✨ 𝔏𝔬 𝔖𝔭𝔬𝔰𝔬 π”‘π”’π”¨π”©π”ž 𝔐𝔬𝔯𝔱𝔒 || π”“π”žπ”―π”±π”’ πŸ’ [𝐀𝐔 β„œπ”¦π” π”₯π”¦π”’π”°π”±π”ž π”‘π”ž @𝔭𝔡𝔰𝔱𝔒𝔩𝔭𝔲𝔯𝔦𝔫] ✨




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Roderick sorrise fra sé, intenerito, e fece un cenno con la testa mentre con delicatezza restituiva il bambino al figlio. «È una dolce creatura, non c'è alcun dubbio» sentenziò.

Godric sistemΓ² meglio fra le braccia il principino che era venuto al mondo da appena una settimana; il fragile corpicino era stato quel giorno adornato da un abito bianco la cui lunghezza si estendeva ben oltre le gambe. Β«Io e Dante non eravamo molto sicuri se ce l'avrebbe fatta a sopravvivere, quando Γ¨ nato. Non sappiamo per quale ragione sia accaduto, ma Γ¨ uscito dal guscio in anticipo di quattro mesi e... beh, come vedi Γ¨ molto piΓΉ piccolo rispetto a un neonato normale.Β»

Roderick sospirΓ². Β«Non saprei dirti perchΓ© accada, ma Γ¨ successo altre volte, anche se Γ¨ piuttosto raro. Basta un nonnulla e il gioco Γ¨ fatto, suppongo.Β»

Β«Io e Dante non abbiamo dormito per giorni, finchΓ© non siamo stati sicuri che fosse abbastanza forte per sopravvivere.Β»

Β«L'importante Γ¨ che ora stia bene. Come lo avete chiamato, piuttosto?Β»

«Eljas.» Il Principe Consorte baciò la fronte al bambino e con delicatezza lo adagiò nella culla lì vicino, vedendolo sul punto di assopirsi e di chiudere gli occhi azzurri che aveva ereditato senza dubbio dal re.

Lord Reghsar schiarì la voce, sapendo che non era andato a trovare la coppia reale solamente per conoscere il quinto nipote. «Dov'è Dante, a proposito? Non è venuto a ricevermi, quando sono arrivato, e non l'ho visto mentre venivo da te.»

Β«Oh, lui Γ¨ a una seduta del senato.Β»

Β«E... ci Γ¨ andato senza di te? Solitamente presenziate insieme.Β»

Β«Negli ultimi tempi non molto, in realtΓ , e per ora voglio restare vicino a Eljas e controllarlo finchΓ© non avrΓ  raggiunto il primo mese di vita. Non mi va di abbassare la guardia, ancora.Β»

Β«Posso capire, ma... hai sposato un re, Godric. Non sei solamente il suo sposo e la persona con cui ha avuto cinque splendidi figli, ma anche il suo risvolto della medaglia. Hai dei doveri anche tu e i senatori, non vedendoti neppure partecipare a quelle riunioni, potrebbero prendere un simile atteggiamento nel modo sbagliato. Di questo passo perderai la loro approvazione e questo... beh, si riverserebbe anche su tuo marito.Β»

Godric si morse il labbro inferiore. Β«Lo so, ma...Β»

Β«Godric, sarΓ² sincero: non puoi permetterti di perdere di vista i tuoi reali compiti. Mi spiace essere brusco con te, ma il regno viene prima della famiglia, prima di tutto il resto.Β»

«Non penso che la situazione sia così delicata, altrimenti Dante me ne avrebbe parlato.»

Β«Oppure non lo ha fatto perchΓ© ti ama e come tutti gli amanti, a volte, perde di vista il punto focale della faccenda. A volte tacciamo pur di non amareggiare o non infastidire la persona che abbiamo al nostro fianco, ma spesso questo non si rivela un bene.Β»

Godric assunse un'aria piΓΉ dura. Β«Dante non Γ¨ un uomo privo di spina dorsale, papΓ .Β»

Β«Sai che non intendevo dire questo.Β»

Β«E allora cosa?Β»

Β«E allora, Godric, devi fare il tuo dovere, anche se ciΓ² vuol dire lasciare tuo figlio alle cure di una bambinaia, anzichΓ© le tue.Β»

Β«Con tutto il rispetto che ti Γ¨ dovuto, papΓ , non ho quindici anni e non puoi dirmi come devo o non devo gestire la mia vita privata e pubblica a casa mia.Β» Il Principe Consorte, alterato com'era, per un soffio si trattenne dal prendere duramente a parole il maestro di palazzo che era entrato nella stanza di Eljas senza invito e senza aver soprattutto bussato. Β«Dove sono andate a finire le buone maniere, se non sono indiscreto?Β» chiese.

L'uomo, mortificato, chinΓ² il capo. Β«Vi prego di perdonarmi, Altezza Reale, ma si tratta di una questione urgente che non puΓ² attendere un minuto di piΓΉ. Riguarda il re molto da vicino.Β»

Roderick, capendo l'antifona, si congedΓ² dal figlio e abbandonΓ² la stanza. Godric, dunque, si concentrΓ² sul maggiordomo. Β«Parla e sii celere. Che succede?Β»

Β«Il principe Tiberius, il cugino di Sua MaestΓ , Γ¨ venuto fin qui per parlare con lui e con voi di una faccenda molto seria. Ora si trova nella sala del trono, gli ho detto che lo avreste ricevuto al piΓΉ presto possibile.Β»

Quelle parole misero in allarme il regale interlocutore del maestro di palazzo. «Fa' in modo di avvertire subito anche mio marito. Io intanto parlerò con Tiberius. Svelto, corri!» 
Non attese un minuto di più e si affrettò a raggiungere la sala del trono; lì trovò il cugino del re, il quale impiegò qualche interminabile minuto prima di parlare e rispondere alle pressanti domande del Principe Consorte. «Non potevo tacere, non più» esordì, la voce flebile e spenta. «Avrei dovuto raccontare tutto quanto anni fa, ma ora... ora basta.»

Β«Tutto quanto?Β» incalzΓ² Godric, perplesso. Β«Spiegati, Tiberius.Β»

Il giovane Efialte deglutì a fatica. «Riguarda mio padre, non solo mio cugino. Il punto è che... Remus da anni complotta alle spalle del re. So che tu eri insieme a Dante quando lui, durante il viaggio che compì per raggiungere il Nord e presenziare alle tue nozze con la figlia di Lord Dyrkas, venne attaccato da un gruppo di malviventi. Q-Quel giorno non si trattò di una sventura. Fu mio padre a ordinare l'assassinio di mio cugino e... si infuriò molto quando venne a sapere che l'attentato alla vita del re era fallito. Quando infine Remus seppe che tu avresti sposato Dante prese tutto ciò non solo come un punto a sfavore dei piani che aveva, ma anche come un'offesa nei confronti dell'Ovest. Diceva che un matrimonio del genere avrebbe recato vergogna agli Evergard, a tutto quello che per secoli e secoli avevano protetto dal giogo degli altri popoli, specialmente il Nord. Negli ultimi anni pensavo avesse abbandonato l'ambizione di salire al potere, ma poi, alcuni giorni fa, l'ho sentito parlare con qualcuno. Si trattava di diversi uomini e li ho riconosciuti: erano senatori, gli stessi che presenziano alle sedute in senato insieme al re. Non conosco i loro piani nei minimi dettagli, ma il mio consiglio è di mandare subito qualcuno a proteggere il re e a scongiurare il peggio. N-Non hanno buone intenzioni, questo è sicuro.»

Quel racconto fece piombare nel panico e nell'ira Godric, il quale, con il cuore che batteva freneticamente nel petto e nella mente il pressante imperativo di andare lui stesso dal marito per sventare la probabile congiura ordita da Remus, gridò alle guardie di entrare e di trattenere Tiberius. Fatto ciò, senza neppure disturbarsi ad ascoltare le suppliche del ragazzo, uscì in fretta e furia dalla sala e mentre scendeva i gradini dell'atrio principale, quasi si scontrò con Lord Nilgorath. Si scusò in modo distratto e fece per proseguire, ma Soren lo fermò. «È con te che volevo parlare! Sono venuto a cercarti!»

Tali parole piombarono sullo sposo del re come i massi di una frana. Solo allora capì e si rese conto di sapere già cosa Soren stava per dirgli.

Lord Nilgorath si avvicinò. «È... è successa una cosa orribile. Non so per filo e per segno le dinamiche dell'accaduto, ma...»

Godric non ce la fece. «È morto?» chiese con voce strozzata, pronto al doloroso fendente.

Soren si accigliΓ². Β«Cosa? Come fai a...Β»

Β«Parla e basta.Β»

«È ancora vivo, ma ci è andato vicino. Alcuni senatori, almeno una quindicina, lo hanno aggredito a tradimento, mentre era di spalle e stava per congedarsi. Pare che ci sia stata con loro una discussione piuttosto accesa e... è come se in quegli uomini fosse scattato qualcosa.» Per quel che Soren era riuscito a scoprire, il re era stato pugnalato tante, troppe volte. Che fosse ancora vivo era un semplice miracolo e i senatori coinvolti nella congiura erano stati arrestati dalle guardie sopraggiunte nella sala del senato a causa dei rumori sospetti che avevano udito fuori da essa. Il medico di corte era stato già allertato e probabilmente aveva già raggiunto il posto per prestare soccorso al sovrano.

Soren disse tutto questo a Godric e quest'ultimo, subito dopo, si lasciΓ² cadere seduto sugli ultimi gradini della scalinata. Era chiaramente sotto shock, tanto da non riuscire in alcun modo a reagire o a parlare. Fissava il vuoto e nel frattempo il resoconto di Lord Nilgorath risuonava nella sua testa, sovrapponendosi alla ramanzina di Roderick che lo aveva avvertito di prestare piΓΉ attenzione a certe faccende e a fare il proprio dovere di Principe Consorte.

Eppure pensava di aver fatto tutto il necessario per tenere d'occhio Remus. Che la spia avesse scoperto tutto e fosse stata smascherata da quell'uomo e, dunque, neutralizzata perchΓ© non potesse riferire le novitΓ ?

Oppure mi ha tradito.

Andava considerato anche il buon vecchio tradimento, di gran lunga piΓΉ probabile rispetto alla prima ipotesi.

Non aveva fatto abbastanza, la verità era quella, e sia lui che Dante si erano adagiati sugli allori. Lui, soprattutto, si era illuso che la pace sarebbe durata in eterno, che suo marito fosse un sovrano ormai amato da tutti, ma non era così, visto che era stato ingannato per anni da una delle persone più vicine al suo cuore. Come poteva uno zio, la persona che aveva cresciuto l'unico nipote che avesse, aver sempre desiderato solamente il male di quest'ultimo? La brama di potere poteva davvero spingere un uomo a commettere crimini del genere? A uccidere sangue del proprio sangue?

Eppure non era quello a farlo star male, non davvero. L'attesa di ricevere notizie in piΓΉ era snervante e non aveva idea di cosa avrebbe potuto dire o meno ai loro figli, specialmente a Silas. Com'era possibile dire a un bambino di soli otto anni che uno dei suoi genitori fosse in grave pericolo di vita? Un bambino di otto anni non poteva capire realmente la gravitΓ  di una simile situazione nΓ© comprendere che forse avrebbe anche potuto perdere il padre che tanto amava, quello che spesso voleva affiancare di tanto in tanto perchΓ©, curioso com'era, voleva farsi un'idea di cosa significasse dover regnare su Elgorad.

Silas adorava Dante e quella faccenda, in una maniera o nell'altra, probabilmente lo avrebbe in parte sottratto all'innocenza infantile per sempre. Era ciΓ² che sempre accadeva di fronte a eventi come quello.

Con gli altri bambini sarebbe stato piΓΉ semplice gestire tutto quanto. Myron, Ronan e Margrethe erano piΓΉ piccoli di Silas ed Eljas era appena nato. I problemi sorgevano quando un piccolo Efialte iniziava ad avere sei o sette anni, a essere piΓΉ intuitivo e attento a certi dettagli, meno propenso a credere alle fandonie o alle scuse.

Quel che era sicuro, era che finchΓ© Dante non fosse stato fuori pericolo, tutto sarebbe stato in mano a Godric, il quale era terrorizzato da una simile prospettiva. Non aveva mai gestito alcunchΓ© senza prima conoscere il parere di suo marito e le questioni di stato erano sempre state una responsabilitΓ  del Sire della Morte, non del suo sposo.

Come farΓ² a sostenere un peso del genere da solo? Non ci sono abituato.

La voce di Soren, finalmente, lo ricondusse al mondo reale: Β«Qualcuno deve farlo sapere subito alla regina madreΒ».

Godric serrΓ² le mani sulle ginocchia. Era compito suo riferire l'accaduto a Lytha, ma non aveva il cuore di farlo. Quella donna sapeva essere poi molto impulsiva e appena fosse venuta a conoscenza della veritΓ , dell'operato di Remus, forse nessuno sarebbe riuscito a impedirle di fracassare il cranio al cognato, il quale andava subito arrestato e imprigionato per tradimento.

C'erano tante cose da fare e da sistemare, ma lui al momento non aveva la forza di fare alcunchΓ©.

Β«L-Le scriverΓ² subito. Ho... ho solo bisogno di un attimo p-per...Β»

Fece un respiro profondo e si ripetΓ© di mantenere viva la speranza, che non era ancora tutto perduto.

Β«PerchΓ© non arriva nessuno?Β» chiese ansioso. Β«Che aspettano a riportarlo a casa?Β»

Soren subito avvertì nel suo modo di parlare un nervosismo pressappoco isterico, quello che spesso precedeva una crisi di nervi o di panico. Gli strinse un braccio e lo guardò negli occhi. «Lo riporteranno da te e dai vostri figli, ne sono sicuro. Dobbiamo solo avere pazienza e non perdere la speranza. D'accordo?» lo apostrofò con calma. «Conosco Dante da tanto tempo e non saranno delle pugnalate ad annientarlo. Ci vuole ben altro per un uomo come lui.»

Β«Ma...Β»

Β«StarΓ  bene, Godric. Fidati: starΓ  bene.Β»

Il giovane Principe Consorte non poté far altro che affidarsi alle parole dell'ambasciatore e pregare la Grande Madre di aiutare suo marito a riprendersi dall'aggressione e a tornare in salute. «O-Ora... ora vado a scrivere quella lettera a Lytha. Le chiederò di venire qui il prima possibile. Non posso farcela a sostenere tutto quanto da solo e Dante è pur sempre suo figlio.» Non aggiunse altro, si alzò e salì nuovamente la scalinata, nutrendo la vana speranza che di lì a poco si sarebbe svegliato nel proprio letto e avrebbe scoperto che ogni cosa avesse solamente fatto parte di un terribile incubo.  

Β«Com'Γ¨ potuta accadere una cosa del genere?Β» Lytha, distogliendo lo sguardo velato di lacrime dal figlio che giaceva inerme e incosciente nel letto, tornΓ² a guardare il genero che si trovava al capezzale del re.

Godric deglutì. Non era riuscito a spiegare tutto quanto per filo e per segno alla suocera tramite una lettera. «È stato Remus a orchestrare la congiura. C'è sempre stato lui dietro a ogni cosa, compreso l'attentato di dieci anni fa. A dirmelo è stato Tiberius» replicò con voce rotta e flebile. «Più provo a trovare una logica in questi eventi e meno riesco a trovarla, se devo esser sincero.»
Lytha non parve fino in fondo sorpresa. Sembrava essersi aspettata per molto tempo quell'epilogo. Β«Avrei dovuto immaginarloΒ» mormorΓ². Β«Sin dalla morte di Aries, ci sono state volte in cui ho guardato Remus con sospetto e non sapevo se fidarmi di lui o meno, ma ora che si Γ¨ apertamente schierato contro Dante... non posso che trarre le mie finali conclusioni.Β»

Il Principe Consorte la squadrΓ². Β«Credi abbia ucciso suo fratello, dunque?Β»

«È possibile che lo abbia fatto, ma non capisco perché, poi, non abbia provato sin da subito a liberarsi di Dante. Non doveva far altro che uccidere un bambino che non avrebbe potuto in alcun modo difendersi. Qualcosa non quadra.»

Β«Sia come sia, alla fine ha preso una decisione e ha scelto di cercare di toglier di mezzo anche suo nipote. Per quanto mi riguarda tutto quadra alla perfezione e il motivo Γ¨ piuttosto evidente. Anche Tiberius lo ha detto: Remus voleva essere re, lo desiderava da tanto tempo. Forse i suoi prossimi obiettivi sarebbero stati i nostri figli, soprattutto Silas, se solo non fossimo stati messi al corrente del suo tradimento.Β»

Lytha non sapeva cosa pensare del cognato. Era ovviamente furibonda e volentieri avrebbe dato retta all'istinto che le gridava di ammazzare come un cane Remus per aver attentato alla vita di Dante per ben due volte e quasi certamente assassinato Aries, ma la ragione le imponeva di andare per gradi e di non perdere la testa. Si stava pur sempre parlando di un membro della famiglia reale e comunque fin troppi Evergard si erano uccisi a vicenda per colpa di un dannato trono.

Le avevano detto che suo figlio si sarebbe ripreso e che avesse solamente bisogno di guarire nel corpo e di tornare in forze, perciΓ² fino a quel momento lei e Godric avrebbero dovuto aspettare prima di decidere cosa fare di Remus, il quale era stato imprigionato non appena dei soldati di Elgorad erano tornati in cittΓ  scortandolo in cateneΒ come un prigioniero. Lo zio di Dante aveva provato a scappare non appena era venuto a conoscenza del fallimento della congiura e per giorni era stato braccato finchΓ©, alla fine, non era stato catturato nel cuore dei boschi di quella zona. Da allora erano trascorse due settimane e anche se le ferite del sovrano stavano pian piano guarendo, questi non aveva ancora ripreso conoscenza.

Godric permetteva a Silas e ai gemelli, Myron e Ronan, di stare di tanto in tanto accanto a Dante. Per il resto del tempo, però, erano sorvegliati non solo dalla balia, ma anche da una piccola scorta di soldati incaricati di proteggerli e vegliare sulle loro vite, così come su quelle di Margrethe ed Eljas. Fino ad allora, considerati gli eventi che si erano verificati due settimane prima, nessuno aveva osato affermare che l'atteggiamento del Principe Consorte potesse anche solamente sconfinare nella paranoia. Andava altresì detto, però, che egli fosse molto propenso a rendere quella tattica difensiva e provvisoria un'autentica regola che potesse impedire a chiunque di nuocere a Silas e agli altri principini sia nel presente che negli anni venturi.

Ad ogni modo, si era personalmente occupato delle cure mediche nei confronti di suo marito. Non per sfiducia verso il guaritore reale, ma per tenere la mente occupata nei momenti in cui non doveva pensare a questioni di Stato nelle quali Lytha lo affiancava spesso per aiutarlo e per essergli di supporto. Non era così raro che in circostanze normali Godric continuasse a volte a praticare il suo lavoro di medico: molti, infatti, sapendo delle sue eccellenti doti di guaritore e della sua bravura nel preparare rimedi di vario genere, si presentavano a corte implorandolo di aiutarli. Lui era sempre lieto di rispondere a quelle richieste e ovviamente non chiedeva mai un compenso per il lavoro svolto. Lo faceva per dare una mano al prossimo, perché era giusto farlo, specie quando si possedevano così tanti mezzi per mettersi al servizio dei bisognosi.

Β«Se tu dovessi per forza fare una scelta, cosa decideresti di fare di Remus?Β» domandΓ² Lytha, dopo un lungo e teso silenzio.

Godric immerse il panno umido nella ciotola d'acqua e lo strizzò ben bene prima di tamponare il viso e il torso a Dante. A volte lo scioccava vedere i tratti del suo viso così distesi, quasi come se il suo fosse un autentico e sereno sonno dal quale tuttavia non riusciva a svegliarsi. Gli accarezzò delicatamente la guancia ornata da una corta e curata barba, poi i capelli che il re, un paio di anni prima, aveva scelto di accorciare.

«La legge di Elgorad impone che un traditore venga condannato alla pena massima, alla morte, e forse... forse Remus non merita nient'altro che quella, ma ogni volta che ci penso... mi chiedo che senso avrebbe ucciderlo. Non farebbe riavvolgere il tempo né cancellerebbe il dolore che lui ha causato a te e a mio marito. È già stato versato abbastanza sangue e trovo che la punizione migliore per certi crimini sia risparmiare la vita al prigioniero e forzarlo a trascorrerla per sempre in un'angusta cella con la sola compagnia di se stesso e delle sue colpe. La morte, spesso e volentieri, per un criminale è più un atto di clemenza che di crudeltà, e comunque come possiamo voler punire un determinato atto se poi noi per primi ci macchiamo a nostra volta dello stesso, identico peccato? La morte e la sofferenza portano solo ad altro dolore, e il dolore finisce per cancellare la lezione che si vorrebbe in teoria impartire al prossimo. Puniamo i criminali per dare agli altri un monito su cosa accade quando si fanno certe cose, per far capire che uccidere o fare del male al prossimo è sbagliato, ma la condanna a morte, specie se l'esecuzione si svolge pubblicamente, vanifica l'ammonimento e giustifica la violenza. Fa credere a chi guarda che a volte è giusto uccidere, quando si ha una valida scusa per farlo, e non è così.»

Lytha guardΓ² il genero con stupore. Β«PerciΓ² tu lo risparmieresti comunque, anche dopo aver quasi fatto uccidere per la seconda volta l'uomo che ami? Il tuo re?Β»

Godric scelse di replicare con una frase che avrebbe messo in chiaro molte cose: Β«Per alcuni uomini la punizione peggiore che esista Γ¨ di rimanere in compagnia di se stessi e dei ricordi di ciΓ² che li hanno condotti alla rovina. La morte per Remus sarebbe paradossalmente uno scenario migliore. Vivere in cattivitΓ  consapevoli che non si otterrΓ  mai la grazia Γ¨ peggio che affrontare il capestroΒ».

La regina madre si ritrovΓ² ad ammettere che in effetti il ragazzo non avesse tutti i torti. Β«Ne parlerai con Dante?Β»

Β«Non lo so. Confido che lui prenderΓ  la decisione migliore e piΓΉ logica. Dante tiene ai legami di famiglia, contrariamente a Remus. Non ragiona come lui.Β»

Β«L'affetto potrebbe perΓ² annebbiargli la vista e impedirgli di fare giustizia.Β»

Β«Non Γ¨ un bambino. Conosce la gravitΓ  della situazione, anche in questo preciso momento. Non Γ¨ tipo da permettere all'affetto di sovrapporsi al buonsenso.Β»

«Lo stesso penso che dovresti affiancarlo in questa decisione, stavolta. È tua responsabilità anche provare a dargli buoni consigli in situazioni del genere.»

Godric sapeva che non sarebbe stato appropriato nΓ© corretto rispondere male alla suocera, ma lo infastidiva udire ancora una volta qualcuno dirgli quali fossero o meno le sue responsabilitΓ  e i suoi compiti all'interno della famiglia reale, nemmeno fosse un ragazzino ingenuo e inesperto. Di avere ancora molto da imparare lo sapeva molto bene, ma questo non lo rendeva uno stupido o un sempliciotto.

Β«TerrΓ² a mente questo consiglioΒ» rispose cordialmente, abbozzando un lieve sorriso.

Lytha, perΓ², era brava a leggere le persone. Β«Non volevo infastidirti.Β»

Β«Lo so. Mi dispiace, sono solo... sotto pressione e preoccupato. Vuoi solo darci una mano, lo capisco e ti ringrazio per questoΒ» rispose Godric, scegliendo saggiamente di esser lui a fare un passo indietro. Β«Non Γ¨ facile per te affrontare questa faccenda. Sei una madre che ha rischiato di perdere il suo unico figlio per mano di una persona della quale ti saresti dovuta fidare ciecamente. Quando Γ¨ un famigliare a tradirci e a commettere simili atti Γ¨ tutto diverso e ammetto di non poter capire fino in fondo come ci si debba sentire. Vengo da una famiglia unita che non si Γ¨ mai azzannata per un po' di potere in piΓΉ.Β»

Lytha sorrise debolmente. «Forse questo è un vantaggio. Ti permette di osservare tutto da una prospettiva migliore e di riflettere lucidamente su cose del genere. Per me non è una novità vedere un Evergard tradire un altro membro della propria famiglia in nome del potere. È... quasi la prassi, la normalità, per noi.»

Β«E di questo mi dispiaceΒ» ammise Godric. Β«Nessuna famiglia dovrebbe esser logorata da atti di egoismo e ambizione.Β»

La regina madre si avvicinΓ² e strinse una spalla al Principe Consorte. Β«Ora piΓΉ che mai sono davvero felice che ci sia tu al fianco di mio figlio. Una persona che sa ragionare a mente fredda e si ricorda della giustizia anche quando ciΓ² che ama Γ¨ stato quasi distrutto Γ¨ qualcuno da non sottovalutare. Sei piΓΉ forte di quanto molti credono, Godric.Β»

Lui, però, non ne era così sicuro. Non sapeva se sarebbe stato capace di agire allo stesso modo se Dante fosse morto durante quella congiura. Dubitava che sarebbe stato ancora in grado di esaminare l'insieme con altrettanta misericordia. Era forte perché era l'uomo che amava a dargli quella forza.

«Potresti restare con lui? Sono a corto di erbe mediche e solo gli dèi sanno quante ancora ne servino per far guarire le sue ferite.»

Sin da quando era diventato guaritore era sempre andato a procurarsi da solo la maggior parte degli ingredienti per i medicamenti. La ricerca di erbe mediche, sommata al silenzio delle praterie, dei boschi e così via, lo aveva sempre rilassato, fatto sentire meglio. Lo aiutava a schiarire la mente.

Lytha parve capire lo stesso il suo silenzioso bisogno di solitudine e di raccoglimento, e per tale ragione non osΓ² neppure proporgli di uscire con una scorta o, almeno, un accompagnatore. Godric sapeva badare a se stesso, d'altronde, e aveva bisogno di schiarire la mente e di aria fresca.

Β«Non preoccuparti. VeglierΓ² su di lui fino al tuo ritorno. Tu va' pure.Β»

Con il tempo Godric aveva imparato ad amare il clima impietoso e costantemente rigido di Elgorad. Una volta che ci si era abituati a quelle temperature, bisognava ammettere che il paesaggio avesse la sua bella dose di fascino. La brughiera e i boschi, soprattutto, vantavano un ricco arsenale di erbe, arbusti e piante dai quali era possibile ricavare svariati medicamenti e infusi.

Mentre vagava per la foresta alla ricerca di specie ben precise, si ritrovΓ² a sorridere fra sΓ© nel ripensare a quante volte avesse cercato di introdurre Dante all'arte del guarire il prossimo, fallendo sempre e comunque. BenchΓ© fosse un uomo dotato di grande intelligenza, la sua mente sembrava semplicemente inadatta ad applicarsi a quella disciplina in particolare.

A quanto pareva alcuni sembravano nati per quel lavoro e altri, invece, per eccellere in campi ben diversi.

Gli bastΓ² perΓ² ripensare allo stato in cui suo marito versava al momento per smettere di sorridere e piuttosto impegnarsi nella ricerca.

Per sicurezza si era portato dietro un arco e una faretra piena di frecce, nonchΓ© la spada. Il pugnale, invece, gli serviva per recidere le piante che stava provando a rintracciare nel fitto e odoroso sottobosco.

Stava per tagliar via dei pallidi e minuscoli fiori che da pestati e messi a bollire rilasciavano una sostanza che faceva miracoli per il processo di cicatrizzazione, ma si fermò udendo un rumore insolito. All'inizio scelse di non badarvi, pensando che le orecchie gli avessero giocato un brutto tiro, ma quando per la seconda volta sentì qualcosa, si decise a rimettersi in piedi e a seguirne la direzione.

Fu allora che vide, nel fitto della boscaglia, una figura giacere a terra, in mezzo ad arbusti dotati di spine e fiori rosso scuro. Le violette sanguigne, malgrado il nome, erano di per sΓ© innocue e, anzi, se preparate in forma di infuso miglioravano la circolazione e, a detta di alcuni, persino le prestazioni fra le lenzuola, ma le loro spine erano piccole, molto appuntite e facevano un gran male se si conficcavano nella pelle. Il poveretto, che di fortuna doveva averne assai poca, era andato a finirvi in mezzo e mostrava sul viso avvenente graffi a non finire. I suoi occhi color smeraldo incrociarono quelli di Godric, il quale lo stava fissando con aria smarrita non per via della scena in sΓ© per sΓ©, ma a causa dei capelli: erano di un colore inusuale, piΓΉ chiari dell'oro zecchino.

Chiunque egli fosse, non era un Efialte e per ragioni ignote si trovava in un luogo al quale con evidenza non apparteneva.

Β«V-Vi prego, aiutatemiΒ» implorΓ² lo sconosciuto. Β«Il mio cavallo si Γ¨ spaventato, mi ha disarcionato e abbandonato qui!Β»

Godric sbattΓ© le palpebre. Non avvertiva alcun pericolo alla presenza di quell'uomo, ma aveva imparato a tener alta la guardia anche quando tutto sembrava suggerire l'assenza di una trappola. Con fare prudente si avvicinΓ² di qualche passo.

Ha un accento familiare. Sembra quasi come quello di mio padre.

Β«Non posso dar torto a quel povero animale, visto che forse lo avrete forzato ad attraversare questa distesa di violette sanguigneΒ» ribattΓ© serio.

L'altro deglutì e parve quasi diventar viola in faccia. «N-Non sono pratico di queste parti» biascicò. «E penso di essermi perso.»

Β«Questo Γ¨ poco ma sicuro. Non siete un Efialte.Β»

Β«Uhm, n-no, non lo sono. I-Io in realtΓ ...Β»

Capendo che quel tipo era pressochΓ© innocuo e forse doveva pure essersi fatto male, il Principe Consorte di Elgorad alzΓ² gli occhi al cielo, si accostΓ² di piΓΉ e fu costretto a recidere i cespugli spinosi delle violette per farsi strada e liberare quello che gli sembrava un autentico esemplare di scemo.

Come se non avessi giΓ  altri problemi.

Vide che per fortuna le spine non erano riuscite a penetrare gli abiti chiari e da persona altolocata del tizio. «Beh, almeno non dovrò prendermi la briga di estrarre una spina dopo l'altra dal vostro deretano. È già un gran sollievo» commentò, rinfoderando l'arma. «Ce la fate a stare in piedi e a camminare?»

Gli fu chiaro, nel giro di un paio di minuti, che no, l'uomo non riusciva a rimettersi su. Esaminandolo, Godric capì che doveva essersi rotto una caviglia.

«Accidenti» disse fra sé. «Facciamo così: per ora vi immobilizzerò la gamba, poi... beh, ammesso che non stiate in realtà pianificando di fregarmi, vi porterò a palazzo, vi medicherò per bene e poi ve ne andrete per la vostra strada.»

«D-D'accordo» rispose lo straniero, quasi messo in soggezione dal fare pratico e un po' altero di Godric, il quale si allontanò per cercare un ramo abbastanza lungo e non troppo grosso. Appena l'ebbe trovato, tornò indietro e senza star troppo a pensarci tagliò via tre strisce di stoffa dalla propria tunica; le legò attorno alla gamba dello sconosciuto alla quale era stato affiancato il ramo incaricato di tener fermo l'arto ferito. «Così dovrebbe andare, per ora.»

Β«Vi ringrazioΒ» mormorΓ² l'uomo. Β«Sembrate sapere quel che fate.Β»

«È il mio mestiere riparare i danni. Sono un guaritore.Β» Il Principe Consorte convinse il proprio cavallo a seguirlo e a chinarsi quanto bastava per far montare in sella quello strano tipo. Β«Visto che sarebbe poco appropriato chiamarvi β€ŸCoso", posso sapere chi siete e quale follia vi abbia spinto a venire fin qui quando con chiarezza non sapete neppure dove vi trovate?Β» EvitΓ² di aggiungere che gli sembrava nato ieri. Non che paresse uno stupido, ma... ci si avvicinava un bel po'.

L'uomo dai capelli chiari esitΓ² a lungo prima di replicare: Β«V-Vengo da Sverthian. In teoria sarei dovuto recarmi a Vyrenis per parlare con il re di quel regno, ma credo di aver smarrito la strada. Sono comunque vicino alla meta, vero?Β»

Godric cercΓ² di nascondere la sorpresa. Β«Uhm... in realtΓ  siete molto lontano da Vyrenis. Quel regno si trova a Nord. Qui vi trovate nell'Ovest.Β»

Β«Oh...Β»

Β«Non avete ancora detto chi siete.Β»

Β«Non penso mi credereste e non so quale opinione abbiate della gente come me e della mia famiglia.Β»

Β«Vi assicuro che sono una persona pacifica con coloro che non attentano alla mia sicurezza o a quella dei miei cari.Β»

Β«Neanche voi avete detto chi siete, perΓ².Β»

Β«Sono il Principe Consorte di Elgorad, il regno dell'Ovest, e mio marito governa su queste terre. Ora tocca a voi. Badate che so riconoscere le menzogne, perciΓ² evitate di sprecare tempo a inventare chissΓ  quali corbellerie da propinarmi.Β»

Lo sconosciuto deglutì a vuoto. «A Sverthian tutti mi conoscono come Rhydian I Rowinster. La mia famiglia è a capo dell'impero da generazioni e attualmente s-sono io l'imperatore.»

Godric mantenne un'espressione neutrale e, alla fine, si fece scocciato. Β«Ho detto niente corbellerie.Β»

Β«Non sto mentendo, ve lo giuro.Β»

Β«Certo, come no.Β»

Il sedicente imperatore, volendo provare la propria identitΓ , frugΓ² sotto il mantello dal colletto ornato di pelliccia bianca. Da come si mosse, tirΓ² via qualcosa dalla mano, mostrandolo infine a Godric: era un anello con inciso l'inequivocabile stemma dei Rowinster. Il Principe se lo rigirΓ² fra le dita e dovette ammettere che sembrava autentico. Cercando di mantenere la calma, chiese: Β«PerchΓ© siete qui? Avete idea di cosa sarebbe successo se qualcun altro vi avesse trovato? Qui nell'Oltrespecchio la gente di Sverthian non Γ¨ ben vista, specie se di sangue imperiale. O siete uno stupido incosciente oppure siete mattoΒ».

Rhydian esitΓ². Β«Vi spiegherΓ² ogni cosa, ma non qui.Β»

Β«D'accordoΒ» sospirΓ² Godric. Β«Per ora sarΓ  meglio aggiustarvi quella gamba e farvi avere un pasto caldo.Β»

Β«Questo brucerΓ  un pochino.Β» Godric pose il piccolo panno contro l'apertura dell'ampolla e lo imbevve nuovamente con il preparato antisettico di erbe che, pur funzionando, era detestato da tutti perchΓ© bruciava e pizzicava molto sui tessuti lesionati. Come si era sempre soliti dire, tuttavia, nessuna medicina che realmente funzionava aveva anche un sapore gradevole. Le migliori erano quelle piΓΉ amare.

PicchiettΓ² con delicatezza sui graffi che il volto di Rhydian presentava. Il giovane imperatore, come c'era da aspettarsi, faticΓ² molto a non ritrarsi.

Β«Un pochino?Β» gemette. Β«Sembra fuoco liquido.Β»

Β«Non esagerate, ora. Piuttosto ditemi, adesso, quale ragione vi abbia condotto nell'Oltrespecchio.Β»

Godric, per molte ragioni, aveva preferito rientrare a palazzo attraverso uno dei passaggi segreti che a furia di curiosare nelle mappe aveva scovato anni prima. Non era un bene che tutti a corte venissero a risapere che fra le mura del palazzo v'era un Rowinster, visto che alcuni erano stati esiliati nell'Oltrespecchio proprio dalla famiglia imperiale di Sverthian.

Β«Questioni di statoΒ» replicΓ² un po' vago Rhydian.

Godric inarcΓ² un sopracciglio. Β«Sapete... la mia famiglia era un tempo fedele alla vostra. Mio padre ha sempre parlato bene e con nostalgia dei Rowinster, della magnificenza di Sverthian, ma vedete, Vostra Grazia: io non sono mio padre e non mi faccio problemi a carpire a forza la veritΓ  da un uomo, anche se ha una corona sul capo. Qui non avete alcuna autoritΓ , siete un forestiero qualsiasi che Γ¨ ancora vivo solo perchΓ© sono una persona ragionevole e capace di provare un minimo di pietΓ , ma non posso dire lo stesso di molti altri miei sudditi. Non oso immaginare cosa farebbero, certi miei compatrioti, se solo venissero a conoscenza della vostra identitΓ . Credo che, come minimo, vi farebbero scuoiare vivo e solo a causa del nome che portate e della severa legge che ha guidato la mano di vostro padre. Siete un Rowinster e questa Γ¨ una ragione piΓΉ che sufficiente per volervi morto.Β» Malgrado la velata minaccia che aveva appena sciorinato, il Principe Consorte piegΓ² le labbra in un candido e dolce sorriso. Β«Allora, vi va di ritentare?Β» flautΓ².

Rhydian, di colpo, si era fatto pallido come un cencio. Β«L-La mia n-non Γ¨ ingratitudine, Γ¨ s-solo che...Β»

Β«Oh, suvvia! RimarrΓ  fra di noi.Β»

Godric si chiedeva come facesse un uomo come quello a esser ancora imperatore, se non faceva che balbettare e impallidire come una ragazzina spaurita.

A Dante avrebbe giΓ  fatto scappare da un pezzo la pazienza, pensΓ² divertito, immaginando vividamente la reazione del marito di fronte a un atteggiamento come quello presentato da Rhydian. Imperatore o no, Godric era certo che Dante, a lungo andare, avrebbe preso quell'uomo a sberle, incapace di tollerare piΓΉ del dovuto certe smorfie.

Riflettere su questo, perΓ², gli fece solamente sentire ancor di piΓΉ la mancanza del compagno.

Β«Il fatto Γ¨ che... so bene cosa abbiano fatto mio padre e i suoi predecessori nei secoli passati, e proprio per questo mi trovo quiΒ» spiegΓ² infine Rhydian. Β«Conoscete, almeno all'incirca, i nomi dei popoli che abitano Sverthian, vero?Β»

Β«Ovviamente.Β»

«Beh... come sicuramente vi sarà stato raccontato, se è vero che vostro padre vi ha parlato di Sverthian, dei Rowinster e della loro storia, il mio impero per tanto tempo è stato in conflitto con le Terre dell'Ombra dove dimora il popolo dei Græber. Sembrava impossibile, ormai, una rappacificazione, ma poi...» Rhydian sorrise fra sé con una nota di tenerezza. «Mentre ero in viaggio per nave, il vascello venne coinvolto in una paurosa burrasca. Pochi di noi sopravvissero, fra i quali il sottoscritto, e quando ci riprendemmo scoprimmo che eravamo naufragati sulle rive pietrose delle Terre dell'Ombra. Non sapendo cos'altro fare e non potendo di certo tornare a Dagrerver a nuoto, decidemmo di esplorare la zona, ma ben presto venimmo intercettati dai Græber e venimmo catturati tutti quanti, dopo esserci arresi. Non lo sapevo ancora, ma proprio allora conobbi la donna che poi avrei sposato.» Un lampo di dolore attraversò lo sguardo dell'imperatore. «Mi innamorai a prima vista di lei, anche se sapevo che probabilmente odiava la mia famiglia e la mia gente. Non potevamo neppure capirci, parlavamo lingue diverse.» Sbuffò una risata. «A un certo punto cercai di farle capire che le stavo facendo un complimento, ma credo che pronunciai male la frase, perché lei si voltò di scatto, stizzita, e mi diede un pugno in faccia. La mia fiera Asteria! All'epoca riuscii a instaurare un dialogo con suo padre, re Hangar, e a fargli capire che i nostri popoli non dovevano per forza essere nemici, che potevamo allearci ed essere più forti che mai insieme. Lui, allora, decise di ascoltarmi e, come solitamente accade, venne deciso da lui e da mio padre che l'alleanza sarebbe stata suggellata da un matrimonio. Hangar all'inizio pensò a una delle sue figlie maggiori, poi però la sua scelta ricadde sulla figlia che amava di più, la più preziosa ai suoi occhi, la più leale e fiera, ovvero Asteria. Sapete... All'inizio non fu facile per noi andare d'accordo.»

Ormai incuriosito dal racconto, pur sapendo che forse v'era un finale amaro in quella storia, Godric chiese: Β«Vi innamoraste di una donna con un gran bel caratterino, dunque?Β»

«Non era solo per quello. Lei a malapena capiva cosa le dicevo, non aveva avuto il tempo né la volontà di imparare la mia lingua e da quel che all'epoca capii, mi aveva sposato solo per non deludere le aspettative di Hangar. La prima notte di nozze la trascorse chiusa nelle sue stanze e nei mesi successivi fu un susseguirsi di nervosismo e accessi di rabbia. Non le piaceva vestirsi secondo la moda del mio popolo, con quegli abiti lunghi e dettagliati che le impedivano di muoversi liberamente. Le donne Græber sono note perché a differenza di quelle negli altri Continenti rifiutano di sottostare a certi precetti e possiedono un atteggiamento indomabile e quasi feroce. Non portano abiti, vestono come gli uomini e si battono forse ancora meglio di quanto facciano quest'ultimi. Asteria detestava le convenzioni del Continente Trydhar, considerava certi costumi ridicoli e inutili, ma poi ha capito che si sarebbe dovuta sforzare per evitare di mandare tutto all'aria. È stato allora, quando ha provato a capire me e io a capire lei, che si è instaurato fra noi un legame. Io le ho insegnato la mia lingua, tutto ciò che sapevo, e lei mi ha insegnato ad amarla, nel bene e nel male, e a riconsiderare molto la cultura dalla quale proveniva. Ho imparato che persino nei rovi si può celare una sorta di bellezza. Asteria ne era il chiaro esempio e... è stata un'imperatrice magnifica.»

Β«Ma...?Β» incalzΓ² il Principe Consorte.

«Alla fine, qualche tempo fa, scegliemmo di provare ad avere dei figli. Ci sentivamo pronti finalmente per quell'importante passo e nell'impero si era raggiunta una certa stabilità, un clima che sarebbe stato reso ancor più mite e piacevole dall'arrivo di un erede che avrebbe avuto nelle vene il sangue dei Rowinster e del temuto Hangar. Un giorno Asteria venne da me e mi disse di essere ormai sicura che fosse rimasta incinta, e così è stato. Purtroppo, però... qualcosa non è andato come avrebbe dovuto, durante il parto, e lei se n'è andata per sempre. Il terzo bambino, quello nato per ultimo e solo perché lei ha scelto di sacrificare la propria vita dicendo al medico di corte di tagliarle il ventre ed estrarre il neonato a quel modo, al momento non si trova più con me e con i suoi fratelli, quelli che neppure lo ricorderanno, una volta cresciuti.»

Godric aveva il cuore spezzato al pensiero di quanta sofferenza avesse dovuto provare Rhydian vedendo la donna che amava andarsene in un momento che avrebbero dovuto invece ricordare per sempre come il piΓΉ intenso delle loro vite. Eppure ammirava anche Asteria per aver preso una decisione che non tutti avrebbero abbracciato, per esser stata coraggiosa.

Tuttavia pareva che il sacrificio non fosse servito a granchΓ©.

Β«Alla fine anche quel povero bambino Γ¨ morto?Β»

Rhydian si terse le guance velocemente e scosse la testa, riuscendo ad abbozzare un sorriso, benché amaro e velato di sofferenza. «Oh, no. Mai visto un bambino così attaccato alla vita, così assetato di voglia di vivere. È sopravvissuto eccome alla madre e negli ultimi istanti prima della fine, Asteria gli ha dato il nome un suo antenato: Eleadar. Uno dei sovrani più temuti e feroci che i Græber abbiano mai avuto. Pensava che gli avrebbe portato fortuna.»

Β«Allora perchΓ© avete detto che non Γ¨ piΓΉ con voi?Β»

«Perché giorni dopo la nascita dei miei figli è giunto a corte Hangar. In teoria avrebbe voluto fare una sorpresa a sua figlia e arrivare in tempo per l'arrivo dei nipoti, ma gli dèi hanno scelto diversamente. Era distrutto quando gli ho detto che Asteria era morta. Credo siano stati il dolore e la consapevolezza che l'alleanza con il il mio popolo fosse a rischio a incoraggiarlo a pretendere che uno dei bambini gli venisse affidato. La scelta è ricaduta su Eleadar, il piccolo che, secondo gli accordi, un giorno avrebbe dovuto comunque regnare sui Græber. Hangar voleva che crescesse come un uomo delle Terre dell'Ombra, dotato della stessa tempra, della medesima fierezza e bravura in battaglia. Desiderava che uno dei suoi nipoti potesse abbracciare appieno la cultura dei Græber e... non ho avuto altra scelta, se non cedere. L'ho fatto quando Hangar ha messo in chiaro che altrimenti l'alleanza sarebbe andata in rovina e così pure la pace fra i popoli, specie dopo la notizia della morte di Asteria. Perciò... mi restano solo Rhydian e Malhar. Non so quando e se rivedrò, prima o poi, Eleadar, ma a volte non riesco a dormire al pensiero che non potrò vederlo crescere. È come se un'altra parte di me fosse morta, dopo quella che se n'è andata insieme a mia moglie.»

«Mi dispiace» disse Godric, sincero. «Non so cosa farei io se qualcuno portasse via dalle mie braccia anche solamente uno dei miei figli. Ne morirei, probabilmente. Magari non nel corpo, ma dentro sentirei sempre quell'angolo di me stesso ormai condannato a marcire e a morire. I miei bambini sono la mia vita e... così pure mio marito.»

Rhydian si accigliΓ². Β«Perdonate la mia domanda forse un po' troppo invadente, ma dov'Γ¨ il re? Credevo che avreste detto almeno a lui del sottoscritto.Β»

Il Principe Consorte non ce la fece subito a replicare. Quella domanda lo aveva messo, in un certo senso, in crisi. Lo aveva messo di fronte all'attuale situazione che stava vivendo, alla paura di non sapere se Dante sarebbe tornato a star bene o meno.

Β«N-Non sta molto beneΒ» ribattΓ©, senza guardare il proprio interlocutore. Β«Per ora siamo io e la regina madre a governare su Elgorad in attesa che lui si riprenda.Β»

Il pensiero che in qualsiasi momento anche lui sarebbe potuto diventare vedovo anzitempo, proprio come Rhydian, gli toglieva il fiato, lo faceva stare peggio che mai. Si alzΓ² dalla seggiola posta accanto al letto sulla quale si era seduto per medicare l'imperatore e recuperΓ² la borsa da viaggio in cui aveva riposto le erme mediche. Β«S-Spero che questi alloggi siano di vostro gradimento. TornerΓ² da voi e vi porterΓ² qualcosa da mangiare e... magari un infuso. Ne conosco uno capace di restituire le forze a chiunque in qualsiasi momento. Funziona quasi sempre.Β»

Rhydian, perΓ², lo richiamΓ². Β«Mi avete chiesto per quale motivo mi trovi qui e... dopo tutto quello che state facendo per me, penso di avere il dovere di rispondere alla vostra domanda con onestΓ : voglio essere un imperatore migliore di mio padre, di tutti coloro che mi hanno preceduto. CiΓ² che spero di fare, Altezza, Γ¨ di consentire alle persone imprigionate qui di tornare a casa, alla loro vera casa, se lo desiderano e se sono stati banditi ingiustamente da Sverthian. Speravo di poter parlarne con il re di Vyrenis, ma... non vedo perchΓ© non potrei parlarne con voi, piuttosto.Β»

Godric, allora, si decise a dire una cosa ben precisa: Β«Un tempo la mia famiglia era fra quelle piΓΉ vicine e fedeli all'imperatore. Mio padre mi ha sempre raccontato di com'era la sua vita prima dell'esilio nell'Oltrespecchio. Ormai mi presento a tutti come Godric Evergard, ma prima di sposare il re dell'Ovest ero Godric Reghsar, figlio di Lord Roderick Reghsar. Il mio defunto suocero, che purtroppo non ho avuto modo di conoscere, era Aries Evergard. Mi risulta che fosse un buon amico di vostro padre, ma questo non lo salvΓ² dal crudele giudizio degli altri nobili quando suo figlio rimase coinvolto in un terribile incidente che costrinse tutti loro ad accettare l'esilio. Quella volta vostro padre non mosse neppure un dito nΓ© disse una parola per impedire all'ingiustizia di mietere le ennesime vittime. Accadde lo stesso a mio padre che combattΓ© per difendere la vita e la reggenza dell'imperatore, ma senza ottenere supporto nΓ© aiuto quando la sua famiglia si ritrovΓ² in pericolo e spogliata di ogni proprietΓ , della ricchezza e dell'onore. Dite di voler esser qui per rimediare agli errori del precedente imperatore di Sverthian, di tutti i vostri antenati, ma la veritΓ , mio signore, Γ¨ che temo che ormai sia troppo tardi. Gli Efialti non dimenticano, RhydianΒ».

Non avrebbe voluto rivolgersi con quel leggero tono accusatorio all'imperatore di Sverthian, ma non aveva potuto farne a meno. Poteva esser dotato di tutte le migliori intenzioni del mondo, ma v'erano cose che, semplicemente, non potevano esser cancellate.

Β«Se volete un consiglio, tornate da dove siete venuto, crescete in pace i vostri figli e insegnate loro ad aver rispetto e cura delle persone che un giorno dovranno servirli, proteggerli e sostenerli. Insegnatelo soprattutto all'erede al trono. Insegnategli che l'umiltΓ  Γ¨ la qualitΓ  migliore che un imperatore, un regnante in generale, possa mostrare in presenza d'altri, che si tratti di nobili o contadini.Β»

Forse era un bene che Dante non potesse al momento intervenire in quella faccenda, altrimenti Godric era quasi del tutto certo che il marito volentieri avrebbe preso a pugni in faccia Rhydian dopo una proposta come quella. Non per il provvedimento in sΓ© per sΓ© pensato da quell'uomo, ma per tutto quello che era avvenuto prima di esso.

Secondo Rhydian Rowinster migliaia e migliaia di famiglie, aristocratiche e non, avrebbero dovuto voltare le spalle al passato, alla sofferenza causata loro dall'esser stati fedeli o contro l'imperatore, e tornare a Sverthian come se niente fosse mai accaduto.

Godric onestamente non sapeva se ritenere Rhydian un ingenuo o uno stupido. Forse era entrambe le cose.

Il Principe Consorte non gli diede comunque il tempo di replicare, uscendo dalla stanza e chiudendosi dietro le porte.

Lytha e Roderick fissarono interdetti Godric appena egli ebbe terminato di raccontare a entrambi dell'incontro con Rhydian, di come lo avesse scortato in segretezza fino al castello e di come ancora, poi, lo avesse in un certo senso preso a pesci in faccia.

Β«S-Sei sicuro che si tratti dell'imperatore di Sverthian?Β» chiese infine Lord Reghsar, senza fiato. Β«I-Insomma... Γ¨ davvero lui?Β»

«Sì, papà. È lui.»

Lytha annuì lentamente. «E lo stesso hai avuto la faccia tosta di rifiutare, pur indirettamente, la sua proposta.»

Β«Esatto.Β»

Β«Beh, ragazzo mio... certe volte non posso non pensare che l'influenza di mio figlio sia arrivata davvero in profonditΓ  nel tuo animoΒ» concluse la regina madre. Β«Mi sarei aspettata una cosa simile da parte sua, non di certo da te.Β»

Godric trovava insensata la reazione di quei due. Β«Sono l'unico a ricordare quanto poco sia stato d'aiuto a entrambe le nostre famiglie esser fedeli alla famiglia imperiale? Guardate come siamo andati a finire, insomma!Β» Era il colmo. Non riusciva a capire nΓ© suo padre nΓ© Lytha. Specialmente lei.

Roderick sospirΓ². Β«Non Γ¨ semplice come sembra, Godric. Giudicare severamente il padre di Rhydian...Β»

«Quell'uomo, papà, è rimasto a guardare senza muovere un dito mentre la nostra famiglia colava a picco!» sbottò il Principe Consorte, furibondo. «E ora quel bamboccio di suo figlio, dopo avermi raccontato una storiella strappalacrime, viene qui con la pretesa di risistemare magicamente ogni cosa e fare come se nulla fosse mai accaduto! Lo considero un affronto! È come affermare che tutti quanti abbiamo sofferto per niente! A cominciare da mio marito!»

Era stufo di avere pazienza sempre e comunque, anche quando era costretto a sentire mere assurditΓ .

Lytha guardΓ² con durezza il genero. Β«Non penso che Rhydian ignori la difficoltΓ  di ciΓ² che si Γ¨ prefissato di fare nΓ© quanta sofferenza l'atteggiamento di suo padre abbia causato a molti di noi. Per quel che riguarda mio figlio, il discorso Γ¨ piΓΉ complicato di quanto tu creda. Non fu l'imperatore a cacciarci, decidemmo da soli di andarcene e di venire qui nell'Oltrespecchio. Lo facemmo per la sicurezza di Dante.Β»

Β«L'imperatore avrebbe potuto aiutarvi, perΓ²!Β»

Β«Aries non voleva coinvolgerlo. Si trattava di affari strettamente di famiglia e comunque, se anche l'imperatore avesse scelto di darci una mano, l'odio del prossimo nei confronti di un bambino dotato di poteri terrificanti non sarebbe diminuito nΓ© sparito.Β»

Roderick si avvicinΓ² al figlio. Β«Dov'Γ¨ ora Rhydian? Voglio parlarci di persona.Β»

Β«Per organizzare il gran ritorno in patria, magari?Β» incalzΓ² a denti stretti Godric.

Β«Ti stai comportando come un bambino, Godric. Dov'Γ¨ finita la tua maturitΓ ? Che ne Γ¨ stato della tua lungimiranza?Β»

Β«Sei tu a essere ingenuo!Β»

Godric non aveva mai discusso a quel modo con il padre. Mai, neppure una volta, nemmeno quando lui era venuto a risapere della proposta di Dante rimasta priva di una risposta per tanto tempo.

Forse in quei dieci anni era cambiato piΓΉ di quanto avrebbe mai osato ammettere e la stessa, semplice permanenza a Elgorad lo aveva reso piΓΉ resistente, certo, ma anche meno flessibile, coriaceo.

Alla fine, tuttavia, si rese conto di non poter vietare a suo padre di fare qualcosa. Β«Parlaci pure, se lo desideri, ma fallo sapendo che Elgorad rimarrΓ  fuori da questa storia, almeno finchΓ© Dante non si sarΓ  ripreso e non avrΓ  appreso della situazione. Se la sua decisione sarΓ  diversa dalla mia, dovrΓ² accettarlo e mi fiderΓ² del suo giudizio, ma se invece dovesse rivelarsi uguale... beh, ricordati di mandarci di tanto in tanto una lettera da Sverthian, papΓ .Β»

Non doveva niente a Rhydian né a Sverthian. Non vi era neppure nato, visto che ciò era accaduto in seguito all'arrivo dei Reghsar nell'Oltrespecchio. Ormai era quel mondo la sua casa, così come lo era Elgorad. Casa era dovunque si trovasse la sua famiglia, quella che aveva costruito insieme a suo marito e che amava con tutto se stesso.  

Β«Rhydian si trova nell'ala est. Si trova in una delle stanze per gli ospiti. Se andrai da lui, cerca di non dare troppo nell'occhio. Nessuno sa che si trova qui e vorrei che per il momento le cose rimanessero invariate.Β»

Lord Reghsar sospirò, annuì e si congedò, probabilmente perché era davvero intenzionato a parlare con l'imperatore di Sverthian.

Β«Torno da mio maritoΒ» disse Godric. Β«Magari... c'Γ¨ stato un miglioramento.Β» Non gli andava di tornare sull'argomento dei Rowinster con Lytha nΓ© di litigare, visto che lei sembrava della stessa opinione di Roderick.

La regina madre, quando lui fu sul punto di abbandonare il salotto, richiamò la sua attenzione e lo indusse a tornare indietro. Guardandolo negli occhi, lo apostrofò dicendo: «Quando abbiamo parlato di Remus e della sua sorte futura hai dimostrato di possedere una saggezza che va al di là della tua giovane età, Godric. Ti chiedo di fare uno sforzo e di provare a mostrarne altrettanta nel giudicare le azioni della famiglia imperiale. Saper perdonare una persona, il più delle volte, si rivela sempre esser la soluzione migliore. È vero, abbiamo subito molti torti, tutti noi, ma forse... è arrivato il momento di guardare avanti e abbracciare la possibilità di poter riavere indietro tutto quello che credevamo fosse ormai andato perduto. So che pensi che Dante ti darebbe subito ragione, ma io conosco mio figlio, l'ho portato dentro di me per mesi, l'ho dato alla luce e cresciuto, e se c'è una cosa che ho imparato su di lui, è che sa essere molto imprevedibile. Perciò... potrebbe concordare con te, ma anche non farlo e vedere un'occasione del genere come qualcosa che potrebbe condurre a svariate opportunità».

Godric dovette faticare molto pur di non scomporsi. Β«Io penso che farΓ  la scelta piΓΉ sensata e giusta. Credo che guarderΓ  in primo luogo al benessere dei suoi figli e della persona che lo ama, piΓΉ che a quello del nome di famiglia. Sa anche che a volte sottostare ai compromessi non Γ¨ giusto nΓ© salutare.Β»

Non volendo aggiungere altro né proseguire la discussione, se ne andò a sua volta e si diresse fino alle stanze del re convinto che purtroppo, di nuovo, nessun cambiamento lo avrebbe accolto, ma appena fu entrato capì che forse, la fortuna, stava tornando a girare dalla parte sua.

CiΓ² che vide gli fece salire le lacrime agli occhi: suo marito finalmente aveva ripreso conoscenza e doveva esser accaduto in presenza di Silas e la piccola Margrethe, visto che i due bambini affiancavano il padre sul letto e con evidenza si contendevano le sue attenzioni. Una cosa era certa: per un bel po' solamente il piccolo Eljas, ancora un neonato, non si sarebbe improvvisato una seconda ombra di Dante. Godric conosceva i figli quanto bastava a sapere che ci avrebbero impiegato qualche tempo prima di cessare di mostrarsi a loro modo in pena per il loro padre.

Vedere quell'uomo di nuovo cosciente, vederlo stringere a sΓ© con un braccio la figlioletta e rassicurare, probabilmente per l'ennesima volta, Silas, era piΓΉ di quanto Godric avrebbe potuto chiedere. Le sue preghiere erano state esaudite, anche se sapeva che di affari importanti a cui pensare ve ne fossero parecchi, uno di essi molto spiacevole.

Si avvicinò senza esitare neppure per un attimo e appena fu al capezzale del marito, in qualche maniera riuscì ad afferrargli il viso e a baciarlo. «Finalmente!» singhiozzò.

Β«Te lo avevo detto che si sarebbe svegliato!Β» esclamΓ² Silas.

«È vero! Lo aveva detto!» lo supportò Margrethe, la voce ancora più argentina e squillante del normale. 

Godric soffocΓ² una risata e posΓ² un bacio sul capo di entrambi i figli.Β 

Β«Lo avevate dettoΒ» concesse. Β«Che ne dite, adesso, di andare a riferire la bella notizia alla nonna? L'ultima volta che l'ho vista era nel salotto dei miei appartamenti.Β»

Β«Ma...Β»

Β«Su, Silas, accompagna tua sorella, da bravo.Β»

Β«UffaΒ» borbottΓ² il principino. Β«Grethe, vieni.Β» Prese per mano la sorellina e borbottando come una pentola abbandonΓ² la stanza.

Appena furono rimasti da soli, Ric chiese al compagno: Β«Allora... come ti senti?Β»

L'altro rilassΓ² la schiena contro il cuscino, celando una debole smorfia. Le ferite non si erano ancora rimarginate completamente ed era normale che fosse indolenzito. Β«Non lo nascondo: ho avuto giorni migliori, perΓ²... insomma, sono vivo e tanto mi basta.Β»

Β«Non mi riferivo solo a quello, Dante.Β»

Β«Ah, parli della sorpresa che mi hanno fatto i senatori? Beh... francamente, ora come ora, volentieri li userei come bersagli per fare pratica con il tiro con l'arco. Dicono che un re debba esser magnanimo persino in casi estremi, ma cazzo, tutto ha un limite e loro lo hanno superato.Β»

Β«Sono stati tutti messi in cateneΒ» gli assicurΓ² Godric, tornato serio. Β«Ho voluto aspettare prima di prendere una decisione definitiva. Non avrei mai osato stabilire un'eventuale condanna a morte senza aver prima chiesto il tuo parere.Β»

Dante annuì. «Mhm. Per curiosità... tu cosa faresti?»

Β«Sei tu il re e sei decisamente la parte piΓΉ lesa in questa vicenda.Β»

Β«Lo so, ma siamo sposati. Anche la tua opinione conta.Β»

Β«Uccidendoli faresti giustizia secondo i costumi di Elgorad, ma... il punto, Dante, Γ¨ che hanno agito guidati da una mano piΓΉ esperta. Se non fossero stati imboccati da qualcuno, non avrebbero avuto il fegato di aggredirti, di andare contro il millenario patto fra il sovrano e il senato che prevede reciproci supporto e fiducia.Β»

Il re capì al volo che c'era dell'altro. «Godric, che cos'altro dovrei sapere?»

Β«Forse... forse sarebbe meglio aspettare. Insomma, hai ripreso conoscenza da poco e devi guarire. Rimandiamo a piΓΉ tardi.Β»

Β«Dimmelo e basta, ti prego.Β»

Godric deglutì a vuoto. Non aveva la più pallida idea di come dire a suo marito che era stato Remus ad orchestrare ogni cosa. Dante voleva bene a quell'uomo, lo vedeva come un secondo padre, si era fidato ciecamente di lui per tanto tempo, ma stava per ricevere uno schiaffo morale non indifferente.

Β«Tuo zio ha organizzato la congiura per uccidertiΒ» snocciolΓ² col cuore in gola. Non rimase stupito, perΓ², vedendo Dante sghignazzare. Β«Cretinate! Avrai capito male!Β»

Β«Non oserei mai scherzare o informarmi male, Dante. Non con quello che c'Γ¨ in giocoΒ» insistΓ© Godric, il tono di voce cauto e dispiaciuto. Β«E se non credi a me, allora parla con Tiberius. Ti confermerΓ  le mie parole perchΓ© Γ¨ stato proprio lui a dirmi tutto quanto dopo aver lottato a lungo con i rimorsi di coscienza. Sapeva che era sbagliato ciΓ² che stava facendo suo padre e ha fatto la scelta piΓΉ giusta e sensata, pur dovendo tradire Remus, e tu... tu potresti non esser affatto stato la prima vittima di quell'uomo. Potrebbe non essere la prima volta che Remus si Γ¨ macchiato le mani col sangue di un parente.Β»

L'altro scosse la testa. Β«N-Non puΓ² essere. D-Deve trattarsi di un errore. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non ne aveva alcun motivo!Β»

Β«Io invece credo avesse molte ragioni per volerti morto.Β»

Dante tacque, provando invano a metabolizzare quanto aveva appena appreso. Sapeva che Godric mai e poi mai avrebbe mentito o avrebbe calunniato Remus a vuoto, lo sapeva ed era proprio questo a spaventarlo.

«Immagino che anche lui si trovi qui» disse rauco. «Se è così, allora voglio parlarci. Voglio che sia lui a dirmi in faccia che ha orchestrato tutto questo.»

Β«Soffriresti solamente piΓΉ di quanto giΓ  tu non stia facendo.Β»

Β«Mi deve una spiegazione, Godric. Voglio sapere perchΓ©, va bene?Β»

Β«Non andrai da nessuna parte finchΓ© non ti sarai rimesso in sesto.Β»

Β«Non puoi impedirmi di vederlo!Β» perse le staffe Dante. Β«Non sono un bambino e sto benissimo! Accidenti!Β» Eppure, appena provΓ² a tirarsi su, ricadde giΓΉ immediatamente, debole com'era ancora.

«Sì, lo vedo» commentò Godric con durezza. «Tiberius si trova in una cella anche lui. Se vuoi posso farlo condurre qui, così ti dirà tutto quello che vuoi sapere.»

Β«Non voglio parlare con lui, voglio parlare con Remus!Β»

«Allora dovrai aspettare. Fammi la cortesia di attendere almeno altri due o tre giorni. Non chiedo altro.» Per attenuare la severità del tono di voce e delle stesse parole che aveva pronunciato, Godric allungò una mano e lasciò una carezza sul viso al compagno il quale, dal niente, reagì afferrandogli il braccio e attirandolo a sé per stringerlo forte. L'attimo dopo pianse sulla sua spalla come un bambino. Dante era quel tipo di persona che spesso, dietro alla rabbia, celava lo sconforto, il disagio o, ancora, il dolore, e solo con dati soggetti riusciva ad aprirsi e a mostrarsi fragile. Quando ciò accadeva, ecco che crollava come un castello di carte e si rifugiava nel luogo che riteneva il più sicuro al mondo; quel luogo, come ormai era ben chiaro a tutti quanti da quasi dieci anni, in primis allo stesso Dante, erano le braccia amorevoli del suo adorato sposo. 

Venire a patti con la verità, con la consapevolezza che suo zio lo avesse tradito, ingannato forse per anni e anni, sin da quando lui era stato bambino, faceva male, dannatamente male, ed era sicuro che se Godric non fosse stato lì con lui, in quel preciso momento, avrebbe preso in maniera ancora peggiore notizie del genere. Remus e Lytha erano stati per molto tempo le uniche colonne portanti nella sua vita, ma poi era arrivato Godric, prima in vesti di allievo e poi in quelle di amico, finché non si era giunti, fra una rocambolesca incomprensione e l'altra, grazie a una promessa non mantenuta, al comune gaudio del matrimonio, di una relazione stabile e solida. Le sue colonne portanti, al momento, erano Godric e così pure i figli che avevano avuto assieme. Erano loro che temeva ogni singolo istante di perdere, di non riuscire a proteggere, perciò... in parte ringraziava che la congiura di Remus avesse scelto di colpire solamente lui e di non nuocere in alcun modo al resto della famiglia. Ringraziava di esser stato lui a ricevere quelle pugnalate, perché altrimenti, se per esempio fosse tornato dalla seduta al senato e gli avessero detto che Silas era stato trucidato a morte, sarebbe uscito di testa per la rabbia e il dolore. 

Β«Tu e i ragazzi state beneΒ» mormorΓ² rauco. Β«Questo Γ¨ quello che conta. Nient'altro ha importanza.Β»

Un giorno, forse, avrebbe superato il trauma di esser stato tradito da suo zio. Prima o poi anche quella ferita si sarebbe rimarginata. Nel frattempo si sarebbe rifugiato nel grembo della propria famiglia e avrebbe continuato a stringere al cuore ogni singolo membro di essa, a iniziare da Godric.


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