▀▄▀▄▀𝕲𝖗𝖎𝖌𝖎𝖔 𝕾𝖙𝖆𝖙𝖎𝖈𝖔 (𝟏/𝟓)▀▄▀▄▀
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Bianco
Nero
Bianco
Nero
Bianco
Nero
Bianco
Nero
Il ronzio di una televisione è così fastidioso.
Uno sfrigolare costante.
uno sciame agitato intrappolato in quelle vecchie scatole che nessuno usa più.
Se non riprendesse mai il segnale andrembe avanti per ore e ore.
Dà un certo senso di tensione.
I pixel bianchi e neri continuavano a scambiarsi in una nuvola grigia agitata di tempesta.
Bianco
Nero
Bianco
Nero.
Si finisce per alienarsi e perdersi cercando un senso dietro quelle immagini che appaiono per mezzo secondo.
Ci si incanta senza sbattere ciglio.
Ci si perde cercando un'uscita in quel labirinto di grigio statico.
Finché non parte una scintilla.
Finché qualcosa non esplo-
"Ennesimo Killing Game sventato dalla OPSU, il capo d'organizzazione conferma la salute di 2 Ultimates. All'inizio erano in 30-"
"Ultime notizie! Degli ultimates sembrano essere usciti dalle fogne di Tokyo. Come ci siano finiti? probabili sopravvissut-"
"Dei 20 ultimates Giapponesi spariti solo 4 sembrano essere sopravvissuti, il nostro esperto spiegherà a breve cosa dovremmo-"
Migliaia di canali.
"La Hope's Peak perde all'incirca il 45% delle sue classi ogni anno per colpa dei killing games. Problemi di sicurezza? O era un evento volu-"
Migliaia di piccoli pixel bianchi e neri, bianchi e neri.
Migliaia di insettini agitati in uno sciame che urla confuso.
Tutti.
Ad urlare di una sola cosa.
"Un dubbio rimane nella testa del popolo: questa incompetenza l'avrà anche la sua sorella minore, la LITAUE?"
Il preside si affacciò alla finestra del suo ufficio.
Scostò le tende e vide il gran chiasso che rovinava quella bella mattinata d'aprile.
C'era un bel cielo azzurro, con poche nuvole.
Un sole che accarezzava gentilmente i volti.
La quiete visiva del cielo era in completo disaccordo con i suoni di uno sciame di persone agitate ai piedi della LITAUE.
Gente che urlava, cartelloni con frasi ad effetto studiate a tavolino per dimostrare la propria tesi, ragazzi che invece di essere a scuola battevano i piedi e si sgolavano.
Si chiedeva se fossero sempre le stesse persone, o se si dessero i turni per protestare lì davanti.
Erano giorni che continuavano instancabili.
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ"
"BASTA ULTIMATES!"
"TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!"
"BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ"
"TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""BASTA ULTIMATES!"
"TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!""BASTA ULTIMATES!"
"GIÙ LA LITAUE! GIÙ""TUTTI MORTI LI VOGLIAMO! TUTTI!"
Non gli serviva conoscere l'italiano per capire che le frasi, giù di lì, erano quelle.
"Signora! Che cosa crede di ottenere con questa lotta contro l'istituzione degli Ultimates?"
"Mio figlio ha studiato tutta la vita per diventare uno scienziato importante! Perché non è ancora lì dentro? Perché sono tutti corrotti di merda, ecco perché!"
Una donna dal volto rugoso e flaccido (non troppo però, avrà avuto cinquant'anni) urlava con la rabbia di una madre in cerca di giustizia. O di un capro espiatorio per l'ingiustizia ricevuta.
Comunque, quella che per lei è giustizia.
"Hanno messo un raccomandato indiano! Che ci azzecca con l'Europa??? Servono dottori, tecnici, scienziati! Mica ballerini strani!"
Chi a debita distanza, chi buttandosi in mezzo a quella folla, lavoratori dei telegiornali locali si litigavano interviste e immagini della scuola, e dei suoi ospiti indesiderati.
"Mah, io credo che in uno Stato come il nostro, in cui ci sono problemi ben più grandi, non bisognerebbe sprecare le risorse per un paio di ragazzi, invece che per le famiglie bisognose"
Il preside cambiò canale per l'ennesima volta, e i suoni del televisore non fecero altro che eco al altoparlante al di fuori della scuola. Poteva benissimo spegnerla, quel discorso l'avevano mostrato migliaia di volte in tv.
In migliaia di canali diversi.
"Il sistema degli Ultimates, è solo un'arma del governo!
Vogliono instaurare una gerarchia sociale basata sulla fuffa!
Su una finta meritocrazia!
MA NOI NON LO ACCETTEREMO!"
L'immagine finale, di volantini raffiguranti una ragazza dai capelli biondi legati in due code alte voluminose, sulla tv, sparì quando una nuova figura fece notare la sua presenza nella stanza spegnendo l'oggetto che turbava il preside.
"Signore? La stiamo aspettando all'assemblea docenti"
"È il quinto questo mese."
Il preside continuava a fissare fuori dalla finestra, dando le spalle alla figura.
Questa non rispose.
Vi fu un momento di interminabile silenzio.
Colmato solo dalle urla di odio ovattate provenienti da fuori.
"Si calmeranno, prima o poi. Troveranno qualcos'altro di cui lamentarsi appena si annoieranno"
"Hm..."
Il preside si avviò e l'altra persona lo seguì a ruota.
"So a che sta pensando"
"..."
"Non possiamo informare i ragazzi di nulla. Panicherebbero e farebbero qualche c-"
Si schiarì la gola fermandosi a metà frase. Non sempre era facile trattenere termini scurrili, ma era qualcosa a cui il suo datore di lavoro teneva parecchio.
"stupidaggine"
"Però sono abbastanza grandi da capire e comprendere. Non possiamo nemmeno tenerli completamente all'oscuro"
I loro passi rimbombavano nei lunghi corridoi della LITAUE.
"Risolveremo la questione. Un passo alla volta. Quando sarà tutto risolto potrà riferire tutte le informazioni che vuole. Soprattutto a lxi"
Un'espressione strana si formò sul volto del preside.
"Capisco quanto ci tenga... A tutti loro. Ma si fidi, la cosa migliore da fare per adesso è tenerli lontani dalla questione e aspettare che le acque si calmino"
Scesero le scale ed entrarono nel lungo corridoio che portava alla sala riunioni.
Un ultimo rumore si distinse nella quiete:
i ragazzi che giocavano spensierati nel giardino posteriore con i bidelli.
Una partita di calcio tutti assieme.
Lxi sembrava essere nella squadra in testa, da come gioiva.
Bianco
Nero
Bianco
Nero
Bianco
Nero
Bianco
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Bianco.
"Ok... Azione."
In un millisecondo, partì la registrazione.
Una ragazza dai capelli rosa apparve al centro dello schermo.
"Oi pessoal! Benvenuti o bentornati in mia compagnia!"
La ragazza sorrideva energica.
Un energia così surreale e contagiosa.
"Come molti di voi sapranno, mi sono presa una piccola pausa dalla pubblicazione per concentrarmi sull'iscrizione alla mia nuova scuola: la LITAUE- uhhh no. Taglia-"
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La ragazza rosa.
"Ok... Allora...
Ci sono un sacco di cose che vi devo ancora raccontare, un sacco di persone da presentare quindi se volete vedere più contenuti del genere, fatemelo sapere con un like, o magari iscrivetevi qui e in tutti i miei social, per rimanere aggiornati!"
"Quindi adesso farai altre riprese o-"
Voce fuori campo
Una voce femminile forse.
Il microfono non la prendeva bene.
"Oh nono, ho già ripreso il vlog negli ultimi due giorni! Quindi adesso devo solo editare il resto e inserire qui gli altri vide-"
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Il filmato riprese in una stanza bianca e luminosa.
Una scritta nera centrale diceva:
Day 3, 7:00 am
Una ultimate Content Creator spettinata e assonnata raccolse la telecamera e se la avvicinò alla faccia.
"Heylà! Sentite?"
La sua voce era roca e leggermente stanca
Fece una pausa per far sentire una voce di donna ovattata cantare.
Don't go, waiting your emotions!
Lay all your love for me!
"Questa è la sveglia gentilmente offerta da uno dei nostri cari bidelli.
A quanto pare ha la fissa per gli ABBA."
La ragazza sorrise e colpì l'obbiettivo con la mano chiusa in un pollice in su.
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Ciotola di frutta.
"Siamo nella mensa della scuola! Oggi a quanto pare per colazione ci hanno preparato una bella macedonia!"
"Kyaha Khe ftai fafendo?"
Voce fuoricampo.
Lo schermo si girò verso Kyara e una seconda ragazza dai capelli rosa, con le guance piene di cibo. Nicole.
"Un vlog sulle nostre giornate qui! pensavo fosse un buon modo per passare il tempo"
Nicole ingoiò velocemente e riprese a parlare.
"Oddio figata! Posso?"
"Oh certo!"
La registrazione venne presa dalla doppiatrice.
"CIAO POPOLO! COME STATE? COME STANNO I VOSTRI CANI? COME STANNO LE VOSTRE MAMME? Scherzo scherzo, le ho già contattate tutte e stanno alla grande"
Nicole si mise il mento fra il pollice e l'indice facendo l'occhiolino.
Kyara non riuscì a trattenere una leggera risata.
Nicole non riuscì a continuare la pagliacciata, contagiata dalla reazione dell'amica.
Risero all'unisono per qualche secondo.
Nicole sembrò notare qualcosa alla sua destra.
Ridiede la telecamera all'amica che la rigirò inquadrando ora un gruppetto preoccupato che guardava per terra.
Si avvicinò e zoommò: una ciotola di vetro ricolma di frutta si era frantumata a terra.
A vedere da vicino la scena erano un ragazzo biondo e uno dalla carnagione scura.
In mezzo a loro c'era un robottino che sembrava essersi spaventato.
"Oh-oh... Non vi pveoccupate! Ho fatto altve ciotole di emevgenza! Non- non c'è nessun pvoblema-"
"Non serve. Comunque non avevo fame."
Lo zoom era puntato sul robottino, ma al bordo della camera si vedeva la mano scura del ragazzo sempre più tesa in un pugno.
Fece per allontanarsi e il robot fece dei passi per seguirlo.
"Signovino Davsha-"
"E lascialo in pace!"
Si fermò e si girò verso il biondo, che sputò quelle parole con acidità e rabbia.
"Tanto non è questa la vostra priorità no? Tanto a voi basta che muoriamo tutti e basta! No?"
Si sentì il rumore di una porta sbattersi.
Affianco allx ragazzx e il robot, che sembrava sempre più dispiaciuto, un'altra figura, più piccola fece per andargli appresso.
"EHI EHI EHI. NESSUNO È AUTORIZZATO AD USCIRE ENTRO LA FINE DELLA COLAZIONE"
"Ma Momo-"
Vedendo il robot confuso si fermò un secondo.
"Mohan è uscito! Posso andare anche solo a parlarci?"
"Bevto lascialo andave"
"Concorto con Otto! È più probabile che un altro essere umano con un legame emotivo, anche se lieve, riesca a convincere il ragazzo di calmarsi per far sì che torni qui e rispetti il regolamento e-"
"VA BENE VA BENE! oh, mai una volta che mi lasciate divertire"
I tre robot lasciarono che il ragazzo, mezzo metro più alto di loro, corresse fuori dalla stanza.
Il più alto dei tre si girò verso gli altri alunni.
"Scusate l'interferenza a questa pacifica mattinata studenti! Siete pregati di non panicare ulteriormente, nonché inutilmente. Rimanete seduti e cercate di evitare la zona piena di schegge e sporco."
Non volò una mosca.
Il robot si girò verso uno dei suoi compagni
"OTTO CHE CI FAI ANCORA QUI?? VAI A PRENDERE IL MOCCIO E LA SCOPA! SU SU!"
"SISSIGNOVE!"
"Enid va tutto bene?"
Nicole si era avvicinata alla bionda che sembrava essere ancora nera di rabbia per qualsiasi cosa fosse successo prima con il robottino.
La prima sembrava invece trattenersi dal fare un altro milione di domande, la seconda, a braccia incrociate,
non sembrava minimamente nelle condizioni di rispondere.
"Sì... Sì va tutto bene, dammi solo un minuto".
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La registrazione ripartì poco dopo, da dietro la telecamera si sentivano Kyara e Nicole ridacchiare per il soggetto: i tre robot che pulivano la stanza.
Berto andava avanti e indietro con le sue ruote per spingere la polvere e i pezzetti di vetro con una scopa, Otto si era legato ai piedi le spazzole per il moccio e stava pattinando sulla macchia di sporco facendo una marea di schiuma, Jerry invece portava un grosso secchio d'acqua con sé.
"JERRY SMETTILA! HA UN ODORE TERRIBILE!"
"Bevto! Ma tu hai l'olfatto?"
"Ovvio, sennò come farei a trovare i cadaveri e godermi le macellazioni di studenti?"
"MENO CHIACCHIERE E PIÙ PULIZIE! ABBIAMO UNA MAREA DI COSE DA FARE E QUESTO CONTRATTEMPO CI STA FACENDO PERDERE UN SACCO DI... UH... TEMPO!"
"Uhm... Jevvy?"
"Sì che c'è?"
"Non viesco più ad alzavmi..."
"..."
"Jevvy?"
"AAAAAAAHH-"
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"Ok, dopo i pasti siamo liberi di fare quello che vogliamo, quindi mi sembra giusto farvi un bel tour della scuola! O meglio, del primo piano, perché al piano terra non c'è molto da raccontare oltre alla cucina e il dormitorio."
Kyara teneva in mano la telecamera mentre attraversava una porta in legno rosso.
Girò la telecamera e mostrò una stanza baige piuttosto grande.
"Questa è la stanza delle arti! Là c'è il set che userò per la intro, ci sono un sacco di attrezzi molto professionali che farebbero verdi di inviadia chissà quanti fotografi! Oh! Là c'è Monica! Sta disegnando qualcosa alla tavoletta grafica! Purtroppo qui c'è un solo computer quindi dobbiamo condividerlo, ma sono certa che ci prenderemo l'abitudine!"
Si girò a destra e mostrò un angolo pieno di tele bianche, colori, pennelli e manichini piccoli snodabili.
Dietro ad un cavalletto con una tela enorme, si poteva intravedere una nuvola di boccoli blu con alcuni ciuffetti gialli qua e là.
"Questo è l'angolo creativo di Aster! Ci sono molti attrezzi particolari come queste spatoline, o questi vasi di vario tipo o... Oppure questi! Quest- uh..."
Kyara ebbe un attimo di esitazione quando vide un armadietto aperto da cui fuoriusciva un braccio finto di gomma.
"Insomma, quella roba lì.... Aster! che stai disegnando oggi?"
Il pittore, ora soggetto dell'inquadratura, tremava come una foglia, la gamba sinistra rimbalzava velocemente battendo sul parquet scuro, più come un trapano che come il piede di un normalissimo ragazzo.
Era impressionante come riuscisse comunque a mantenere lo sguardo fisso sul quadro e a dare pennellate fini ma precisissime. Per poi mischiare i colori velocemente fino ad ottenere una tonalità che lo soddisfacesse.
E ripetere il processo ad occhi spalancati
Kyara lo chiamò un altro paio di volte, ma questo non sembrava nemmeno accorgersi della sua presenza.
Non si mosse nemmeno quando si sentì bussare alla porta della stanza.
"Vado io"
A parlare e ad andare ad aprire fu una Monica dal solito sguardo freddo se non più stanco.
La porta si aprì e la ragazza dalle lunghe code rosa entrò energica.
"CAFFÈ TIME, BABY!"
"CAFFÈ?"
Il nome di quel liquido scuro portato con cautela dalla doppiatrice fece scattare Aster, come risvegliato da un sonno profondo.
La ragazza appoggiò un piccolo vassoio con due tazzine fumanti su un tavolo vuoto al centro della stanza.
"Non lo bevete subito perché al momento la temperatura è perfettamente equivalente alla lava. Oltre al fatto che manca ancora zucchero perché non sapevo quanto ne voleste e quindi dovete prima metterne un- AH!"
"nooOOOOOO FERMO"
Descrivere a parole la scena viene difficile, per fortuna il video la illustrava piuttosto bene.
Il pittore era corso verso il vassoio quasi spingendo via Nicole. Non fu però più veloce di Monica che sollevò subito il vassoio prima che il ragazzo si schiantasse contro la superficie di legno levigato.
"DAIIII! FAMMENE BERE UN POCCHETTO!"
"Aster porcod- hai giÀ BEVUTO TRE TAZZE CALMO"
Monica fece dei passi indietro per non farsi raggiungere da Aster che si era arrampicato sul tavolo per passare velocemente dall'altro lato e raggiungere la grafica.
"MA ERA POCHISSIMO!"
"ERANO TRE TAZZE!"
dissero in coro sia Kyara che Monica con tono di rimprovero.
"Allora, permettete, a parlare qui è l'inimitabile giudice del tribunale del caffè, che darà il verdettto della situazione."
Nicole si fece avanti, con dei toni e movimenti talmente seri da sembrare ridicoli, come se stesse recitando un personaggio comico.
"Ora. QUANTE CAZZO DI TAZZINE HAI BEVUTO?"
Chiese dunque sconvolta, facendo con entrambe le mani il classico gesto italiano unendo tutte le punte delle dita per ogni mano.
"Una."
"Tre." lo corresse Monica.
"Una e un sorso?"
"Tre." lo corresse Kyara
"Due e-"
"TRE." dissero in coro le due.
"Capisco capisco."
Nicole si massaggiò il mento con fare pensoso.
"La giuria dichiara....
che c'hanno ragione Monica e Kyara in questo caso.
Mi dispiace Aster, ma comunque le tazzine sono due e le ho fatte perché me le avevano chieste con gentilezza Kyara e Monica, quindi comunque sarebbe rubare il che non ti fa guadagnare punti"
Il ragazzo dai capelli blu mise su un broncio che lo faceva assomigliare ad un cagnolino triste.
"Uh tutto bene qui?"
Una voce divertita attirò l'attenzione dall'uscio della porta.
Quando Aster vide a chi apparteneva aprì la bocca e gli occhi in un sorriso enorme.
"MOMO! MOMO! MOMOMOMOMOMO AIUTAMI TU, STO VENENDO BISTRATTATO!"
L'indiano sembrò preso completamente alla sprovvista vedendo il pittore corrergli addosso e continuando a saltellare sul posto anche arrivato da lui.
Il ballerino guardò prima verso la telecamera e poi verso Monica e Nicole, cercando risposte.
"Uh, stai bene? Sembri, ecco... Aspe- stai tremando? Hai freddo per caso?"
Il ragazzo era visibilmente preoccupato per il più basso.
"STO BENISSIMO! ANZI, BENISSIMISSIMO ORA CHE CI SEI ANCHE TU QUI!"
Rispose lui saltellando sul posto con energia.
"Cosa..."
Chiese quindi Mohan chiedendo aiuto con gli occhi a monica, che intanto stava sorseggiando il suo caffè.
"È in overdose di caffè."
Spiegò con ancora la tazza davanti alla bocca.
"Ah."
"PERÒ ERA MOLTO BUONO"
"Eh, però sei a un passo dall'infarto"
Aster mise di nuovo il broncio a Monica.
Mohan non riuscì a trattenere una risata lieve e calda.
"Non ha tutti i torti Aster, e poi come fai i tuoi splendidi disegni se hai le mani che tremano?"
Momo prese le mani di Aster come per confermare con il tatto il loro tremore.
Il ragazzo pallido si fermò e abbassò il capo osservando le mani. La nuvola di ricci blu e gialli che aveva in testa gli copriva la faccia paonazza.
"Kyara? Vuoi che tenga io un secondo la telecamera mentre tu bevi il caffè?"
La telecamera tremò per un secondo, le voci di Nicole e Kyara sovrastarono come nulla quelle degli altri tre presenti.
"Oh no, nono, non serve. Bevo dopo, non preoccuparti"
"Sicura?"
"Sisì, nessun problema, devo prima finire questa registrazione"
"Non ti conviene chiuderla? Insomma, sta durando già da un po' di minuti e-"
"Voglio prima finire il tour della stanza e poi prendo una pausetta. Promesso."
"Come preferisci"
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"BELLA A TUTTI RAGAZZI! Sono palesemente io, la vostra amatissima Kyara! Ho aspettato un po' prima di riprendere a registrare il video e ora mi sono cresciuti i capelli! Come mi stanno??"
Una voce da dietro la telecamera si lasciò scappare una risata. La ragazza dai lunghi capelli rosa sciolti la guardava contenta.
"Oggi ad aiutarmi con il video di unboxing della scuola ci sarà una mia carissima amica! Nicole Giraudi! Non solo è molto simpatica, ma è anche"
Prese un enorme respiro e iniziò a contare i pregi sulle dita della mano.
"Bellissima, intelligentissima, affascinantissima, altruistissima e... Hmmm..."
"Umilissima?"
"Esatto! E- perché hai quella faccia? CHE FAI MI PRENDI IN GIRO? OH MA COME OSI?!"
L'altra ragazza, la vera Kyara, con i capelli raccolti in due codini disordinati, per poco non fece cadere la telecamera per le risate.
La registrazione si chiuse.
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La doppiatrice era sempre al centro dello schermo, stavolta di nuovo con i suoi capelli raccolti in due code.
Stava aprendo una porta alla fine di un corridoio che sembrava tipico di una scuola.
"Benvenuti amici, alla palestra della LITAUE! Habitat naturale di creature molto particolari e pericolose, quindi mi raccomando, il minomo rumore"
Disse ciò chinata, come se stesse con confidando un segreto.
Poi spalancò la porta con energia e con tutta la voce che una doppiatrice potesse avere in corpo gridò correndo dentro:
"ENIIIIIIIIIIIIIIIIDDD"
La telecamera la segui solo con lo sguardo mentre la ragazza si lanciava addosso alla coetanea bionda che iniziò subito a raggiungerla.
Entrambe alzarono la mano in aria e quando furono abbastanza vicine si alzarono in aria battendosi il cinque con tutta la forza che avevano in corpo.
"AAAHH FA MALISSIMO"
"State bene voi due?"
Le due si tenevano ognuna il palmo della propria mano con in viso un'espressione sofferente.
"Sisì, non preoccuparti Kyara. Cazzo se era un cinque potente"
"Oh giusto! Enid, Kyara sta facendo un video della scuola! Ci dai una mano?"
"Certo! Serve che mi presenti?"
"Nah non serve, metterò il nome in fase di editing"
"AH ma vuoi farlo proprio serio serio! Figata!"
Uno scrosciare d'acqua attirò l'attenzione del gruppetto, più fra tutti quello della stuntman bionda che corse verso la piscina esclamando qualche imprecazione in svedese.
"NOA SCUSAMI UN SACCO! MI SONO COMPLETAMENTE DISTRATTA"
Kyara si diresse al centro della strada, attraversando quello che sembrava un mini circuito da atletica leggera e arrivando davanti ad Enid e un'altra ragazza che si stava strizzando l'acqua in eccesso dai lunghi e lisci capelli neri.
"Nessun problema. In ogni caso il risultato era pessimo"
Noa prese il cronometro dal bordo piscina e lo mostrò agli altri.
"35 secondi? Beh dai mica male! Io personalmente non riuscirei nemmeno a fare meno di due minuti! Poi è anche vero che tu stavi nuotando a capelli praticamente sciolti! Il che rende tutto ancora più difficile! Insomma, è un miracolo se non ti sei tutta annodata muovendoti!"
"Uh, grazie? Credo- Però di solito ce la faccio in molto meno tempo, quindi non è un buon segno."
"Forse è colpa di tutte le volte in cui ti sei girata a guardarmi mentre nuotavi"
Oltre la pista da corsa vi era una zona con pesi vari e attrezzi per il workout.
Un altro ragazzo dai capelli rossi era seduto proprio su una panca da sollevamento pesi e stava tirando su un peso con il braccio destro, flettendolo con un certo orgoglio.
"Luis, ma di che cazzo stai parlando?"
Chiese la triatleta, più confusa che infastidita, anche se con poca differenza fra i due sentimenti.
In tutta risposta, il rosso imitò sul posto le bracciate dello stile libero, facendo molta attenzione a rendere chiaro come, in quel movimento, per prendere l'aria, si girasse sempre un una sola direzione.
"... Forse era meglio non chiedere proprio"
Sospirò Noa, tornando indisturbata a struzzarsi i capelli.
"Eddai, non c'è bisogno di vergognarsi! Mica ti biasimo, sai? È difficile distogliere lo sguardo da queste bellezze"
Il cacciatore di tesori poggiò il peso, si avvicinò al gruppo e fece per flettere i muscoli delle braccia e del torace meglio che poteva.
"Pffffff-"
La ragazza dalla carnagione scura trattenne a stento una risata di beffa verso l'altro.
"Embè? Non sono un figo?"
"Luis se te sei un figo, io sono il quarto bidello"
"Beh mica male, così hai esperienza nello scopa-"
Il rosso non fece in tempo a finire la frase che venne inzuppato da uno schizzo d'acqua provocato dall'atleta.
"Provaci ancora e la prossima volta ti butto in acqua."
Lo minacciò lei.
Il ragazzo sospirò, pettinandosi i capelli rossi con una mano percorrendo tutta la testa.
"Non si può fare molto per chi non ha buon gusto, giusto bella wagliona?"
Luis si avvicinò alla doppiatrice con un ghigno in volto.
"Hm? Oh sì... Ecco... Hai proprio chiesto alla persona sbagliata, per carità non sei esattamente la personificazione dell'ornitorinco, oggettivamente parlando. Ma se entriamo nei miei gusti personali... Diciamo che te sei un 5 mentre un corpo come quello di Noa è un 13. A proposito Noa sei una dea greca! Dio mio mi devi svelare il tuo segreto per la cura dei capelli dopo-!"
"Okok ho afferrato il concetto."
Il ragazzo cercò quindi conferma nello sguardo di Enid, che però sembrava più intenta a fare giocoleria con i pesi.
"Hm? Stavi dicendo qualcosa?"
"... Vabbè, ho capito, lascio perdere."
E così il cacciatore di tesori alzò le mani e si allontanò dal gruppo.
"Oh! Kyara! Sai cosa dovresti proprio mostrare nel tuo video?"
Enid aveva una certa luce negli occhi che, per quanto contagioso potesse essere l'entusiasmo, metteva un po' di paura.
"Cos-?"
Non fece in tempo a finire la domanda, che Kyara si sentì trascinata a velocità verso il lato sinistro della palestra, al cospetto di un altissimo muro e sull'orlo di una fossa piena di materiale spugnoso e soffice.
"Cinquanta metri di muro di arrampicata. Appigli e forme realistici di una montagna e la roccia è roccia vera! Prova a toccare, Su!"
Kyara si avvicinò con la telecamera al muro, c'erano qua e là degli appigli colorati come quelli dei muri tradizionali o delle giostre dei parco giochi, ma il muro era tutt'altro che liscio. Enid corse verso il muro e lo battè a piena mano.
"Forte, no? Inoltre è completamente sicuro, se cadi su questi cuscinetti qui, i rischi di frattura, storte o qualsiasi altra roba sono estremamente rari! Non mi stanco mai di lanciarmi giù dall'alto"
"Motivo per cui al momento sono in testa nella nostra piccola sfida."
Luis disse ciò con un ghigno di vanto, mentre rimetteva a posto vari pesetti.
"Oltre al semplice fatto che io sono magnifico, ovvio"
"Dai ci sono andato vicinissimo la volta scorsa!"
Rispose quindi Enid, con le mani sui fianchi e imbronciato.
"Certo certo, credici pure wagliò"
"EHI! Sai che ti dico? Ti sfido! Ti sfido seduta stante ad una rivincita!"
Come una scossa di terremoto, la telecamera tremò sentendo vicinissima la voce della doppiatrice che subito urlò entusiasta:
"ODDIO ADORO!! IO VOGLIO FARE LA TELECRONISTA!"
"A me va bene"
Luis fece spallucce con fare disinvolto.
Si avvicinò a colui che aveva appena lanciato la sfida.
"Ma alziamo la posta in gioco: chi perde dovrà fare una penitenza scelta dall'altro. Riscattabile in qualsiasi momento per qualsiasi cosa. Ci stai?"
E quindi gli porse la mano, con un ghigno imperscrutabile in volto.
Senza pensarci troppo su, Enid gliela strinse.
"Affare fatto."
La registrazione tornò al ormai abitudinale nero.
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E si riilluminò quando a venire inquadrata fu la palestra in cui erano poco prima, ma stavolta da un'altezza tale da vedere l'intera pista senza problemi.
"Ok. Do il via?"
"No aspetta un secondo, devo zoomare su Luis ed Enid"
"Ok!"
"Kyara occhio che sei molto all'orlo del muro, rischi di cadere"
"Non serve che ti preoccupi Noa. Sono molto attenta"
Le figure dei due sfidanti si fecero prima grandi come formiche, poi, pian piano, sempre più grandi fino ad essere delle macchie sfocate. Poi le macchie divennero sempre più nitide fino a mostrate con assoluta chiarezza lo Stuntman fare una pernacchia all!attuale nemico.
"Ok...ora."
Un rumoroso inspiro anticipò un urlo altrettanto, se non più, forte urlo:
"VIAAAAAA!"
I due si girarono verso la direzione della telecamera e reagirono velocemente iniziando la gara.
"Ecco che i nostri concorrenti corrono al muro per iniziare l'arrampicata, al lato destro abbiamo il vincitore in carica Luis, che prosegue in maniera molto decisa e sicura il percorso, senza muoversi troppo velocemente: sarà la sua hubris? La causa della sua perdita? Lo scopriremo fra pochi istanti! Mentre al lato sinistro abbiamo la sfidante, l'energica e determinata Enid! Che sta proseguendo a tutta velocità! Sembra aver già studiato molto attentamente i punti d'appoggio in precedenza! Che ne pensi Noa!"
Nicole narrava gli avvenimenti con una voce nasale e una cadenza da telecronista.
"Uh? No grazie"
"MA DAI! Ho bisogno di un co-telecronista!'
"Okok... da quanto ho già visto le scorse volte, sembra che entrambi stiano ripetendo gli stessi movimenti della scorsa volta, quindi magari stanno cercando di andare su movimenti sicuri per essere più veloci, credo? Non lo so"
Spiegò lei più scocciata che indecisa.
"Grazie Noa dell'intervento! Comunque sembra che adesso siano arrivati a metà dell'altezza! Enid continua a correre come se dipendesse dalla sua vita! Mentre Luis-
uh.
sembra si sia fermato.
Sembra anche un po' cupo? LUIS CHE STAI- AAAAAHHH!"
La telecamera si girò per la prima volta da quando era stata accesa verso Nicole, mostrando il motivo del suo terrore: la corda dell'imbragatura di Luis si era staccata.
Noa era già scattata verso essa ed era riuscita a prendere la corda prima che cadesse giù per metri e metri.
Usò tutto il suo peso, tirandosi indietro, per tenere la corda. Nicole la aiutò subito dopo a tenerla, ma era chiaro che non sarebbe durato.
Intanto Kyara, con la telecamera lasciata cadere sul petto, corse giù dalle scale del muro per avvicinarsi ai due gareggianti
"ENID, LUIS! DOVETE FERMARE LA GARA!"
La voce di Enid era distante, non veniva catturata bene nella telecamera della Content Creator.
"Cosa?! Perché?!"
"LA CORDA DI LUIS SI È ROTTA, LA STANNO TENENDO LE ALTRE SOLO PER EVITARE CHE LUIS CADA SENZA PREAVVISO!"
"Sul serio? Volete fermare la sfida per qualcosa di così stupido?"
Kyara non potè rispondere, perché, subito dopo, quello che vide fu Luis tirare fuori ub taglierino svizzero e tagliare la fune che aveva legata in petto.
"Kyara! Cosa sta succedendo?!"
L'urlo di Nicole era forte e chiaro, Kyara non poteva che sperare che riuscisse a leggerle il labbiale, mentre cercava di spiegare come Luis aveva appena tagliato la corda e stava continuando a salire.
Kyara decise di risalire gli scalini, e mentre correva, si poteva sentire una conversazione molto fioca fra Enis e Luis.
"Ma che sei matto?! Guarda che ti puoi fare seriamente male!"
"Scusa! Non ti sento! Sono troppo occupato a vincere!"
"OH NON CI PROVARE"
Non si sentì più nulla da parte dei due, forse perché avevano ripreso a scalare, forse perché ormai la ragazza si era distanziata ed era quasi arrivata in cima.
"Cosa cazzo stanno facendo?"
"Luis ha- la corda- Stanno..."
Ogni volta che Kyara cercava di parlare, si bloccava per il fiatone.
"RAGA QUARDATE! HANNO RIPRESO A SCALARE"
Kyara corse al bordo del muro e riprese in mano la telecamera e puntò verso i due che continuavano la loro sfida.
"I nostri concorrenti sembrano ancora convinti di voler trovare un vincitore! Al momento Luis è in testa di pochissimo! Enid però sembra star rimontando! E RIMONTA! No spe- ORA LUIS È DI NUOVO IN TESTA! ORA DI NUOVO ENID! È UN CONTINUO ALTERNARSI MIO DIO CHE ANSIA"
"Devi per forza fare la telecronaca?"
"PARLARE MI PERMETTE DI NON DARE NEL PANICO"
Kyara zoommò sui due per vedere meglio cosa stavano facendo.
Luis si arrampicava rimanendo attaccato alla roccia, il sudore gli rendeva lucida la fronte e aveva un'espressione parecchio calma nonostante tutto.
All'improvviso si girò verso Enid, con un ghigno in faccia e una luce pericolosa negli occhi.
"Ma che-?"
"HUH? Attenzione! Luis sembra star cercando di replicare la non tanto famosa e assolutamente inventata Tecnica del Granchio! Questo per dure che sembra starsi muovendo più in orizzontale più che in verticale!"
Luis proseguì finendo esattamente davanti ad Enid.
I due erano ormai ad un metro dalla fine del muro.
"EHI! MA QUESTO È ILLEGALE"
"Si chiama "pensare fuori dagli schemi"! Fattene una ragione, Princesa!"
Enid era ferma. Immobile. Con le ciglia corrucciate guardando Luis quasi arrivato alla fine.
"LUIS SEMBRA AVERE LA VITTORIA IN PUGNO, CHE ENID SI SIA ARRESO COSÌ FACILMENTE? È ANCORA TUTTO DA DECIDERE FINCHÉ LUIS NON AVRÀ ENTRAMBI I PIEDI PER TERRA"
Kyara si spostò per fare spazio a Luis che era in dirittura d'arrivo.
Il muro d'arrampicata non si vedeva più.
Ci fu un secondo di vuoto.
Poi si iniziò a vedere una mano.
Poi l'altro braccio.
Poi la testa e le spalle di Luis, affannato ma ancora energico.
Fece per sollevare anche il piede.
E fu quello il momento.
In cui perse.
La scena passò sulla telecamera come in rallentatore:
Enid che saltava fino a superare con il busto il corpo di Luis, le sue mani che si mettevano sulle sue spalle, il cacciatore di tesori che accusava il peso improvviso, la capriola dello stuntman in aria...
Cadendo con entrambi i piedi sul pavimento in cui stavano le spettatrici.
"E VINCE CON IMMENSO STILE... ENIIIIID SOUDENBERG! L'ho detto correttamente? Perché c'ho seriamente il dubbio. Vabbè amen! GRANDE ENID CE L'HAI FATTA"
"Congratulazioni Enid!"
Enid fece il segno della vittoria alla telecamera e poi iniziò a saltellare con Nicole festeggiando e urlando.
Intanto Noa si avvicinò al perdente, gli prese il braccio e lo aiutò a salire la piattaforma.
"Tu sei stupido in culo! Hai pensato a cosa poteva succedere se cadevi?! Dovevi fermarti!"
"Aw, ti ho fatto preoccupare, Mi Amo- AHIA, CHE CAZZO NOA!"
Luis si prese il piede dolorante.
"Te hai problemi!"
"IO ho problemi?! E me lo dici dopo questo?"
"Fra, sai quante montagne scalo al mese? So come gestire ste cose! E poi c'è una piscina di cuscini giusto qualche metro più sotto, non è che sarei caduto sul cemento armato!"
"Non se usi le protezioni in realtà!, c'è comunque un bordo fra il muro e la piscina, se cadi da attaccato al muro com'eri l'avresti potuto prendere in pieno. E se cadi inaspettatamente è difficile mettersi in una posizione sicura! Per questo serve l'imbracatura!"
Si aggiunse Enid, che venne subito fulminato da Luis.
"Visto?! Se lo dice pure Enid avrà senso no?"
"Ma di cosa ti preoccupi! Per favore!"
Luis ridacchiava alla situazione.
"Piuttosto-"
Fece qualche passo e diede la mano ad Enid, il quale intuì poco dopo e gliela strinse con forza.
"Enid, per legge della gara ora ti devo un favore. Pensa bene a come lo vuoi riscattare, io vado a lavarmi. Ci rivediamo a pranzo, sempre se non muoio prima per il killing game ovviamente!"
Luis portò due dita alla fronte e le allontanò replicando il saluto militare e scese le scale con una certa nonchalance.
Kyara sospirò.
"Mi sa che questa la taglio..."
E si ritorna al nero.
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"Ok, siamo di nuovo in onda"
"Ciao mamma sono in TV!"
La scena si era spostata nuovamente nei corridoi.
Il video dava l'orario 14:30.
"Dunque, prossoma tappa?"
"La stanza di botanica! Peccato che non hai ripreso la faccia di Enea quando l'ha vista l'altro giorno, era così felice e adorabile! Insomma, è stato bello per tutti trovarsi una stanza adatta per il proprio hobby, ma dovevi vedere come si illuminavano i suoi occhioni da bambino! MI STAVO SCIOGLIENDO!"
Mentre Nicole continuava a parlare, le due avevano iniziato a camminare.
Solo per qualche passo però.
Poi Kyara si fermò.
Si girò verso la sua sinistra mostrando una porta socchiusa.
La aprì e lì vide una stanza dal parquet chiaro e piena di specchi grandi quanto le pareti.
Al centro, una ragazza dai lunghi capelli biondo platino ballava da sola.
A occhi chiusi sembrava cercare le mosse giuste di un ballo, tentennando spesso sulla posizione dei piedi o delle braccia.
Il tutto in un silenzio tombale.
"Kyara? Che stai-"
La voce di Nicole si fece più vicina mentre parlava.
"Ah. Dici che dovremmo andare a farle compagnia?"
"Beh, mi fa un po' pena lasciarla in disparte così"
Rimasero lì per qualche istante a fissare la ragazza.
Un istante di musica immaginaria e una danza che evidentemente richiedeva un'altra persona con cui ballare.
"Excuse moi, devo andare da Csilla un attimo"
La telecamera si mosse bruscamente mentre una ragazza bassa e robusta passava dentro la stanza e andava a strattonare il braccio della ragazza.
"Csilla cara! Devo parlare di importantissimi affari con te, hai un momento?"
"Uhh, cert-"
"MAGNIFIQUE, SEGUI MOI"
Le due uscirono alla velocità della più bassa.
"CAMILLE NO LA TELECAMERA!"
disse Kyara tenendo saldo l'oggetto.
"Telecamera? MI SERVE ANCHE QUELLO! SPEGNI E VIENI AL MIO UFFICIO!"
"... Da quando Camille ha un ufficio?"
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"-k... Azione!"
Una porta si aprì mostrando una ragazza bassa e robusta dai capelli rosa scuro
"Bienvenue! Al mio personalissimo ufficio! Qui è dove organizzo i migliori piani per far avverare i desideri d'amore più disperati! Eccetto quelli tossici, ovviamente! i miei servizi tengono molto conto delle red flag e di chi potrebbero essere soggetti pericolosi per la salute mentale dei miei clienti."
La ragazza fece segno alla telecamera, o meglio, alla persona che era dietro, di avvicinarsi portandola dentro la stanza.
Era una piccola biblioteca, con scaffali alti fino al soffitto nero ricolmi di libri di ogni tipo, tutto con la copertina rigida e in uno stile molto antico. Al centro c'erano delle poltrone e un tavolino da salotto dove era seduta la ragazza di prima, Csilla.
Kyara si avvicinò ad una lavagna bianca a cui erano attaccati dei disegni: alcuni fatti veramente bene, altri erano degli stickman eliminati con scritto su direttamente il nome.
Ognuno di questi era collegato in un modo incomprensibile ad un altro.
"AH NONONONONONONO! NON. Non.
Questi sono appunti privati!"
La ragazza francese girò con violenza la lavagna mostrando il lato opposto, ancora bianco, e la spinse verso il muro per allontanarlo dal campo visivo della telecamera.
"Camille, que-"
"SHHHSHSHSH! Nulla di importante! Non ti preoccupare! Dov'ero rimasta... Ah già! Ovviamente tutto ciò non sarebbe possibile senza uno staff propenso e disponibile!"
"Cam-"
La ragazza corse verso l'altro lato della stanza dove sedeva composta e sorridente una dancatrice folkloristica che sembrava smarrita ma anche divertita dalla situazione.
"Csilla è la mia assistente personale! Un ottimo acquisto considerando la poca disponibilità di altri nel progetto, ma comunque, un ottimo acquisto!"
Csilla salutò timidamente la telecamere mentre Camille continuava a parlare.
"Camille, credo che-"
"Uhhh, Kyara la smetti di interrompermi? Suvvia i cameraman non parlano durante le registrazioni!"
"Veramente-"
"Roba da matti, comunque dicevo: qui alla Camille s.p.a siamo lieti di usare tutti i mezzi necessari per i vostri obiettivi di curare la solitudine! Non per nulla la mia app offre tutti i servizi necessari in merito e-"
"CAMILLE MI VUOI ASCOLTARE?"
Kyara prese un respiro profondo e riprese, mentre l'altra ragazza la guardava in silenzio a braccia conserte.
"Possiamo parlare un secondo? Senza la registrazione o cose. Solo parlare"
La ragazza francese la guardò scettica e a braccia conserte.
"Ok?"
La content creator a questo mise giù la fotocamera.
In piedi, su un tavolo, questa osservava la conversazione tra le due
Non le si poteva vedere in faccia, ma si vedeva uno spiraglio dei loro movimenti.
Anche le loro voci erano molto offuscate dalla lontananza.
Si sentì un sospiro profondo da parte di Kyara:
"Camille, quello che sto cercando di dirti è che- insomma, è bello che tu voglia aiutare gli altri con le loro vite sentimentali! È un gesto carino di base, ma un conto è farlo per degli estranei che si sono iscritti ad un'app apposta! Un conto è, beh, quello che stai facendo qui, con i tuoi compagni."
"Perché? Cosa cambia?"
La matchmaker, ancora a braccia conserte non sembrava proprio afferrare il concetto che le stava provando a spiegare l'amica.
"Beh, Aster e Mohan non ti hanno mica chiesto aiuto, no?"
"Ma infatti io il piano lo dovevo realizzare in segreto! Per far sembrate che fosse destino! e cose così! E poi hai visto come è disperato Aster?"
"Camille!"
"COSA? È VERO!"
Camille allargò le braccia in un movimento veloce e infastidito.
"Siamo tutti ancora piuttosto agitati per quello che è successo l'altro giorno, specialmente Mohan. Ha bisogno di riprendersi, e sentirsi addosso tutta la pressione dei tuoi piani non aiuterà."
Era un tasto dolente.
"Quello che è successo l'altro giorno" era un ricordo dolente.
Lo si capiva da come Camille rimase in silenzo, col mento basso e le braccia lungo i fianchi.
Perfino Kyara se ne accorse.
"Scusami. So che vuoi evitare di pensare a Camille Stephane, ma-"
"Ha provato a incastrarmi. Quellx mocciosx mi ha ingannata, ha provato a incastrarmi"
"Camille... Mi dispiace"
"A me no. Non è la prima volta che ho a che fare con dei falsi amici, non mi fa più effetto."
Stavolta fu Kyara a rimanere in silenzio, non sapendo come reagire a quella affermazione.
Camille tornò a braccia conserte, prendendo un bel respiro.
"Comprendo però che non si può dire lo stesso per Mohan, o anche Enid...
Va bene, cercherò di fare la brava e rispettare i bo- i bounf- BUH- Vabbè, quella roba la dei limiti e del consenso."
"E chiedere scusa?"
Kyara mise i pugni sui fianchi come per rimproverare in maniera goliardica l'altra.
"Hmmmmpf... Devo proprio? Di solito è abbastanza inutile come cosa, specialmente se non mi dispiace affatto!"
"Camille!"
"Va bene, va bene! Mi farò perdonare, anche se non ne vedo il senso-"
"Beh, perché così potrai riavere la loro fiducia e possiamo essere tutti una classe unita! Non ti basta come motivazione?"
Camille esitò un'attimo, nessuna delle due si mosse per qualche secondo.
"Sì ok, va bene mi basta. Soddisfatta? Ho un ufficio da riarredare"
"Parlando della libreria-"
"NO OH, ALMENO L'UFFICIO ME LO LASCI. AVETE TUTTI UNA STANZA PER LE VOSTRE COSE, LASCIATEMI IL MIO UFFICIO"
La content creator scoppiò a ridere.
"Va bene, lasciamo perdere. Grazie della comprensione, sapevo che avresti capito"
Le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, e la francese borbottò qualcosa nella lingua natia al riguardo.
Dei passi si fecero più vicini alla fotocamera.
"Uhm... Kyara?"
"Sì Nicole?"
"Sicura di aver spento la telecamera? Perché sta, tipo, facendo il cerchietto lampeggiante rosso e il numeretto sta andando avanti-"
"Sul serio? Ah cavoli, evidentemente il pulsante di spegnimento è bello du-"
Buio.
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"Ok, rieccoci. Adesso toccava al giardino, giusto?"
La telecamera stavolta puntava alle mattonelle del pavimento del corridoio, mostrando i mocassini di Kyara.
"Hm-hm! Mi domando di che fiorellini si sta prendendo cura Enea!"
Nicole passò davanti e aprì una porta cigolosa, mostrando una luce fortissima che sbiancò lo schermo della macchina.
Quando la luce si affievolì, la stanza si rivelò essere una piccola serra, piena di piante più o meno esotiche, tutte etichettate.
Le pareti erano illuminate come quelle dei dormitori, ma gli schermi riproducevano quello che sembrava in tutto e per tutto un cielo soleggiato estivo.
"Enea, guarda!"
All'altro capo della stanza vi era Monica con un altro ragazzino più basso e dai capelli scuri a caschetto. Egli guardò la telecamera e mosse la mano sorridente.
"Ciao!"
"Hey hey! Che fate di bello?"
Kyara si avvicinò ai due riprendendo le varie piante della stanza.
C'erano piantine sui tavoli, rampicanti sui muri, piante grasse, perfino delle piante carnivore.
"Enea mi voleva mostrare le piante: quando abbiamo scoperto questa stanza erano messe male e da quando se ne sta prendendo cura sembrano messe molto meglio"
"Sapevo io che dovevo studiare latino! Questi nomi scientifici sono incomprensibili! Insomma, perché il girasole dovrebbe chiamarsi Luuuull- uh... lulèdeielì? Luladilo?lol? COME SI PRONUNCIA QUESTO ODDIO"
Kyara si avvicinò alla doppiatrice che cercava di leggere il cartellino attaccato al vaso dei girasoli.
"Nicole... Quello è albanese."
Spiegò Monica.
"OOOOOOOHHH! Mi sembrava strano che non finisse per "us". Comunque so pronunciarlo! Luu....leee...dielli! Luledielli! MAMMA MIA COME SONO BRAVA! C2 in albanese, modestamente"
Vi furono un paio di risate da parte di Kyara e Monica.
Poi la telecamera si girò verso Enea, che si era allontanato dal gruppo per andare dietro un muro di alberelli lasciando le ragazze confuse e incuriosite.
Kyara si avvicinò a osservare e dovette indietreggiare quando il plantsitter uscì dalle pianticine con tutto il busto.
Assieme a lui c'era anche un piccolo vaso di terracotta ricolmante di petali rosa.
Si avvicinò verso Monica tutto sorridente e le mise in mano il vaso.
"Oh? Per me?"
Il ragazzo annuì
"Bozhure! Per la mia amica!"
"Aww, grazie mille! Non- non dovevi"
Monica sorrise e si mise una mano sul cuore.
"OMMIODDIOCHECOSATENERAAAAAWWWWWW! Mi sento male, Kyara reggimi sto morendo di diabete!"
"NO NICOLE HO LA TELECAMERA"
"Ah già, scusa"
In tutta risposta Kyara sospirò per lo spavento.
Poco dopo, si vide Enea avvicinarsi anche alle due ragazze dai capelli rosa, con due nuovi piccoli vasi da regolare.
Stavolta il fiore in questione non era pomposo e rosa: i petali erano pochi e più uniti in un unico strato, che passavano da un giallo arancio molto acceso e maculato di marrone a delle punte rosa fluo. Potevano benissimo venire paragonati a dei gigli, ma il nome scritto sul vaso era invece "Alstroemeria".
Nicole prese in mano sia il suo vaso che quello della sua amica, poiché questa stava ancora reggendo la telecamera, lo spettatore silenzioso della scena.
"Kyara. Potrei piangere. È troppo carino"
Disse la doppiatrice fra uno squittio e l'altro.
"Grazie mille Enea! Molto gentile da parte tua"
"GRAZIE TESORINO! SONO SPLENDIDI, STRATOSFERICI, SUBLIMI E- credi che mi stia capendo? Non ho ben capito com'è messo di inglese"
Nicole piegò la testa di lato porgendo la domanda a Monica.
"Uhm, credo che dal tono si fosse capito, quindi non serve preoccuparsi"
Enea alzò la mano, come per chiedere l'attenzione delle tre, e iniziò a frugare in tasca cercando qualcosa.
Tirò fuori un paio di cartine e le guardò ad una ad una, con uno sguardo corrucciato finché non estrasse una carta che lo convinceva, al ché mise via il mazzo e mostrò la carta.
Era una piccola stampa di un pinguino con la bocca spalancata e sorridente e una scritta in nero "parla pure!".
Il plantsitter vedendo le ragazze confuse provò a indicare una delle piante e poi utilizzare la stessa mano con cui aveva indicato il vaso per replicare la forma di un becco aprendo e chiudendo velocemente la mano.
Per un attimo, pure Monica guardò il gesto perplessa, ma cambiò subito espressione, segno che era riuscita a comprendere il significato dietro.
"Credo che Enea ci stia dicendo che per prenderci cura di loro dobbiamo parlarci molto. Mi pare di aver sentito ogni tanto dire una cosa del genere sulla crescita delle piante."
Enea si girò sorridendo a Monica, come confermando quello che aveva detto. O forse solo fiducioso che quella fosse la traduzione corretta.
"Quindi suppongo che i fiori di Nicole cresceranno fino a sfondare il soffitto"
Disse ridacchiando Kyara.
"EEEEHIII! COSA VORRESTI INSINUARE, SIGNORINELLA? Porta rispetto ai tuoi anziani! Scostumata!!"
Fu la risposta della doppiatrice con una voce da nonnette, in cui l'accento italiano non poteva che rendere il tutto più comico.
"Vergognati!!"
"BHAHA- Eddai! Era per scherzare!"
"Sito 'ndrio sghersà, eh? Miga seo mona io! Miga seo mona!"
Nicole incurvò la schiena e socchiuse gli occhi arricciando le sopracciglia, imitando anche le movenze di una anziana signora
"PFFFF- QUE?! Mas que idioma você fala?! "
"I DON'T SPICC TACOBELL!!"
La risposta definitiva della più grande, in una perfetta imitazione di Paperino con tanto di sclero tipico del personaggio scuotendo la testa, fece quasi cadere a terra Kyara dalle risate, lasciando perplessi gli altri due presenti.
Anche Nicole si aggiunse alle risate, e le due risero per un paio di minuti.
"...ma tutto ok?"
Domandò titubante di Monica.
"Sisì, non preoccuparti. E scusateci il disturbo!"
"Nono! Non stavate disturbando, figuratevi!"
"Ok..."
Kyara si rialzò in piedi e riprese la macchina per spegnere il video.
"Ora non ci rimane che la stanza di registrazione e abbiamo finito."
"SIII! IL MIO REGNO!"
"Hm? Che c'è Enea? .... Uhh, ok! No problem, non serviva chiedere il permesso"
Il rumore di passi veloci che battono sul pavimento liscio accompagnarono gli ultimi istanti del video.
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Nicole era al centro dell'inquadratura, in una stanza dai muri neri e che sembravano essere fatti di gomma piuma.
"-nvenuti nel mio regno! Beh, non è propriamente tutto mio mio, ma comunque il senso è quello! Questa è l'aula di registrazione! Dove la magia avviene partendo dalle corde vocali che fanno brbrbrbrbrbbbbb generando suono accuratamente gestito da noi umili artisti della voce"
Spiegando il tutto, la ragazza compieva movimenti ampi e assurdi, che si conclusero in un inchino.
"Come potete vedere ci sono ben due stanze registrazione e un corridoio con le rispettive postazioni di controllo! Abbiamo microfoni, mura insonorizzate, cuffie..."
A quest'ultima la doppiatrice mise su un paio di cuffie belle grosse e mosse la testa come se stesse ascoltando della musica metal. Questa sua gag si stoppò quando sgranò gli occhi e si tolse lentamente le cuffie rimettendole al posto. Al che la telecamera si mosse verso il vetro della sala registrazione, dove un ragazzo dai capelli rossi naturale e a cui mancava un occhio stava parlando tranquillamente al microfono.
"...Jack che fa strane battute sulla tratta degli schiavi... Poi c'è della bella musica!"
La ragazza dai capelli rosa fecce un largo passo e premette un pulsante apparentemente a caso, facendo partire uno scoppiettio da delle casse che iniziarono a riprodurre la voce di una ragazza.
"Davvero impressionante, angioletto! Il tuo range vocale è davvero fenomenale!"
"Grazie Debby! Ma tu sei decisamente mille volte meglio!"
"Oh susu! Così mi farai arrossire! Che duetto vorresti provare stavolta?"
I nuovi soggetti della telecamera di Kyara, dietro ad un altro vetro di cui non sembravano poter vedere attraverso, c'erano una ragazza dai capelli castani raccolti in due code alte e un ragazzo visibilmente più basso che portava invece delle codette bionde poco dietro la testa, e che osservava attentamente l'altra sorridendo.
"Non saprei... Tu cosa proponi?"
"Hhmmmmm vediamo... Hai presente quella che fa..."
La ragazza iniziò a canticchiare la canzone aspettando una reazione da parte del biondo, che scosse la testa incerto.
Nel mentre la castana tirò fuori un paio di fogli da quello che sembrava un cassetto.
"Beh, può essere un test simpatico di fine lezione! Nel dubbio basta che segui me e quando te la senti ti butti! Non avere paura, angioletto"
E gli porse i fogli con lo spartito.
"Aspetta che vado ad accendere la base, torno tra un istante"
"Va bene Debby!"
E prima di quanto si aspettassero, la porta della stanzetta si aprì, e Debby fissò per qualche istante le due ragazze dai capelli rosa.
"Oh, ma qui si è formato proprio un bel pubblico!"
Disse portandosi al petto la mano, perfettamente curata e con lo smalto rosa acceso.
"Ciao Debby! Non siamo qui da molto in realtà! Abbiamo sentito solo la vostra conversazione, il che era un pessimo tempismo visto che volevo far sentire al pubblico a casa della bella musica"
"Addirittura pubblico da casa? Fantastico"
"Debby!"
La ragazza si girò di scatto, e kyara fece dei passi di lato per mostrare ciò che aveva attirato l'attenzione della ragazza: un piccolo plantsitter con in mano un vaso di cercamica da cui fuoriusciva una pianta dalle grandi foglie verdi e uno stelo curvo con tanti piccoli fiori bianchi a forma di polipetto.
Enea tutto contento diede il vaso a Debora i cui occhi si illuminarono vedendoli.
"Oh ma è bellissimo, angioletto! È per me?"
Debby si indicò portandosi una mano al petto ed Enea sembrò capire, dato il suo annuire entusiasta.
"zambak i luginës!"
"Che teneri... Sono i... Oh mamma, non mi viene il termine inglese... Mughetto ma in inglese, quindi..."
"Lily of Valley?"
Chiese Kyara attirando l'attenzione della castana.
"Esatto! Grazie angioletto! E questo vale anche con te"
Debora colpì con la punta del dito il naso di Enea, cercando di non infastidirlo con l'unghia rosa ben curata, come un buffetto affettuoso.
"Grazie mille! Sei veramente un amore"
Enea sorrise gentilmente all'amica, e corse via salutando con la mano il gruppetto, tornando probabilmente al giardino interno.
Debora rispose con un sorriso calmo sulle labbra, poi si portò le mani in tasca e si girò verso le due compagne dai capelli rosa:
"Tornando a noi, angioletti...
Per me non è un problema se rimanete a guardare, se ne avevate dubbi. Vi chiedo solo un piccolissimo favore... Anzi due in realtà!"
Si avvicinò alla postazione e indicò con la mano dei pulsanti alla doppiatrice.
"Se premete il pulsante per la base quando vi dò il segno e se poi applaudite la performance di Franco sarebbe meraviglioso! Sono sicura che apprezzerà molto e si sentirà l'autostima migliorata di molto! E io ne sarei molto grata"
"Nessun problema!"
Disse la content creator avvicinandosi alla postazione e mettendo nell'inquadratura Franco che aspettava, con un'espressione imperscrutabile e neutra.
"Sissignora, Signora Debbylic signora! Missione tecnico audio & audience attivata! Faremo del nostro meglio, tu non preoccuparti e divertiti"
"Grazie mille angioletti! Ci vediamo dopo! E buon ascolto"
Debby rientrò nella stanza e dopo poco, lei e Franco, iniziarono la canzone...
La base era una chitarre acustica molto tranquilla e da un rumore leggermente gracchiante, accompagnata da un leggero sottofondo di archi.
"Ciao, semplicemente ciao!
Difficile trovar parole molto serie
Tenterò di disegnare"
La melodia continuava ma adesso scoppiettava la percussione di una batteria mentre la voce di Debby cantava con energia e allo stesso tempo delicatezza.
"ODDIO MA QUESTA LA CONOSCO! È QUELLA DE-"
"Shhhh! Nicole, così non si sente nulla!"
"Ah scusa!"
"Guarda senza parlare"
La musica diventava più energica e Debora si aiutava con le mani per raggiungere le note più alte, un movimento istintivo come chiudere gli occhi sempre per lo stesso scopo.
Guardò verso Franco, come a dargli il segnale che era il suo momento di aggiungersi nel duetto.
"Azzurro come te!
Come il cielo e, il mare"
La voce timida di franco dava un contrasto dolce e incantevole con quella di Debora.
"E giallo come luce del sole
Rosso come le cose che mi fai
Provare"
La melodia riprese ad essere la sola musica presente in quella stanza.
Debora indietreggiò di qualche passo incitando Franco a cantare da solo.
"Forza angioletto! Ce la puoi fare, stai andando benissimo!"
Il ragazzo esitò un attimo
"Coraggio! Mi aggiungerò a metà strofa, non preoccuparti"
"Ciao, semplicemente, ciao"
Franco si strinse leggermente le cuffie sulle orecchie e provò a copiare il modo in cui l'amica aveva provato a cantare la strofa precedente.
"Disegno l'erba verde come la speranza
E come frutta ancora acerba"
Franco copiò movenze e note come le aveva viste da Debby, e lei lo accompagnò, a voce bassa, come lui aveva fatto con lei.
"E adesso un po' di blu
Come la notte
Il bianco come le sue stelle
Con le sfumature gialle
E l'aria puoi solo respirarla"
A questo punto entrambi cantavano con la stessa intensità, la stessa energia.
Lo stesso divertimento.
"Per le tempeste, non ho il colore
Con quel che resta, disegno un fiore
Ora che è estate, ora che è amore"
Franco, senza accorgersene, cantò questa parte in un assolo.
Per qualche istante, sembrò perdere emozioni nelle parole, come distratto da qualche pensiero sgradevole.
Debby gli mise con affetto la mano sulla spalla, porgendogli un sorriso a cui lui rispose con uno uguale spiccicato.
"Azzurro come te
Come il cielo e il mare
E giallo come luce del sole
Rosso come le cose che mi fai
Provare"
La canzone si concluse e Franco sobbalzò quando sentì un fragoroso applauso proveniente dalle mani di Nicole.
Kyara, avendo le mani occupate dalla telecamera, si dovette limitare a complimentare a voce i due duettanti.
"Bravissimi! Siete stati veramente veramente bravi!"
"NO GIURO! ERAVATE PROPRIO UNA ROBA INCREDIBILE! MERAVIGLIOSA! INCANTEVOLE! STRATOSFERICA! Franco sicuro di non essere segretamente figlio di Justin Bieber?"
"Impossibile, quello sono io"
"Jack?! Da quanto tempo stavi qui dietro di me?"
"Sono un po' come Tata Matilda: quando non è richiesta la mia presenza ci sono, e quando è richiesta, io non ci sono. Comunque bravini, ci stava."
Franco era rimasto preso alla sprovvista ma anche abbastanza lusingato dalla reazione degli altru Ultimates.
"Grazie a tutti! Ma se non fosse per Debby non saprei nemmeno le basi, lei è veramente talentuosa"
"Oh grazie angioletto, ma tu sei veramente un diamante grezzo, hai un sacco di potenziale! Potresti lavorare nel mondo del canto!"
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Mocassini.
Si poteva vedere solo tre paia di mocassini e il pavimento.
"Pensavo ci fossi tu in bagno!"
"Nope! Ero tutto il tempo con Kyara in giro per il piano!"
"Allora chi si è bloccata in bagno??"
Noa e Nicole stavano discutendo, un paio di mocassini facero dei passi agitati andando infine a bussare fragorosamente una porta.
"OH GUARDA CHE SE NON APRI ENTRO POCHI SECONDI SFONDO LA PORTA E TI MENO! QUINDI TI CONVIENE APRIRE, CHIUNQUE TU SIA"
"Non è che sono i fantaaaaaasmi?"
Nicole gesticolò con le dita per dare l'idea di spettralità.
"Non penso proprio..."
"Va tutto bene? Ho sentito gridare e..."
"Csilla sai chi è entrata in bagno per ultima?"
Noa era visibilmente irritata dalla situazione: aveva ancora i capelli bagnati e stringeva le spalle accapponate dal freddo.
"No, non mi pare... Camille è ancora nel suo studio... Forse Monica?"
"Io cosa?"
Da un lato arrivò la grafica, dall'altro l'autrice di testi musicali, Debora. Entrambe probabilmente attratte dalle urla di Noa.
La nuotatrice rispiegò la situazione al gruppetto che continuava a crescere.
"Devo farmi la doccia, la porta del bagno è chiusa a chiave e non sto capendo chi si è chiuso dentr- Kyara. Ti serve per forza fare il video di tutto questo?"
"Uh.."
Kyara ridacchiando imbarazzata cercando le parole giuste per la risposta.
"Pensavo potesse essere carino un video di questa situazione... Magari è un giga-scherzo e rideremo tutti insieme in futuro al riguardo!"
"Ti rendi conto che ci potrebbe essere un cadavere, vero?"
La telecamera tremò leggermente.
Kyara rimase ammutolita.
Il silenzio fu gelido e la tensione tagliente.
Finché l'atleta tedesca non sospirò.
"Ho capito. Devo sfondare la porta."
Noa si allontanò decisa dalla porta, risvegliando un vociare di gente che cercava di dissuaderla.
"Angioletto, forse non è una buona idea-"
"Come ha detto Debby, se i bidelli lo vengono a scoprire potrebbero ucciderti. Sono abbastanza sicura che era una delle regole"
"Se avete idee migliori ben venga. Per adesso:"
Noa corse a tutta velocità verso la porta.
A metà strada saltò in aria e la gamba destra era perpendicolare al pavimento, pronta per calciare la porta.
Se non fosse che venne presa al volo da Enid.
"EH NO! MEGLIO DI NO FRA"
Enid la rimise giù e indicò la cornice della porta.
"Vedete l'incastro della porta? Da questo lato si può solo tirare! Questo significa che non riuscirai mai a romperla con solo la forza umana! E poi il calcio volante è il metodo meno sicuro di sfondare una porta, semmai si usa la spalla, la schiena o un calcio ma con i piedi per terra."
Tutti guardarono allibiti la stuntman, come se non fosse credibile che la bionda potesse compiere quel ragionamento.
"CHE C'È? Io amo le mosse epiche d'azione, ma mi piace anche rimanere tutta intatta!"
"Ok, quindi come la apriamo la porta?"
Chiese Camille tenendosi il mento.
"Forse con un ariete di qualche tipo?"
Chiese Csilla gentilmente.
"OUI! Esatto! Però cosa possiamo usare?"
"UUHHHH VOGLIO LAVARMI! GIURO CHE APPENA SCOPRO CHI C'È IN BAGNO LO- LO- NON LO SO TRADURRE, FANCULO!"
Noa si teneva la fronte con entrambe le mani dall'esasperazione.
Fu in quel momento che una voce elettronica riprodusse una melodia, simile ad una qualche canzone degli ABBA.
"Hmhm hmhm hm hm, pam pam param, dubidubi duuuu- oh!"
Il bidello robot dall'occhio blu si fermò e vide la mandria di ultimates che lo fissavano.
"Uhm... Buona seva?"
"Kyara veloce! Servono altre mani per tenerlo fermo!"
"Arrivo un secondo! Devo solo appoggiare la telecamera!"
Kyara regolò l'obbiettivo in modo tale da mostrare i busti delle altre ragazze mentre esse reggevano il bidello robotico terrorizzato e confuso dalla situazione.
"Fatto!"
Annunciò, correndo verso il gruppo.
"Dovrò chiedertelo una seconda volta, ti serve per forza fare un video di tutto?"
"Oh suvvia, angioletto! Lasciala divertire un po'!"
"Voglio scendeve... Non avete un altvo modo pev apvive la povta?"
Chiese il robot tenuto fermo da tutti i lati.
"Hai una copia delle chiavi?"
Chiese Enid con un tono stranamente freddo.
"...no... C'è solo la vostva copia..."
"Okk, GENTE, AL TRE SFONDIAMO LA PORTA!"
Si misero tutti in posizione.
"1, 2,3!!"
Sbam!
Lasciarono cadere il bidello robot che, appena ebbe i piedi per terra, girò per qualche secondo su se stesso stordito dalla batosta e cadde con le gambe divaricate.
"Oh-oh... Jevvy non savà felice..."
Kyara tornò verso la telecamera e la riprese in mano.
I volti sconvolti degli Ultimates si fecero sempre più vicini.
"Mohan?!"
Nessuno si mosse, se non per arricciare le sopracciglia dallo stupore.
Kyara girò la telecamera verso la porta ora storta e con la cornice danneggiata.
"Ah."
Esclamò quando mise a fuoco il ragazzo.
La stanza era larga, c'erano da un lato i rubinetti, gli specchi e tutti i materiali necessari per la cura della pelle, del corpo o dei capelli, dall'altro c'erano delle porte, alcune per i bagni e altri per le docce.
E infondo, nel muro parallelo al corridoio, c'era Mohan.
Con una spalla al muro, le ginocchia attaccate al petto e, in mano, un pettinino per le ciglia.
Aveva gli occhi spalancati e le goti rosate dall'imbarazzo.
"Momo! Che ci fai qui? Non lo sai che è il bagno delle donne?"
Enid si avvicinò per prima, con i pugni sui fianchi e in maniera goffa e buffa.
"O ci devi dire qualcosa sulla tua identità di genere? Tranquillo bro, sono l'ultimo che può giudicare in merito"
Mohan aveva le labbra larghe e serrate.
Non era chiaro se per lo spavento, per la confusione o per l'oscuro e segreto motivo per cui si era chiuso nel bagno.
"Volevo...Aggiustarmi il mascara.... Non c'è il trucco nel bagno dei maschi...."
"Visto Noa?"
Esclamò Kyara con un tono allegro.
"Non era nulla di grave! Semplicemente Mohan voleva usare il set di trucchi e si vergognava troppo per chiederlo! Caso risolto!"
Noa la ignorò del tutto.
"GAAAAASP"
Urlò Nicole come se avesse avuto un'epifania.
"ENID! ENID!"
"Sì! Lo so, hai vinto la scommessa e adesso ti devo soldi!"
"Che scommessa?"
Chiese Mohan con un filo di voce, che si perse per il volume della doppiatrice che continuò a urlare.
"ODDIO ANCHE! Ma no! Ho avuto. L'idea! DEL SECOLO!"
I due si avvicinarono, si guardarono negli occhi e lo stuntman sembrò capire subito le intenzioni della doppiatrice.
Quando Nicole capì che Enid aveva capito iniziarono a saltellare estasiati.
"Perché ho improvvisamente paura di quello che stanno per fare e/o dire?"
Chiese una voce francese dietro Kyara.
I due alzarono le braccia al cielo e urlarono
"MAKE UP PARTY!!!"
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"Ecco fatto, vi piace?"
Il filmato riprese, stavolta come soggetti c'erano i due ballerini del gruppo, Mohan e Csilla, con Camille seduta a gambe incrociate e appoggiata alle spalle di Csilla.
La ballerina teneva in mano il mascara, con cui aveva appena finito di ritoccare le ciglia di Mohan, il quale si alzò e andò a guardarsi sullo specchio della stanza per controllare il risultato.
Scosse lentamente la testa per guardarsi da più angoli, sorrise e si girò verso la ragazza.
"È perfetto! Grazie mille Csilla! Gentilissima!"
"Di nulla"
Rispose lei con le guance rosate dall'imbarazzo e massaggiandosi il collo.
La ragazza affianco dai capelli rosa scuro aveva le sopracciglia arricciate e una smorfia sulle labbra in disappunto.
"Non direi effettivamente perfetto, mi sembra un peu storto... Ma nulla di grave, credo, tanto è quasi sera, non durerà a lungo."
"Però è divertente!"
La ragazza francese sbuffò sorreggendo il mento con i palmi delle mani.
"Suppongo di sì, dai. Gli dò un sei su dieci"
"Solo un sei?"
Mohan era tornato a sedersi vicino alle ragazze, con le ginocchia alte e abbracciando le gambe. Anche da seduto superava in altezza le due.
"Non sarai troppo severa?"
"Quando sei a capo di un business devi pretendere sempre e solo il meglio!"
Camille mosse al vento un paio di ciocche con aria superba.
"Camille, volete provare anche voi? Credo di averci preso la mano!"
"Hmm va bene"
La più bassa dei tre, ruotò gli occhi, allungò il collo e chiuse le palpebre.
"Non farmi sembrare un clown o ti denuncio"
L'altra ridacchiò.
"Non mi permetterei mai. Mohan mi passi l'eyeliner?"
"Questo qui?"
"Esatto! Grazie mille! Sei gentilissimo"
"Uh di nulla!"
Mentre i due si mettevano al lavoro, una figura nello sfondo della telecamera si alzò e fece qualche passo verso il ballerino.
Aveva un'espressione in volto leggermente irritata.
"MOMO!"
Il ragazzo si girò preoccupato.
"Tutto bene Aster?"
A quel punto cambiò completamente espressione, da irritato qual era a imbarazzato.
"Ah sì- no- tutto bene! Non intendevo urlare... Forse sono ancora sotto effetto del caffe? Hehe..he... Eh...."
Mohan guardò il pittore confuso, che arrossì solo di più agitato.
"Ecco... Volevo chiederti uhm... Puoi aiutarmi con la tinta? Beh, non la mia ma tipo quella degli altri..."
Aster mostrò il pennello col le setole sporche di ciano e una ciotola scura con dentro il medesimo colore.
"Uh ok? Sembra divertente"
Il ballerino fece per alzarsi, mentre la ragazza francese guardò verso la telecamera come a cercare conferma o consiglio.
"Aspettate!"
I due si girarono a guardarla e si diedero uno sguardo preoccupato.
Camille strisciò con le ginocchia per avvicinarsi ai due.
"Je... Volevo scusarmi per quello che ho fatto l'altro giorno... E non è così facile farmi chiedere scusa, quindi dovreste sentirvi onorati!"
I due la guardarono impassibili, se non per il più basso che Incrociò le braccia, e lei prese un respiro profondo.
"Je suis désolé. Perdonatemi, ho agito senza considerare la vostra opinione al riguardo e penso capiate cosa vuol dire cercare di non pensare a... Tutto quello che sta accadendo. Prometto che non agirò più alle vostre spalle, o quelle di chiunque altro."
Vi fu un'attimo di silenzio, colmato solo dalle voci di sottofondo degli altri nella stanza e che durò finché Mohan non si fece avanti.
"Camille certo che ti perdono, non ti devi preoccupare! Certo è stato strano, ma so che avevi le migliori intenzioni. Quindi non preoccuparti, è acqua passata"
Spiegò quindi sorridendo gentilmente alla ragazza.
Poi Aster sospirò e aggiunse:
"Se anche Mohan è d'accordo va bene...
Accetto le tue scuse Camille, ma devi assicurarmi che non farai più una cosa del genere"
"Oui, l'ho promesso! Non ho intenzione di ripetere gli stessi errori! E suppongo io debba ringraziarvi quindi, merci per la cordialità. Fate pure quello che dovevate fare"
Detto ciò, la francese si allontanò dai due e tornò a parlare con la ballerina che riprese a truccarla.
Silenziosamente la telecamera seguì il ballerino indiano e l'artista, mentre una voce sovrastava tutte quelle di sottofondo.
"Kyara? Kyara? Kyri? Sabrigamer?? KYARA MI SENTII???"
"AHI- Nicole! Il timpano!"
La telecamera si mosse bruscamente sull'esclamazione della content creator portoghese.
"Che hai? Che c'è?"
"No niente, vuoi una mano a ritingere i capelli? Sembrano un po' sbiaditi.."
"Ah no, non preoccuparti, sono apposto"
Vi fu qualche secondo di silenzio, mentre sullo schermo Mohan teneva con delicatezza delle ciocche nere di Noa così che Aster potesse tingere i punti più vicini al cuoio capelluto.
"Kyara stai bene? Sei tutta silenziosa e in disparte... Guarda che se ti senti poco bene o sei stanca puoi anche concludere la registrazione e andare a-"
"No. No, sto bene. Voglio solo registrare questo bel momento per farlo durare per sempre"
"Hm... Ma così, paradossalmente, non perdi l'occasione di partecipare al momento stesso?"
Nuovamente silenzio.
La telecamera si era lentamente abbassata durante la conversazione.
"Hmm... E se prendessi io la telecamera e te ti mettessi con noi a chiacchierare mentre finiamo con la tinta?"
"Beh sì, è una buona idea!"
"E allora facciamolo! Molla qua sorella"
Quando la telecamera si rialzò davanti c'era Kyara che sorrideva riconoscente alla doppiatrice.
"Forza, andiamo dagli altri!"
"Ok... Ho finito! Spero che venga uniforme"
Aster appoggiò la ciotola e Mohan si liberò le mani dai capelli neri di Noa.
"Quanto dite che dovrò aspettare?"
"Beh sono le 19:16 adesso, o almeno, nello schermo è scritto questo, e sono abbastanza sicura che non sia il minutaggio del video in sé, quindi-"
"Io direi venti minuti circa."
Kyara era seduta fra la telecamera e Noa, a pancia in giù, sorreggendosi con le mani il viso e sgambettando all'aria.
"A chi serve adesso?"
"A me, fammi tutto blu così sono in tinta con la princesa qui affianco"
Un ragazzo dai capelli rossi fiammanti si era appoggiato comodamente con le braccia sulle spalle della triatleta che ben presto lo scrollò via.
"Ahia, il mio cuore"
Piagnucolò il cacciatore di tesori con molta ironia.
"Opfer..."
Borbottò l'altra con un accenno di sorriso e stiracchiandosi le braccia.
"Ma poi tu da dove sbuchi? Quando sei entrato nel bagno?"
"Ho sentito un vociferare qui dentro e un silenzio mortale la fuori e non mi sembrava giusto rimanere escluso alla fiesta"
Di tutta risposta, ella roteò gli occhi sospirando.
"Pff- sembrate un po' una coppietta in fase di divorzio"
Fece notare Kyara trattenendo le risate.
"ODDIO VERO!! Luis e palesemente il marito sfigato delle commedie cinepanettone che passa tutto il film a inseguire l'amata sperando che lo perdoni! Gli manca solo una serenata alla Checco Zalone ed è PER-FET-TO!"
Nicole si guardò intorno nel gruppetto molto velocemente cercando qualcuno a cui continuare il suo ragionamento.
"Uhh, spe' Mohan? Tu hai visto qualche classico cinepanettone italiano?"
L'indiano la guardò un po' confuso indicandosi.
"Non credo...?"
"COME NO? OMMIODDIO BRO DEVI RECUPERARTI TUTTO!! NON PUOI ANDARE A VIVERE IN ITALIA SENZA CERTI PILASTRI CULTURALI!"
il gesticolare con ampi movimenti di Nicole fece volare a destra e sinistra l'oggetto per la registrazione, cosa che fece preoccupare la effettivamente proprietaria non poco.
"Almeno il Gabibbo lo conosci?"
"Il coso rosso?"
"SÌ QUELLO CHE URLA LE PAPEREEEE"
"NICOLE TI PREGO FERMA CON LA TELECAMERA"
"Ah già vero la telecamera! Scusa Kyara"
Kyara emise un gemito esasperato ma soprattutto divertito.
Aster si avvicinò alla doppiatrice.
"Credo di aver trovato il tuo colore, ma se ti muovi come prima sarà praticamente impossibile tingerti la ricrescita"
"Ah ops, vabbè prometto che farò la brava! Lo giuro sul mio peluche di Paperino! Che se non lo sapessi è la mia infanzia la mia vita la mia moglie e darei la vita per lui"
Lei rispose dicendo l'intera frase senza prendere mai fiato, il che inquietò non poco il pittore tedesco ma che si accontentò della promessa senza fare troppe domande.
"Questa però la prendo io, a scanso di incidenti"
"EHI!"
la telecamera tornò così in mano a Kyara, con grande disappunto e spiacere di Nicole.
"Vado a vedere che fanno intanto gli altri, te cerca di stare ferma e di non far sclerare Aster"
L'italiana sospirò.
"Dov'è Enid quando serve? Lei almeno mi capisce!"
Un fragoroso rumore di sciacquone rimbombò nella stanza.
"Ah vero l'aveva anche detto. Vabbè te vai e divertiti! Io starò qui a fare la bella statuetta! Una statua greca! La Nike-ole di Samotracia! Che poi sapevate che le statue greche in realtà erano tutte tinte coloratissime! Solo che i rinascimentali erano scemi e pensavano che non fossero colorate perché erano tutte sbiadite! Mi chiedo come doveva essere tipo l'Atena Parthenos nel periodo in cui esisteva ancora tutta intatta! Sarebbe tipo troppo figo da-"
La doppiatrice continuò a parlare per vari minuti ininterrottamente, anche in sottofondo quando Kyara si allontanò.
Si poté comunque disitinguere una breve conversazione fra Mohan e Aster:
"Sono tutti così gli italiani? O almeno, in maggior parte"
"Pfff-"
Mohan trattenne una risata calda con la mano, e il volto dell'altro si avvicinò al colore rosato della tinta all'interno della ciotola.
"Oh che peccato, angioletto, il rosa non sembra proprio essere il tuo colore..."
Debora portò una mano silla sua stessa guancia in segno di dispiacere, mentre Franco si specchiava su uno specchietto portatile.
"Nessun problema, Debby. Almeno ci abbiamo provato"
"Hey hey! Posso unirmi al club?"
Il cosidetto club, composto da Debora, Franco, Monica ed Enea, alzò lo sguardo verso la telecamera volante
"Ciao Kyara!"
"Certo che puoi angioletto!"
I due più chiacchieroni del quartetto parlarono in perfetta sintonia, mentre la grafica e il badante di piante si limitarono a salutare con la mano, ma non con meno simpatia.
Kyara si sedette con loro e Franco riprese a struccarsi.
"Vediamo... Cosa potrebbe stare bene a Monica?"
"Ah no, preferirei evitare."
"Oh suvvia angioletto! Non devi preoccuparti, poi se non ti piace puoi sempre struccarti!"
"Preferisco di no e basta. Mi dispiace ma non vedo il motivo di sprecare così il materiale e non ho memmeno tanta voglia di truccarmi per dovermi pulire subito"
Spiegò con uno sguardo apatico e le braccia conserte la ragazza dai capelli grigi.
"Oh, va bene! Nessun problema angioletto! Se non vuoi non vuoi! Kyara tesoro, vuoi favorire? Secondo me un dell'ombretto viola e qualche stellina qua e là ti renderebbero davvero spettacolare!"
"Nah passo anch'io"
"Okk! Non preoccupatevi angioletti!"
Enea si mise a frugare in tasca e a cercare assiduamente fra le sue carte qualcosa con cui comunicare, ma sembrava non trovare nulla e ciò lo portò a grattarsi il capo.
"Enea, cosa devi dire?"
Gli chiese Monica raccogliendo delle carte che gli erano cadute nella ricerca.
Lui, messo in difficoltà ma comprendendo la domanda, prese in mano dei trucchi e indicò Debora.
"Vuoi per caso truccarmi angioletto?"
La cantautrice si allungò verso il ragazzo portandosi una mano al petto come ad indicarsi, e scandì bene le parole sperando di riuscire a farsi capire dall'altro.
Lui annuì e tutto sorridente diede in mano i trucchi vari alla ragazza, che dovette elaborare un attimo cosa era successo.
Kyara ridacchiò.
"Evidentemente vuole che lo trucchi tu!"
"Aw che tenero, va bene. Cerchiamo di fare un buon lavoro. Franco caro, ti va di aiutarmi?"
"Ovvio!"
I due si prepararono con gli utensili, ma non fecero in tempo ad iniziare che una voce robotica spaventò tutti i presenti portando molti a coprirsi le orecchie per ripararsi dal frastuono.
"AAAAAAAHHHH! CHE È SUCCESSO ALLA PORTA DEL BAGNO?? CHI HA FATTO TUTTO CIÒ??"
un robot smilzo dalla camicia blu entrò nella stanza agitando le braccia in aria su tutte le furie.
"VOI ULTIMATES SIETE TUTTI NEI GUAI FINCHÉ NON ESCE FUORI IL COLPEVOLE DI QUESTO SCEMPIO!!!!"
"È colpa mia. Ho rotto io la porta. Problemi?"
Tutti i presenti si girarono verso Noa. In piedi e senza esitazione.
Poco dopo si alzò anche Aster al suo fianco con la stessa decisione nello sguardo.
"In realtà è un po' colpa di tutti. La porta era bloccata dall'interno, nessuno trovava le chiavi, abbiamo deciso tutti assieme di aprirla con la violenza."
La pupilla dell'occhio giallo di Jerry puntava inespressiva i due tedeschi per qualche secondo di silenzio.
Finché un suono acuto, come di timer di cucina, non uscì dal robot che sobbalzò.
"Oh! Ma guarda un po'! È ora di cena! Forza, tutti giù in sala mensa!"
Tutti rimasero fermi e basiti, mentre il robot iniziava già ad incamminarsi a passo lungo e fischiettando un motivetto.
"Aspetta... Non hai intenzione di ucciderci o punirci?"
Chiese Aster abbastanza confuso.
"Oh, c'è tempo e modo, signorino Morgenstern! Se qualcuno di voi decidesse di uccidere un compagno durante un pasto, davanti a tutti, sarebbe un momento inopportuno, no? Adesso è ora di cena, quindi si cena."
La spiegazione non sembrò accontentare nessuno.
"Morale della favola: non vi punirò. Dopo l'ora di cena c'è quella di dormire e il giorno dopo è insensato giustiziare per un effrazione passata. Questo è come funziona l'algoritmo della mia programmazione. Ora forza! Stasera Berto ha preparato per vuoi delle cotolette alla milanese!"
Pian piano i ragazzi si mossero uscendo dalla stanza.
Pian piano si generò il silenzio nella stanza.
Pian piano Kyara abbassò la telecamera e spense la registrazione.
Nero.
Nero e niente bianco.
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Di nuovo ronzio.
Un ronzio lieve quasi impercettibile.
È diverso dal solito.
Come se si possano catalogare.
Identificare.
Descrivere.
Beh è questo quello che facciamo noi umani, no?
Catalogare, identificate, descrivere..
Parlare.
In mille sfumature diverse
Insultare e urlare, scherzare e complimentare, descrivere e narrare...
Sempre e comunque parlare.
Il ronzio
Il ronzio continua.
Sempre più forte.
Sempre più fitto.
E fastidioso.
Quel crescendo di suoni che ti fa pensare ad un'esplosione.
Ma sai già che è solo un ricordo.
Un passato bloccato nel tempo.
Una registrazione.
Il ronzio scoppia.
Rumore.
Brusio.
Voci ovattate in sottofondo.
Come lo volete chiamare.
È pur sempre rumore.
Un sospiro di noia molto vicino alla registrazione.
Il rumore fu l'unico suono per un paio di minuti, finché un'altra voce non si fece sentire.
"Ok! Siamo tutti? Possiamo cominciare?"
Era una voce di donna il cui tono era alto e deciso.
"Ottimo. Buongiorno a tutti! Grazie per essere così numerosi a questa lezione speciale. È veramente un onore poter istruire le nuove generazioni su queste tematiche di attualità!"
Dopo poche frasi della donna riprese il brusio annoiato e pettegolo tipico di una classe di ignoranti e immaturi.
La donna tossì richiamando l'attenzione e la riottenne in un secondo.
La tensione si fece palpabile.
Non serve la vista per capire come ella mettesse paura.
"Credo che tutti qui mi conoscano, ma nel caso non aveste letto i documenti che avete firmato, mi presenterò lo stesso:
Il mio nome è Junko Enoshima.
Studio filosofia, sociologia, e anche qualcosina di psicologia, ma forse mi riconoscerete di più per il mio libro o per le teorie al suo interno che stanno girando qua e là per i social."
I tacchi battevano avanti e indietro sul pavimento dell'aula.
"Ma andiamo al dunque. Qualcuno che sa dirmi che cos'è il talento?"
Silenzio tombale.
Era una di quelle domande a cui tutti pensano di saper rispondere, ma che su due piedi è difficile spiegare.
"Va bene... Facciamo il gioco del chiamare la gente. Vediamo vediamo vediamo.... Tu! Tu con le braccia conserte e che non sta prendendo appunti! Sapresti rispondere?"
Una voce molto vicina alla registrazione prese a parlare.
"Uhhm... È un complimento, la celebrazione delle capacità di una persona in un determinato contesto e più talento hai, più teoricamente dovresti essere celebrato"
"Non male come risposta, quindi stai supponendo che il talento è solo una serie di abilità ben allenate?"
"Boh, sì?"
"Interessante"
Di nuovo quel suono di tacchi sul pavimento.
Sempre più vicino.
"Eppure, quando parliamo di talento, quando vogliamo decretare la persona più talentuosa in un campo, parliamo di un qualcosa che tu stai completamente ignorando nella tua spiegazione. Scetticismo? O non ti è proprio passato per la testa?"
Il tono di Junko era accusatorio, ma sempre vivace, saccente, come se si divertisse a mettere in difficoltà l'altro.
"Non capisco bene a cosa ti stia riferendo"
"Se bastasse allenarsi tanto, non saremmo tutti uguali in fatto di corpo e mente? Eppure siamo tutti diversi! Per esempio i tuoi compagni hanno bisogno di prendere appunti come monaci amanuensi per memorizzare questa lezione, e tu ti fidi completamente della tua memoria."
Ironia pungente.
Vi furono un paio di rumori come se stesse sollevando l'oggetto della registrazione e la persona proprietaria di esso spiegò:
"Mi trovo meglio riascoltando le spiegazioni, ho notato che memorizzo meglio l'orale che lo scritto"
"Oh non serve giustificarti! Come ho detto, è giusto! Non tutti funzionano allo stesso modo. Era solo per introdurti al magico concetto su cui si basa la nostra società: il talento innato."
Altri passi.
Poi il rumore di gesso alla lavagna.
"James Hillman..." Lesse a bassa voce la persona interrogata.
""Chi non ha mai avuto, almeno una volta nella vita, una sorta di illuminazione che ci ha condotto dove siamo. Questo qualcosa ci ha colpiti come un fulmine. Dopo la ‘fulminazione’ avevamo chiaro in mente ciò che dovevamo fare e lo abbiamo fatto."
Giusto per citare un collega morto, non fa mai male.
Se non aveste mai sentito questa fulminazione, forse non sareste in questa università, in questo momento. Oppure, se fosse stata ancora più forte, forse adesso sareste addirittura Ultimates diplomati! Il risultato della ricerca degli adolescenti più talentuosi al mondo! E sareste l'avanguardia dell'evoluzione umana!"
Il modo e il tono che usava con destrezza per ingigantire le parole era assurdamente ironico.
Non si poteva negare come Junko padroneggiasse la retorica.
Era come se fosse uno spettacolo.
Lei la star, e gli studenti il pubblico anonimo.
"Peccato che non sia così. Siete dei nessuno, tutti gli altri numeri della classifica, e mai al primo posto. È così che va la vita, no?"
Non lo diceva con cattiveria. Almeno così sembrava.
Si sentiva dalla voce che sorrideva in ogni frase.
Ma non era chiaro cosa stesse tremando, dove volesse andare a parare.
Faceva timore, ma anche odio.
"Questa visione, forse meglio dire ricerca, non è per nulla una novità umana se ci fate caso. È cercare la preda più grassa, l'arma più affilata, il chicco d'uva più dolce! Nonché la ricerca del Superuomo, il concetto proposto da Nietzsche!"
"Non era la teoria dell'Oltreuomo?"
Silenzio.
La figura che pose la domanda smise subito di essere così tanto saccente quando iniziò a sentirsi gli occhi puntati addosso.
"Insomma... Quella che parlava di un'umanità intera migliore della precedente... Non ricordo bene così su due piedi, ma mi pare proprio fosse Oltreuomo"
Junko rise.
"Quella è l'interpretazione dei giorni nostri, non hai del tutto torto. Ma la prima interpretazione data, forse in una chiave più totalitaria, era quella del Superuomo. Ovvero di un gruppo di persone, le migliori, che guidano le altre. Un po' come i filosofi per la politica platonica."
"Non credo di star seguendo..."
"Cos'è che non ti è chiaro?"
"Non lo so, mi sembra un minestrone di informazioni... Lei non era contraria a tutto ciò, perché lo sta descrivendo con così tanta dedizione?"
"Un maestro non dovrebbe guidare in un dialogo l'alunno verso il parto della verità?"
Silenzio.
Una voce da infondo l'aula disse forse a voce un po' troppo alta.
"Quando siamo finiti per parlare di Socrate?"
Alcuni risero, ma Junko e la persona proprietaria del registratore non fiatarono.
"Lei non dovrebbe parlarci spiegarci la sua di teoria? Quella della società di Ultimate?"
"Ovvio, volevo solo dare una bella introduzione ad effetto, tanto non è che ci sia tanto da spiegare."
Di nuovo quei tacchi assordanti.
Sembrava batterli con forza apposta.
"A meno che tu non abbia delle domande che desideri porre. O opinioni contrapposte che ti fanno digrignare i denti quando senti parlare di me. Non ti vergognare, non sarebbe la prima volta che mi capita. D'altronde siete abituati fin da piccoli a credere in questa società di ultimate. Credere che voi non potrete mai fare nulla di importante a meno che non abbiate talento. È triste, ma anche così vero."
"..."
"Ops, ho perso di nuovo il filo della discussione! Dicevamo, cosa vuoi sapere dalla sottoscritta?"
"Perché la società di Ultimate non dovrebbe funzionare? Perché delle persone selezionate ed educate apposta, non dovrebbero essere le migliori opzioni?"
"Perché non sto parlando della nostra società attuale. Per adesso non una merda come la descrivo nel libro. No, quella è solo una predizione, una profezia distopica dell'avvenire. Cosa succede se dici ad un ragazzino che ha raggiunto la vetta a 14 anni? Che non scalerà più! E se ad un altro non dai i mezzi? Non la scalerà mai."
"Può evitare metafore, la prego di parlare per fatti, o non la riesco a seguire"
Ticchettio lento di tacchi.
"Una società di Ultimate è una società completamente dipendente da ragazzini che sono stati premiati e viziati per essere stati considerati secondo criteri legati solamente al talento innato e sviluppato. Stiamo essenzialmente Parlando di persone che hanno smesso effettivamente di studiare per diventare ricchi e sentirsi padroni del mondo. Non per nulla molti di questi, quando invecchiano, mostrano di essere diventate figure controverse.
E tu vorresti veramente accettare un futuro dove loro sono l'unica cosa che fa andare avanti il mondo? "
"Io-"
"O forse credi che non saresti meglio di loro? Che non avresti possibilità di fare qualcosa di straordinario che cambierà il mondo? Perché è anche vero che questa opzione viene sempre più negata ai non-ultimate! Se non hai talento, non hai possibilità. Come fa questa ad essere una società libera e che può evolversi? È così assurda, così piena di imperfezioni."
"Le imperfezioni però ci sarebbero a prescindere, no? Nessuna società o civiltà, passata o presente, è mai stata perfetta."
"Quindi questa è l'opzione migliore che abbiamo?"
"Realisticamente parlando, per adesso non è così male."
"Vero, allora lascia che ti proponga un piccolo aggiustamento a questa società. Anzi, quello che lo renderà in un'utopia"
Rumore di tacchi.
Uno sbuffo scettico.
Rumore di gessetto sulla lavagna.
"Ho scritto "kaiketsu", nella mia lingua, il giapponese, significa "soluzione". È anche il nome del secondo libro che ho scritto, e che è passato un po' inosservato rispetto al primo, ma è quello che conclude il filo del mio ragionamento. Ovvero: la soluzione ideale."
Tacchi. Tacchi. Tacchi.
Ancora quei dannati tacchi.
"Se non fosse chiaro, il mio principale problema con la Società di Ultimate è che formare una élite di cafoni corrotti talentuosi porta solo ad una classe sociale parassita e inutile. Dubito non abbiate mai sentito parlare di Ultimate scienziati finiti in tribunale accusati di aver rubato le scoperte a colleghi non ultimate."
Il rumore di una borsa poggiata a forza su un tavolo.
Il rumore di una cerniera che si apre.
"L'unico modo per garantire chi siano "i migliori" è per forza una seconda selezione. Una selezione di tipo morale: mettere a la prova questi adolescenti talentuosi e la loro morale, per vedere quali sono effettivamente degni di essere idolatrati!"
Un vociferare confuso si espanse nella classe.
"Tutto ciò è assurdo."
"Ma come? Non sono ancora arrivata alla parte interessante!"
Ancora tacchi.
"Non hai forse detto che realisticamente parlando, è meglio avere una società di Ultimates migliori di tutti gli altri esseri umani, degli Superuomini, dei filosofi oligarchici a capo di tutto? Le persone migliori possibili? Allora facciamo le cose per bene. Mettiamo alla prova la loro morale."
Com'è fastidioso non riuscire a rispondere.
Non avere le parole giuste in bocca con cui far star zitti coloro che continuano e continuano a parlare ma sai che hanno torto.
Sai che il loro ragionamento non ha senso.
E allora perché non riesci a rispondere?
Perché sei così stanco che non sai più come formulare una risposta?
Chissà se coloro che dialogavano con Socrate "partorivano" veramente la verità, o semplicemente erano stanchi di discutere.
"Certo, non è facile stabilire qual è la morale su cui basarsi per una cosa del genere. Ma ci sono dei punti in comune fra la maggior parte delle morali: uccidere è sbagliato, rubare e tradire è sbagliato, e mettere gli altri prima di sé stessi. Questa mentalità semplificata in realtà è perfetta per un Ultimate. Sono delle linee base perfette da seguire. Sono comunque alla base sociale e legale. Quindi basterebbe spremere e spingere gli ultimate allo stremo e vedere se andranno contro queste regole."
Tacchi. Tacchi. Tacchi.Tacchi. Tacchi.
Tacchi.Tacchi. Tacchi. Tacchi.Tacchi. Tacchi. Tacchi.Tacchi. Tacchi.
Tacchi.Tacchi. Tacchi. Tacchi.Tacchi. Tacchi. Tacchi.Tacchi. Tacchi. Tacchi.
Il cancellino della lavagna che sbatte e striscia.
Nuovamente gesso.
"Killing game?"
Una risata melliflua rispose a quella domanda che scivolava fuori dalle bocche di tutti i presenti.
E tacchi. Ancora e ancora tacchi.
"Nel mio libro descrivo molto meglio cosa intendo esattamente con killing game, ma di base è molto semplice: selezionata una nuova classe di Ultimate, li si estrania dal mondo, e li si stressa e tortura finché non cercano di uccidersi a vicenda! Coloro che uccideranno, non sono mai stati degni di essere Ultimates. Perché sono egoisti. Perché sono disposti a uccidere pur di tornare a casa e abbandonare il resto del gruppo! Chi viene ucciso invece era troppo debole, troppo fragile. Oppure qualcuno che era sacrificabile. Qualcuno di così irrilevante che non poteva che essere una vittima.
Quelli che rimangono sono i sopravvissuti, coloro che non si sono mai arresi e che hanno resistito fino alla fine. La selezione ideale. Coloro che volenti o nolenti cercheranno per forza di fare del bene per il lutto, per la memoria degli amici morti, per impedire che succeda ancora una cosa del genere."
Il rumore stridente di una sedia smossa con violenza squarciò il silenzio di tensione.
"Questa è proprio una stronzata! Che gioco mentale dovrebbe essere questo?!"
"Qualche problema, signorin-"
"NON PUOI CREDERE VERAMENTE A QUESTA STRONZATA, NESSUNO DI SANO PENSEREBBE UNA COSA DEL GENERE!"
"Dici? A me sembra abbastanza logico!"
"È RIDICOLO! NESSUNO penserebbe qualcosa del genere! NESSUNO a prescindere ucciderebbe qualcun'altro così! Specialmente degli adolescenti a caso terrorizzati!"
La voce rabbiosa del membro più attivo di quegli studenti presenti si concluse con dei respiri leggermente affannati.
Silenzio, silenzio per 4 secondi buoni.
E poi Junko rise, rise tranquillamente e serenamente, in una risata sempre più sguaiata.
"Peccato, sembravi davvero un soggetto interessante, e invece quell'aria intrigante che avevi celava solo immaturità e un San Tommaso diffidente che se non tocca non crede. Non è così?"
Nessuna risposta.
Solo tacchi.
"E va bene "San Tommaso"! Vuoi toccare le stigmate di Cristo? Allora prendi!"
Un rumore duro e pesante di qualcosa che cadde affianco al registratore.
"Che-"
"Benvenuto al tuo primo Killing Game, San Tommaso dei miei stivali! O spari alla tua compagna di banco o io sparo a te. Hai dieci secondi per decidere il tuo destino."
"N-Non puoi fare sul serio!"
"Uno."
"COSA??"
"Due."
"COME DOVREBBE PROVARE CHE TU ABBIA RAGIONE"
"Tre."
"T-tu brutta..."
"Quattro."
Continuò a balbettare qualcosa di incomprensibile.
"Cinque."
"Sei."
"Sette."
"Otto."
" Ti prego.... Non- non farlo...."
L'altra vittima dell'esperimento piangeva dalla paura. Junko doveva aver scelto la persona più fragile e paurosa.
Per fare pena.
"Nove."
"N-non- io-"
"Die-"
"MI DISPIACE!"
*Bam*
Urla.
"-ci"
Un corpo cadde a terra.
Un altro singhiozzava terrorizzato.
"Io- i-"
Il respiro affannato, la voce ovattata dalle mani in faccia.
Mani sporche di sangue.
Mani sporche di sangue.
COM'ERANO RIMASTE FOTTUTAMENTE SPORCHE DI SANGUE???
Junko rideva.
JUNKO RIDEVA PER IL SANGUE.
QUELLA BIONDINA STRONZA DEL CAZZO STAVA RIDENDO DI QUELLE MANI SPORCHE DI SANGUE.
"Hai visto?"
La sua voce melliflua, lontana, spettrale, attanagliava e distruggeva le orecchie in compagnia di quei dannati tacchi.
"Avevo ragione io. Come sempre"
Le urla di terrore degli altri studenti si mischiavano ai colpi di pistola sparati in aria da Junko.
"Quante prove ti servono ancora per accettarlo?"
Si mischiarono fino a prenderne il ritmo, la rabbia, la secchezza del suono.
"Quanti killing game dovrai ancora vedere passarti davanti prima che la mia eredità ti schiacci?"
Le grida, i passi spaventati, diventerò una marcia di protesta uniforme e rabbiosa
"Kai-ke-tsu! Kai-ke-tsu!"
"SONO GIÀ MORTI IN TRE! VUOI DAVVERO UCCIDERLI TUTTI PER QUESTO PICCOLO ESPERIMENTO? COME PENSI DI ESSERE MIGLIORE DI ME?"
Urla disorganizzate di protesta.
E poi silenzio.
Silenzio e nero.
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Kyara sospirò.
La luce bianca e fredda dello schermo del computer.
Con sguardo stanco scrutava lo schermo senza capire più nulla del programma utilizzato per editare il video.
Stava cercando un qualche effetto, per una transizione simpatica, giusto. Ma non riusciva proprio a ricordare cosa le serviva di preciso o dove si trovasse.
Al centro dello schermo c'era lei, che rideva con i suoi compagni, i suoi amici, se si poteva permettersi la confidenza.
Il leggero sorriso stanco che aveva rivedendo i video era ora spento solo dalla stanchezza e dal fatto di aver rivisto quegli esatti secondi del video migliaia di volte cercando di lavorarci su.
Sarà passato un giorno da quando aveva registrato ogni cosa. E custodiva ogni registrazione gelosamente in una chiavetta rossa trovata proprio nell'aula d'arte dove si trovava adesso.
Decise di fare una pausa dall'editing per riposare gli occhi dagli schermi.
Fissò un punto vuoto, lontano da lei, dal computer, da ogni cosa, e rimase lì ferma, perdendosi nei suoi pensieri.
Ah, eccola di nuovo, quella sensazione che le bloccava il respiro e il battido cardiaco.
Era una sensazione strana, anormale, priva di senso.
Specialmente quando aveva appena speso due giornate meravigliose con i suoi amici! Nella scuola dei suoi sogni per giunta! Tutto andava a meraviglia, e tutti stavano finalmente bene.
Eppure... Perché?
Non riusciva a spiegare perché,
ma si sentisse così... Vuota?
Era anche solo giusto come termine?
Era brutto da dire, ma non c'era un termine migliore per spiegarlo: ora che lo schermo si era spento e il sorriso di prima si era annullato, le sembrava di non star provando nulla.
Come se la fine stessa di quel bel ricordp fosse il lieto fine della storia, ma ora i personaggi dovevano continuare ad esistere senza uno scopo, senza avere nulla da poter più fare.
Fermi lì, al buio, con l'amarezza di un sorriso appena terminato in bocca
In un certo senso, sperava fosse così.
In un certo senso, sperava che la fine del video fosse il suo lieto fine. Che tutta la sua vita si fosse conclusa con lei che saluta la telecamera, l'oscurità e le risate con i compagni come ultimo ricordo.
Ma era ancora lì.
Era ancora viva
Il che non è una cosa brutta ma allo stesso tempo...
Nulla era ancora terminato. Tutto poteva ancora peggiorare.
Era ancora alla LITAUE, per quanto potesse essere sicura che quel posto fosse la sua scuola.
Rivedeva in testa ripetersi ancora e ancora quei pochi ricordi prima di finire in quella situazione così assurda.
Il discorso del preside.
L'ingresso della LITAUE.
Il nero.
Il vuoto dentro.
Era ancora dentro un killing game.
E per quanto lei potesse editare via gli sguardi bui e pensierosi, per quanto potesse cancellare i momenti di silenzio con una canzone allegra...
Per quanto potesse fare finta di nulla, non poteva ignorare per sempre.
La morte era lì.
Aspettava solo di prendere con sé il prossimo morto.
Aspettava solo il prossimo assassino.
...
"Aster?"
"Hm?"
Il ragazzo continuava a pitturare e mischiare colori, indisturbato ma comunque reattivo alle domande della ragazza.
"Si sta facendo tardino, io vado a dormire"
"Ok, buonanotte."
"Te la senti di rimanere da solo qui?"
"Massì, tanto devo solo finire queste ultime pennellate finché il colore non si secca... E poi devo riordinare tutto"
"Ah ok, serve una mano per caso?"
"No no vai tranquilla! Ci metteremmo ancora più tempo solo per spiegarti come e dove vanno messe le cose"
"Oh."
Rimase un po' offesa dal modo in cui le aveva risposto Aster, ma era anche vero che era tardi e che non si disturba un artista a lavoro.
"Puoi cambiarmi l'acqua del bicchiere però! Sarebbe utilissimo"
Kyara fece ciò, vedendo l'acqua torbida sulle tonalità dell'arancione venire sostituita dall'acqua fresca e pulita del rubinetto.
"Occhio a non berla!"
Ci scherzò su la content creator, e il ragazzo le rispose con un accenno di risata.
"Non fare ancora più tardi, mi raccomando"
"Ma avete finito te e Monica di trattarmi come un bambino? Avremmo tutti la stessa età!"
"Solidarietà fra artisti?"
Il pittore rispose borbottò qualcosa in tedesco con goliardia e ritornò a dipingere.
Alla fine Kyara salutò e uscì, brancolando nel buio fino alla sua camera, con ancora quel vuoto dentro.
Chiuse gli occhi cercando di non pensarci più,
E si addormentò dopo poco nel nero più totale.
Angolo Autrice.
BUON TUTTO GENTE!!
E BUON COMPLEANNO EVE!!
miglior regalo di compleanno al mondo, lo so😎😎😎/j
Come vi sentite signori?
Ne è valsa l'attesa?
Siamo finalmente in uno degli archi più nomnom, e infatti iniziamo già a scoprire la lore👀
Questo capitolo in oltre non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di molti di voi! Grazie infinite!
A -wallflowxr, che si è prestata a farmi degli appunti su vari filosofi e mi ha assistita nella scena fra Junko e lx Mastermind! Davvero sei stata fantastica e senza di te temo avrei brancolato nel buio🙏🙏
A DumbThisNoel per la scelta della canzone di Debora: Come un Pittore dei Modà!
Ormai collaboriamo per rendere Rising Stars e RaBBaD dei musical lmao/hj
E ultime, ma non per importanza (Liza tvb non mi menare), un grazie di cuore a pxstelpurin UnaStranieraSulWeb che è dall'inizio di RaBBaD che sopportano i miei rant e mi danno una mano con le mie insicurezze sulla scrittura
Ma in realtà grazie a tutti quanti voi, tutti coloro che stanno leggendo rabbad!
Grazie per il supporto e la motivazione che mi date per scrivere questo progetto vi voglio bene 🥺🥺
Ora che ho fatto la smielata manco fossimo all'ultimo capitolo, passiamo a un piccolo questionario per sapere le vostre opinioni:DD
Che ve ne è parso di questo capitolo? Piaciuto? Ho reso bene i personaggi e le loro interazioni? Momento preferito?
Che ne pensate del preside e delx sux misteriosx aiutante? E della loro scena in generale?
E di Junko filosofa invece? Come vi è sembrata?
Come avete trovato la narrazione sottoforma di video? E sopratutto... I DISEGNI? Cosa pensate dei disegni?
Quei bastardi che mi hanno mandata in hiatus/hj
Eve insegnami come fai a disegnare così veloce😭 (anche a disegnare in generale ma.shhhh/j/hj)
E niente, spero vi siate divertiti con questo capitolo, spero ci rivedremo presto con il prossimo 🥺
Anche lui bello ciccoso i can't wait.
BYE BYEEE!!
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