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Mentre a Obyria si celebrano le nozze fra Skyler Langford e Samantha Collins, un membro della Resistenza Γ¨ invece altrove e finalmente Γ¨ riuscito a rintracciare l'Efialte Dante per salvare la vita a un amico ormai allo stremo delle forze e in punto di morte. Godric sa che il confronto sarΓ difficile e che lo sarΓ ancora di piΓΉ convincere il Signore degli Oscuri, noto anche come Re delle Ceneri, ad agire per una giusta causa, ma le ragioni che lo spingono a provarci sono molte, fra le quali trovare qualcuno abbastanza temibile che possa proteggere Iago e Desya dal mortale pericolo che sta per riversarsi su tutti quanti.
Allora, come scritto nella sinossi, questa one shot è ambientata molto tempo dopo quella che ho scritto per rievocare il primo incontro fra i due. Qui vedremo Godric e Dante così come li abbiamo conosciuti in Necromantia Averni: soli, segnati dal passato e dai rispettivi errori, pieni di rimorsi e rabbia. Pertanto questa os può esser vista come un proseguo dell'altra e la sua perfetta antitesi. Non auguro una buona lettura perché non sarà affatto piacevole, temo. Ad ogni modo ho scelto di fare un'ultima e terza parte di questa specie di trilogia di os e nella prossima inserirò una scena eliminata di Tenebre che non ho potuto/non potrò inserire nella storia canonica per ragioni di spazio e tempo, visto che i capitoli sono già tanti e voglio concludere e arrivare al momento davvero clou della trama!
Β«La solitudine puΓ² essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.Β»
β Bernardo Bertolucci
Erano trascorsi quasi quattrocento anni dal giorno in cui aveva intrapreso il percorso per diventare mago sotto la protezione e le competenze in tale ambito di uno degli Efialti sin da allora piΓΉ detestati e guardati con un misto di ammirazione e di disprezzo dal resto della popolazione. Trecentosettantadue anni, per la precisione. Per altre creature, come ad esempio gli umani, quello era un periodo di tempo lunghissimo e difficile da immaginare, ma per lui era stato come attraversare al massimo una trentina d'anni, anche se i minuti, le ore, i giorni, i mesi e i decenni erano passati lentamente e in modo doloroso.
Si era immaginato che tutto sarebbe riemerso come un incubo rimasto a lungo silente, ma aveva sopravvalutato se stesso e la capacitΓ di tollerare ciΓ² che attualmente stava provando. Ironico che fra le tante rimembranze che possedeva di lui, proprio la prima in assoluto avrebbe scelto di tornargli in mente: quella di quando aveva sei anni e aveva visto dalla finestra della propria stanza dei giochi Dante scendere da cavallo per rispondere alla missiva che i suoi genitori, i defunti Reghsar, gli avevano inviato di persona. Gli Efialti sin da bambini possedevano una vista eccellente e superiore, perciΓ² anche da quella distanza non gli era stato difficile studiare almeno per qualche secondo il suo viso e tutto ciΓ² che lo riguardava. Appena quegli occhi di un gelido e chiaro azzurro si erano sollevati in direzione della finestra, come se Dante avesse in realtΓ percepito che qualcuno era rimasto fino ad allora ad osservarlo, Godric ricordava di essersi abbassato e nascosto sotto il davanzale, temendo di venir colto sul fatto.
Lo aveva colto il panico totale quando poi aveva dovuto incontrare di persona Dante e anche se quest'ultimo sempre gli aveva celato la veritΓ , lui sin da subito aveva capito che era cieco e non poteva vederlo, e un po' lo aveva ferito esser stato tenuto sempre all'oscuro di quel problema, quando in fin dei conti era evidente e difficile da mascherare. Ovviamente, poi, era arrivata una ferita ben piΓΉ grande e dolorosa, ovvero la ragione principale per cui era stato maledetto dal proprio maestro con la promessa che un giorno, prima o poi, Dante sarebbe tornato indietro per terminare ciΓ² che i soldati di Petya, secoli prima, avevano lasciato a metΓ . La vera punizione in realtΓ era sempre stata l'attesa interminabile, quello stare perennemente in ansia e sul filo del rasoio e non sapere mai quando e come la vendetta si sarebbe consumata. Un altro Efialte piΓΉ ingenuo di Godric avrebbe stretto le spalle, a un certo punto, e si sarebbe detto che probabilmente Dante aveva solo bluffato quel giorno, ma chi conosceva il Signore degli Oscuri sapeva anche che non veniva mai e poi mai meno alla parola data. Se giurava vendetta, prima o poi avrebbe fatto ritorno per prendersela con la forza, com'era successo a una cittΓ dell'Oltrespecchio che aveva tradito il popolo di Dante, i Figli di Rasya, durante la ribellione contro Petya: quegli sprovveduti avevano accettato di aiutare l'usurpatore e di mettersi contro i ribelli e poi, come ultimo atto, di sterminare il clan piΓΉ controverso della loro razza, senza risparmiare neppure i bambini. La vendetta di Dante era stata tremenda e nessuno sapeva come avesse fatto a sterminare una cittΓ come quella in una sola notte, ma fatto stava che quel centro urbano era diventato, da quel giorno in avanti, una cittΓ fantasma che prima o poi sarebbe stata sepolta dalla lava e dalle ceneri del vulcano che si trovava a poca distanza da essa. Alcuni dicevano che Dante si fosse servito delle creature che un tempo lui stesso aveva predato e ucciso, ovvero i draghi, ma a giudicare da ciΓ² che era stato rinvenuto laggiΓΉ, i cittadini erano morti in circostanze misteriose e il fuoco che li aveva bruciati fino a farli carbonizzare non era stato riconducibile a quello dei draghi. L'unico sopravvissuto allo sterminio, che poi era sΓ¬ e no uscito di senno, aveva raccontato di aver visto i propri concittadini bruciare da dentro, le abitazioni invece disseminarsi prima di crepe incandescenti e, un attimo dopo, bruciare come torce o esplodere e ridursi in polvere, non semplici macerie. Era stato piΓΉ o meno a quel tempo che Petya aveva dichiarato Dante, per la prima volta e in via ufficiale, nemico dell'Oltrespecchio e un pericoloso genocida senza pietΓ e senza un briciolo di coscienza.Β
Se solo Godric non avesse avuto modo di conoscere personalmente il Diavolo, avrebbe pensato all'epoca che Dante avesse finito per fare un patto con Satana in cambio del potere o della capacitΓ di vendicare in primo luogo la propria famiglia. Forse non avrebbe perso fino a tal punto le staffe se la figlia non fosse stata assassinata come tutti gli altri, magari un po' di umanitΓ in lui sarebbe potuta sopravvivere, ma Yvaine se n'era andata fra le braccia del padre e con lei il Dante al quale Godric aveva imparato a voler bene e di cui si era innamorato, senza mai confessarlo apertamente, era morto per sempre. Al suo posto era nato un individuo che Petya stesso aveva temuto per secoli come qualsiasi popolo che avesse scelto stupidamente di stabilirsi alle pendici di un vulcano dormiente ed era quell'Efialte che Godric con ansia attendeva di affrontare, di veder entrare dalla porta dell'essenziale ed elegante loft nel quale Dante si era stabilito. Rintracciarlo non era stato semplice, finchΓ© non aveva ricevuto una soffiata anonima che lo aveva condotto lΓ¬.Β
Chiunque gli avesse passato quella soffiata, Godric non era ancora certo se ringraziarlo o meno. Dipendeva se sarebbe sopravvissuto alla visita o sarebbe morto, come temeva sarebbe accaduto. Come udì la porta della dimora aprirsi e infine chiudersi, capì che presto lo avrebbe scoperto, come capì che il cuore presto gli sarebbe schizzato via dal petto. Non sapeva se per la paura o per qualcos'altro a cavallo tra l'emozione e la nostalgia, e chiunque avesse potuto spaziare nei suoi pensieri e nel suo inconscio gli avrebbe di certo diagnosticato una severa forma di masochismo a livelli estremi. Quello lì aveva giurato di ammazzarlo e lui se ne stava là , seduto sul divano bianco, spigoloso e rettangolare a chiedersi se fosse cambiato o fosse rimasto come l'ultima volta che l'aveva visto.
Deglutì a vuoto e poi udì la sua voce parlare chiaramente, gelida e minacciosa: «Se sei chi penso che tu sia, non farmi venire lì e fatti avanti».
Certo che aveva capito che era lui. Tra Efialti ci si riconosceva subito, si avvertiva la presenza di un proprio simile.
Godric si fece coraggio, si alzò e piano piano uscì dal soggiorno e raggiunse l'ampio ingresso. Si ripeté di non mostrare la paura né altro, di essere per una volta all'altezza della situazione e fargli intendere che non era lì per farsi strapazzare.
Aveva passato tre ore a provare nella propria mente ciò che avrebbe detto in quel momento, ma tutto ciò che alla fine riuscì a dire, quasi pigolando, fu: «Ciao, Dante».
Lui non aveva piΓΉ mascherato gli occhi con il colore alternativo che spesso un Efialte adottava quando si trovava fra gli umani e Godric riusciva a specchiarsi in quelle iridi simili a perle nere che dardeggiavano di una rabbia glaciale e in crescente, vertiginoso aumento. Sentiva la sua rabbia, era come percepire il respiro incandescente di un drago che si stava preparando a una fiammata.
Cazzo, mi ammazza, me lo sento.
Fece un timoroso passo in avanti e vide lui farne uno indietro, simile a una belva che non si fidava ed era lì lì per saltargli alla trachea. Godric conosceva la sua forma animale, una volta aveva visto coi suoi occhi la Volpe dell'Ovest agire ed era stato magnifico e terribile. Quella bestia, senza difficoltà alcuna, aveva decapitato con un solo morso ciascun nemico e altri li aveva ridotti a brandelli sanguinolenti, spargendone ovunque le interiora. La cosa assurda, col senno di poi? Era accaduto per via sua, perché Dante quel giorno lo aveva salvato da un gruppo di nemici dei Reghsar e nel farlo non aveva avuto pietà . Subito dopo il termine del massacro, però, l'enorme volpe nera, più simile a un lupo mannaro nelle dimensioni e nella ferocia, si era avvicinata a lui e con delicatezza l'aveva preso per la collottola e se l'era messo in groppa, visto che aveva solo sette anni.
L'affetto e il sollievo che aveva scorto in quei pallidi occhi azzurri che quella volta lo avevano scrutato erano solo un doloroso e lontano ricordo.
Le tenebre avevano divorato tutto quanto e lasciato come avanzi il rancore e la sfiducia.
«Come mai non riesco a trovare pace neppure nella zona più remota e silenziosa della Norvegia?» lo rimbeccò Dante, più irritato che mai. «à il tuo giorno fortunato, Godric: ho da fare e non ho tempo per te, perciò fuori da casa mia. Insisti e credo proprio che farò un'eccezione, mi ritaglierò una decina di minuti e ti aprirò in due come una noce, e lo farò lentamente, in modo che mentre stai morendo tu possa sentire la morte alitarti sul collo.»
Quella non era una vuota minaccia, glielo si leggeva in faccia, ma Godric non poteva permettersi di rinunciare. C'era troppo in gioco, la posta era altissima.
Β«S-Senti, non sono qui per discutere e neanche per testare la tua pazienza. Sono qui perchΓ©...Β»
Β«Quale che sia il motivo, non mi interessa. Sparisci.Β»
«à importante, altrimenti non ti avrei disturbato, non pensi? à una cosa urgente e ho bisogno che tu mi stia a sentire.»
Dante roteΓ² gli occhi, annoiato. Β«L'urgenza e l'esagerata importanza sono ciΓ² che da sempre costituiscono la base dei tuoi bisogniΒ» rispose in tono monocorde. Β«A meno che tu non voglia suicidarti e ti trovi qui per chiedermi di darti una spintarella, direi che non abbiamo nulla da spartire.Β»
Godric si decise a parlare francamente: «Dario sta male» snocciolò. «à per lui che sono qui.»
L'altro lo fece spostare in malo modo e lo superΓ² mentre si sfilava la giacca di pelle che celava un dolcevita nero abbinato a jeans scuri. In fatto di muscoli non era invecchiato di un giorno. Β«Sta male dal giorno in cui Γ¨ nato, quello lΓ Β» disse con palese disinteresse per la faccenda. Β«Qualche decennio e gli passerΓ .Β»
Era anche il doppio zuccone, osservΓ² esasperato Godric, gesticolando snervato. Β«Ma allora sei di coccio! Sta morendo!Β»
Dante si fermò per un attimo, poi gettò la giacca sul divano e annuì con gravità . «Capisco. Beh... in tal caso... avvertitemi quando tirerà le cuoia e giuro che pagherò io i fiori per il funerale. Ti sta bene?»
Godric era sconvolto. Β«Hai sentito o no cos'ho detto?Β»
Β«Purtroppo ci sento anche troppo bene e se tu fossi intelligente, allora lasceresti in pace quel disgraziato e gli permetteresti di morire con un minimo di dignitΓ , invece di accanirti per scopi egoistici o solo il diavolo sa per cos'altro.Β»
L'altro Efialte restrinse lo sguardo. Β«Non Γ¨ nelle condizioni di ragionare lucidamente e non si rende conto di cosa sta facendo. Lo aiuterai o no?Β»
Β«Sa che ti trovi qui, dimmi?Β» lo canzonΓ² Dante, spietato e subdolo. Β«Non lo sa, vero?Β»
Il più giovane si sentì messo all'angolo. «Lo sa, ma non era... non era molto d'accordo. Tutto qui.»
«Mi sembra di vederlo, giuro: starà tremando come una pecorella al pensiero che quel cattivone del suo Efialte potrebbe piombare nel suo bel palazzo regale da un momento all'altro» proseguì Dante, perfido, lo sguardo che scintillava bieco. «Sai che ridere se accettassi e solo per avere l'occasione di farlo fuori. Va di moda ormai trattarlo come un bersaglio per il tiro a segno, da quel che ho sentito in giro.»
Godric era così arrabbiato che la rabbia lo stava però paralizzando. Si impose di non piangere, non davanti a quello stronzo. «Sei più crudele di quanto ricordassi, ma so che questo per te è solo un complimento.»
Β«E tu sei piΓΉ idiota che mai se sei venuto qui a implorarmi di fare una cosa che non farei mai, neanche a pagarmi a peso d'oroΒ» lo rimbeccΓ² gelido l'altro, tornando serio. Β«Fatti un favore e vattene, prima che decida di incazzarmi e finire il lavoro che ho lasciato a metΓ qualche secolo fa. Al tuo posto terrei le corna basse, Bambi, visto che solo uno di noi ha le zanne.Β»
«Va bene, facciamo così: prima aiuti lui e poi, se vorrai, potrai sventrare il qui presente Bambi» concesse esasperato Godric. «Ma per favore, Dante: aiutaci. Aiutalo.»
Β«Basta con le stronzate e togliti di torno. Mi hai stufatoΒ» lo liquidΓ² Dante, estraendo dalla tasca dei jeans il telefono, forse per fare una chiamata o...
Godric si odiΓ² per la fitta di inquietudine e timore che lo attraversΓ² quando vide le dita affusolate dell'altro perdere la presa sul cellulare, il quale cadde sul parquet con un tonfo sordo. La tensione aumentΓ² non appena notΓ² che quella mano era scossa da un tremore incontrollabile.
Ma che diavolo...
Lo sguardo dell'altro si posΓ² su di lui. Β«Che cos'ha di preciso quel cretino? Che ha combinato?Β»
Per un secondo Ric ebbe tanto l'impressione che fosse al corrente di qualcosa che a lui invece sfuggiva, ma evitΓ² di farglielo presente. Β«Un Ghoul lo ha morso. Nel giro di qualche settimana la ferita gli ha risucchiato le forze. L'ultima volta che l'ho visto non era messo bene. Ho parlato con una sua amica stamattina per sapere come stava e lei ha detto che probabilmente non supererΓ la giornata. Come ho giΓ detto prima, Dante: sta morendo. Non oserei mai esagerare o scherzare su un argomento simile!Β»
Lo vide afferrarsi il pugno per far cessare il tremore, ma non servì a granché. Si chiese, per quanto ciò fosse ridicolo e assurdo, se per qualche ragione ignota l'agonia sempre più vicina di Dario stesse in qualche modo trascinando verso la fine anche Dante.
Ma come poteva essere? Non era mai successo niente del genere nella storia degli Efialti. Mai.
Β«C'Γ¨ qualcosa che dovrei sapere? Che anche lui dovrebbe sapere?Β» azzardΓ², stufo di tirare a indovinare.
Dante lo ignorò. «Non sei venuto qui solo per lui, non è così?» chiese a sua volta. A volte sembrava leggere nella mente delle persone, il che era un bel po' inquietante. In quei momenti sembrava di aver quasi a che fare con Petya.
Godric deglutì. «Sì. Confido che... che tu abbia saputo, in un modo o nell'altro, che Iago è tornato in vita e...»
«Sì, lo so.»
Β«Lo hai visto?Β»
Β«PerchΓ© mai avrei dovuto?Β»
Β«Non saprei. Forse perchΓ© quando venni a dirti che era morto, non esitasti un secondo a voler far luce sulla questione e a stare accanto ai suoi fratelli. Forse perchΓ© entrambi abbiamo pianto per la sua morte.Β»
Β«Non sono una femminuccia come te e non ho mai pianto davanti a chicchessia.Β»
Β«Stronzate. Sai almeno cos'Γ¨ accaduto a Misha?Β»
Β«Non Γ¨ ai Caraibi con un nome falso a sorseggiare tequila e a ridersela mentre voi piangete per quell'idiota di Wolf?Β» cinguettΓ² Dante.
Godric non seppe chi gli diede la forza di non malmenare quell'idiota. «Non so se nell'Aldilà ci sia la tequila, ma continua così e tra poco potrai andare a chiederglielo di persona» fece a denti stretti, a un passo dalle lacrime di dolore represso e di frustrazione. «Misha è morto. Non è mai scappato, era una bugia e basta. Hanno ucciso lui al posto di James. Gli hanno fatto il lavaggio del cervello e lo hanno spinto a sacrificarsi, per giunta invano. Non ti importa nemmeno di questo?»
Dante restrinse lo sguardo. Β«Si Γ¨ scelto da solo la propria condanna. Lo ha fatto nel momento in cui ha deciso di appoggiare Petya e voltare le spalle a me e a te. A te che ti ostini a difenderlo come se avesse ancora tredici anni e non ci avesse mai traditi in cambio del potere.Β»
Β«Petya lo manipolΓ² e lo sappiamo tutti e due. Lo fece anche con Desya. Loro pensavano di star agendo per il bene di tutti, per costruire qualcosa di nuovo e unificare gli Efialti. Non sapevano che Petya era un despota che si sarebbe fatto poi corrompere!Β»
Dante sorrise sprezzante. Β«Ma guardati, Godric! Ti hanno ammazzato la famiglia e gli amici, eppure fai ancora la parte della mammina premurosa. Se solo fossi ancora dotato di pietΓ , proverei per te solo compassione.Β»
Β«Non puoi voltare loro di nuovo le spalle, Dante!Β» perse la pazienza Godric, avvicinandosi. Β«Hanno bisogno di tutta la protezione possibile, lo sai benissimo! Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento e ora eccolo qui! Non posso guardare le spalle a Iago e a Desya tutto da solo!Β»
Β«Non intendo farmi piΓΉ coinvolgere.Β»
Β«Sei coinvolto sin dall'istante in cui hai rinfoderato la spada e permesso a quei tre bambini di vivere! Sei coinvolto quando hai deciso di aiutarmi ad addestrarli e prepararli al futuro!Β»
Godric era stremato e disperato. Non voleva arrendersi all'idea che Dante avesse potuto dimenticare l'affetto anche per Iago, Desya e Misha. Non poteva essere.
L'Efialte piΓΉ anziano si ostinΓ² a fissare il pavimento. Β«Non ho intenzione di sostituire ciΓ² che ho perso secoli fa. Non faccio come te.Β»
Β«Io non sto sostituendo nessuno. Loro sono semplicemente tutto quel che mi resta della mia famiglia. Pensavo che per te fosse lo stesso, perdonami se mi sbagliavo.Β»
Β«Smettila di piagnucolare. FarΓ² quel che potrΓ² per salvare la pelle a quell'idiota, anche se Γ¨ andato a cercarsela fino in fondo, ma poi ho chiuso. Proteggi da solo quei due ingrati. Per me sono come morti, proprio come Misha. A mia figlia non Γ¨ stata mostrata la pietΓ che ora mi chiedi di avere per loro, perciΓ² col cazzo che li aiuto. Yvaine era sangue del mio sangue, chiaro?Β» sibilΓ² Dante.
Quelle parole, specialmente le ultime, fecero male a Godric. Β«Quindi per te il concetto di famiglia dipende dal sangue? Buono a sapersi.Β»
Β«Se avevi dei dubbi, allora sei tu il cretino. E per la cronaca, Godric: anche tu sei morto per me, considerando tutte le volte in cui mi sono immaginato di strangolarti.Β»
Godric non riflettΓ© quando sputΓ² fuori, rancoroso: Β«Mi chiedo come tu faccia a immaginartelo, visto che non sai neanche com'Γ¨ fatto il mio visoΒ».
L'altro si alzΓ² lentamente e lo raggiunse, minaccioso. Β«Chiedo scusa?Β» quasi ringhiΓ².
Β«NienteΒ» si sbrigΓ² a replicare Ric, facendo un passo indietro.
Β«No, invece adesso ripeti quel che hai detto! Forza!Β»
Un attimo dopo l'attenzione di entrambi venne catturata da qualcos'altro. Una sensazione orribile e viscerale mai avvertita.
«L'Oltrespecchio» esalò Godric, lo sguardo perso nel vuoto. Si riscosse e si sbrigò a recitare la formula per aprire un portale che l'avrebbe condotto direttamente lì. Sentiva che stava accadendo qualcosa di terribile e doveva scoprire di cosa si trattava. Solo quando ebbe varcato il portale e vide da una delle colline che attorniavano la valle di Specula e la città sconvolta dalle grida, dalle fiamme e dal suono di un'orrenda battaglia in atto, si accorse che Dante era accanto a lui. Forse non aveva resistito a quella sensazione e aveva deciso, suo malgrado, di seguirlo.
Se Godric era sconvolto, l'espressione sul viso di Dante era indescrivibile: pareva paralizzato, nei suoi occhi color pece si riflettevano le fiamme che in lontananza stavano distruggendo la cittΓ . Che anche lui riuscisse a vederle?
«Quello non è fuoco qualsiasi» lo sentì dire Ric. «Porca puttana. Cazzo!»
Godric sobbalzò vedendolo correre a rotta di collo lungo il pendio. «Aspetta! Che vuoi fare? Dante!» In qualche maniera riuscì a raggiungerlo, ma non a fermarlo, e ben presto eccoli là , oltre le porte distrutte di Specula, di fronte a loro il ritratto della devastazione e del dolore. I corpi di molti, fra donne, uomini e bambini, erano sparsi ovunque, trucidati e immersi nel sangue o bruciati vivi.
Godric trattenne il fiato e fu sul punto di correre per evitare che un bambino, che al massimo doveva avere sui tre anni e piangeva, spaventato e privo di protezione, venisse sepolto vivo dall'architrave della casa alle sue spalle che stava bruciando.
Non fu abbastanza veloce e davanti ai suoi occhi il piccolo sparì in una tomba di fuoco, macerie, polvere e fumo.
Non si rese conto di star piangendo e che le gambe erano sul punto di cedergli. Il pensiero che forse Iago e Desya potessero essere a loro volta in pericolo o addirittura giΓ morti, perΓ², fu capace di scuoterlo. Senza contare che al castello vi erano altri che conosceva e che forse poteva ancora salvare. Che gli piacesse o meno, poi, Petya era importante, andava aiutato. Il vero nemico era AndrΓ©.
La rabbia lo indusse, perΓ², a voltarsi a guardare un attonito e sconvolto Dante. Β«Adesso capisci perchΓ© abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile?Β» gli urlΓ² contro. Β«Vuoi che tutto il mondo faccia questa fine, dimmi?!Β»
Lo vide riprendersi dalla paralisi, fissare furibondo qualcosa dietro alle sue spalle, sollevare una mano e scagliare in quella direzione un raggio di luce scarlatta. Seguì un tonfo sordo che venne coperto dalle grida e dal disastro. Godric si voltò e riconobbe nel morto uno che doveva essersi schierato con André. Si chiese cosa avesse spinto Dante a salvarlo, visto quante volte aveva ripetuto di odiarlo e di volerlo per sempre sottoterra.
Non vi fu il tempo di domandare alcunchΓ©, perΓ². Tutti e due sapevano cosa andava fatto e in silenzio, ignorando con enorme sforzo la devastazione che li circondavano, avanzarono per la cittΓ , di tanto in tanto uccidendo i nemici che sbarravano loro la strada, per tentare di raggiungere il castello.
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