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Teoricamente ciò sarebbe stato oltremodo irregolare e no, non era affatto vero che quel tale di nome Dante Alighieri fosse stato giù da loro in compagnia del famoso poeta Virgilio. Chi lo aveva mai visto, quello lì! Si era inventato tutto oppure, ancora, si era trattato di uno scherzo di pessimo gusto a opera di Morfeo o uno dei suoi due fratelli altrettanto scellerati. Quel che era sicuro, era che quel tizio non avesse mai messo piede all'Inferno né in nessun altro luogo ultraterreno, perciò quel tizio, Carvajal, era in assoluto uno dei pochi, pochissimi che avessero avuto un simile privilegio, se tale si poteva definire recarsi all'Inferno da vivi.
Naturalmente sul palmo della mano recava un marchio, quello che di solito consentiva a un vivente di non subire l'influenza sinistra del posto nΓ© di rimanervi intrappolato in eterno.Β
Aveva l'aria spaurita e non si poteva dargli torto, ma... per qualche motivo risultava anche un pochino familiare agli occhi del demone.
Carvajal intercettΓ² la sua ennesima occhiata a metΓ fra l'incuriosito e il perplesso. Si fece coraggio e disse, tentando di suonare cortese anche se quella situazione lo stava mandando fuori di testa: Β«Uhm... non ho ancora ben capito chi seiΒ».
Β«Sono un demoneΒ» ribattΓ© Astaroth, senza celare il tono di voce che sottolineava con precisione l'ovvietΓ della cosa. Β«Astaroth, per la precisione. Sono... beh, oltre ad essere uno dei fratelli minori di Lucifero, sono anche quello che potrebbe esser definito il suo segretarioΒ».
Β«AhΒ» fece Dario, il viso sempre piΓΉ caratterizzato da un pallore malsano che sembrava precedere lo svenimento. Β«Quindi... uhm... quindi esistono anche i demoni e tutta l'altra roba.Β»
Β«Altra roba?Β» Roth cercΓ² come potΓ© di non dare a vedere quanto l'affermazione l'avesse un tantino offeso. RizzΓ² le spalle con aria impettita. Β«Certo che esistiamo. Parola mia, umano, cosa vi insegnano lassΓΉ al giorno d'oggi?Β»
Β«Francamente credevo foste solo uno spauracchio per dei poveri creduloni decerebratiΒ» si lasciΓ² sfuggire Carvajal, solo per poi maledire la propria lingua che non sapeva mai quando fare a meno di formulare certe frasi. A volte non riusciva a fare a meno di esser franco, era praticamente un vizio.
Β«Uno spauracchio, diciΒ» commentΓ² gelido Astaroth. Β«E dimmi, signor disilluso-so-tutto-io, secondo te chi tiene a bada l'oscuritΓ contenuta nel cuore degli umani e cerca di riconvertirla in qualcosa di buono attraverso il pentimento e l'accettazione dei propri errori? Chi si prende il quotidiano disturbo di punire i malvagi e offrire una possibilitΓ di redenzione a coloro che hanno commesso degli errori, grossi o piccoli che fossero?Β»
Β«Non saprei. Qui sei tu l'esperto, non ioΒ» lo rimbeccΓ² Carvajal, di nuovo fin troppo sincero e sarcastico. Β«E comunque gli umani pensano che si vada a finire quaggiΓΉ solamente per soffrire e pagare il prezzo dei peccati e via discorrendo. Avete una pessima fama. Senza contare il discorso delle possessioni e altre sciocchezze che non giocano piΓΉ di tanto a vostro favore.Β»
Β«Beh, sono scemenze. I morti qui affrontano se stessi e la voce delle loro coscienze, in un certo senso, niente di piΓΉ. In quanto alle possessioni, mortale, fidati che qualunque demone, dal piΓΉ umile al piΓΉ potente, preferirebbe gettarsi nella Gola delle Anime Perdute piuttosto che rimanere confinato nel misero corpo di un umano. Se uno di noi si prendesse un giorno una simile briga, fidati che proverebbe un dolore inimmaginabile e diventerebbe matto.Β»
Dario sbattΓ© le palpebre, preso alla sprovvista. Β«E perchΓ© mai?Β»
Β«Per il semplice motivo che un demone non Γ¨ fatto per abitare nel corpo di un mortale qualsiasi. Γ come restare confinati in un luogo troppo angusto e stretto e soffocarvi dentro un po' alla volta. Γ decisamente spiacevole, perciΓ² le possessioni sono da imputare ad altre entitΓ che si fanno passare per demoni, anche se non lo sono affatto. Senza contare che il corpo di un umano Γ¨ fragile, debole, soggetto a un decadimento che noi demoni reputiamo a dir poco rapido e controproducente. Non ce ne facciamo niente di tutte queste grane.Β»
Β«PerΓ² un corpo lo possedete. Voglio dire... sembrate come noi.Β»
Astaroth sollevò un angolo della bocca e sorrise in modo enigmatico. «à un discorso complicato, ma proverò a semplificarlo: è vero, da fuori un demone sembra fatto di carne e sangue come un umano, ma si tratta di carne e sangue diversi, di materie i cui nomi vanno oltre la conoscenza di un uomo normale. à per questo che le vostre armi su di noi non hanno alcun effetto. Per questo non possiamo morire se un pugnale qualsiasi ci trafigge il cuore. Siamo fatti di qualcosa di gran lunga più resistente del volgare ferro.»
Β«E cosa temete, allora?Β»
«Perdonami la schiettezza, ma non me la sento di rivelare a un essere umano come si fa a uccidere un essere ultraterreno. Spero capirai.» Astaroth fece una breve pausa e si incupì. «Una cosa, però, posso dirla: c'è qualcosa che i demoni temono più di ogni altra nel Regno Ultraterreno e non solo.»
Dario tornΓ² ad ascoltarlo. Β«Sarebbe?Β»
Β«Le Tenebre e, un tempo, anche colui che sapeva dominarle e dar loro forma e consistenza. Non dirΓ² di chi sto parlando, neppure noi demoni osiamo pronunciare quel nome, ormai. Quell'abominio non merita il lusso di essere ricordato.Β»
Carvajal lo guardΓ² perplesso. Β«Teoricamente non Γ¨ Lucifero il cosiddetto βprincipe delle tenebre" o roba simile?Β»
Β«Questo Γ¨ l'ennesimo preconcetto partorito dall'ignoranza umanaΒ» lo rimbeccΓ² Astaroth glaciale. Β«No, non Γ¨ lui il responsabile del male che ancora continua a galoppare selvaggiamente nel mondo umano e non solo. Lucifero, anzi, Γ¨ uno dei pochi capaci di tenere le Tenebre sotto scacco e limitare i danni da esse causati. Lui protegge tutti quanti voi dalle Tenebre, si assicura che non mettano radici profonde. Ormai solo lui e Michele sono abbastanza forti da tenerle a bada, non Γ¨ rimasto nessun altro, a parte forse Azrael, ma lei Γ¨ impegnata nel gestire le anime trapassate, quindi Γ¨ come se non partecipasse mai effettivamente all'eterna caccia. Γ per questo che Michele, a un certo punto, decise di avere fiducia nell'uomo e di dare vita all'Ordine dei Cacciatori. Il loro nome basta e avanza a far capire a chiunque a cosa hanno scelto di consacrare le loro esistenze. Molti li definiscono angeli privi di ali e di Grazia, e non hanno tutti i torti. Magari qualcuno fra di loro potrΓ commettere degli errori, di tanto in tanto, ma ben pochi si azzardano a tradire la causa.Β» Il demone scoccΓ² un'occhiata penetrante all'umano. Β«Ho avuto modo di leggere superficialmente i vari rapporti sul tuo conto e trovo vergognoso che tu abbia tentato di raggirare i Cacciatori e carpire loro informazioni piΓΉ che sensibili su questioni che non ti riguardavano minimamente.Β»
A quelle ultime parole Dario avvertì una marcata irritazione avvolgerlo in invisibili spire. «Stavo solo provando a ottenere delle risposte.»
Β«Risposte a cosa?Β»
Β«Volevo sapere che cos'era realmente quell'entitΓ , l'Uomo dagli Occhi GialliΒ» replicΓ² spazientito l'ex-insegnante.
Β«Il... il che cosa?Β» Astaroth fissΓ² l'umano interdetto.Β
«Niente che ti riguardi» lo imitò sarcastico Carvajal, anche se non era in vena di fare il cretino né di scherzare. Quello lì si permetteva di fargli la ramanzina e neppure lo conosceva, e il fatto che si trovassero all'Inferno non giustificava comunque tanta maleducazione.
Β«Com'era fatto questo essere?Β» chiese di nuovo Astaroth, ignorando la sua risposta poco garbata. Β«Lo hai visto in faccia, vero?Β»
Dario strinse le labbra, deciso a non replicare, ma dopo cinque minuti di silenzio ne ebbe abbastanza del modo in cui il demone continuava a fissarlo in ansiosa attesa. Che diamine, gli stava mettendo un'angoscia paurosa addosso, e già ne aveva parecchia a gravargli sul petto. Si trattenne dallo sbuffare. «Sì. Ho... ho avuto modo di vederlo bene in faccia. Più di una volta.» Glielo descrisse, gli offrì un vivido e preciso ritratto della creatura che aveva tormentato il suo riposo e fatto a pezzi la sua vita un po' alla volta; quell'essere lo aveva in un certo senso divorato e forse non aspettava altro che terminare il pasto, ma al tempo stesso faceva come i gatti: preferiva giocare con il topo fino all'ultimo istante, guardarlo mentre squittiva terrorizzato in un angolo, consapevole di non avere via di fuga né un briciolo di speranza nell'avvenire e solo quando era soddisfatto balzava e lo divorava. Era ciò che quel mostro aveva fatto con lui per anni, aveva sadicamente giocato con lui e con le sue paure finché non lo aveva spinto a capire di non avere risorse sufficienti a contrastarlo.
Non gli importava di sembrare un codardo, sapeva perchΓ© aveva preferito fuggire e nascondersi e non se n'era mai pentito.
I suoi genitori erano al sicuro, se lo sentiva nelle ossa, e le cose dunque andavano bene esattamente com'erano.
Aveva commesso l'errore di infastidire un drago senza un'armatura a proteggerlo nΓ© un'arma con cui lottare. Era stato stupido e ne stava semplicemente pagando il prezzo.
Dopo che Lucifero aveva rimestato senza troppe cerimonie nei suoi ricordi, persino i piΓΉ remoti e sbiaditi, era come se tante cose fossero riaffiorate da una fitta coltre di nebbia. Un po' alla volta, mentre aspettava che il suo demoniaco e improbabile βbenefattore" finisse di conversare in privato con nientepopodimeno che l'arcangelo Michele in carne e piume, si stava rendendo sempre piΓΉ consapevole di star peggio di prima, di avvertire ancor di piΓΉ il peso degli eventi sulle spalle e... non poteva non domandarsi cosa ci facesse uno come lui, un umano prosciugato di ogni prospettiva per l'avvenire e ormai saturo di senso di impotenza e dolore, in mezzo a creature mitologiche di tale calibro. Per lui non Lucifero e Michele non erano diversi da figure come le divinitΓ dell'Antica Grecia, li aveva sempre posti allo stesso livello.Β
Si chiedeva in quale stato sarebbe uscito da una simile situazione e una parte di lui ancora sperava che fosse uno scherzo crudele o un incubo. Non sarebbe stato tanto male risvegliarsi e capire che niente di quella storia fosse la veritΓ .
Lucifero non ha voluto dirmi niente. Mi ha solo detto che dovevo andare con lui e che a tempo debito mi avrebbe spiegato tutto, se e quando possibile.
Gli era sembrato strano, come con la testa altrove, e anche preoccupato.
Fra tante altre cose, forse aveva anche visto cos'era accaduto anni prima, quando lui, in un modo o nell'altro, si era ritrovato a un passo dalla morte e ad affrontare il peso del lutto che ancora si portava dietro nel presente, una macchia che mai sarebbe sbiadita nΓ© andata via. Col senno di poi, ragionandoci sopra ancora e ancora, aveva smesso di provare rancore nei confronti di Reida e Dracomir per avergli salvato la vita, e non perchΓ© avesse riscoperto un improvviso amore per essa, ma... loro avevano provato ad aiutarlo, avevano fatto ciΓ² che delle persone con una coscienza avrebbero fatto. Aveva capito che il problema era stato sempre lui e non il prossimo, da quando le persone che piΓΉ aveva amato al mondo se n'erano andate. Si era convinto per tanto tempo che fosse lo specchio a esser rotto, ma alla fine aveva compreso che no, non era il riflesso a essere sbagliato e distorto. Lo specchio aveva sempre mostrato la pura e semplice realtΓ .
Rotto, in mille pezzi. Erano le uniche parole con cui ormai sapeva descrivere se stesso. Una bambola rotta, andata in frantumi e impossibile da aggiustare.
Cosa speravano di poter ricavare da lui Lucifero e gli altri? Era solo un uomo, forse ancor meno di questo. Che ci faceva lì, nel centro esatto di un uragano causato da entità millenarie?
Per un attimo aveva creduto che guardando Lucifero negli occhi, dopo che questi avesse terminato di spaziare nella sua mente, vi avrebbe visto dentro qualcosa che avrebbe potuto riesumare la sua speranza, ma non vi aveva scorto niente del genere, bensì quasi l'esatto contrario.
Se persino il Diavolo lo riteneva una causa persa, allora era messo peggio di quanto avesse creduto fino ad allora e non era un pensiero confortante.
Β«Allora Γ¨ lui, non c'Γ¨ alcun dubbio.Β»
La voce di Astaroth e il tetro suono delle sue parole lo ricondussero al presente.
Β«Chi o cosa Γ¨ veramente il demonio che ho alle calcagna?Β» domandΓ² Carvajal.Β
Β«Ti sei risposto da solo. Mettiamola cosΓ¬, ragazzo: Lucifero e Satana, al contrario della credenza popolare, non sono e mai sono stati la medesima entitΓ . Neppure una volta, neanche per un istante. A quanto pare tu hai infastidito il mastino piΓΉ cattivo, anche se mi sembra assurdo che possa esser tornato dopo tutto quello che mio fratello ha fatto per assicurarsi che non potesse piΓΉ far del male a nessuno. Γ... incredibile e inquietante.Β»
Dario tacque, poi: Β«Non sono molto d'accordo. Penso che il male in sΓ© per sΓ© sia impossibile da sradicare e da eliminare. Esiste e non possiamo farci niente, se non conviverci. Non lo si puΓ² distruggere. Ha troppe forme attraverso le quali operare e colpireΒ».
Il demone lo scrutΓ² torvo. Β«Un altro po' di tutto questo ottimismo e andrΓ² a gettarmi direttamente nella Gola delle Anime Perdute.Β»
Β«Mi stupisce che sia un demone a farmi la predica su certe questioni, senza offesa.Β»
«Beh, amico, questo demone ti dice che hai torto. Io il male lo vedo ogni singolo giorno, va così da millenni e millenni e ne ho viste di cotte e di crude. Il discorso è molto più complesso di quanto tu creda. E poi... il male ha la sua utilità . Come diamine pensi sapresti riconoscere un'azione buona da una malvagia, se non ci fosse il male a ricordarti che c'è un limite ben preciso da non superare? à questo che lo rende indistruttibile, almeno fino alle fondamenta. Deve esistere per forza, lo richiede l'equilibrio universale, ma questo non vuol dire che non si debba muovere un dito per tenerlo a bada e fare in modo che rimanga al posto che gli spetta. La lotta non finirà mai, probabilmente, ma l'importante è continuare a combattere.»
Β«Io mi sono chiamato fuori da un bel po' da questa fantomatica lotta.Β»
Β«E allora cosa ci fai qui, dimmi?Β» Astaroth non capiva da che parte intendesse stare quell'uomo e cosa ci vedesse in uno come lui Lucifero. Gli si leggeva negli occhi che era vero, che non aveva intenzione di lottare per un bel niente e di non voler aver nulla a che fare con quella vicenda.
Carvajal esitΓ². Β«Francamente non ne ho idea. Γ stato Lucifero a trascinarmi qui.Β»
Β«Complimenti per l'ennesima risposta da menefreghista navigatoΒ» lo rimbeccΓ² sarcastico il demone.
Β«Meno male che ci sei tu a ristabilire l'equilibrio cosmico tra i due poli, alloraΒ» replicΓ² gelido Dario. Β«Com'Γ¨ che non hanno ancora pensato di darti una bella medaglia o rispedirti lassΓΉ a indossare una gonnellina bianca e una bell'aureola nuova di zecca? Ci starebbe una promozione, viste le eroiche idee che ti trascini dietro.Β»
Astaroth, irritato, restrinse lo sguardo. Β«Tra un secondo vedrai cosa sono capace di fare con le mie eroiche idee, ma non so se ti piacerΓ . Dipende dai gusti, suppongo.Β»
«Accidenti, ora sì che sono tutto un tremito.»
Β«Al tuo posto abbasserei la cresta e la smetterei di fare il gradasso, coniglietto.Β»
Β«Insultami quanto vuoi, ma sappi che non attacca con me. E perchΓ© tu lo sappia, i conigli non hanno la cresta, ma le orecchie.Β»
Β«Oh, tranquillo, non stavo cercando di riesumare il tuo amor proprio. CiΓ² che Γ¨ morto tale deve rimanere, d'altronde. Uno come te lo dovrΓ sicuramente sapere bene.Β»
Quelle parole non riportarono in superficie l'orgoglio di Dario, ma in compenso lo fecero arrabbiare e non poco. Anche se un momento dopo si ritrovΓ² a provare un male tremendo alle nocche, non fu affatto dispiaciuto di aver assestato un pugno sul naso del demone. Era come aver colpito una statua di marmo, ma a pensarci bene si sentiva un po' meglio dopo averlo fatto. Β«La prossima volta sciacquati la bocca prima di parlare di cose che non ti riguardanoΒ» sibilΓ². Β«Di' cosa vuoi di me, ma lascia fuori dalla questione il mio passato.Β»
Astaroth aveva riportato in vita non il suo amor proprio, ma quella rabbia mai del tutto sopitasi negli anni. Quella rabbia atroce e viscerale che lo aveva accompagnato e tormentato un giorno dopo l'altro, senza tregua. Ora eccola lΓ , riemersa dall'abisso, piΓΉ radicata che mai.
L'ira lo schermΓ² dalla paura e dalla ragione quando Astaroth, deciso a restituirgli la cortesia, fu sul punto di colpirlo e di non essere per niente misericordioso.
A porre fine al principio di una lotta impari furono il suono delle porte che si aprivano a poca distanza da loro e dei passi di Lucifero e Michele.
«Bontà divina, ragazzo! Non posso lasciarti da solo un secondo che ti metti subito a bisticciare con gli altri bambini?» esordì l'Angelo Caduto. «Astaroth, lascialo andare, su. Non sei tipo da prendertela con quelli più piccoli di te.»
Il demone, pur controvoglia, ritrasse la mano che serrava tra le dita gli abiti dell'umano e fece un passo indietro, la bocca contorta in una smorfia di sprezzante alterigia. «Non sono stato io a iniziare» disse subito dopo, deciso a non passare per il cattivo di turno. «à lui ad avermi colpito per primo. Dammi retta, questo qui è un pericolo per se stesso, più che per gli altri. Non vale il disturbo che tutti e due vi state prendendo.»
Michele respirΓ² profondamente. Β«Astaroth, per favore, ora lasciaci da soli. Tu, invece, entra con me e Lucifero. Dobbiamo parlare.Β» IndicΓ² al mago l'ingresso dell'ufficio. Β«Dopo di te.Β»
Dario si morse la lingua prima di poter dirgli, senza troppi giri di parole, che poteva pure andare a farsi un bel giretto nel luogo dove venivano mandati tutti i rompiscatole dell'universo. Obbedì e vide infine i due seguirlo dentro e chiudere le porte.
Β«Se avete altre cattive notizie, risparmiatemi pure i convenevoliΒ» disse schietto.Β
Li vide scambiarsi una strana occhiata, poi l'arcangelo, lentamente, rispose: Β«In effetti... non sono buone nuove quelle che abbiamo per teΒ».
Β«Fantastico. Iniziavo quasi a spaventarmi, davvero. Insomma, ormai sono affezionato alla mia dose giornaliera di sventura.Β»
Michele di nuovo guardΓ² il fratello. Β«Fin qui sembra che stia prendendo la questione meglio di quanto sperassimoΒ» gli sussurrΓ².
Lucifero scosse la testa. «Ah, Michele, tu ignori il potere colossale del sarcasmo e delle sue tante sfumature!» lo apostrofò tetro. Schiarì la voce. «Uhm, siediti, marmocchio. à ora di fare una chiacchierata.»
«Smettila di chiamarmi marmocchio e fatela finita di parlare come se non fossi qui! à maleducazione fare così in presenza d'altri, lo sapevate?»
Β«Ah, che scocciatura! Siediti e zitto, Bambolo!Β» fece spiccio il signore dell'Inferno, spingendo intanto il mago fino all'elegante seggiola dall'alto schienale accanto alla scrivania.Β
Cavrajal spalancΓ² gli occhi. Β«Com'Γ¨ che mi hai chiamato?Β» esclamΓ² oltraggiato.Β
Β«Hai sentito bene e credimi, stellina, sono stato persino troppo gentile.Β»
Michele alzΓ² gli occhi al cielo. Β«E va bene, ora piantatelaΒ» li interruppe, chiedendosi come potesse Lucifero esser ancora cosΓ¬ immaturo a un'etΓ come la sua. Era incredibile, certe volte!Β
Sospirò. «Allora... uhm... hai presente la creatura che una sera riuscì a irrompere nella casa dei tuoi genitori?»
Dario si trattenne dal rabbrividire. Β«Dimenticarla sarebbe impossibile, ma... che c'entra, adesso? Il mondo Γ¨ pieno di roba pazzesca, no? Era un mostro come un altro e...Β»
Β«Eppure eri convinto che fosse stato quell'essere a imbeccarlo. Beh, avevi ragione.Β»
Lucifero sbuffò piano. «Ah, peste, Michele! Digli tutto e smettila di comportarti come se fossi al capezzale di un moccioso moribondo!» Spinse da parte il fratello e prese in mano la situazione. «Ciò che Michele, da anima candida qual è, cerca di comunicarti, è che quella cosa aveva eccome a che fare con la creatura che tu chiami l'Uomo dagli Occhi Gialli. à il suo servo più devoto e crudele, tra i più pericolosi. à insolito che però venga avvistato nel mondo umano. Pensavamo si trovasse altrove, ma non è così.»
Il mago fece una smorfia spaesata. Β«Non capisco dove vogliate arrivare.Β»
«Græb'senja» intervenne Michele con un filo di voce. Persino lui sembrava scosso e molto preoccupato. «à questo il suo nome.»
Β«GrΓ¦b- cosa?Β» ripetΓ© confuso l'umano, senza riuscire a ripetere un nome cosΓ¬ strano.Β
«à una specie di creatura demoniaca, diciamo così. Un autentico segugio infernale, più o meno.»
Β«Uhm... non so cosa vi siate bevuti di recente, ma quell'affare era tutto tranne che un cane! Insomma... sembrava un cervo decomposto!Β»Β
«Appunto» incalzò cupo Lucifero. «Il suo aspetto è fin troppo caratteristico perché lo si possa scambiare con qualcos'altro. à lui, non c'è alcun dubbio. L'ho visto molto tempo fa e l'ho rivisto nei tuoi ricordi, Dario. Gli sei sfuggito per un soffio, ma da quel che ho scoperto hai avuto altri spiacevoli incontri con lui. Sappi che non è strano e che non è un buon segno. In realtà ... è il peggiore che esista. C'è un motivo se ti da la caccia e sono sicuro che è per questo che hai scelto di nasconderti e di allontanarti, soprattutto, dalla tua famiglia. Avevi ragione e non l'avevi: non era lì per i tuoi genitori, quella notte. Era lì perché aveva captato la tua recente presenza fra quelle mura. Era lì per te, non per loro.»
Β«C'ero arrivato da solo, visto che poiΒ mi ha seguito altrove e di tanto in tanto continua a rispuntare come un'erbaccia. PerchΓ© vuole me, perΓ²?Β»
«Non è lui a volerti, ma il suo padrone. Non essendo riuscito nel suo intento, ha scelto di cambiare strategia e di lasciare che fosse un suo servo a fare il lavoro sporco. quell'abominio ti segue da anni e fino ad ora te la sei sempre cavata per miracolo, ma potrebbe non andare sempre così. à pericoloso, letale se riesce a ghermire la preda, e c'è un modo con cui riesce a trovarti sempre. Vedi... è possibile che la notte in cui cadesti dalle scale e fosti sul punto di morire, quanto avvenuto nella dimensione dove il mostro era riuscito a intrappolarti abbia lasciato su di te una scia o, meglio ancora, una specie di marchio distintivo. Una traccia, capisci? E quella traccia permette a Græb'senja di inseguirti senza sosta.»
Dario si accigliΓ². Β«Un attimo... state dicendo che sono stato maledetto o roba simile?Β»
«Non esattamente, quella... è una questione differente e ci arriveremo dopo» ribatté Michele. Sembrava davvero che stesse parlando a un moribondo, lo suggeriva la discrezione contenuta in ogni sua parola. «Sei stato marchiato, niente di più né di meno. à un marchio impercettibile e impossibile da vedere persino per occhi come i miei e di Lucifero, ma Græb'senja lo vede, lo avverte nell'aria, forse riesce perfino a udirlo, non ne siamo certi.»
Carvajal incrociΓ² le braccia. Β«Quindi... come mi libero di quell'affare o, almeno, del marchio in questione?Β»
Β«Non esiste modo a noi noto per eliminare il primo o il secondo problemaΒ» tagliΓ² corto Lucifero.Β
Β«E questo cosa dovrebbe significare? Che succederΓ se quel coso riuscirΓ a raggiungermi e a prendermi?Β»
Β«Morirai e da quel momento in avanti apparterrai al suo padrone per sempre. Per te non ci sarΓ un AldilΓ nΓ© la pace. SarΓ peggio che finire all'inferno, probabilmente. Nessuno di tutti quelli che sono stati marchiati ce l'hanno fatta a sopravvivere, a memoria d'uomo.Β»
Β«In che senso?Β»
Michele intervenne e scoccΓ² un'occhiata torva al fratello: Β«Il fatto Γ¨ che... neppure la protezione mia o di Lucifero potrebbe... ecco... cambiare il corso degli eventi. Non abbiamo potere su GrΓ¦b'senja. Non appartiene al Regno Ultraterreno e non deve sottostare alle leggi del mondo sotto la nostra tutela. Γ... uhm... libero di fare ciΓ² che vuole.Β»
Dario avrebbe riso della propria ottusitΓ , in circostanze diverse. Gli ci era voluto un bel po' per capire qualcosa di cosΓ¬ semplice e lineare. Β«Vuoi dire che sono condannato?Β» incalzΓ², quasi in un sussurro.Β
«Condannato e maledetto, temo» fece Lucifero, anticipando Michele. «Non ne ero del tutto sicuro, ma appena mio fratello ha detto di aver avvertito la stessa cosa, ho capito che non era una semplice impressione. Per farla breve, abbiamo il fondato sospetto che tante delle tue sventure siano da imputare a un maleficio che anche in questo preciso istante grava su di te. à uno dei famigerati Anatemi e di solito non ha esiti positivi. à fatto appositamente per rendere la vita di una persona un inferno finché, spesso, non è la vittima stessa a cedere alla disperazione e a ricorrere a gesti estremi per non soffrire oltre. Alcuni chiamano questa malia la Marcia della Morte e tu, anni fa, sei stato a tanto così da completare il malefico cerchio e a cedere alla sua influenza.»
Al mago stava quasi per girare la testa. Non aveva ben capito se lo avessero fatto venire fin laggiù per privarlo fino in fondo della voglia di tirare avanti o per riferirgli che c'era un modo per far sì che tutto quanto terminasse. Scosse il capo. «Io... io non capisco» mormorò stremato. «Perché sono qui, allora? Se volevate riferirmi che ho sopra di me questa immensa spada di Damocle, allora potevate farlo anche senza trascinarmi letteralmente all'inferno. Come se poi la mia esistenza non fosse già stata di per sé infernale!»
Qual era il loro obiettivo? Cosa c'era in lui di cosΓ¬ importante da aver fatto scomodare Lucifero e l'arcangelo Michele in carne e ossa?Β
Michele trasferì il peso del corpo sulla gamba opposta. Sembrava indeciso. «Sei qui perché non era sicuro parlare di tutto ciò nel mondo umano» replicò cauto, misurando con evidenza ogni singola parola. «E per quanto quel mostro che hai alle calcagna abbia libero accesso quaggiù, questo non significa necessariamente che i demoni di mio fratello e Lucifero stesso gli permetterebbero di valicare questi confini con facilità . Per ora l'unico vantaggio che possediamo, che tu stesso hai, è questo.»
Β«Non esattamenteΒ» lo contraddisse Lucifero. Per la seconda volta Dario vide apparire tra le mani dell'Angelo Caduto il suo Corso della Vita che poi venne adagiato sulla scrivania e aperto a una pagina ben precisa, l'ultima in assoluto. Β«Guarda qui. Cosa vedi?Β»
Domandandosi se lo stesse prendendo in giro, Carvajal replicΓ² che non vedeva assolutamente niente. Era come trovarsi di fronte a un racconto rimasto incompiuto e privo di un vero finale. Β«E allora?Β»
Β«E allora, cervello di gallina, tu hai un altro vantaggio. Ma che dico! Un privilegio raro e invidiato da molti, qualcosa per cui chiunque altro ucciderebbe, pur di ottenerlo!Β»
Β«Devo chiederti di farmi un disegno accurato o ti decidi a parlare chiaramente?Β» lo rimbeccΓ² tagliente Dario, stufo marcio di tutto quell'ermetismo da strapazzo.
Β«Significa, gioia,Β» continuΓ² deciso Lucifero, puntellandogli il petto a ritmo delle proprie parole, Β«che nel tuo Corso della Vita Γ¨ assente il giorno, il preciso istante o laΒ semplice modalitΓ con cui la tua esistenza dovrebbe concludersi. E non venire a dirmi che sei immortale, perchΓ© fidati quando ti dico che non si sfugge alla morte. Persino le creature dai piΓΉ ritenute eterne, prima o poi, incontrano la Mietitrice. Tu, perΓ², hai la possibilitΓ di afferrare il tuo destino e plasmarlo a seconda della tua volontΓ . Puoi scegliere se morire e arrenderti o vivere e lottare, lo capisci? Sei padrone della tua sorte!Β»
Per un lungo istante Dario lo fissò con aria vacua, poi trasferì lo sguardo su Michele e chiese, con un filo di voce: «Ma è matto, per caso?»
Michele, perΓ², non fece in tempo a replicare che il fratello riprese parola, la voce stentorea e autoritaria di chi provava per l'ennesima volta a far capire un concetto semplice a una persona dura di comprendonio: Β«Ammesso e non concesso che tu sia veramente rimasto vittima dell'Anatema o ciarpame vario, ti resta una possibilitΓ di salvezza! Γ chiaro che la fortuna non abbia ancora scelto di abbandonarti fino in fondo e che tu abbia ancora modo di fare le scarpe ai tuoi demoniaci amichetti! Non Γ¨ ancora finita, stupido!Β»
Β«Ma...Β»
Β«PerciΓ² finiscila con quell'aria da cane bastonato e decidi, qui e ora, cosa vuoi fare!Β»
Β«Ma... ma...Β»
Β«Niente ma! Non fare il mollusco! Spina dorsale ci vuole, quindi recuperala e basta con le cretinate!Β» Lucifero condΓ¬ tali ultime parole con un'energica pacca sulla schiena del mago, il quale si ritrovΓ² senza fiato e finΓ¬ per cadere dalla seggiola.Β
Michele tossicchiò. «Uhm... credo, e magari mi sbaglio e basta, che tu a volte metta un po' troppa passione nei tuoi discorsi. Come pretendi che una persona capisca cosa vuoi trasmettergli se la stordisci così?»
L'Angelo Caduto, mortificato, si chinΓ² su Carvajal. Β«Uhm... pardon. A volte dimentico la mia forza.Β»Β
Dario gli rifilΓ² un'occhiata inviperita e si rimise in piedi da solo. Β«Buono a sapersiΒ» borbottΓ² a denti stretti. Β«La prossima volta avvisa prima di mandare gambe all'aria il poveraccio con cui stai parlando. Sarebbe cortesia assai gradita, e parlo anche a nome della mia schiena.Β» Accidenti, era un miracolo che non gli avesse fatto sputare entrambi i polmoni in un colpo solo. Si massaggiΓ² il retro del collo e non ce la fece proprio a celare una smorfia di dolore. Β«Chiamami stupido quanto ti pare, ma non ci ho capito granchΓ©.Β»
Michele scelse saggiamente di venire in suo soccorso: Β«Trovo che per il momento la cosa migliore da fare sia concederti di rimanere qui e...Β»
Β«Cosa? Restare qui?Β» lo interruppe Carvajal inorridito. Β«In compagnia di Mr.Tenebra e il suo simpatico compare? No, grazie, allora torno a casa mia!Β»
Β«In tal caso dirΓ² ad Astaroth di tenerti d'occhio ventiquattr'ore al giorno come si fa con i lattanti. L'idea ti aggrada?Β» lo apostrofΓ² ironico Lucifero. Β«Suvvia! So essere ospitale!Β»
«In effetti ci sono alcuni problemi» rifletté Michele. «à proibito per un mortale sostentarsi con il cibo e le bevande ultraterrene. In poche parole... se lo facessi, poi non potresti più tornare nel mondo degli umani, fra i mortali, e se anche così fosse...»
Dario si accigliΓ². Β«Cosa?Β»
Β«Beh... diventeresti un demone o una creatura ultraterrena. Nessun caso Γ¨ mai uguale all'altro e dipende da persona a persona. L'unica costante Γ¨ che cesseresti di essere ciΓ² che sei e diverresti qualcosa di ben diverso. E non Γ¨ l'unica difficoltΓ : l'Inferno non Γ¨ esattamente un luogo sicuro e non ti sarebbe permesso gironzolarvi a tuo piacimento. Ricorda che nessuno, salvo me, Lucifero e al massimo Astaroth, devono sapere che tu ti trovi quaggiΓΉ. Non possiamo esser certi della lealtΓ di tutti i demoni e...Β»
Β«Ehi, frena un attimo!Β» intervenne stizzito Lucifero, spingendo da una parte senza tante cerimonie il mago e piazzandosi di fronte al fratello. Β«Che vorresti dire con questo? Quindi, secondo te, i miei uomini non sono affidabili? Tutti gli angeli sono carini e senza macchia, mentre i demoni sono un manipolo di canaglie irresponsabili?Β»
«Oh, andiamo! Va ammesso che non tutti i tuoi sottoposti possano esser considerati affidabili!» squittì Michele. «Tu stesso non sei il massimo della responsabilità !»
Β«Come come?! Disse quello che non sapeva neanche che mancava un Angelo Custode all'appello!Β» sbraitΓ² l'Angelo Caduto, accennando a Dario. Β«Sei troppo occupato a lucidarti l'aureola, secondo me! E tra parentesi: le tuniche sono passate di moda piΓΉ o meno da un millennio!Β»
Β«Io non mi lucido l'aureola! Non hai idea di quanti siano i miei impegni!Β»
Β«Oh, lo immagino!Β»
Dario, rimasto fino ad allora a fissarli mentre bisticciavano come due ragazzini di dieci anni, anzi di cinque, sbuffΓ² tra sΓ© e decise di approfittare della loro disattenzione per sgattaiolare fuori dall'ufficio.Β
Non aveva intenzione di rimanere laggiΓΉ nΓ© di farsi sorvegliare come un marmocchio da quell'indisponente di nome Astaroth. Piuttosto si sarebbe fatto divorare tutto intero da quella disgustosa creatura demoniaca di cui neppure ricordava il nome.
PiΓΉ rifletteva su ciΓ² che gli era stato detto e piΓΉ non capiva. Prima gli avevano spiegato che era maledetto, che era destinato a soffrire fino a raggiungere un tale stadio di disperazione che o si sarebbe ammazzato o sarebbe accaduta una tragedia dalla quale non sarebbe riuscito a districarsi vivo, poi, perΓ², ecco che Lucifero accennava al fatto che nel suo Corso della Vita non v'era menzione del modo o del giorno in cui sarebbe morto. Aveva detto che poteva persino disporre del proprio destino finale, quando in fin dei conti ciΓ² era prerogativa giΓ comune di tutti gli uomini. Per quel poco che sapeva circa la tradizione cristiana, esisteva il libero arbitrio, ma esso strideva con la questione del Corso della Vita. Se tutto era giΓ stato predisposto e scritto, che senso aveva fare le proprie scelte, agire secondo il proprio volere? Persino la decisione in teoria ritenuta imprevedibile e imprevista era, dunque, stata giΓ pianificata e decretata da qualcun altro?
Non aveva senso. Niente in quella storia lo aveva, dannazione!
TornΓ² a sedersi su uno degli scranni presenti in quella sorta di sala d'attesa fuori dall'ufficio di Lucifero, non avendo la piΓΉ pallida idea di dove andare nΓ© avendo punta voglia di farsi un giretto di piacere per un luogo tanto orribile.Β
Eppure continuo a pensare che non mi abbiano detto tutta la verità . Ancora non capisco cosa vi sia in me di così importante.
Solamente un idiota avrebbe sostenuto che quei due si fossero scomodati per un umano qualsiasi. Una parte di lui continuava a ripetergli che a importare a Michele e a Lucifero fosse ben altro sul suo conto, quel qualcosa che fino ad allora avevano sapientemente celato.
SospirΓ².
Non so se esisti davvero o se tutto questo sia reale, ma nel caso lo fosse... spero tu sappia di aver affidato le sorti dell'universo a una coppia di imbecilli.
Mettersi a bisticciare come bambini a quel modo...
E poi c'era chi gli chiedeva ancora perchΓ© non avesse fede, perchΓ© non fosse mai stato un credente e avesse sempre guardato con sdegno la religione.Β
Bastava conoscere uno di quei bellimbusti per capire tutto quello che c'era da capire.
ChissΓ come se la sta cavando Ombra. Spero stia bene.
Β«Eccoti! Meno male, temevo che fossi andato ad avventurarti chissΓ dove!Β»
Con ben poco entusiasmo sollevΓ² lo sguardo e incrociΓ² quello di Michele. Β«Dove altro sarei potuto andare?Β» replicΓ² senza disturbarsi a celare il tetro sarcasmo nella voce. Β«Finita la diatriba?Β»
L'arcangelo gli rifilΓ² un'occhiata severa, poi sospirΓ²: Β«So che non sei un ammiratore accanito mio e dei miei fratelli, ma... ti chiedo di darci una possibilitΓ Β».
Β«Grazie, ma preferisco rimanere un convinto miscredente.Β»
Michele, dopo aver spazzolato via con cura lo scranno da eventuali e invisibili residui di polvere, si accomodò su di esso. «Sai... è questo il problema principale, quello che ti rende una preda facile: tu non hai fede, Dario, e finché sarà così né io né nessun altro dei miei simili potrà aiutarti davvero. à come se tu rifiutassi a priori le mani che ti vengono tese in segno d'aiuto. Non si può salvare una persona che non vuole essere salvata.»
«Magari non mi importa niente della salvezza. Ci avete riflettuto tu e quell'altro mentre disponevate deliberatamente del mio futuro? Quale diritto avete per decidere se dovrò rimanere qui o fare chissà che altro? Cosa mi rende così appetibile e degno di attenzione? Fino ad ora non vi siete degnati di spiegarmelo, tra parentesi.»
Lo sguardo di Michele era molto serio e... triste. Β«Tu vuoi la veritΓ e lo capisco, ma credimi: non riusciresti a tollerarla. Non capiresti o fraintenderesti ogni cosa.Β»
Β«Mettimi alla prova.Β»
Β«Non ancora. Non oggi. Forse un giorno io o Lucifero te lo diremo, ma questo non Γ¨ il momento.Β»
Β«Allora quando? Me lo direte mentre quell'affare demoniaco mi fa a brandelli? Sai che allegria.Β»
Β«Hai sentito Lucifero: non Γ¨ detto che ciΓ² avvenga.Β»
«Ma non è neppure detto che sia così.»
«Solo Dio può vedere così lontano.»
Β«Bella scusa. Di tanto in tanto dovreste cambiare repertorio tu e i tuoi altri amichetti piumati. Sembrate un innocuo e scialbo nugolo di pappagallini, dico davvero.Β»
Β«Se ti riferisci alla questione dell'Angelo Custode...Β»
Β«Ma chi se ne frega dell'Angelo Custode! Io parlo della veritΓ ! Mi avete trascinato in questa infernale faccenda e neanche vi degnate di dirmi come stanno realmente le cose! E poi ecco che vieni a chiedermi di avere fede? In cosa, esattamente? Non ho un valido motivo per fidarmi di voi, lo capisci? Neanche uno!Β»
Β«Ti ho giΓ detto che non posso dirti la veritΓ , non ancora.Β»
Β«E allora sai che ti dico io, invece? Vaffanculo.Β» Dario ne aveva sul serio abbastanza. ScattΓ² in piedi. Β«Voglio tornare a casa. Non mi importa un bel niente se quell'affare mi sta dando la caccia. Mi difenderΓ² da solo. Non voglio il vostro aiuto nΓ© quello di altri vostri simili, d'accordo? Me la sono sempre cavata con le mie forze e sono sempre atterrato in piedi.Β»
Michele fece un respiro profondo. Β«Non sai di cosa parli. Non hai idea di quanto sia malvagia la creatura in questione. Serve il male supremo, Dario, e ne Γ¨ a sua volta una delle tante manifestazioni. Γ come avere cento demoni alle calcagna.Β»
Β«VorrΓ dire che prenderΓ² le dovute contromisure!Β» sbottΓ² il mago, davvero furioso. Β«E se non dovessero bastare, allora aprirΓ² la porta, lo saluterΓ² e poi gli permetterΓ² di strapazzarmi, visto che sono padrone del mio dannato destino! Tanto Γ¨ cosΓ¬ che deve andare a finire per me, no?! Che bellezza sapere che ho la possibilitΓ di scegliere come porre fine alla mia cazzo di esistenza!Β»Β
Non gli importava di star facendo una simile sceneggiata di fronte a un arcangelo. Non gli importava un bel niente di niente. Sapeva solo di essere furibondo come mai si era sentito fino ad allora.
Volevano usarlo, ecco qual era forse la veritΓ , ma non sarebbe stato il loro burattino. Nossignore.
«Dite di voler aiutarmi, ma ormai è troppo tardi! Quando c'era davvero bisogno di qualcuno che impedisse a quell'essere mostruoso di fare a pezzi mio figlio, voi dove diavolo eravate?! à questa tutta la protezione che sapete dare alla gente? Ora, però, eccovi qua, di colpo interessati alle mie sorti! à stato mio padre ad aiutarmi, a strapparmi alla morte e a permettermi di continuare a vivere! Ma a voi cosa importa se al mondo ci sono persone che soffrono, che muoiono in maniera orribile o conducono un'esistenza miserabile? Ciò che non capite è che il male che dite di voler tenere sotto controllo ormai dilaga liberamente ovunque e per giunta sotto il vostro naso! E io dovrei avere fede in un sistema così difettoso e di parte? Preferisco il segugio infernale, allora! Nella sua crudeltà mi sembra quello con le idee più chiare!»
Michele si alzΓ² a sua volta. Aveva smesso di comportarsi in modo comprensivo. Β«Bene, allora. Vuoi fare da solo? Accomodati pure. Non sei obbligato ad accettare l'aiuto mio o di Lucifero, se non Γ¨ ciΓ² che desideri e non sei disposto a collaborare, a fidarti di noi. Sappi, tuttavia, che appena sarai tornato alla tua vita, non avrai piΓΉ nessuno pronto a schierarsi dalla tua parte. Se quel demone ti troverΓ , spetterΓ a te fermarlo e salvarti la vita.Β»
Β«Mi va benissimoΒ» replicΓ² quasi in un ringhio il mago. SollevΓ² il braccio sinistro, imitando lo stesso gesto che aveva compiuto quando Lucifero aveva fatto materializzare entrambi all'Inferno. L'arcangelo gli rifilΓ² una lunga e penetrante occhiata, poi si convinse e gli afferrΓ² il polso. Β«Ti augurerei buona fortuna, ma considerando ciΓ² che ti sta dando la caccia non so se te ne resti almeno un briciolo.Β»
Ancora una volta Dario quasi non si accorse di niente. Non gli fu possibile finché, guardandosi attorno una volta che il vortice luminoso e tiepido si fu dissolto, non capì di non trovarsi né in casa propria né nei pressi di essa.
Β«Ma cosa...Β» In maniera quasi comica spaziΓ² con lo sguardo ovunque. Β«Dove cavolo mi hai portato, si puΓ² sapere?!Β» sbottΓ² poi esasperato, ma Michele era svanito.
Figlio di puttana. Mi ha preso per i fondelli!
A giudicare da un primo esame si trovava in una piccola abitazione dall'aspetto confortevole. Deglutendo, quatto quatto, si arrischiΓ² ad avvicinarsi a una delle finestre del monolocale e scostΓ² i tendaggi che al tatto parevano fatti di lino: scorse quello che dava l'aria d'esser un luminoso litorale completamente deserto, eccezion fatta per delle palme disseminate qui e lΓ e l'oceano sconfinato e color zaffiro che sciabordava avanti e indietro sulla spiaggia.Β
Di posti esotici ne aveva visti, sia da giovane che da adulto, ma quello...!
PerchΓ© quello stronzo mi ha portato qui?
Si allontanΓ² dalla finestra e non vide nessuno nella stanza che fungeva insieme da cucina, da camera da letto e da soggiorno. Era spaziosa, non soffocante, e i mobili, per quanto di fattura semplice e rustica, erano stati costruiti con artigianale cura. L'odore salmastro si mescolava a delle note balsamiche di erbe aromatiche.
Appena si convinse a uscire per capire meglio la situazione, si allontanò dalla porta con un balzo quando una voce, alle sue spalle, esordì dicendo: «Perdona l'attesa, eccomi qui». Il mago si voltò e vide un tizio dai corti e scompigliati capelli scuri e gli occhi cerulei a un solo metro di distanza da dove si trovava lui. «Dovete proprio farla finita di comparire alle spalle della gente» borbottò contrariato. «Stavo per rimanerci secco, accidenti!» Odiava essere colto di sorpresa, specialmente ora che era un fuggiasco ricercato da una creatura demoniaca. «Tu devi essere sicuramente un amico di quel simpaticone di Michele.»
Lo sconosciuto sorrise appena e annuì. «Sono un altro dei suoi fratelli. Puoi chiamarmi Metatron.»
Β«Uhm... d'accordo, Metacoso...Β» iniziΓ² Carvajal. Β«Credo ci sia stato un errore. Michele doveva riportarmi a casa, ma...Β»
Β«Nessun errore. Sapevo che ti avrebbe portato qui.Β»
Β«Beh, accidenti. Tra di voi le voci corrono davvero in fretta.Β»
Metatron scosse il capo. Β«Il mio dono Γ¨ di poter conoscere gli eventi del passato, del presente e del futuro di ogni singola forma di vita. Sono io a gestire il Corso della Vita degli umani, ad esempio. Ho redatto anche il tuo, naturalmente.Β»
Β«Ah.Β» Dario si morse la lingua in tempo prima che potesse commentare che Metatron avesse proprio fatto un eccellente lavoro autoriale con la tragicommedia in questione.
L'angelo profeta, allora, tornò a parlare: «Io posso darti solo una traccia da seguire. Non ho il permesso di rivelarti come sarà il tuo avvenire o di darti suggerimenti chiari ed esaustivi. Michele ti ha condotto qui, anziché altrove, perché vuole che io ti elargisca alcuni consigli su come fronteggiare Græb'senja e lo stesso Grober».
Β«Grober?Β» lo interruppe il mago, perplesso.
«à questo il vero nome di colui che tu hai ribattezzato l'Uomo dagli Occhi Gialli» spiegò paziente Metatron. «Grober il Maledetto, l'Oscuro, il Padre delle Tenebre, Satana. Ha molti soprannomi, ma la sua reale identità è quella che ti ho appena rivelato. Tanti non osano pronunciarlo, ma io credo che il primo passo per combattere la paura e il male sia chiamare quest'ultimo col suo nome. Conoscere il nome del proprio nemico è la prima tappa per sconfiggerlo.»
Β«I nomi hanno un potereΒ» commentΓ² l'umano, ricordando che era stato proprio suo padre, una volta, a dirglielo. Β«Quindi... Γ¨ appurato che Satana in persona mi sta dando la caccia. Fantastico, direi.Β»
«Temo di dover darti ragione. Il modo in cui hai cercato di tenergli testa e di salvare l'anima di un bambino innocente dal suo giogo, anni fa, di certo ha attirato ancor di più la sua attenzione. Vedi, Dario... lui, inizialmente, si trovava in quella scuola per Petya, ma poi... poi ha visto te. Ti ha riconosciuto, ha avvertito dentro di te qualcosa che lo ha fatto al tempo stesso irritare e gioire. Gli sei sfuggito ben due volte, una quando eri appena un bambino, l'altra da adulto. Non è da tutti e, come se non bastasse, lo hai inseguito, hai cercato di far luce sulla sua reale identità , sulle sue vere intenzioni. à furioso con te, non te lo posso nascondere. Solo una persona per lui veramente fastidiosa avrebbe potuto scomodarlo fino al punto da spingerlo a richiamare il suo fedele Græb'senja e ordinargli di annientarti.» Metatron fece una pausa. «Credo che a farlo arrabbiare tanto siano state la tua determinazione e la tua resilienza. Ha scelto di colpire nelle maniere più disparate e crudeli, ma ogni volta ti sei rialzato dalla polvere. Per lui è a dir poco snervante.»
Dario sciabolò ironico le sopracciglia. «Mi sentirei quasi lusingato se solo non sapessi che facendo così gli ho solo dato l'ennesima ragione per volermi morto e sepolto.»
L'angelo scosse il capo. Β«Oh, lui non ti vuole morto. Non Γ¨ quello il suo obiettivo. Mai lo Γ¨ stato.Β»
«Ma sì, invece! Anni fa mi ha per poco ammazzato!»
«E invece no» ripeté Metatron, così calmo e pacato da far venire i nervi a Carvajal, il quale gli chiese di spiegarsi meglio. L'angelo profeta, dunque, si avvicinò. «Vedi... quando quella volta ti attirò in trappola in quella dimensione ricolma dei tuoi peggiori ricordi, delle tue paure e dei tuoi sensi di colpa, non lo fece per ucciderti. Voleva che tu rimanessi intrappolato lì, che la tua anima rimanesse imprigionata in quel limbo da lui personalmente creato. Quel luogo sarebbe dovuto essere la tua gabbia, lì la tua anima sarebbe rimasta integra e intatta, seppur separata dal corpo.»
Β«Ma...Β»
«Di sicuro averti indotto al suicidio a quella maniera ha sortito l'effetto sperato: gettarti fumo negli occhi, farti credere che fosse tutto reale, che tu avessi solamente perso il senno e fossi in preda a qualche allucinazione. Quel nodo scorsoio era la chiave di volta, tramite esso la tua anima sarebbe rimasta intrappolata per sempre lì, legata tramite magia arcana e molto oscura a quel luogo di sofferenza e di punizione.»
Β«Ma allora come... le scale...Β»
«Mentre la tua anima era lì, bloccata, ha messo a punto il resto del piano: indebolire il tuo corpo, oltre che la tua anima e il tuo spirito, in modo che fosse più semplice prenderne il totale possesso.»
Quelle parole piombarono su Dario come una pioggia di puro ghiaccio. Β«C-Cosa?Β»
Metatron sospirò. «Brama un corpo forte e imbevuto di magia da molto tempo. Lo cerca, lo cerca e ormai pensa solo a quello. Prendendo il tuo corpo, assumendo le tue sembianze, la tua identità , per lui agire sarebbe poi stato molto più semplice e comodo. Avrebbe goduto della tua buona reputazione, del tuo bell'aspetto che, in mano sua, sarebbe stato fuorviante e letale. Avrebbe sfruttato ogni qualità del tuo corpo, della tua mente ricolma di ricordi, informazioni e conoscenza del mondo attuale, così come dei tuoi poteri, per agire indisturbato.»
Dario era turbato e furioso. Quel viscido mostro aveva cercato di possederlo nel vero senso della parola?Β
Β«Figlio di puttanaΒ» mormorΓ² fra sΓ©, desiderando di poter agguantare quel demonio e torcergli il collo personalmente. Β«Giuro che... giuro che...Β» Gli tremavano le mani, tanto era furioso e indignato. Β«Dopo tutto quello che ha fatto a me e alla mia famiglia! E poi come avrebbe fatto a gestire le cose con i miei genitori? Si sarebbero accorti sicuramente che...Β»
Β«Oh, io credo di no. Ti ha osservato con attenzione, ti conosce, sa come ti esprimi, come ti atteggi, la cadenza della tua voce, ogni sua singola inflessione, come guardi il prossimo. Tutto quanto, Dario. Nessuno avrebbe osato metter in dubbio la sua identitΓ , temo. Sa fare bene le cose, quando vuole, e avere in pugno te da ogni punto di vista, nell'anima e nel corpo, sarebbe stato come aver giΓ vinto su tutti i fronti.Β»
Β«Ma perchΓ©? Che vuole da me? Che cos'ho di tanto speciale?Β»
Metatron tacque, finché: «Non dubito della buona fede dei miei fratelli, ma temo non si possa tacere oltre. Tu devi sapere, devi conoscere tutta la verità e devi capire, soprattutto, che non c'è in gioco solo la tua vita, ma anche quella di qualcun altro. La tua morte arrecherebbe danni immani non solo a te stesso e alla tua famiglia, ma a molte altre persone. à necessario che tu sopravviva, che tu ti prepari ad affrontare Græb'senja e Grober. Non puoi permetterti di morire, Dario. Non in questa vita, non stavolta».
Β«C-Cosa vuol dire? Di chi parli? Che significa βnon in questa vita"?Β»
L'angelo profeta sorrise debolmente. «Il tempo non è una strada lineare e a senso unico. Ha molte diramazioni, direzioni infinite. Io e te ci siamo incontrati già o lo faremo prima o poi. Stiamo vivendo un momento che forse, altrove, è già trascorso. Tu esisti qui, così come chiunque altro, ma esisti anche altrove, forse con un nome diverso, persino un'indole differente, e magari la tua storia ha avuto esiti opposti a quelli attuali.»
Β«N-Non credo di capire.Β»
«Questo mondo non è che una sfaccettatura, Dario. Ne esistono altri, infiniti e mai uguali tra di loro. La differenza sta tutta nelle scelte compiute da ogni singola persona che ha solcato il suolo dei viventi. Sono le scelte a fare la storia, a mandare avanti gli eventi, a creare l'avvenire e a scolpire il passato. Tu, in questa vita in particolare, sei il frutto delle scelte che i tuoi genitori hanno compiuto prima che nascesti, così come di quelle che sei stato tu stesso a compiere.»
Β«M-Mi gira la testa...Β»
Β«Non pretendo che tu capisca. Tieni solo a mente questo: Γ¨ vero, il libero arbitrio esiste, ed Γ¨ vero che il Corso della Vita, in un certo senso, risulti giΓ scritto. La domanda che dovresti porti, tuttavia, Γ¨ βquando?".Β»
Β«Quando cosa?Β»
Metatron gli strinse una spalla e lo guardΓ² negli occhi. Β«Il segreto Γ¨ questo: il Corso della Vita di un essere umano si crea e reinventa a seconda delle scelte di quella persona. Sei tu a scegliere la trama della tua vita, sei tu a determinare il finale. Γ questo il libero arbitrio, Dario: la possibilitΓ di scegliere fino all'ultimo istante. Tu, semplicemente, hai ottenuto un po' di libertΓ in piΓΉ, una sorta di vantaggio. Ti Γ¨ stata data un'occasione che molto raramente viene concessa alle creature mortali. CiΓ² che Lucifero e Michele non ti hanno detto Γ¨ che dentro di te possiedi la forza necessaria ad avere la meglio su Grober. Γ immenso il potenziale che potresti sviluppare da qui a un anno o cento, Dario, e sprecarlo sarebbe uno schiaffo in faccia a tutto ciΓ² in cui hai sempre creduto, ciΓ² che ritieni esser giusto e sacrosanto.Β»
Quelle parole inquietarono Dario, anzichΓ© rassicurarlo. Β«Quale potenziale? PerchΓ© mai dovrei farne uso? Parli come se avessi la possibilitΓ di... fare nemmeno so che cosa!Β»
Metatron di nuovo parve esitare, poi sollevΓ² una mano. Β«Lascia che ti mostri ciΓ² che mi Γ¨ possibile mostrarti. Permettimi di esporti la veritΓ che tanto desideri conoscere. FarΓ² in modo che tu possa assimilarla senza riportare danni, in maniera indolore.Β»
Β«I-In che senso?Β»
Β«AprirΓ² una porta nella tua mente fino ad ora rimasta sigillata e consentirΓ² a tutto di fluire, di scorrere e rivelarsi ai tuoi occhi. Bada bene, perΓ²: molto di ciΓ² che sto per mostrarti non sarΓ sempre piacevole e facile da digerire. Assisterai ai ricordi di qualcun altro che visse molto prima di te, millenni fa, quindi non tutto potrebbe risultare comprensibile al primo colpo e dovrai ragionarci sopra in futuro. ToccherΓ a te unire tutti i pezzi, perciΓ² presta attenzione a tutto quello che vedrai e abbandona ogni genere di resistenza e scetticismo. Quando finalmente saprai e avrai capito, potrai comprendere quanto potrebbe estendersi ancora la minaccia di Grober e quanto tu potresti fare davvero la differenza.Β»
Carvajal non era del tutto convinto. Β«E cosa diventerΓ² dopo aver appreso questa fantomatica veritΓ ?Β»
Β«Rimarrai te stesso, ma piΓΉ consapevole. Ritroverai la motivazione che ora ti manca, la volontΓ che adesso arde flebile dentro di te. La veritΓ la ravviverΓ . Capirai che Grober non Γ¨ stato capace di portarti via ogni cosa.Β»
Β«S-Si, ma...Β»
Β«Vedi tutto ciΓ² come un esercizio mentale. Prima di decidere se proseguire o meno, perΓ², ti suggerisco di ripensare alla proposta dei miei fratelli minori e di accettare la loro protezione.Β»
Β«PerchΓ© dovrei farlo?Β» chiese a bruciapelo Dario. Β«Mi trattano alla stregua di un ragazzino inerme e stupido.Β»
«Le loro intenzioni sono sincere e posso garantire per entrambi. Se accetterai di farti aiutare, anche tu darai loro una mano. Dimostragli che in te c'è ancora forza d'animo e la salita, da quel punto in avanti, sarà meno ripida e faticosa. Sono convinto che Lucifero, in particolar modo, potrebbe fare la differenza per te. Sa come vedersela con Grober e i suoi servitori meglio di quanto sappia fare Michele e se lo conosco bene, condividerà con te queste conoscenze. Parliamo di arti antiche che ormai solo l'Inferno e il Paradiso rimembrano, difficili da imparare e da evocare, disastrose quando non vengono tenute sotto controllo, ma efficaci contro un essere come Grober. Mi è ignoto l'esito degli eventi futuri, almeno per quanto riguarda te, ma in fin dei conti, se Davide riuscì a sopraffare Golia con una semplice fionda e con l'astuzia, non vedo perché tu, con la giusta preparazione e i giusti alleati, non potresti tener testa al titano in questione. Sei un mago abile, Dario, ed è un peccato che tu abbia perso fiducia nelle tue capacità .»
Carvajal sbuffΓ² una risata, profondamente scettico. Β«Da quel che ne so io, in famiglia quelli ad aver dimostrato qualitΓ eccezionali sono sempre stati i miei genitori. A volte Γ¨ stato fastidioso dover tener testa alla loro fama, alle aspettative che tanti nutrivano nei miei riguardi. Γ per questo che alla fine ho scelto di diventare un insegnante qualsiasi e di costruirmi da solo la strada da percorrere: ero stanco di gareggiare con i miei genitori, stanco di andare in un posto e di venire subito riconosciuto da qualcuno solamente perchΓ© ero figlio dei famosi Rodrigo e Fedra Carvajal. La gente vedeva solo il riflesso delle loro gesta quando mi guardava, non chi ero davvero. Quando dico di dubitare di avere qualsivoglia abilitΓ fuori dall'ordinario, la mia non Γ¨ umiltΓ nΓ© una disperata ricerca di comprensione. Lo dico perchΓ© Γ¨ la veritΓ e continuo a pensare che tu e i tuoi fratelli abbiate preso un abbaglio.Β»
L'angelo profeta pose gentilmente una mano sulla tempia del mago. «Allora permettimi di dimostrarti quanto ti sbagli. La verità servirà anche a farti capire che certe forme di coraggio e di perseveranza possono a volte divenire una reale forma di eredità .» Il mago rinunciò a contrastare quell'affermazione, non potendo prevedere in alcun modo ciò che avrebbe visto o udito di lì a poco. «Ultima possibilità di tornare indietro. Sei davvero sicuro di aprire quella porta, anche a fronte di quanto ci siamo detti fino ad ora?»
Dario deglutì a fatica. Sul serio gli andava di continuare, di risolvere il nodo gordiano e scoperchiare il vaso di Pandora? E se quanto avrebbe scoperto non gli fosse piaciuto? Era ovvio che si trattasse di qualcosa di vitale importanza, qualcosa che avrebbe avuto comunque il suo peso, che lo avrebbe in ogni caso cambiato in modo irreversibile e permanente.
Era pronto per un passo del genere compiuto proprio quando si trovava sull'orlo del baratro, desideroso solamente di soccombere al richiamo del vuoto? Quel buio lo invocava e lo chiamava come la voce dolce e ipnotica di una sirena, gli prometteva oblio e pace, qualcosa che di certo non avrebbe ottenuto scegliendo la veritΓ . La veritΓ non era mai piacevole nΓ© semplice da accettare, spesso era dolorosa, il premio di fin troppi sacrifici.
Eppure...Β
Cos'aveva da perdere, ormai? Il fondo lo aveva giΓ toccato, giaceva lΓ¬ da anni, troppo stanco per muoversi, per reagire o salvarsi.Β
C'era la vaga possibilitΓ che la morte di suo figlio e del suo compagno venissero finalmente vendicate e il mostro che le aveva causate, invece, punito. Quel sogno pendeva davanti a lui come la succosa mela dell'albero dell'Eden pendeva di fronte allo sguardo irretito di Eva.
Al diavolo.
Decise di afferrarlo, di fregarsene delle conseguenze. Non sarebbe mai e poi mai potuto star peggio di come stava al momento, no? E qualcosa in Metatron lo spingeva a fidarsi ciecamente, senza piΓΉ chiedere perchΓ© o come.Β
Fece un respiro profondo e annuΓ¬. Β«SΓ¬... ne sono sicuro.Β» Il tocco dell'angelo profeta era delicato e gentile, simile a quello di una setosa piuma e tiepido, rassicurante.Β
Metatron fece un cenno di assenso. «Allora guardami negli occhi e cerca di svuotare la mente più che puoi. Liberati di ogni catena.» Osservò il mago pian piano fare come gli aveva ordinato, la sua espressione sì concentrata, ma al tempo stesso priva di qualsiasi zavorra mentale o concettuale. Sapeva cosa vedeva nei suoi occhi, dopo che vi si era finalmente immerso: un lungo e buio corridoio che conduceva a un'unica porta. C'era e non c'era, come uno spettro sfuggente, l'eco di una lontana e arcana melodia. «Aprila.»
E Dario lo fece: in quella sorta di viaggio astrale, se tale poteva esser definito, la sua proiezione allungΓ² le dita e le richiuse sul pomello; gli parve quasi di poter avvertirne la solida, metallica freddezza.Β
Per un istante si guardΓ² indietro. Infine, privo di altri ripensamenti, entrΓ².
«Dunque... ormai, dopo sette anni di lavoro sì e no ininterrotto, abbiamo capito che fra i demoni ce ne sono alcuni che, parafrasando, tifano ancora per Grober anche se viene ritenuto morto da tutti. Abbiamo anche capito che sta succedendo qualcosa di molto strano, lo conferma la presenza di quegli abomini che avrei tanto voluto non rivedere mai più.» Lucifero sospirò e si lasciò cadere sullo scranno dietro alla scrivania. «E a quanto pare alcune creature sono assoggettate alla sua volontà . Che gli venga un colpo, ovunque si trovi adesso. Ha sempre avuto la malsana passione per la creazione di mostri, ma ultimamente sta dando il meglio di sé» aggiunse, anche se la frase venne sovrastata dall'imprecazione irripetibile che Dario sibilò tra i denti quando dovette affondare di nuovo l'ago nella ferita al fianco che stava suturando da solo.
L'Angelo Caduto fece una smorfia. Β«Sei un mago, dannazione. Fa' una magia e guarisci in quel modo la ferita, che diamine!Β»
Carvajal fece saettare gli occhi scuri e intrisi di irritazione su di lui. Β«Non mi piace usare la magia per ogni singola cretinata, sai com'Γ¨.Β»
Β«Allora soffri in silenzio. Ti lamenti come una ragazzina.Β»
Β«Vieni qui vicino e vedrai se non farΓ² fare lo stesso a te.Β»
Astaroth sbuffò sonoramente, si avvicinò e fece un gesto con la mano al mago per farsi consegnare l'ago da sutura. «Da' qua, faccio io. Sono più veloce e so che non è una passeggiata fare una cosa come questa da soli.» Esaminò brevemente il lavoro lasciato a metà dall'uomo. «Sei un macellaio, lasciatelo dire. Così la ferita rischia solo di riaprirsi e tu invece di dissanguarti nel giro di mezz'ora, anzi meno.»
«Allora fa' tu e spicciati, visto che sei tanto bravo» sbraitò spazientito Dario, stufo marciò di star lì, ancora con addosso quegli abiti che ormai erano da buttare e impregnati di sangue, sia suo che di altri, e con una ferita aperta a metà che intanto rigurgitava linfa color cremisi.
Che essere prima addestrato alla maniera dei demoni e a lottare come uno di loro e poi vedersela con i danni che Grober di tanto in tanto causava in giro per il mondo non sarebbe stata una passeggiata gli era stato chiaro sin dal principio, ma il troppo stroppiava e si era rotto le scatole di farsi strapazzare da demoni che avevano scelto di ribellarsi a Lucifero e mostri che tormentavano gli esseri umani comuni.
Nel frattempo doveva guardarsi le spalle ad ogni ora del giorno per assicurarsi che quell'essere disgustoso di Græb'senja non fosse alle sue calcagna, pronto a trascinarlo dal proprio padrone.
Astaroth, dopo aver ripetuto piΓΉ volte al mago di star buono e di evitare di affibbiargli epiteti sgradevoli, finalmente terminΓ² l'opera. Si strofinΓ² le mani un po' sporche di sangue e guardΓ² Lucifero. Β«Vado a scrivere un messaggio a Michele per dirgli che abbiamo annientato i Ghoul nel monastero ungherese.Β»
Il re dell'inferno annuì e appena fu rimasto da solo con l'incantatore, si decise a parlare con franchezza: «So cosa pensi a riguardo, ma forse dovresti sul serio deciderti a mescolare del sangue demoniaco al tuo. Saresti più veloce e resistente e te la caveresti ancora meglio con i sigilli e la loro creazione. I tempi si stanno facendo più duri e le minacce là fuori aumentano. Sai bene che non puoi permetterti di correre altri rischi e stasera ne hai corso un altro. Hai avuto i riflessi pronti, ma non abbastanza se un Ghoul è riuscito a sfiorarti con gli artigli e a procurarti quella ferita. Non puoi affidare tutto sempre e solo alla fortuna».
Lo vedeva stanco e provato. Certo, l'addestramento alla moda degli inferi aveva dato i suoi frutti e quell'uomo, dopo sette anni di preparazione, sarebbe risultato irriconoscibile o quasi persino agli occhi della sua stessa madre, sia dal punto fisico che da quello comportamentale, ma Lucifero temeva che si stesse sovraccaricando e stesse soprattutto agendo ben al di sopra dei limiti consentiti a un umano. La sola cosa che differenziava Carvajal da uno qualsiasi della sua specie era la questione dell'immortalitΓ donata dal potere della Pietra dei Filosofi, ma a parte ciΓ² era pur sempre un uomo e v'erano dei limiti che un umano avrebbe fatto meglio a non superare.
Sapeva che per lui era importante contrastare l'operato di Grober e magari un giorno ottenere finalmente vendetta, ma di quel passo non avrebbe visto mai quell'occasione arrivare.
Dario scosse il capo e con fare infastidito si scostΓ² i capelli dal viso. Non li aveva piΓΉ lunghi e fluenti, li aveva accorciati di molto poco dopo che aveva accettato di essere addestrato da Astaroth e gli altri demoni, e solo per quello sembrava una persona diversa.
Β«Diventerei anche una specie di mezzo-demone e francamente preferisco non sfiorare il fondo fino a questo punto. Non sarei piΓΉ umano.Β»
«In effetti sì. à ciò che diventeresti, se consideriamo anche i tuoi natali.»
Β«Sarebbe come assicurarmi un posto sicuro all'inferno, se e quando morirΓ².Β»
Lucifero esitΓ². Β«In realtΓ Γ¨ piΓΉ complicato di quanto appaia. Il punto Γ¨ questo, Dario: per un anno anno sarai per metΓ un demone, come una sorta di prova, poi, scaduto l'anno, lo sarai a tutti gli effetti e non potrai tornare indietro neppure volendolo con tutto te stesso. Se tu dovessi morire prima di questa scadenza, il processo sarΓ allora istantaneo e la tua anima andrebbe ugualmente incontro a un cambiamento radicale, cesserebbe completamente di essere tale e diventerebbe il tuo nucleo demoniaco, la ben piΓΉ celebre scintilla, la fonte dei tuoi poteri, della tua energia vitale. Se tu ora scegliessi di assumere il sangue di uno dei miei, diventeresti un demone come tutti coloro che sono andati incontro a questa scelta, che tu viva o muoia prima dello scadere dell'anno. Di umani che hanno optato per questa via, pur di non diventare ospiti di questo posto, ce ne sono stati piΓΉ di quanti potresti mai immaginarne e sempre ce ne saranno. Uno dei miei uomini migliori e piΓΉ fidati, un tempo, era un essere umano proprio come te e adesso Γ¨ libero di andare e venire come gli pare quaggiΓΉ.Β»
Dario si fece pensieroso, poi: Β«Toglimi una curiositΓ : quando un demone muore... dove va a finire quel che resta di lui?Β»
Β«Uhm, in una fossa, il piΓΉ delle volte.Β»
Β«Falla finita, sai cosa intendo.Β»
Lucifero fece un respiro profondo e un lampo di quella che parve autentica malinconia attraversò i suoi occhi cerulei e penetranti. «Per un demone, specialmente quando si tratta di un'anima un tempo stata umana, non esistono né il Paradiso né l'Inferno. Per quanto ciò sia a volte ingiusto, è così che vanno le cose e... beh, il colpevole di tali conseguenze ce lo hai davanti. I demoni più anziani, coloro che erano presenti quando io Caddi dalla grazia divina e diventai il re dell'Inferno, e quelli che poi sono stati creati in seguito, sono visti peggio delle anime dannate. Per loro non v'è possibilità di redenzione, non esiste una seconda possibilità . à terribile da dire, ma in poche parole... se sei un demone e sei appena morto, vuol dire che hai appena cessato di esistere nel vero senso della parola. Non so bene cosa avvenga dopo che un demone muoia, ma posso comunque immaginare e tutto ciò che vedo, se chiudo gli occhi e ci penso, è il più nero e vuoto oblio.»
Β«Niente di niente?Β» incalzΓ² Carvajal, guardando con seria intensitΓ quello che era a tutti gli effetti il suo capo e anche principale mentore. Β«Tutto finito? Ogni cosa cancellata?Β»
«Tutto quanto» confermò gravemente l'Angelo Caduto. Rimase tuttavia di sasso quando Dario, dopo l'ennesimo, lungo silenzio, disse che allora sì, avrebbe compiuto quell'ultimo passo e accettato quella specie di evoluzione. «Non so bene come intendiate mettere in circolazione nel mio sangue quello di un demone, ma... fate pure, allora.»
«Dieci minuti fa la pensavi diversamente. Græb'senja è ancora là fuori e potrebbe tornare a darti la caccia e persino riuscire a trovarti anche oggi stesso. Non serve dirti cosa accadrebbe se vi scontraste e tu ne uscissi moribondo.»
«L'unica consolazione, a quel punto, sarebbe che non ci sarebbe nulla dopo la mia morte. Molti non vedrebbero l'ora di riunirsi alle persone a loro care, ma io ne ho ormai il terrore. Non c'è niente che potrei dire a mio figlio o all'uomo che amavo. Niente con cui potrei giustificare sul serio il motivo per cui non ero lì a proteggerli. Mi vergogno alla sola idea di incrociare nuovamente lo sguardo di Diego, perciò sì, so bene cosa succederebbe se rimanessi ucciso per mano di Græb'senja, ma in fin dei conti ho scelto di non uscirne, di continuare, di provare a ribellarmi al destino che sembra esser già stato scritto per me. Quando si fanno scelte del genere si accettano anche le loro conseguenze e penso che il sangue di demone potrebbe aiutarmi ad avere la meglio su quell'abominio.»
Lucifero lo squadrΓ². Β«Ne sei sicuro? Bada che poi non avresti modo di tornare indietro. Parliamo di una mutazione permanente e molti aspetti di chi e cosa sei potrebbero cambiare.Β»
Β«Ad esempio?Β»
«Beh, mettiamola così: paradossalmente i demoni che una volta erano esseri umani tendono a essere... diciamo più cattivelli di quelli che sono nati come tali. Neppure io ne conosco il motivo, forse è una reazione scaturita dalla mescolanza fra due specie diverse che già di per sé tendono a perdere certe volte il controllo, ma va anche detto che vi sono eccezioni e non tutti sono uguali. C'è anche chi riesce a rimanere chi era una volta senza per forza sviluppare un forte interesse per la tortura del prossimo e altri atti di crudeltà .»
Β«Prima hai parlato di uno di loro. Per lui com'Γ¨ stato?Β»
Β«Oh, beh... il nostro amico in questione, Valmar, era impertinente e testardo giΓ da prima di unirsi alla festa quaggiΓΉ e non Γ¨ cambiato per niente. Nel suo caso il sangue demoniaco ha migliorato alcune sue doti come l'astuzia e il saper ingegnarsi sempre in qualche maniera.Β»
Β«Ma...?Β»
Β«Ma di tanto in tanto tende a essere una testa calda e ad agire impulsivamente.Β»
Β«Beh, per certi versi sembra equilibrato.Β»
Β«Credimi, uno come te non andrebbe mai d'accordo con uno come lui. Dopo mezz'ora tornerei e vi troverei intenti a cercare di strangolarvi a vicenda, e questo sarebbe solo lo scenario migliore. Hai subito una metamorfosi impressionante, Dario, ma dentro sei ancora lo stronzetto presuntuoso e acido che ho conosciuto anni fa.Β»
Dario inarcΓ² un sopracciglio. Β«Non Γ¨ che tu sia l'esempio piΓΉ lampante d'umiltΓ .Β»
Β«Anche questo Γ¨ vero.Β» Lucifero sospirΓ² in modo teatrale. Β«Temo che la presuntuositΓ sia una dote di famiglia, ma per nostra fortuna ce la possiamo permettere.Β»
Β«Com'Γ¨ che non perdi mai l'occasione di ricordarmi che siamo parenti, pur molto alla lontana?Β»
Β«Oh, via, via! Ti vergogni di uno zio come me? Dello zio Lucy?Β»
Β«Vuoi una risposta seria o essere mandato direttamente a quel paese?Β»
Β«Vada per la prima, sii gentiluomo.Β»
«Beh...» Il mago si schiarì la gola e si accomodò meglio sulla seggiola. «Diciamo che ormai la mia vita è talmente incasinata e sottosopra che avere come lontano zio il Diavolo in carne, ossa e piume è l'ultimo dei miei dilemmi morali.»
Lucifero ghignΓ². Β«Ottima risposta. Inizi davvero a garbarmi, Bambolo.Β»
Β«Smettila di chiamarmi in quel modo o ti cavo gli occhi.Β»
«... sì, sei decisamente adorabile.» L'Angelo Caduto incrociò le braccia. «Stavo pensando... sono passati tanti anni dall'ultima volta che hai visto i tuoi genitori, perciò...»
«Preferisco che le cose rimangano così e non coinvolgerli.»
Β«Va bene, allora penso che i tuoi amici...Β»
Β«Non ho amici.Β»
Β«Ah, che diamine! Sei di una noia mortale, ragazzo! E io che volevo darti la possibilitΓ di farti di nuovo un giretto lassΓΉ per motivi diversi dal cacciare demoni ribelli e mostri!Β»
Β«A cosa devo tanta cortesia?Β»
Β«Magari perchΓ© non sei un ostaggio, ma un ospite? Andiamo, non puoi pensare di poter interagire solo e unicamente con i demoni dell'inferno e altre creature simili a loro! Quand'Γ¨ stata l'ultima volta che hai avuto una vera conversazione con qualcuno della tua specie?Β»
Β«Sto parlando con te e giΓ mi sono stancato di ciarlare, tira le tue somme.Β»
Lucifero sbattΓ© le palpebre e lo squadrΓ² con aria seria. Β«Posso farti una domanda?Β»
Β«Dipende.Β»
Β«Rispondi con sinceritΓ , se possibile.Β»
Β«FarΓ² del mio meglio.Β»
«I tuoi genitori si sono mai resi conto di non avere un figlio normale? Eri così anche da piccolo o hai battuto la testa? Sul serio, sei inquietante, e te lo dice il Diavolo.»
Β«Potrei chiedere la stessa cosa a te, vista la storia che hai alle spalle. Il tuo paparino ti ha sbattuto fuori perchΓ© eri troppo viziato o solo perchΓ© eri un insopportabile, irritante cretino?Β»
Si fissarono negli occhi a lungo, finchΓ© alla fine Lucifero non aggiunse: Β«Una cosa Γ¨ sicura: stare all'inferno ti ha incattivito. Ti ho preso con me che eri un cucciolo tremolante e zuppo di pioggia ed ecco che in sette anni diventi un molosso feroce e bisbeticoΒ».
Dario sbattΓ© le ciglia in modo civettuolo. Β«Lo prenderΓ² come un complimentoΒ» flautΓ² amabilmente.
L'Angelo Caduto sbuffΓ² e mosse una mano. Β«Fila via, bestiaccia. Appena avrΓ² trovato il candidato migliore per la questione del sangue demoniaco ti manderΓ² a chiamare. Fino ad allora ti prego di non cacciarti nei guai e di non attaccar di nuovo briga con Astaroth o altri miei sottoposti, a meno che tu non voglia farti un bel bagnetto rilassante nello Stige.Β»
Il mago roteΓ² gli occhi e si alzΓ². Β«Sissignore. FarΓ² il bravo bambino.Β»
Β«Quel tono sarcastico non mi piace.Β»
Β«Ma che sarcasmo e sarcasmo! Dico davvero: sarΓ² un angelo. Ammesso e non concesso che gli altri facciano i bravi con me, Γ¨ ovviamente sottinteso.Β» Mentre usciva, Carvajal strizzΓ² l'occhio a Lucifero che, alzando al cielo i propri, fra sΓ© e sΓ© si lamentΓ² chiedendosi gli glielo facesse fare di circondarsi sempre e comunque di casi disperati. E pensare che gli umani lo consideravano una creatura abominevole, con gli zoccoli da caprone e le corna! Avrebbe meritato una medaglia al valore, altro che storie.
Lo preoccupava che Dario, più che avere paura di Græb'senja, fosse impaziente di fronte all'opportunità di affrontare la bestia senza badare a conseguenze.
Non era sicuro che dopo il passaggio da umano a mezzo-demone avrebbe avuto comunque la forza di battere quel mostro. Si trattava di una creatura molto antica, era al mondo da millenni e fino ad allora tutti quelli che avevano tentato di sopraffarla o addirittura distruggerla avessero poi fatto una fine terribile e Dario, discendente o meno di Rasya, non era il suo progenitore. Metatron diceva di lasciare che le cose facessero il loro corso, che quell'uomo avesse l'opportunitΓ di scrivere e plasmare da solo il proprio destino, ma a volte Lucifero si chiedeva cosa avrebbe fatto poi Carvajal, se fosse riuscito ad abbattere il migliore e piΓΉ sanguinario segugio di Grober. Cosa faceva un uomo che viveva per la vendetta quando infine riusciva ad assaporarne il sapore?
Era stato lui a proporgli la questione del sangue demoniaco, ma molti fattori entravano in gioco quando si accettava di diventare un mezzo-demone. A volte i soggetti, dopo una lunga lotta interiore, sceglievano di abbracciare il lato oscuro, di piegarsi alla volontΓ sanguinaria della loro natura duplice che sembrava avere effetti collaterali. I demoni impuri, quelli che erano diventati tali in modo innaturale, erano piΓΉ instabili dei loro simili alla vecchia maniera. Un esempio lampante Lucifero lo aveva osservato quando durante la lotta contro Grober l'inferno si era diviso in due fazioni e quella di colui che era stato ribattezzato Satana aveva abbracciato molti demoni impuri, le mosche bianche, quelli che all'inferno spesso erano visti come entitΓ inferiori o carne da cannone. Grober li aveva irretiti e convinti a ribellarsi, facendo leva sul loro senso di inferioritΓ e il cratere che ogni mezzo-demone, prima o poi, si ritrovava a serbare nel profondo del suo essere.
Per il suo bene, sperava che Dario si sarebbe rivelato un mezzo-demone di quelli che decidevano di stringere i denti e di non perdere il controllo.
Non c'era solo la sua sopravvivenza in gioco, come aveva spiegato a modo suo Metatron e come poi Lucifero stesso e Michele avevano scoperto. A quanto pareva Rasya, da divinitΓ scaltra qual era, capace di cadere sempre in piedi e mai sulla schiena, aveva lavorato di fino e fatto in modo che la sua ereditΓ piΓΉ preziosa, la sua essenza, non andassero perdute e piuttosto venissero semplicemente tenute ben protette in contenitori a regola d'arte. Qualcosa che, per certi versi, pareva al tempo stesso uno specchietto per le allodole per Grober stesso.
Michele e Lucifero avevano compreso, di recente, quali fossero all'incirca le reali intenzioni del Maledetto e il re dell'inferno non sapeva proprio se considerare la sua vecchia conoscenza piΓΉ folle di quanto non fosse in passato o incapace di capire quanto fosse pericoloso un piano del genere: voleva risvegliare Rasya, richiamare indietro una crudele divinitΓ spargendo il sangue dei suoi discendenti che, attraverso le generazioni, si erano rivelati i perfetti candidati, i contenitori piΓΉ appropriati, tanto da richiamare nel viso e nelle maniere l'altro angelo della morte, la controparte ben piΓΉ feroce e meno imparziale di Azrael.
Dove Azrael aveva sempre gestito con equitΓ la sorte dei defunti, c'era stato anche Rasya, calcolatore e subdolo, facile all'ira e volubile.
Grober un tempo era stato capace di vincolarlo al proprio volere e renderlo suo schiavo, un'arma, ma come si era soliti dire non si poteva ingannare la morte due volte, visto che farlo giΓ una volta era da stupidi. Rasya non si sarebbe fatto imbrigliare di nuovo e la sua offensiva nascosta, la sua vendetta, era contenuta in due creature mortali che custodivano un potere terribile, seppur sopito. Il solo modo per sprigionarlo era di distruggere quei cosiddetti contenitori, ma tutti sapevano cos'era accaduto quando quella sciocca di Pandora non aveva tenuto le mani a posto.
Da un lato Lucifero avrebbe davvero voluto veder tornare suo fratello, ma dall'altro sapeva che Rasya, dopo così tanto tempo, sarebbe potuto risultare un grosso problema, una forza incontrollabile. Una volta risvegliato, infatti, sarebbe stato affamato e non avrebbe placato quella fame nutrendosi come tutti. Non lo chiamavano il Divoratore di Anime per niente e molte anime sarebbero scomparse per sempre, se lui fosse tornato.
Persino Metatron, di solito tranquillo e imparziale, aveva fatto pressione sulla faccenda e chiarito che non potevano permettersi un simile disastro. Il regno Ultraterreno era più instabile per via della scomparsa di Rasya, l'equilibrio non era più così solido visto che Azrael da millenni doveva fare le veci del suo collega, ma sarebbe stato molto peggio vedere uno come Rasya scatenarsi pur di distruggere Grober e vendicarsi, e non era mai stato uno che andava per il sottile, non si sarebbe fatto scrupoli davanti alla possibilità di migliaia e migliaia di probabili vittime innocenti.
Senza contare che, una volta finito con Grober, non era escluso che poi avrebbe rivolto la propria ora su qualcun altro, come ad esempio... beh... lui.
Lo conosco abbastanza bene da sapere che se solo avesse potuto, se solo avesse saputo cosa poi sarebbe successo a lui, mi avrebbe fatto a pezzi. La colpa Γ¨ anche mia se Γ¨ morto.
No, no... era molto meglio che suo fratello rimanesse nel Vuoto o in qualunque altro luogo fosse andato a finire dopo la dipartita e forse, ancora, sarebbe stato meglio scegliere un demone responsabile ed equilibrato al quale chiedere di donare qualche goccia di sangue a Carvajal. L'unico a venirgli in mente, purtroppo per Dario e purtroppo anche per il volontario in questione, era Astaroth, e convincerlo non sarebbe stata una passeggiata.
Β«Non capisco davvero perchΓ© debba venire anche io a quella stupida incoronazione! Insomma, sono abbastanza grande per rimanere qui a Elgorad da solo!Β»
Ardesia alzΓ² gli occhi cerulei al cielo con aria profondamente tediata mentre dava una mano al fratello a sistemare i suoi effetti personali nel baule. L'oggetto in questione era stato incantato affinchΓ© potesse contenere molte piΓΉ cose di quanto desse a vedere a un primo sguardo. La principessa si fermΓ² e sollevΓ² le mani per cercare di interrompere il flusso oramai continuo di proteste e lamentele che da circa due ore stava tollerando.
Quand'era troppo era troppo.
«D'accordo, ascolta, apprezzo che io e te abbiamo un rapporto così stretto, unito e cretinate varie, ma se ti sento anche solo un'altra volta borbottare cose che ho già sentito per tutta la settimana, giuro che ti cavo gli occhi e te li faccio ingoiare, fratellino.»
Si scambiarono una lunga battaglia di sguardi che alla fine fu Sindri a perdere, visto che bofonchiΓ² qualcosa sottovoce, si sedette sul letto con aria caparbia e incrociΓ² le braccia. Ovviamente era convinto di poter rimanere lΓ¬ a quel modo per semplice protesta fino al giorno seguente, ovvero quando sarebbero dovuti partire.Β
Ardesia posΓ² le mani sui fianchi e inarcΓ² un sopracciglio. Β«Sul serio, non riesco a capire come i nostri genitori, in tutti questi lunghi e sfibranti diciotto anni, non abbiano mai avuto la tentazione di annegarti in un pozzo.Β»
Β«DivertenteΒ» la rimbeccΓ² tagliente Sindri, restringendo gli occhi color malva. Β«Vacci tu nel pozzo, poi magari ti seguo a ruota, se mai ne avrΓ² punta voglia!Β»
Β«Non lo faresti mai. Sei un idiota narcisista.Β»
Β«Tu sei solo idiota, chi sta messo peggio?Β»
Β«Direi tuΒ» lo scimmiottΓ² lei, implacabile. Era piuttosto difficile avere l'ultima parola con una come Ardesia, la quale riusciva sempre a rigirare le risposte altrui come le pareva e piaceva, nonchΓ© a far sentire il prossimo un imbecille.
Sindri, imbronciato, la squadrΓ². Β«Serpe.Β»
Β«Nano malefico.Β»
Β«Buffona.Β»
Β«Piagnone isterico e viziato.Β»
Β«Non sono viziato e neppure isterico!Β»
Β«CertoΒ» sghignazzΓ² impunita Ardesia. Β«Ti lamenti da giorni solo perchΓ© devi presenziare all'evento piΓΉ importante a Sverthian e hai il coraggio di dire che non sei un piagnucolone. Sei una sagoma, Sindri.Β» SospirΓ² teatralmente e si rimise al lavoro. Β«Forza, continuiamo. Non che mi sia dispiaciuto il nostro teatrino di insulti quotidiano, davvero, ma gradirei terminare l'opera prima di cena. Ho una fame da lupi.Β»Β
Sindri, benchΓ© insofferente e contrariato, le diede retta e per un po' rimasero in silenzio, concentrati nel capire cosa mettere o meno nel baule.
«Almeno ci saranno anche persone più o meno della nostra età . Insomma, Klaus non è così male e non lo sono neppure Aldric e Frida. Con loro ci siamo trovati bene in passato, no?»
«Beh, sì» ammise Sindri. «Ma non ci saranno solo ed esclusivamente loro.»
Β«Oh, andiamo! Lascia perdere quell'altro! Γ uno scemo scavezzacollo, lo dicono tutti! Ignoralo e basta, che ti importa?Β»
Β«Ma se Γ¨ lui a rompere sempre le scatole al sottoscritto?Β»
Β«Appunto, ignoralo.Β»
Β«Fosse facile! Ignoralo tu un venticinquenne di un metro e ottanta che vuole renderti la vita maledetta tutte le volte che ti becca!Β»
«Di solito quelli come lui fanno così per farsi notare» ragionò poco dopo Ardesia, gettando nel baule alcuni dei libri che il fratello le stava passando dalla scrivania. «Non dico che ti tormenti per farsi notare proprio da te, però... non lo so, è il suo personale ed errato modo di occupare il tempo. Si annoia e tu, permaloso come sei, gli offri un valido sollazzo. In pratica va sempre a colpo sicuro con te.»
Β«Oh, quale onore!Β» sbottΓ² squillante e furibondo Sindri, schiaffando l'ultimo libro nel baule. Β«Sua Altezza reale Viktor il Rompiscatole mi ha scelto come il suo personale bersaglio! Aspetta che vado a gettarmi da una torre e torno!Β»
Β«Ma non fare lo scemo! Al massimo sei uno che si butterebbe in un bagno caldo e profumato con tanti petali dentro!Β»
Β«Guarda che sono serio! Se quello non mi lascia in pace, stavolta lo... lo... io lo... giuro che...Β»
Ardesia arcuΓ² le sopracciglia, in attesa della grande rivelazione, ma dopo un po' sghignazzΓ² e lasciΓ² perdere. Β«Certo, fratellino. Accidenti, la tua strategia Γ¨ talmente contorta e crudele che persino io ho i brividi di terrore!Β»
Β«Non potresti darmi una mano tu? Insomma, sai rimettere in riga persino i sassi!Β»
Β«Non provare a coinvolgermi. Sono troppo vecchia per rimanere invischiata nei vostri bisticci da bambini di tre anni. Veditela da solo con Viktor. Γ un giovanotto scanzonato, non una Fiera.Β»
Β«Credimi, preferirei aver a che fare con uno di quei cosi piuttosto che con quel rozzo lestofante!Β»
Ardesia sbuffò. «Si può sapere che gli hai fatto per spingerlo a tormentarti così?»
«Niente di niente. Insomma... papà mi ha sempre detto che era meglio che non gli dessi troppa confidenza, visto che è un Græber e tutto il resto, e così ho fatto ogni volta. à lui che si è fissato con me.»
Lei esitò. «Papà non stravede per i Græber, anche se ormai sono alleati di Elgorad. Non è che forse ti sei lasciato influenzare dalla sua opinione su quelle persone? Magari Viktor non è poi così male e quando ti gioca qualche scherzo non si tratta mai di roba pesante o umiliante.» In effetti Viktor si limitava semplicemente a infastidire e far indispettire Sindri, nulla di più, e Sindri, da permaloso e bizzoso qual era, se la prendeva sempre più del dovuto. «Da quel che dicono Klaus, suo fratello e suo cugino, Viktor sembra una persona molto diversa» aggiunse Ardesia in tono ragionevole.
Sindri le scoccò un'occhiata penetrante. «à solo una messinscena la sua» sentenziò, chiudendo il baule con un tonfo secco. «E la cosa peggiore è che ci cascano tutti! Ha sempre uno stuolo di ragazze miagolanti che gli corrono dietro, quell'idiota licenzioso!»
Sua sorella scoppiò a ridere. «Dici così solo perché hai diciotto anni e non sai ancora goderti la vita. Solo quest'anno io ho avuto quattro relazioni con tre ragazze e un altro tizio! Secondo me sei geloso solo perché vorresti avere lo stesso successo che ha lui in quel campo!» esclamò divertita, per stuzzicarlo. «Non fare il bigotto!»
Sindri, perΓ², non la stava ascoltando. Molto serio si voltΓ² per guardarla. Β«E se dicessi a Zelina e ad Argus di fargli la festa per me, Sia?Β»
Ardesia sospirΓ². Β«Primo: ti riderebbero in faccia e avrebbero tutta la mia comprensione. Secondo: loro non verranno.Β»
Β«Cosa? E perchΓ©?Β»
Β«Hanno preferito andare a trovare la nonna per qualche giorno.Β»
Β«Uffa! PerchΓ© loro possono evitare quello strazio di incoronazione e noi no?!Β» esclamΓ² contrariato Sindri.
Β«Semplice: tu sei il piccolo di casa e ti tocca seguire i nostri genitori perchΓ© da solo, a Elgorad, combineresti qualche disastro. E poi loro ormai sono grandi e hanno le loro vite.Β»
Β«E tu , allora?Β»
Ardesia si strinse nelle spalle. Β«Non ho niente di meglio da fare, sono felicemente nubile e ho il compito di tenerti d'occhio mentre ci troviamo ospiti presso il nuovo Imperatore. Come ho giΓ detto: sei il piccoletto di famiglia, Sindri, e sei troppo impulsivo per avere briglia sciolta alla corte di Rhydian, ed Γ¨ importante che i rapporti con Sverthian rimangano pacifici e floridi.Β»
Β«Guarda che so badare a me stesso!Β»
Β«Certo, come quando l'anno scorso sei caduto da cavallo, ti sei slogato una caviglia e basta e hai preteso di voler stilare le tue ultime volontΓ . Ancora rido ogni volta che ci ripenso, era divertente vederti piagnucolare per una semplice slogatura e fare il moribondo.Β»
Rosso in viso, Sindri protestΓ²: Β«Guarda che mi faceva un male cane! Il giorno peggiore della mia vita!Β»
Lei sospirΓ² e roteΓ² gli occhi. Β«Considerati fortunato ad avere come tuo peggior ricordo di sempre una caviglia slogata, SindriΒ» replicΓ² sibillina. Β«Vuol dire che stai bene, sei felice e non ti manca niente.Β»
«Sì, va bene, come vuoi» brontolò il minore imbronciato.
Sia diede un colpetto sulla spalla al fratello a mo' di incoraggiamento. Β«Su, su. Silas e Ivar ci saranno, invece. Se ho capito bene, con loro verrΓ anche Castiel. Quando ti senti depresso, Sindri, ti consiglio di pensare a questo: hai un nipote di solo qualche mese piΓΉ grande di te!Β» Con agilitΓ evitΓ² all'ultimo secondo il cuscino che Sindri le scagliΓ² addosso. Β«TI ODIO, SIA!Β»
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