26.Exams

Erano passati alcuni giorni, finalmente Jimin stava meglio.
Quella mattina, Jungkook era particolarmente felice: gli era mancato il suo hyung all'università, nonostante si vedessero al pomeriggio per stare insieme, oltre al permettere all'eomma mancata Jungkook di potersi prendere cura del maggiore.
Sarebbe tornato in facoltà, ora che si era rimesso in forze, e il castano era davvero felice; così felice che riuscì ad essere in perfetto orario senza dover correre per prendere l'autobus.
"Buongiorno, piccolo feto." Min Yoongi era al solito posto, seduto sulla panchina della fermata del bus.
"Buongiorno, nonnino-hyung." rise Jungkook, ormai il loro legame era diventato più forte, vedeva il ragazzo dai capelli turchini come uno di famiglia.
"Aish, ma quando la finirai di chiamarmi nonnino?" Si lamentò il maggiore, buttando a terra la sigaretta ormai terminata.
"Quando tu smetterai di fare il pisolino pomeridiano, fumare le stesse sigarette che usava mio nonno ed essere così puntiglioso." spiegò con calma il castano, salendo sul mezzo che era appena arrivato.
Yoongi rise. "Quindi Hoseokie sarebbe la tua cara nonnina, mh?"
Jungkook lo guardò storto. "Hoseok, una nonna? Naaah, non credo."
"Allora tua madre."
"Hyung, no!"
"La tua babysitter, visto che sei ancora un piccolo e tenero neonato."
"HYUNG!"
Yoongi annuì, comprensivo. "Beh, almeno ho la certezza che non potrà mai essere la tua puttana. Il suo cazzo è mio... o il suo culo, insomma, dipende dai punti di vista. Mi chiedo se Jimin ti darà il culo o il pe-"
"MA INSOMMA, HYUNG!" Jungkook era diventato tutto rosso, per fortuna ormai erano arrivati, quindi nessuno fece caso a loro in tutta quella confusione creata dagli studenti.
"Bene, feto falsamente innocente, ci vediamo più tardi." sorrise Yoongi, come se nulla fosse mai successo.
"A più tardi, pervertito." sospirò Jungkook. Sarebbe stata una luuunga giornata.
Vide il giovane dai capelli turchini salutare Hoseok, per poi entrare con lui in facoltà. Facevano sempre parte della strada insieme; le loro classi non erano molto lontane, dopotutto.

"Jungkookie!"
Qualcuno che lo chiamava lo fece voltare, sorpreso.
"Tae!" il suo amico d'infanzia lo abbracciò, felice di vederlo.
La fidanzata del giovane si fermò a pochi passi da loro, lasciando la privacy necessaria ad entrambi.
"TaeTae, che ci fai qui?" il ragazzo rise. "Accompagno la mia ragazza alla classe dove studiano Lettere, poi vado al lavoro. Ho trovato un impiego come guida in un museo d'arte." spiegò tutto euforico, e Jungkook ben sapeva quanto fosse preziosa per lui l'arte.
"Sono felice, Hyung!"
"Ora vado, Kookie. Oh... quel ragazzo che mi sta guardando come se ti stessi per limonare per caso è tipo, il tuo fidanzato?"
Jungkook arrossì per la seconda volta quel giorno, e non erano passati neanche troppi minuti.
"Diciamo che mi piace, hyung. Che lo amo. Che l'ho baciato, lo vedo tutti i giorni ma ancora non stiamo insieme."
Taehyung alzò gli occhi. "Certo che siete proprio due pabo. Ci si vede, Kookie~"
Mentre i due si allontanavano, arrivò finalmente anche Jimin, sembrava davvero geloso.
"Buongiorno, Jiminie." il minore era imbarazzatissimo per ciò che era accaduto.
"Ti stai vedendo con qualcuno?" domandò serio il biondo, con un tono da 《ora-ti-uccido.》
"Quello era Taehyung, un mio amico di infanzia. Ed è fidanzato, quella ragazza poco lontano da noi era la sua... com'è che dice lui, soulmate?"
Il maggiore annuì, più sereno. "Ti credo, perdonami. È che nonostante noi non, cioè... aish, sono diventato geloso tutto d'un tratto."
Jungkook rise, lasciandogli un bacio a stampo. "È tutto okay, a me piaci solo tu." gli ricordò, osservandolo meglio.
Stava decisamente bene, aveva anche messo un leggerissimo ombretto color pesca ed era illegale alla massima potenza.
"Sicuro che vada tutto bene? Mi stai fissando da un sacco!"
"B-beh sei... wow. Da quando ti trucchi? Cazzo, stai benissimo."
Le guance del maggiore si colorarono.
"Sono felice che ti piaccia. Pensavo che ti avrebbe fatto schifo, sai?" la sua voce quando era imbarazzato era dolcissima e molto tenero.
"Non potresti mai farmi schifo." sorrise il minore, prendendo l'altro per mano.
"Oggi sei troppo mieloso, metti meno zuccherò nel caffè, Jungkookie."
"Da che pulpito, Jimin~"

La prima lezione del giorno fu molto interessante, per i suoi compagni. Per lui no, aveva altri pensieri.
Dentro di sè, anche mentre l'insegnante spiegava come erano strutturati gli esami, il castano continuava a riflettere.
"E se lo invitassi a cena a casa mia? Però non so cosa potrebbe mangiare, o magari si potrebbe sentire a disagio. Ai miei genitori che cosa dico? Cavolo, non ho mai portato un amico a casa mia tranne Jin e Tae, ma erano pur sempre accompagnati dai loro genitori... amici dei miei." Il suo cervello lavorò senza sosta, prendendo in considerazione una svariata gamma di opzioni.
Ne trovò una, che soddisfava tutte le opzioni: sarebbe stato un appuntamento dopo cena, al parco nella zona dove abitava lo hyung. Erano stati lì assieme quando lo aveva invitato a bere una cioccolata calda, se lo ricordava molto bene.
Riuscì finalmente a concentrarsi... nonostante fosse finita la lezione.
"Terra chiama Jungkookie, rispondete." lo riportò all'ordine Jimin, sorridendo. "La prof ha terminato, possiamo andare a casa. Oggi manca quello di filosofia, è malato." Lo informò il biondo.
"Ma grazie al cielo." i due uscirono dalla facoltà, il vento leggero ma freddo tra i capelli, le mani strette l'una nell'altra.
Prima di arrivare alla fermata dell'autobus, il castano si voltò verso il ragazzo che tanto amava, prendendogli il mento con una mano in modo che si potessero guardare negli occhi.
"Jimin, ti va se ci vediamo stasera dopo cena? Intendo... ecco, un appuntamento." riuscì a dire, sperando che le sue gote rosse non si notassero troppo.
Il maggiore annuì. "Com'è che me lo chiedi così? Ti vergogni?" le sue labbra morbide si posarono su quelle di Jungkook, facendo passare il freddo che sentivano tutti e due per via della temperatura sempre più bassa.
Fu un bacio lento, dolce, sembrava tutto così nuovo; eppure era allo stesso tempo così familiare. Non si era mai sentito così completo, così perfetto come in quel momento. Forse ad occhi esterni poteva sembrare un normalissimo momento tra innamorati, ma nulla per lui era scontato quando si trovava assieme al biondino. Le mani del maggiore tra i suoi capelli scuri, le sue che sfioravano quel viso così bello.
Il minore chiuse gli occhi, desideroso di fermare il tempo, staccandosi dall'altro solo quando entrambi furono a corto di fiato.
"Sei fottutamente bello." Jimin era color pomodoro maturo, ma comunque stupendo.
"Anche tu, Jiminie-hyung. Allora... al parco vicino al tuo quartiere alle 21?"
"Perfetto."
Lo osservò allontanarsi, senza poter smettere di sorridere.
"Quindi stasera gli chiederai di diventare il tuo ragazzo?" una voce molto familiare alle sue spalle lo costrinse a voltarsi.
"Hoseok-hyung?"
Il ragazzo dai capelli rossi sorrise. "Guarda, Yoon, il piccolo feto sta crescendo." rise, fingendo di asciugarsi una lacrimuccia.
"Aish, stiamo invecchiando, Hoseokie. Comunque... ragazzi, se non corriamo, quell'autobus del cazzo lo perdiamo."
Un solo grido unì i tre studenti.
"MERDA!"

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