Lute x Adamo
Attenzione se la ship non vi piace, non è un problema mio. Piccola specifica, il pov è di Lute essendo ambientata dopo la sua morte.
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Sembrava ieri che ci divertivamo insieme in questo posto divenuto il nostro luogo preferito.
Ricordo le serate in cui ti divertivi a suonare la chitarra cantando canzoni senza senso, io divertita ti ascoltavo bevendo frullati scambiandoci quattro chiacchiere sul niente.
Chiacchiere insensate, solo per il gusto di far prendere aria alla bocca, parlavamo di concerti, musica rock, del paradiso in sé, di com'era pesante Sera, di sesso, delle tue due puttanelle con cui ti sei ritrovato sposato, dello sterminio.. quel fottuto sterminio, eravamo carichi e pronti per un'altra vittoria ma non fu così.
Ho dedicato parte della mia vita a stare al tuo fianco, questo paradiso era la nostra casa e tu eri l'unica persona con cui avevo un rapporto che andasse ben oltre la professionalità, mi hai dato un nome, un ruolo, uno spazio nel tuo cuore, mi hai dato divertimento e la consapevolezza di avere qualcuno che pensa a me. Doveva essere come tutte le altre volte, abbattere quel merdoso hotel di quella stronza progenita del diavolo e trionfare alla vittoria del paradiso! Come ad ogni fottito sterminio, ci ritrovavamo qui in spiaggia a goderci i raggi del sole, l'acqua limpida del mare, il rumore soave delle onde, la sabbia cocente sotto i nostri piedi che si infilava tra le dita, quei momenti così innocenti riuscivano a far uscire il meglio di noi.
La tua compagnia mi trasmetteva forza e sicurezza in me stessa, vedevamo il mondo nella stessa maniera era come se nei tuoi occhi riuscissi a intravedere una parte di me per rendermi completa. Era tutto perfetto, con te qualsiasi cosa mi piaceva, con te sempre sorridevo. Come potevo non farlo? Eri solito a tenere la maschera con gli altri ma quando sapevamo di starcene soli, mi donavi l'onore di vedere il tuo vero volto trasandato, c'è ne stavamo seduti in spiaggia godendomi la bella atmosfera accogliente con tanto di musica dal vivo col miglior chitarrista del paradiso, da te autoproclamato ma non tanto diverso dal vero. Il come suonavi quella chitarra d'oro elettrica mi eletrizzava, facevi scorrere le dita lungo le corde strimpellando armonioso. Quelle note sfoggiavano la miglior melodia che potessi mai udire accompagnato dalla tua voce, canticchiavi versi a caso seguendo il ritmo improvvisato, la tua bella voce mi rapiva per quanto la trovassi sensuale ma al col tempo confortevole.
"Se solo avessi compreso prima di amarti.."
Pensai tirando un sospiro malinconico, al tempo ero così stupidamente ingenua da non rendermi conto di ciò che provavo che per te, solo per averti conosciuto e avuto la possibilità di starti così vicina, mi sento l'angelo più fortunato di tutto il creato ma il fato è stato bastardo e tu ormai non ci sei più, i responsabili della tua morte festeggiano per il trionfo conquistato e io qui, seduta sulla sabbia con le gambe strette al petto su cui tenevo il capo, guardavo quelle onde del mare che lentamente arrivavano alla battigia. Dovrà essere questa la mia vita d'ora in poi? Senza di te dovrò sobbirmi i ricordi delle giornate più belle dovendo convivere col pensiero di essere sola in questi cieli e non poterli più rivivere? Tornare nei posti nostri ormai divenuti solo miei, non assaporando più quell'atmosfera gradevole rimpiazzata da quell'ambiente grigio.
-Mi manchi.. - dissi sottovoce sentendo una lacrima scendere lungo la gote, a seguirla pian piano il pianto trovò il suo sfogo costringendomi a nascondere il volto tra le mani, un pianto liberatorio, naturale, per tutto quel tempo sono rimasta impassibile mantenendo un atteggiamento professionale, dovendo accettare il fatto di ricoprire il ruolo che prima ricoprivi tu ma nessuno potrà mai ricoprire il tuo ruolo nel mio cuore, nella mia vita, seppur dovrei essere beata nella gratitudine della perfezione che usufruiva il paradiso mi sentivo l'anima più dannata lasciata sola a dover affrontare quell'inferno da sola.
Il soffio delicato del vento gelido, scompigliò lievemente i miei capelli bianchi accarezzando le mie gote umide dalle lacrime calde e salate mescolandosi col vento freddo creando una sensazione di contrasto, sembrava portare via parte del dolore ma al col tempo amplificava la tristezza che lentamente si espandeva in me, nella mia mente invece, riuscivo a intravedere la sua immagine nitida di quel giorno, quel maledetto giorno, steso a terra morente, un occhio nero, il sangue dorato colante dal naso fino alle labbra, quelle labbra sottili su cui avrei tanto desiderato scaldarle con le mie. Solo in quel momento, mi hai regalato un sorriso sincero, proprio quel sorriso spezzò in due il mio animo.
-Mi manchi terribilmente.. perché mi hai abbandonata? Perché non c'ero per evitare che accadesse..? - dissi martellandomi di quei quesiti diventati un chiodo fisso, tra le lacrime che scendevano a fiumi senza alcuna speranza di voler cessare, guardai nuovamente il mare, avrei voluto sprofondare nelle sue acque gelide e sparire da questa vita infame. La vita qui dovrebbe essere felice, beata, solo ora ho compreso che la mia lo era grazie a te, Adamo mio signore, mi hai fatto scoprire il bello di essere amati.
Quei tuoi bei occhi giallo oro rigorosamente messi in risalto dalle tue borse scure sotto ad essi, avrei dato la vita per poterli nuovamente vedere, quel tuo sguardo sicuro di te, divertito, corniciato dal tuo solito sogghigno beffardo, rafforzava in me la mia autostima ma il tuo volto, sarà solo un mio ricordo che terrò ben stretto.
-Se solo fossi riuscita a dirti in tempo.. che esisteva una donna disposta ad amarti.. - dissi con un filo di voce rimasto in corpo, asciugando quelle poche lacrime che di volta in volta scendevano, mi alzai pronta per tornare a servire il paradiso sotto ordini di Sera ma prima di infilare la mia maschera, rimasta per tutto questo tempo accanto a me al tuo posto, rimasi paralizzata nell'udire una voce familiare, quasi come se fosse sussurata al mio orecchio, pronunciare queste esatte parole.
-Non ti abbattere Lute! Ricorda quanto sei cazzuta e fai il culo a quei pezzi di merda per me! Sei forte zinne assassine! -
Furono quelle parole a farmi impallidire più di quanto di mio non lo fossi già, spalancai gli occhi e senza pensarci mi voltai dietro sperando di rivederlo, ma come se fosse stato frutto della mia immaginazione, eppur la voce sembrava così presente ma allo stesso tempo sfuggente, come se fosse stata una carezza o una leggera brezza di vento sfiorarmi l'orecchio ma ero fermamente sicura di aver udito, ancora una volta, la voce del mio amato.
Concidenza volle, in quell'esatto momento, il vento freddo fin ora presente, si fermò di impulso, lasciandomi sola a interrogarmi su un nuovo quesito.
-Eri tu.. Adamo? -
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Angolo autrice
Se solo Adamo non fosse morto magari avremmo avuto la ship canonica, spoiler ammetto che questa è una delle mie OTP però vabbè, vado a deprimermi.
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