✨ 𝔏𝔬 𝔖𝔭𝔬𝔰𝔬 π”‘π”’π”¨π”©π”ž 𝔐𝔬𝔯𝔱𝔒 || π”“π”žπ”―π”±π”’ πŸπŸ’ [𝐀𝐔 β„œπ”¦π” π”₯π”¦π”’π”°π”±π”ž π”‘π”ž @𝔭𝔡𝔰𝔱𝔒𝔩𝔭𝔲𝔯𝔦𝔫] ✨






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L'Inferno disponeva di una sede centrale, oltre al palazzo ove dimorava Lucifero, il suo sovrano, ed era presso quella sede che aveva l'aspetto di una gigantesca dimora scavata nella roccia simil-vulcanica e nera che i demoni di classe bassa, media e alta si radunavano nei momenti di pausa o per ricevere disposizioni da parte dei loro superiori del calibro di Astaroth.

In poche parole era una base militare.

Fu lì che un giorno come tanti altri il demone più vicino a Lucifero fece il suo ingresso nella sala di ritrovo ovest e si avvicinò a uno dei pochi presenti là dentro. Sospirò pesantemente vedendo sin da subito che sembrava di pessimo umore, ma ciò non lo scoraggiò dal proseguire e raggiungerlo.

Β«Eccoti qui, finalmente. Ti cerco da almeno mezz'ora, ma vedo che oggi non sembri interessato a controllare il tuo ciondolo cerca-demoni.Β» Con un cenno della testa indicΓ² la catenella d'oro alla quale era appeso quello che sembrava una sorta di piccolo doblone con inciso un sigillo demoniaco che consentiva ai demoni sottoposti di quelli piΓΉ potenti di venire convocati anche a distanza. Quando la loro presenza veniva richiesta il medaglione iniziava a vibrare e non smetteva finchΓ© l'incontro non avveniva.

L'altro demone sbuffΓ² piano e smise di tormentare con un pugnale il tavolo scuro. Sedeva su una panca in maniera scomposta e pareva immerso in un evidente stato di apatica noia.

«Se è per rispondere all'ennesima evocazione demoniaca di un tale che esige l'aiuto e i servigi dell'Inferno, allora di' a qualcun altro di occuparsene. Non ho intenzione di fare da lacchè a chicchessia, men che meno a sciocche streghette in vena di stringere patti con il Diavolo.»

Β«No, non Γ¨ per quelloΒ» replicΓ² Astaroth.

Β«E allora per cosa?Β»

Β«Prima dimmi che cos'hai. Per essere quello che solo tre anni fa Γ¨ stato finalmente capace di sistemare a dovere il segugio infernale piΓΉ temuto del Creato sembri fin troppo svogliato e insofferente.Β»

Dario estrasse per l'ennesima volta il pugnale dal legno e interruppe il supplizio del povero tavolo. Rigirò la lama fra le dita, osservandone con l'occhio che non era coperto da una benda nera il luccichio intermittente. «È questo il punto: da quando ho ammazzato quella bestiaccia mi sono reso conto che non mi è bastato tagliargli la testa e bruciarlo con la Fiamma Nera. Credevo mi sarei sentito meglio, liberato da un peso che per anni mi sono portato dietro, ma non è stato affatto così.»

Astaroth sospirΓ² e prese posto accanto a lui. ChecchΓ© ne dicesse e non facesse che lamentarsi quasi sempre di Carvajal, in quei quasi vent'anni di collaborazione aveva iniziato a comportarsi sempre un po' di piΓΉ in maniera in un certo senso paterna con lui, specie considerando che il suo sangue ora scorreva nelle vene di Dario.

Che lo volessero o meno, erano legati in modo indissolubile e Astaroth aveva preso sotto la propria ala quell'uomo, addestrandolo personalmente e aiutandolo nella ricerca di Græb'senja.

Β«Lucifero ti aveva messo in guardia dal concentrare tutti i tuoi sforzi e le tue aspettative sulla vendettaΒ» disse infine. Β«Ti aveva detto che vendicarti non sarebbe stato sufficiente a ricolmare il vuoto e a farti ritrovare la pace. Avresti dovuto prestargli maggiore ascolto.Β»

Β«Solo perchΓ© ancora non siamo riusciti a rintracciare Grober e a scoprire quali sono le sue intenzioni. Ho sacrificato tutto ciΓ² a cui tenevo per questa storia e odio dover lasciarla a metΓ  perchΓ© quel vigliacco continua a nascondersi.Β»

Β«Io credo che questa sia solo una mera scusa e che forse dovresti deciderti a dimenticare e... beh, a guardare davvero avanti. Non puoi trascorrere il resto dell'eternitΓ  cacciando mostri al servizio delle Tenebre finchΓ© non scoverai per pura fortuna Grober.Β»

Β«Quindi dovrei rassegnarmi e lasciar perdere, anche dopo che Metatron mi ha aperto gli occhi su tante questioni? Siete stati voi a volere che rimanessi qui e imparassi a cavarmela da solo, a combattere e a contrastare quel mostro, e adesso dovrei spazzar via ogni dubbio con un'alzata di spalle? Non credo proprio.Β»

Β«No, non devi rassegnarti nΓ© fare niente di simile, ma non puoi permettere che diventi per te un'ossessione. Secondo me dovresti concentrarti su qualcos'altro. Vedrai che un giorno arriverΓ  l'occasione di regolare i conti con Grober, perΓ² nel frattempo ritorna a vivere, trovati nuovi obiettivi e interessi. Neppure un demone puΓ² resistere per sempre all'esistenza che stai attualmente conducendo tu, credimi.Β»

Dario sollevΓ² un angolo della bocca con aria sarcastica. Β«La mia vita Γ¨ questa. Ormai lassΓΉ non c'Γ¨ piΓΉ niente che possa interessarmi davvero nΓ© nessuno dal quale tornare. Non vedo perchΓ© dovrebbe importarmi qualcosa del mondo umano. Solo dopo esser diventato un demone riesco a capire quel che intendevate: gli umani sono deboli e non fanno che piagnucolare e incolpare il prossimo per le proprie disgrazie o la propria inettitudine.Β»

Astaroth rimase per un po' in silenzio. Era la prima volta che Carvajal, a distanza di quasi cinque anni, accennava alla sorte terribile dei genitori che purtroppo non era riuscito a salvare una seconda volta da Græb'senja. Era arrivato troppo tardi e dopo quel triste evento la sua determinazione nell'eliminare la creatura era aumentata a dismisura, divenendo il suo primo e unico pensiero. Oltre a ciò, come aveva chiarito egli stesso poco fa, dopo esser entrato a far parte della progenie demoniaca aveva sviluppato una sorta di superbo astio nei confronti di quelli che un tempo erano stati i suoi simili.

Per quanto Astaroth fosse un bel po' attempato e abituato a vederne di cotte e di crude, era rimasto di sasso di fronte alla vittoria di quel giovane demone sul segugio infernale. Mai come allora gli era stato chiaro chi fosse quell'uomo e quanto il sangue demoniaco lo avesse reso una spietata arma mortale.

Græb'senja era stato eliminato con una ferocia che era stata enfatizzata dalla sete di vendetta e dall'ira a lungo covata e il solo danno fisico riportato dal suo boia era stato ironicamente blando: ci aveva rimesso solamente un occhio e si era tenuto ben stretto tutto il resto.

Lucifero, scherzando, aveva detto che forse era per questo che Grober stava facendo di tutto per non dare nell'occhio. Vedendo cos'era accaduto alla sua bestiola, forse non era così ansioso di confrontarsi di nuovo con Carvajal, consapevole tra l'altro che fosse in cerca di rivalsa e di un regolamento di conti alla vecchia maniera.

Detto così pareva poco probabile, ma solo chi aveva assistito alla sconfitta di Græb'senja poteva capire quanto in realtà Dario fosse diventato uno dal quale era bene tenersi lontani, specie se era di pessimo umore, il che accadeva con spaventosa frequenza e ben pochi intervalli di neutralità.

Solo poco tempo dopo averne parlato con Lucifero, anni prima, si era deciso a scegliere la mutazione in demone, anzi mezzo-demone, e scaduto l'anno di attesa ecco che i primi effetti di tale cambiamento avevano iniziato a presentarsi un po' alla volta. Dario era decisamente piΓΉ aggressivo di prima, piΓΉ cupo e meno incline all'accettare gli scherzi e insofferente a ogni forma di rimprovero. Gestirlo e fargli entrare in testa che doveva dar retta a chi ne sapeva piΓΉ di lui o, ancora, avere un minimo di pazienza con coloro che richiedevano i servigi infernali – ad esempio i patti con i demoni – non era stato semplice e Astaroth faticava ancora, a volte, a farlo rigare dritto.

Se per assurdo gli fosse mai capitato di confrontarsi con il Carvajal di una volta, quello molto piΓΉ pauroso e inerme, probabilmente quello attuale lo avrebbe trattato alla pari di uno zerbino e si sarebbe divertito a prenderlo crudelmente in giro. Nel peggiore dei casi torturarlo per scacciare la noia.

Era chiaro che avesse perso, in parte, ciΓ² che un tempo lo aveva reso umano negli atteggiamenti e nel modo di pensare, di prendere decisioni. C'era da ammettere che aver trascorso tutti quegli anni all'inferno lo avesse influenzato e plasmato, ma diamine!

Β«Non puoi saperlo con certezza. E comunque... l'umanitΓ  continua a fare progressi, anche se un po' alla volta, ed Γ¨ interessante osservarla mentre naviga verso il futuro. Non tutti loro sono merce avariata e ce ne sono alcuni che cercano di migliorare il mondo. Ti farebbe bene tornare a respirare l'aria del piano di sopra, fidati. Se c'Γ¨ una cosa di cui un demone va fiero, Γ¨ che a differenza di un angelo ha la libertΓ  di stare fra gli esseri umani e persino costruirsi una vita, se lo desidera.Β»

«Sì, beh... per ora preferisco restare qui e dare una lezione agli ospiti del girone degli assassini. Almeno so che farò qualcosa di costruttivo.»

Capendo che non c'era verso di farlo ragionare, almeno per il momento, Astaroth decise di lasciar perdere, seppur momentaneamente. Β«Ad ogni modo... come ben sai... a Lucifero, a Michele e a Catone vengono forniti ogni singolo giorno gli elenchi precisi di coloro che moriranno o sono giΓ  morti.Β»

«Sì, lo so. E allora?»

Β«Beh, mio fratello mi ha chiesto di mostrarti questo.Β» Astaroth posΓ² sul tavolo un fascicolo di pergamene ordinate, lo sfogliΓ² e picchiettΓ² infine su una riga in particolare dov'era scritto un nome. Β«Suppongo ti suoni familiare.Β»

In realtΓ  ci volle un po' a Dario per capire dove volesse andar a parare l'altro demone. In effetti gli sembrava di averlo giΓ  udito, quel nome, ma non riusciva a ricordare con precisione.

Quando un demone impuro perdeva un po' della sua passata umanitΓ , anche parte dei ricordi della sua vita da essere umano diventavano piΓΉ labili. In poche parole, se ci si distanziava del tutto e fino in fondo, ci si trasformava pian piano in persone del tutto diverse, persino opposte a ciΓ² che si era un tempo stati, e non era una cosa positiva.

Ad ogni modo, sulla pergamena lesse quel che segue: Petya Yakovich. Accanto era poi scritta l'etΓ , quarantatrΓ© anni, e stando al fatto che vicino alla modalitΓ  di trapasso era stata poi aggiunta una croce che stava a simboleggiare la dipartita, la sua morte era giΓ  avvenuta e rientrava nella categoria di decessi violenti e imprevisti. CiΓ² voleva dire, in termini burocratici, che quando era stato mietuto Azrael si era accorta che il suo nome era stato aggiunto all'ultimo secondo sulla sua celebre lista. A volte poteva succedere, ma era raro che i piani di Azrael venissero scombinati.

«È successo poche ore fa. Per conoscere i dettagli di come possa esser successo dovresti parlarne direttamente con Lucifero.»

«Non vedo perché dovrei» tagliò corto Dario, chiudendo di colpo il fascicolo e restituendolo ad Astaroth. «Queste cose accadono, giusto? È la vita.»

L'altro demone lo scrutΓ² con attenzione. Β«Fingere che non ti importi non risolverΓ  niente. E perchΓ© tu lo sappia, era un membro dell'Ordine dei Cacciatori e come puoi vedere la sua morte non era stata prevista.Β»

«I Cacciatori non sono famosi per avere una vita lunga, Astaroth. È già tanto che riescano a tirare avanti fino ai trent'anni senza aver perso un braccio o una gamba per via di qualche spiacevole contrattempo di routine.»

«Dico solo che Lucifero ha accennato all'aggressione di Ghoul e Petya, in realtà, non faceva parte della squadra operativa, ma degli intellettuali. Era un Esploratore, non sarebbe neppure dovuto trovarsi lì e la cosa sospetta è che il luogo della sua morte è stato lo stesso di quello di suo fratello, Ilya. Morti entrambi nello stesso, identico posto, e solo a distanza di appena un anno l'uno dall'altro. E anche nel caso di Ilya c'entravano i Ghoul.»

Dario strinse appena le labbra. Β«Quindi cosa pretendi che faccia il sottoscritto, esattamente?Β»

Β«I Cacciatori non sanno ancora come cavarsela con i Ghoul. Di loro sanno poco niente e secondo Lucifero e Michele stesso dovremmo intervenire. Quei mostri stanno facendo scempio di interi villaggi circostanti e l'epicentro dell'infestazione si trova in un monastero nel cuore dei boschi romeni. Delle persone stanno morendo anche se la loro ora non Γ¨ ancora arrivata, Dario, e se sommiamo questo a ciΓ² che noi invece sappiamo sul conto dei Ghoul...Β»

Β«Pensi che lui c'entri qualcosa?Β»

Β«Lo temo.Β» Astaroth si massaggiΓ² la fronte con aria inquieta. Β«Grober non lascia mai il proprio operato a metΓ . Nessuno meglio di te dovrebbe saperlo e se Γ¨ come pensiamo che sia, allora sono anche affari nostri, Dario. Anzi tuoi. Eri coinvolto all'epoca e lo sei anche adesso, che ti piaccia o meno.Β»

Β«Infatti non mi piace per niente. Che si fa, dunque?Β»

L'altro demone si alzΓ². Β«Per cominciare, direi di fare quello che da anni facciamo per inaugurare casi come questo: indagheremo, osserveremo e tireremo le prime somme. Se si tratta di Grober, allora forse potremmo averlo finalmente in pugno. Se non si tratta di lui, faremo in modo che la famiglia di quei due poveri disgraziati possa guardare avanti. Ricorda che quando l'Ordine non Γ¨ in grado di agire siamo noi a entrare in gioco e... beh... Michele voleva che fossimo noi, tu e io, a occuparcene. Non serve dire che dovremo essere discreti. Ci considera tra i demoni piΓΉ in gamba a disposizione di suo fratello e qui c'Γ¨ in gioco anche la reputazione di Lucifero. Non penso gli garberebbe sfigurare agli occhi di Michele.Β»

Dario annuì e basta. Non lo entusiasmava farsi un triste giretto nel viale dei ricordi né scavare a fondo dietro al motivo della morte di quei due fratelli, ma una parte di lui provava rimorso. Era una sensazione ovattata, come se fosse un altro a provarla, però era presente e lo teneva ben stretto nelle proprie spire. Una morsa fin troppo persistente perché lui potesse un giorno sperare che svanisse da sola, senza alcun intervento esterno.

Si era lasciato alle spalle i tre fratelli Ruslanovich nella speranza che Grober avrebbe così smesso di tormentarli, ma era chiaro che anche loro fossero stati sin dal principio nel suo mirino e alla fine era riuscito ad annientarne due su tre. «Si sa qualcosa di Jakov? È ancora vivo?»

«Sì, almeno così pare. Non ho visto da nessuna parte il suo nome nei registri dei defunti. Ho fatto altri controlli e stando ad essi è ancora vivo e vegeto. Non penso se la passi bene, però. Prima un fratello e poi l'altro, tutti e due morti in circostanze terribili e in parte inspiegabili. Ilya era un Cacciatore di somma bravura, lavorava come se fosse nato per la caccia. Petya, come ho già detto, non si sarebbe dovuto trovare in quel monastero, ma ci è andato lo stesso e non ha fatto più ritorno.»

Β«Prima parlavi come se vi fossero altri membri della famiglia.Β»

«Se ti riferisci a Kolya, risulta morto ormai da molti anni. Ilya era sposato e con figli, Petya invece no e lo stesso vale per Jakov. Tuttavia... prima di venire qui ho chiesto un favore a Metatron, ovvero di mostrarmi il Corso della Vita di entrambi i fratelli deceduti e in quello di Petya viene menzionato che in realtà si è lasciato dietro un figlio, anche se non ha mai appreso della sua esistenza. Nicholas, al giorno d'oggi, ha venticinque anni e...» Astaroth sospirò. «Lavora per l'Ordine dei Cacciatori Britannici e sfortuna vuole che abbia deciso di intraprendere la medesima carriera dello zio, ovvero di operare direttamente sul campo. Per quel che ne sappiamo, potrebbe essere uno dei prossimi obiettivi di Grober e se è così, dobbiamo fare qualcosa. Sappi che Lucifero stesso insiste affinché non prendiamo sottogamba la faccenda. Non so cos'abbia per la testa ultimamente, ma si tratta di qualcosa di importante e l'epicentro di tutto è proprio la questione dei Ruslanovich. Suppongo che nel pacchetto sia compreso anche evitare che il giovane Nicholas faccia la stessa fine del padre.»

Carvajal non potΓ© far altro che alzarsi e seguire fuori dalla sala Astaroth, domandandosi nel frattempo come avrebbero fatto a precedere le mosse di Grober, se c'era realmente lui dietro a quanto stava accadendo ai Ruslanovich e in quel monastero romeno.

«Toglimi una curiosità...» Dario seguì Astaroth giù per il grigio e monotono declivio costellato di erica e immerso in una leggera nebbia di primo mattino. «Perché dobbiamo per forza rintracciare prima il ragazzo? Insomma, la nostra priorità dovrebbero essere quegli esseri schifosi, non un marmocchio! Se è un Cacciatore significa che sa badare a se stesso, no?»

«Sì, ma ha solo venticinque anni e pare che eserciti la professione da neppure un quadriennio. È davvero poco e sicuramente non ha superato l'apprendistato. Non possiamo contare sulla fortuna, Dario, e per il momento ho mandato altri dei nostri in Romania per un primo controllo superficiale del perimetro attorno al monastero. È ai vivi che bisogna prima pensare. I morti vengono sempre dopo.»

«Sì, ma...» Il demone più giovane sbuffò. «Dovremmo fare da balia a un moccioso? Sul serio? Siamo demoni, non una coppia di pingui governanti che conoscono a memoria le filastrocche!»

Astaroth alzò gli occhi al cielo. «Oh, Padre mio!» si lamentò. «Se ti pesa così tanto, allora vai con gli altri e aspettami laggiù insieme a loro.»

«Ottimo. Credo che farò così.»

Β«Senza agire impulsivamente e senza carneficine. Ricorda che per ora dobbiamo solo studiare bene la situazione.Β»

Β«Che palle! Va bene, allora resto!Β»

«Bravo, ragazzo. Così ti voglio.»

Dario ricacciΓ² indietro una risposta ben poco elegante e piuttosto prese a osservare l'incantevole cittadina situata in pianura. Β«Dove ci troviamo, di preciso?Β»

Β«Ancora non hai imparato a scoprire da solo l'ubicazione di un luogo?Β»

Β«E sprecare i miei poteri per posti insignificanti come questo? Anche no.Β»

Β«Siamo nella contea di Oaksfield e quella Γ¨ l'omonima cittΓ . Non Γ¨ di particolare rilevanza, se non per un motivo...Β»

«Nei suoi pressi è osservata una piuttosto elevata e curiosa attività sovrannaturale.» A parlare non furono né Astaroth né Dario, bensì una voce alle loro spalle. Si voltarono di scatto, pronti all'azione, le spade demoniache già sguainate, ma l'individuo sollevò le mani in segno di pace. «Woah! Calma, ragazzi!» I suoi occhi azzurri e in un certo senso familiari si trasferirono sul fratello di Lucifero. «Astaroth! È da un bel po' che non ci si vede, vero?»

L'interpellato era stranamente nervoso e incredulo. Β«Non Γ¨ possibile. Tu eri morto!Β» Non accennΓ² neanche per un istante a metter via la spada.Β 

Dario lo guardΓ² perplesso. Β«Aspetta un po'... conosci questo buffone?Β»

Lo sconosciuto tornΓ² serio e squadrΓ² con fare penetrante il giovane demone. Β«Al tuo posto mi guarderei bene dall'insultare qualcuno che non conosci. Non sai mai quale potrebbe essere la sua reazione.Β»

Β«Ah, davvero? Me lo ricorderΓ² in futuro, se mai dovessi incrociare altri buffoni da manuale.Β»

Β«Di', Astaroth: tieni a questo demonietto da strapazzo o posso liberamente farlo a pezzi?Β» flautΓ² quello che non era nΓ© un uomo nΓ© un angelo o un demone, e neppure qualsivoglia altra creatura conosciuta da Carvajal. Era qualcos'altro e in lui era percepibile un potere antico.

Astaroth si parò davanti a Dario come a voler fargli da scudo. «È sotto la mia tutela e la mia guida, nonché quella di Lucifero. Fossi in te terrei le mani a posto, Loki.»

Convinto di aver capito male, Carvajal spinse via Astaroth. Β«Ti ha chiamato β€ŸLoki"? Sul serio? Quel Loki?Β»

Loki sorrise di sbieco, gli occhi azzurri che scintillavano astuti e imperscrutabili. «Proprio così» ammiccò. «Piacere di conoscerti, ragazzo, ma non sei il mio tipo, spiacente.»

«Puttanate.» Dario guardò Astaroth. «Gli dèi norreni non esistono! Nessuno ne ha mai provato l'esistenza! Tu e Lucifero non avete mai accennato a loro o ad altre divinità del mondo antico!»

Astaroth sospirò. «Hai ragione, non te ne abbiamo mai parlato, tuttavia le cose stanno così: come ben si sa i pantheon si sono susseguiti a decine nel corso della storia, ma quello che nessuno ricorda mai di precisare è che noi angeli e demoni esistevamo già, c'eravamo da prima che entità minori che poi si sono autoproclamate divinità cogliessero l'occasione per brillare ed essere venerate. All'inizio il Paradiso ha preferito osservare tutto da un angolino, gli angeli erano ancora molto pochi e troppo giovani, ancora bisognosi di essere istruiti e guidati. Ci abbiamo messo un po' a riscaldarci, ma fatto sta che al giorno d'oggi Dio, o comunque lo si voglia chiamare, sia l'unica entità suprema ufficialmente riconosciuta dal genere umano. Gli altri dei sono finiti tutti nel dimenticatoio e considerati fittizi, mai esistiti realmente.»

Dario lo fissΓ² sconvolto. Β«E tutte queste stronzate quando pensavi di riferirmele, esattamente?Β» incalzΓ² alterato.

Β«Tu non hai mai accennato all'argomento, perciΓ² io non l'ho mai tirato in ballo. Mi sembra piuttosto ovvio, no?Β»

Β«Bella scusa, davvero! Degna del peggior pagliaccio!Β»

Loki sghignazzΓ². Β«Devo proprio dirvelo: discutete come una vecchia coppia sposata, siete adorabili.Β»

I due demoni si squadrarono, tutti e due con in faccia un'espressione piΓΉ che disgustata e di raccapriccio, poi Carvajal agitΓ² una mano. Β«Bando alle stupidaggini: se sei davvero Loki, allora cosa diamine ci fai a... Roth, come hai detto che si chiama quel tugurio laggiΓΉ?Β»

Β«Oaksfield.Β»

«Sì, ecco. Quello che ha detto lui.»

Loki si ravviΓ² i capelli fulvi. Β«Uhm, fatemi pensare...Β», contrasse appena le labbra come uno che stava riflettendo con molta attenzione, infine si strinse nelle spalle. Β«Per farla breve, non sono affari vostri.Β»

Β«Scusami?Β»

Β«Sei sordo, oltre a esser scemo e impertinente? Non sono affari vostri, men che meno tuoi. E per la cronaca: nessuno ti prenderΓ  mai sul serio con quel bel faccino che hai. Fidati che neppure quella benda sull'occhio convincerebbe chicchessia.Β»

«... Posso picchiarlo? Giuro che non lo ammazzo, voglio solo fargli così male che il suo deretano ricorderà la forma del mio stivale per altri mille anni a venire.»

Β«Sta' buono e sta' zitto, giΓ  che ci seiΒ» tagliΓ² corto Astaroth. Β«Loki, ascolta... come fai a essere vivo e perchΓ© di colpo sei interessato a una cittΓ  come Oaksfield?Β»

Il dio norreno parve ponderare con attenzione la propria risposta. «Non ero morto. Diciamo solo che... beh, conosci il mio caro fratellastro Thor, giusto? Pensavate che anche lui fosse morto, ma non è così e quando è venuto a sapere che avevo aiutato Lucifero, Michele e gli altri, voltando le spalle a lui e a Grober che avevano scelto di unire le forze, non ha gradito la notizia.»

Dario, andando contro quanto gli aveva intimato Astaroth, si intromise di nuovo: Β«Frena un attimo: tu... tu c'eri quando avvenne tutto quel disastro con Grober?Β»

Β«C'ero eccome, bamboccio. Oh, sai che sei proprio tutto il tuo lontano zietto Rasya? Occhi a parte, si intende. Almeno per quanto riguarda quello buono!Β»

Β«Va' a farti fottere, damerino rosso stagionato.Β»

Β«Ma guarda! Hai persino il suo sgradevole temperamento! Se fosse qui piangerebbe per la commozione!Β»

Β«Parla quello che aveva come figli un ronzino a otto zampe e un cane rognoso.Β»

Β«Se vuoi te li presento. Sarebbe bello vedere Fenrir divertirsi con un giocattolino nuovo di zecca, ma temo che poi di te non rimarrebbero che ossa spolpate e devo ammettere che a volte non rimangono neppure quelle.Β»

Β«Portamelo qui Fenrir e vedremo chi la spunta. Magari gli strapperΓ² qualche bella zanna per farci una collana.Β»

Β«Loki, rispondiΒ» intervenne esasperato Astaroth.

La divinitΓ  sbuffΓ². Β«Non mi va di parlarne, senza offesa. Diciamo solo che sono stato incatenato in una grotta e che a farmi da guardia c'era un serpente che faceva colare dalle proprie fauci ogni giorno veleno sulla mia faccia. Vi consiglio di non provare a rifarlo a casa Era disgustoso, oltre che doloroso. Quella bava mista a tossine... ugh!Β»

«E sei stato lì fino ad ora?»

Β«Non proprio.Β» Loki esitΓ². Β«Sono tornato in libertΓ  qualche anno fa e per un po' sono rimasto al sicuro e ho mantenuto un basso profilo per evitare che Thor mi rintracciasse e trascinasse di nuovo in gattabuia.Β»

Β«Come hai fatto a scappare?Β»

«Non ci crederai mai, ma è stato un essere umano a farlo. Non so come sia riuscito a rintracciarmi, a venire a sapere della mia sorte e dell'ubicazione precisa della mia prigione, ma... un giorno vidi arrivare quest'uomo e lui riuscì a liberarmi. Avevo forze sufficienti per consentire a entrambi di viaggiare dal mio mondo al vostro. Per un po' lui e sua moglie mi hanno ospitato. Gente perbene, come non se ne incrocia più ormai tanta. Avevano perso il loro unico figlio, lo credevano morto visto che da anni non ricevevano più sue notizie e nessuno sembrava averlo più incrociato. Non ho mai capito perché abbiano scelto di aiutarmi, ma ho giurato loro che avrebbero avuto la mia eterna gratitudine e che se mai avessero avuto bisogno di me, sarei subito accorso. Le nostre strade, infine, si sono separate, ma di recente, quando sono tornato a trovarli, ho scoperto che morirono poco tempo dopo che ero andato via. Cinque anni fa. Nel frattempo mi sono concentrato nel rintracciare una persona, ma mi sono imbattuto solamente in cocenti delusioni e spiacevoli sconfitte, purtroppo. Almeno finché non sono venuto a sapere di questa città, si intende.»

Β«Come si chiamava quella coppia?Β» chiese di punto in bianco Dario.Β 

Β«Erano Fedra e Rodrigo Carvajal. PerchΓ©?Β»

Β«Oh, niente. Forse ora molte cose si spiegano, tutto qui.Β»

Β«Non Γ¨ detto che lui c'entri qualcosa con quanto accaduto a loro, DarioΒ» intervenne Astaroth. Β«Quel mostro per anni ha dato la caccia a te, d'altronde.Β»

«E casualmente si è ripresentato non appena Loki ha incrociato il loro cammino. Una sfacciata coincidenza, non ti pare?» 

Loki capì al volo. «Oh, dunque sei tu il loro adorato figlio dato per disperso. Scusa se te lo dico, ma avresti potuto degnarti di andare a trovarli, di tanto in tanto, anziché spassartela coi tuoi amichetti all'Inferno. Sei un demone impuro e questo spiega anche a me tante cose, come ad esempio la tua sfacciata insolenza. Presuntuoso e ipocrita come tutti quelli della tua risma, te lo concedo.»

Dario era chiaramente incollerito. Il suo occhio buono aveva assunto una tonalitΓ  rossastra che ardeva come un tizzone incandescente nel caminetto. Β«Non ti permetto di darmi lezioncine su come ci si comporta con la famiglia ed Γ¨ ovvio che Grober sia venuto a sapere tramite Thor della tua fuga! Le ricerche devono averli condotti fino a mia madre e a mio padre, e indovina un po' chi hanno mandato per riportare il cagnolino a casa!Β»

Loki fece un passo avanti. Β«E tu, invece? Abbandoni la tua famiglia e ancor prima hai lasciato da soli tre bambini che si fidavano di te e ti vedevano come un padre, forse piΓΉ di quanto ritenessero tale lo zio! Se avessero avuto qualcuno a cui rivolgersi, dopo la morte di quell'uomo, magari ora molte cose sarebbero andate diversamente. Ci hai mai pensato mentre ti godevi la bella vita infernale e l'ospitalitΓ  di Lucifero? Parola mia, sei proprio come Rasya! Egoista, viziato fino all'impossibile e convinto che tutto ruoti attorno solo e soltanto a lui! Se infischiava delle sofferenze altrui proprio come te! Bastava che tutto andasse secondo i suoi capricci e il resto non aveva la benchΓ© minima importanza!Β»

Β«No, no, no!Β» Astaroth non fece in tempo a trattenere l'altro demone che, perdendo il controllo, sollevΓ² una mano ed evocΓ² una forza invisibile che fece sbalzare via la divinitΓ  norrena, facendola poi atterrare ad almeno tre metri di distanza in una nuvola di polvere. Β«Questo... questo non avresti dovuto farloΒ» mormorΓ² inquieto il fratello di Lucifero.Β 

Β«Ah, davvero?Β» ringhiΓ² l'altro. Β«E chi cazzo se ne frega!Β» AvanzΓ² in fretta in direzione di Loki che si stava rialzando, armato della spada demoniaca e di intenzioni ben poco pacifiche e ragionevoli. Lo agguantΓ² per i vestiti. Β«Sai una cosa? Credo che sarΓ² proprio io a riportarti in quella grotta e ad aizzare contro di te quel serpente, e sappi che me la godrΓ² un mondo nel farlo!Β»

Loki lo guardò dritto negli occhi senza la minima ombra di paura. «Grober non potrebbe mai aver scoperto della mia fuga. È morto millenni fa.»

«Invece no. Il suo spirito non è stato distrutto e continua a far danni ovunque vada. È a causa sua che ho scelto di abbandonare la mia famiglia, come sei stato così gentile da ricordarmi!»

Il dio del fuoco e degli inganni si accigliò e spinse via il demone. «Allora era vero quel che andava dicendo Rasya. È vero che non sarebbe stato sufficiente uccidere Grober e distruggere il suo corpo. E io e Lucifero che pensavamo fosse solamente paranoico!»

Β«Beh, aveva ragione, invece, e ora ci ritroviamo al punto di partenza grazie a chi non ha saputo svolgere l'unico compito che gli era stato chiesto di non mandare a puttane. Sono anni che tentiamo di rintracciarlo e teniamo d'occhio la situazione nel mondo umano.Β»

Β«E il suo animaletto? Dicono che in qualche maniera sia riuscito a tornare in questo mondo.Β»

«Morto. L'ho ammazzato con le mie mani. È stato lui a uccidere i miei genitori, come ti ho già spiegato.»

Β«Sciocchezze. Quel mostro ha fatto le scarpe a esseri ben piΓΉ duri di scorza di te. Sarai pure un discendente di quel pallone gonfiato di Rasya e avrai la sua stessa, identica boria, ma non sei una divinitΓ  nΓ© un essere abbastanza potente da conciare per le feste quell'abominio.Β»

«Astaroth era lì. Chiedi a lui, se non mi credi.»

Loki si tolse di dosso la polvere e si risistemΓ² gli abiti. Β«Oh, beh, se lui puΓ² garantire per te...!Β»

«Non sono una puttana che ha bisogno di un protettore, amico. Se vuoi ti mostro la sua testa. Gliel'ho mozzata per avere un bel ricordino dell'impresa.» 

Β«Beh, se tu sei ancora qui, forse Γ¨ davvero come affermi. Non sarai Rasya, ma qualcosa da lui dovrai pur aver ereditato, superbia e insolenza a parte.Β»

Dario, anche se aveva ancora voglia di sbattere come un tappeto quell'altero pavone, decise di rinfoderare la spada. Β«Infatti non sono lui. Io sono io e a esser sincero ho fatto di tutto e di piΓΉ pur di discostarmi dal cammino che altri avevano scelto per me. Il destino voleva che fossi una sorta di marionetta al servizio del bene superiore, ma mi sono rifiutato di inchinarmi alla volontΓ  di chicchessia e ho seguito quel che mi diceva la testa. Che altri indossino la corona di spine e si facciano un bel giretto sulla croce. Quella roba non fa decisamente per il sottoscritto.Β»

Loki sorrise di sbieco, di nuovo enigmatico. Β«Il destino, eh? Mi spiace per te, ma di solito si tende a inciampare di continuo in esso finchΓ© non lo si accetta. Non esser troppo sicuro di averla scampata, qualunque fosse la sorte a te riservata.Β»

Β«Staremo a vedere.Β»

«Suppongo di sì. Non penso si possa far altro.»

Β«Cos'era quella storia di prima, comunque? Blateravi sui fratelli Ruslanovich, ma ero troppo furioso per assimilare tutto quanto.Β»

Β«Credici o meno, ma Ilya, Petya e Jakov sono i miei figli. All'inizio ho tentato di rintracciare la loro madre, ma poi ho scoperto man mano che lei era morta, che i miei figli erano stati ceduti subito a un orfanotrofio e poi erano stati adottati da un parente della donna. CiΓ², dunque, mi ha condotto fino a una scuola presso la quale Kolya lavorava. Mi sono confrontato con il preside, un certo Richard Esper che attualmente la gestisce, ma lui non sapeva granchΓ© della faccenda e mi ha consigliato di parlare con sua sorella, Reida. L'ho fatto ed Γ¨ stato allora che Γ¨ saltato fuori il nome di un uomo al quale adesso sono riuscito a dare un volto, ovvero tu. Reida mi ha detto cosa hai fatto per Petya e i suoi fratelli, non ha tralasciato neppure un dettaglio, e poi ha detto di come tu, alla fine, abbia deciso di battere in ritirata. Magari lo hai fatto per proteggerli, magari solo perchΓ© avevi paura ed era tutto troppo per te, ma te ne sei in ogni caso andato e questo li ha in qualche maniera segnati a vita. A volte il mondo Γ¨ davvero piccolo, Dario, ed Γ¨ per questo che dovremmo pensarci due volte prima di agire e dare false speranze al prossimo.Β»

Β«Ti ho giΓ  detto che...Β»

«E io ti ho sentito e con gran disappunto ascoltato, eppure eccoci qui. Petya e Ilya sono morti e forse Jakov e mio nipote rischiano di fare la loro stessa fine. Una cosa la so: Ilya non avrebbe mai potuto perdere contro dei Ghoul, se era bravo come dicevano tutti, e Petya, secondo alcuni conoscenti che ho interrogato di persona, ultimamente appariva strano, come se fosse ossessionato dal voler recarsi in quel monastero. È accaduto qualcosa di bizzarro, qualcosa che non sarebbe dovuto succedere.»

Astaroth, che intanto li aveva raggiunti, chiese: Β«Sai qualcosa che noi ignoriamo?Β»

Loki allora si voltò e lo guardò. «Sì, in effetti. Pare che il corpo di Petya sia in qualche maniera sparito prima che potesse esser riportato da suo fratello in vista del funerale e della tumulazione. Lo avevano in custodia i Cacciatori, eppure lo stesso un cadavere inanimato è riuscito a scomparire come una coltre di fumo.»

Dario giunse per primo a una spiacevole, orribile conclusione. Β«Oh, no...Β» gemette sconsolato. Β«Maledizione!Β»

Β«Ora che so che Grober Γ¨ di nuovo in circolazione, non posso che nutrire i tuoi stessi timoriΒ» lo rimbeccΓ² Loki tetro. Β«Perdona la poca discrezione, ma sembri saperne qualcosa.Β»

Β«Grober ha provato a fare lo stesso giochetto con me, ma non ha funzionato. Reida mi ha salvato in tempo.Β»

Astaroth deglutì. «Quindi... è possibile che Grober, mentre il cadavere di Petya era incustodito, abbia deciso di ricorrere a un piano di riserva e di occupare le spoglie dell'uomo.» Imprecò. «Fantastico. Un morto che cammina e che ora ha dentro di sé Satana in persona.»

Β«Peggio ancora. Petya era un semidio, Astaroth, e... beh, sua madre, a sua volta, pur senza saperlo, discendeva da una famiglia particolare e molto antica.Β»

Dario era confuso. Β«Che stai cercando di dire?Β»

Β«Sto dicendo, demonietto, che Ilya e i suoi fratelli, anche se in modo edulcorato, erano in minima parte anche dei nephilim. In loro v'era il sangue dei figli degli angeli. Non serve aggiungere quali poteri immensi possano scaturire da un'accoppiata del genere. Se Γ¨ vero che Grober ha continuato a esistere, pur da essere immateriale, allora uno piΓΉ uno fa due e abbiamo giΓ  capito tutti e tre che fine ha fatto il corpo di Petya.Β»

Β«Dannazione.Β» Dario era allibito e al tempo stesso furioso. Come avevano potuto farsi prendere in giro da quell'essere fino ad allora? Ecco perchΓ© non c'era piΓΉ stata traccia delle azioni di quello spirito malefico. Ecco perchΓ© tutto sembrava fin troppo tranquillo: Grober aveva trovato un modo per tornare, per operare di persona.

Β«E ora come faremo a beccarlo? Potrebbe essere ovunque.Β»

Loki parlΓ² per Astaroth e disse: Β«Temo che sarΓ  lui, prima o poi, a venire a cercare voi e sicuramente anche me. Sospetto che potrebbe far visita pure a Jakov e, poco ma sicuro, verrΓ  a cercare Nicholas. Al suo posto, dopo quanto accaduto millenni fa, vorrei decisamente prendermi una bella rivincitaΒ».

Β«Le colpe dei padri non sono quelle dei figli.Β»

Β«Certo, Dario. Va' a dirglielo e poi dimmi com'Γ¨ andata, ammesso che tu riesca a vivere abbastanza a lungo da raccontarlo.Β»

Β«Bene, quindi vuole fare il pelo e contropelo a tutti quanti noi. E io che pensavo peggio!Β»

Β«No, a mio parere c'Γ¨ qualcosa di ancora piΓΉ oscuro dietro. Non ha scelto uno dei miei figli solo per darmi un dispiacere o per ripicca. Si sta preparando a colpire e non poteva farlo senza avere un corpo materiale a supportarlo. Un corpo che contenesse abbastanza potere e vantasse sangue speciale nelle vene, sangue che celasse in sΓ© significati ben precisi.Β» Loki guardΓ² Astaroth con una certa indecisione. Β«Non potreste fare uno strappo alla regola e permettermi di accedere al Regno Ultraterreno per parlare a lui e a Ilya? Poi affronterΓ² anche Jakov, ma credo di dovere una spiegazione a loro, prima che a chiunque altro.Β»

L'interpelleto esitΓ². Β«Dovresti parlarne con Lucifero o con Michele, in teoria, ma il punto Γ¨ che c'Γ¨ un problema ben peggiore.Β»

Β«Quale?Β»

«Solamente Ilya risulta presente come anima defunta nel Regno Ultraterreno. Nessuno ha visto quella di Petya. Ho chiesto a tutti i guardiani di tutte e tre le divisioni, ma niente da fare. È come se dopo la morte l'anima di quell'uomo fosse semplicemente svanita nel nulla, come se non fosse mai esistita. L'angelo della morte incaricato di prelevarla giura di non aver mai visto niente di simile. Quando si è recato sul posto per fare il proprio dovere era già tardi.» Astaroth sospirò. «Mi dispiace, Loki. Dico davvero.»

«Ma da qualche parte dovrà pur essere!» insisté il dio norreno, gli occhi azzurri ora ardenti di pura disperazione. «Com'è possibile che un'anima sparisca così, senza che nessuno, neppure il suo Mietitore, abbia visto qualcosa?»

Β«Non stiamo dicendo che non esista piΓΉ e che sia andata distruttaΒ» precisΓ² Dario. Β«Quando Grober cercΓ² di impossessarsi del mio corpo cercΓ² di intrappolare la mia anima in un'altra dimensione appositamente creata per ingabbiarla e tenerla da conto in vista di quando gli sarebbe stata utile in qualche maniera. Magari Γ¨ successa la stessa cosa a Petya e lui non Γ¨ stato fortunato come me.Β»

Β«A quanto pare la fortuna sembra prediligere teΒ» lo rimbeccΓ² Loki, gelido e velatamente accusatorio. Β«Come al solito ci sono vite che valgono piΓΉ delle altre.Β»

Β«E con questo cosa vorresti dire?Β» sibilΓ² il demone in risposta. Β«Fortunato io? Questa Γ¨ buona! Sul serio, mi sto sganasciando dalle risate!Β»

«Quel mostro avrebbe dovuto prendere te, non mio figlio! È solo perché ha fallito con te se poi ha scelto di ripiegare su Petya! Sei responsabile fino in fondo di tutto quanto, spero ti sia ben chiaro!»

«Ora non esageriamo» intervenne Astaroth cauto. «Loki, non posso sapere cosa tu stia passando in questo momento, ma non è stata colpa di nessuno, tanto meno sua.» Accennò con un gesto del capo all'altro demone. «Lui se ne andò solo perché credeva che così Grober lo avrebbe inseguito e avrebbe lasciato in pace i tuoi figli, e si salvò solo perché Reida era presente e pronta a curarlo. Le cose accadono e basta, Loki, e non sempre possiamo evitare che il peggio si verifichi.»

«Così pare» ribatté ancor più glaciale Loki senza staccare lo sguardo da Dario. «Ad ogni modo, saremo tu ed io a lavorare su questa faccenda. Lui non ha portato che guai a Petya e ai suoi fratelli, perciò preferisco che non attiri ulteriori sciagure su mio nipote e sull'unico figlio che mi resti.»

Β«Andiamo, Loki! Ora stai davvero sproloquiando!Β»

Β«Credo di essere molto piΓΉ utile di quanto potrebbe mai esserlo un demone di dubbia moralitΓ  come quello che hai vicino in questo preciso momento!Β»

Dario ne aveva abbastanza e aveva sentito anche troppo. Β«Sai una cosa, Roth? Ha ragione. Occupatevene voialtri del marmocchio e di Jakov. Io proverΓ² a capire cos'Γ¨ accaduto al monastero. Era quello che volevo fare da ancora prima che spuntasse fuori questo bastardo qui.Β»

Che gliene importava della fine che avrebbe fatto o meno quel Nicholas? Non lo conosceva e a stento rimembrava il periodo in cui aveva conosciuto Kolya e i nipoti di quest'ultimo. Forse era meglio che se ne lavasse le mani, e al diavolo il rimorso. Poteva conviverci.

Β«Dario...Β»

Β«Fanculo, Astaroth, va bene? Ho di meglio da fare che star qui a farmi insultare da un coglione sputaveleno che mi odia come se fossi stato io di persona a far fuori i suoi figli.Β»

Roth fece per ribattere, ma l'altro si era giΓ  smaterializzato.

Loki non si degnΓ² neanche di commentare lo sviluppo degli eventi. Β«Bene. Credo che ora sia meglio fare un salto in cittΓ  e scoprire dove abita Nicholas.Β»

Β«Non dovevi dirgli quelle coseΒ» insistΓ© Astaroth. Β«Non Γ¨ stata colpa sua niente di quanto accaduto fino ad ora. Si Γ¨ fatto le ossa per anni e ha cercato di contribuire come poteva per risolvere la faccenda. La colpa Γ¨ di Grober e di nessun altro.Β»

Il dio norreno sospirΓ². Β«Ascolta, Astaroth... da come parli di lui Γ¨ evidente che gli sei affezionato, ma non puoi negare l'evidenza.Β»

«Non sto negando niente e tu ti stai solo aggrappando a qualcosa pur di evitare di pensare che non eri lì a crescere i tuoi figli e a proteggerli. Non hai colpa di questo, lo so, ma io conosco Dario meglio di te, lo conosco ormai da anni, e fidati quando ti dico che è solo un'altra vittima, non il carnefice.»

Magari quel demone poteva avere un po' di grilli per la testa e a volte sapeva essere un vero macellaio sadico, ma il più delle volte diveniva tale solo se provocato e con chi se l'andava sul serio a cercare. Considerando quel che aveva passato era già tanto che avesse deciso di reagire e di non lasciarsi andare. Poteva esser vero che avesse subito una trasformazione impressionante e fosse diventato sì e no l'opposto di chi era stato prima, ma Astaroth non se la sentiva di biasimarlo del tutto e non se ne stupiva neppure. L'Inferno era un luogo oscuro, pregno di dolore e sofferenza, di rancore, di rabbia e odio, brulicava di anime private della pace, anime violente, corrotte, spesso colpevoli di crimini e peccati efferati, e i demoni impuri, non completamente immuni a quella sorta di influenza esercitata dal luogo, finivano per risentirne e subire una specie d'irreversibile corruzione. Divenivano a loro volta creature dannate, creature per le quali non vi sarebbe poi stato alcun giudizio, nessuna seconda possibilità, nessuna redenzione o promessa di pace. Si erano scelti la propria sorte, avevano deciso in modo consapevole di voltare le spalle al Regno dei Cieli e di abbracciare la dannazione. Esistevano gli Angeli Caduti, i Demoni di Prima Generazione e poi esistevano, per l'appunto, gli Umani Caduti o Demoni Impuri. 

In effetti il Cielo non aveva aiutato granchΓ© Dario, in passato, e quell'uomo non poteva esser biasimato se alla fine aveva deciso di correre da solo ai ripari e non essere mai piΓΉ una preda, ma un cacciatore a sua volta. Chiunque avesse avuto Satana alle calcagna avrebbe fatto tutto ciΓ² che era in suo potere per non cadere nelle sue grinfie, che fosse anche chiedere aiuto a Lucifero, la controparte di Grober meno crudele e piΓΉ ragionevole, quella che in fin dei conti adorava gli umani e li trovava sorprendenti.

Loki guardΓ² altrove. Β«Pensa quello che ti pare di quell'individuo. Io preferisco comunque che non abbia piΓΉ a che fare con Jakov e men che meno con Nicholas. Non lo trovo affidabile e ha un orribile temperamento. Qui occorrono molto sangue freddo e un minimo di delicatezza, e lui non possiede di certo la seconda cosa.Β»

Β«Che cosa sappiamo di questo posto?Β»

Β«Non si sa un granchΓ© e fino ad ora non Γ¨ mai rientrato nei nostri interessi. La gente di Slasti afferma perΓ² che il monastero sia maledetto sin dalla costruzione. Morirono diverse persone durante i lavori. Risale al milletrecento e nei secoli seguenti ha ospitato diversi ordini religiosi. Circa cento anni fa, comunque, cominciarono a sparire nei dintorni della struttura o persino all'interno di essa delle suore, soprattutto delle novizie, e a quel punto decisero di sconsacrare il luogo e abbandonarlo a se stesso dato che non aveva portato altro che sciagura e problemi a tutti quanti.Β»

Dario passΓ² in rassegna il monastero abbandonato e corroso dal tempo, dall'incuria e dalla sempre piΓΉ prominente presenza di vegetazione. Appariva piuttosto lugubre, soprattutto per via della sua locazione, e qualcosa gli diceva che non avesse dato un'impressione granchΓ© diversa quando ancora era abitato e considerato un luogo sacro.

Β«Scommetto che dissero che c'era lo zampino del Diavolo, peccato perΓ² che Lucifero non ne sappia niente.Β»

Β«EsattoΒ» confermΓ² Valmar, gli occhi cerulei impegnati nello scrutare con fare torvo il monastero. Β«Lo abbiamo tenuto d'occhio fino ad ora e per il momento non Γ¨ ancora successo niente, ma suppongo che il divertimento si trovi tutto al suo interno.Β»

Β«Cosa sai dirmi della fauna e della flora?Β»

Β«Come avrai giΓ  notato da solo, la flora non sembra avere problemi. Tuttavia non abbiamo visto animali o meglio... niente che fosse ancora vivo e non dilaniato o rosicchiato fino all'osso. Alcune ossa che abbiamo rinvenuto erano umane, comunque. Piuttosto piccole, credo appartenessero a ragazzini fra i dieci e i quindici anni.Β»

Β«Le ossa umane sono piΓΉ vecchie di quelle animali?Β»

Β«No, piΓΉ recenti.Β»

Β«I Ghoul si sono dati alla pazza gioia, quindiΒ» commentΓ² Dario. Β«E ora che hanno finito le scorte si stanno facendo piΓΉ audaci e spregiudicati spingendosi verso sud, ovvero in direzione del villaggio di Slasti. Perfetto, direi.Β» SbuffΓ² tra sΓ© e sΓ©. Β«Ecco come mai Γ¨ tutto tranquillo, qui. I nostri amici non sono in casa, sono fuori a caccia.Β»

Β«Che facciamo, allora? Voglio dire... Astaroth ha detto di non far niente fino al vostro arrivo.Β»

Β«Io ora sono qui, perΓ², e dico di andare a caccia a nostra volta, trovare quegli abomini prima che possano divorare l'intera cittΓ  e sterminare l'intero nido. Dividiamoci in due gruppi: il primo con me, il secondo invece andrΓ  lΓ  dentro e scoverΓ  il nascondiglio del nido vero e proprio con gli esemplari piΓΉ giovani. Eliminiamoli tutti quanti, non possiamo rischiare.Β»

Valmar increspΓ² le labbra, indeciso. Β«Non lo so, forse dovremmo fare come dice Astaroth e aspettarlo. Siamo appena una ventina, Dario.Β»

Β«Siamo demoni, Valmar.Β»

Β«Peccato che anche i demoni temano i Ghoul. Sono creature antiche quanto la nostra specie nate dalle Tenebre a caratteri maiuscoli. Un concentrato di male allo stato puro.Β»

Β«Allora non credo che la situazione cambierebbe se fossimo in cento, anzichΓ© in venti, non pensi?Β»

L'altro demone si sfiorΓ² la barba curata e tornΓ² a fissare il monastero. Β«Va bene. Tu prendi il gruppo per sterminare quelli adulti che sono andati a caccia nei boschi, io invece penserΓ² al nido. Come farete a rintracciarli, perΓ²?Β»

«Seguiremo il tanfo, suppongo, e la scia di coniglietti mutilati e altre incantevoli creature della foresta fatte a brandelli. Se vedremo viscere sparse ovunque sapremo che sono passati per di lì.»

Β«Beh, fate attenzione. Non vanno presi alla leggera, specie se sono affamati.Β» Valmar esitΓ². Β«Ehi, sul serio Γ¨ ricomparso Loki?Β»

Β«No, Valmar, ero solo incredibilmente sarcastico e metaforicoΒ» cinguettΓ² Dario, tornando poi serio. Β«Certo che era lui ed Γ¨ un vero bastardo.Β»

Β«E hai lasciato Astaroth da solo in sua compagnia?Β»

«Non sono una balia, nel caso non l'avessi notato, e sembravano conoscersi da parecchio. Lungi da me voler intromettermi in una così adorabile accoppiata.»

Β«Eppure sembri incazzato.Β»

Β«Tu dici?Β»

«Potevi rimanere lì. Che ti importa di cosa dice quel vecchio trombone di Loki? Il caso era tuo e di Astaroth, lui si è intromesso e avreste potuto semplicemente trattarlo come l'ultima ruota del carro.»

Β«Non mi importa di cosa dice o meno Loki. Non lo voglio vicino perchΓ© Γ¨ per colpa sua che i miei genitori sono morti e lavorerei male con addosso una perenne vena deicida.Β»

Β«Senza offesa, ma non penso che riusciresti a fare la festa a uno come lui.Β»

«Ho ammazzato Græb'senja. Credi sul serio che Loki potrebbe essere peggiore di quel mostro? È solo un fanfarone i cui giorni di gloria sono ormai da tempo finiti. Nessuno lo venera più e praticamente tutti lo ritengono morto e sepolto da un pezzo.»

Β«Gli animali messi all'angolo sono piΓΉ pericolosi.Β»

Β«Ma si possono ammazzare lo stesso.Β»

«Vorrei farti notare che vedendotela con Græb'senja ci hai rimesso un occhio. Con Loki potresti rimetterci tutto il resto.»

Β«La minaccia maggiore Γ¨ Grober. Un dio decaduto e piagnucoloso non mi preoccupa.Β» Dario si accigliΓ² appena si accorse che l'altro demone sembrava concentrato su qualcosa alle sue spalle. Si voltΓ², imprecΓ² fra i denti e raggiunse di gran carriera i propri due simili che si trovavano alle prese con l'ultimo individuo che avrebbe dovuto trovarsi in quel posto. Β«Avete cinque secondi per spiegarmi che diamine sta succedendoΒ» incalzΓ² irritato. Β«Cosa ci fa lei qui?Β»

Lilith spintonΓ² via la coppia di demoni che negli ultimi cinque minuti avevano provato a convincerla a tornare a casa. Β«Mi sembra chiaro perchΓ© sono qui! Grober Γ¨ mio padre tanto quanto lo Γ¨ Lucifero! Se riuscissimo a trovarlo, magari potrei parlargli io e provare a farlo ragionare!Β»

Valmar e Dario si scambiarono un'occhiata inebetita, poi il secondo sbattΓ© le palpebre e si avvicinΓ² a Lilith. Β«Credo di aver capito maleΒ» disse, convinto di aver davvero preso lucciole per lanterne.

Β«Invece dico sul serio!Β» sbottΓ² inviperita la ragazzina.

Valmar, vedendo Dario sul punto di esplodere dai nervi che aveva, si affrettΓ² a intervenire: Β«Lilith, la faccenda Γ¨ molto piΓΉ complicata e pericolosa di quanto tu creda. Non penso che qualcuno possa riuscire a far ravvedere Grober, ormai. Torna da tuo padre e lascia fare a noiΒ».

Β«No! Voi volete ucciderlo!Β»

«OVVIO CHE LO VOGLIAMO!» tuonò Dario, avendone abbastanza di quegli infantili piagnistei. «È il criminale tra i criminali! È un maledetto mostro che ha distrutto la vita a non so quante persone! Avrà quel che si merita e i miei sforzi non andranno in rovina per colpa dei capricci di una marmocchia!» Si accostò per prenderle un braccio. «Basta con le sciocchezze! Ti riporto da tuo padre!»

Lilith riuscì a scostarsi in tempo. «Io... io conosco una maniera alternativa per risolvere tutto! Non è necessario che lo si uccida!»

Β«Diresti di tutto pur di...Β»

Β«Invece no! Se non mi credi, chiedi a Lucifero! Chiedigli del rituale di confinamento!Β»

Β«Rituale di confinamento?Β» incalzΓ² Valmar perplesso, precedendo Dario.

«Sì, esatto. Fu a quello che lui e gli altri pensarono all'inizio, prima di decidere di ucciderlo. La questione delle possessioni è iniziata ancora prima che morisse. A volte lui... lui prendeva possesso del corpo di qualcuno per un fine ben preciso e appena era soddisfatto tornava nel proprio. Papà provò a confinare Grober con quel rituale nel corpo che all'epoca aveva preso in prestito, diciamo così.»

Β«E...?Β» fece Dario scettico, immaginando giΓ  la risposta.

«Non funzionò, ma non perché non era abbastanza capace. Occorre del materiale piuttosto ricercato e... beh... una cosa che serviva per il rituale venne a mancare senza preavviso alcuno prima che venisse portato a termine. Il piano fallì e Grober riuscì a tornare nel suo corpo e il resto lo sapete già.»

Β«Sii piΓΉ specificaΒ» la pregΓ² Valmar.

«Non ricordo bene tutti i componenti, so solo che uno di quelli più importanti era il sangue di un nephilim puro offerto con consapevolezza. La creatura in questione doveva sapere a cosa sarebbe servito il suo sangue e... ecco... ne serviva molto, quindi è sottinteso che dovesse in poche parole sacrificare la propria vita. Ne rimaneva solo uno dei pochissimi che erano scampati all'epurazione operata da Michele e le schiere del Paradiso; papà riuscì a trovarlo, gli spiegò la situazione e lui decise di acconsentire, ma quando arrivò il momento il nephilim non si presentò e Grober riuscì a liberarsi e a fuggire. Si scoprì che il nephilim era morto, ucciso da un angelo che aveva ignorato l'ordine di Michele di lasciarlo in pace e ucciderlo comunque perché era un abominio, un'offesa all'ordine naturale. Papà ha sempre nutrito dei dubbi in merito alla faccenda e ha sempre avuto l'impressione che Michele nascondesse qualcosa.»

Dario non batté ciglio. «Beh, davvero affascinante. Tutto molto bello, Lilith, peccato che, come tu stessa hai appena detto, non esistano più nephilim puri. Senza contare che Grober non cadrebbe mai nello stesso tranello una seconda volta, non pensi?» Intanto aveva perso tempo prezioso e forse quegli schifosi Ghoul stavano già facendo scempio del villaggio lì vicino. «Torna da tuo padre e resta con lui. Non te lo ripeterò ancora.»

Β«Ma...Β»

Β«Ora basta! Tutte queste chiacchiere sul risparmiare quel mostro non sono altro che una pagliacciata!Β»

Valmar intervenne: Β«Non puoi biasimarla. Voglio dire...Β»

Β«Come osi prendere le sue parti?Β»

«È suo padre. È normale che non voglia che gli facciamo del male.»

Β«Non posso credere a quel che sto sentendo!Β»

Β«Magari dovremmo prendere in considerazione la sua idea.Β»

Β«I nephilim puri si sono estinti da migliaia di anni, Valmar! Dove diaminaccio lo troviamo uno di quei cosi?!Β»

Valmar esitò, poi afferrò per una spalla Dario e si allontanò con lui da Lilith e dai due demoni. «Non siamo sicuri che ucciderlo risolverebbe le cose. È stato già fatto e guarda che conseguenze ha avuto. Forse stiamo sbagliando approccio e magari la soluzione è un'altra. Se non esiste un nephilim puro nel presente, allora potremmo trovarlo nel passato.»

Dario capì al volo. «Sei pazzo, vero? Interferire con il tempo fino a questo punto è proibito e potrebbe causare un disastro. Hanno fallito a uccidere Grober perché non hanno distrutto il suo nucleo vitale, il suo spirito! La cosa più sensata da fare è rimediare a quest'errore e farla finita una volta per sempre!»

Β«D'accordo, senti... dammi tempo fino a domani. Ho un'idea e so a chi chiedere, ma devi darmi tempo.Β»

Β«Dimmi cos'hai in mente.Β»

Β«Te lo dirΓ² solo se otterrΓ² le risposte che cerco. Riporto io Lilith a casa e appena avrΓ² finito tornerΓ² qui. Voi intanto provate a sistemare i Ghoul.Β»

Nell'attimo in cui ebbe finalmente vibrato un colpo di spada che decapitΓ² l'immonda creatura, seppe che erano riusciti ad abbattere tutti gli esemplari che erano andati a caccia. Non appena avevano trovato quelle bestie, dopo quasi due ore di ricerche, era iniziato il massacro vero e proprio, ma alla fine erano stati i Ghoul ad avere la peggio.

C'era mancato davvero poco, un'altra ora e forse quei mostri avrebbero attaccato il villaggio.

Ora non rimaneva che tornare indietro e assicurarsi che il nido fosse stato a sua volta distrutto.

Dario si guardΓ² in giro. Fra le carcasse dei Ghoul contΓ² anche cinque cadaveri maciullati che solo poco addietro erano stati suoi compagni.

Contando anche lui erano sopravvissuti solo in sei allo scontro, ma sapeva che sarebbe potuta andare ancora peggio, se solo non fossero stati consapevoli di ciΓ² che si celava fra quegli alberi.

Con gesti veloci e fluidi fece roteare la lama e la rinfoderΓ².

Β«Torniamo al monasteroΒ» ordinΓ² ai demoni sopravvissuti. Β«Alla svelta, via!Β» tuonΓ² subito dopo, vedendoli esitare come ragazzini inermi.

Borbottando un'imprecazione sconcia andò loro dietro e si chiese, non poco irritato, dove diamine fosse andato a finire Astaroth. Si era detto che tanto sarebbe tornato sì e no immediatamente, che il piano suggerito da Lilith fosse impraticabile e che anche Roth se ne sarebbe reso conto, ma più il tempo passava e più aveva paura che sul serio quel demone avesse scelto di ritentare il rituale di confinamento.

Come se un fallimento non fosse giΓ  una ragione sufficiente per non dar credito alle moine di una ragazzina.

Voleva solo andarsene via da quel posto e darsi una bella ripulita, visto che era sporco del sangue e di altri fluidi corporei di quelle bestiacce. Quella roba, purtroppo, aveva la pessima particolaritΓ  di esalare un tanfo pestilenziale e averla addosso non era propriamente una goduria.

Altro che rituale di confinamento e stronzate varie. Se Grober dovesse capitare fra le mani a me per primo, gli farΓ² vedere io cosa me ne faccio di quelli come lui.

Ora che aveva finalmente la possibilitΓ  di squartare come un animale quel mostro nessuno si sarebbe intromesso nΓ© gli avrebbe impedito di chiudere per sempre quella faccenda. Tantomeno una marmocchia che con evidenza ignorava il pericolo rappresentato da Grober.

Il monastero era ancora lì, immerso nelle tenebre della notte e nel degrado, e tutto era silenzioso. Molto silenzioso.

Dario scoccΓ² un'occhiata gelida a ognuno dei cinque demoni che si era fermati e avevano lasciato che fosse lui ad avvicinarsi all'edificio.

Β«Beh? Devo forse aprirvi la porta, signorine? Vi decidete a smetterla di comportarvi come degli imbecilli, per piacere?Β»

Β«Non si sente volare una moscaΒ» gli fece notare uno di loro. Β«E nessuno dei dieci che sono stati lasciati qui a occuparsi del nido si trova qua fuori, proprio come si era concordato all'inizio. Uno piΓΉ uno fa due, a casa mia, e non ci penso neanche a fare la loro fine. Che se ne occupino gli angeli. Quelli non fanno niente da mattina a sera e lasciano a noi il lavoro sporco! Cinque del nostro gruppo sono giΓ  morti e io voglio vivere.Β»

Gli altri quattro parlottarono fra di loro, ma nessuno di loro fu talmente spavaldo come il compagno da dargli manforte.

Dario restrinse lo sguardo e raggiunse il compagno. Lo squadrò da capo a piedi. «È questo che pensi? Credi che siamo i lacchè degli angeli? Pensi che ciò che stiamo facendo stasera non avrà alcuna conseguenza sul futuro?» Un altro passo avanti. «Pensi che tutto questo sia un gioco, dimmi?»

Il demone deglutì, ma non arretrò. «Non ho detto questo. È solo che non mi va di finire in pasto a quegli affari, e credo che per te valga lo stesso.» Non disse ciò che davvero pensava, ovvero che a Dario di loro non importasse praticamente nulla. Non gli interessava di sacrificare uno e cento di loro, era chiaro che a contare fosse il risultato finale, la vittoria. Il conteggio delle vittime era un discorso a parte, per lui, una sciocchezzuola del tutto trascurabile.

Dario annuì lentamente, studiando con l'occhio sano, scuro e gelido il suo sottoposto. Arcuò le sopracciglia con finta enfasi. «Non vuoi finire in pasto ai Ghoul, dici?» disse con insolita calma, piegando un angolo della bocca verso l'alto. Sembrava indulgente, ma quello sguardo che aveva non prometteva niente di buono. «Bene...» Un altro passo verso il demone. «Non ti spiace se ti mando a fare un giretto nel Vuoto, allora, giusto?» sussurrò. Un attimo dopo il suo braccio si mosse come un dardo, in alto, finché in una manciata di secondi il pugnale che la mano reggeva non affondò nella gola del malcapitato, la punta che fuoriusciva dal cranio perforato. «Sei andato in pasto a me, invece. La tua è proprio sfortuna» disse infine, estraendo la daga e calciando via il cadavere. Osservò la lama che gocciolava di sangue traslucido e iridescente, quello tipico dei demoni che altro non erano che angeli caduti.

Il suo non era in quel modo, perΓ². I demoni impuri, se feriti, spurgavano linfa vitale di un rosso di gran lunga piΓΉ scuro rispetto al sangue umano, tanto da sembrare nero.

Ripulì l'arma sulla manica del braccio opposto. I suoi abiti erano in ogni caso da gettare e un po' di sporco in più non avrebbe fatto granché differenza.

Sollevò lo sguardo sui quattro demoni rimasti. «Dopo di voi, signori» disse, accennando con la testa al monastero. «A meno che non vogliate star a discuterne e perdere altro tempo prezioso. A differenza di quel che sosteneva il vostro compare, c'è una seconda possibilità, ovvero che l'altro gruppo non abbia ancora terminato l'opera e si trovi là dentro, chissà dove, a far fuori Ghoul in miniatura, ogni singolo uovo di quelle schifezze e tutte le femmine rimaste lì a sorvegliare la nursery degli orrori.» Rinfoderò il pugnale. «La seconda ipotesi è questa: sono tutti morti e là dentro c'è ancora del lavoro da sbrigare. Orribile, lo so. Ingiusto, ma in fin dei conti cos'è giusto in questa vita? Siete dei demoni, sciocchi. Lo siete perché a differenza di quelle femminucce degli angeli volete qualcosa in più e non vi accontentate di scartoffie e stupide regole. Siete demoni, comportatevi come tali o tornatevene in Paradiso a strimpellare con le arpe e a fare da balia agli esseri umani, pur sapendo che tanto tutti loro finiranno in ogni caso nella fossa, prima o poi, e che aiutarli non fa alcuna differenza.»
Quelle parole parvero far tornare un po' di sano amor proprio ai demoni che, malgrado ancora incerti, in parte, si decisero a seguirlo dentro l'edificio.

«Qui non c'è niente» disse quasi subito Dario, osservando brevemente, ma con meticolosa attenzione, l'ambiente che li circondava. Era tutto così spoglio, marcio e decadente che si faticava a capire che quello fosse stato un tempo l'ingresso del monastero. «Come ho già detto agli altri, proprio sotto di noi dovrebbe esserci un ossario.»

Β«Perfetto per una covata di GhoulΒ» osservΓ² con ribrezzo uno dei quattro demoni.

Β«Hanno pessimi gusti in fatto di arredamento, ne convengoΒ» ribattΓ© incurante il capo del quintetto. Β«Ad ogni modo, sicuramente Γ¨ laggiΓΉ che risiede il nido ed Γ¨ sempre laggiΓΉ che noi andremo. A meno che non abbiate altre rimostranze. In tal caso vi avverto che non mi Γ¨ rimasta molta pazienza.Β»
Loro non si sognarono neppure di protestare e proseguirono, seguendolo finchΓ© non riuscirono a trovare l'ingresso che conduceva sotto le fondamenta del monastero, proprio nell'ossario. Gli ossari potevano essere anche intere sale le cui mura, e a volte persino i pavimenti, erano costituiti da una distesa di ossa umane, crani compresi. Un metodo di sepoltura macabro, ma per gli umani rappresentava il simbolo massimo di devozione l'esser parte di una struttura sacra dedicata a Dio.

Dopo aver percorso corridoi da claustrofobia e dall'aria viziata, interminabili, finalmente riuscirono ad accedere alla camera, ma subito si resero conto che c'era qualcosa di strano: carcasse di Ghoul ovunque, compresi gli esemplari piΓΉ giovani riconoscibili dalle dimensioni e dal fatto che quando erano ancora dei cuccioli risultavano il doppio orridi. Le uova quasi non si distinguevano, visto che erano state distrutte. Non erano diverse, da intere, a quelle delle rane: trasparenti, superficie opaca e di una vomitevole tonalitΓ  giallastra. A giudicare dalle membrane sul pavimento che si alternavano a una sostanza acquosa e maleodorante, nonchΓ© a ciΓ² che rimaneva degli embrioni e i feti morti, alla fine l'altro gruppo di demoni era riuscito nell'impresa, ma il problema era un altro: anche loro giacevano morti, tutti e dieci, e quel che era peggio era che non mostravano ferite che fossero state in grado di ucciderli. Qualcos'altro era intervenuto, forse dopo che loro avevano terminato il lavoro, cogliendoli di sorpresa.

Dario strinse le labbra, inquieto. «Il loro adorabile nonnino è in casa, a quanto pare» mormorò tra sé, ma non aveva paura. Sapeva che Lui era lì. Se lo sentiva nelle ossa. Era lì e forse anche in quel momento li stava osservando, nascosto chissà dove in quella sala semibuia la cui unita fonte d'illuminazione era un braciere posto sull'altare sempre composto da ossa e crani, un braciere in cui ardevano delle fiamme. I Ghoul erano troppo stupidi per saper compiere gesti così precisi e intelligenti, gesti che solo qualcuno dotato di abbastanza raziocinio avrebbe potuto compiere.

Grober era lì e, infatti, lo si vide emergere dalle ombre. Dario non si lasciò incantare dall'aspetto esteriore del corpo che quel mostro aveva scelto di possedere, di sottrarre a una degna e pacifica sepoltura. Dietro a quegli scintillanti occhi azzurro-violetti vedeva serpeggiare l'ombra del malefico essere.

Si impose di non farsi sviare dall'impatto emotivo che la sua parte irrazionale stava subendo nel rivedere quello che a primo acchito pareva Petya ormai adulto, non piΓΉ il bambino che lui aveva un tempo conosciuto.

Petya ormai era morto, se n'era andato, e al suo posto c'era qualcos'altro. Quello non era che un cadavere rianimato.

Lo vide sorridere appena e con insopportabile, snervante aria di vittoria. «Guarda un po' chi si rivede.» La sua voce era diversa da quella dell'Uomo dagli Occhi Gialli, più profonda e gutturale, ma sempre gradevole, almeno in apparenza. Corde vocali piegate al volere di un malefico parassita. Trasferì gli occhi cerulei sugli altri demoni. «Non per essere scortese, ma gradirei fare quattro chiacchiere con il vostro compare da solo. Nulla di personale, ragazzi.» Sollevò una mano, chiuse il pugno e quelli giacquero sul pavimento, ormai cadaveri.

Figlio di puttana, pensΓ² infastidito Dario.

Grober tornΓ² a concentrarsi su di lui mentre batteva le mani come a voler scacciare da esse della polvere. Β«Accidenti, che espressione truce!Β» commentΓ² dispiaciuto. Β«E dire che una volta eri tenero come un micetto e quasi mi dispiaceva strapazzarti a quella maniera!Β»

Β«Prima che ti prenda a caldi nel deretano dimmi che cosa cazzo vuoi. Sostieni di voler fare quattro chiacchiere, allora spara.Β»

Satana contrasse le labbra, deluso. Β«Anche le tue maniere sono nettamente peggiorate. Le hai perse insieme a quell'occhio o si tratta di eventi del tutto scollegati fra di loro?Β»

Β«Parla, bastardo.Β»

Β«Ce l'hai con me per via dei tuoi genitori, suppongo.Β»

Β«Tu dici?Β»

«Non dare la colpa a me. Tutti sanno che Græb'senja tende a essere zelante quando è a caccia di selvaggina da portarmi in dono. Se ha ucciso un paio di lepri mentre cercava un fagiano particolarmente vigliacco... beh, è il fagiano a dover essere biasimato. Avrebbe semplicemente dovuto arrendersi quand'era il momento ed evitare che a pagare al suo posto fossero vittime collaterali.»

Β«Non stava dando la caccia a me, quella volta, e lo sappiamo entrambi.Β»

Β«Oh, quindi sai giΓ  tutta la storia?Β» flautΓ² Grober, mostrando i denti perlacei mentre sorrideva garbato. Β«E ciΓ² significa che hai fatto la conoscenza di Loki, n'est-ce-pas?Β»

Β«E allora?Β»

Β«E allora sai che gli sto dando la caccia.Β»

Β«Spiacente, non so dove si trovi.Β»

Β«Hai visto cos'ho fatto agli altri tuoi compagni? Pensa cosa potrei fare a te, visti i nostri trascorsi?Β»

Β«Ammazzami pure, se ti garbaΒ» ribattΓ© indifferente Dario. Β«Simili minacce sono come una delicata pioggerella sul viso, per me.Β» Sapeva di non essere piΓΉ di alcuna utilitΓ  per Grober, non dopo esser diventato un demone e aver in un certo senso perso l'anima. Qualunque cosa essa contenesse, ormai era andata perduta per sempre. Grober non avrebbe mai riavuto indietro il suo servo, Rasya. Rasya poteva esser considerato, a quel punto, morto per sempre.

Sapeva tutto questo, ma non aveva paura. Non avvertiva niente, se non un odio sconfinato che urlava per essere ascoltato e soddisfatto.

Β«Come mai tutta questa lealtΓ  nei riguardi di Loki, se posso chiedere?Β» domandΓ² calmo Grober, incrociando le braccia.

Dario rise sommessamente, un suono pregno di scherno. Β«LealtΓ  a Loki?Β» ripetΓ©, come se avesse udito la peggior battuta di sempre. Β«Non mi importa un fico secco di lui. Il fatto Γ¨ che non me la sento di collaborare con te nΓ© di renderti la vita piΓΉ semplice. Tutto ciΓ² che ti arreca fastidio e problemi, Grober, per me Γ¨ causa d'immensa soddisfazione. Millanti d'essere un pezzo grosso, uno dai poteri formidabili, giusto? Allora scopri da solo dove si trova Loki e giΓ  che ci sei va' a farti fottere.Β»

La divinità sorrise con fare sinistro. «Mi chiedo cosa penserebbe di te il povero e dolce Diego se solo potesse vedere il suo adorato paparino esser caduto così in basso, tanto da aver dimenticato le buone maniere. È triste che quando sarai morto non potrai rivedere nessuno delle persone che hai scelto di dimenticare pur di andare avanti. In te ormai si avverte solo uno sterile silenzio, sai? Non ti importa più di nessuno, neppure di tuo figlio. Pur di darmi la caccia hai accettato di abbassarti al mio livello, anzi di superarlo. Che tristezza!»

Β«Attento a non versare lacrime. Non ho un fazzoletto con me, al momentoΒ» ribattΓ© glaciale Dario, il quale non aveva battuto ciglio udendo Grober parlare di Diego. Forse era vero, magari aveva davvero sepolto molto lontano ogni sentimento, ogni emozione che un tempo lo avevano reso umano, una persona a tutto tondo, ma era anche vero che chi era stato una volta non gli mancasse affatto. Le poche volte che si era disturbato a guardarsi indietro non aveva provato altro per il vecchio Dario, se non disprezzo e ribrezzo. Ribrezzo nei confronti di quell'indecente debolezza, di quella mancanza di spina dorsale, di quella dipendenza estrema dai sentimentalismi, dal dolore e dal senso di perdita.

Era colpa di quella persona ormai andata perduta e morta per sempre se si trovava in quel maledetto casino, d'altronde.

Grober sbuffΓ² una risata. Β«Davvero vuoi uccidermi?Β»

Β«Ci puoi scommettere.Β»

Β«Non servirΓ  a granchΓ©, se non a farmi arrabbiare. Oh, sicuro, puoi anche rispedire queste spoglie nella tomba, se lo desideri, ma io tornerΓ² comunque, Dario. In vesti differenti, persino piΓΉ potenti di queste, e con una malsana voglia di toglierti di mezzo una volta per tutte.Β»

Β«Che succede, hai per caso paura di farti male?Β»

Β«Sarai tu a farti male.Β»

Β«Eppure stai facendo di tutto pur di temporeggiare e rimandare l'inevitabile.Β» La mente di Dario lavorΓ² molto in fretta. Β«Oh, ora capisco!Β»

Β«Che cosa?Β» incalzΓ² Grober, un po' brusco.

Β«Le tue minacce sono vuote, e sai perchΓ©? Non vuoi uccidermi e non perchΓ© sia il sottoscritto a interessarti, ma perchΓ© non vuoi correre il rischio che qualcun altro ci rimetta le cuoia, e so bene a chi stai pensando.Β»

Β«Davvero argutoΒ» commentΓ² Grober laconico, dirigendo altrove lo sguardo per una manciata di secondi, ma ciΓ² non fu sufficiente a celare il fastidio che provava a causa della corretta osservazione dell'avversario.

Β«Ho fatto i compiti, non lo negoΒ» cinguettΓ² il demone. Β«Che cosa speri di ottenere dal mio Efialte, dimmi? Sai bene che la strada che io ho scelto ha distrutto per sempre quella parte dei tuoi piani. Non c'Γ¨ alcun Sigillo da riportare in superficie, nessun Rasya da richiamare dalle ombre. Il meccanismo funziona solo se tutti i pezzi sono al loro legittimo posto e io ho scelto sapientemente di far saltare in aria quello piΓΉ importante.Β»

Β«Davvero pensi che solo quel vanaglorioso del tuo avo sapesse congegnare piani di riserva?Β»

«Io penso che tu stia ricorrendo a metodi disperati, Grober, e penso che sia ora che tu la faccia finita di importunare il prossimo con i tuoi capricci da bambino viziato. È tempo che tu capisca che non sei altro che storia passata. Che tu agisca per vendetta o per un tuo contorto e perverso senso della giustizia, la canzone rimane quella: fattene una ragione e fatti un bel tuffo nel Vuoto come tutte le cariatidi pre-cristiane. Hai rotto l'anima a tutti quanti e non me ne frega un bel niente di cosa possa aver fatto o meno Lucifero a te millenni or sono. Non importa a nessuno, in realtà. Ognuno ha i suoi problemi e non ha il tempo di prendersi il disturbo di pensare anche ai tuoi.»

Grober squadrò il demone con gelido livore. «La tua indifferenza è così esplicita da renderti la persona più noiosa che ci sia, lasciatelo dire.»

Β«Oh, capisco. Ti brucia dare il tormento a un topo che non squittisce e non sussulta ogni volta che lo percuoti. Non c'Γ¨ gusto a torturare chi Γ¨ giΓ  dannato e non crede piΓΉ in un bel niente.Β»

Β«Non c'Γ¨ gusto a intrattenere una conversazione con un blocco di ghiaccio e pietra. Fai passare la voglia anche solo di prenderti a schiaffi per la tua insolenza, credimi.Β»

«Non credere di scamparla così. Finiamola una volta per tutte, non mi importa chi di noi due sarà a uscire vivo da qui.»

Β«Io non sono venuto a regolare i conti. Volevo un'informazione e tu non hai intenzione di fornirmela, e dato che ora come ora ucciderti sarebbe controproducente... beh, direi che possiamo concludere qui questo spiacevole e tedioso incontro.Β»

Β«Non osare filartela come una ragazzina offesa, mi senti?Β» ringhiΓ² Dario, iniziando a surriscaldarsi.

Anche lui aveva un piano di riserva. Si era sempre detto che se mai fosse riuscito a incrociare quel mostro, non gli avrebbe riservato una fine rapida e indolore. Prima lo avrebbe fatto soffrire e reso incapace di reagire.

Lilith non era la sola a conoscere un modo per evitare che Grober se la svignasse dal corpo che attualmente occupava. Era un metodo piΓΉ semplice e... beh, per nulla piacevole per il simpaticone in questione, ma decisamente piΓΉ efficace dell'andare in lungo e in largo alla ricerca di un nephilim e chissΓ  cos'altro. Si sentiva un vero idiota per aver ripensato ad esso solo in quel momento, specie quando avrebbe potuto risparmiarsi la tediosa conversazione avuta poco fa con Grober.Β 

Un giorno Metatron gli aveva consegnato una cosa, anni prima, seppur tramite Lucifero. Non appena aveva srotolato quell'ordinato mazzo di pergamene tutte legate assieme da uno spago si era reso conto di trovarsi di fronte a delle memorie appartenute a qualcuno che era vissuto un bel po' di tempo prima di lui, qualcuno che aveva scelto di consegnare a una fonte concreta osservazioni e resoconti del tutto personali e fino ad allora conosciuti solamente da Metatron. Quasi come se avesse voluto assicurarsi che qualcuno, in futuro, portasse a termine la sua opera rimasta incompiuta, il Divoratore di Anime, Rasya, aveva vergato a mano ciΓ² che in epoche piΓΉ recenti della sua sarebbe stato visto come una sorta di grimorio. Gli era stato d'aiuto per capire come far fronte a Grober in molteplici situazioni e possibili risvolti di eventi e non appena aveva letto da cima a fondo i documenti, Dario aveva capito di avere una concreta possibilitΓ  di mettere all'angolo quel mostro. Sapeva esattamente come fare e come evitare che Grober se la desse a gambe e, nel peggiore dei casi, scegliesse di battere in ritirata abbandonando il corpo che stava attualmente occupando. Era quella la formula giusta per legare l'empio spirito alla carne e lui l'avrebbe utilizzata. Aveva solo quella possibilitΓ  e non l'avrebbe sprecata per dar retta a Lilith o a Valmar. Non avrebbe avuto pietΓ , non quando Grober stesso non ne aveva avuta per lui e tanti, troppi altri.

Con l'odio che gli ribolliva nello sguardo il demone, in una lingua antica, simile al sussurro delle stesse ombre, di tutto ciΓ² che si annidava in esse e nel vuoto della fine, recitΓ² le parole che aveva imparato a memoria, e lo fece in maniera talmente fluida e naturale da non dare il tempo a Grober di processare cosa stava accadendo.

Un attimo dopo si portò una mano al torace, gli occhi spalancati, il respiro simile a quello di uno che veniva soffocato da invisibili e serpentesche spire. Crollò sulle ginocchia, scosso da violenti tremiti, in preda a una sofferenza indescrivibile. Dario, biecamente compiaciuto, vittorioso come il Cavaliere Bianco in persona che apriva la strada all'Apocalisse che si riversava tra le genti, si avvicinò e inclinò il capo come un bambino curioso. «Che succede?» chiese con insopportabile dolcezza che riecheggiava di scherno. «Fa male? È come se dentro stessi ribollendo come lava, come se ti stessi fondendo al corpo che ti ospita, anche se non lo vuoi?»

Grober sollevΓ² gli occhi, guardandolo con furia omicida. Β«C-Cosa... cosa mi hai fatto, tu?Β» ringhiΓ² tra gli ansiti, come se non potesse credere che un demone qualsiasi avesse avuto una tale mole di insolente coraggio nel giocargli quel tiro mancino.

Un lampo di quella che parve malvagità allo stato puro attraversò l'occhio buono del demone. «Esattamente ciò che appare, né più né meno.» Con un solo gesto della mano fece apparire dal nulla delle catene ai polsi della divinità. «Temo proprio che i ruoli si siano ribaltati, Grober.» Si inginocchiò davanti a lui, sapendo che non poteva fargli niente, non legato e ridotto all'impotenza com'era, non quando era in suo potere. «Parafrasando, ti ho appena reso la mia puttana, ma non temere! Non ti sfiorerei in quel senso o avvicinerei a te neppure con il manico di una scopa. Mi disgusti troppo e sono un demone d'onore. Non mi piace sporcarmi con la melma.» Afferrò la catena che univa le manette fra di loro e le diede uno strattone per far alzare il prigioniero. «Fosse per me ti ammazzerei qui e ora, e lo farei godendo come la peggiore sgualdrina esistente, ma è giusto che Lucifero possa avere una fetta della propria vendetta. Ti squarteremo come un maiale, Grober, e io avrò cura di farlo lentamente, in modo che tu possa sentire la lama penetrare nella carne e ridurre in poltiglia le viscere.» 

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