza.
"Qualche foglio magari? Mi accontento di tre"
Qualche secondo eterno passò dalla risposta del ragazzo.
Monica iniziava a dubitare di come si fosse posta: effettivamente era assurdo dare ad un completo estraneo un oggetto molto intimo e importante per te già ingiustamente distrutto, che le diceva il cervello?! Ora probabilmente il ragazzo l'avrebbe odiata o comunque si era giocata completamente la fiducia di uno degli Ultimates! Tra l'altro quello più vicino in fatto di talento quindi quello teoricamente con cui era più facile socializzare, brava Monica! Complimenti! Vuoi un applauso? Come farai quando proverai a parlare a, boh, il detective??.
"Va bene. Tieni" il ragazzo porse i fogli alla ragazza, la cui faccia era rimasta impassibile nonostante tutto.
"Grazie."
OK MONICA CE L'HAI FATTA, L'OBIETTIVO PRINCIPALE L'HAI OTTENUTO MADONNA SANTA PROSSIMA VOLTA LO SKETCHBOOK TE LO PORTI DA CASA AAAAAAHHHHH.

"Siamo sicuri che non siate anche voi dei robot?"
Jack dondolava sulla sedia, tenendo le gambe incrociate sul tavolo, nonostante Jerry l'avesse rimproverato più volte mentre girava per il tavolo.
Salvatore non capì bene a cosa fosse dovuta la battuta (era una battuta? Non ne era poi così sicuro)
"In che senso?" Si girò verso Franco come per trovare una conferma nell'amico.
Franco lo guardò negli occhi si girò verso il comico e chiese:
"già, in che senso?"
Questo rise.
"siete esilaranti voi due: siete perfettamente sincronizzati e nemmeno ve ne accorgete!".
I due si guardarono nuovamente e Salvatore rispose con:
"beh, ci conosciamo da praticamente sempre"
"Vero, viviamo nella stessa strada da quando ne abbiamo memoria."
"Franco è praticamente il mio marito platonico."
Jack sorrise imperscrutabile.

Tutti e tre si girarono verso Kazuko che, avendo finito di mangiare, su alzò e andò verso i tre mono che ancora cercavano di far scendere la doppiatrice.
"Robot."
"Abbiamo dei nomi, coglione"
Berto mise una certa enfasi sull'ultima parola.
"Dov'è il bagno? Ci devo andare."
I tre robot si guardarono.
"Al piano di sopra"
"In che senso?"
"Il bagno è al piano di sopra"

"..."

Si era iniziato a formare del silenzio al tavolo, per capire cosa lo spadaccino stesse chiedendo.

Il silenzio fu totale quando questo rispose alterato:
"COME DOVREMMO ANDARE A CAGARE SE IL BAGNO È DI SOPRA?"

"Vi posso mandare io a cagare se questo è il tuo problema"
Kyara era sicura di aver sentito Berto ridacchiare a quella affermazione, oltre al parlare un perfetto italiano.

"L-L'unico modo che avete per andare di sopra è uccidere qualcuno tra di voi con la scala!"
Jerry parlò nascosto dietro Berto

Il ragazzo fece un passo avanti.

"E se io uccidessi voi, invece?"

Otto si mise avanti.

"Kazuko, ti pvego, calmati. So che-"

Otto non fece in tempo a parlare.
Fu preso per la camiccetta blu e sollevato da terra.
"Oh-oh...
....
...
Mi dispiace ragazzo"

Furono solo pochi secondi.
Eppure a kyara sembrava andare tutto molto più lentamente di quanto dovesse.
Tutti e tre i robot si spensero per un momento.
Il più alto urlò con voce metallica e monotona
"VIOLAZIONE DELLA REGOLA 4: VIETATO DANNEGGIARE O TENTARE ALLA MANOMISSIONE DEI BIDELLI-ROBOT.
VIOLAZIONE COMMESSA DA: KAZUKO HASHIMOTO, ULTIMATE FENCER.
ESECUZIONE DI: KAZUKO HASHIMOTO, ULTIMATE FENCER"
Un raggio di fuoco venne proiettato verso il ragazzo che per il dolore lasciò andare il robottino, che cadde a terra ricevendo qualche ammaccatura sugli arti.

I dicia-

I sedici studenti della LITAUE videro fiamme.
Tante fiamme.
Le urla continuarono per molto tempo finché non rimase nient'altro che un cadavere mezzo carbonizzato sul pavimento, spento poi, definitivamente, dal robot più alto,
Con quel che rimaneva in una bottiglia d'acqua sul tavolo.

"OOHH! WHAT A MESS! Students! you may now leave while we clean up the dining hall! Please enjoy some free time and...."
La voce martellante di Jerry era incessante.
Kyara aveva il voltastomaco
"O-oh... um cadáver...".
Tutto si fece buio, e la povera content creator svenne sul colpo.
























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Non ho mai preteso troppo da mio figlio!

Nemmeno io se per questo!

Solo di mirare alla perfezione!

Solo di essere come gli altri bambini!

Non sopporto che mi faccia il muso lungo!

Non sopporto come mi guardava quando lo sbattei fuori casa!

Così fastidioso!

Così irrispettoso!

Una femminuccia!

Un insensibile!

In un funerale
Le voci acide si fecero pianti.
In un funerale.
Il significato stesso della parola
"Lamento"
Cambiò drasticamente.

Sarebbe interessante capire *perché* la morte di qualcuno sia talmente potente da far piangere anche qualcuno a cui non importava nulla. O a qualcuno pieno d'odio.
Cos'è che lo rende così difficile da digerire?

...

No.
Non è foreshadowing. Almeno credo.
Sto solo appuntando riflessioni sul mio taccuino.


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Quando finalmente la Content Creator riprese coscienza, si ritrovò nella cucina, sdraiata per terra e con un asciugamano come cuscino.
Le ci volle un po' per capire che davanti a lei c'erano Noa ed Aster che parlavano in tedesco, ma era ancora troppo intontita per provare a tradurre.
Provò a sollevarsi sui gomiti e guardò meglio i due.

Noa notando Aster fissare qualcosa dietro di sé, si girò e vide che Kyara si stava riprendendo.
Le si avvicinarono per assicurarsi che stesse bene.
"Come ti senti?" chiese il ragazzo dai capelli blu.
"Cosa... Dove..." Kyara provò ad alzarsi e i due si assicurarono che non cadesse all'indietro tenendole la schiena.
"Attenta. Sei svenuta alla fine del pranzo e ora sei in cucina."
Kyara notò solo in quella situazione delicata, dopo aver sentito una frazione della prima lingua di Noa, quanto la triatleta fosse in difficoltà con l'utilizzo dell'inglese.
Dedusse che anche per Aster fosse lo stesso.
"Ti ci abbiamo portato noi altrimenti i robot ti avrebbero buttato assieme al cadavere."
Cadavere.
Vero.
"Dove sono gli altri?"
Noa fece spallucce.
"In giro. Ognuno sta facendo robe per non annoiarsi"
"Non ne abbiamo veramente parlato, ma credo che siamo tutti sicuri di non voler più rischiare di morire o far morire. Ci siamo un po' arresi allo stare qui finché non arrivano dei soccorsi."

Alla fine, la ragazza dai capelli rosa si alzò e decise di lasciare i due tedeschi da soli.
"Oh, and, Danke shön!"
Kyara li ringraziò, cercando di utilizzare correttamente il suo non ancora perfezionato tedesco.
Noa ed Aster risposero con "Bitte" e la ragazza uscì ufficialmente dalla stanza.

Ma cosa ci facevano i due tedeschi in cucina?
A prima vista, Noa era intenta a mettere a soqquadro i vari cassetti, cercando con dedizione qualcosa in particolare.

Aster guardava il suo quaderno, lasciato su una parte vuota del tavolo della cucina.
"Ehi, non preoccuparti. Dobbiamo solo trovare del nastro adesivo e lo aggiusteremo"
Disse Noa con un sorriso dolce, una sfumatura della ragazza che il pittore ancora non aveva notato.
"Lo so lo so..."
Il ragazzo si tenne le spalle strette.
"Tutto ok?"
"Non proprio... Sto ancora digerendo il tutto. Sta succedendo tutto troppo in fretta"
Noa non seppe come rispondere.
"Noa? Dici che qualcuno prenderà sul serio la cosa del killing game?"
"Ad essere onesta, è comunque una possibilità. Per quanto assurda possa sembrare. L'importante è che se succede, noi dobbiamo reagire per sopravvivere"
Noa era schietta. Diretta.
Aster si trovava molto bene con ciò: non sopportava le bugie, non ne voleva sentire.
Voleva ricevere la verità nuda e cruda.
Noa non solo gli dava esattamente quello.
Noa era come quella verità.
Una fonte di sicurezza.
Una garanzia.
Le era già grato per come l'aveva aiutato a riprendersi dopo la vista del quadro.
Quel maledetto quadro.
O meglio, quel quadro maledetto.
...
Ci avrebbe pensato dopo.

Mohan fu sorpreso di vedere la Content Creator passare per il corridoio nella direzione opposta a lui.
"Hey! Tutto bene? Ti senti meglio?"
Chiese con gentilezza alla ragazza.
"Sisì! Tutto a posto, non preoccuparti. Ma grazie comunque Mohan!"
"Ok meno male, hai preoccupato un po' tutti prima."
"A proposito, cosa stanno facendo gli altri?"
"Non ne sono sicuro, ho incontrato Enea con Debora e Monica vicino alle scale poco fa e basta"
"Oh ok, grazie lo stesso. Ci vediamo dopo!"
"Ciao!"
I due si salutarono e continuarono per la propria strada.

Noa chiuse l'ultima anta.
"Niente di niente"
"Dici che al piano di sopra ci potrebbe essere del nastro adesivo?"
"Boh. Sicuro non è un piano di soli cessi"
Aster sorrise.
"Forse dovremmo chiedere a quei robot? Magari hanno qualche oggetto nascosto in questo piano per convenienza"
"Mi sembra probabile, andiamo a chiedere"
I due si avvicinarono all'uscita finendo per ritrovarsi davanti il buon vecchio Mohan, che sembrò parecchio imbarazzato di trovarseli lì davanti
"Oh! Uhm, ciao? Non mi aspettavo foste qui."
Disse il ballerino con la testa china e con una risatina nervosa.
Detto ciò si spostò subito verso il lato della porta invitandoli a uscire come se fosse un usciere:
"Dopo di voi!"
"Grazie, Mohan. Molto gentile"
Anche Aster volle ringraziare, ma venne distratto dai tratti fisici del ragazzo: la mascella appuntita, la pelle scura che enfatizzavava le iridi dorate, un contrasto di colori se assieme ai capelli violacei.
Era interessante da osservare.

Alla fine Mohan rimase solo.
Il sorriso solare che stava facendo in presenza dei due tedeschi si neutralizzò dopo poco e si chiuse dentro la cucina.

Kyara si era fermata ad osservare il trio vicino alle scale: Debora, Monica ed Enea.
Le due parlavano in italiano, lingua che per fortuna Kyara aveva imparato e padroneggiato.
Era dunque tempo di allenarlo nel modo migliore possibile: origliando dei veri italiani.

"Povero angioletto, bisogna assolutamente trovare un modo per comunicare al meglio con lui!"
Monica ebbe un leggero ribrezzo alla parola "angioletto".
"Beh, sappiamo che sa comunque delle basi, quindi possiamo trovare un modo non linguistico per dire le cose?"
Mentre Monica aveva usato tutte le sue forze per dire ad alta voce questa idea, Debora era intenta a guardare negli occhi Enea, il primo seduto a gambe incrociate la seconda tenendosi le ginocchia con le mani (una con la manicure perfetta e l'altra chiusa a pugno).
"Buona idea angioletto!"
"Io-"
Debora indicò con la mano se stessa e la grafic designer
"We"
Fece poi un un cuore con le dita
"Love"
E infine indicò il ragazzo perplesso.
"You!"

Enea arricciò le sopracciglia portando la testa all'indietro. Non era chiaro se fosse perché non aveva capito le parole, o le aveva capite ma non aveva capito il contesto.

Monica si sedette affianco ai due, mise per terra i fogli prestati da Aster e tirò fuori dalle tasche una penna che stappò con la bocca.
"E quella quando l'hai presa?"
"Otto me l'ha data quando siamo usciti dalla sala mensa"
Monica provò a tracciare un cerchio un paio di volte.
Non era particolarmente avvezza al disegno cartaceo, da quando aveva la tavoletta grafica ormai era istintivo per lei fermarsi e cercare il pulsante annulla per poter rifare il tratto.
Purtroppo, non aveva questa possibilità, quindi riprovò da capo partendo a disegnare da in alto a sinistra.
Disegnò dei piccoli disegni molto minimalisti di Enea mettendoci affianco un pollice in su e uno in giù e scrisse sotto il primo "yes" e sul secondo "no".
"Angioletto, credo che quello sappia già dirlo. Non credo servano delle carte per dirlo"
"Non intendevo-"
Fantastico.
Non si è spiegata.
Non si è spiegata bene IN ITALIANO, come pretendeva di mettersi a parlare con qualcuno che non capisce nessuna lingua che parla?? AHHH.
"Oh non ti devi vergognare, tesoro. Capita anche ai migliori di sbagliare, ma è da quelli che impariamo e miglioriamo!"
"Non ho sbagliato. Il mio obiettivo e riuscire a trovare dei punti in comune per poter stipulare una serie di cose che capisce per fargliene capire altre."
Più continuava a parlare e più Monica si vergognava e si sentiva insicura.
Sentiva quella vocina nella sua testa che la martellava di dubbi.

Debora non la capiva proprio 'sta ragazza: era così fredda e decisa eppure era sicura che ogni tanto titubasse.
Decisamente una persona troppo orgogliosa e che si crede chissà chi.

Monica girò il foglio verso Enea che lo guardò
Incuriosito. Oltre al disegnino ora c'era anche una scritta affianco "My name is...".
Monica molto pazientemente indicò prima la scritta e poi il disegnino del mini Enea.

"My name is Enea"
La pronuncia rendeva il tutto quasi incomprensibile. Però sembrava capire cosa stavano cercando di fare. Forse.
Debora molto confidente di ciò si avvicinò e scandì bene la frase
"Do. You. Un-der-stand it?"
Aiutandosi anche con dei gesti.
Il ragazzino rimase immobile e assottigliò gli occhi inclinando la testa di lato.
"Hm... Posso cara?"
Chiese Debora prendendo la penna di mano a Monica, che non disse nulla, e scrisse sul foglio "understand".
"Do you"
Indicò Enea.
"Understand"
Indicò la scritta.
"It?"
Girò il polso come per cerchiare con la penna l'intero foglio.
Poi lasciò la penna al ragazzo che rifletté un attimo e tentennò più volte prima di provare a scrivere qualcosa.
Alla fine non ci riuscì.
"Proviamo con delle parti grammaticali?"
"Gram- OH OK HO CAPITO! SEI UN GENIO"
Debora disegnò un cuore attorno alla parola "my" e tracciò una linea per scrivere poi tutti gli altri aggettivi possessivi.
"Oh." Disse semplicemente Enea annuendo con la testa.


Le due continuarono così per un po' per poi iniziare a pensare a dei disegni con significati più complessi come "ho visto qualcosa di pericoloso" e "non ho capito, prego spiegare".
Enea sembrava contento di avere un modo di comunicare con i suoi compagni.
Se Kyara avesse avuto una macchina fotografica, avrebbe immortalato quel momento all'istante.


Buio.
Enid e Nicole erano finiti nel buio.
Non erano sicuri nemmeno loro come era successo.
Un attimo prima stavano chiacchierando del più e del meno nel salottino vicino al dormitorio, poi Enid su era appoggiata sul piede con il piede al muro e questo si era aperto in una piccola porticina.
"Sembra la porta di Coraline"
"OH. MIO. DIO. ADORO QUEL FILM! TE LO SO CITARE A MEMORIA GIURO.
Poi vabbè, animazione fantastica, un capolavoro! Che poi sapevi che chi ha scritto la canzone del padre di Coraline ha scritto anche la sigla della Casa di Topolino?"
"NO NON NE AVEVO IDEA ODDIO!"
"MAKING UP A SONG ABOUT MICKEY MOOOOUUUSE~!"
"PFFFFFF-"
I due si erano intrufolati dentro la porticina e ora erano lì, seduti sulle loro ginocchia al buio.
"E ora che si fa?"
"Incontriamo l'altra madre?"
"Ti prego no! Mi farai venire gli incubi!"
"Oh,
voi non dovveste esseve qui..."
I due si girarono verso una lieve lucina azzurra che li illuminava alla fine del tunnel.
"Otto mio figlio!"
"Vi pvego, uscite. Questo è tevvitovio vietato agli studenti: se Jevvy vi vede si avvabbievà tanto tanto"
Otto prese a spingere indietro Enid, che senza fare troppa resistenza rimmase immobile.
"Ma perché scusa? Che posto è questo? E perché non ci avete messo alcuna luce? È molto pericoloso lasciarlo al buio così, potreste fervi male!"
Otto guardò per terra e poi a sinistra e destra. La lucina illuminava un pavimentino di cemento.
"Non è poi così buio. E comunque dovete pev fovza tovnave giù! Questo passaggio lo possiamo usave solo noi bidelli pev muovevci con più facilità!"
"Aspetta- hai detto tornare giù? Stai dicendo che siamo saliti al piano di sopra?"
Ci fu un imbarazzante silenzio.
"... No?"
I due fissarono non molto convinti il robottino
"Oh-oh..."

"E quindi per il teorema dei colori e la legge degli opposti, possiamo dire che la tua proposta non funzionerebbe, a meno che non proviamo a..."
Camille stava parlando a macchinetta da ore, e Camille Stephane NON NE POTEVA PIÙ!
Tutta quella matematica per delle possibili coppie? Quanto ancora sarebbe andata avanti? Lx aveva promessx che sarebbero presto passati all'azione, ma era come quando chiedi ai tuoi genitori quanto manca alla destinazione in un viaggio in macchina.
"Mamma, siamo arrivati"
"Manca poco tesoro"
"Camy hai finito di parlare parlare e parlare?"
"Manca poco, fammi solo fare FISICA per trovare il modo migliore per mettere due tizi insieme!"

"Stephy? Stephy mi stai ascoltando??"
La ragazza lo guardava con le mani sui fianchi, mentre questo, sdraiatx sul letto, guardava il soffitto bianchissimo della stanza.
Camille svegliò dal mondo dei sogni, o meglio degli incubi, Camille che sobbalzò e rispose annoiatx.
"AHHHHHH DAMMI TREGUA TI PREGO. Non possiamo fare altro? Avevi detto che avremmo potuto fare degli scherzi agli altri!"
"Ovvio che lo faremo, ma dopo che avremo pianificato bene quali coppie funzionerebbero meglio di altre"
Camille sbuffò
"Non possiamo prenderne due a caso e basta?"
"ASSOLUTAMENTE NO! L'amore duraturo è una chimica molto particolare che richiede tempo per il rispetto e la fiducia reciproca, gli opposti e simulitudini nel carattere, l'attrazione e-"
"LALALALALALALALALALALALALALALALA-"
Camille Stephane si coprì le orecchie infastidendo ulteriormente Camille che lx prese e lx scosse ripetutamente.
"DAI SMETTILA"
"SMETTI PRIMA TU DI COSTRINGERMI A FAR FINTA DI ESSERE A SCUOLA"
i due iniziarono a litigare come dei bambini, finché qualcuno non bussò alla porta, o meglio, al quadro.
"Is everything ok?"
I due Camille smisero di urlare e quella dai capelli rosa andò ad aprire la porta.
"You need something?"
Chiese lasciando uno spiraglio aperto e vedendo una ragazza dai capelli chiarissimi che la guardava sorridendo educatamente.

Csilla stava avendo difficoltà nel parlare con gli altri ultimates quel giorno.
Capirai, non è che lei fosse la migliore nel socializzsre, ma si erano come messi tutti d'accordo subito nel andare a parlare gli uni con gli altri e forse sedersi nel salottino aspetto che qualcun altro le rivolgesse la parola, non era l'idea migliore.
Così, quando sentì i due compagni francesi gridare, pensò che avrebbe potuto aiutarli.
E in cambio lei avrebbe ottenuto qualcuno con cui parlare? Magari un amico?
Era un qualcosa in cui sperava spesso, che gli aiuti che lei dava le tornassero indietro, in un modo o nell'altro.
In tutto questo lei sorrideva, ispirando gentilezza ed educazione
"In realtà ero qui per chiederlo a voi: se vi serve aiuto sono al vostro servizio"
Disse facendo un piccolo inchino.
Camille fece una leggera smorfia di riflessione, mentre Camille la spingeva via e sgambettava cercando di uscire dalla stanza.
"CSILLA SALVAMI TU, VUOLE FONDERMI IL CERVELLO CON LA MATEMATICA"
"NON È VERO! STAVO SOLO SPIEGANDO! ERA LXI CHE FACEVA DOMANDE ANCHE SE NON LX INTERESSAVA!"
I due ripresero a becchettare e csilla rimase con le mani incrociate verso il basso.
Aspettando che il battibecco finisse, aveva iniziato a smettere di sorridere, come se fosse un robot in risparmio energetico e guardava prima unx e poi l'altra.
"OK MI SONO STANCATX! PERCHÉ NON GIOCHIAMO A 1 2 3 SOLEIL??"
"Ti sembra che io abbis 6 anni?"
"EDDAIII! GIOCHIAMO ASSIEME TI PREGO, TI PREGO TI PREGO!"
Camille si mise a mani congiunte guardsndo con i suoi occhioni verdi Camille che si girò a braccia incrociate.
"CSILLA TE INVECE? GIOCHI VERO? VERO???"
Csilla sbatté le palpebre come se appena risvegliata è guardò negli occhi Camille Stephane sorridendogli e annuendo.
"Certo!"
"GRANDE! ANDIAMO CAMY, UNISCITI A NOI"
senza aspettare risposte, lx ventriloqux prese entrambe le ragazze per i polsi e corse verso la fine del corridoio dove iniziarono a giocare.

Nel primo round Camille Blanchard si mise al muro e iniziò il gioco.
"Un... Deux trois-SOLEIL"
Csilla era ferma, come se non si fosse mai mossa in primo luogo, nonostante fosse ben distante dal punto dichiarato come punto di partenza.
Camille Stephane era ben più avanti, ma era anche in bilico su una gamba dondolando avanti e indietro.
"TU AS BOUGÉ STEPHY! DEVI TORNARE INDIETRO!"
"UFFAAA!!"
Alla fine Stephane vinse il round e andò a contare al muro.
Contava così veloce che gli altri due non avevano nemmeno il tempo di muoversi
"UNDEUXTROISSOLEIL! CAMY MOSSA! CSILLA MOSSA! TUTTI INDIETRO!"
"TA MERE PUTAIN!"
Lx ragazzx si tenne la pancia tra le risate.

"Oddio ma state giocando ad 1 2 3 stella? ADORO QUEL GIOCO, ci giocavo sempre da piccola a OGNI ricreazione! POSSIAMO UNIRCI?"
Nicole ed Enid sembravano comparsi dal nulla
Davanti ai tre.
Il che era sorprendente considerando che i due erano doppiamente rumorosi quando l'una con l'altro.
"SIII! PIÙ GIOCATORI!"
"AMO IL TUO SPIRITO CAMILLE!"
"Abbiamo deciso che è più comodo se chiamiamo lxi Stephane e me Camille, perfavore fai così"
Corresse il biondo la Matchmaker.
Una nuova figura dai capelli rosa apparve poco dopo.
"Ehilà! Che fate?"
"Kyara stai bene! Meno male, mi stavo preoccupando quando sei svenuta! Per fortuna non hai preso un trauma cranico con la caduta, sarebbe stato veramente veramente spiacevole!"
Iniziò subito Nicole.
Dopo poco, dovendo prima impiegare del tempo per spiegare le regole a Kyara ed Enid, il gioco riprese tranquillamente tra risate, litigi con la persona al muro, e una spensieratezza che permetteva a tutti di distrarsi dalle regole di un gioco di morte, e da un compagno morto tra le fiamme.

Chi non si voleva distrarre dalla situazione, erano i due detective, nell'altro corridoio del dormitorio.
Salvatore camminava avanti e indietro pensieroso.
Doveva trovare un modo per salvare tutti e uscire di lì.
Ci doveva essere un pezzo del puzzle che gli mancava.
Una soluzione al rompicapo.
Se li hanno messi dentro all'edificio, c'era anche un modo per uscire.
Uno sotto il loro naso.

Franco invece lo seguiva con lo sguardo, lo osservava nei suoi piccoli movimenti, sempre.
Per migliorarne l'imitazione! Ovvio!
Staccò gli occhi dal ragazzo solo per osservare il quadro dietro di lui: i tratti delle pennellate erano tutte confuse, ma con volume e da lontano formavano un mare rosso sangue realistico ma espressivo.
Poi guardò il quadro affianco: era identico, lo stesso soggetto, le stesse pennellate, gli stessi giri, direzioni e colori. Ma era una stampa.
Non era vero.
Non era l'originale.
Non era nemmeno una tela.
Solo un pezzo di carta.
Ironico, vero?
Chiunque avesse fatto quei quadri, si era preso beffa di loro con dedizione.

"Niente?"
"Niente. Ma non ci sono problemi! Lo sai che riesco sempre a risolvere gli enigmi. Questo è solo un po' più intricato del solito"
Disse tutto sorridente. Ne era convinto e Franco lo sapeva. Se c'era qualcuno che poteva salvare tutti, era Salvatore.

Salvatore vide con la coda dell'occhio una figura avanzare. Si girò e be ebbe la conferma.
"Ci tengo a precisare che vengo in pace"
La voce di Luis riecceggiò con decisione nel corridoio.
"Non serve specificare, non ne dubitavamo!"
Lo rassicurò Salvatore.
Luis sembrava sorpreso.
"Sapete, siete gli unici che sono rimasti da soli nella stessa zona senza qualcun'altro come testimone. O vi fidate ciecamente l'uno dell'altro.... o qui gatta ci cova."
Luis parlava un italiano con tanti errori di pronuncia: aveva un forte accento napoletano che era a dir poco inaspettata dal suo inglese.
Salvatore rise.
"Questa era buona Luis"
Franco si unì a lui
"Già, ma io e Sal ci conosciamo da sempre, ci fidiamo dell'altro più di chiunque. Siamo praticamente-"
"La stessa persona?"
Luis guardava Franco dall'alto in basso poi si girò verso Salvatore con un sorriso beffardo.
"Ti sei trovato proprio uno scagnozzo fedele come un cane. Ti consiglio solo di fare attenzione: sono sempre loro i primi a tradire"
Salvatore fece un passo avanti per far indietreggiare luis che rimase immobile.
"Non provare mai più ad accusare Franco. Lui è mio amico, e finché saremo insieme tu non hai il diritto di dire un cazzo su di lui. Sono stato chiaro?"
"Cristallino, uagliò. Non c'era motivo di scaldarsi."
Luis non curante spinse con un colpetto Salvatore indietro. Avrebbe voluto provocarlo di più, vedere quanto poteva spingersi prima che questo reagisse in maniera fisica.
Ma tutti quei discorsi del "potere dell'amicizia™" lo stavano stufando.
Prima la ragazzina, Kyara, e ora pure il detective? Come se questo renderà inevitabilmente un omicidio in un killing game.
"Vabbé, non ditemi che non vi ho avvisati. Cu vediamo all'ora di cena. Ciao ciao!"
Luis camminò via nello stesso modo in cui era arrivato.

Salvatore era ancora furioso, Franco gli teneva la mano.
"Grazie"
Non era stata la prima volta che Sal prendeva le sue difese.
Sal era sicuro che non sarebbe stata l'ultima.

Arrivò l'ora di cena.
Jerry aveva portato in tavola un pentolone di spaghetti in bianco.
Berto aveva messo l'olio a tutti e si era messo di vedetta con lo sparafiamme pronto per un altro studente flambè.
Otto girava intorno al tavolo portando il formaggio da mettere sopra.
C'era un clima molto più allegro, poiché ora i 16 Ultimates avevano iniziato a legare.
Mohan stava divorando il piatto con voracità.
Enid un po' preoccupato gli aveva detto scherzandoci su:
"Bro non è che il piatto prende vita e scappa. Puoi anche mangiare con più calma"
Ciò però portò Mohan a vergognarsi.
"Oh scusa..."
Non toccò più il piatto per il resto della serata.
Stephane parlava con Csilla.
Nel senso che si era messx d'accordo con la ragazza che lei avrebbe fatto finta di essere un pupazzo da ventriloquo, permettendo allx ragazzx di unirsi alle conversazioni.
Eppure, teneva a precisare che quella non era Stephane, bensì Elizabeth Vondershmidt II.
"Csilla mi passi l'acqua?"
"Non so proprio chi sia questa Csilla di cui parli, gentile Camille, io sono, come già detto, Elizabeth Vondershmidt II, ma ti passerò volentieri l'acqua se me lo chiedi per favore"
Camille urlava frustrata a questa situazione.
Kyara le dava qualche pat pat consolatorio.
Monica stava finendo i dettagli della mappa della scuola. La forma le ricordava qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Debora continuava i suoi tentativi di comunicazione con Enea per farlo sentire meno solo e confuso.
Noa ed Aster parlavano dei dipinti di Aster e Nicole si aggiungeva per tempestare di domande il pittore per alcune cose che non aveva capito nelle mostre.
Alla fine del tavolo c'erano Franco, Salvatore, Luis e Jack, e di loro, il secondo guardava il terzo con aria sospettosa.
Il terzo invece, aspettava solo che si aprissero le danze al gioco di morte.

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E un altro capitolo è stato fatto! YIPPE

Che dite? Vi sono piaciuti questi free time? Vi aspettavate altre interazioni?
Vi ricordo che se ho cannato qualche carattere ho bisogno che mi avvisiate subito sennò continuerò a sbagliarli 🙏🙏

Vi ha incuriosito il pezzo del funerale??👀
Spero di si perché mi sono divertita molto a scriverlo

E le grafiche? Questa volta erano molto più silly (specialmente quella 🔥🔥/j)

E niente, ci si rivede al prossimo morto e subito dopo con il primo class trial.
BYEEEEE!!

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