Jamais Vu-Yoonseok

Lo studio era silenzioso.
Ed era proprio quello che era apprezzabile in un momento così delicato della giornata come l'alba.
Il sole si innalzava delicatamente fuori dalla finestra, illuminando con il suo abbraccio una Seoul ancora quasi tutta profondamente addormentata tra le sicure braccia di una notte appena finita.
Il vento soffiava leggero, muovendo con grazia le foglie verdi degli alberi che coloravano la città, e le prime auto si facevano largo sulle strade le cui striscie bianche erano state dipinte di bianco accanto a marciapiedi pieni di ricordi coperti dall'asfalto.
Da una delle finestre come tante altre altre, Hoseok osservava tutto questo, senza pronunciare una singola parola. Gli occhi stanchi causati da una notte insonne bruciavano, mentre l'aria passava sul suo viso e sui suoi capelli scuri.
Sul tavolo, una miriade di fogli prendevano posto disordinatamente, immobili come soldati alla frontiera. Sopra di essi, scritte a penna e pensieri spezzati che sembravano cercare un legame tra loro. Le mani del ragazzo erano sporche di penna, la sua anima invece era stata lavata da tutte le lacrime che aveva versato.
Per colpa di una sola, unica persona.
Ma che colpa aveva lui se era così soggetto alle emozioni da voler chiudere la porta dello studio a tutti?
Se lo domandava spesso in quel periodo.

Era ufficialmente una settimana che non si vedevano.
Una settimana da quando quello spartito e quella registrazione su mp3 erano stati lasciati davanti allo studio.
Sette giorni in cui mangiava il minimo per poter sopravvivere, dormiva poco e niente, durante i quali aveva spento il telefono per non parlare con nessuno. Usciva solo per andare in bagno e fare una doccia, non voleva vedere anima viva.
I fogli sembrarono quasi chiamare il ragazzo, che si voltò giusto in tempo per vedere la sua porta che si apriva lentamente, con un po' di cibo posato sull'uscio. Seokjin glielo portava tutti i giorni, si preoccupava per lui perchè un po' capiva il suo stato d'animo.
Il suo non sentirsi abbastanza.
E forse era quello che aveva ispirato la canzone che lentamente stava riuscendo a collegare tra quei fogli di carta.

Bevve un goccio di caffè, assaporando l'aroma forte e deciso della bevanda calda, zuccherata giusto un poco dal suo hyung. Sentì un po' di energia tornare nelle sue vene, mentre sedeva al pc.
Mise ordine nei suoi pensieri, cancellando il litigio e tutte le ansie, dedicandosi alla stesura del testo.
Parlava della ricerca di un rimedio per guarire da una malattia un po' particolare: far battere nuovamente un cuore spezzato.
Ciò di cui aveva bisogno.
Perchè in quella canzone sentiva il riflesso di sè stesso tuffarsi tra le note, ballare a ritmo del dolore che trovava nascosto nel suo petto.
Ma doveva andare avanti con esso, convincere sè stesso che doveva dimenticare e continuare a camminare.
Ma non ci riusciva.
Le parole si inseguivano su quel dannato foglio di carta, mentre le sue orecchie ascoltavano la base musicale al pianoforte. Assieme alle parole, i pensieri di quel giorno, tutti insieme.

"Yoongi, perchè mi eviti così?" Aveva chiesto, vedendo che lo hyung lo ignorava da qualche giorno, senza un motivo ben specificato.
"Lasciami solo." Aveva risposto secco l'altro, liquidando con un gesto della mano le parole del minore.
"Perchè dovrei? Sono il tuo migliore amico..." aveva sussurrato, sapendo che per lui Yoongi era molto più di un semplice amico. Era la persona più preziosa e dolce che avesse mai visto, quel tipo di persona che trovi una volta nella vita e sai di dover tenere stretta.
Non voleva lasciarlo volare tra le braccia di qualcun'altro che non fosse lui, Jung Hoseok.
E lo aveva lasciato senza risposta, ma Hoseok non aveva resistito e non era riuscito a stare zitto.
"Sei uno stronzo, Yoongi-hyung. Ti comporti in modo dolce e gentile con me e così a caso decidi di abbandonarmi! Bell'amico!"
Non si erano più parlati da allora, mai più.

Il ritornello gli faceva malissimo.
Era così dannatamente preciso; così fottutamente reale il sentimento che vi aveva messo. Poteva sentire il sapore salato delle lacrime rigare le sue guance, il suo corpo indebolito dalla scarsa alimentazione tremare in modo incontrollato: stava crollando sotto la potenza dei sentimenti, dei ricordi che avrebbe voluto solo cancellare per sempre con una grande gomma.
Perchè aveva conosciuto Yoongi?
Se non fosse entrato alla Big Hit... non avrebbe sofferto, giusto?
Stremato dal lavoro, si buttò sul divano, chiudendo un attimo gli occhi.
Voleva riposarsi, ma non riuscì.
Qualcosa distrasse la sua attenzione.
"Hope, esci, ti prego!" Era Namjoon, non lo aveva mai disturbato in quella settimana, forse era qualcosa di importante. Magari aveva finito una delle altre canzoni per l'album e voleva fargliela sentire.
"Joonie, entra. Dimmi, cosa ti serve?"
Il leader lo prese per un braccio e lo trascinò nella sala dove di solito mangiavano.
"Okay, non spaventarti." Lo avvisò, mentre Seokjin si avvicinava con sguardo tetro.
"Si tratta di Yoongi."

Fu il viaggio più doloroso della sua intera vita, forse. Il viaggio che non avrebbe dimenticato nemmeno con un lavaggio del cervello.
Accanto a lui, Namjoon e Seokjin scrutavano in silenzio il paesaggio fuori. Nella macchina dietro di loro, Taehyung, Jimin e Jungkook stavano probabilmente nello stesso silenzio.
Nessuno di loro si sarebbe aspettato qualcosa del genere.
Per fortuna, il traffico non era molto.

Hoseok si sentì uno stupido.
Avrebbe dovuto capirlo, ed invece non era riuscito ad intuire nulla. Avrebbe potuto aiutarlo, ma non aveva fatto in tempo.
E ora Yoongi era lì, davanti a lui, che respirava solo grazie ad una dannata macchina.
Aveva provato ad uccidersi, lasciando solo un biglietto prima di buttarsi dalla finestra del primo piano, l'unica delle tante che non dava sulla strada.
Nessuno aveva toccato quel pezzo di carta, Jin lo aveva tenuto tra le mani, ancora traumatizzato, non lo aveva nemmeno aperto per leggerlo.
Era stato lui ad accorgersi di quel corpo a terra, mentre apriva la finestra: si era svegliato presto, solo per preparare del caffè per Hoseok.
Aveva chiamato lo staff, svegliando più o meno tutti i ragazzi.
Mentre i membri del gruppo erano fuori per parlare con il dottore, il ragazzo aprì la lettera di Yoongi, mordendosi il labbro.
Sulla parte esterna, un messaggio ne anticipava il contenuto.
Il tutto era scritto con inconfondibile calligrafia del maggiore, che Hoseok adorava così tanto.

Ragazzi,
Quando non sarò più su questa terra, date questa lettera ad Hoseok.

E poi, dentro, il famoso messaggio.

Caro SeokSeok,
Mi dispiace.
In questi giorni sono stato un vero stronzo, avevi ragione quando me lo hai detto.
Sai perchè sono stato così stronzo?
Per amore, ecco il motivo.
Per colpa di un ragazzo poco più piccolo di me che mi ha rubato il cuore senza farlo apposta, qualcuno di speciale.
Sei tu.
Ma per te sono sempre stato un migliore amico, per questo ho deciso di fingere di non averti mai conosciuto, ho tentato in tutti i modi di dimenticare noi.
I nostri momenti, le risate, le nostre live così stupide. Le ricordi? Io mi ricordo tutti i particolari, soprattutto la tua risata bellissima.
Sono sette giorni che non ti sento ridere, ma se mi accosto al tuo studio, spesso riesco a sentirti piangere. Ho paura di vedere le tue lacrime, so di esserne stata la causa.
Ma tu, Hoseokie, sei stata la causa di tante cose. La causa della mia felicità, ad esempio. Sono riuscito a sorridere grazie a te, insieme ci siamo salvati tante volte dalla depressione e dai pianti. Dalle ferite, dalle paure.
Scusami se non sono stato sufficientemente speciale per te, se sono rimasto l'amico idiota che non ha avuto il coraggio di confessare nulla. Jimin mi ha detto che parli spesso di me, nello stesso modo in cui lui ti parla di Jungkook.
Ma mi è sembrato impossibile: loro sono fidanzati, noi no.
Il mio cuore fa male, si è rotto, Hobi. Non trovo una cura, non trovo il rimedio, nessun medico può curare il dolore di un amore non ricambiato.
Nessun dottore può curarmi l'anima, io avrei avuto bisogno solo di te.
Sorridi, sei il rimedio più bello che chiunque possa desiderare.
Ti amo immensamente, raggio di sole.
Tuo, Yoongi-hyung.

Erano proprio lacrime, come aveva detto Yoongi nella sua lettera.
Lacrime di dolore, quelle che decoravano il suo viso, o meglio, che non riuscivano a smettere di scendere una dopo l'altra.
Yoongi aveva cercato la morte, per colpa sua e della sua stupidità.
Era così ovvio, lo hyung si era allontanato da lui perchè stava soffrendo.
Lo amava.
E aveva il cuore e l'anima che avevano bisogno di cure, l'unica persona che poteva farlo era Hoseok.
"Quando ti sveglierai, ti darò l'unico rimedio che ho, te lo prometto."
Prese tra le mani un foglio, finendo di scrivere quel maledetto testo, completando il riflesso di sè stesso in quelle pagine bianche e nere.
Respirò a pieni polmoni l'aria di sogni infranti che si respirava in quella stanza, mentre il suo cuore batteva piu veloce del solito.

Qualche ora dopo, il suo filo di pensieri venne interrotto.
"SeokSeok, sei tu?"
I suoi occhi si incastonarono in quelli di Yoongi, così belli da mettere sottosopra la sua già rotta anima.
Negli scuri occhi di Min Yoongi si rifletteva la tempesta, la volontà di ritrovare la direzione per tornare al porto; ad una casa sicura. Si leggeva un misto di emozioni potente come un uragano, ed infine una punta di sogni spezzati, sottili come un filo di cotone.

Già, un filo, come quelli degli acrobati che vi camminano, appesi alla forza del destino.

"Sì, Yoongi-hyung. Sono io, Hoseok."
Le loro mani si sfiorarono, come due venti contrastanti, come l'acqua quando s'infrange sulle rocce.
E fu così bello.
Qualcosa successe, non visibile da fuori.
Hoseok sentì un calore confortante, mentre il suo cuore e la sua anima si accoccolavano al loro posto, in qualche modo tutto si era sistemato.
Il suo rimedio e allo stesso tempo la persona che doveva curare era lì, davanti a lui, con un sorriso dolcissimo.
"Ho letto la tua lettera, Yoon."
Il sorriso si spense: aveva paura.
Paura della potenza di quelle parole, ed era piuttosto comprensibile.
"E?"
"E sai cosa? Non sono un dottore, non so curare con medicinali e terapie, ma ho bisogno di dire cose che forse potrebbero aiutarti. Posso?"
Il maggiore annuì.
"Per prima cosa, tu sei la persona speciale della mia vita, quindi non azzardarti a pensare di non essere abbastanza. Seconda cosa, non voglio che i nostri ricordi finiscano, vorrei costruirne ancora tanti con te hyung. Infine, solo prendendomi per mano hai rimesso a posto tutti i miei pezzi rotti, ora mi sento bene. Ci sei tu qui, al momento ho bisogno solo di un'ultima cosa."
Gli sfiorò una guancia, e l'altro chiuse gli occhi d'istinto, appena le labbra di Hoseok assaporarono le sue.
Non poteva crederci.
Finalmente aveva trovato il coraggio di fare ciò che sognava da tempo.
Aveva appena baciato il ragazzo che amava, che in quel momento lo stava tenendo stretto a sè, accarezzandogli i capelli scuri.
"Ti amo, SeokSeok." Mormorò Yoongi, felice.
"Anche io, hyung, fottutamente tanto."

Era passata un'altra settimana, e alla traccia scritta da Hoseok mancava solo il titolo.
Lui e Yoongi si erano presi una serata per loro, stavano mangiando nello studio del più piccolo. Ormai stavano insieme in ogni momento possibile, avendo appurato di amarsi da tanto tempo senza aver mai trovato il coraggio per una confessione.
Si erano fidanzati, ma non potevano dirlo ai fan, si sarebbero impegnati per farlo capire senza mettersi in pericolo.
"Dovresti chiamarla Jamais vu, SeokSeok." Yoongi mangiò un secondo pezzo di pollo.
"Eh? Jama... cosa?"
"Jamais vu. Quella meraviglia che hai scritto."
Il più piccolo cercò il significato di quella strana parola nella sua mente, ma si arrese.
"Che significa?"
"È quando non sei capace di riconoscere una situazione familiare o una persona. Nel nostro caso, è più una sensazione, ma ci sta comunque."
Finalmente il più giovane capì.
"I nostri sentimenti?"
"Quelli, sì. Era l'amore, che non siamo stati capaci di riconoscere. Eppure, fin da bambini ci circondiamo di varie forme d'amore."

Salvami (non è facile questa volta)
Dammi un'altra possibilità (se mi arrenderò? No, mai)
Non mi arrenderò

"Ci siamo salvati, Yoongi." Rise, per poi baciarlo con amore, il suo Jamais Vu preferito.

⭐•Fine

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