40.From the start

"Allora, Jimin, innanzitutto dobbiamo partire dalle basi. Ti va di provare a mangiare un po' di verdura?"
I due ragazzi erano a casa Park, la nonna del biondino era fuori e il minore aveva cotto delle verdure miste per il proprio ragazzo.
"Queste sì, le mangio. Ma le patate no, quelle fanno ingrassare."
Il castano sospirò: non sarebbe stato affatto facile.
"Non fanno ingrassare se ne mangi poche, Jiminie." Ribattè, con tono tranquillo ma sincero.
"A me faranno certamente prendere qualche chilo... perchè non posso tornare la persona normale che ero, Kookie?"
Il ragazzo dai capelli castani lo strinse in un abbraccio, come faceva con la sua sorellina. "Tu sei ancora una persona normale, piccolo. Sono certo che tu ci possa riuscire, sei coraggioso e hai accettato di sfidare te stesso." gli ricordò, baciandolo sulla fronte.
"H-ho paura." Jimin si strinse alla sua felpa. "Non voglio stare male..."
Jungkook gli sorrise, cercando di trasmettergli più tranquillità possibile.
"Ci riuscirai." Sussurrò, per poi fiondarsi sulle rosee labbra del biondo. Quest'ultimo approfondì il bacio, cercava sicurezza in lui e Jungkook lo sapeva, sapeva che ne aveva bisogno. Lo amava con tutto sè stesso, non era necessario nemmeno spiegarlo, si capiva dai gesti.

Passarono un paio di settimane, settimane alquanto difficili soprattutto per Jimin, che si impegnava come non mai per provare a stare meglio; sempre con il supporto del castano che, dal canto suo, cercava di aiutarlo il più possibile.
Un pomeriggio, finalmente, il biondo riuscì a mangiare adirittura metà di una bistecca di carne senza stare male, ostacolo che per lui era stato decisamente difficile da superare.
"Sei stato bravissimo, Jimin." Jungkook lo strinse forte a sè; felice. Dopo averlo visto soffrire tante volte, era bellissimo sapere che sul viso del suo ragazzo ora c'era un sorriso soddisfatto.
"Però sono stanco." Sussurrò il maggiore, e il castano lo aiutò ad appoggiarsi al suo petto. Tutto lo sforzo psicologico che il biondino faceva era stancante, e sapeva che aveva bisogno di riposo.
"Dormi un po', hyung. Più tardi devo andare a casa, ma per un paio d'ore posso rimanere con te."
Accarezzando i capelli biondi di Jimin più e più volte, il più grande dei due si addormentò in breve tempo, e Jungkook si rilassò a sua volta ascoltando il respiro lieve e regolare del suo ragazzo. Era bellissimo quando dormiva, tutti i suoi problemi sembravano sparire, ed i capelli biondi lo facevano assomigliare ad un angelo.
Pensando a tutto il lavoro che avevano fatto, si sentì davvero bene: era riuscito a far stare meglio qualcuno, con sua sorella non aveva funzionato ed aveva fallito, ma finalmente era stato in grado di riscattarsi. Certo, il percorso era ancora lungo, ma prima o poi avrebbe portato Jimin a stare molto meglio.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare tra le braccia di Morfeo, sognando il suo passato.

"Si è trattato di un incidente stradale." Spiegò sua madre, aveva gli occhi rossi di pianto mentre parlava a Jungkook, allora appena quattordicenne.
Aveva compiuto gli anni il giorno dopo la perdita di sua sorella gemella.
"L'hanno trovata al volante di una macchina, era del suo ragazzo, ma lui sembra essere fuggito." aggiunse suo padre, che si stava dimostrando forte davanti al figlio.
"È c-colpa mia." singhiozzò il castano, cercando di smettere di piangere.
"Jungkook, tesoro, non è affatto vero. Tua sorella non sarebbe felice di sentirti dire queste parole, lo sai?"
Anche il piccolo Junghyun stava piangendo, era stato un durissimo colpo per tutti.
Jungkook si chiuse in camera per i giorni seguenti, prima e dopo il funerale. Si rifiutò di mangiare, per lui sua sorella era una parte della sua stessa esistenza, dopotutto tra gemelli il legame era speciale. Sentiva un vuoto all'altezza del cuore, lo stesso cuore che era rotto in mille pezzi a causa di un fottuto incidente stradale. Più e più volte si ripetè "dovrei essere io, quello morto." Immaginando il sorriso della sorella che ormai avrebbe solo potuto ricordare. Aveva così tante memorie felici con lei...

Si svegliò, con le lacrime agli occhi, ma le asciugò immediatamente.
La persona che aveva colmato quel vuoto era ormai sveglia, e lo osservava, preoccupato.
"Jungkook, hai fatto un brutto sogno?"
Il castano trovò la forza di annuire, per poi ricevere un bacio dolce da parte di Jimin.
"Ti va di raccontarmelo?"
"Nulla di che. Ricordi del periodo subito dopo la morte della mia sorellina Jia." Liquidò la questione Jungkook, per poi sentire accanto a sè il calore del corpo del maggiore, che lo abbracciò con affetto.
"Mi dispiace tanto, Kookie, davvero. Deve essere un sentimento distruttivo, è così?"
Jungkook rispose affermativamente. "È così, esatto. Sentivo fino a poco tempo fa una specie di vuoto, ma poi sei arrivato tu. Sei entrato nella mia vita, e sento come se qualcosa avesse aggiustato il mio cuore. Quel qualcosa, o meglio qualcuno, sei tu."
Il biondo sorrise nella penombra della stanza, avvinghiandosi ancora a lui, come per non lasciarlo andare.
"Sono quasi passate le due ore, mancano solo 30 minuti. Vorrei che tu passasti questi minuti assieme a me, qui sul letto."
Jungkook arrossì. "Q-qui?"
Il biondino si lasciò scappare una risatina. "Niente di ciò che pensi. Vorrei solo coccolarti fino a quando non starai un po' meglio, Jungkookie."
E così fece.

Quando uscì da casa Park, pioveva.
Nonostante il tempo apparentemente triste, Jungkook aveva riacquistato la propria felicità precedentemente persa a causa dell'incubo.
Nelle cuffie, una canzone che Jimin gli aveva dedicato, cantata da lui: si chiamava Serendipity, era bellissima.
La mise in loop, mentre aspettava l'autobus e mentre viaggiava su quel mezzo, in attesa di arrivare a Villa Jeon e di poter fare una doccia rilassante per poi cenare con la sua famiglia. Il testo del biondino parlava di destino, di come due persone innamorate potessero assomigliarsi, dell'amore che salvava gli esseri umani come penicillina, una parte specialmente era quella che toccava sempre il suo cuore e la sua anima.

Le stelle sospese ci stanno circondando,
e noi stiamo volando.
Decisamente non è un sogno.
Non tremare, piuttosto,
afferra la mia mano.
Ora stiamo diventando noi.
Permettimi di amarti

Ed era tutto esattamente come nella canzone.

>>Spazio autrice<<
Ieri sono stata al Bologna comix, ho incontrato un sacco di army (stima alle ragazze che sono passate con una cassa e la musica tra gli stand, a me è capitato di sentire idol, ho apprezzato un sacco)
Spero comunque che vi sia piaciuto questo capitolo, siccome sto passando giorni un po' difficili per vari motivi, magari sono riuscita a rallegrarvi la serata con un po' di Jikook soft~
~Ely❤

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