~Brigitte Mayer~

𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀 𝐀𝐃 𝐎𝐂 𝐁𝐘: -mvrderhouse

𝑶𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒕𝒂𝒈𝒔: -ljttlehobbit -chvshirekitten  -mistyday killerqueen-_ -odissea maddiors


Nome:
«Smettila! Il mio nome è Brigitte» esclamò una bambina dai lunghi e lisci capelli rossi. Era abbastanza minuta, probabilmente era più bassa del normale per una bambina di sei anni, ma nonostante quello non si faceva di certo mettere i piedi in testa dai bambini più grandi. Odiava quando sbagliavano apposta il suo nome, sapeva perfettamente che lo facevano per prenderla in giro, e dire che a loro non sembrava interessare di quello che lei diceva.

«Britta! Oh andiamo Britta, non arrabbiarti così, lo sai che stai diventando dello stesso colore dei tuoi capelli?» continuarono a ridere, e a ridere e a ridere. Cosa c'era di così divertente? Perché continuavano a ridere anche se lei urlava loro di smettere? Strinse forte i pugni, chiuse gli occhi e cominciò a prendere lunghi respiri profondi. Sentiva le unghie impiantarsi sul palmo della sua mano, mentre nella testa si diceva di mantenere la calma, se chiudeva gli occhi e si concentrava sui numeri non li avrebbe più sentiti. "1...2...3...4...". No, non stava funzionando, continuava a sentire le loro voci e le loro risate. "5...6...7...8...9". Forse se avesse continuato a contare ancora un po' avrebbe funzionato, forse serviva un po' più di tempo. Sua madre diceva sempre che bisognava avere pazienza, bisognava aspettare... E dire che Brigitte non aveva pazienza, non voleva aspettare, voleva che smettessero subito, non ce la faceva più a sentire. Aprì di colpo gli occhi, e guardò i tre bambini che stavano ancora ridendo e scherzando tra di loro. Sembravano non essersi accorti di nulla, probabilmente troppo presi dalle loro prese in giro. Raccolse lo zainetto che poco prima aveva lasciato sul prato del parco, e se lo mise in spalla. Casa sua era a pochi passi da lì, sua madre l'aveva lasciata scendere da sola, era così felice di poterlo fare, ma ovviamente qualcosa doveva per forza andare storto. «No Britta! Dove vai? Perché vai via? Ci stavamo divertendo!» sentì uno dei tre urlare dietro. Si stavano divertendo? Forse loro si stavano divertendo, ma lei no. Non capiva perché quei bambini fossero così cattivi, forse avevano uno o due anni in più di lei, no, non era abituata a quella cattiveria. "Stai cominciando le elementari, esci dal mondo fatato Brigitte, non è tutto come all'asilo" così le aveva detto un paio di mesi fa, pochi giorni dell'inizio della scuola. Lei era in quarta, era grande, ancora poco e sarebbe andata alle medie. Forse avrebbe dovuto ascoltare il suo consiglio, aveva ragione, alle elementari non era più come all'asilo, doveva svegliarsi dal mondo fatato.
E con questi pensieri arrivò finalmente davanti al portone di casa, suonò il campanello e pochi minuti dopo vide comparire la madre. Aveva il grembiule sporco, probabilmente stava cucinando. «Eccoti qua Brig, com'è andata al parco?» chiese con un grande sorriso, sua madre sorrideva sempre, a volte non la capiva proprio.
«Mi hai dato un nome orribile, potevi darmi qualcosa di più... Di più principesco, e invece no, mi chiamo Brigitte» mormorò buttando lo zaino per terra, andando spedita verso il divano, sentendo la porta di casa chiudersi. Prese il telecomando, e accese la televisione. A pochi momenti sarebbe cominciato il suo cartone preferito. Sentì il posto del divano accanto a sé abbassarsi, e poi la mano della madre accarezzarle lentamente i capelli, poi, dopo attimi di silenzio, parlò: «Chi ha detto che il tuo nome non è principesco?» solo quella domanda fece voltare Brigitte verso la madre ad una velocità mai vista.
«Lo dico io che non è principesco, non c'è nulla di principesco in questo stupido nome» ribatté lei, incrociando le braccia al petto, mettendo un broncio. «Quando sarò grande cambierò il mio nome, così nessuno dirà qualcosa» aggiunse poi.
«Ma davvero? E come hai intenzione di chiamarti?» chiese incuriosita la madre, divertita dall'atteggiamento della bambina che ora sembrava essere presa alla sprovvista da quella domanda.
«Non lo so, ma sicuramente sarà principesco... E bello, così bello che ancora non è stato inventato, ma in questi anni avranno tempo per farlo. Manca ancora tanto» alzò le spalle, riportando lo sguardo della televisione. Era cominciata la sigla del suo cartone preferito, ormai non avrebbe più ascoltato neanche una parola della madre.
«Beh io continuo a pensare che sia un bellissimo nome» disse la madre, ma venne zittita da Brigitte che le fece un gesto con la mano.

|Deriva dal nome irlandese Brighid, Brigid o Brigit, basato sulla radice brigh, briga ("forza", "potenza")l oppure su brig, brigant ("alto"), e può quindi essere interpretato come "forte", "potente" o come "alta", "esaltata", "eccelsa". Alcune altre interpretazioni lo riconducono al germanico beraht ("brillante", "famoso").

Era originariamente il nome di Brigid, la dea irlandese del fuoco, della poesia e della saggezza La figure di santa Brigida d'Irlanda e di santa Brigida di Svezia contribuirono alla diffusione del nome in ambienti cristiani.

Il nome lo ha scelto la madre principalmente per il suo significato, quando scoprì di essere incinta la prima cosa che pensò fu "il mio bambino sarà una forza della natura" e questa sua convinzione aumentò ancora di più quando scoprì che era una femmina, non ci mise molto a trovare il nome giusto, i suoi genitori la volevano chiamare Amabel, secondo loro era un nome bello, elegante, perfetto per la loro nipotina. Ma ormai lei aveva deciso e difficilmente avrebbe cambiato idea. Quando finalmente arrivò il giorno del parto non vedeva l'ora di vedere la sua Brigitte, certo, il momento del travaglio era una sofferenza, ma appena se la ritrovò tra le braccia, così piccola, gli occhioni enormi che la osservavano, e le manine che si muovevano come a voler afferrare qualcosa, capì che quel nome era perfetto per la sua bambina. Con gli anni la madre cercò di farle capire quanto bello e speciale fosse quel nome, ma la bambina sembrava proprio non riuscire ad accettarlo, e di certo gli scherzi e le risate dei bambini non aiutavano Brigitte a convincersi che quel nome, in realtà, non aveva nulla che non andava. |

Cognome:
Mayer

«Ehi Maya!» si sentì chiamare da qualcuno, o almeno così credeva. Si lanciò un'occhiata intorno per capire se effettivamente era riferito a lei quel saluto, e notando che i corridoi della scuola erano praticamente vuoti intuì di sì. Si voltò verso il ragazzo, osservandolo per qualche secondo. Lo conosceva di vista, ma di certo non aveva una buona reputazione in quella scuola, già lo notava da come stava camminando verso di lei, non capiva come facesse a conoscerla, o forse aveva sparato a caso sperando di azzeccare. Una semplice maglietta a maniche corte con un teschio al centro, i jeans così strappati che sembrava fosse stato appena attaccato da qualche lupo, le mani nelle tasche e quella camminata da "sono il re della scuola, inchinatevi". Dopo poco se lo ritrovò davanti, così decise di parlare: «Il mio cognome è Mayer, non Maya» specificò, sospirando leggermente. Era un cognome così semplice, e dire che quasi nessuno riuscivano a ricordarlo, o a impararlo, spesso anche i professori lo sbagliavano. «È uguale» fece lui con un gesto della mano, come a dare poca importanza alle sue parole. Brigitte avrebbe potuto lasciar correre, non le sarebbe cambiato nulla, e dire che aveva quel piccolo problema che non riusciva proprio ad abbandonarla. «Non è uguale, se fosse uguale sarebbe Maya, ma è Mayer» specificò ancora una volta. Strinse i pugni, le unghie che sembravano voler perforare il palmo della sua mano, e ogni singolo muscolo del suo corpo teso, doveva respirare, lasciar andare, e poi contare... Sarebbe sparito, non lo avrebbe più sentito. «È un semplice nomigliolo, non capisco perché devi fare tutta questa scenata» alzò gli occhi al cielo, dandole una pacca sulla spalla. Brigitte guardò la sua mano, per poi spostare lo sguardo sul viso del ragazzo. Si morse l'interno della guancia fino a sentire il sapore ferroso del sangue, quindi lasciò velocemente la presa dei denti. «Allora non storpiare il cognome, non mi sembra difficile» continuò a parlare lei, liberado finalmente i pugni.
«Come vuoi, Mayer» disse infine lui, superandola, con tanto di spallata.
Sospirò leggermente, appoggiandosi alla parete dietro di lei, no, non andava affatto bene. Ancora una volta non era riuscita a mantenere il controllo, e questo la mandava completamente fuori di testa. Diede un piccolo colpetto al muro dietro di sé, per poi ritornare velocemente in classe.

|Dalla parola medio alto tedesca "meiger", che significa "superiore o superiore", Meyer era un cognome spesso usato per amministratori o sorveglianti di proprietari terrieri o grandi agricoltori o affittuari: oggi un Meier è un produttore di latte. Meier e Meyer sono usati più spesso nella Germania settentrionale, mentre Maier e Mayer si trovano più frequentemente nella Germania meridionale.
Brigitte ha ereditato il cognome della madre dato che il padre non ha mai assistito a nessun evento della vita della figlia. La madre ha deciso di darle appunto il suo cognome sapendo perfettamente che il padre non sarebbe stato presente, quindi sin dall'inizio preferì non mettere il suo cognome, sarebbe stato piuttosto inutile. |

Età:
Brigitte ha 17 anni ed è nata il 16 Aprile sotto il segno dell'Ariete.

|E' il primo segno dello Zodiaco. E' governato da Marte e Plutone. E' un segno Maschile. Il suo elemento è il Fuoco, la qualità Cardinale. Il suo colore è il rosso; la pietra portafortuna è il corallo rosso e il giorno fortunato è il martedì. Il simbolo astrologico dell'Ariete rappresenta la testa e le corna delle stelle che costituiscono la costellazione dell'Ariete. Il Sole occupa, nello Zodiaco Tropicale, i gradi dell'Ariete, per approssimazione, dal 21 Marzo al 19 Aprile.

Le caratteristiche dell'Ariete sono legate in gran parte al fatto che è il primo dello Zodiaco: dà inizio alla primavera e al ciclo dei dodici Segni. Gli arietini sono persone estremamente coraggiose. Tuttavia, il coraggio dell'Ariete ha una natura prettamente fisica, più che mentale: reagisce ai segnali di pericolo in maniera poco razionale, spesso esagerata. L'Ariete è, infatti, molto irruente e ha tratti caratteriali quasi irrazionali, nella loro impulsività. E' incapace di attendere: tutto deve avere inizio sotto il suo controllo. Ama l'ordine, benché gli sia estranea la precisione della Vergine. Governato da Marte, può essere molto irritabile, se qualcosa non va nel verso che si aspetta. Per questa ragione, non gli è estraneo un aspetto piuttosto reazionario. La donna arietina ha anch'ella una natura piuttosto audace, caratteristica che non intacca la sua femminilità e che, al contrario, le fa ottenere parecchi consensi in un mondo in cui il coraggio viene esaltato.

In generale, però, l'Ariete non ha un rapporto perfettamente sereno con la sensualità. La sua irruenza lo porta a non essere sempre in sintonia con il partner, di cui può stancarsi facilmente, sempre pronto a nuove sfide.

L'Ariete non si sottrae mai alla competizione. Non sempre il suo scopo è quello di voler dimostrare la sua bravura: in realtà, si sente spesso minacciato e vuole dimostrare di sapersi difendere.

Un suo difetto è che, avendo l'impeto di voler essere il primo a dar vita a qualsiasi attività, spesso non ha tempo per finire i compiti che si prefigge. In questo modo, si riempie di progetti che spesso non porta a termine. Similmente, fa molte cose in fretta, perché vede il tempo come un nemico da sconfiggere. E il segno che sa venire meno a patti con la vecchiaia e con la saggezza che questa fase della vita comporta.

Anatomicamente, l'Ariete corrisponde alla testa (non al cervello, tuttavia). Chi ha qualche pianeta in questo segno potrebbe subire, presto o tardi nella vita, qualche colpo al capo.|

Ruolo:
Aspirante detective

Brigitte all'apparenza è una semplice cliente dell'hotel che ha deciso di soggiornare lì per qualche giorno, in realtà, essendo un'aspirante detective non può fare a meno che curiosare di qua e di là. La notte sicuramente è uno dei momenti migliori per farlo, è una molto silenziosa, difficilmente si fa scoprire e questo la porta a sembrare quasi invisibile agli occhi degli altri, quasi ovviamente.

Aspetto fisico:

Carattere:
Brigitte è una ragazza che sa perfettamente quello che vuole e sa anche come ottenerlo. Sa essere davvero insistente e convincente, e questo va molto a suo favore; le persone spesso cedono non riuscendo più a sopportare la sue continue richieste. A primo impatto, guardandola da lontano, sembra una ragazza timida, gentile e sempre con il sorriso sulle labbra, ma non è affatto così. È schiva, a volte quasi fredda, espone la sua opinione senza paura, le opinioni sono fatte per essere espressa, non per essere tenute dentro di sé. Ha spesso la battuta pronta, vuole avere l'ultima parola su tutto, non può succedere che qualcuno chiuda un discorso senza che lei ribatta per ultima. È molto ironica, probabilmente per la maggior parte delle volte è più ironica che seria, ma pensa che l'ironia sia uno dei migliori modi per esprimersi, ma non sopporta chi si nasconde dietro al solito "Ma dai scherzavo, ero ironico" dopo aver detto qualche cazzata. Se vuole ottenere qualcosa sa perfettamente come fare: cambia la sua personalità a seconda delle situazioni in cui si trova, e a seconda delle persone che ha davanti. Se deve avere a che fare con qualche adulto, come per esempio un professore, sembra la ragazza educata e studiosa, quella che alza la mano in classe e che in un modo o in un altro riesce sempre a cavarsela nelle verifiche. Se si trova davanti ad uno sconosciuto lo analizza, cerca di capire cosa potrebbe fare o dire, ecco cosa le piace, analizzare le cose, le persone...
È una grande osservatrice, spesso la si vede in un angolo, le braccia incrociate al petto e lo sguardo perso nel vuoto, o almeno la maggior parte delle persone pensa sia perso nel vuoto, in realtà lei osserva chiunque le si pari davanti. Guarda il loro modo di camminare, la loro gestualità, come si comportano da soli, e come in compagnia. Pensa che dall'atteggiamento si possa capire molto di una persona. Le piace fare tutte quelle riflessioni, tutte quelle domande a cui spesso non trova mai una risposta. Trovarla distratta è difficile, è sempre attenta ad ogni particolare, cerca di non lasciarsi sfuggire mai nulla, ogni cosa potrebbe essere collegata all'altra, anche le cose più banali. È una che usa la logica, ma allo stesso tempo è anche impulsiva, a volte anche troppo. La sua impulsività spesso la porta a commettere degli errori, è un interessante contrasto il fatto che sia una ragazza molto riflessiva ma allo stesso tempo impulsiva. Non sa esattamente come spiegare questa sfaccettatura del suo carattere, ma spesso si trova a fare una determinata azione, sapendo benissimo le conseguenze, ma continua a farla, secondo lei riuscirà sempre a trovare una soluzione a quello che potrebbe succedere. Ma essere impulsiva la manda fuori di testa, non ama perdere il controllo, la fermezza, i limiti che sa porsi, tutto deve essere assolutamente sotto il suo controllo, nulla deve sfuggire dalle sue redini e quando succede, beh quando succede è un casino. Prova a ritornare indietro, ripercorre i suoi passi, si maledice da sola, e poi rimette insieme i cocci del vaso rotto perché tutto deve ritornare secondo la linea dritta che si è creata nella mente.
Non è una persona che fa fatica ad aprirsi, ma preferisce di gran lunga ascoltare anziché parlare, raramente parla del suo passato, a meno che non le venga esplicitamente chiesto, ma anche in quel caso dice il minimo indispensabile. Le piace mettersi nei panni degli altri, immaginarsi in situazioni in cui non si è mai ritrovata per capire come avrebbe potuto comportarsi al posto di quella persona, o cosa avrebbe potuto dire, o come sarebbe andata a finire la situazione. Le piace aiutare chi è in difficoltà, di certo non si sente una paladina della giustizia e tutte quelle sciocchezze, ma aiutare qualcuno significa tenere ben attivo il cervello e la logica e in questo lei è sicuramente molto brava. Ha un intuito piuttosto sviluppato, probabilmente questo è uno dei tanti motivi per cui ha cominciato ad avvicinarsi al mondo dei detective e tutto ciò che li riguarda.

Storia:
La madre conobbe il padre di lei quando era ancora molto giovane, aveva appena 15 anni e fu tutto molto veloce, la loro non era una relazione seria, solo divertimento, infondo erano solo adolescenti. Una sera scoprì di essere incinta proprio di lui, sapeva perfettamente che dirglielo non avrebbe avuto senso, non si sarebbe preso le sue responsabilità, l'avrebbe semplicemente lasciata sola, quindi decise che la miglior cosa da fare era abortire. Nessuno sarebbe venuto a sapere di quel fatto e lei avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita senza doversi prendere la responsabilità di un figlio, ma una volta arrivata in clinica le cose non andarono come aveva programmato. Si sa, la vita non va mai come speriamo noi. Il senso di colpa e la paura la invasero, non poteva farlo, era suo figlio no? Infondo non le sarebbe dispiaciuto avere un bambino, certo, magari sperava di averlo da un paio d'anni, ma forse doveva andare così. Decise di non compiere più quel gesto e tornò a casa, doveva solamente parlarne con i suoi genitori. Erano sempre stati piuttosto permissive con lei, ma le avevano sempre raccomandato di fare attenzione, che era troppo giovane, e che non volevano ritrovarsi a diventare nonni così giovani. Ormai erano passate un po' di settimane da quando aveva scoperto di essere incinta, e ancora non aveva detto nulla ai suoi genitori, così una sera si decise e diede la grande notizia. Inizialmente non fu presa bene da nessuno dei due, stavano prendendo in considerazione di darlo un adozione una volta nato, ma lei non voleva saperne, se settimane prima era pronta ad abortire, in quel momento si sentiva pronta a diventare madre, a crescere un figlio, anche se sarebbe rimasto senza padre, ma era sicura che il suo amore sarebbe bastato. Con il tempo i suoi genitori cominciarono ad accettare quella situazione, e decisero che avrebbero aiutato la figlia e il bambino in arrivo, e mesi dopo nacque la piccola Brigitte.
La sua infanzia fu abbastanza felice, era una semplice bambina che faceva cosa da bambini come andare al parco, giocare, disegnare, colorare. Con la madre aveva un rapporto molto stretto, probabilmente era normale per una bambina piccola, ma anche più avanti il rapporto con la madre continuava ad essere dei migliori. Avevano quel rapporto madre e figlia che tutti vorrebbero, sembravano quasi migliori amiche, anche per la poca differenza di età. Ma più cresceva più le cose andavano conplicandosi, cominciò a fare domande sul padre, vedeva tutte le sue amiche che correvano in braccio al loro papà, mentre lei non poteva farlo, non l'aveva mai visto e la madre non ne aveva mai parlato, e la cosa cominciò a pesarle di più. Spesso questa assenza di una figura paterna la portava a chiudersi in sé stessa, quasi a sentirsi fuori luogo davanti alle sue amiche, soprattutto quando cominciò a frequentare le medie. Andando avanti con l'età il rapporto tanto bello con sua madre sembrò cominciare a screpolarsi, voleva delle rispose alle domande che faceva, ma sua madre non sembrava intenzionata a dargliele, e questo la portò ad allontanarsi abbastanza da lei. Cominciarono a parlarsi poco, il minimo indispensabile per una convivenza, e questo portò Brigitte a creare quasi un muro rispetto alla madre.
Scoprì dell'esistenza di quel Hotel poco prima del suo diciassettesimo compleanno, leggendo tutte le storie e i miti su quel posto, la sua curiosità la spinse a volerlo visitare. Disse alla madre che sarebbe andata per un po' a stare da una sua amica, sapeva che non avrebbe fatto troppe domande, così preparò la valigia e partì. Dopo un paio di ore si ritrovò di fronte all'hotel e finalmente poteva dare il via alle sue ricerche. Sicuramente quello sarebbe stato il posto giusto per allenarsi da detective no?

Cosa pensa delle voci riguardanti l'hotel?:
Le voci che ha sentito non la intimoriscono, anzi, la spingono a voler indagare ancora meglio. Prima di andare all'hotel ha fatto diverse ricerche, di certo non voleva rischiare di ritrovarsi in un posto che non aveva nulla di strano, e quindi di aver letto notizie false. Pensa che la maggior parte delle cose che ha letto siano per lo più vere, ma probabilmente avrà sicuramente letto qualcosa di non vero, ma insomma, preferisce assicurarsi lei se le voci siano vere, se non vede non crede.

Stanza in cui alloggia:
Brigitte alloggia nella stanza 122. Il numero 122 è un numero che spesso si è ritrovata davanti nel corso della sua vita e ha sempre pensato che non fosse tutto un semplice caso.

|Il numero 122 indica la manifestazione dei propri sogni, la filantropia, i nuovi inizi, l'indipendenza e l'espressione della libertà. Simboleggia la curiosità, l'autosufficienza, la diplomazia, nuove esperienze e avventure.

Le persone che risuonano con il numero 122 sono buone come singoli lavoratori, ma si comportano bene anche quando lavorano come parte di una squadra.

Sono concentrati sull'esprimere la loro libertà. Queste persone sono diplomatiche e sensuali. Sono anche intelligenti e spiritosi, avventurosi e curiosi. |

Punti forti:
DETERMINATA

Brigitte è sicuramente una delle persone più determinate che possano esistere, se si impunta qualcosa, difficilmente la lascerà a metà. Nonostante tutto e tutti lei continuerà a lavorare per raggiungere l'obiettivo iniziale che si era stabilita.

CARISMATICA

È sicuramente nata per essere una leader, sa perfettamente come farsi ascoltare dalle persone, sa come attirare l'attenzione degli altri, e farsi rispettare. Ha una fermezza che in pochi hanno alla sua età, se dice una cosa quella è, se ci stai bene, se no puoi andartene.

COMPETITIVA

Può essere visto come un pregio o un difetto ma per Brigitte è assolutamente un pregio. È una persona molto competitiva e questo la spinge a dare sempre il meglio di sé. Un po' di sana competizione nella vita serve secondo il pensiero di Brigitte.

FURBIZIA

Brigitte è dotata di una grande furbizia, spesso si è ritrovata in situazioni poco facili ed è sempre riuscita ad uscirne senza troppi problemi. Probabilmente per molti furbizia è sinonimo di scorrettezza, ma non per Brigitte, è sempre molto corretta in quello che fa, a meno che non siano casi particolari.

Punti deboli:
ACROFOBIA

|La persona che soffre di questo disturbo tende ad evitare luoghi che possano esporla al rischio di percepire un’eccessiva distanza tra sè ed il suolo.

Si tratta di persone che conducono una vita normale ed hanno come unico limite quello di non potersi recare in luoghi troppo alti o prendere ascensori a vista che li conducano ai paini elevati di un edificio.

La paura primaria dell’acrofobia è quella di poter perdere il controllo del proprio corpo a tal punto da provare la sensazione di poter perdere l’equilibrio e cadere di sotto.

Il primo pensiero automatico che affiora alla coscienza senza possibilità di controllo da parte del soggetto è “perderò il controllo del mio corpo“.

A seguire la credenza intermedia sarà se “perdo il controllo  del mio corpo” allora “può capitarmi qualcosa di brutto tipo cadere di sotto e morire“.

Ed infine la credenza di base sarà “sono debole, sono incapace di controllare il mio corpo e di gestire la situazione“.

A seguito di questa credenza disfunzionale la persona affetta da acrofobia tenderà ad evitare tutte le situazioni che lo porterebbero a sperimentare panico e la conseguente sensazione di debolezza ed incapacità nel gestire la situazione temuta.

L’evitamento dunque da soluzione funzionale si trasforma nel suo contrario in quanto funge da prova confermatoria della propria debolezza ed incapacità.

Evitamento dopo evitamento la persona limiterà sempre di più l’esposizione alla situazione temuta ma, trattandosi la acrofobia di una fobia specifica, non provocherà limitazioni in altre sfere vitali del soggetto.|

AICHMOFOBIA

|Tecnicamente viene definita "aichmofobia" o anche "Belonefobia" e "Tripanofobia"; a parte le parolone tecniche, parliamo della paura di aghi e siringhe.
Questo problema si manifesta, come tutte le fobie, sia con comportamenti di evitamento, sia con veri e propri sintomi fisici.
Chi soffre di questa paura tende ad evitare tutte le situazioni in cui, per qualsiasi motivo, si debba ricorrere ad un ago, dalle iniezioni ai prelievi, fino anche alle punture anestetiche del dentista.
Dal punto di vista fisico il problema si manifesta con sintomi di agitazione, tachicardia, eccessiva sudorazione, fino a culminare per alcuni in veri e propri disturbi vagali, con crollo della pressione sanguigna e svenimento, ogni volta che, forzatamente, si deve avere un contatto con la siringa.
Qualcuno sostiene che questa fobia possa avere radici genetiche ed ereditarie, ma in realtà non c'è una prova scientifica di questa affermazione. Rimane pertanto valida e provata solo la componente psicologica.
Certo, grande importanza sembrano avere anche l'influenza dei familiari e le modalità di relazione della persona con il suo contesto.|

CERAUNOFOBIA

|La ceraunofobia (dal greco antico keraunós, cheraunos, "fulmine" e phobos, phobos, "paura") è una fobia specifica di tuoni e fulmini, comune nell'essere umano, specialmente tra i bambini e presente anche nei cani, nei gatti. Altri termini utilizzati per indicare questa fobia sono la brontofobia, dal greco vrontés (tuono) e la tonitrofobia, dal latino tonitrus (tuono), specifici dei tuoni, e la astrapofobia, dal greco astrapí (fulmine).

I sintomi, come per le altre fobie, includono attacchi di panico, difficoltà respiratorie, tachicardia, sudorazione e nausea.

Molti di coloro che soffrono di ceraunofobia cercano di sfuggire alla causa della paura: durante un temporale i bambini si nascondono solitamente in luoghi senza finestre, come il sottoscala, l'armadio o sotto il letto. Analogamente, adulti e adolescenti adottano lo stesso meccanismo e cercano riparo in ogni luogo in cui non si vede né si sente il temporale. |

Curiosità:
-Brigitte colleziona conchiglie dall'età di 8 anni. Cominciò un giorno, quando era andata in vacanza al mare insieme alla madre, le era sempre piaciuto il mondo marino, quindi decise di voler cominciare a collezionare qualcosa che avesse a che fare con il mare.

-Ha il septum, un piercing che si fa al naso, ma non lo mette quasi mai, e quando ce l'ha spesso lo nasconde. Non c'è un vero motivo, ma quando l'ha fatto non ci ha pensato molto, non se n'è pentita, ma comunque non ci tiene molto a tenerlo.

-Ha la patente per andare in moto ma sua madre non ha mai voluto prendergliene una. Ha sempre avuto questa grande passione per la velocità, e quale mezzo se non la moto poteva darle quella sensazione? Ma purtroppo non è mai riuscita a convincere la madre.

-Odia il colore dei suoi capelli. Brigitte avrebbe tanto voluto nascere con un altro colore di capelli, ma purtroppo non è stato così. Avrebbe sicuramente potuto tingerli, ma odia le tinte.

Theme song:

Halsey- Control

Artic Monkeys- Do I Wanna Know?

Harry Styles- Kiwi

Doja Cat- Rules

The Neighborhood- Afraid

Rihanna- Needed me

YUNGBLUD- Parents

Melanie Martinez- Teacher's Pet

Orientamento sessuale:
Eterosessuale

Note:
Allora, in realtà non ho particolari richieste. Magari che si faccia qualche amicizia se no poveretta mi rimane asociale. Poi se devi ammazzarla, non all'inizio, lasciamela vivere un po'. E per le ship se c'è bene, se no bene lo stesso. E nulla fine

ANGOLO ME
Ce l'ho fatta, è un miracolo. È venuta un po' lunghetta la scheda, e non ho idea di cosa io abbia scritto, ma spero comunque vada bene. Nel caso ci fosse qualcosa che non va dimmelo pure e sistemo subito. La seconda scheda dovrebbe arrivare tra un po', è un miracolo se sono riuscita a finire Brigitte lol.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top