Prologo: Una nuova frontiera, la stessa guerra

Quel giorno pioveva.

Era da moltissimo tempo che gli umani non vedevano la pioggia. Potevano benissimo essersene dimenticati. Eppure, in quell'istante, subito si ricordarono quanto fosse importante la pioggia. Quanto fosse essenziale per le piante, per gli animali, per loro, per la vita.
Le gocce d'acqua, cadendo dal cielo, si andavano a infrangere sulle foglie e sul terreno di quel pianeta. Gea. Poco alla volta, la terra del campo di battaglia si inumidì, divenendo scura allo stesso modo del cielo coperto di nubi. Purtroppo, gli umani non potevano rimanere a godersi quello spettacolo ormai nuovo ai loro occhi.

Un rimbombo si udì in lontananza. Ci si chiedeva di cosa si trattasse, se di un tuono o di un cannone d'artiglieria. Un secondo rimbombo si udì, e subito un proiettile si andò schiantare sulla terra umida, innalzando diverse zolle. In quella landa del pianeta Gea si stava disputando una delle tante battaglie che gli umani stavano già combattendo. Quel giorno, il 24 Dicembre 2136, si sarebbe deciso a chi sarebbe destinato il dominio di quella regione. Essa era ricca di bio-carburante, il che faceva gola alle molte milizie mercenarie del continente. Oltre ciò, era luogo di uno dei più ricchi agglomerati di miniere di tutto il pianeta. Possedere quella regione significava avere un enorme vantaggio rispetto al resto delle altre associazioni.

Come si può ben notare, gli umani non hanno ancora imparato quanto siano stupido litigare per avere qualcosa tutto per sé, invece che condividere e aiutarsi a vicenda. Sin da quando hanno stabilito le prime colonie, era già stato messo in chiaro che ci sarebbero state fazioni e nemici. Al massimo, qualche alleato o trattato di pace di tanto in tanto.

Ecco che risuonò un terzo rimbombo. Anche questa volta, si trattava di un cannone d'artiglieria, ma il proiettile riuscì a colpire il suo bersaglio, la corazza di uno dei tanti mecha sul campo di battaglia. Un colpo devastante, che aprì un largo buco sul petto dell'armatura. Ovviamente, il pilota al suo interno fece una brutta fine. È stato promosso a pasto per saprofagi.
Il mecha si schiantò a terra mentre una colonna di fumo cominciò ad uscire dal buco sul petto. Ampliando lo sguardo sul campo di battaglia, si potevano vedere tante altre colonne simili a quella, segno che la battaglia stava andando avanti da un bel pezzo.

I due fronti di distinguevano dai soli simboli presenti sui mecha. Un corvo bianco ad ali spiegate per l'esercito occidentale, una croce greca inscritta in una corona d'alloro per l'esercito orientale. Questo esercito, anche se in minoranza numerica, stava piano piano scavando la propria strada verso la sede degli avversari. Tra le fila di questi mercenari si trovava uno dei più abili piloti di quei tempi. Adonai, mercenario di classe S, noto tra le sue fila con il tech-name di Trinity. Questo è dovuto alla particolarità del suo Chroma Suit, provvisto di tre occhi e quindi di un campo visivo leggermente più ampio.
Il mercenario accelerò verso uno dei suoi commilitoni, azzoppato di una gamba dell'armatura. Subito il pilota mise il suo possente scudo di spesse lastre metalliche a difesa del ferito, proteggendolo da alcuni proiettili. Noncurante del fuoco nemico, il pilota domandò: <<Sei ancora capace di muoverti?>>. In sua risposta, il ferito fece un cenno con la testa. <<Ti faccio ritirare dal campo>> aggiunse, rimanendo saldo con lo scudo.

Dal mecha di Adonai risuonò un fischio particolare, dal timbro molto acuto e metallico. In men che non si dica, giunse presso i due un animale decisamente bizzarro, dalle fattezze di una viverna ricoperta di lastre e appendici metalliche. A dirla tutta, sembrava proprio che quell'animale si fosse rivestito con le ali, i propulsori e gli altri pezzi di un aereo. La creatura, a quanto pare, si trattava di un Aernis della specie A-10 Thunderbolt. Destava molta curiosità come il mercenario si portasse in missione un mostro simile. Ai tempi, era una novità la collaborazione tra mercenari e Aernis. C'era da dire che risultavano indispensabili, specialmente nel recuperare i feriti o i piloti abbattuti, ma ancora vivi.
L'animale si rannicchiò dietro lo scudo, ovviamente preoccupato dal suono degli spari. <<Havriil, porta via questo soldato>> ordinò immediatamente Adonai. Successivamente all'apertura della corazza del Chroma Suit, l'Aernis tirò a sé il soldato con il muso, per poi afferrarlo tra le zampe posteriori. Allargò le ali, fece un grande respiro e subito emise una fiammata dai due propulsori all'altezza dei suoi fianchi, partendo in volo con il ferito sconvolto per la velocità con cui successe il tutto.

Una volta che l'altro venne portato in salvo, il mercenario poté alzare la sua protezione. Imbracciò il suo fucile d'assalto e accelerò rasoterra verso il nemico. Questi aveva appena smesso di sparare, siccome erano finite le munizioni del caricatura. Immaginatevi il terrore di questo soldato dei Ravens una volta che si vide arrivare ad alta velocità uno dei piloti più forti in circolazione, con l'intento di fare piazza pulita. Tale paura durò poco, siccome il pilota dei Saviors piantò tre proiettili nel petto del mecha nemico, all'altezza della testa del pilota. Il Chroma Suit cadde a terra esanime, rivelando dietro di sé tanti altri pronti ad essere distrutti.

Adonai mandò una comunicazione al resto del suo battaglione: assaltare il nemico fino ad invadere la sua base. Non passo molto tempo che si riunì il resto dei piloti attorno al loro leader, pronti a segnare la fine di quella battaglia. Si immaginavano già i festeggiamenti, nel mentre procedevano verso il loro bersaglio. Si immaginavano la musica, bottiglie di spumante e qualche bella donzella che tesseva le loro lodi, nel mentre la regione passava sotto il loro controllo. Questi pensieri così piacevoli distrassero gli uomini da un raggio laser nemico, che falciò ben tre piloti con una sola scarica.

Subito il plotone si separò, spaventato da quel colpo così improvviso quanto potente. Adonai aumentò lo zoom della sua visione, e vide finalmente la sede dell'esercito occidentale. Una vera e propria fortezza, con spesse mura e cannoni d'artiglieria su ogni spiazzo. A far maggiormente paura era un cannone di calibro ancora più grosso. Emanava una luce verde, la stessa del laser che colpì i tre sventurati. Riconobbe che si trattava di Geo-radiazioni, dei particolari flussi elettromagnetici emessi dal sottosuolo del pianeta. Non si era mai visto un arma del genere. Di solito si utilizzava quell'energia per alimentare i Chroma Suit, mica come munizioni per armi d'artiglieria. Il pilota si mise a pensare, nel mentre il cannone stava lentamente ricaricando. Un altro colpo avrebbe segnato ulteriori morti, la dispersione dell'esercito e infine la sconfitta.

D'un tratto, una lampadina si accese nella sua testa, in senso figurato. Era un'idea irrazionale, sconsiderata, adatta più ad una recluta che a lui. Ma il tempo stringeva, e altre alternative non ne rimanevano. Mandò un altro messaggio a coloro che erano rimasti. Dovevano allontanarsi velocemente da quella zona.
I soldati rimasero stupiti di quell'ordine, ma la fiducia per il loro superiore era più grande dei loro dubbi. Si ritirarono verso il campo aperto, distanti dai cannoni della fortezza nemica. Adonai si coprì col suo scudo, così da ripararsi dai proiettili che stavano giungendo. Emise ancora il suo fischio, e come prima, arrivò ancora l'Aernis Havriil, il quale aveva portato a termine l'incarico di salvare il soldato ferito. L'animale, una volta giunto dietro lo scudo del compagno, percepì qualcosa di strano. Il suo istinto diceva che questo era un richiamo diverso da tutti gli altri che ha ricevuto.

La corazza sul petto del mecha si aprì, mostrando il pilota al suo interno. Un uomo segnato da numerosi anni di battaglie su Gea, con una vistosa cicatrice che divideva diagonalmente il suo volto. I suoi occhi, azzurri come il cielo, mantenevano uno sguardo serio, per niente turbato da quella situazione così precaria. L'uomo si tolse dal collo una collana, composta da una cordicella nera e decorata con una piccola croce di ferro. Porse l'oggetto all'Aernis, che la prese nella sua bocca. L'ordine dell'uomo fu breve quanto chiaro: <<Portala a Miryam>>. Prima che l'animale si alzò in volo, l'altro poggiò la mano sul suo becco. Il suo sguardo cambiò per un attimo, assumendo un'aria malinconica. <<Sei stato un bravo compagno>>.

Havriil realizzò in una manciata di secondi ciò che Adonai aveva intenzione di fare. Stava per indugiare da seguire l'ultimo comando ricevuto, ma non poté farlo, visto che il mercenario, una volta chiusa la corazza, fece cadere lo scudo. L'Aernis si affrettò nel volare via da lì, evitando i proiettili che stavano colpendo il Chroma Suit. Questi cominciò ad emettere una luce verde sempre più forte. A quanto pare, l'intento di Adonai è sovraccaricare il proprio mecha di Geo-radiazioni, in modo da sferrare un attacco kamikaze contro la fortezza avversaria. Il pilota fece cadere anche il suo fucile, non più utile per questa sua impresa. Il mecha si alzò in volo, venendo colpito sia dai proiettili dei fucili nemici che dalle gocce di pioggia che continuavano a cadere imperterrite. Il mercenario spinse i propulsori del suo mezzo come mai prima di allora, mentre l'energia del motore raggiungeva livelli estremi. In quel momento, anche il cannone laser avversario era giunto alla carica completa ed era pronto a mietere altre vittime. Pochi secondi e avrebbe scagliato un altro colpo, segnando la fine di quella battaglia.
Pochi secondi. Abbastanza tempo per il pilota per giungere al suo obiettivo.
Si può solo immaginare cosa potesse pensare in quel momento. C'è chi dice che pensava a sua moglie, la quale portava nel grembo un feto di ormai qualche settimana. Altri dicono che pensava ai suoi soldati, salvati da quest'attacco suicida. I commilitoni più stretti del pilota, che lo conoscono di più di quanto lo conoscano i suoi familiari, ipotizzano che non pensasse ad altro che portare a termine il suo compito, non provando particolari emozioni come rabbia o risentimento.

Ciò che si sentì fu un forte boato. Più grave di qualsiasi tuono o cannonata. Gli altri mercenari, anche se molto distanti, vennero travolti dal vento provocato dall'esplosione, prima di vedere all'orizzonte un'accecante luce verde. Realizzarono allora due cose: la battaglia era conclusa con la loro vittoria e avevano appena perso un abilissimo pilota. Queste due informazioni sconvolsero i superstiti, non riuscendo bene a capire cosa fosse realmente accaduto. Quando tornarono alla base, vi furono i festeggiamenti che alcuni si immaginavano. Ma dopo poco tempo nessuno se la sentiva più di festeggiare. Specie quando videro arrivare un Aernis con in bocca una collana. Guardarono verso la regione appena conquistata, già intrisa del sangue dei loro soldati. Guardarono il cielo.

Quel giorno pioveva.

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