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«Ti vedo decisamente più in forma rispetto alla settimana scorsa» esordì Roderick, osservando il re di Elgorad vuotare con una smorfia disgustata il calice che Godric gli aveva teso qualche istante addietro. Dante rabbrividì e lanciò un'occhiata truce al proprio sposo, poi rispose al suocero: «Sto una meraviglia, in effetti. Almeno quando tuo figlio non cerca di avvelenarmi».
Il Principe Consorte alzΓ² gli occhi al cielo. Β«PiΓΉ invecchi e piΓΉ diventi burbero e intrattabile. Sto cercando di farti guarire nella maniera corretta e questo ricostituente fa miracoli, se proprio lo vuoi sapereΒ» lo apostrofΓ² stizzoso. Β«Le migliori medicine sono quelle piΓΉ amare! Che ti aspettavi? Succo d'asprigna? Fai piΓΉ lagne dei tuoi figli, parola mia!Β» Amava suo marito, ma accidenti se certe volte non gli avrebbe rifilato una botta in testa. Era il peggior paziente che gli fosse mai capitato sotto mano, e di gente difficile ne aveva incrociata parecchia. Praticamente non faceva che lamentarsi, specie perchΓ© lui non gli consentiva di affaticarsi nΓ© di riprender in mano gli affari, almeno non del tutto. Β«La sola differenza fra te e un somaro, Dante, Γ¨ che tu dormi sdraiato!Β» GuardΓ² il padre. Β«Beh, per un po' lo lascio in tua compagnia, prima che mi salti in testa di avvelenarlo veramente!Β» ScoccΓ² un'occhiata torva al marito e, tra un borbottio contrariato e l'altro, si congedΓ².
Roderick soffocΓ² una risata. Β«Ti ha messo in riga, eh?Β»
Β«Non mi tratterrΓ² dal prenderti a calci solo perchΓ© siamo parenti acquisiti, sai?Β»
Β«Ho il timore che se solo tu provassi a farlo, Godric tornerebbe subito indietro per darti un'altra strigliata delle sue. Meglio per te se te ne stai buono e zitto, dammi retta.Β»
Β«Ti stai approfittando della mia impotenza, l'ho capito.Β»
«Anche, sì.»
Il re di Elgorad sbuffò. «Parliamo di faccende serie: che fine facciamo fare a quel tonto con la corona?» chiese, riferendosi a Rhydian con il quale aveva già parlato, senza però sbilanciarsi. Non sapeva cosa pensare di quella storia e, tra l'altro, non aveva ancora incontrato Remus né stabilito se risparmiare o meno lui e i senatori coinvolti nella congiura. Ammetteva di non sentirsi granché stabile, pur avendo recuperato almeno un minimo le forze, e non gli andava di affrontare questioni così importanti quando non era in forma smagliante.
Roderick non rispose subito. Β«Sei tu il re, Dante. Qui comandi tu.Β»
Β«Sinceramente lo rispedirei volentieri su Sverthian a suon di calci nel deretano.Β»
Β«E cosa ti ha impedito di farlo, fino ad ora?Β»
Β«Non sono piΓΉ solamente Dante Evergard e non posso comportarmi come se fossi ancora un signor nessuno che va in giro a trucidare draghi e Fiere fra una scopata e l'altraΒ» ribattΓ© senza tanti fronzoli il sovrano. Β«Da un lato mi piacerebbe dare una possibilitΓ alla proposta di quel cretino, ma non so se ai miei compatrioti andrebbe a genio la prospettiva di dover inchinarsi di nuovo al cospetto di un Rowinster, dopo il modo in cui tanti sono stati trattati dal vecchio imperatore. Probabilmente mi farebbero fuori, se accettassi, e in tutta franchezza non so proprio quale vantaggio potrei mai ottenere riconoscendo l'autoritΓ di uno come Rhydian.Β»
Roderick annuì. «Quali sono le tue personali impressioni su di lui, se posso chiedere?»
Β«Preferisci la crudele veritΓ o la dolce menzogna?Β»
Β«La prima, naturalmente.Β»
Β«In sΓ© per sΓ© Γ¨ uno a posto. Γ un po' ingenuo, ma affatto una minaccia. Come imperatore, perΓ², lo ritengo debole e facilmente influenzabile da agenti esterni. Γ insicuro, lo Γ¨ almeno qui nell'Oltrespecchio, in un territorio che non conosce, fra persone che per la maggior parte gli sono ostili. Γ un miracolo che sia riuscito a rimanere sul trono fino ad ora, se mostra il medesimo atteggiamento dalle sue parti.Β»
Lord Reghsar si ritrovΓ² d'accordo con il genero. Aveva pensato le stesse cose dopo aver conversato con Rhydian. Β«Sai... in teoria lui non sarebbe dovuto neppure salire al potere.Β»
Β«In che senso?Β»
Β«Pochi, anzi pochissimi, sono a conoscenza della veritΓ . Per farla breve, perΓ², Rhydian nacque da una relazione clandestina di suo padre con una donna del popolo, una serva che poi, per via della gravidanza e dello scandalo che essa portΓ² con sΓ©, dovette abbandonare il lavoro a palazzo e dare alla luce il figlio bastardo dell'imperatore dopo aver sposato un uomo della sua stessa estrazione sociale. L'imperatore ebbe dei figli con la sua rispettiva moglie, ma... nessuno di loro sopravvisse fino all'etΓ adulta e quindi, qualche anno prima della propria morte, fece di tutto per rintracciare quella donna e il ragazzo. BenchΓ© bastardo, era anche il suo solo ed unico erede ancora in vita, era in parte di sangue Rowinster e ciΓ² era sufficiente a soddisfare i requisiti. Rhydian Γ¨ cresciuto come una persona comune, ma poi Γ¨ stato trascinato in un palazzo splendente ed Γ¨ stato costretto ad assumere un ruolo molto importante e difficile, a imparare a comportarsi come un principe e un futuro imperatore e, anche, a provare a perdonare suo padre, a conoscerlo meglio. Credo che gli pesi tuttora essere al vertice della societΓ di Sverthian e la morte di sua moglie non ha migliorato le sue giΓ tante insicurezze. Era incerto anche quando era ragazzo. Io c'ero quando arrivΓ² a palazzo vestito da popolano e abituato a lavorare duramente per mantenere se stesso e la propria famiglia. A volte penso che avergli chiesto di diventare imperatore sia stato come aver imprigionato un uccello selvatico in una gabbia: deleterio e controproducente.Β»
«So cosa si prova, almeno in parte» ammise Dante. «Mi sento così anche nel presente, certe volte.»
Roderick lo squadrò. «Ti manca la vita che facevi prima di diventare re, non è così?»
Il sovrano si strinse nelle spalle e guardΓ² altrove. Β«Beh... a volte faceva schifo, specie i primi tempi quando nessuno riusciva a prender sul serio un Ammazzadraghi cieco e per giunta ancora molto giovane, ma poi, un po' alla volta, presi il via. Mi piaceva vivere a quel modo, senza dover preoccuparmi di questioni di Stato, di ogni singola parola che usciva dalla mia bocca. Certe volte per me Γ¨ come dover portare la mordacchia.Β»
Β«Spero tu non pensi la stessa cosa della vita da sposato.Β»
Β«Non nego che a volte prenderei tuo figlio di peso e lo getterei giΓΉ da un ponte, specie quando si inalbera per una stupidaggine e inizia a strillare come un'oca isterica, ma sono felice di essere sposato. Γ l'unica cosa sensata che abbia fatto in quest'ultimi anni, a esser onesto.Β»
Β«Se anche tu non fossi stato re... avresti agito lo stesso come facesti quasi dieci anni fa? Insomma... interrompendo il matrimonio cui stavi assistendo?Β»
Dante si morse il labbro inferiore. Β«In quel momento non pensavo affatto a chi o a cosa ero agli occhi delle persone che mi circondavano. Non sarebbe cambiato niente, probabilmente. Forse, perΓ², tu saresti stato libero di prendermi a pugni di fronte a tutti.Β»
«Non nego che volentieri l'avrei fatto, lì per lì. Diamine, venni sbugiardato da un autentico sbarbatello di fronte a mezza Varesya! Ti avrei strangolato, lo dico con onestà .» Roderick aveva quasi visto nascere Dante e quindi, gerarchicamente parlando, all'inizio aveva visto la sua scellerata scelta di dire la verità di fronte a tutti quanti come una mancanza di rispetto senza precedenti. Gli ci era voluto un po' per farsi passare il risentimento nei confronti di Dante e... beh... il processo era stato velocizzato di molto dall'arrivo di Silas, del suo primo nipotino che un giorno lo avrebbe reso talmente fiero da diventare il nuovo re dell'Ovest.
Evergard sorrise di sbieco e nella sua solita maniera da canaglia impunita. Β«Sai com'Γ¨, dovevo restituirti il fendente con gli interessi.Β»
«Un colpo da maestro, questo è certo.» Roderick non subito se la sentì di tirare in ballo il discorso. Gli ci volle un po' per trovare le giuste parole per introdurlo. «Dicevi che dopo Silas non avreste avuto altri figli, ma ora ne avete addirittura cinque e... beh... la mia non è una critica, ma il trono dell'Ovest è famoso per aver causato un bel po' di problemi quando a esserselo conteso sono stati dei fratelli o cugini. Stiamo pur sempre parlando dei miei nipoti e non mi farebbe granché piacere vederli uccidersi a vicenda per una corona.»
Β«Oh, andiamo! Sono ancora vivo e intendo rimanerlo per un bel po' di tempo.Β»
Β«Eppure guarda cos'Γ¨ accaduto due settimane fa. Se uno di quei senatori ti avesse colpito al cuore, sta' pur sicuro che ora ti troveresti a far compagnia ai tuoi predecessori nel regno dei morti.Β»
Β«Non Γ¨ successo niente del genere, perΓ².Β»
Β«Un giorno, in un modo o nell'altro, accadrΓ .Β»
Dante cercΓ² di ricacciare indietro il nervoso che la conversazione gli stava causando. Β«Godric sicuramente sarebbe ancora vivo. Non rimarrebbero del tutto da soli.Β»
Β«Non possiamo saperlo. Se restassero completamente orfani, a quel punto niente e nessuno impedirebbe loro di ammazzarsi l'un l'altro per ragioni di successione. A mio parere sin da ora tu e Godric dovreste stabilire con precisione i rispettivi ruoli di tutti e cinque i vostri figli.Β»
Β«La vita Γ¨ troppo imprevedibile e fare progetti del genere non Γ¨ mai una buona idea, e comunque sono ancora dei bambini, Roderick. Voglio si godano l'infanzia, finchΓ© possono.Β»
Β«Non sto cercando di dirti come crescere o meno i tuoi figli, Dante. Ti sto solo suggerendo di iniziare sin da ora a pensare al loro futuro. L'infanzia passa in fretta per noi Efialti, specie quando si tratta di bambini di sangue reale.Β»
Β«Beh, Silas sembra avere giΓ le idee chiare, se proprio devo esser onesto. Adora seguirmi ovunque e osservarmi βlavorare". Qualche volta lo coinvolgo e lo rendo partecipe delle decisioni.Β» Naturalmente era solo per metterlo alla prova e mai si basava sull'opinione di un bambino per decidere delle sorti di questo o quest'altro affare di Stato. Le risposte di Silas, comunque, erano spesso interessanti e per nulla scontate. Per avere otto anni era un ragazzino molto sveglio, forse... persino troppo. Quel che era certo, era che fosse un bambino alquanto precoce, parlando ad esempio delle sue capacitΓ in campo magico. Certo, non era cosΓ¬ strano e poteva aver ereditato tale qualitΓ da lui e da Godric, visto che a loro volta avevano dimostrato sin dalla tenera etΓ di saper padroneggiare la magia in maniera migliore rispetto alla media, ma Silas a volte dava l'impressione di esser un autentico prodigio in erba. Il fatto che fosse intuitivo gli dava un enorme vantaggio, lo rendeva automaticamente curioso di sperimentare, di replicare ciΓ² che vedeva fare ai genitori.
Per quanto lo riguardava, Dante riteneva che il suo primogenito avesse giΓ imboccato una strada sicura verso il futuro. In quanto agli altri suoi figli, preferiva di gran lunga dar loro carta bianca e dar loro la possibilitΓ di scegliere da soli cosa fare nella vita.
A lui era stato imposto di essere re. A differenza di Silas, lui non aveva mai mostrato alcun interesse per la vita a corte ed era stato obbligato dagli eventi a recitare una parte, perciΓ² sapeva molto bene come ci si sentiva a dover sottostare alla volontΓ di un genitore e della famiglia. Non avrebbe mai e poi mai sottoposto i ragazzi a una sorte simile. Non era giusto e non era corretto.
Β«A volte pare quasi non veder l'ora di salire al potereΒ» disse infine Roderick, scherzoso. Β«Ho quasi paura che quando sarΓ diventato grande un giorno deciderΓ di spingerti letteralmente giΓΉ dal trono.Β»
Dante soffocΓ² una risata. Β«Beh, non ce ne sarΓ bisogno. Quando avrΓ² capito che sarΓ pronto io... insomma, abdicherΓ² e basta. Io e Godric lo abbiamo deciso insieme poco dopo che Silas era nato e intendiamo tener fede a tale piano.Β»
Β«Potrebbe volerci un bel po' di tempo, perΓ², o... voglio dire, Silas potrebbe persino non rivelarsi mai pronto per il tronoΒ» ipotizzΓ² serio Lord Reghsar.
Β«Io credo dovremmo avere piΓΉ fiducia nelle sue capacitΓ .Β»
«Il fatto che sia così ansioso di diventare re, Dante, in futuro potrebbe far sorgere dei problemi. Non è il primo né l'ultimo principe a bramare sin dalla tenera età il potere di suo padre. Se dovesse un giorno stabilire da solo di esser pronto, anche se magari non è affatto così, la fretta e l'impazienza potrebbero forzare la sua mano, se sai cosa intendo.»
«Non farebbe mai niente del genere. Trovo offensivo che tu riesca a parlare così di tuo nipote, Roderick.»
«Remus è tuo zio e guarda cos'ha fatto. I legami di sangue non sono un'assicurazione, Dante. Non quando c'è in ballo un regno come Elgorad. Indossarne la corona significa governare in modo sì e no incontrastato e temuto sull'intero Ovest. Tutto ciò basta e avanza a far girare la testa a chiunque.»
Β«Ti risulta che al sottoscritto una simile quantitΓ di potere abbia dato alla testa?Β»
Β«Sei stato tirato su diversamente da Silas. Guardiamoci in faccia, Dante: la tua educazione Γ¨ stata molto piΓΉ rigorosa e prima di diventare re hai preferito cavartela da solo, anche a costo di fare la fame. Hai rinunciato alle comoditΓ della vita a palazzo per seguire il tuo istinto che ti sussurrava di spingerti sempre piΓΉ lontano, sempre verso l'orizzonte, a caccia di mostri e non solo. Qualcosa mi suggerisce che Silas non sceglierebbe mai e poi mai un'esistenza del genere.Β»
Β«Godric Γ¨ cresciuto al sicuro e con ogni comoditΓ a disposizione. Non mi risulta che ciΓ² lo abbia reso una persona spocchiosa, arrogante, viziata e assetata di potere.Β»
«L'indole di Silas è ben diversa dalla sua, così come dalla tua. Silas è Silas.» Roderick non voleva far altro che dare un saggio consiglio a Dante. «Sono stato padre prima di te e il mio accorato suggerimento è di tener d'occhio Silas e imporgli dei limiti, dei paletti in ogni singolo aspetto della sua vita. à ancora molto giovane e gode già di abilità magiche superiori a quelle di tanti altri ragazzini della sua età . Questo può essere un bene, certo, ma a volte anche un male. Potrebbe finire col montarsi la testa e mandare all'aria gli insegnamenti che tu e Godric state cercando di fargli assimilare. Silas ha un gran potenziale, sarebbe terribile vederlo un giorno sprecare questo potenziale per imboccare la via sbagliata.»
Dante, per quanto infastidito, sapeva in cuor proprio che Roderick aveva ragione, almeno in parte. Β«Lo stiamo educando nel miglior modo possibile. Ci stiamo provando, Roderick.Β»
Β«Non dubito della tua capacitΓ o di Godric di educare quel bambino. Il punto Γ¨ che... potreste non essere del tutto obiettivi perchΓ©, appunto, Γ¨ vostro figlio.Β»
Β«Mi stai per caso suggerendo di lasciare che sia qualcun altro a educare Silas?Β»
«Sì, in effetti. Silas ha un carattere forte, Dante, e a mio parere ha bisogno di disciplina e di rigore. Godric mi ha detto che di tanto in tanto è prepotente con i suoi fratelli minori e non sempre dà ascolto a lui, talvolta neppure a te. Questo non va affatto bene, non serve che sia io a dirtelo.»
Β«Sei la seconda persona a dirmelo. Anche mia madre mi ha fatto un discorso molto simile.Β»
Β«E...?Β»
Β«Era presente anche Godric e non ha gradito un granchΓ© la proposta. In realtΓ anch'io sono piuttosto contrario.Β» La veritΓ era che non si fidava abbastanza da affidare Silas a qualcuno di esterno alla famiglia, specialmente dopo la congiura di due settimane prima. Magari lui e Godric potevano pur sembrare paranoici, ma era meglio non rischiare anzichΓ© poi dover sottostare al terribile giogo del rimorso. PiΓΉ il tempo passava e meno si fidava del mondo esterno. Ne aveva quasi il terrore e non per se stesso, ma per i suoi figli. FinchΓ© fossero stati bambini li avrebbe potuti proteggere e tenere accanto a sΓ© e a Godric, lΓ¬ dove poteva vederli e vegliare su di loro con sicurezza, ma prima o poi sarebbero cresciuti ed era proprio quel giorno a farlo stare in ansia. Β«ProverΓ² a essere piΓΉ severo con SilasΒ» concesse poi. Β«Non intendo tuttavia limitare i suoi poteri o addirittura sottrarglieli, neppure temporaneamente. Il solo modo per insegnargli a controllarli Γ¨ far sΓ¬ che ci conviva un giorno alla volta e stargli vicino per aiutarlo.Β» In fin dei conti erano lui e Godric a decidere come educare quei ragazzini. Accettava di ricevere dei consigli e suggerimenti, ma non di farsi comandare a bacchetta e influenzare.Β
Non avendo piΓΉ alcuna voglia di stare nelle proprie stanze, si alzΓ² pian piano dalla seggiola posta dietro alla scrivania - come al solito disseminata di scartoffie d'ogni tipo - e aggiunse: Β«Se davvero vuoi darmi una mano, Roderick, toglimi di torno quell'imperatore da strapazzo. Dice di voler parlare con il re del Nord, giusto? Allora fa' un'opera di bene e accompagnalo tu. Vi fornirei una scorta di soldati, ma si sa che sono soliti alzare il gomito e non vorrei che poi andassero a sparlare in giro e a raccontare di come io abbia ospitato nel mio castello uno degli uomini piΓΉ detestati dall'intero OltrespecchioΒ».Β
Lord Reghsar sospirΓ², chiaramente deluso, almeno in parte. Β«Dunque...Β»
Β«La mia risposta Γ¨ no. Che la gente del Nord lo segua pure a Sverthian, se lo crede bene. Io non ho nulla da spartire con le persone che hanno costretto me e i miei genitori all'esilio. Le faccende di Sverthian non sono di mia competenza.Β»
Roderick annuì. «Posso capire il tuo punto di vista. Non ti biasimo, Dante.»
Β«Tu invece accetterai la sua proposta?Β»
Β«Non lo so. AttenderΓ² la decisione di re Ivan, suppongo.Β»
Β«Scegli liberamente, Roderick. NΓ© io nΓ© Godric intendiamo serbarti rancore se tu dovessi accettare l'offerta di quell'uomo.Β»
Il duca sorrise di sbieco. «à proprio vero quello che dicono, sai?» disse poi. «Il miglior modo per rendere docile un cavallo selvaggio e irrequieto è metterlo a pascolare con uno mansueto.» Era più che certo che se avessero parlato di un argomento come quello circa Sverthian anni prima, Dante avrebbe reagito in maniera molto differente e assai più impulsiva.  «Beh, con Godric o si riga dritto o sono dolori, perciò non avevo molta scelta» scherzò il re. Finì di parlare solo due minuti prima del ritorno proprio di Godric, il quale scoccò un'occhiata altera al padre. Aveva bisogno di ancora un po' di tempo prima di farsi passare la stizza dopo aver discusso con lui riguardo a Rhydian e alla proposta di quest'ultimo. Due secondi più tardi si concentrò sul marito. «Una guardia è venuta da me. Pare che Remus abbia espresso la volontà di parlare con te» enunciò, roteando gli occhi. «Ha una gran bella faccia tosta ad avanzare simili pretese dopo averti quasi fatto togliere la vita, questo è certo.»
Roderick schiarì la voce. «Bene, allora, io... vi lascio a sbrogliarvela tra di voi» disse, andando alle porte. «Godric?»
Β«Cosa c'Γ¨?Β»
Lord Reghsar sospirΓ². Β«So che fra noi sono sorte delle divergenze, ma tu resti mio figlio e voglio che una cosa ti sia sempre ben chiara: non prenderΓ² e mai ho preso decisioni che non fossero dettate dal voler agire in nome del bene tuo e dei tuoi fratelli. So bene qual Γ¨ la tua posizione riguardo alla faccenda di Sverthian e... credo che forse tu abbia piΓΉ ragione di me.Β»
«Buono a sapersi, allora» fu la sterile replica del Principe Consorte. Sbuffò sonoramente quando il marito gli assestò una gomitata fra le costole, come a suggerirgli di dar tregua al poveretto. «à pur sempre tuo padre» aggiunse sottovoce. «Dacci un taglio.»
Godric alla fine si convinse a raggiungere il padre e ad abbracciarlo, seppur brevemente. Β«D'accordo, ammetto che abbiamo esagerato entrambiΒ» concesse. Β«Il punto Γ¨ che non voglio che tu ti costruisca false speranze. Non lo conosciamo neppure questo Rhydian. E se stesse solo fingendo di essere un buono a nulla?Β»
«Nah» intervenne Dante, ghignando di sbieco. «à esattamente come appare: un tonto alla vecchia maniera.»
Β«Grazie per il tuo arguto contributo, maritoΒ» commentΓ² Godric, come a voler scherzosamente ammonirlo.
«Ha ragione, però» disse Roderick. «Rhydian è armato solo di buoni propositi e... beh, di aspettative che vanno ben oltre le sue reali possibilità . Ad ogni modo, visto che devo tornare a Varesya, lo scorterò io fin laggiù, così potrà parlare con re Ivan.»
Β«Pensi che lui accetterΓ ?Β»
Β«Non ne ho idea. Staremo a vedere.Β» Roderick sorrise un'ultima volta al figlio. Β«Riguardati, tesoro di papΓ .Β»
Godric arrossì vistosamente e biascicando gli intimò di andarsene. Appena fu rimasto da solo con Dante, quest'ultimo se la rise di gusto. «Tesoro di papà !» ripeté divertito.
Β«Oh, sta' un po' zitto, tu!Β» si lamentΓ² l'altro. Β«E piuttosto dimmi che intenzioni hai.Β»
Β«Beh, non penso di poter ignorare la richiesta di Remus.Β»
Β«Allora verrΓ² anch'io. Non mi fido a farti andare da solo fin laggiΓΉ.Β»
Β«Se puΓ² farti stare piΓΉ tranquillo, allora va bene, ma lascia parlare me.Β»

Godric osservΓ² le guardie abbandonare la sala sotterranea di solito riservata non solo alla tortura dei prigionieri, ma anche per ascoltare le loro confessioni. Era spaziosa, ma l'oscuritΓ quasi onnipresente la rendeva angusta e sinistra. Le torce alle pareti non erano sufficienti a scacciare le ombre.
Quello era l'unico posto nel quale Godric non era mai stato in quei dieci anni di stabile permanenza a Elgorad.
Mentre lui sedeva dietro al tavolo di legno massiccio sulla cui opposta estremità si trovava ben incagliato un anello di metallo apposito per far sì che i prigionieri non potessero alzarsi e fuggire, Dante invece camminava avanti e indietro per la stanza, ovviamente irrequieto.
Non aveva affatto ancora una bella cera ed era ovvio che lo affaticasse muoversi così tanto, ma quello era il suo modo personale per tenere a bada il nervoso e l'ansia.
Godric, perΓ², lo stesso si alzΓ², lo raggiunse e lo fece fermare. Β«So che di solito sei tu a dirmi che devo calmarmi, ma stavolta mi vedo costretto a rubarti la tua battuta preferitaΒ» provΓ² a scherzare. Β«Agitarti non serve a granchΓ©.Β»
Il re scosse la testa. «Sai cosa? Non vedo l'ora che lo portino qui, e non per parlargli, ma solo per spaccargli la faccia di mio pugno» rivelò infine, innervosito. «Non ho fatto che pensare e ripensare a tutti gli anni trascorsi con lui, al modo in cui è stato capace di fregarmi fino in fondo. So che secondo te dovrei risparmiargli la vita, ma se lo facessi, poi potrebbe riuscire a fuggire in qualche maniera e allora ci ritroveremmo al punto di partenza. Il miglior modo per far sì che una persona non ti tradisca due volte di fila è eliminarla per sempre dalla tua vita.»
Β«Mi sembra una soluzione un po' estrema e non sempre applicabileΒ» commentΓ² perplesso Godric. Β«C'Γ¨ tradimento e tradimento, Dante. Non sempre chi tradisce merita il capestro.Β»
Β«Neppure l'uomo che quasi sicuramente ha ucciso mio padre e ha provato a togliere di mezzo anche me?Β»
Β«Farlo convivere con tutti questi rimorsi a mio parere sarebbe molto piΓΉ appropriato e meno sanguinoso. In tal modo le tue mani rimarrebbero pulite, no?Β»
Β«Non ha alcun rimorso. Se lo avesse avuto dopo aver ucciso suo fratello, non avrebbe attentato poi anche alla mia vita. Quell'uomo non si pentirΓ mai di aver agito come ha fatto. Alcune persone non possono cambiare, Godric. Non ne sono capaci.Β»
«Tu sì, invece. L'ho visto coi miei occhi, un giorno alla volta.»
Β«Io non sono come mio zio.Β»
Β«Certo che non lo sei.Β» Godric si sollevΓ² e lo baciΓ² al volo. Β«Per questo voglio che tu agisca diversamente da come Remus farebbe al tuo posto. Sii migliore di lui, Dante. Questo Γ¨ il mio unico consiglio.Β»
Il re non era così convinto che mostrare misericordia fosse applicabile in una situazione del genere. Dentro di sé ne ebbe la conferma quando finalmente due guardie entrarono nella sala portando per un braccio ciascuno Remus. Lo zio del sovrano, dopo giorni di prigionia, era conciato piuttosto male e aveva i vestiti logori, la barba più lunga e meno curata rispetto a prima e profonde occhiaie. Sembrava non aver chiuso occhio neppure per un istante. Se solo Godric non fosse stato al corrente dei suoi crimini, avrebbe potuto persino provare per lui un po' di sana pietà . Quel che era certo, era che ormai fosse difficile credere che quell'uomo fosse un principe, il membro di una delle famiglie più antiche e potenti dell'Oltrespecchio e pure di Sverthian.
Lo fecero sedere sulla seggiola e assicurarono le catene all'anello di metallo. Il re ordinΓ² alle guardie di andare via e loro obbedirono. Dante, dunque, prese posto di fronte allo zio e lo squadrΓ² con durezza. Godric si avvicinΓ² e gli pose una mano sulla spalla, un gesto di vicinanza.
«Come mai desideravi parlarmi?» esordì il re di Elgorad, gelido.
Remus finalmente sollevΓ² lo sguardo e incrociΓ² gli occhi del nipote tali e quali ai suoi, della medesima tonalitΓ di ceruleo. Qualcosa in lui pareva diverso. Β«Mi crederesti se ti dicessi che volevo vederti per chiederti solamente scusa?Β» domandΓ² rauco.
Dante sorrise in modo forzato, quasi con cattiveria. Β«Mi sentirei preso in giro, in tutta franchezza. Credo che le tue azioni non possano ottenere alcun perdono nΓ© esser giustificate in qualche maniera. Ti conosco da quando sono nato e ogni singolo anno si Γ¨ rivelato una menzogna nel giro di poche, misere ore. Ironica la vita, non trovi? Ironico quanto poco basti per far crollare una fiducia forte e salda come quella che io ho sempre riposto in te. E dire che fino a tempo fa ti consideravo alla stregua di un padre...Β»
Si chinò in avanti. «Per curiosità : cosa pensavi di fare dopo aver ucciso me? Avresti cercato di far fuori anche Godric e i miei figli? Sicuramente il primo ad avermi seguito nel regno dei morti sarebbe stato Silas, non è così?»
Remus serrΓ² le dita sui bordi del tavolo. Β«Tu non sai com'era vivere nell'ombra di tuo padre, Dante. Aries, agli occhi del suo popolo, della sua adorata moglie e ai tuoi, era di certo un uomo degno di ammirazione e rispetto, ma con me spesso si era in passato comportato con prepotenza, come se io fossi naturalmente inferiore a lui, immeritevole d'esser trattato come suo pari. Non ho ucciso Aries perchΓ© volevo il trono. Non era quella la motivazione principale, almeno. L'ho ucciso perchΓ© lo odiavo, perchΓ© per anni e anni mi aveva umiliato. Non era affatto come sembrava.Β»
Il re restrinse lo sguardo. Β«Col senno di poi credo che tu ti sia meritato a pieni voti tale trattamento, non credi?Β» sibilΓ² minaccioso. Β«E comunque si fa presto a parlar male di una persona che non puΓ² difendersi nΓ© controbattere in alcun modo!Β»
Godric si decise a intervenire: Β«Cosa ti ha spinto, invece, a cercare di uccidere Dante?Β»
Β«La mia motivazione Γ¨ la stessa che anima tutti coloro che provano ad assassinare un sovrano.Β»
Β«Quindi hai deciso di provare a ucciderlo anche se era e resta tuo nipote? Le colpe di Aries non sono le sue.Β»Β
Remus sorrise di sbieco, con amarezza. «Temo che l'unica colpa di mio nipote sia sempre stata quella di esser venuto al mondo» replicò con brutale onestà . «Pensavo che mio fratello non avrebbe avuto mai dei figli. Tutti non facevano che ripetere che lui e Lytha non avrebbero avuto neppure un erede, ma poi, un giorno, andai a trovarli e ricevetti la notizia che presto sarei diventato zio. Da lì in poi ti ho voluto bene, sì, ma una parte di me ti ha anche odiato sin dal principio, Dante. Gli Evergard sono sempre stati una famiglia reale, diciamo così, solo che su Sverthian non eravamo potenti quanto l'imperatore. Eravamo suoi vassalli, ma qui, nell'Oltrespecchio, tuo padre divenne signore dell'Ovest, Sire della Morte, per circostanze fortuite, perché un nostro parente, a sua volta di nome Evergard, non aveva avuto figli e quando tutti ci rifugiammo da lui, dopo l'esilio, scelse Aries come erede al trono di Elgorad. Avrebbe potuto scegliere me, ma invece, come al solito, fu mio fratello ad avere tutti gli onori possibili e immaginabili. Sai cosa mi spingeva, un tempo, a non ritenere necessario annientarti? Credevo che l'Ovest mai ti avrebbe accettato come re. Come avrebbe mai potuto accettare un Efialte privo della vista e che per anni e anni si era sempre fatto gli affari propri, vivendo come un comune popolano? Eri un principe senza precedenti, in te non c'era nulla di regale, eppure alla fine venisti incoronato eccome. A quel punto capii che sarei dovuto intervenire di nuovo, proprio come avevo fatto con Aries, e a darmi il segnale di cui avevo bisogno furono le tue nozze con questo ragazzino viziato del Nord.» Gli occhi cerulei, gelidi e sprezzanti del principe lampeggiarono su Godric per una manciata di secondi.
Il Principe Consorte riuscì a frenare in tempo il marito dallo scattare in piedi e probabilmente spaccare la faccia a suon di pugni allo zio. Aveva visto Dante alterato, in precedenza, ma mai fino a quel punto, con una tale ira distruttiva ad ardergli nello sguardo, se non tanto tempo addietro, quando aveva visto la Volpe dell'Ovest far scempio di un bel po' di soldati e solo perché avevano rapito lui.
Di nuovo vide l'ombra ferina e bestiale di quella rabbia emergere dopo decenni di quiete e silenzio.
Β«Calmati, ti pregoΒ» lo implorΓ², rimanendo frapposto saldamente fra il re e il tavolo oltre il quale sedeva Remus. Β«Gli daresti solo ciΓ² che vuole, credimi. Non dargli potere su di te. Non ne ha alcuno, Dante, lo sai bene.Β»
Dante fece dei respiri profondi e cercΓ² di dare ascolto a Godric, di ignorare lo zio e le parole che egli aveva pronunciato, specialmente nei confronti del Principe Consorte.
Remus sogghignΓ². Β«Ti ha domato ben bene, vedo. Ormai sei un cagnolino ammaestrato che uggiola e guaisce non appena viene ripreso.Β»
Il re ne ebbe sul serio abbastanza. «Fanculo» ringhiò. Mosse una mano velocemente, con decisione, e fu allora che Godric udì alle proprie spalle uno scricchiolio che durò soltanto pochissimi secondi, quanto bastava a riconoscere il suono di ossa che si spezzavano. Si voltò e vide Remus scomposto sulla seggiola, il capo che ciondolava all'indietro e in una posa innaturale, gli occhi aperti che fissavano ormai il vuoto.
TornΓ² a guardare il marito, sconvolto. Β«Ti avevo detto di controllarti!Β» sbottΓ². Β«Hai... hai la minima idea di cosa...Β»
«à morto. Problema risolto» tagliò corto Dante, ancora furioso, tremante da capo a piedi a causa dell'ira che ancora divampava dentro il suo petto.
Β«Certo! Un gran bel modo per risolvere le faccende politiche e morali, non c'Γ¨ dubbio!Β» lo rimbeccΓ² sarcastico Godric. Β«Bell'esempio da dare a Silas e agli altri nostri figli! Uccidere una persona senza averle fatto affrontare neppure un processo e una condanna come si deve! Molto meglio agire da incivili che reagiscono a seconda dell'umore e del coinvolgimento emotivo!Β»
«Hai sentito, sì o no, cos'ha detto?!» esplose il sovrano. «Ha ammesso di aver ammazzato mio padre, di aver tentato di fare lo stesso con me e che sicuramente Silas sarebbe stato il prossimo! Ha insultato entrambi e hai il coraggio di fare a me la ramanzina?!»
Β«Non posso di certo farla a un morto!Β»
Β«Meritava di peggio e credo di esser stato addirittura magnanimo!Β»
«Non è questo il punto!» Godric fece un respiro profondo. «Siamo sposati e io ormai ti conosco, Dante. So come sei fatto veramente e so che quello che hai fatto adesso tornerà a tormentarti, prima o poi. à vero: Remus era colpevole, meritava un castigo, magari le peggiori torture, ma era comunque parte della tua famiglia, tuo zio. Prima o poi la tua mente verrà di nuovo a patti con questa verità e allora sì che saranno dolori. Ci starai male, Dante, e a quel punto non so proprio cosa potrò dirti o meno per farti star meglio. Ti ha provocato, ma avevi una scelta e hai scelto di dar ascolto alla rabbia, piuttosto che alla ragione.»
Un'altra cosa lo preoccupava, tra l'altro.
Β«Inventati una scusa decente da propinare a Tiberius, perchΓ© io non ti aiuterΓ². Te la sei cercata, Dante, e hai il dovere di rimediare e di appianare la situazione senza l'aiuto di terzi.Β»
Odiava esser così categorico proprio con lui, ma si rifiutava di prender parte all'insabbiamento della morte di Remus, di riferire una menzogna a Tiberius, il quale, in fin dei conti, aveva deciso di aiutarli, forse sperando che sarebbero stati magari clementi con suo padre.
Non aggiunse altro e abbandonΓ² la sala, chiedendosi, fra tante altre cose, come avrebbe fatto a spiegare un giorno una cosa come quella ai ragazzi, specialmente a Silas.

«Sono delusa e sconvolta quanto te, Godric, ma se vuoi un consiglio spassionato, allora cerca di dargli un po' di tregua.» Lytha sospirò e distolse lo sguardo dal punto in cui aveva visto il figlio uscire dalla camera del piccolo Eljas. Trasferì gli occhi sul genero che teneva in braccio il neonato che placidamente sonnecchiava nella sua stretta protettiva.
Godric contrasse la mascella. Β«Non lo faccio apposta. Γ solo che... vederlo uccidere una persona, un suo parente, in quel modo...Β»
Β«Non lo ha fatto di punto in bianco. Remus lo conosceva, sapeva di star stuzzicando una belva e comunque... alla fine Dante lo avrebbe comunque condannato a morte. Non poteva lasciarlo vivere, sarebbe stato troppo rischioso.Β»
Β«Adesso, perΓ², viviamo con la costante paura che Tiberius un giorno potrebbe cambiare idea e vendicarsi. Ha detto di non voler fare nulla di simile, ma possiamo davvero fidarci? Remus era pur sempre suo padre.Β»
Β«Una ragione in piΓΉ per rimanere uniti, allora, non credi? Quel che Γ¨ fatto Γ¨ fatto, non si puΓ² cambiare, ma Γ¨ ovvio che Dante non vada affatto fiero delle proprie azioni. Glielo si legge negli occhi che prova giΓ un bel po' di rimorsi, non serve fargli pesare ancor di piΓΉ l'accaduto.Β»
Godric decise di affidare Eljas alle comodità della culla e poi si voltò per guardare la suocera. «Voglio solo che capisca che il torto più grave lo ha fatto a se stesso, non a me o a Remus. Mi ha detto la situazione contro la quale lotta sin dalla nascita, quella che tu e Aries fin dal principio avete sempre temuto. Non voglio che questa faccenda finisca per farlo cambiare, per trasformarlo nell'uomo che non è affatto. Avrebbe dovuto lasciare che la legge di Elgorad facesse il suo corso, ma non è andata così e sia io che tu sappiamo quanto possa pesare sul suo animo una vita interrotta. Nel suo caso è peggio che mai, è distruttivo, lo avvicina di un gradino al nero pozzo dal quale nessun Efialte è capace di risalire. Non voglio che l'uomo che amo sparisca là dentro.»
Β«Lo soΒ» disse Lytha. Β«E lo sa anche lui. Questo, perΓ², non Γ¨ il modo giusto per affrontare la questione. Remus ormai Γ¨ morto e se Tiberius dovesse anche solo osare fare qualche scherzetto, sta' pur sicuro che non ci troverebbe impreparati. Ora si va avanti, Godric, cercando di evitare di commettere gli stessi errori. Al momento ciΓ² che bisogna fare Γ¨ serrare i ranghi.Β»
Godric ammetteva di aver forse esagerato trattando con fare un po' distante e freddo il marito, preferendo addirittura dormire nei propri alloggi e non condividere con lui il letto come solitamente faceva, ma assistere a quella scena di tre settimane prima lo aveva destabilizzato.
Senza contare che solamente un giorno addietro era giunto il Pheryon di Roderick con la sconvolgente notizia di come re Ivan avesse accettato la proposta di Rhydian, diversamente dall'Ovest. BenchΓ© i Reghsar avessero offerto la loro lealtΓ agli Evergard, viste le circostanze, Roderick era tuttavia costretto a seguire la volontΓ del re del Nord e a obbedire all'ordine che gli era stato impartito: seguire lui e l'imperatore su Sverthian per limare i dettagli dell'indulto.
Per quanto Godric poteva saperne, dunque, forse tra non molto il resto della sua famiglia si sarebbe trasferito altrove, ancora piΓΉ lontano da lui, e quella prospettiva gli faceva provare un senso di profonda solitudine, quasi di isolamento.
Si era abituato a vivere lontano da suo padre, dalla sua matrigna e i suoi fratelli, ma non negava che era stato difficile fronteggiare la lontananza nei primi mesi seguenti al suo matrimonio con il re di Elgorad. C'erano stati momenti nei quali aveva provato una forte nostalgia di casa. Ormai apparteneva all'Ovest, era quel regno la sua casa, era il suo dominio, il suo retaggio, ma una parte di lui sarebbe sempre rimasta ancorata a Vyrenis. Le sue radici correvano nelle fondamenta di Varesya e questo non poteva semplicemente dimenticarlo.
Col senno di poi quasi si pentiva di aver soccorso Rhydian. Si chiedeva se non avrebbe fatto molto meglio a lasciarlo fra quei rovi o, addirittura, a scoccargli un dardo in mezzo agli occhi.
Chi gli assicurava, poi, che quando un giorno Rhydian II, l'erede al trono di Sverthian, fosse salito al potere, poi non avrebbe deciso di andare contro le decisioni prese dal padre e considerare nullo l'indulto? Non tutti i regnanti ragionavano alla stessa maniera e per quanto il loro predecessore potesse indottrinarli, a volte sceglievano di fare di testa loro. Il padre dell'attuale imperatore non aveva esitato un secondo a dimenticare l'amicizia verso certi individui della corte e a voltar loro le spalle nel momento del bisogno. E se il figlio di Rhydian si fosse rivelato proprio come il defunto nonno?
Β«Vuoi la veritΓ ? Ce l'ho di piΓΉ con me stesso che con DanteΒ» ammise infine, passandosi velocemente una mano sulle guance. Β«Se non avessi soccorso quell'uomo e mi fossi fatto gli affari miei, magari adesso non mi troverei qui a temere di non poter rivedere piΓΉ la mia famiglia. E poi... il Nord ha abbracciato la causa di Rhydian, mentre invece l'Ovest si Γ¨ dichiarato contrario ed estraneo ad essa. Tutto questo minaccia la stabilitΓ dell'alleanza fra i due regni. Non appena la notizia farΓ breccia fuori da queste mura, sono sicuro che almeno la metΓ di Elgorad si ritroverΓ a squadrare Vyrenis con sdegno. Ho vanificato gli sforzi di dieci lunghi anni nel giro di pochi giorni.Β»
Lytha sospirΓ², amareggiata nel vedere Godric in quello stato. Β«Magari invece le cose andranno meglio di quanto credi e... beh... forse, per un po', dovresti distanziarti da tutto questo, quanto basta a far riposare la tua mente, piΓΉ che il corpo.Β»
Godric spalancò gli occhi. «Ma così lascerei da soli Dante e i miei figli. Non posso semplicemente prendere e andarmene per...»
Β«Anche ai ragazzi farebbe bene stare in un luogo piΓΉ tranquillo e lontano dal caos abituale della capitaleΒ» specificΓ² subito la regina madre. Β«Magari potresti convincere tuo marito a seguirvi. In tutta franchezza non mi va che ricominci a sovraccaricarsi di impegni come al solito. Si Γ¨ appena rimesso in sesto e credo che farebbe bene anche al vostro matrimonio un po' di tranquillitΓ . In alternativa potreste lasciare a me i bambini e partire da soli. Penso che persino una semplice settimana lontano da tutto quanto potrebbe fare miracoli.Β»
Lui deglutì. «Non accetterà mai. Dante è una persona strana: sotto sotto detesta essere re, ma è uno di quelli incapaci di vivere senza aver sempre qualcosa da fare e a cui pensare. Preferisce caricarsi le spalle di mille faccende anziché restarsene buono e tranquillo.»
Era dunque così che apparivano agli occhi altrui? Come una coppia già alle prese con una crisi matrimoniale dopo soltanto dieci anni di vita coniugale? Non era un traguardo piacevole.
Lytha, ancora una volta, parve leggergli nel pensiero: «à normale che avvengano delle battute d'arresto, di tanto in tanto. Io e Aries ne avremo affrontate neppure io so quanto, ma abbiamo sempre risolto i problemi confrontandoci, parlandone a quattrocchi. Se le cose non vanno bene, Godric, il primo passo per risolverle è parlarne a cuore aperto, ammettere che un problema c'è eccome e necessita dell'attenzione di entrambi. à così che si evita di far diventare un granello di polvere una frana di pesanti massi».
Il Principe Consorte annuì debolmente. «F-Forse hai ragione. M-Magari abbiamo davvero bisogno di allontanarci da tutto per un po' di tempo, almeno qualche giorno.» Sin da subito aveva capito che esser sposato con un re fosse un duro fardello e la cosa si era complicata ulteriormente dopo l'arrivo degli altri loro quattro figli e dell'espansione dei confini del regno che, a volte, aveva richiesto le maniere forti.
Forse la veritΓ era che sempre piΓΉ di rado riusciva ad avere solo per sΓ© Dante e questo aveva un po' minato la stabilitΓ della loro coppia. Aveva ragione Lytha: dovevano ritrovare se stessi e appianare tutto quello che non stava andando nella maniera giusta. Β«La residenza di Myrkolak sarebbe l'ideale, suppongo. Γ da un bel po' che non ci rechiamo piΓΉ laggiΓΉΒ» aggiunse, passandosi una mano sotto gli occhi.
Quella residenza era stata fatta costruire da loro un paio di anni prima proprio come una sorta di quieto rifugio ben distante da Elgorad e dalla sua vita ben più frenetica. Avevano trascorso lì le festività invernali, l'anno addietro. Un gran bel posto, quieto e circondato dalla natura. Probabilmente l'ideale per ristabilire l'equilibrio venuto a mancare. «Vado... vado a parlargli. Spero che non faccia storie e accetti di partire. Ne abbiamo bisogno tutti e due.»

Β«Uhm... puoi ripetere?Β» Dante, capendo subito che la conversazione necessitava di un po' di intimitΓ , ordinΓ² al magistrato β con il quale fino ad allora si era intrattenuto per una delle solite faccende di Stato β di uscire dalla sala dei concili. Il funzionario non osΓ² contraddirlo e, fatto un inchino rispettoso a entrambi i sovrani, si congedΓ² immediatamente.
Il re, dunque, incrociΓ² le braccia e tornΓ² a rivolgere l'attenzione al proprio sposo. Β«Sono giorni che inutilmente cerco di parlare con te e vengo sempre respinto o trattato con gelo e poi te ne esci di punto in bianco con una proposta del genere?Β» Iniziava a credere che fosse isterico o, peggio ancora, sadico.
Godric fece un bel respiro e si avvicinΓ². Β«Non ho gestito bene la situazione, lo ammetto, ma voglio rimediare, Dante. Ormai ho capito che Γ¨ inutile rimuginare sul passato e che non vai fiero di aver fatto quel che hai fatto. Odi questa faccenda almeno quanto me, non puoi negarlo.Β»
«Puoi scommetterci che la odio, ma non puoi pretendere che ti dica di sì dopo che mi hai ignorato e preso metaforicamente a calci nei denti per giorni interi.»
Β«Non voglio che partiamo per semplice sfizio. Voglio che ci allontaniamo da tutto, solo per un secondo e solo per rimettere a posto le cose.Β»
Il sovrano contrasse la mascella e piantΓ² gli occhi altrove. Β«Francamente mi basterebbero delle semplici scuse da parte tua. Non avrei bisogno di altro.Β»
Β«Non avrebbe senso scusarmi, non dopo che sei stato tu a sollevare la questione.Β»
Β«Fingiamo che io non abbia fiatato, allora.Β»
Godric deglutì. «Mi dispiace aver reagito in quel modo. Mi dispiace veramente. Il punto è che... sono incorsi troppi problemi tutti assieme. Prima la congiura, poi... poi Rhydian che viene qui e potrebbe separarmi dalla mia famiglia per sempre, e tutto grazie a me che non l'ho lasciato a sguazzare fra quei dannati rovi.»
Dante non sembrava in collera con lui. In realtà pareva capire alla perfezione il suo stato d'animo, tuttavia qualcosa che lo indisponeva c'era lo stesso. «Avresti potuto parlarmene prima, invece di appigliarti alla scusa di esser rimasto scosso dalla morte di Remus, dal suo esser morto per mano mia a quella maniera. Non credo tu abbia la minima idea di come possa essermi sentito in queste ultime settimane, e sai cosa? Spero tu non debba mai saperlo.» Credeva avessero imparato a dirsi tutto in faccia, in dieci anni di matrimonio, eppure così non era. «E se proprio dobbiamo parlare di cosa ci infastidisce, allora penso sia arrivato il mio turno: mi dà fastidio che tu, negli ultimi anni, ti sia in un certo senso fatto da parte e alienato dal tuo ruolo politico all'interno di queste mura, di questa famiglia che hai abbracciato come tua il giorno in cui ci siamo sposati. Abbiamo cinque figli e sono impegnativi, questo è vero, ma permettimi di ricordarti che sei anche il Principe Consorte, che sei anche tu il padre dell'intero regno di Elgorad e hai dei doveri nei confronti del tuo popolo. Più volte abbiamo discusso, ti sei lamentato che non trascorriamo più molto tempo assieme e sembro sempre troppo indaffarato, ma ti sei mai chiesto perché le cose vanno così? Se non ci sono io a pensare a sorreggere tutto quello che i miei precedessori hanno costruito, non c'è nessun altro pronto a farlo in mia vece o a darmi una mano perché tu ti tiri indietro e ti rifiuti di fare il tuo dovere, Godric. Ho cercato di essere comprensivo e paziente, di lasciarti fare, ma quando è troppo è troppo.»
Odiava dover esser proprio lui a sciorinare simili ramanzine, ma tacere, in certi momenti, era la cosa piΓΉ sbagliata da fare.
Godric gli rifilΓ² un'occhiata in parte ferita. Β«Sei davvero gentile a ricordarmi che se solo fossi venuto con te all'ultima seduta in senato, forse nessuno si sarebbe azzardato ad aggredirti.Β»
Β«Non ho detto questo. Probabilmente avrebbero provato a uccidere anche te.Β»
Β«Quindi?Β»
Β«Quindi... se ci tieni cosΓ¬ tanto, possiamo allontanarci per qualche giorno da Elgorad, come hai proposto prima, ma al nostro ritorno pretendo che tu riprenda in mano le redini dei tuoi compiti e mi dia una mano a governare questo regno.Β»Β
Β«Mi sembra giustoΒ» sentenziΓ² il Principe Consorte, sollevato che il marito avesse infine deciso di dargli ascolto.
Dante fece un cenno con la testa. Β«Vieni un attimo qui.Β» Lo disse con tanta di quell'imperiositΓ da sembrare quasi sul campo di battaglia intento a impartire un ordine a uno dei suoi soldati. Godric, un po' confuso, non se lo fece ripetere due volte e gli giunse di fronte, a solo un paio di centimetri di distanza. Un attimo dopo il re lo strinse fra le braccia. Β«La prossima volta che hai un problema e senti di dover parlarne, parlamene e basta, non importa quanto futile potrebbe essere l'argomentoΒ» gli sussurrΓ² all'orecchio, posandogli subito dopo un bacio sui capelli.
L'altro annuì più volte e ricambiò la sua stretta quasi con disperazione. Non gli importava se poco fa avevano velatamente discusso. Riusciva solamente a pensare a quanto amasse suo marito e a quanto avesse ancora paura di perderlo.
«Non volevo che tu ti sentissi solo» gemette, ormai sull'orlo delle lacrime. «Mi dispiace così tanto!»
Iniziava a credere di non essere in realtΓ tagliato per quella vita, di non esserne davvero all'altezza, di non poter soddisfare i requisiti richiesti dalla posizione sociale che occupava.
Dante serrΓ² le palpebre e stavolta gli baciΓ² la fronte. Β«A me dispiace non esser stato presente come avrei dovuto.Β» In fin dei conti la colpa era di entrambi. Avevano sbagliato tutti e due ed era giΓ un grosso passo avanti che avessero ammesso i propri errori. Β«Ne usciremo, Godric. Risolveremo tutto insieme, fidati.Β»
E Godric, oramai incapace di parlare per via dei singhiozzi che lo scuotevano come un terremoto, non potΓ© far altro che credergli e annuire, aggrapparsi a lui e a quella promessa.

Β«Per quanto starete via?Β»
Godric distolse lo sguardo dai domestici che stavano preparando i suoi bagagli per la partenza e lo trasferì su Silas che sedeva a gambe incrociate sul letto a baldacchino. Era chiaro che non gli stesse affatto bene che entrambi i suoi genitori partissero per andare alla residenza di campagna senza di lui e gli altri loro figli, ma lo stesso pareva sforzarsi per non dar a vedere il disappunto e sì, anche la preoccupazione, come se avesse compreso che fra Godric e Dante le cose non stessero poi andando così bene.
In fin dei conti non doveva essergli sfuggito che i genitori, in quelle settimane, si fossero a stento rivolti la parola. Era un bambino, certo, ma era anche sveglio e percettivo.
Il Principe Consorte sospirΓ² e gli sorrise con affetto, sedendosi accanto a lui e avvolgendogli un braccio attorno alle spalle. Gli baciΓ² il capo. Β«Non molto, Silas. Una settimana o due, non di piΓΉ.Β»
Silas, perΓ², non era convinto. Β«Non vi volete piΓΉ bene?Β»
Godric non mancΓ² di allarmarsi a quella domanda. Β«Certo che no! Come mai lo chiedi?Β»
Β«Non parlate piΓΉ e vi comportate in modo diverso. Γ perchΓ© non mi comporto sempre bene?Β»
Come spesso succedeva, Silas, nella sua mente di bambino, erroneamente si riteneva responsabile dei problemi dei genitori. Non era il primo nΓ© l'ultimo fanciullo a esser caduto nel tranello.
Il padre lo strinse a sé. «Non è colpa tua, tesoro. Non pensarlo nemmeno, capito?» lo rassicurò. «Io e tuo padre ci amiamo ancora moltissimo e vogliamo solo prenderci una breve vacanza per stare un po' insieme e lontani dai soliti impegni, tutto qui. Dobbiamo ricaricarci, specialmente tuo padre. à ancora un po' stanco dopo quelle brutte ferite che si è fatto e deve riposare, ma quando torneremo vedrai che sarà in forma smagliante. Lo saremo entrambi, promesso.» Gli sfiorò la punta del naso diritto. «E mentre siamo via, dovrai aiutare la nonna a star dietro ai tuoi fratelli. So che può sembrare noioso, ma contiamo su di te, Silas. Sei il loro fratello maggiore e questo è un compito della massima importanza. E a proposito di compiti...» Si portò le mani al collo e si sfilò dal capo il ciondolo che tanto tempo addietro aveva ricevuto in dono da quello che una volta era stato il suo maestro e poi, molti anni più tardi, era diventato suo marito. Lo fece indossare a un emozionato Silas, il quale sempre era stato curioso di sapere cosa il ninnolo contenesse di così speciale. Lo aprì. «Ma qui ci siamo tutti» esclamò meravigliato. «Qui ci siete tu e papà e qui, invece, ci sono io con Myron, Ronan e Grethe!»
I minuscoli ritratti erano comunque ricchi di dettagli e ritraevano alla perfezione la famiglia. L'unico a mancare era Eljas, il quale, perΓ², sarebbe presto stato aggiunto dall'artefice delle miniature.
Godric sorrise. Β«Ci siamo tuttiΒ» confermΓ². Β«E vorrei che fossi tu a tenere questa collana fino al mio ritorno. Ho paura di perderla, perciΓ² dovrai custodirla tu per me.Β»
Il piccolo principe, dandosi un'aria di grande importanza, annuì con convinzione. «Non la perderò, promesso» giurò.
Β«Bene!Β» Il genitore gli prese il viso fra le mani e gli scoccΓ² un bacio sulla fronte. Β«Conto su di te, ometto!Β»
Silas si rigirΓ² fra le mani il ciondolo. Β«Quando... quando partirete?Β» pigolΓ² poi.
«Domani mattina, sul presto. Stanotte verremo a rimboccare le coperte a ognuno di voi, così potremo anche salutarvi come si deve.»
Β«PerΓ² tornerete, vero? Lo hai promessoΒ» insistΓ© il bambino, quasi con disperazione. Era ovvio che avesse paura che andasse a finire come l'ultima volta in cui uno dei due gli aveva detto che avrebbe fatto presto ritorno e, invece, era tornato piΓΉ morto che vivo.
Β«Ti ho mai detto una bugia?Β» chiese con calma Godric, scostandogli i capelli dal viso.
Β«No.Β»
Β«Anche stavolta ti sto dicendo la veritΓ . Torneremo da te e dai tuoi fratelli, Silas.Β»
Il Principe Consorte abbracciΓ² ancora una volta il figlioletto. Si sentiva in colpa per averlo fatto preoccupare, per esser stato l'artefice di pensieri inquieti e di ingiusti sensi di colpa. Col senno di poi sapeva di non aver veramente gestito affatto bene la situazione e sapeva di dover aggiustare il tiro e cessare di far semplicemente da spettatore.
Nelle ore seguenti sia lui che Dante trascorsero piΓΉ tempo possibile con i figli e furono molto impegnati nel rassicurarli e nel ripetere loro che sarebbero tornati presto dal viaggio.
A sera inoltrata Godric, il quale dopo cena si era assopito su uno dei divani con Silas stretto a lui, venne fatto ridestare dal compagno. Emise un debole lamento assonnato e si prese qualche secondo per osservare il suggestivo gioco di luci e ombre creato dalle fiamme che ardevano nel caminetto sul viso e gli abiti di Dante.
«à tardi, suppongo» biascicò.
Il re annuì e sorrise di sbieco. «Meglio portare a letto questa canaglia» mormorò, accennando con un movimento del capo al figlio maggiore. «Dai, faccio io.» Con delicatezza, ben attento a non farlo svegliare, Dante prese in braccio Silas, il quale si accoccolò nella sua stretta e borbottò nel sonno qualcosa di incomprensibile.
Godric si tirΓ² su pian piano. Β«Cresce cosΓ¬ in fretta. A volte vorrei poter congelare lui e gli altri bambini, cosΓ¬ che potessero rimanere innocenti e piccoli per sempreΒ» confessΓ². Quando si era degli infanti tutto era piΓΉ semplice, le prospettive innocenti e la mente ricolma di fantasia e candore, poi, perΓ², tutto svaniva con l'etΓ adulta. La consapevolezza di sΓ© e del mondo, spesso, portava a soffrire e lui non voleva vedere i suoi figli soffrire. Non voleva vederli diventare cibo per la feroce belva perennemente affamata chiamata βmondo", dati in pasto alla crudeltΓ e al dolore, non solo alle gioie della vita, eppure era quello il patto che un genitore stringeva con la realtΓ . Era dovere di un genitore guardare tutto fino all'ultimo, a volte senza poter far niente. Lo aveva capito ogni qual volta aveva visto uno dei suoi figli cadere, sbucciarsi un ginocchio e piangere a dirotto malgrado li avesse avvertiti di non correre o non spintonarsi. Certe volte le cose accadevano e basta, e bisognava saper fronteggiarle e risolverle.
Dante, mentre accarezzava le spalle al primogenito, sorrise con un velo di mestizia. Β«Chi non vorrebbe rimanere per sempre bambino?Β» replicΓ² retorico, seguendo poi il compagno fuori dal salotto e verso la stanza dei bambini. Silas, perΓ², a un certo punto dovette ridestarsi, perchΓ© poi, biascicando, richiamΓ² l'attenzione del padre e chiese di poter dormire con loro.
Β«Solo per stanotte, perΓ², intesi?Β» rispose il re, pur sapendo che non era la prima volta che lo diceva. Non riusciva mai a dire di no quando uno dei suoi figli chiedeva di poter dormire con lui e Godric.
Appena fu entrato nei suoi appartamenti, adagiΓ² con delicatezza il bambino sulle coperte. A turno, prima lui e poi il suo sposo, si cambiarono per la notte e scivolarono sotto le lenzuola. Il Principe Consorte strinse a sΓ© Silas e poi chiese al marito: Β«Prima hai detto che tutti vorrebbero rimanere bambini. Valeva anche per te?Β»
Non avevano mai parlato molto dell'infanzia di Dante, a parte di come fosse diventato cieco e avesse perso il padre. Il sovrano non si era mai soffermato piΓΉ di tanto sull'argomento, come se non vi fosse un granchΓ© da dire in merito ad esso. Non si poteva biasimarlo, perΓ², visto che all'epoca di difficoltΓ aveva dovuto fronteggiarne parecchie.
Dante esitò. «In tutta franchezza mi trovo meglio ora che sono adulto» ammise. «Da bambino mi sentivo impotente in un mondo gigantesco, così grande da spaventarmi. Quando sono cresciuto e ho iniziato ad esplorarlo, però, la paura se n'è andata, ho imparato ad avere il controllo della situazione. No... non sarei mai voluto rimanere bambino.» Si domandava, anzi, se fosse mai stato realmente tale. L'incapacità di vedere e la consapevolezza di essere da solo per via delle malelingue sul suo conto, di dover imparare a cavarsela a tentoni, in mezzo a una perenne oscurità , gli avevano urlato in faccia di dover crescere il più possibile in fretta, di dover affilare gli artigli sin da subito e lottare contro una realtà crudele che non risparmiava niente e nessuno. Una realtà che gli aveva sottratto suo padre, anche se prima di quel giorno era sempre stato della convinzione che i suoi genitori ci sarebbero stati sempre e comunque.
La congiura che lo aveva quasi ucciso aveva riportato in superficie molte cose risalenti al giorno in cui Aries se n'era andato sotto i suoi occhi. Persino nell'incoscienza sapeva di aver temuto per giorni di far fare la stessa sua fine ai suoi figli, di renderli orfani.
Β«Sono lieto di esser potuto diventare adulto e di aver potuto realizzare il sogno di avere una famiglia tutta miaΒ» concluse.
Godric allungΓ² una mano e gli accarezzΓ² lo zigomo. Β«Tua madre dice che eri un bambino timido e riservato per natura, lasciando da parte la tua condizione.Β»
Β«NahΒ» lo rimbeccΓ² Dante, nonostante le gote di colpo piΓΉ colorite. Β«Mi piaceva avere i miei spazi ed essere indipendente, tutto quiΒ» borbottΓ² subito dopo.
L'altro soffocΓ² una risata. Β«Sicuro?Β» lo punzecchiΓ².
Β«Tu invece eri petulante e fastidioso, e tale sei rimasto.Β»
Β«Bravo, cambia discorso!Β»
«Dormiamo, dai. à tardi e dobbiamo svegliarci presto, domani» tagliò corto Dante, deciso a ignorare l'imbarazzo che provava e a non ammettere di esser stato, in realtà , una vera mammola da ragazzino. Non solo per timidezza o riservatezza, ma perché si era convinto di non essere normale, come gli altri, e di non poter avere degli amici o una vita comune. La verità , pura e semplice, era che non sarebbe mai e poi mai tornato all'infanzia perché quello era stato il periodo peggiore della sua vita, quello in cui la solitudine aveva fatto male, così come aveva spesso fatto male vedere gli altri suoi coetanei ignorarlo o fare di tutto per non stargli troppo vicino, imboccati dai genitori che forse avevano detto loro che era un ragazzino pericoloso, uno capace di uccidere chiunque guardandolo solamente negli occhi.
Aveva odiato ogni singolo giorno di fragilitΓ , di impotenza di fronte agli eventi. Diventare adulto, capace di provvedere a se stesso e non far caso alla solitudine, era stata la cosa migliore che gli fosse mai capitata e mai, neppure una volta, si sarebbe sognato di tornare indietro.


N.d.A
Mi scuso se ci ho messo un po' per aggiornare, ma non facevo che scrivere, cancellare e via discorrendo. Ero entrata in un vero loop infinito e non ero mai soddisfatta dal risultato, in piΓΉ queste ultime settimane sono state per me piene di problemi esterni a Wattpad e non ho potuto dedicare molto tempo alla scrittura, con gran sofferenza Γ§_Γ§ Tra l'altro, poi, sono un po' presa dal portare avanti This Dark Anthem of Mine perchΓ©, pur essendo partita con l'idea di cambiare solamente la narrazione da prima a terza persona e al passato remoto, alla fine sto invece rivoluzionando del tutto i capitoli e aggiungendo cose che prima, per molte ragioni, non avrei potuto inserire. Sto facendo un po' la stessa cosa con Tredici Rose e non parliamo, poi, di Handsome and the Beast. Ora che sono arrivata al punto clou della storia sono in hype e piΓΉ motivata che mai a proseguirla *^*
Come se non bastasse, ora sono riuscita finalmente a metter le mani su Little Nightmares, piΓΉ il DLC, e anche su Animal Crossing: New Horizons, quindi ammetto di avere un bel po' di distrazioni, attualmente xD
Spero comunque che il capitolo non sia venuto un totale schifo. Devo dire che la mia parte preferita da scrivere sia stata quella finale, non so perchΓ© ma narrare dei DanRic nei panni di genitori mi Γ¨ piaciuto molto :'3 Ad ogni modo, nelle prossime parti, forse, potrebbe esserci in parte un cambio di ambientazione e di personaggi per il semplice fatto che, trattandosi di un AU, le cose potrebbero esser variate anche per gli altri.Β
Se ci sono personaggi che vorreste vedere percorrere una trama diversa da quella canon, ditemelo pure ^.^Β
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