✨ 𝕀 π•žπ•šπ•–π•š π•€π•šπ•π•–π•Ÿπ•«π•š, π•š π•₯π•¦π• π•š π•€π• π•£π•£π•šπ•€π•š - ℙ𝕒𝕣π•₯𝕖 𝟚 [ π•£π•šπ•”π•™π•šπ•–π•€π•₯𝕒 𝕕𝕒 @𝕕𝕦𝕔𝕒π•₯π•š_𝟟𝟑 ] ✨


Nell'abitacolo della Chevrolet nera regnava il silenzio. Si udiva solo il debole e soffuso suono del motore, delle gomme che scivolavano rapide sull'asfalto.

Da quando erano montati in auto, dopo la cena a casa dei signori Thorne, nessuno dei due aveva parlato. Mentre Andrew guidava, ben attento a non perdere di vista la strada, specie perchΓ© erano le dieci di notte passate, Alex si era appena voltato per alcuni istanti per osservare il piccolo Rory profondamente addormentato e al sicuro sul suo seggiolino grigio fumo.

Non si direbbe proprio che da sveglio Γ¨ un vero demonietto, pensΓ² con amore paterno.

Quando si girΓ² di nuovo e tornΓ² a fissare fuori dal finestrino alla sua destra, perΓ², il sorriso piano piano scomparve.

Come al solito, la serata in compagnia dei suoi suoceri non era stata un granchΓ©. I Thorne erano in assoluto le persone piΓΉ snob e altezzose che avesse mai conosciuto e per quanto avesse tentato in ogni maniera di andare d'accordo con loro, mai avevano cambiato atteggiamento. Markus sapeva celarlo, ma Scarlett invece no: la prima volta che Andrew lo aveva invitato per fargli conoscere la sua famiglia, la signora Thorne aveva squadrato Alex come avrebbe potuto guardare qualcosa di estremamente ripugnante e spiaccicato sul parabrezza della macchina.

In realtΓ , sembrava odiarlo proprio, mentre con Rory, e naturalmente con Andrew, invece era sempre amorevole e premurosa, talmente tanto da essere nauseante.

Si comportava come se Alex non esistesse, ma dimenticava che Rory non era piovuto dal cielo e ci aveva messo un po' di sΓ© anche lui, anzi un bel po'.

Per dieci anni aveva tollerato l'atteggiamento dei suoceri, solo per poi scoprire una settimana addietro che suo marito da qualche mese aveva una relazione extra-coniugale.

Scoprirlo lo aveva distrutto, fatto sentire di nuovo uno stupido ragazzino di sedici anni con la testa fra le nuvole, troppo ingenuo e sciocco per capire, per vedere.

Non aveva scoperto del tradimento spiando il suo telefono o roba simile: lo aveva proprio visto ed era accaduto per caso, come se lo stesso destino avesse voluto bastonarlo con crudele cinismo. Aveva visto suo marito uscire dal proprio ufficio in compagnia di un altro e poi quest'ultimo baciarlo.

Era stato come se dieci anni della sua vita fossero andati in pezzi, distrutti, polverizzati.

Dieci anni di relazione, di convivenza, sei anni di matrimonio...

Gli ci era voluto davvero poco, a Andrew, per stancarsi di tutto quanto, per dimenticare che non era piΓΉ un diciassettenne frivolo e vanesio, ma un uomo in carriera, un padre di famiglia e un marito.

Non aveva pensato a niente di tutto questo quando quel tale lo aveva baciato. E lui, Alex, non aveva fatto niente, era rimasto lì, immobile, incapace di parlare, di arrabbiarsi, di piangere, come se quella vista lo avesse in realtà svuotato completamente.

Poi, perΓ², aveva iniziato a piangere eccome, col cuore spezzato, e solo allora suo marito si era accorto della sua presenza: si era voltato di scatto, lo aveva guardato con espressione inebetita, come se gli avessero dato un colpo in testa.

Il resto si poteva immaginare: una sceneggiata bella grossa, non appena erano tornati a casa. Discussioni, pianti isterici da parte di Alex, scuse ormai inutili da parte dell'uomo che si era preso dieci anni della sua vita e poi li aveva ridotti in mille pezzi, come se non contassero niente, come se lui in fin dei conti fosse stato solo l'ennesimo trofeo da appendere alla parete.

Quale scusa giustificava una cosa del genere, una cosa ripugnante come il tradimento?

Sembrava esser accaduto un secolo addietro, non una settimana prima.

Da allora Alex non gli aveva più rivolto la parola e gli aveva proibito categoricamente di dormire nel suo stesso letto, cosa che una sera aveva causato l'ennesima discussione a dir poco feroce, terminata con Lex che gli sbatteva la porta della camera in faccia e la chiudeva per giunta a chiave, così da impedirgli di tediarlo. Nessuno dei due aveva chiuso occhio. Andrew poi aveva cercato, la mattina successiva, di reinstaurare un rapporto almeno civile, ma senza alcun successo.

A cena da Markus e Scarlett avevano tentato di fingere come meglio potevano una serenitΓ  famigliare che in realtΓ  non esisteva piΓΉ, come facevano anche quando Rory era presente: benchΓ© ancora molto piccolo, di appena due anni, non significava che non riuscisse a percepire la tensione, il cambiamento spiacevole nell'aria.

Β«Ti prego, Alex, parlamiΒ» disse infine Andrew, volgendo gli occhi verdi in sua direzione. Β«Smettiamola, va bene? Se non per il bene del nostro matrimonio, almeno per il bene di Rory. Dobbiamo tentare, se non altro.Β»

Alex alzò gli occhi al cielo, decisamente tediato da lui, dalla sua voce, da tutto quel che lo riguardava. Lo odiava? Non ne era certo, ma ora come ora avrebbe preferito che tacesse, che fingesse di non esistere, di non esser lì con lui.

Non voleva parlare. Non c'era niente da dire, se non insulti e rimpianti.

Β«Finiremmo solo per litigare e non voglio che accada, non con Rory lΓ  dietroΒ» replicΓ² gelido, senza guardarlo. Β«E poi non ho niente da dirti.Β»

Β«Be', io invece ho un bel po' di cose da direΒ» lo rimbeccΓ² il marito. Β«E tu devi ascoltarmi, Alex. Ti prego.Β»

Alex non aveva mai provato una tale carica di rabbia e stizza. Gli piantΓ² addosso le iridi d'argento. Β«Ti sembra forse che io abbia un'aureola sulla testa, o una corona di spine? Va' a pregare in chiesa e lasciami stare!Β»

«Non possiamo andare avanti così.»

Β«Oh oh!Β» Alex sogghignΓ² in modo forzato. Β«Come se fossi stato io a gettarmi tra le braccia di un altro, vero? Stai solo raccogliendo ciΓ² che hai seminato, e non mettere in mezzo mio figlio, perchΓ© sennΓ² giuro che finisce male stasera, Andrew!Β»

Il moro si incupì. «Chiariamo una cosa, va bene? Rory è anche mio figlio, non solo tuo, a meno che ora non salti fuori che è nato per partenogenesi o clonazione!»

Lex sorrise cinico e gli fece un lieve e derisorio applauso. Β«Davvero divertente! Avresti dovuto fare il comico, non l'avvocato! Magari saresti stato meglio nei panni di un pagliaccio, piΓΉ credibile forse!Β»

Β«Adesso stai esagerando.Β»

Β«Io sto esagerando?Β» Alex sembrava divertirsi un mondo, ma solo perchΓ© ci teneva a far sentire suo marito un miserabile. Β«Se non altro non sono un bugiardo, imbroglione, egocentrico bastardo come te!Β»

Per fortuna, erano a casa e Andrew aveva appena fermato l'auto, cosa che permise all'altro di scendere, aprire la portiera posteriore e recuperare dal seggiolino Rory, che si accoccolΓ² fra le sue braccia, mugolando piano. Β«Andiamo, piccolo. Ti metto a lettoΒ» gli sussurrΓ² amorevole il padre, voltandosi poi verso il compagno. Β«Tu dormi pure fuori, se lo desideri. Stavo giusto pensando di prendere un cane da guardia e nel tuo caso ci manca solo il collare!Β»

Senza neppure aspettarlo, tirΓ² dritto in direzione del vialetto ben tenuto che spuntava nel rigoglioso e verde giardino.

Recuperò le chiavi di casa dalla tasca dei jeans e aprì il portone. Proprio come aveva fatto già una volta, di nuovo gli sbatté la porta in faccia, proprio quando Drew stava per seguirlo dentro.

Andrew pestò un piede a terra, ormai a tanto così dall'arrabbiarsi sul serio. Sibilando maledizioni su maledizioni, usò le proprie chiavi e rientrò a sua volta.

Deve solo ringraziare che aveva Rory in braccio, o lo avrei giΓ  raggiunto per dirgliene quattro o...

Fece un respiro profondo e cercΓ² di calmarsi, vergognandosi di quel pensiero decisamente orribile e ingiusto.

In fin dei conti, la colpa non era stata di Alex, ma sua.Β 

Giunto in soggiorno, si lasciΓ² cadere sul divano e occhieggiΓ² le cornici che troneggiavano sul caminetto in lucida pietra nera. In esse vi erano riposte delle fotografie, i loro ricordi felici e che ormai parevano appartenere a un'altra famiglia.

Quella in mezzo ritraeva il giorno del loro matrimonio: tutti e due piΓΉ giovani, lui ventunenne, Alex di nemmeno vent'anni, non li aveva ancora compiuti all'epoca ed era evidente che fosse ancora poco piΓΉ che un ragazzo, il suo viso era decisamente fanciullesco e radioso, illuminato dall'emozione di quel giorno, dalla felicitΓ , nei suoi abiti bianchi che lo facevano sembrare una colomba, altrettanto puro e ingenuo. Alle loro spalle splendeva il sole di giugno inoltrato.

Andrew sapeva di aver fatto una terribile cazzata, qualcosa di imperdonabile e disgustoso, almeno in apparenza, e di esser forse rimasto sotto sotto – in molte situazioni – il diciassettenne scapestrato e altezzoso che una mattina, solo perchΓ© gli andava, perchΓ© era uno stronzetto che se la prendeva coi piΓΉ deboli per via di due genitori troppo esigenti e incuranti, aveva fatto lo sgambetto a un sedicenne mingherlino dai capelli biondi con gli occhiali e vestiti tutto, tranne che alla moda e sfavillanti.

Solo dopo aveva capito di essersi comportato davvero male con tante, troppe persone, e di voler essere migliore dei suoi genitori, ma forse non era poi tanto diverso da loro.

Come gli era passato per la testa di fare tutto quel casino, di permettere ad Alex di credere che lui...

Udì i suoi passi appena percepibili scendere le scale. Si fece forza, si alzò, uscì dal soggiorno e gli andrò incontro.

Alex, però, lo aggirò come se fosse stato un lampione per strada e tirò dritto verso la cucina. Andrew lo seguì e lo guardò recuperare dalla credenza un bicchiere e da un altro sportello un flacone del medicinale che prendeva spesso, per via delle emicranie che ogni tanto tornavano a perseguitarlo.

«Ignorarmi non servirà a niente» gli disse. «Perché non possiamo parlarne e basta? O che ne so, magari andare da un terapista di coppia e provare a risolvere lì il problema?» Avrebbe voluto dirgli come stavano davvero le cose, ma sapeva che non gli avrebbe creduto. Lo conosceva ormai fin troppo bene.

Di nuovo Alex tacque e aggiunse dell'acqua nel bicchiere dal rubinetto. Bevve tutto d'un fiato, infine mise in lavastoviglie quel che rimaneva e uscì dalla cucina. «Buonanotte.»

«Come 'buonanotte'?» Drew rimase inebetito, poi però lo raggiunse e gli afferrò un braccio, così da fermarlo. Alex, però, reagì subito e strattonò indietro l'arto. «Se mi tocchi un'altra volta, giuro che entro la fine della settimana ti presento le carte del divorzio» disse con voce secca. «A te la scelta.»

Β«Le cosa?Β» Andy era allibito. Β«Stai scherzando, vero?Β»

Β«No, invece. Sono serissimo e ci sto facendo un pensierino. Se non altro renderei felice tua madre!Β»

Β«Porca puttana, Alex! Lascia fuori mia madre da questa storia!Β»

Β«PerΓ² non stai negando, vedo!Β»

Β«Ma cosa c'entra? Qui si parla di te e di me!Β»

Β«GiΓ , di te e di meΒ» ripetΓ© Alexander, piΓΉ gelido che mai. Β«E dello sbaglio enorme che ho fatto dieci anni fa. Mi spiace dire una cosa simile solo per Rory: Γ¨ un bambino stupendo e avrebbe meritato un padre migliore di te.Β»

Quelle parole mandarono in bestia Andrew, il quale si incupì. «E questo cosa vorrebbe dire? Parli come se fossi quel bastardo di tuo padre! Come se picchiassi Rory dalla mattina alla sera, come Daniel faceva con te!» Non fece neppure in tempo a dire questo, che Alex gli mollò un ceffone in modo del tutto istintivo.

Β«Non ti permettere!Β»

Andrew incassΓ². Β«Altrimenti cosa?Β» sibilΓ², scoccandogli una fosca occhiata. Β«Non sapevi difenderti da un bel niente all'epoca. e tale sei rimasto!Β»

Β«PerchΓ©, vuoi forse picchiarmi anche tu? Fallo, allora! Sai quanto me ne frega! Dopo quello che ho visto una settimana fa, mi aspetto solo il peggio da te!Β»

Drew, ormai agli sgoccioli, gli rise in faccia. Β«Oh, ma tranquillo! Tranquillo, amore mio! Non mi disturbo neanche! Non vali neppure lo sforzo che ci vorrebbe per dartele, credimi!Β» Ne aveva abbastanza, di tutto quanto.

Β«Giusto! Dimenticavo che sei sempre stato un vigliacco!Β»

Β«GiΓ , un po' come te e tuo padre! Chi si somiglia si piglia!Β»

Β«Non mettere in mezzo mio padre un'altra volta! Chiunque sarebbe migliore dei tuoi genitori! Sono due persone orrende e pompose! Ho trascorso dieci anni a ingoiare ogni volta l'impulso di insultarli, quando mi guardavano dall'alto in basso! E per cosa, poi? Per fare la parte dello stupido che si fa mettere un paio di corna gigantesche! Io sto tutto il giorno a casa con Rory e tu invece te ne vai in giro a farti la bella vita e a tradirmi!Β»

Β«LA BELLA VITA?Β» tuonΓ² Andrew, spazientito. Β«Questa Γ¨ buona! Non mi sembra che sia tu a portare a casa i soldi per le bollette, o sbaglio?Β»

Β«IO HO DOVUTO RINUNCIARE AL COLLEGE PER COLPA TUA!Β» urlΓ² il compagno, in lacrime. Β«TI HO SEGUITO E HO ACCETTATO DI LASCIARMI TUTTO ALLE SPALLE!Β»

A quante cose aveva dovuto rinunciare per amor suo? Pensava che gli piacesse dover fare il padre a tempo pieno, mentre lui invece se ne andava nel suo bell'ufficio e faceva carriera?

Non ero pronto neanche per avere un figlio, a dire la veritΓ , pensΓ², sentendosi anche in colpa nei confronti di Rory, che comunque amava. Ho accettato solo perchΓ© eri tu a desiderarlo, perchΓ© sapevo che saresti stato felice.

Aveva fatto ogni cosa in funzione della sua felicitΓ , mettendo le proprie esigenze sempre al secondo posto. Aveva voluto la famiglia perfetta e l'aveva ottenuta, solo per poi rovinarla.

Inizio a pensare che avesse ragione Iago su di te.

Si era lasciato alle spalle suo padre, il suo migliore amico, la propria intera esistenza, perchΓ© Andrew gli aveva detto di non essere capace di passare chissΓ  quanti anni lontano da lui.

Aveva rinunciato all'ammissione al college per lui, alla vita che avrebbe potuto avere, e per cosa?

Β«Sai cosa penso?Β» disse, asciugandosi inutilmente gli occhi. Β«Abbiamo sbagliato tutto, sin dall'inizio. Siamo stati troppo precipitosi, tu piΓΉ di me. Avremmo dovuto pensarci meglio, invece di sposarci e...Β»

Β«Tu avevi detto di amarmi! Cos'altro serviva?Β»

Β«Anche tu lo avevi detto, e guarda cos'hai fatto. Magari lo hai fatto perchΓ© in fin dei conti non ero altro che l'ennesima casella da spuntare nel tuo personale registro di conquiste!Β»

Β«MA COSA STAI DICENDO?Β» gridΓ² Andrew, perdendo il senno. Β«PENSI CHE SAREI ANDATO CONTRO IL PARERE DEI MIEI, CHE ME NE SAREI FREGATO DI TUTTO QUANTO, SE TU FOSSI STATO SOLO UN PASSATEMPO?Β»

Che cosa aveva appena sentito! Era assurdo!

Si ravviΓ² i capelli, senza piΓΉ sapere dove sbattere la testa.

Β«HO SBAGLIATO, VA BENE? HO FATTO UNA CAZZATA, UN'ENORME CAZZATA, E MI DISPIACE! NON SO PIΓ™ CHE ALTRO DIRE!Β»

Β«NON MI BASTA! LO CAPISCI? NON BASTA!Β»

Alex, a quel punto, avrebbe tanto desiderato di poter prendere Rory e tornare a casa da un parente, uno qualsiasi, ma la veritΓ  era che non aveva nessuno: sua madre era morta tanti anni prima, suo padre quasi tre anni addietro, senza che avessero potuto riappacificarsi, che lui si fosse potuto scusare per esser andato via di casa senza salutarlo o avvertirlo. Non aveva piΓΉ nessuno a cui chiedere conforto, una spalla amica su cui piangere.

Lui, invece, ha i suoi genitori, suo zio, suo cugino e il resto della famiglia, pensΓ², trovando ingiusta la vita, tutto quanto.

Andrew sospirΓ². Β«Ascolta...Β»

«Basta così» lo interruppe Alex, sfinito. «Sai cosa, Andrew? Fa' quello che ti pare. Scopa con chi vuoi, se lo desideri. Non mi importa più.»

La sola cosa buona che avesse fatto, era il bambino che dormiva al piano di sopra, ignaro della lite appena scatenatasi, dei rimpianti di entrambi i genitori.

Β«Smettila, ti prego!Β» sbottΓ² disperato il moro. Β«Non voglio fare niente di quel che hai detto! Non accadrΓ  piΓΉ una cosa come quella. Te lo giuro!Β»

Alex, perΓ², si sentiva svuotato. Β«GiΓ Β» disse a mezza voce, senza neppure guardarlo. Β«Lo diceva anche mio padre.Β» Non aggiunse altro e se ne andΓ² di sopra, col solo desiderio di infilarsi sotto le coperte, bearsi del silenzio e piangere sul cuscino.

Per la prima volta, da quando era andato via di casa, tornΓ² a sentirsi prigioniero della propria esistenza, di una vita che di nuovo aveva smesso di sorridergli.

Una volta che fu salito in camera, dopo essersi fatto una doccia si vestì per la notte e andò subito a letto, ma non si disturbò neanche a chiudere a chiave la stanza. Non gli importava più di saperlo vicino o lontano, non gli importava più un bel niente.
Non chiuse occhio, non quando lo sentì entrare in camera e scivolare sotto le coperte. Andrew a sua volta non riuscì ad addormentarsi e rimasero in quel modo, dandosi le spalle a vicenda, a fissare un punto imprecisato nel buio della stanza, un buio che sembrava rispecchiare alla perfezione la voragine creatasi fra di loro.

Alex, a un certo punto, prese coraggio e disse, abbastanza forte perchΓ© lo udisse: Β«Per quel che mi riguarda, tra me e te Γ¨ finita, Andrew. d'ora in avanti possiamo pure considerarci separati in casaΒ».

Andrew serrò la presa delle dita su un angolo del cuscino. «È troppo presto per dirlo» replicò, cercando di mantenere ferma la voce. La coscienza gli urlava di chiarire una volta per tutte la faccenda, ma era come se in cuor proprio sapesse che ormai sarebbe stato inutile. Alex era determinato a credere che lui fosse un fedifrago e niente e nessuno lo avrebbero spinto a pensare il contrario.

Β«Per me, invece, Γ¨ decisamente troppo tardiΒ» concluse il compagno, la voce orribilmente neutrale e priva di inflessione.

Non stava esagerando, pensava davvero quel che aveva detto e prima o poi Andrew sarebbe arrivato alla sua stessa conclusione.

Come sempre, Iago arrivò in ufficio alle otto di mattina, ma aveva la faccia di uno che era rimasto sveglio tutta la notte, e in effetti era andato proprio così: tornato nel proprio appartamento, non aveva smesso di pensare a tutto quello che si era detto con Tyrian, o ai ricordi dissotterrati che comprendevano Alex.

Ore e ore di elucubrazioni e rimpianti che alla fine non avevano portato ad altro, se non a un bel mal di testa.

La prima cosa che fece, dopo essersi tolto il soprabito ed essersi rimboccato le maniche della camicia come al solito – un'abitudine che aveva da sempre – andΓ² all'angolo bar dov'era disponibile la macchina del caffΓ¨ e si prese una tazza di tale bevanda, la riempΓ¬ fino all'orlo.

Una voce a momenti lo fece trasalire tanto che rischiò di rovesciarsi tutto addosso: «Vacci piano col caffè. Sei già abbastanza scontroso e su di giri da solo».

OcchieggiΓ² burberamente Tyrian. Β«Chi sei, mia madre?Β» lo apostrofΓ².

Β«Fortunatamente per te, non lo sono.Β»

Β«Fortunatamente per lei, direi.Β»

«Molto gentile!» cinguettò Lèbanthos, scoccandogli un'occhiataccia. Iago sapeva perché ce l'aveva con lui: lo aveva piantato sì e no in asso, la sera prima. «Comunque, il grande capo vuole vederti, perciò è meglio se ti cuci addosso un'espressione decente e ti sbrighi ad andare nel suo ufficio. Lo sai che non ama aspettare.»

Β«Avevo giusto voglia di vedere il suo brutto muso, stamaneΒ» rimbeccΓ² Iago sarcastico.

«Ha detto che devi portargli anche un caffè, già che ci sei.»

Β«Non puΓ² venire a prenderselo da solo? Cazzo!Β» sbottΓ² il Detective.

Β«A quanto pare no. Lui... uh... al momento ha da fare.Β»

Β«Cosa, a parte sputare ordini come al solito?Β»

Tyrian deglutì. «Lo vedrai appena sarai entrato.» Onestamente, non ci teneva affatto a subire una delle sue sfuriate, ed era chiaro che Iago si sarebbe arrabbiato un bel po' se gli avesse detto che nell'ufficio del loro capo del dipartimento c'era Andrew Thorne.

Gli ficcò in mano la tazza prediletta di Langford, già riempita di caffè, e lo spinse in avanti. «Su, forza, vai!»

Β«Ehi! Aspetta un attimo!Β»

«Su, avanti!» insisté Tyrian e finalmente riuscì a convincerlo. Iago borbottò una maledizione sottovoce, attraversò la sala piena di scrivanie, colleghi e poliziotti intenti a lavorare come api industriose, e giunto alla porta dell'ufficio bussò un paio di volte.

La solita voce seria e distaccata di Langford gli diede il permesso di accedere all'arsenale – come amava definire il suo ufficio Iago – e il Detective aprΓ¬, solo per poi bloccarsi sulla soglia nel vedere che seduto di fronte alla scrivania del suo capo c'era Andrew Thorne.

Che cosa ci fa qui?, pensò innervosito. Riuscì a mantenere un minimo di contegno e si avvicinò, posando la tazza sulla scrivania del suo superiore. «Voleva vedermi, signore? Eccole il caffè, comunque» disse, cercando di non far sembrare quelle parole il ringhio indistinto di un lupo che stava per attaccare. Scoccò un'occhiata gelida a Thorne, il quale ricambiò la cortesia. Per un attimo si fissarono con astio, poi fu il capo del dipartimento a porre fine alla silenziosa battaglia di sguardi, schiarendo la voce: «Sì, Yakovich. Volevo vederti».

Iago tornΓ² a guardarlo e rimase in attesa, anche se il sangue gli pulsava nelle vene con furia.

Β«Non mi hai ancora consegnato il rapporto sulla tua ultima indagineΒ» disse AndrΓ© Langford, chiaramente scontento. Β«Non sei mai stato inefficiente, Iago, non iniziare a esserlo proprio adesso, per favore. Esigo quei documenti entro stasera, sono stato chiaro?Β»

Yakovich dovette incassare, anche se gli diede non poco fastidio essere rimproverato davanti a Andrew. «Signorsì, signore.»

Β«Bene. Vedo che hai recepito il messaggio.Β»

Β«Allora vado subito a completare il rapporto. Le chiedo scusa per la svista.Β»

«Un attimo, Iago.» Langford si alzò, aggirò la scrivania e lo raggiunse. «Se hai dei problemi personali» disse a bassa voce, «ti consiglio di risolverli, e al più presto. Nella tua posizione non puoi permetterti di avere la testa altrove o di fare strafalcioni. È già una fase abbastanza difficile per la polizia, non voglio dare all'opinione pubblica, ai media e a tanti altri l'ennesima ragione per renderci lo zimbello della Louisiana. Se qualcosa ti sfugge allora dimmelo, altrimenti datti da fare, risolvi i tuoi guai personali e resta concentrato sul tuo lavoro».

«È stato un incidente, signore. N-Non ho alcun problema, gliel'assicuro» si sbrigò a rispondere Iago. «Il mio unico obiettivo è mantenere l'ordine in questa città e assicurarmi di fare giustizia.»

André annuì, senza smettere di squadrarlo, come a voler capire se parlava tanto per accontentarlo, o faceva sul serio. Ora che Iago lo guardava bene, sembrava alquanto stanco. «È bello sentire che ancora qualcuno, al mondo, conserva motivazioni così nobili» disse, quasi a se stesso. «Conto su di te, Yakovich. Non deludermi.»

Iago fece un cenno per congedarsi e uscì dall'ufficio. Appena André fu rimasto da solo con il nipote, tornò a sedersi alla scrivania, un po' sprofondando nella poltrona. «Mi faranno diventare matto, una volta o l'altra» esalò, ravviandosi stancamente i capelli striati d'argento. «In quanto a te...» Si accomodò meglio. «Che succede? Hai una faccia...!»

Aveva sempre avuto un buon rapporto con suo nipote. Paradossalmente, Andrew andava piΓΉ d'accordo con lui che con Markus, ovvero il padre. Probabilmente perchΓ© AndrΓ©, a differenza del cognato, non aveva trascorso anni e anni a pretendere sempre e solo il meglio da suo figlio, senza curarsi di cose ben piΓΉ importanti dei voti e del rendimento scolastico e universitario.

InforcΓ² gli occhiali squadrati da vista e osservΓ² di sottecchi Andrew, il quale sospirΓ². Β«Le cose ultimamente non vanno bene, fra me e Alex.Β»

Β«Come mai?Β»

Β«Io... Io ho fatto una stronzata, zio. Una vera cazzataΒ» confessΓ² il giovane avvocato, la gamba sinistra che ballonzolava per il nervosismo accumulato. Β«Ieri notte abbiamo litigato come cani. Non so come abbia fatto Rory a non svegliarsi, con tutto quel fracasso. Alex ha detto che... che Γ¨ finita, che vuole il divorzio e...Β»

Β«Il divorzio?Β» chiese AndrΓ©, inarcando un sopracciglio. Β«Dio santo, ragazzo! Che diavolo hai combinato?Β» Non era sufficiente quello sciamannato di Skyler. Anche Andrew pareva averci preso gusto nel lasciarlo a bocca aperta.

Β«I-Io... Non mi va di parlarne. Dico solo che pensa che io l'abbia tradito e in effetti...Β» Andrew sbuffΓ². Non se la sentiva di dire a suo zio che aveva avuto a che fare con un ex-membro della mafia russa che lui aveva contribuito a far scagionare. AndrΓ© era uno di quelli che non vedeva di buon occhio certi compromessi.

André strabuzzò gli occhi. «Come, prego?» Sperava di aver capito male, ma l'espressione del giovane non lasciava spazio ad alcun dubbio. Emise un lungo sospiro. «Sei tale e quale a tuo padre, certe volte» si lasciò sfuggire. «È un altro, quello là, che capisce di essere un idiota solo quando ci sbatte il muso!»

Β«Ehi, piano con le offeseΒ» lo rimbeccΓ² il nipote, guardandolo male.

«Un corno» ribatté l'uomo. «Come ti è saltato in testa di fare una cosa del genere? Neanche avessi sposato il Mostro della Palude, poi! Alex, tra l'altro, mi sta simpatico, a differenza di quella smorfiosa di mia nuora.» Roteò gli occhi. «È pure incinta, a proposito. Cristo benedetto! Ho meno di sessant'anni e già sono nonno! Mi sento decrepito!»

Nonostante tutto, Andrew rise alle sue parole. Suo zio era uno di quelli che non accettava di buon grado lo scorrere del tempo e a dispetto del suo lavoro, degli studi di giurisprudenza e tutto quanto, da ragazzo era stato un gran bell'esempio di malandrino combinaguai! Gli era sempre piaciuto sentirlo raccontare delle prodezze fatte in gioventΓΉ, dei lunghi viaggi fatti in sella alla sua Harley, quando ancora – ovviamente – non era ancora sposato.

Ad ogni modo, AndrΓ© si era comportato decisamente piΓΉ da padre con lui di quanto avesse fatto Markus. Ogni volta che aveva discusso con i genitori, Drew poi era sempre corso fino a casa degli zii per rifugiarsi da loro e stare insieme al cugino finchΓ© non si sentiva meglio ed era pronto a far ritorno in quell'inferno fatto di doveri, sempre e solo doveri.

Suo zio c'era sempre stato, ecco perchΓ© era andato da lui quella mattina, anzichΓ© dai suoi genitori e a dispetto di quel che tanti pensavano di quell'uomo in apparenza distaccato e serio, era una persona di buon cuore, una volta che si imparava a conoscerlo.

Comunque, era piuttosto sconvolto dalla notizia appena ricevuta: Skyler padre? Sul serio? Era giΓ  abbastanza scioccante che si fosse sposato. Ricordava ancora di aver inizialmente preso la proposta del cugino di fargli da testimone come una burla ben congegnata, figurarsi all'idea di vederlo alle prese con pannolini eccetera!

Β«A quanto pare dovrai arrendertiΒ» disse. Β«Prima o poi capita a tutti di esser chiamati 'nonnino'!Β»

AndrΓ© lo fulminΓ² con un'occhiataccia, ma le labbra incurvate lo tradivano. Gli menΓ² in faccia la stilografica. Β«Attento, marmocchio: ho una penna, e non ho paura di usarla.Β»

Il nipote sbuffΓ² una risata, ma l'ilaritΓ  ebbe vita breve. Β«Che cosa devo fare? Non so come uscirne, zio, dico davvero.Β»

Β«Prova a parlargli, insomma... risolvete la faccenda da persone adulte e mature. Fatelo almeno per quella povera creatura.Β»

Β«Non vuole saperne niente. Stamattina ha ricominciato con la storia del divorzio e io... io mi sono incazzato e sono uscito di casa!Β»

«Sei una vera testa calda. È ovvio che voglia il divorzio: gli hai messo le corna! Come minimo ti avrei scuoiato vivo, ti è andata anche troppo bene!»

Β«Oh, dai!Β» si lamentΓ² Andrew, giΓ  abbastanza sconfortato. Β«Da che parte stai, scusa?Β»

«Da quella di nessuno. È sempre meglio restare imparziali in certe situazioni, sai com'è. Dico solo quel che penso, ovvero: te la sei cercata e ora devi tentare di rimediare, ma in caso di fallimento... be'... non fare qualcosa di cui potresti pentirti. Alcuni vanno fuori di cervello quando si tratta di divorziare e non ti risparmierei in tribunale solo perché sei mio nipote.»

Andrew lo guardΓ² con orrore. Β«Non gli farei mai del male!Β»

Β«In realtΓ  lo hai giΓ  fatto. Non si fa del male agli altri solo con i pugni o gli schiaffi, Andrew. Un tradimento lacera il cuore quanto un coltello.Β»

AndrΓ© si rattristΓ² vedendolo sul punto di piangere.

Β«C-Che cosa farΓ² se lui... se loro...Β» singhiozzΓ² Andrew. Era chiaro che se lui e Alex avessero divorziato, la custodia sarebbe giustamente spettata a quest'ultimo. Gli sembrava trascorso un secolo intero dal giorno in cui era corso in ospedale ed era entrato in tutta fretta in quella stanza, giusto in tempo per vedere il compagno stringere fra le braccia quella creaturina urlante e rossa in faccia.

Quel ricordo, ora, faceva male, sembrava non appartenergli piΓΉ. Β«Ho combinato un casino.Β»

Β«Puoi dirlo forteΒ» convenne schietto suo zio. Β«Be', non tutto Γ¨ perduto, non ancora. Forse ci ripenserΓ .Β»

«Ci credo poco» ammise Drew. «Non l'ho mai visto così arrabbiato. Voglio dire... lo conosci, no? Mai visto perdere le staffe per qualcosa e poi...»

Β«Se si Γ¨ arrabbiato, significa che gli importa di saperti accanto a lui nel letto, piuttosto che in quello di qualche sconosciuto o sconosciutaΒ» gli ricordΓ² AndrΓ©, molto saggiamente. Β«C'Γ¨ da preoccuparsi sul serio quando la persona che amiamo non batte ciglio di fronte a un tradimento, a mio parere.Β»

Andrew si morse il labbro inferiore. Β«Potresti cercare di parlarci tu? Magari ti ascolta, magari con te si confiderebbe.Β»

Β«Eh?Β» L'uomo lo fissΓ² stralunato.

Β«Mi hai sempre ascoltato quando dovevo sfogarmi, magari...Β»

«Andiamo, Andrew, non mettermi in mezzo» lo implorò Langford. «Non hai mica dieci anni! Devi cavartela da solo, mi dispiace. Assumiti ogni responsabilità e lotta per tenere unita la tua famiglia, da bravo uomo, marito e, soprattutto, da bravo padre. Ricorda queste parole: l'uomo che sei tu oggi, potrebbe diventarlo un domani tuo figlio. Dagli il buon esempio.» Poteva suonare duro, ma era giusto che Andrew affrontasse la questione con le sue sole forze. Non era più un ragazzo, era un uomo fatto e finito e, come tale, doveva comportarsi di conseguenza. Vide la delusione sul suo volto e sospirò. «Andrew, non sempre possiamo scaricare doveri che sono solo nostri sulle spalle del prossimo. La vita è piena di problemi e la maggior parte delle volte ci tocca risolverli da soli. È per il tuo bene, nient'altro.»

Qualcuno bussΓ² e AndrΓ©, allora, disse a voce alta: Β«Avanti!Β». L'espressione che poco dopo si dipinse sul suo viso, perΓ², convinse suo nipote a voltarsi e a guardare chi c'era sulla soglia. Il cuore gli balzΓ² in gola: era Alex, il quale fece un cenno in direzione del capo del dipartimento di polizia. Β«Buongiorno, signor LangfordΒ» lo salutΓ², il tono quasi solenne e decisamente rispettoso.

Β«Alex! Uh...Β» AndrΓ© tossicchiΓ² in maniera esageratamente rumorosa e incrociΓ² gli occhi del nipote. Vedendo che perΓ² non si dava una mossa, gli tirΓ² un calcio sugli stinchi da sotto la scrivania. Β«Ahi!Β»

Β«ParlagliΒ» gli disse a bassa voce lo zio, a denti stretti, mentre simulava un sorriso che perΓ² risultava alquanto imbarazzato.

Β«Vi ho disturbati?Β» li apostrofΓ² Alexander, facendo qualche passo verso di loro, le braccia incrociate.

Β«No, assolutamente!Β» replicΓ² Langford, la voce ora un pochino squillante. Β«Andrew mi stava... mi stava chiedendo un parere riguardo a un caso che ha attualmente per le mani e... be', gli stavo proprio dicendo come la penso io!Β»

Β«CapiscoΒ» concesse il ventiseienne, per poi tornare a squadrare il marito. Β«Caro, possiamo parlare un attimo in privato?Β» gli chiese, la voce fin troppo mielosa e disinvolta. Gli occhi, perΓ², mandavano faville, erano agguerriti, molto agguerriti.

Andrew capì che c'era poco da scherzare con lui, almeno per il momento, e nervosamente si mise in piedi e gli andò vicino.

Lex fece un altro cenno allo zio del marito, stavolta di congedo, poi uscirono entrambi, ignari di avere lo sguardo di Iago puntato addosso. Il Detective Yakovich in un primo momento non aveva riconosciuto Alex, dato che l'ultima volta che lo aveva visto era stato dieci anni prima e, ovviamente, Alex era cresciuto, o meglio invecchiato. Non era piΓΉ un ragazzino, ma in quanto a essere non proprio un campione d'altezza era rimasto pressochΓ© invariato, anche se non era esageratamente smilzo come a sedici anni. Era in forma, per farla breve. I suoi capelli biondo oro superavano in lunghezza di poco la nuca e sul retro erano raccolti in un fluente codino che gli donava molto.

Iago, con un gran nodo allo stomaco, si rese conto di trovarlo ancora piΓΉ bello di come lo aveva sino ad allora ricordato. Da ragazzo carino e dall'aria tenera, da goffo anatroccolo, era diventato uno splendido cigno.

Non mi ha neanche notato, pensΓ², con una punta di dispiacere.

Alex, intanto, era troppo impegnato a discutere con il compagno per badare ad altro.

Β«... Hai preso e sei partito, senza neanche starmi a sentire! Sai cosa sei, Andrew Jonathan Thorne? Oltre a essere uno stronzo, sei anche un gran maleducato!Β»

«Scusa se ero stanco di sentirti parlare di divorzio!» sbottò sottovoce Andrew, perché di certo non voleva dar spettacolo proprio lì. «Possiamo uscire in corridoio, almeno?»

«No, invece» replicò secco il biondo, gli occhi scintillanti. «Credo proprio che ora mi metterò a urlare ai quattro venti, così almeno tutti sapranno che razza di persona sei!»

Β«Avanti, allora! Forza! Fallo!Β»

«Certo! Così magari poi in tribunale ti inventerai che sono un isterico, o peggio ancora, mentalmente instabile, in modo da avere solo per te Rory!»

Β«Io non voglio finire in tribunale, e non firmerΓ² un bel niente! Non divorzieremo!Β»

«Invece sì! Non ti voglio più vicino! La tua sola vista mi fa venire il voltastomaco! Peggio di quando avevo la nausea mattutina!»

E pensare che c'era stato un tempo affatto lontano in cui erano stati felici...

Qualcuno tossicchiΓ² e Alex, giΓ  abbastanza infervorato, senza neppure guardare il disturbatore sbottΓ²: Β«Puoi anche andartene a quel paese! Vattene viaΒ».

Notando perΓ² l'espressione alquanto strana – e non in senso positivo – di Andrew, si costrinse a voltarsi e vide un uomo alto e ben piazzato affiancarli: aveva i capelli neri e gli occhi castano chiaro, la pelle olivastra e tratti del viso cesellati, nonchΓ© un'aria molto familiare.

SbattΓ© le palpebre. Β«Ebbene?Β» incalzΓ² brusco. Β«Non ha niente di meglio da fare, lei?Β»

Iago, senza mostrarlo apertamente, rimase interdetto di fronte a quell'atteggiamento. Si chiese se quello fosse il vero Alex, o se per caso lo avesse solo scambiato per un altro. Eppure doveva essere lui, in fin dei conti perchΓ© mai sarebbe dovuto trovarsi con Andrew?

Mantenne l'espressione seria con cui si era presentato e disse: Β«Spiacente di disturbare quest'amorevole schermaglia, ma questo non mi sembra il luogo adatto dove discutere dei problemi di coppia. Magari non l'avrete notato, ma state offrendo un discutibile teatrino ai miei colleghi e vi invito o ad abbassare la voce e smetterla di litigare, o ad andarveneΒ».

Alex restrinse lo sguardo. Β«Che razza di maleducato!Β» disse fra sΓ©, poi si rivolse al marito. Β«Sai cosa? Non disturbarti neanche a tornare a casa, stasera. Per allora potrei giΓ  aver fatto cambiare la serratura!Β».

Β«Parliamone con calma fuoriΒ» cercΓ² di essere ragionevole il suo compagno, ma lui non volle sentir ragioni: impettito tirΓ² dritto e se ne andΓ² dall'ufficio, sbattendo leggermente la porta di vetro alle proprie spalle.

Andrew scoccΓ² un'occhiata torva e straripante veleno a Iago. Β«Come ti sei permesso di intrometterti?Β» chiese lentamente.

Β«Si dΓ  il caso che io qui ci lavoriΒ» lo rimbeccΓ² gelido Yakovich. Β«Pretendo ordine in quest'edificio e con me non la passi liscia solo perchΓ© sei il nipote del mio capo.Β»

L'altro gli si avvicinΓ², minaccioso. Β«Fossi in te, Iago, imparerei a tenere la bocca sigillata in mia presenza e a farmi gli affari miei. Questo tuo atteggiamento, prima o poi, ti metterΓ  in guai molto seri.Β»

«Mi stai minacciando?» La risposta di Iago sembrò il gorgoglio furente di una tigre. «Sono sempre pronto a vedermela con te, Thorne. È dai tempi della scuola che so rimetterti al tuo posto.» Fece un passo avanti, l'aria intimidatoria, ma Andrew non si mosse di un centimetro. Gli sogghignò in faccia. Quale che fosse il problema fra quel bellimbusto e Alex, poteva solo compiacersene. «Pare che tu non fossi poi il Principe Azzurro, dopotutto. Ha finalmente capito di aver a che fare con un serpente a sonagli?»

Β«Non sono affari tuoi.Β»

Β«Ah, allora ci sono davvero problemi in paradiso!Β»

Andrew parve sul punto di mollargli un cazzotto di fronte a tutti, ma all'ultimo serrΓ² le labbra furibondo e superΓ² il Detective con una violenta spallata, abbandonando a sua volta l'ufficio.

Iago si voltΓ² e lo guardΓ² andare via.

Β«Ti sta proprio bene, brutto fanfaroneΒ» disse a bassa voce, sprezzante.

Quando tornΓ² alla propria scrivania, perΓ², l'attimo di vittoria era giΓ  sfumato. Doveva ammetterlo: non esser stato riconosciuto da Alex gli aveva fatto davvero male. Va bene, erano passati dieci anni, ma possibile che lui fosse talmente cambiato da essere irriconoscibile? Possibile che Alex lo avesse dimenticato?

Qualcosa lo spinse a sollevare lo sguardo e, infatti, vide il suo capo oltre il vetro del suo ufficio fissarlo, quasi come stesse facendo qualcosa di sospetto e sgradito.

Probabilmente aveva assistito alla discussione fra lui e Andrew, ma in tutta franchezza non gli interessava e il nepotismo mai gli era andato a genio.

Fece finta di niente e tornΓ² al proprio rapporto.

Quando finalmente arrivΓ² la fine del suo turno, Iago finalmente si alzΓ² dalla scrivania. Non aveva casi per le mani, al momento, e quella era una buona occasione per farsi una dormita decente, almeno per una volta, anche se era molto tentato di affogare il proprio disappunto nell'alcol, dopo la scena cui aveva assistito oggi e, soprattutto, aver rivisto un Alex completamente cambiato, trasfigurato.

Se l'era ricordato fino a un giorno prima come un ragazzo di grande sensibilitΓ , emotivo, impacciato e timido, ma il giovane uomo con cui aveva avuto a che fare quella mattina era ben diverso. Pensare che stare con Andrew potesse averlo in un certo senso rovinato gli faceva ribollire il sangue.

Se solo quella volta non fosse stato un vigliacco e fosse sceso a salutarlo...

Sarebbe cambiato qualcosa, secondo te?, fece una vocina irritante. Non ti amava allora e non ti amerebbe neppure oggi. Sei solo un idiota a illuderti!

Forse, dopotutto, aveva ragione Tyrian: doveva farsene una ragione e andare avanti.

Salutò i suoi colleghi e uscì dagli uffici, andando poi all'ascensore che lo condusse a pianterreno.

Una volta che si ritrovΓ² fuori dall'edificio frugΓ² nella tasca del soprabito e prese una sigaretta; se la infilΓ² tra le labbra e recuperΓ² l'accendino d'argento. Mentre litigava con quest'ultimo perchΓ© sembrava deciso a non funzionare e lui borbottava una mezza bestemmia, si bloccΓ² udendo dei passi avvicinarsi e poi una voce familiare rivolgerglisi: Β«Mi scusi, lei Γ¨ l'uomo di stamattina, vero?Β».

Si bloccΓ² e non subito sollevΓ² lo sguardo. Quando lo fece, vide due occhi grigi che lo fissavano. L'espressione di Alex era quella di uno che finalmente, forse, aveva fatto due piΓΉ due e non riusciva a credere al risultato di tale somma.

Che ci fa qui?

«Sì, sono io» replicò, più freddamente di quanto avrebbe voluto. Se l'era presa eccome, anche se sapeva di essere ridicolo e in generale troppo permaloso. Era uno di quelli che tendevano a prendersela subito e spesso. «Lei, invece, è lo schiamazzatore di stamattina. Cosa ci fa qui?»

La sua risposta sembrΓ² deludere Alex, che parve piΓΉ confuso e perplesso che mai. Β«Io... Io credo di averla scambiata per qualcuno, ma a questo punto penso di essermi solo sbagliato. Le chiedo scusa, anche per stamattina. Buona... Buona serata.Β»

Iago trattenne a stento una maledizione bell'e buona e d'impulso gli afferrò un braccio. «No, ehi! Io... Anche io penso di conoscerla! Mi ricorda un mio amico delle superiori. È possibile?» disse tutto d'un fiato, il cuore che martellava contro lo costole.

Alexander si voltò di scatto e lo fissò, gli occhi talmente spalancati da sembrare rotondi come biglie. «Non posso crederci! Sei Iago!» Il sorriso che seguì tali parole fu un pugno nello stomaco per Yakovich, il quale annuì soltanto e rimase interdetto e col fiato mozzo quando Alex, in un impeto di nostalgia e felicità dopo averlo finalmente rivisto a distanza di tanti anni, lo abbracciò forte, in lacrime. «Oh, Iago! Razza di testone! Perché non hai detto subito che eri tu?» esclamò tra i singhiozzi. «Che bello vederti!» Si scostò e tornò a guardarlo, come a volersi accertare che fosse davvero lui. «Guarda come sei cambiato! Ci credo che non ti ho riconosciuto!»

Era come se avesse rivisto un fratello finalmente tornato dalla guerra, la stessa sensazione.

«Scusa per stamattina» proseguì, asciugandosi le guance col dorso della mano. «D-Di solito non sono in quel modo, credimi!»

Β«Uh...Β» Iago tossicchiΓ², cercando di ridarsi un tono. Β«Be', suppongo avessi le tue ottime ragioni per sbraitare come un'oca inferocita contro tuo marito!Β»

Alex lo guardΓ² spaesato. Β«Come fai a sapere che io e Andrew siamo sposati?Β»

«Suo zio è il mio capo, genio del male» gli ricordò Iago, sorridendo di sbieco. «E comunque, me l'aspettavo che sarebbe finita così. Sembravate affiatati!»

Vide l'altro incupirsi, poi sorridere in maniera forzata. «Sì lo eravamo. Anzi, siamo, che stupido che sono!»

«Da quel che ho visto, però, avete dei problemi» buttò lì Yakovich.

Β«Be', come tutte le coppie, giusto?Β»

«Sì, suppongo sia così» replicò il Detective. «Non sono proprio un esperto, insomma.»

Β«Ancora single?Β» Alex sembrava stupito.Β 

Iago inarcò un sopracciglio. «È così strano?»

«No, cioè... Voglio dire... Uno come te sembra il tipo giusto per...»

Β«... Per sposarmi e riempire la casa di marmocchi?Β» terminΓ² il moro, con una punta di ironia nella voce. Β«Credimi, sono piΓΉ tagliato per vedermela coi criminali, che con una moglie! E poi faccio un lavoro troppo impegnativo e rischioso!Β»

Alex sbuffΓ² una lieve risata. Β«Non sapevo fossi diventato un poliziotto.Β»

Β«Detective, bello!Β» lo corresse Iago. Β«Pensavo che tuo marito te lo avesse detto. Io e lui ci siamo incrociati in tribunale un paio di volte e ha tirato fuori dai casini ben due stronzi che stavo cercando di spedire in galera.Β»

Alexander si accigliΓ². Β«Uh... No, Andrew non mi ha mai detto nienteΒ» ammise. Β«Non parla molto del suo lavoro, in realtΓ .Β»

Β«Non parla del suo lavoro con la persona che ha sposato?Β» Iago non faceva che detestare sempre di piΓΉ Andrew. Β«Di che diavolo parlate tutto il santo giorno?Β»

Β«FinchΓ© non aveva molto lavoro da fare, parlavamo dei progetti che avevamo, altre volte invece di niente in particolare o... be', facevamo altre cose, uscivamo e roba simile.Β»

Β«Ecco perchΓ© non mi sposerΓ² mai: si arriva a un punto in cui alla fine ci si ritrova senza piΓΉ niente di cui parlare. La monotonia ammazza le relazioniΒ» commentΓ² Iago, un po' cinico.

Β«Non con la persona giustaΒ» replicΓ² Alex, ma sembrava poco convinto delle proprie parole. Per rimediare, o meglio cambiare discorso, gli fece cenno di aspettare ed estrasse il telefono. SmanettΓ² con esso per qualche secondo, poi si avvicinΓ² a Iago e gli mostrΓ² lo schermo. Il detective guardΓ² e vide Alex stringere fra le braccia un bambino di circa due anni dai capelli neri e gli occhi grigi. Era suo figlio, poco ma sicuro.

Β«Ha i tuoi occhiΒ» disse, senza riuscire a celare una nota di puro affetto nella voce raspante. Β«Per il resto somiglia a... be', a tuo marito.Β»

«Sì, ha preso più da lui che da me» confermò Alex. «Se solo ci fossi stato, penso che avrei nominato te come suo padrino. Mi è dispiaciuto non averlo potuto fare.»

«Oh...» Iago sentì il rimorso tornare a bussare. «E chi avete scelto, allora?»

«Il cugino di suo padre: Skyler.» Lex tentò di celare una smorfia, ma questa non sfuggì affatto a Yakovich. «Perché quella faccia?»

Alex si mordicchiΓ² il labbro inferiore e strinse le spalle. Β«Non andiamo molto d'accordo, io e lui. Ci ho provato spesso, ma...Β» SospirΓ². Β«Non si puΓ² piacere a tutti, suppongo.Β»

Questo prova che Γ¨ un imbecille, pensΓ² Iago. Β«Ci perde lui, alloraΒ» disse, diretto. Β«Solo uno scemo ti detesterebbe.Β»

Si aspettava di vedere Alex rimangiarsi tutto e recuperare in qualche maniera, invece lo vide abbozzare un sorriso dal retrogusto malinconico.

Trascorse un po' di silenzio, poi: Β«Iago, io... devo farti una domandaΒ».

Β«Spara.Β»

Β«PerchΓ© quando venni a salutarti, tu non volesti vedermi? PerchΓ© questo silenzio? Saresti potuto venire a trovarmi, chiamarmi. PerchΓ©, Iago?Β»

Β«Probabilmente sono un idiotaΒ» replicΓ² rauco il Detective, sentendosi sprofondare. Β«E penso che se ti avessi visto quel giorno, non ti avrei permesso di partire.Β»

Β«E perchΓ© mai?Β»

Β«Non lo hai ancora capito?Β» chiese a sua volta Iago, rassegnato. Β«E dire che sei sempre stato intelligente!Β»

Β«PerchΓ© siamo amici?Β»

Ah, maledizione!,Β Iago mandΓ² al diavolo la discrezione e disse: Β«PerchΓ© mi piacevi, Alex! Santa pazienza!Β»

Alex trasalì. «Cosa? Io? Ma...»

Β«Quanti altri Alex conosco, dimmi? Certo che parlo di te!Β» perse la pazienza Yakovich. Era stufo di convivere con quei sentimenti, lo aveva fatto per troppo tempo. Β«E credimi, se tu non avessi sposato quel babbeo, a quest'ora forse le cose sarebbero state molto diverse!Β»

Probabilmente si era appena dato la zappa sui piedi per centesima volta, ma la reazione di Alex fu inattesa: sembrava quasi divertito. Β«Non sapevo fossi un tale burlone!Β»

Β«Non sto scherzando affatto!Β» abbaiΓ² in risposta Iago. Β«Hai chiesto la veritΓ  e io te l'ho detta.Β»

Β«I-Io... Io sono confusoΒ» ammise il biondo.

Iago restrinse lo sguardo. Sembrava un lupo feroce pronto a sbranare il primo malcapitato. Β«Allora te le schiarisco io le idee. Qua!Β» Lo afferrΓ² per i vestiti e lo avvicinΓ² a sΓ©, baciandolo per la prima volta, come avrebbe voluto fare un bel po' di anni addietro. Come avrebbe dovuto fare. Erano le labbra piΓΉ morbide sulle quali avesse mai indugiato con le proprie. Erano come la cocaina per un drogato.
Sentì le mani di Alex spingere sul suo torace, probabilmente per allontanarlo, ma alla fine si fermarono e rinunciarono. Si afflosciò fra le sue braccia come una bambola di pezza e quando Iago si scostò per guardarlo, vide che pareva intontito e scombussolato.

Lui ti ha mai baciato così?

Non sembrava, a giudicare dalla faccia che aveva.

Lo vide poi riscuotersi e sussultare, sgusciare via dalle sue braccia con orrore. «N-No, no! Non avrei dovuto... Tu...» Non riusciva a capacitarsi di cos'aveva appena fatto. «D-Devo andare!» In pieno panico si allontanò di corsa e raggiunse velocemente la propria auto. Iago però lo seguì e gli impedì di montare in macchina. «È tutto quello che hai da dire?» lo apostrofò, la disperazione nella voce. «Non avresti dovuto farlo, ma non sembravi ansioso di respingermi! Non ti ha mai sfiorato la mente che forse, un bel po' di anni fa, hai scelto quello sbagliato? Mi avevi a un centimetro e sei andato a confonderti con quello stronzo!»

Β«Io amavo Andrew!Β» esclamΓ² Alex, sull'orlo delle lacrime. Β«E tu eri il mio migliore amico!Β»

«Amavi?» quasi lo schernì Iago. «E poi cos'è successo, sentiamo? Stamattina ho sentito che parlavate di qualcosa che somigliava molto al divorzio! Sì, ero il tuo migliore amico e per questo ti conosco bene, Alex! Ti conosco in un modo in cui quell'altro mai potrà conoscerti! Eravamo uniti finché non si è messo in mezzo lui! Lui che ti ha perseguitato per anni e solo perché eri più intelligente e non eri pieno zeppo di soldi e boria come tanti altri! È questo l'uomo che hai sposato, Alex! Non è cambiato di una virgola, credimi! Guarda ancora dall'alto in basso il prossimo come se fossero tutti creature inferiori!»

«N-Non è vero, non è così! È cambiato!»

Iago serrΓ² i pugni. Β«E lo difendi!Β» sbottΓ². Β«Lo difendevi allora e lo difendi adesso, come difendevi tuo padre, anche se te le dava di santa ragione e solo perchΓ© magari respiravi! Hai perdonati tutti, tranne me, quando cercavo solo di aprirti gli occhi e farti capire che dovevi reagire!Β» Lo faceva imbestialire vederlo incassare e basta, colpo dopo colpo. Β«DIO SANTO, ALEX, REAGISCI!Β» urlΓ² esasperato. Β«STO INSULTANDO TUO MARITO E TUO PADRE E NON SAI NEANCHE BATTER CIGLIO!Β»

Lo vide ritrarsi e trasalire, e capì di aver esagerato.

Sconsolato e rammaricato, sospirΓ². Β«Certe cose non cambiano mai, vero?Β» disse, distrutto. Β«Era come pensavo: quella di stamattina era solo una maschera. Adesso non vedo altro che il sedicenne terrorizzato che eri una volta, il ragazzino succube dei prepotenti.Β»

Aveva sperato che Alex fosse davvero cambiato, dopo averci rimuginato un bel po'. Si era detto che in fin dei conti era meglio così: determinato e pronto a reagire. Invece no, era rimasto fermo a dieci anni prima.

Non si lasciΓ² perΓ² impietosire.

Β«Dimmi, Alex: quando lo hai seguito in California per abitare al suo fianco, tu cosa facevi? Come occupavi il tempo mentre lui, bello bello, frequentava la facoltΓ  e collezionava successi immeritati? Cosa ne Γ¨ stato del tuo diploma, del tuo sogno di fare carriera e seguire le tue passioni?Β»

L'altro non rispose e si limitΓ² a guardare altrove, ostinato.

Iago sorrise amaramente. Β«Capisco: ti ha piazzato sul buon vecchio caminetto come una fotografia in cornice. Lui lavora e tu te ne stai a casa, a quanto pare.Β»

Β«SmettilaΒ» lo implorΓ² Alex flebilmente.

Β«No, invece. Non la smetto. Devi guardare in faccia la veritΓ , una buona volta! Ammetti di aver fatto un errore madornale! Ammetti di esserti fatto abbindolare!Β»

«Non mi ha abbindolato!» singhiozzò Alex. «L-Lui mi amava! Mi amava quando mi ha sposato! Ho scelto io di non proseguire gli studi!» Non sapeva, anzi non riusciva a capire, perché si ostinava a difendere Andrew a spada tratta, malgrado tutto quello che era successo, malgrado fosse stato lui, la sera prima e anche quella mattina, ad aver elencato tutte le cose che non andavano nella sua relazione con Drew, le cose cui aveva dovuto rinunciare per amore. Era il primo ad aver parlato di divorzio per tutto il giorno, eppure eccolo lì a difendere il marito, proprio come dieci anni addietro.

Iago lo squadrò. «Con l'arrivo del pupo ti ha alla fine inchiodato ben bene» disse glaciale. «È meno stupido di quel che credessi. Almeno avresti avuto anche tu delle responsabilità, qualcosa a cui pensare durante il giorno pur di non fermarti a riflettere su quante cose ti abbia impedito di fare e di diventare.»

Β«PerchΓ© mi stai facendo questo?Β» sbottΓ² l'altro, senza smettere di piangere.

Yakovich allora lo afferrΓ² per le spalle e lo scosse. Β«PerchΓ© voglio che tu ragioni! Voglio che tu capisca che sei libero! Va bene? Gli hai permesso di ingabbiarti, Alex!Β»

Alex cercΓ² di sottrarsi alla sua presa e non perchΓ© lo infastidiva, ma perchΓ© si sentiva strano da quella mattina e ormai conosceva abbastanza bene il proprio corpo da capire sempre i segnali.

Il segnale che sin dal risveglio aveva captato gli suggeriva di tornare subito a casa e allontanarsi da Iago, prima che...

Come ho fatto a dimenticarmene?

Β«D-Devo andare a casa, ti pregoΒ» biascicΓ². Β«Sono...Β» Si bloccΓ² in preda ai crampi che proprio in quel momento avevano deciso di arrivare. Accidenti! Avrebbe dovuto prendere la pillola quella stessa mattina, invece di aspettare!Β 

Iago parve finalmente capire e accorgersi a sua volta del problema. Come avrebbe potuto non farlo, con una natura del tutto opposta che si intersecava perfettamente a quella di Alex?
Con la gola secca, disse: Β«Forza, ti riaccompagno a casaΒ».

Β«Meglio di no.Β»

Β«Non sei nelle condizioni di guidare, AlexΒ» tagliΓ² corto Yakovich. Β«Vieni, dai. Prendiamo la tua macchina.Β»

Β«Ma tu come farai poi a tornare a casa?Β»

Β«ChiamerΓ² un taxi.Β»

Erano le sette di sera quando fermΓ² la macchina di fronte alla villa dove abitava Alex.

Β«Be', eccoci arrivatiΒ» disse Iago, una mano serrata sul volante, mentre il gomito opposto era appoggiato sul finestrino, il pugno che sosteneva il capo.

Si sistemΓ² meglio sul posto del guidatore e si arrischiΓ² a guardare l'altro.

La loro era una societΓ  divisa fra Alpha e Omega, nomi che usavano per classificarsi l'uno con l'altro, con i quai nascevano e convivevano, era qualcosa che veniva persino menzionato nei documenti, nei passaporti, nei curricola. Iago era nato come Alpha, si era dimostrato all'altezza di tale classe sociale, discendeva da genitori altrettanto Alpha.

Per Alex, invece, era andata diversamente, era nato come un Omega, la classe piΓΉ bassa che ci fosse, ma anche quella dotata di una particolaritΓ : la possibilitΓ  di dare un figlio a un partner maschio e l'esser completamente sterile quando invece aveva a che fare con una femmina, che fosse Alpha, Beta o Omega.

Per questo a scuola, come altri come lui, era stato sempre trattato male o come un appestato.

Iago, perΓ², lo aveva sempre trattato bene, si era affezionato a lui sin dal principio.

Era ingiusto che la societΓ  funzionasse a quel modo e malgrado negli ultimi tempi ci fossero state proteste o manifestazioni a favore della libertΓ  degli Omega, del riconoscimento dei loro pari diritti, ci sarebbe voluto ancora un bel po' di tempo per loro prima di esser trattati come gli Alpha, o persino meglio.

Alex lanciΓ² un'occhiata alla propria abitazione. Rory lo attendeva, lo sapeva. Ora come ora era in compagnia della baby-sitter, eppure non gli andava di rientrare in quella che per lui era diventata una gabbia asfissiante.

Β«N-Non me la sento di rientrare. Resto un altro po' quiΒ» disse a mezza voce, mentre brividi che conosceva molto bene gli percorrevano il corpo intero.

Β«Non Γ¨ una buona ideaΒ» lo apostrofΓ² allusivo Iago.

Alex si morse il labbro inferiore.Β Lui mi ha tradito, pensΓ². PerchΓ© non avrebbe dovuto fare lo stesso?

In fin dei conti, prima che Andrew lo stregasse, aveva avuto per almeno un paio d'anni una cotta per il suo migliore amico, ma era sempre rimasto zitto, pensando di non essere abbastanza per lui. PerΓ², adesso, quei sentimenti antichi stavano tornando a galla, e sapeva che il calore non c'entrava niente.

Lo guardΓ². Β«Lui non Γ¨ ancora tornato a casa. Lavora sempre fino a tardiΒ» disse a bassa voce, quanto bastava a farsi udire da Iago.

Forse era vero. Forse davvero aveva permesso a Andrew di incatenarlo, di renderlo il perfetto esempio di Omega ubbidiente, tutto casa e famiglia, impegnato solo nel tirar su la prole e tenere la casa in ordine, far trovare pronta la cena.

La mogliettina perfetta, tanto per fare un esempio infelice.

Ebbene, era stufo di esser tale.

Β«Sei piΓΉ bello di quello che ricordavoΒ» aggiunse, lo sguardo appannato. Β«Anche tu mi piacevi, Iago. Mi piacevi tanto, ma non...Β» GesticolΓ² nel tentativo di spiegarsi. Β«E-Eri sempre circondato dalle ragazze, p-pensavo che uno della mia risma non ti interessasse e alla fine sono andato avanti. Non volevo pensassi quello che tutti pensano di quelli come me: che siamo... che siamo solo bravi ad aprire le gambe e dar ascolto ai nostri istinti piΓΉ bassi.Β»

Iago ci mise un po' ad elaborare tutto quanto. Β«Io... ti piacevo?Β» ripetΓ©, trafelato. Β«Quando? Non ho mai sospettato che tu...Β»

Β«Per piΓΉ tempo di quanto riusciresti mai a indovinareΒ» replicΓ² il biondo, quasi rassegnato. Β«Tu perΓ² non mi vedevi, ero invisibile, almeno in quel senso.Β»

Yakovich deglutì. «Be', ti sbagliavi, ti sbagli anche adesso» sentenziò. «È solo che ti consideravo troppo innocente e puro per... per qualsiasi cosa.»

Β«Innocente e puro!Β» ripetΓ© Alex, schernendosi da solo. Decise di essere schietto fino all'osso. Β«A volte mi immaginavo come sarebbe stato se tu ti fossi accorto di me e allora mi veniva voglia di toccarmi. Lo facevo e poi mi sentivo in colpa e sporco, ma in quei momenti non aveva importanza. Ti desideravo e non potevo averti, ma dicono che nei sogni tutto sia possibile.Β»

Β«Ora sono quiΒ» disse di getto Iago. Β«Non hai bisogno di immaginare niente. Sono disposto a far realizzare ogni tuo sogno, ogni tua sordida fantasia, ogni tuo capriccio. Per sempre, se lo vuoi. Se mi vuoi ancora. Sempre, Alex.Β»

Β«Allora fallo.Β» Le guance dell'Omega si affollarono di lacrime. Β«Fallo come se mi amassi davvero.Β»

Iago si sporse e lo acciuffΓ² per la maglietta, guardandolo dritto negli occhi. Β«Non avrΓ² bisogno di fingereΒ» disse laconico. Β«Sono anni che sognavo di poter dirti ogni cosa, di rivederti. Francamente, Andrew puΓ² andarsene a fanculo, perchΓ© col cazzo che ti lascio andare una seconda volta.Β»

Trasferì le dita tremanti fra i suoi capelli e si sporse per baciarlo, e stavolta non venne respinto, ma accolto con disperazione. Quel bacio sapeva di lacrime, non solo di Alex, della sua essenza.

Lo prese fra le braccia e gli fece superare lo spazio fra i due sedili, così da averlo vicino, il più possibile vicino. Adorò immensamente il suo semplice abbandonarsi nella sua stretta, il tepore del suo corpo enfatizzato dal calore, dal desiderio irrefrenabile e subdolo che una volta al mese scattava e lo rendeva facile preda di chiunque.

Ora perΓ² era suo, solamente suo.

Anche se avrebbe voluto essere piΓΉ romantico e andare con calma, Alex non sembrava dello stesso parere. I suoi baci erano sempre piΓΉ febbrili e bramosi, le sue dita sottili gli sfioravano il torace e le spalle come a volerne saggiare i muscoli statuari celati dalla camicia, le gambe ora gli abbracciavano i fianchi. Il corpo che Iago per dieci anni aveva sognato di possedere e far suo per sempre ora ondeggiava sopra il suo inguine, si strofinava per incitarlo a osare ancora.

I pantaloni gli andavano decisamente stretti ormai. Fremeva dall'eccitazione, ora quel profumo inebriante era davvero intenso per via della vicinanza.

Avrebbe voluto scegliere un posto migliore per un momento del genere, ma ormai avevano raggiunto il punto di non ritorno.

Gli slacciΓ² i jeans attillati e ripercorse la forma dei suoi fianchi, dei glutei, beandosi dei suoi gemiti strozzati e tremanti.

Sapeva che ormai era in balia della frenesia, della voglia. Voleva una cosa e gliel'avrebbe data. Gli avrebbe dato tutto quanto.

Con le dita lo stimolΓ², alla ricerca del punto esatto con cui lo avrebbe mandato completamente in estasi. Dentro era caldo, umido, come lo erano tutti gli Omega. Non c'era alcuna resistenza, anzi sembrava voler risucchiare le sue falangi, tanto era disponibile. I suoi fianchi si muovevano, andavano incontro ai movimenti delle sue dita, li incoraggiavano, in silenzio chiedevano di piΓΉ.

Ora basta, pensΓ², emettendo un basso ringhio. Si slacciΓ² la cintura e a tentoni si abbassΓ² la biancheria. Gli afferrΓ² le anche saldamente e si spinse subito dentro di lui, fino in fondo. Fu una connessione indolore, liscia come l'olio, perfetta. Ora capiva quel che altri avevano detto: fare sesso con un Omega non era molto diverso dal farlo con una femmina.

Lo sentì trasalire fra le sue braccia, emettere un basso e strozzato grido di soddisfazione, le dita della mano sinistra serrate sui suoi capelli scuri, quelle della destra invece aggrappate al sedile.

Iago mosse di nuovo il bacino, spinse di nuovo, lo ricolmΓ² una seconda volta, una terza, una quarta, perse infine il conto di tutte quelle spinte sempre piΓΉ voraci scandite dai loro gemiti e dal respiro ansante.

Lo fece voltare, gli spinse la schiena in avanti e Alex, senza protestare, completamente preda dell'istinto che al momento gli diceva solo di proseguire quella sporca danza di accoppiamento, si appoggiΓ² con le mani al cruscotto e di nuovo accolse Iago nel proprio corpo scivoloso e avido.

In quel momento non pensava piΓΉ a suo marito, nΓ© a suo figlio nΓ© a nient'altro. C'era solo la brama da sfogare a qualsiasi costo.

Iago fece cozzare ancora una volta l'inguine sul suo fondoschiena. Dai versi che il biondo emetteva attraverso le labbra socchiuse, quell'ultima frizione doveva averlo deliziato parecchio. Fece scorrere le dita sulla schiena coperta dalla maglietta e ora incollata alla pelle per via del sudore e serrΓ² le falangi su quei capelli dorati, simili a quelli degli angeli nei dipinti.

Nonostante i sentimenti per lui, ora come ora voleva solo continuare a prenderlo, farlo fino all'ultimo secondo, fino a farlo gridare.

Gli fece divaricare di piΓΉ le gambe e gliele sorresse, le spinte che non accennavano a rallentare nΓ© a fermarsi.

Quella era la frenesia allo stato puro, forse la pazzia, ma a un certo punto arrivΓ² la conclusione, il picco massimo del piacere.

Prima di poter ritrarsi ed evitare di fare un gran casino, si era già riversato dentro il suo corpo e il suo istinto gli impedì di frenarsi, di non mettere nei guai Alex.

Era troppo tardi, pensΓ², mentre abbandonava la fronte sulla sua schiena e cercava di riprendere fiato.

Alex tremava fra le sue braccia, in quell'abbraccio ancora sigillato dall'unione fra i loro corpi ora esausti e soddisfatti.

Se tutto era purtroppo andato bene, il problema non si sarebbe piΓΉ ripresentato per almeno otto mesi, dieci al massimo.

Β«Mi dispiaceΒ» mormorΓ² Iago, giΓ  pentitosi di quel che avevano fatto. Β«Perdonami.Β» La voce gli si mozzΓ² in gola e le lacrime sgorgarono quando Alex si voltΓ² e si limitΓ² a rispondergli che non era stata colpa sua.

Β«Lo sarΓ  prestoΒ» singhiozzΓ² Yakovich. Β«Che cazzo facciamo se tu...?Β»

Β«R-RisolverΓ² in qualche manieraΒ» rispose il biondo.

«Certo, così ti dissanguerai e morirai, magari! È rischioso! Lo fanno tre Omega su cento!»

Alex si scostò da lui e tra un movimento e l'altro riuscì a tornare sul sedile del passeggero, dopo essersi risistemato i vestiti i quali, però, qui e là avevano le cuciture strappate per via della foga del momento.

Avrebbe dovuto gettarli via, poco ma sicuro.

GuardΓ² Iago riallacciarsi i pantaloni e la cintura.

Β«Non Γ¨ detta che... be', che quello che abbiamo fatto abbia dato vita a qualcosa.Β»

Β«Vuoi scherzare?Β» sbraitΓ² Yakovich. Β«C'Γ¨ il cento per cento della probabilitΓ  di una gravidanza, in situazioni come questa!Β»

Β«Allora lo terrΓ² e sarΓ  quel che sarΓ .Β»

Β«E tuo marito? Dove lo mettiamo lui, dimmi? Cosa farai quando scoprirΓ  la veritΓ ?Β»

«Sto cercando di ottenere il divorzio, Iago. Ormai siamo arrivati ai ferri corti. Pensavo avesse occhi solo per me, ma non è così. Dio solo sa se questo era il suo primo tradimento, o l'ennesimo.»

Β«Non firmerΓ  mai quelle carteΒ» bofonchiΓ² aspro il Detective. Β«Toglitelo dalla testa.Β»

Β«DovrΓ  farlo, a meno che non voglia perdere del tutto la custodia di suo figlio.Β»

Β«Oh, certo! Parli come se non fosse un avvocato dannatamente bravo nel suo lavoro!Β»

Β«Nessuno Γ¨ infallibile.Β» Alex aveva negli occhi uno sguardo di colpo determinato e fiammeggiante. Β«Quando gli dirΓ² la veritΓ , dovrΓ  arrendersi.Β»

Β«Oppure verrΓ  dritto dritto da me per farmi la festaΒ» commentΓ² tetro Iago. In parte, minima parte, lo terrorizzava il pensiero di quello che forse sarebbe presto accaduto ad Alex, di ciΓ² che forse anche in quel momento stava avvenendo nel suo corpo, mentre loro complottavano.

Iago era un Alpha lievemente atipico: non aveva mai provato il desiderio di diventare padre, e questo lo si sapeva giΓ , e i bambini non gli piacevano a pelle.

Era pronto per far fronte a una simile responsabilitΓ ?

Si odiava per quello che stava per dire, ma voleva essere onesto. Β«Se dopo il test il risultato sarΓ  positivo, allora... liberatene, Alex. Fallo e basta.Β»

Alex lo squadrΓ² e nei suoi occhi fu chiaro il disgusto. Β«Invidio il modo disinteressato di cui parli di certe coseΒ» lo apostrofΓ² gelido. Β«Be', non preoccuparti. In qualche maniera ce la farΓ² anche da solo. In fin dei conti sei stato tu a farmi capire che non ho bisogno di un compagno per prendere in mano la mia vita.Β»

Β«Avresti preferito che ti mentissi?Β» replicΓ² a tono Iago.

Β«No. Pensavo che per me, perΓ², avresti fatto uno strappo alle tue ferree regole da scapolo incallito che odia le responsabilitΓ . Qualcosa da imparare da Andrew, dopotutto, ce l'hai.Β» Alex non aggiunse altro e scese dall'auto, ignorando l'altro che lo richiamava.

Quando entrΓ² in casa, perΓ², rimase gelato sul posto vedendo il marito all'ingresso che lo fissava.

Com'era possibile? Non aveva visto la sua auto, nel vialetto!

Deglutì. «Cosa ci fai qui? Non dovresti essere ancora al lavoro?» Rigirò nel frattempo le chiavi di casa fra le dita, così da celarne il tremore. Gli venne in mente l'orribile possibilità che Andrew avesse visto tutto, in qualche maniera.

Il suo compagno strinse le spalle. Β«Ero venuto qui per parlarti, ma la baby-sitter mi ha detto che non eri ancora rientrato e ho deciso di aspettarti.Β» Fece dei passi avanti. Β«Ho visto che eri con qualcuno.Β» PassΓ² in rassegna i suoi abiti alquanto logori. Β«O avete litigato pesantemente, oppure devo supporre ci sia stato ben altro finale.Β»

«Se anche fosse?» lo provocò Alex, senza lasciarsi ingannare dal luccichio che intravedeva nei suoi occhi. Non era Andrew la parte lesa.«Tu puoi fare quello che ti pare e io invece no?» Si fece coraggio e proseguì fino a superarlo. «Sono stanco. Stasera penserai tu a Rory. Io vado a letto.»

Come c'era purtroppo da aspettarsi, a distanza di un mese durante la quale non c'era piΓΉ stata traccia del calore e dei suoi effetti, una mattina Alex si svegliΓ² di soprassalto in preda a un forte attacco di nausea che lo costrinse a balzare in piedi, raggiungere il bagno e vomitare.

Non aveva fatto alcun test per accertarsi di ciΓ² che giΓ  sapeva da solo. Ormai riconosceva i segnali inequivocabili.

Quando fu convinto che il suo stomaco avesse finito, almeno per il momento, di rigettare tutto quello che conteneva, barcollante si rimise in piedi, tirΓ² lo sciacquone e prima si rinfrescΓ² il viso imperlato di sudore, poi si lavΓ² i denti per scacciare il saporaccio rimastogli in bocca.

La porta del bagno si aprì e nel riflesso vide il marito sulla soglia, appoggiato alla cornice con una spalla e a braccia conserte.

Non si erano quasi per niente rivolti la parola durante quel periodo, ma Andrew aveva attualmente l'espressione di chi non si aspettava altro che quel risvolto di eventi, cosa che fece innervosire non poco il compagno.

Alex si sciacquΓ² la bocca, poi: Β«Be'? Cos'hai da guardare?Β», lo apostrofΓ² scontroso, in preda naturalmente al secondo squilibrio ormonale peggiore che avesse affrontato in tutta la propria esistenza. Il suo corpo iniziava a cambiare, dentro e fuori, e quelle erano solo le prime conseguenze.

Β«NullaΒ» rispose Andrew, fin troppo tranquillo e indifferente. Β«Mi chiedo solo come farai a gestire la gravidanza e Rory solo soletto, tutto qui.Β»

Β«Cosa?Β»

Β«Hai vinto tu, Alex: sono d'accordo con te, Γ¨ meglio finire qui tutto quanto, per il quieto vivere di entrambi.Β»

Andrew era stato spesso tentato di dirgli la veritΓ  riguardo quel maledetto giorno in cui tutto era andato in pezzi, ma dopo averlo visto insieme a Iago ogni buon proposito era andato in fumo. Aveva finalmente capito un bel po' di cose e gettato la spugna definitivamente.

Alex serrΓ² le dita sul bordo del lavandino. Β«E hai aspettato una settimana per dirlo?Β» chiese glaciale.

Β«Ho aspettato di ricevere la conferma dei miei sospetti ed eccola qui.Β»

Β«Sei un vero bastardo!Β»

Β«Non quanto te che ti sei fatto ingravidare da uno qualsiasi, neanche fossi una prostituta sprovveduta.Β»

A quelle parole, l'indignazione in Alex crebbe a livelli esponenziali e mutΓ² in disgusto. Β«Prepara le carte per il divorzio. Le firmerΓ² con piacere. Ora vattene, voglio farmi una doccia.Β»

Appena la porta si richiuse, si tolse il pigiama e per un attimo osservΓ² il proprio riflesso, mentre l'acqua nella doccia iniziava a scaldarsi. Si girΓ² di profilo e finalmente vide l'impercettibile curvatura del basso ventre che spezzava la linea diritta e magra del corpo. Si tastΓ² cautamente il petto ed esso risultΓ² vagamente dolorante e piΓΉ sensibile del normale al tatto.

Non c'erano dubbi.

Entrò nella cabina della doccia dai vetri ormai appannati e rimase sotto il getto d'acqua per una buona mezz'ora, finché non ebbe il coraggio di uscire e tornare in camera per vestirsi. Vedendo che il marito non era lì, recuperò il proprio smartphone e scrisse a Iago, col quale ogni tanto aveva continuato a sentirsi durante il mese. Iago si era scusato e aveva detto che era disposto a prendersi le proprie responsabilità, malgrado le sue tante insicurezze e l'inesperienza.

Fece un respiro profondo e scrisse:Β β€ŸΓˆ sicuro. Non ho fatto un test, ma ho la nausea e tutto il resto. Lui ha detto di volere il divorzio. Lo sa, Iago."

Non si stupì nel non ricevere subito una risposta. Sapeva che a quell'ora Iago era già al lavoro e di certo non poteva badare al telefono mentre era in servizio.

Mise via il proprio e si vestì, come al solito scelse una T-shirt e dei jeans, infine delle sneakers.

Uscito dalla camera, attraversò il corridoio e si fermò scorgendo il marito sulla soglia della camera di Rory; stava lì, fermo, appoggiato alla cornice della porta con le braccia incrociate.

«Meglio se ti godi questi momenti con lui, perché tra non molto non lo vedrai più così spesso» lo apostrofò freddamente.

Andrew volse la testa per guardarlo. Β«Togliti dalla testa che permetterΓ² a quello stronzo di crescere mio figlio. Chiaro?Β»

Β«Avresti dovuto pensarci prima.Β»

Β«Senti da che pulpito viene la predica!Β»

Β«La colpa in primo luogo Γ¨ tua se ci troviamo in questo casino. Vedi di ricordartelo tutte le volte in cui verrai a casa nostra e dovrai restare a guardare impotente mentre io e Iago riprendiamo con noi Rory, dopo che ha trascorso qualche giorno da te. Ricordati che avevi una scelta e hai scelto di distruggere la tua famiglia, Andrew Thorne. La colpa la puoi dare solo a te stesso e al tuo sconfinato ego.Β» Alex fece per proseguire e andare al piano inferiore, ma si bloccΓ² e tornΓ² indietro. Β«Oh, spero che tu entro oggi pomeriggio abbia preparato le carte per il divorzio, perchΓ© stasera non ho alcuna intenzione di restare qui.Β»

Β«Non farΓ² un bel niente se non acconsentirai a far stare Rory con me almeno una settimana, come minimo.Β»

Β«Oh, no, Andrew. Stavolta non andrΓ  come pare a te. Stavolta non detti tu le regole, perchΓ© io conosco certe leggi quanto te, Γ¨ il minimo richiesto dallo Stato prima di sposarsi: io ho diritto di scegliere le condizioni della custodia congiunta di Rory perchΓ© a conti fatti, Andrew, tu hai contribuito solo con uno spermatozoo, nient'altro. Rory Γ¨ prima di tutto mio figlio e sono io la sua prima figura di riferimento, non tu. Ero io a svegliarmi quando piangeva durante la notte, ero io a cullarlo e a sacrificare il sonno e tanto altro quando non voleva saperne di dormire. Tu sei sempre stato troppo impegnato a farti bello in tribunale.Β»

Β«Ah, quindi sarei un padre assente? Grazie tante, Alex. Dico sul serio.Β»

«Sì, Andrew: sei un padre assente» confermò con durezza Alex. «Non c'eri nemmeno quando ha imparato a camminare e a parlare. Quando veniva da te per avere un po' di attenzioni tu lo liquidavi sempre perché dovevi lavorare. Sai cosa significa per un bambino di due anni esser snobbato da suo padre? Io non credo proprio, a questo punto, anche se invece dovresti essere un esperto in materia.»

Andrew per sicurezza chiuse piano la porta della cameretta e raggiunse il compagno, fronteggiandolo. Β«O si fa come dico io e si prende una decisione che possa aggradare a tutti e due, o il divorzio te lo scordi.Β»

Β«Persino adesso non la smetti di fare lo stronzo egoista, vero?Β» sibilΓ² Alex. Β«Deve sempre andare come vuoi tu.Β»

Β«Pensa quello che ti pare. A questo punto poco me ne importa. Mi importa solo di Rory e quale reazione avrΓ  con me assente, dimmi? I bambini hanno una memoria di ferro, Alex. Se pensi che Iago possa prendere il mio posto nella sua vita, allora credi male.Β»

Alex strinse le labbra. Β«Chiamo tuo zio. SarΓ  lui ad arbitrare questa guerra, perchΓ© a questo punto tale Γ¨ diventata.Β»

Β«Fa' pure. Vedremo chi l'avrΓ  vinta.Β»

Β«AndrΓ© Γ¨ una persona imparziale, al contrario tuo. FarΓ  la scelta piΓΉ sensata.Β»

Alex non battΓ© ciglio quando di sottecchi osservΓ² quello che ormai era il suo ex-marito scattare in piedi come una furia e abbandonare l'ufficio dello zio sbattendo la porta.

AndrΓ© sospirΓ² e si passΓ² due dita sugli occhi. Β«Non l'ha presa molto bene, vedoΒ» commentΓ² con amarezza.

Lex lo guardΓ². Β«Ben gli sta questa batosta. Gliel'ho detto che tu avresti fatto la scelta piΓΉ giusta.Β» Si sentiva un po' in colpa ad aver chiamato in causa AndrΓ©, ma aveva dovuto farlo. A mali estremi, estremi rimedi e conseguenze ancora piΓΉ aspre. Β«Mi dispiace aver rimesso a te tutta questa storia, ma...Β»

«No, no, tranquillo. Lo capisco.» André agitò una mano. «È solo che.... be', penso tu possa capire. Resta mio nipote e non è stata una passeggiata vederlo andar via così.»

Il finale di tutto quanto? Custodia congiunta, ma Andrew poteva godere della compagnia di suo figlio solo due giorni, nel fine settimana. Per quel che riguardava le festivitΓ , Rory le avrebbe trascorse invece con Alex e il suo nuovo partner, sempre che Iago non intendesse farsi indietro all'ultimo.

Era ovvio che Andrew fosse andato su tutte le furie, ma se l'era cercata e AndrΓ© non aveva avuto molte alternative: Alex restava il genitore piΓΉ importante per Rory e non solo perchΓ© quel bambino era stato parte di lui per otto mesi, ma anche perchΓ© Andrew, purtroppo, doveva lavorare e non poteva stare sempre a casa.

Rory aveva bisogno di una figura di riferimento presente il piΓΉ possibile e tale figura rispondeva al nome di Alex.

«Magari col tempo deciderò di far rivedere la sentenza» buttò lì Alexander. «Per ora, però, voglio che si crogioli nei sensi di colpa.»

Β«Posso capireΒ» concesse AndrΓ©. Β«Tu come stai, comunque? Ho saputo che...Β»

Β«Stiamo bene tutti e due e verso autunno avrΓ² un bel daffare di nuovo con pannolini e levatacce.Β»

«Be', buona fortuna!» Langford abbozzò un sorriso. «Un po' mi dispiace che le cose siano andate così, sai? Non solo per mio nipote, ma... eri uno dei pochi elementi validi nella mia famiglia, Alex. Uno dei motivi per cui tolleravo molto di più le rimpatriate a Natale eccetera. Sei cresciuto fra mille difficoltà, al contrario di Andrew, e questo ti ha reso una persona forte e umile. Sappi che hai il mio rispetto e la mia benedizione.»

Β«GrazieΒ» rispose Alex, sincero. Β«Il rispetto Γ¨ ricambiato.Β»

André schiarì la voce e disse, il tono più alto: «Quanto a te che te ne stai dietro quella porta a origliare sin dall'inizio...».

La porta si aprì e rivelò un imbarazzato Iago che si mise le mani in tasca.

Β«... vedi di trattar bene questo ragazzo, Yakovich, perchΓ© se vengo a sapere che ho rovinato il mio rapporto con Andrew e dato la benedizione alla tua unione con Alex solo per poi scoprire che hai sgarrato, ti vengo a cercare anche in capo al mondo e di certo non per farti i complimenti. Spero di essere stato chiaro.Β»

Β«Cristallino, signoreΒ» rispose Iago.

Β«E ora, di grazia, fuori di qui, tutti e due.Β»

Alex non se lo fece ripetere due volte e seguì fuori dall'ufficio Yakovich. quest'ultimo schiarì la voce. «Il Principe Azzurro se n'è andato fumante di rabbia. Che hai combinato? Hai detto a suo zio che soffriva d'impotenza?»

«Ora potresti anche iniziare a dargli un po' di tregua» lo redarguì Alex, ma lottava per non ridere. «In fin dei conti l'hai avuta vinta tu, o sbaglio? Lascialo stare, su.»
«Posso concedergli solo una cosa: il cosino là dentro può anche chiamarmi 'papà'» fece l'altro, «però preferisco che Rory continui a chiamare lui così. In fin dei conti resta pur sempre tale».

Β«Questa decisione spetterΓ  solo a RoryΒ» gli ricordΓ² con calma Alex. Β«Vediamo come prende questo cambiamento, intanto.Β»

Lo seguì verso la scrivania e si sedé di fronte ad essa, Iago invece dall'altra parte. Il moro fece una smorfia incerta. «Dovremo sposarci per forza?»

Alex ci pensΓ² su, rilassandosi contro lo schienale della poltroncina. Β«Nah. Voglio dire... per un po' credo ne avrΓ² abbastanza di anelli al dito e tutto il resto. Godiamoci questa situazione, poi sarΓ  quel che sarΓ .Β»

Iago annuì, trovandosi d'accordo con lui. «Non affrettiamo niente, infatti.»

Per un po' tacquero, ancora increduli di fronte a quel ribaltamento di eventi. Alex doveva essere sincero con se stesso su una cosa: un po' gli dispiaceva per Andrew, perchΓ© lo aveva visto che oltre quella superficie di rabbia e indignazione era rimasto male per tutto, forse fino all'ultimo aveva sperato che lui ci ripensasse e invece era rimasto con in mano un pugno di cenere.

Gli augurava di tornare a essere felice e di acquisire la saggezza che bastava a impedirgli di fare di nuovo gli stessi errori che lo avevano portato infine a quel triste epilogo di solitudine e rimpianto.

In fin dei conti, il loro era stato un matrimonio abbastanza felice, nonostante gli alti e i bassi, nonostante le divergenze e differenze di carattere.

Sapendo che quasi sicuramente si trovava ancora nei paraggi, si scusΓ² con Iago e disse che sarebbe andato a prendere una boccata d'aria.

Proprio come aveva pensato, vide l'ex-marito fuori dal dipartimento, appoggiato con una spalla al muro esterno dell'edificio, intento a fissare un piazzale che in realtΓ  non vedeva affatto.

Alex si fece coraggio e gli assestΓ² una debole e gentile gomitata, strappandolo ai pensieri.

Andrew sicuramente riconobbe le sue inconfondibili maniere e per questo non osΓ² spostare gli occhi dalla strada.

Β«Immagino che tu e quell'altro stiate giΓ  progettando chissΓ  quale roseo avvenireΒ» disse caustico. Β«Tanti auguri.Β»

Β«Facciamo una tregua, per favore, e parliamoci con onestΓ , Andrew. Come non abbiamo fatto per dieci anni.Β»

Β«Non ho niente da dire.Β»

«Va bene, allora stai zitto e fai parlare me.» Alex sospirò. «Non credere che io stia facendo i salti di gioia. Il divorzio è sempre uno schifo, comunque lo si guardi. Causa dolore e difficoltà. Non pensare che per me sarà semplice abituarmi alla tua assenza, a non vederti più rientrare la sera, ad avere altre braccia a stringermi quando dormo. Lo ammetto, Andrew: ero innamorato di Iago anche quando ho iniziato a frequentare te, poi però sei stato capace di farmelo dimenticare. Lo hai fatto per dieci anni. Credevo che quei sentimenti fossero svaniti, ma invece non era così e sono tornati con prepotenza quando l'ho rivisto e lui, a sorpresa, si è dichiarato.»

«Questo sì che mi fa sentire meglio. Sei un asso nel consolare le persone, Alex, dico davvero» disse sardonico Andrew.

Β«Non sto cercando di consolarti, Andrew, perchΓ© non meriti alcuna consolazione. Stai soffrendo, so riconoscere i tuoi atteggiamenti, e da persona che ha sofferto in passato ti dico questo: la sofferenza a volte aiuta, fa crescere le persone, e tu sei uno di quelli che deve sbatterci il muso prima di imparare qualcosa. Che ti sia da lezione. Non puoi pretendere che una persona ti ami e sia pronta sempre a perdonare ogni tuo errore, se poi sei il primo a restare fermo nella tua posizione e a non voler mai perdonare. La sera in cui mi hai visto con Iago, quando poi hai scoperto della gravidanza, dimostra a pieni voti che pur non desiderando davvero il divorzio, hai preteso di andare fino in fondo per ripicca, per ferire me, per restituirmi il colpo, ma hai fatto del male solo a te stesso.Β»

Odiava quando faceva in quel modo: quando si impuntava, quando non lo guardava e lo ignorava, quando si atteggiava da unica parte lesa e si comportava da mulo testardo. Odiava quando non dava agli altri la possibilitΓ  di avere un confronto.

Β«Neanche per te Γ¨ stata una vita facile, lo so. In fin dei conti sei il risultato della tua situazione in famiglia: genitori che pretendevano sempre il meglio da te, senza darti un minimo di amore in cambio. C'Γ¨ stato un tempo in cui mi amavi, Andrew, ma come tutte le persone cresciute senza amore, non hai saputo dimostrarmelo appieno, nΓ© gestire i tuoi sentimenti a dovere. Sono stati loro a controllare te e riconosco che forse la colpa Γ¨ anche mia. Forse mi sono allontanato senza rendermene conto e tu, ferito, hai deciso di vendicarti a modo tuo.Β»

Vide Andrew piegare le labbra in un sorriso amaro. Β«Era un mio cliente, quello che hai visto. Caso vuole che fosse Russo, proprio come il tuo storico amico e spasimante, e caso vuole che fosse alquanto all'antica in fatto di saluti. Mi era grato per averlo tirato fuori da un guaio legale e allora mi ha salutato, prima di andare, con l'antiquato bacio sulla bocca tipico della sua tradizione. Ecco quello che hai visto quel giorno.Β»

Quelle parole lasciarono di sasso Alex.

Β«Vedo che hai giΓ  finito il tuo discorsone.Β»

Β«PerchΓ© diavolo non l'hai detto, allora?Β» sbottΓ² spazientito il biondo, aggirandolo per guardarlo in faccia. Β«Rispondi! PerchΓ© non l'hai detto? PerchΓ© hai lasciato che credessi...Β»
«Mi avresti creduto, dimmi?» chiese a sua volta Andrew. Negli occhi c'era solo spiazzante sincerità, nessuna traccia di raggiri o di bugie. Aveva detto la verità. «Sei subito partito in quarta, convinto che ti avessi messo un bel paio di corna. Neanche se avessi chiesto a Gesù Cristo in persona di scendere dal cielo per spiegarti tutto quanto tu gli avresti dato ascolto. Poi, be'... Appena ti ho visto in macchina con Iago, come dire... lì forse ho capito che ormai non c'era niente da fare. Progettavo di mantenere il silenzio in merito alla faccenda, ma sai cosa? Chi se ne frega a questo punto. È proprio vero: ho sbagliato io e ora sto pagando per il semplice errore di esser rimasto zitto quando avrei invece dovuto urlarti in faccia la verità.»

Alex non smise di fissarlo con aria spiazzata e Andrew si limitò a frugare in tasca, estrarre una sigaretta dal filtro argentato e il fusto nero e accendersela. «Sabato mattina passo a prendere Rory. Se non è di troppo disturbo, prima fammi sapere dove abitate, così eviterò di perdere un mucchio di tempo per strada. Saluti.»

Β«Aspetta un attimo...Β»

Β«No, AlexΒ» fece duramente il moro. Β«Basta, ora, lo dico io.Β» Si voltΓ² a squadrarlo, ma i suoi occhi verdi e scintillanti quasi subito si trasferirono su qualcuno che stava alle spalle di Alex. Fece un sorriso molto tirato e finto. Β«Congratulazioni, Yakovich. Finalmente, dopo dieci cazzo di anni trascorsi a rincorrermi e a tentare di superarmi, ce l'hai fatta a vincere il premio tra i premi. Scusa, perΓ², se per una volta non sarΓ² sportivo e non ti stringerΓ² la mano. Buona fortuna a tutti e due. Vi meritate a vicenda piΓΉ di quanto possiate immaginare entrambi.Β»

Non aggiunse altro e scese i gradini esterni, dirigendosi verso la propria auto.

Iago, decisamente scosso, guardΓ² Alex. Β«Che diavolo Γ¨ successo?Β»

Alex si voltΓ² e scosse la testa. Β«Non mi va di parlarne, non ora almenoΒ» disse, il tono di voce spento e tremante. Β«Voglio solo che tu mi prometta una cosa, Iago.Β»

Β«Che cosa?Β»

Β«Se mai io dovessi farmi un'idea sbagliata di te, o di una tua azione, ti prego di chiarire subito tutto quanto. Non lasciare che io mi faccia film mentali. Facciamo funzionare questa cosa, va bene? Il piΓΉ possibile. In fin dei conti ci siamo ritrovati dopo dieci anni e questo non puΓ² esser solo frutto del caso.Β» Si avvicinΓ² e lo guardΓ² negli occhi. Β«Sii sempre sincero con me e io lo sarΓ² con te. Capito?Β»

Iago gli prese il viso fra le mani e asciugò le lacrime che luccicavano in controluce su quelle guance d'avorio. Era stupendo persino quando piangeva, così tanto da non sembrare reale. Tanto bello da far male, come quei sogni fino a tal punto piacevoli e meravigliosi da sfiorare il labile confine tra piacere e dolore. Un po' come erano sempre stati per lui i sentimenti nei confronti di Alex.

Β«FarΓ² del mio meglio. Sicuro di non volerne parlare, perΓ²?Β»

Β«StringimiΒ» disse Alex, semplicemente.

Iago lo fece, lo strinse a sΓ© e gli baciΓ² il capo, chiedendosi cosa fosse accaduto con Andrew e se lui sarebbe stato mai capace di cancellarne il ricordo.

Alex, invece, si limitΓ² a trarre forza e coraggio da quell'abbraccio, dal battito del cuore che stava ascoltando, dalla piacevole e beata sensazione di sentirsi finalmente a casa, per la prima volta in vita sua. Era come esser tornato in un posto per lui che era stato importante durante l'infanzia; era come guardarsi attorno in quel luogo e venir assalito da ricordi dolce-amari.

Non gli importava del futuro. Adesso voleva solo godersi quell'istante e credere alla voce che dentro gli sussurrava con dolcezza che da lì in avanti sarebbe stato felice, davvero felice.

Si scostΓ² solo quanto bastava a guardare quell'uomo che per dieci anni lo aveva aspettato, nonostante tutto.

Β«Sei sempre stato tu il mio Principe Azzurro. Ci hai solo messo un po' per arrivare in sella al tuo cavallo bianco, ma alla fine ce l'hai fatta.Β»

Iago, con le lacrime agli occhi per fin troppe ragioni, sorrise e basta, sigillando quel momento con un dolce, lento e umido bacio.

Spero che questo racconto sia piaciuto, proprio come il primo. Chiedo venia per il piccolo plot-twist riguardo a Andrew che forse ha lasciato molto con l'amaro in bocca, ma c'Γ¨ una cosa di cui mai e poi mai oserΓ² scrivere, perchΓ© mi ritengo incapace di farlo, troppo debole: di un Andrew che calpesta i sentimenti di Alex e lo getta via per qualche capriola tra le lenzuola con degli sconosciuti di poco conto. Questo mai e poi mai lo scriverΓ², scusatemi. Volevo che lui avesse una specie di lieto fine, per quanto amaro, e gliel'ho dato.Β 
Comunque, ho finalmente realizzato la ship purtroppo impossibile nella storia canonica. La ship che sognavo da tanto
❀️ Almeno qui gli Ialex avranno il loro angolino e questa è una consolazione!
Alla prossima! Ringrazio di nuovoΒ ducati_79Β per avermi messa di fronte a questa piacevole sfida! Spero che anche a te sia piaciuta questa breve storia e di non aver deluso le aspettative!

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