β¨πΌπ π‘π’π π πππππππ ππ ππ’πππ‘ππππ || π΄π π΅ππ¦ππππ [πππβπππ π‘π ππ ππ₯π π‘ππππ’πππ]β¨
I "se" e i "ma" non sono inutili come si crede. A volte spingono a osservare una cosa da una prospettiva diversa, a immaginare scenari diversi da quello che abbiamo di fronte, ed Γ¨ ciΓ² che andrΓ² ad esplorare in questa storia. E se Brian, alla fine, finisse per affezionarsi molto di piΓΉ a Cynder che a Skyler? E se alla fine decidesse di rinunciare a una possibile relazione contorta e piena di probabili alti e bassi per preferire, invece, sentimenti puri, a tratti platonici, ma profondi e altrettanto intensi?Β
Parto con il dire che mi vergogno tanto, ma tanto, tanto, tanto, tanto - per citare Cannavacciuolo - di un cosΓ¬ imbarazzante ritardo nella pubblicazione di questa piccola storia a puntate alla quale, tra l'altro, tengo personalmente un bel po'.Β pxstelpurinΒ mi scuso un casino per aver tardato e sei libera di prendermi a colpi di clava in testa, me lo meriterei Γ§_Γ§ Comunque spero possa piacerti questa prima parte dove ho voluto ripercorrere due tappe di Necromantia Averni da punti di vista diversi da quelli della storia canonica e farΓ² cosΓ¬ per gli altri episodi. Probabilmente dovrΓ² ricorrere a salti temporali, ma farΓ² in modo di renderli il piΓΉ fluidi possibili, quindi c'Γ¨ la possibilitΓ che si arrivi fino agli eventi di "Tenebre". Purtroppo, per il resto, tante altre cose andranno esattamente come sono andate e... potremmo assistere a un capovolgimento della situazione fra Samantha e Skyler o, peggio ancora, alla rinascita della Skyvid (SkylerxDavid) ma la vedo molto dura, per fortuna.Β
βEd amante del tutto indegno, volgare, Γ¨ colui che ama piΓΉ il corpo che l'animo, poichΓ© costui infatti non Γ¨ costante, preso com'Γ¨ da cosa che non dura."
οΌPlatone, Simposio.
Β«Vedrai che ti troverai bene con Alex e gli altri. Certo, siamo tutti un po' matti, a modo nostro, ma non in senso negativo!Β»
Skyler cambiò marcia e guardò con la coda dell'occhio il fratello che sedeva alla sua destra, dal lato del passeggero. Vide che era tutto preso nell'osservare con aria incuriosita, anzi rapita, la strada i cui lati erano adornati da vialetti e case d'ogni genere e dimensione. Sembrava davvero un bambino che per la prima volta saliva sull'auto dei genitori e in fin dei conti era proprio così. Asher non aveva mai viaggiato in macchina e quella era la prima, vera volta che poteva osservare il mondo umano in prima persona, senza dover per forza osservare le immagini di qualche libro.
Suo fratello era così pallido per via della segregazione durata anni e anni che il medico riusciva a intravedere i capillari o le vene, quando il sole colpiva il viso e tutte le porzioni di pelle nuda. Oltre a ciò, per quanto fosse stato tenuto bene, i suoi carcerieri non si erano esattamente sforzati nel farlo e per tale ragione era più magro ed esile di lui, come se esser rimasto lontano dalla luce del sole, da una vita davvero sana e normale, avesse influito sul suo sviluppo.
CiΓ² che realmente lo colpiva di quell'uomo, perΓ², erano i suoi occhi. Erano innocenti e limpidi come quelli di un bambino e non facevano che spalancarsi fino a diventare rotondi ogni volta che vedeva fuori dal finestrino qualcosa che lo colpiva in particolar maniera.
Skyler tolse una mano dal volante e con quella picchiettΓ² sulla schiena del fratello che, tuttavia, sussultΓ² e si voltΓ² di scatto per guardarlo, come accadeva quando si coglieva alle spalle una persona non udente. Ritrasse con cautela il braccio. Β«Ehi, tranquillo. Scusa, non volevo spaventarti.Β»
L'altro Langford si rimise composto, tenne lo sguardo basso e giocherellΓ² un po' con la cintura di sicurezza. Aveva l'aria di uno che aveva un rospo bello viscido incastrato in gola e voleva ad ogni costo liberarsene sputandolo fuori. Β«M-Mi dispiaceΒ» mormorΓ².
Skyler si accigliΓ². Β«Di cosa?Β»
«Per... per essere... così» provò a spiegare il fratello, quasi mangiandosi le parole visto che stava sì e no mugugnando. «Non penso che i fratelli degli altri siano come me, giusto?»
Il dottore sbattΓ© le palpebre e decise di fermare l'auto a bordo strada. Β«Non dire assurditΓ . Non hai nulla che non vada e comunque la colpa non Γ¨ tua.Β»
L'altro Langford continuò a torturare la cintura di sicurezza. «Io... io all'inizio pensavo che non volessi avere niente a che fare con me» ammise. «N-Non venivi mai a trovarmi e anche se mi dicevano che non era così, io lo pensavo lo stesso. Quando ci hanno fatti incontrare per la prima volta tu sei rimasto solo per pochi minuti e non mi hai neanche parlato, e io... io mi sono chiesto se fosse perché c'era qualcosa che non andava in me.»
Skyler deglutì, sentendosi sul serio un verme. Non doveva aver fatto una bella impressione e anche se poi le cose erano un po' migliorate, Asher non doveva aver dimenticato il suo iniziale atteggiamento spaesato che ai suoi occhi, tuttavia, era sembrato semplice indifferenza o peggio.
«Senti... non siamo partiti con il piede giusto, questo lo ammetto, ma non pensare neanche per un momento che sia tu il problema. Non è così, credimi, e... beh... io voglio che tu faccia parte della mia vita. Sei mio fratello e abbiamo tanti anni da recuperare. Tu, specialmente, devi imparare a conoscere il mondo che ti circonda e io ti rimarrò vicino. Per qualunque problema o incertezza sarai sempre libero di rivolgerti a me e ai miei amici. Capito?» Skyler abbozzò un lieve sorriso. «Uno di loro, poi, lo conosci già . Ti ricordi di Brian, l'uomo che avevano chiuso nel seminterrato insieme a te? Lui si trova proprio a casa di Alex, adesso, e finalmente potrete presentarvi come si deve.»
«Brian?» ripeté l'altro Langford, cercando di ricordare. Un attimo dopo finalmente rimembrò e per la prima volta Skyler lo vide sorridere davvero, anche con gli occhi. Un bambino che aveva appena incontrato Babbo Natale in carne e ossa non sarebbe stato altrettanto radioso. «Sì, ora ricordo! Lui è molto gentile e anche un po' buffo!»
Skyler sghignazzò. «Lo è eccome, specie se gli prendono i cinque minuti! Credici o no, ma all'inizio non mi sopportava e discutevamo sempre.» Si incupì un pochino. «In realtà discutiamo tuttora» ammise.
Β«PerchΓ©?Β» chiese suo fratello spiazzato.
Β«Abbiamo una visione delle cose molto diversaΒ» cercΓ² di spiegare Skyler. Β«A Brian piace parlare in maniera molto schietta, a volte brutale, e io sono uno di quelli che spesso e volentieri non apprezzano la troppa onestΓ . Tendo a essere sordo ai consigli altrui e a legarmi al dito persino la piΓΉ piccola sciocchezza.Β» SospirΓ². Β«Ti do un buon consiglio, fratellino: le parole hanno un potere enorme e bisogna stare attenti a come le si usa. Non sai mai se potrebbero ferire chi sta ascoltando. Sceglile sempre con la massima cura e con la volontΓ di non offendere di proposito il prossimo. Spesso basta guardare negli occhi chi hai di fronte per capire se stai sbagliando o meno.Β»
Il suo gemello era piuttosto confuso. Β«Ma io non voglio offendere nessuno di proposito. Non si fa, no?Β» Qualcosa in lui parve di colpo scattare e farsi chiaro come il sole. Β«Prima ho sbagliato a parlare? Per questo mi stai dicendo tutto questo, adesso? I-Io... s-scusa, non volevo!Β»
Β«Ma no! Dicevo in generaleΒ» lo rassicurΓ² Skyler. Β«Prima hai solo detto ciΓ² che pensavi e provavi, e va bene cosΓ¬. Avresti commesso un errore a non dire niente e a tenerti tutto dentro. Meglio non farlo mai, credimi. Certi pensieri, certi ricordi, sono peggio della malattia piΓΉ letale. Ti uccidono e lo fanno lentamente, perciΓ² se qualcosa non va o ti mette a disagio, se qualcosa ti ferisce, tu dillo sempre apertamente. Non c'Γ¨ qualitΓ piΓΉ bella della sinceritΓ , specie al giorno d'oggi.Β»Β
L'altro Langford annuì, ma non era così convinto che fosse un bene dire sempre ciò che si pensava. C'era modo e modo per esprimersi, di questo ne era consapevole, però si domandava se fosse saggio esser fin troppo sinceri. Ogni volta che aveva tentato di esprimere la propria opinione con il suo carceriere, Arwin, ad attenderlo poi aveva sempre trovato una punizione e con il tempo aveva imparato a rimanere al proprio posto e a parlare solo quando gli era concesso di farlo.
Con la donna che ogni tanto si era recata nel luogo dove era stato tenuto segregato per anni, Zelda, le cose erano andate un po' meglio e lei non era stata poi così severa e intransigente. Era stata proprio lei, spesso, a lasciargli in dono, in un certo senso, molti dei libri che lui aveva avuto la possibilità di divorare, almeno negli ultimi anni. Zelda non era subentrata subito nel suo ridotto campo delle conoscenze e anche se si era dimostrata, tutto sommato, poco incline a socializzare con lui, mai lo aveva punito.
Senza volerlo Zelda gli aveva dato l'occasione di vedere il mondo o comunque una parte di esso attraverso i libri, illustrati o meno. Un giorno si era fatto un po' audace e l'aveva ringraziata per quei doni, perchΓ© per lui avevano fatto una grande differenza, ma lei non aveva risposto e se n'era semplicemente andata.
Era dalla notte in cui lo avevano fatto uscire dall'ospedale abbandonato che non vedeva Zelda e per tanti motivi non se l'era mai sentita di chiedere dove fosse andata a finire. Sapeva solo che aveva fatto del male a delle persone e che non fosse una presenza gradita per coloro che lo avevano soccorso. PiΓΉ rifletteva su questo e piΓΉ si domandava come fosse possibile che la persona che lo aveva aiutato a tener viva la mente, a riempirla con le splendide parole stampate nei libri e a sognare terre per lui tanto lontane e remote, fosse la stessa ad aver compiuto azioni riprovevoli e a essere un'autentica ricercata.
Come poteva essere che un individuo fosse in grado di fare del male e del bene al tempo stesso? Chi faceva del bene era buono e chi nuoceva al prossimo era l'esatto contrario, almeno era ciΓ² che aveva tentato di imparare nei libri.
Β«Ehi, posso chiederti una cosa?Β»
La voce di suo fratello lo riportò al presente. Annuì.
Skyler, dunque, proseguì: «Come mai sembri sempre non gradire di esser chiamato con il tuo nome? Voglio dire... è quella la tua identità . Sei Asher Langford, finalmente hai ritrovato il tuo nome e la tua famiglia».
Asher sbatté le palpebre e si strinse nelle spalle. «Non è che non lo gradisca» disse piano. «à solo che non provo niente quando lo sento pronunciare. Arwin non mi chiamava mai per nome e diceva sempre che non aveva importanza chi fossi o da dove venissi, come avessi fatto a finire sotto la sua tutela. Alla fine, quindi, ho smesso di chiedere e di pensarci. Non mi importava, cioè... pensavo che lui volesse tenermi al sicuro. Ripeteva che il mondo là fuori era terribile, specialmente per uno come me. Secondo lui non doveva interessarmi il mio passato, sempre che ne avessi avuto uno. Il mio compito era di rimanere dove mi trovavo e comportarmi bene.»
Β«Tutti hanno un passatoΒ» disse calmo Skyler, anche se gli ribolliva il sangue ogni volta che sentiva parlare di Arwin e delle mille maniere in cui quel mostro aveva fatto il lavaggio del cervello ad Asher sin dalla prima infanzia. Decenni interi di segregazione, di prigionia, di abusi psicologici e raggiri mentali, di solitudine e violenza...
Conosceva fin troppo bene l'operato di Arwin Reger per dubitare che quell'essere non si fosse divertito come un matto e fino in fondo con Asher. La sua perversione non conosceva limiti.
Β«Non sappiamo ancora come tu sia finito tra le mani di Arwin, ma eri e rimani Asher Langford, mio fratello, e questo Γ¨ importante. Un nome serve anche per presentarsi al prossimo, per interagire con gli altri e avere degli amici, mi segui?Β»
Asher annuì appena. «Credo di sì.»
Β«Tuttavia... se essere chiamato in quel modo ti mette a disagio, non preoccuparti. Sei libero di crearti un'identitΓ tutta tua e nuova di zecca, ora. Sei libero di vivere, fratellino.Β» Il medico si interruppe e frugΓ² nella tasca interna della giacca per estrarre il cellulare. Lesse in un soffio il numero sullo schermo e infine, dopo un attimo d'inquieta esitazione premette su di esso per rispondere, accostando la cornetta all'orecchio. Β«Brian, che succede?Β»
L'altro Langford riemerse di nuovo dalla bolla dei propri pensieri non appena udì il fratello pronunciare quel nome e, nel rizzare senza volerlo le antenne, si sentì un po' strano, come se qualcosa nel suo torace avesse fatto una capriola e fosse andata a finire dritto nella sua gola. Non fiatò e ascoltò Skyler parlare con Herden e, nel farlo, usare un tono di voce del tutto diverso dal consueto: gelido, come se si stesse realmente sforzando di non esser sgarbato. Si domandò se fosse accaduto qualcosa di male fra quei due, ma se così fosse stato Skyler gliene avrebbe parlato, giusto?
Attese la fine della breve telefonata e poi, non resistendo all'impulso, chiese: Β«Va tutto bene fra di voi?Β»
Skyler in un primo momento gli lanciΓ² un'occhiata sorpresa, quella di uno che era stato colto nel bel mezzo di qualcosa di poco piacevole, poi perΓ² si riprese e scosse la testa. Β«Uhm... no. Insomma...Β» SospirΓ². Β«In realtΓ abbiamo avuto una discussione. Brian Γ¨ venuto da me per cercare di mettere a posto le cose, ma invece le ha peggiorate.Β»
Asher sbattΓ© le palpebre con aria smarrita. Β«PerchΓ© avete litigato?Β»
«Divergenza d'opinioni» snocciolò vago il medico. «Lui la pensa in un modo riguardo a una data faccenda e io, invece, sono dell'idea contraria alla sua. à sempre così fra di noi, credimi. Niente di nuovo.»
Il minore dei gemelli non era molto convinto. Β«Doveva essere un argomento molto personale. Sembri... ecco... davvero arrabbiato con luiΒ» si permise d'osservare.
Β«Mi passerΓ Β» lo rimbeccΓ² Skyler, forzando un debole sorriso.
Β«PerchΓ© non ci parli di nuovo? Hai detto che siete amici e... n-non sono molto esperto, non so come sia avere un amico, ma penso che sia piΓΉ o meno come essere fratelli. Hai detto che tra fratelli ci si vuole bene, no?Β»
«Beh, sì, ma...»
«Se discutessimo noi due, io ti perdonerei subito» proseguì Asher, convinto. «Se vuoi bene a qualcuno lo perdoni, non è così?»
«Non è così semplice» fece Skyler combattuto. «Spesso queste cose sono complicate, credimi.»
Β«Non dovrebbero esserlo, perΓ².Β»
Il dottore fece una smorfia amareggiata. Β«Anche questo Γ¨ veroΒ» ammise. Β«PerΓ²... il mondo Γ¨ di per sΓ© complicato, fratellino, e non possiamo farci niente.Β»
Β«Beh...Β» Asher riflettΓ©. Β«Potremmo provare a non complicarlo ancora di piΓΉ, allora, no?Β» Sorrise genuinamente al fratello. Β«Comunque... che cosa ti ha detto?Β»
Β«Voleva sapere fra quanto saremmo arrivati. L'altro mio amico, Alex... beh... non sta molto bene.Β»
«E che cos'ha?» incalzò l'altro Langford, preoccupato. «à grave?»
Per un attimo Skyler ripensò alla malattia di Alex, quella che non gli aveva lasciato scampo e lo aveva trascinato in una breve e dolorosa marcia verso la morte. Udì ancora una volta provenire da quella stanza la voce di Brian che, disperato, invano cercava di rianimare l'amico, non volendo arrendersi alla realtà dei fatti.
Lui e Grace erano tornati da appena pochi minuti quando avevano udito quel trambusto al piano di sopra e Skyler ammetteva di non aver avuto il fegato di accorrere subito per capire meglio quale fosse il problema. Aveva compreso tutto ancor prima di vedere coi propri occhi il corpo esanime di Alex giacere nel letto.
«à stato decisamente peggio» disse infine, rauco. «Tuttavia... ci sono molti modi in cui una persona può stare male. Ha avuto momenti difficili, negli ultimi tempi.»
Asher annuì appena. «Può uscirne, però, vero?»
«à ciò che speriamo tutti quanti» ribatté Skyler, per poi guardare il fratello e sorridergli in modo più convinto. «Era curioso di conoscerti, sai? Penso che ti adorerà . Gli riesce facile affezionarsi al prossimo.»
L'altro Langford quasi arrossì e si massaggiò la nuca con fare impacciato. «Anche io voglio conoscere tutti i tuoi amici. Magari diventeranno anche i miei.»
Β«Ne sono sicuro, fidati. Brian lo conosci giΓ , ti restano solo Alex e Andrew.Β»
Β«Una volta una persona che era stata rinchiusa insieme a me mi parlΓ² di qualcuno che si chiamava proprio βAndrew". Quel ragazzo sembrava davvero preoccupato per lui e... poco dopo... Arwin venne a prenderlo e io non lo rividi mai piΓΉ.Β»
Skyler raggelΓ² a quel racconto di Asher. Sapeva bene che stava parlando di Dylan, l'ex fidanzato del suo amico d'infanzia che aveva invano cercato di avvertire Andrew e di allontanarlo dal pericolo. Le cose, purtroppo, erano andate diversamente e Andrew, alla fine, era caduto in una trappola mortale.
Β«Non gli permetteremo piΓΉ di avvicinarsi a teΒ» fece poi, deciso. Β«Arwin dovrΓ prima passare sul cadavere mio e di tanti altri prima di poter anche solo pensare di sfiorarti di nuovo.Β» GuardΓ² Asher. Β«In futuro potrai sentir dire in giro tante cose sul conto di Andrew, ma sappi questo: non Γ¨ una persona cattiva e anche lui ha sofferto per mano di Arwin. Γ una persona buona alla quale sono accadute cose terribili e in questo credo possiate giΓ trovare un punto in comune. Siete entrambi dei sopravvissuti e so che lui, proprio come, non permetterΓ a quel mostro di averla vinta. Ti proteggeremo noi, okay? Non hai piΓΉ nulla da temere.Β»
Asher avrebbe tanto voluto credere a suo fratello, ma ricordava bene Arwin e quanto egli gli fosse sempre sembrato invincibile e pericoloso. Non era preoccupato per se stesso, non del tutto. Temeva, piuttosto, che Skyler e gli altri potessero farsi del male per colpa sua, per proteggere lui.
Ora che aveva trovato quella che forse poteva considerare una famiglia, qualcosa che mai aveva conosciuto prima, aveva il terrore di perdere ogni cosa e di tornare nelle tenebre, di nuovo lontano dalla luce del giorno e da ogni forma di contatto con il prossimo.
Annuì e basta, cercando di allontanare da sé l'inquietudine.
Brian osservò Skyler abbandonare il soggiorno e lo udì poi dirigersi alle scale che conducevano al piano superiore, dritto verso la stanza nella quale Alex si era di nuovo barricato.
Sbuffò tra sé e si ravviò i capelli castani. Andrew, allora, si riscosse dall'aria meditabonda e abbattuta che presentava dopo aver fallito a farsi aprire la porta da Woomingan; squadrò Herden e non gli sfuggì che appariva ancora piuttosto cereo. «Se può consolarti, sono il primo a non credere che dietro a tutto quanto, alla questione di André e Arwin, ci siano roba come gli dèi pagani e altro ciarpame» buttò lì. Sapeva che Skyler aveva tentato di spiegare ogni cosa allo sceriffo guidato solo dalla buona fede, ma un grosso difetto di quell'uomo era che di rado sapesse far uso di qualche bel filtro che mirasse a edulcorare informazioni fin troppo scioccanti per una persona profana e nuova nel settore come Brian.
Herden gli scoccò un'occhiata un po' torva. «La cosa divertente è che a dirmelo sia nientedimeno che un discendente di Nosferatu» ribatté sardonico. «Ho speso fior fior di soldi per andare in terapia dopo esser stato io a ritrovare il tuo corpo nei boschi, e guarda a quanto m'è servito.» Appena si rese conto di aver parlato a sproposito di un argomento per entrambi spiacevole, capì anche che era ormai tardi per rimangiarsi tutto. Imprecò sottovoce e sbuffò sonoramente. «Scusa. Non volevo.»
«Fa niente» fece Collins. «à la verità , dopotutto. Il passato è passato.»
Β«Mhm. E dimmi, Confucio, dov'era tutta questa visione filosofica della vita quando sarebbe stata di enorme utilitΓ per scongiurare una bella carneficina?Β»
Andrew restrinse lo sguardo. «Come mai hai seguito Skyler e Alex nella prigione dei vampiri per salvarmi, se ce l'hai tanto con me?» Non avrebbe voluto mordere la foglia e dar tela a quella che si prospettava una discussione coi fiocchi, ma non aveva bisogno di altre persone che gli rinfacciassero le azioni di cui si era macchiato di recente. Sapeva da solo di essere un criminale e che nulla avrebbe mai cancellato quegli omicidi, non serviva che Brian stesse lì a lanciargli addosso velate accuse.
Quello che ormai era l'ex-sceriffo di Hanging Creek si tirΓ² su dal divano. Β«Lo vuoi davvero sapere?Β»
Β«Altrimenti non starei chiedendo, non pensi?Β»
Β«Non volevo che Alex si cacciasse nei pasticci, anche se alla fine ha di nuovo rischiato il collo. Ci sarebbe stato Skyler con lui, va bene, ma fino a prova contraria sono io il suo migliore amico e sono io che gli guardo le spalle. Γ come un fratello per me ed Γ¨ il mio compito aiutarlo nei momenti difficili. Solo un mese fa Γ¨ morto sotto i miei occhi e non volevo che si facesse male nel tentativo di salvare te.Β»
Per quanto Andrew considerasse l'affetto di Brian per Alex ammirevole e degno di lode, nonché commovente, il resto del discorso lasciava invece molto a desiderare. Forzò un sorriso. «à bello sapere come la pensi davvero sul mio conto.»
«Qui sei tu ad aver combinato un casino, esimia testa di cazzo con le zanne!» sbottò Brian, facendo trasalire Asher che fino ad allora era rimasto seduto sul divano e in disparte. Langford guardò i due uomini con aria tesa e un po' impaurita. Non sapeva cosa pensare di quella discussione della quale non comprendeva appieno l'argomento e in più non gli piaceva quando le persone alzavano la voce, così come avvertire nell'aria la tensione, quella tipica elettricità negativa che precedeva un guaio.
L'istinto gli suggerì di fare qualcosa, ma come poteva intromettersi nella discussione, lui che era in fin dei conti quasi un estraneo per Brian e del tutto tale per Andrew?
Collins, nel frattempo, rivolse un'occhiata spazientita al poliziotto. Β«Lo so cos'ho fatto, va bene? E la colpa non Γ¨ solamente mia, se la memoria non mi inganna! Non penso che in tredici anni tu abbia dimenticato tutto quanto!Β»
Brian era sul punto di dare di matto. Β«Non Γ¨ stato Alex a dirti di andare in quella maledetta foresta e io lo pregai piΓΉ volte di confessarti la veritΓ perchΓ© sapevo che sarebbe altrimenti scoppiato il finimondo! Cazzo ne sapevo che poi saresti tornato come un vampiro!Β»
Β«Oh, quindi la colpa sarebbe solo e unicamente mia? Buono a sapersi.Β»
Β«Ma chi diavolo se ne frega della colpa! Ormai Γ¨ tardi, Andrew! Γ andata!Β»
Fra i due calΓ² il silenzio. Andrew, quando fu sul punto di ricominciare, si bloccΓ² e fece cenno all'altro di voltarsi: il fratello di Skyler teneva il capo chino ed entrambe le mani coprivano le orecchie.
I due uomini non poterono non sentirsi dei cani nel rendersi conto di aver forse spaventato il poveretto, il quale era reduce da una situazione di per sΓ© drammatica e delicata.
«Facciamola finita, okay?» fece stremato Herden. «E comunque sono venuto a salvarti perché nonostante tutto non pensavo che tu meritassi la morte. Era giusto così e mi sono fidato dell'istinto di Alex e di Skyler. Contento?»
Andrew annuì solamente, conscio che non era il momento adatto per essere puntigliosi e permalosi. E poi cosa importava, ormai, di chi fosse stata la colpa di tutto quanto o per quale motivo Brian avesse scelto di credere nella sua seppur parziale innocenza? Aveva rischiato la vita, di venire divorato da un mostro marino, e questo era già sufficiente a spiegare il resto.
Brian, dunque, tornΓ² a sedersi accanto ad Asher e gli picchiettΓ² con l'indice sulla spalla. Appena Langford, esitando, ebbe allontanato le mani dalle orecchie, lo sceriffo gli disse, dispiaciuto: Β«Scusa se abbiamo alzato un po' la voce. Io sono un caprone e lui lo Γ¨ il doppio di me!Β»
Andrew lo guardΓ² male, ma tacque.
Asher li scrutò a torno con fare incerto, poi annuì piano. «N-Non fa niente» mormorò. «Non siete arrabbiati, vero?»
Β«Arrabbiati?Β» intervenne smarrito Collins.
L'altro Langford esitΓ². Β«Arwin si arrabbiava se non ascoltavo quello che dicevaΒ» spiegΓ², provando a essere il piΓΉ chiaro possibile. Β«Pensavo che foste arrabbiati anche per quello.Β» MimΓ² il gesto che aveva fatto prima.
Brian si trattenne dal commentare con un βporca puttana" dritto dritto dal cuore e si massaggiΓ² la nuca, angosciato dalle parole del fratello di Skyler. La parte di lui ancora ancorata al lavoro di poliziotto ebbe la meglio e lo spinse a chiedere, nella maniera meno diretta possibile: Β«Senti... si vede che hai bisogno di parlarne con qualcuno, perciΓ²... io sono disposto ad ascoltartiΒ».
Β«P-Parlare di cosa?Β» pigolΓ² Asher, smarrito.
Di nuovo Andrew decise di dare una mano allo sceriffo: «Di Arwin. Di com'era la tua vita con lui, cose così».
Langford lo guardΓ². Β«Skyler... Skyler ha detto che Arwin ha fatto del male anche a te. Γ vero?Β»
Collins deglutì a vuoto e annuì. Fino ad allora non aveva mai detto nulla ad anima viva. Non che ve ne fosse stata l'occasione, ma non avrebbe detto nulla comunque. Era fin troppo personale e umiliante, fin troppo terribile da rimembrare, ma quell'uomo, Asher, aveva subito le medesime violenze e forse aveva subito una sorte peggiore della sua. Arwin e André gli avevano sottratto tutto prima ancora che avesse potuto capire cosa fosse quel tutto. Non aveva mai avuto una vita normale, una famiglia che lo avesse amato.
Lui era il solo che potesse capire almeno in parte la sua situazione, lo sapeva.
Prese posto anche lui sul divano. Β«Non ti chiederΓ² di scendere nei dettagli, ma...Β»
Β«Dettagli di cosa?Β» lo interruppe perplesso Asher.
Era difficile parlare di cose simili con una persona che non sapeva neppure di aver subito, a conti fatti, molestie fisiche e psicologiche per quasi tutta la durata della vita. Andrew si fece forza. Β«Di... di quando Arwin faceva delle cose che... beh... ti causavano disagio, dispiacere o dolore.Β»
L'interpellato parve comprendere meglio dove il vampiro voleva andare a parare e si massaggiΓ² l'avambraccio. Β«Diceva... diceva che lo meritavo, che lo faceva per il mio bene. Non era contento se piangevo o gli chiedevo di smettere.Β»
Andy avvertì la rabbia montargli dentro come la lava che risaliva dentro il cratere di un vulcano, ma ebbe il buonsenso di controllarsi. «Mentiva. Ciò che faceva era sbagliato, mi capisci? Se avesse voluto il tuo bene, non avrebbe agito come ha fatto. Non eri tu a sbagliare, ma lui.»
Brian era profondamente scosso sia perché stava realizzando che dietro alle parole non solo di Asher, ma anche di Andrew, si celavano fatti orribili, sia perché non credeva che Arwin fosse potuto scendere così in basso, per quanto fosse un essere repellente e disgustoso.
Β«Schifoso bastardoΒ» sibilΓ² tra sΓ©, provando l'incontenibile voglia di scovare di suo pugno Reger per prenderlo a calci nei denti.
Forse, dopotutto, era stato troppo duro con Andrew, e forse le sue mani erano piΓΉ sporche di sangue di quanto avesse pensato in passato.
Ad ogni buon conto, non voleva sentire altro. Aveva capito comunque il senso di tutto e iniziava ad avvertire anche un leggero senso di nausea, oltre che di furente raccapriccio. Β«Quei giorni sono lontani, AsherΒ» intervenne. Β«E la faremo pagare ad Arwin, te lo giuro. Parlo come essere umano, non come poliziotto.Β»
Lo faceva imbestialire il solo pensiero che una persona in fin dei conti innocente e innocua come il fratello di Skyler avesse dovuto subire soprusi indicibili per anni e anni, per interi decenni. A sorprenderlo era che Asher fosse riuscito a rimanere incorrotto e puro malgrado tutto, il contrario di quanto accaduto invece a Andrew che era rimasto segnato in maniera differente e piΓΉ tragica dall'esser rimasto ostaggio di quel mostro per sette anni.
Era come osservare due lati della stessa, orrenda moneta.
Asher, senza osare staccare gli occhi dal pavimento che stava fissando con intensa fissitΓ , si torturΓ² le mani. Β«D-Diceva che mi trovavo con lui perchΓ© nessun altro mi aveva voluto. Che dovevo essergli gratoΒ» aggiunse, quasi in preda ai ricordi, catapultato in un passato che ancora bruciava attorno a lui, dentro di lui, come un doloroso incendio.
Se così tante persone gli ripetevano che Arwin si era comportato male, anzi in modo orribile, allora doveva essere la verità . Non poteva più negarlo a se stesso, non poteva più sforzarsi di credere che si fosse in qualche modo meritato quel trattamento, ma contemplare quella nuova visione dell'insieme era ancora peggio. Sentiva che continuando a farlo sarebbe andato in pezzi.
PiΓΉ ripensava ai tanti anni trascorsi nel buio, lontano dal mondo intero, e piΓΉ aveva l'impressione di star sprofondando in un viscoso pantano.
SobbalzΓ² quando una lieve e gentile pressione sulla spalla interruppe quella specie di tortura orchestrata dalla sua stessa mente. Solo per un attimo si arrischiΓ² a guardare in su e vide che era Brian ad avergli stretto una spalla, quasi come se avesse capito che era sul punto di annegare in se stesso.
Β«I-Io... sono... sono contento che siano venuti a salvarti subitoΒ» fece Asher, la voce flebile e tremante. Β«Altrimenti l-lui... lui avrebbe fatto del male anche a te. Sarebbe stato terribile.Β»
Andrew cercΓ² allora di sdrammatizzare: Β«Vuoi scherzare? Uno come Brian avrebbe buttato giΓΉ le zanne ad Arwin con un calcio, se solo si fosse azzardato a toccarloΒ».
«Puoi scommetterci, amico» borbottò Brian. Era consapevole di aver davvero rischiato grosso, ma ora come ora a interessargli erano le precarie condizioni psicologiche di Asher. Come avrebbe fatto una persona che aveva subito tutte quelle cose a costruirsi una vita normale? Nessuno poteva riprendersi dopo tutti quegli anni di soprusi e violenze, e se anche così non fosse stato, chiunque avrebbe finito per portarsi dietro dolorosi strascichi di tale passato. Era inevitabile. Vedendo che Asher stava di nuovo per allontanarsi e rinchiudersi nei propri pensieri, Herden lo scosse piano. «Ora sei al sicuro. So che dimenticare non sarà mai possibile, ma devi darci la possibilità di dimostrarti che puoi avere una nuova vita, una vita migliore di prima.» In parte riteneva vuote le proprie parole. Non erano le chiacchiere a risolvere certi problemi, men che meno certi traumi, ma qual era, in casi del genere, l'alternativa? Far finta di niente o minimizzare tutto? Illudere la persona in questione che un giorno tutto sarebbe stato un semplice ricordo?
V'erano cose che non potevano essere dimenticate e lui lo sapeva fin troppo bene. Lui, che aveva scelto di accettare l'esistenza di creature sovrannaturali anzichΓ© prendere e scappare lontano, sapeva benissimo che v'erano questioni impossibili da scordare. Se anche avesse scelto di lavarsene le mani, di andarsene dalla cittΓ subito dopo la morte di Alex, sapeva che poi sarebbe tornato indietro per pura questione di coscienza nei riguardi di una faccenda che ormai era anche di sua competenza. Arwin e AndrΓ© avevano ucciso persone che lui conosceva, una in particolare alla quale voleva bene, e fingere che Alex fosse stato ucciso da un tumore come tanti altri, da una semplice questione biologica mista a tanta sfortuna, sarebbe stato come sputare sulla loro amicizia.
Poi beh, Alex era tornato, ma Brian sapeva che tutto era destinato ormai a cambiare.
Il suo migliore amico era diventato un vampiro, una creatura della notte bevitrice di sangue legata, per giunta, a Andrew, qualcuno che era passato dall'essere una vittima al divenire carnefice.
Sommando tutto ciΓ² al fatto che avesse visto coi propri occhi che Obyria esisteva davvero, era ridicolo anche solo pensare che avrebbe potuto tirarsi indietro o dimenticare. Ormai era troppo tardi per quello. Β«Non riesco a immaginare come sia stato passare anni di inferno come hai fatto tu, ma sappi una cosa: puoi aggrapparti a tuo fratello, a ognuno di noi, finchΓ© non ti sentirai abbastanza forte da proseguire sulle tue sole gambeΒ» concluse con una premura nella voce che solo di rado adottava.
Ricordava di aver parlato a quella maniera, con la medesima delicatezza, al suo migliore amico sul letto di morte. Gli aveva promesso che sarebbe andato tutto bene, che forse sarebbe stato meglio, pur sapendo di mentire, ma sperava davvero che Asher potesse riprendersi in qualche maniera. Le cose non potevano andare sempre male, d'altronde, no?
Langford lo guardò. L'espressione che celava negli occhi avrebbe spezzato il cuore persino alla persona meno dotata d'empatia, tanto era logorante. Una piccola spinta e quell'uomo fragile e innocente come un ragazzino sarebbe andato in mille pezzi e forse proprio tale realizzazione indusse Brian a ripromettersi che avrebbe dato una mano a guardare le spalle al fratello di Skyler. In confronto ad altri forse non possedeva mezzi adeguati per tener fede a tale proposito, ma avrebbe comunque fatto del proprio meglio. Come era deciso ad aiutare Alex e gli altri, così avrebbe fatto con Asher.
Andrew schiarì piano la voce e il contatto visivo fra Brian e Asher si interruppe. L'ex-sceriffo, quindi, finalmente scorse all'entrata del soggiorno Skyler e Alex, quest'ultimo che sembrava essersi deciso a ricomporsi e a smettere di fare il recluso. Herden, comunque, sapeva che era anche colpa sua se l'amico si era di nuovo chiuso in stanza. Ci aveva provato a rimettere le cose a posto con Skyler nel modo suggerito da Woomingan, ma alla fine il tentativo aveva solo condotto all'ennesima discussione e quando Alex aveva saputo di tale esito... beh, si era arrabbiato e non poco, rimproverando per l'ennesima volta a lui, Brian, per la sua proverbiale mancanza di tatto. Brian era in poche parole esploso come un petardo e alla fine era riuscito a litigare anche con Alex che, non potendone più di tutto quanto, reduce a sua volta da una discussione pesante con Andrew, si era di nuovo chiuso in camera.
Andrew la faceva facile a dirgli che doveva essere piΓΉ comprensivo con Skyler e in generale darsi una bella calmata, ma da quale pulpito proveniva la predica!
Senza offesa, ma Collins era l'ultimo ad avere il diritto di parlare di calma e compostezza quando era lui in primo luogo ad aver dato prova a tutti quanti di esser facilmente infiammabile.
Β«Resta con luiΒ» disse a Andrew, per poi alzarsi e far cenno all'altro Langford e a Woomingan di seguirlo fuori dal soggiorno.
Non appena furono tutti e tre nel corridoio adiacente, Herden chiuse le porte scorrevoli e sospirΓ², rimanendo per un attimo a fissare il vuoto, una mano ancora appoggiata a una delle ante. Si voltΓ² e quando parlΓ², lo fece con foga, libero finalmente di mostrarsi alterato dopo aver saputo che razza di trattamento Reger aveva riservato ad Asher. PiΓΉ ci pensava e piΓΉ stentava a credere che una qualsivoglia creatura potesse esser capace di tanto sadismo. Fare cose del genera a un essere umano...
«Giuro su quello che vi pare», disse in un ringhio, «che non appena incrocerò quel figlio di puttana di Arwin, lo spedirò nel deserto più caldo del pianeta e rimarrò lì per guardarlo mentre frigge al sole».
Arwin aveva fatto del male a troppe persone di sua conoscenza per pensare di potersela cavare a quella maniera. Sapeva di essere solo un uomo, un essere umano qualsiasi privo di capacitΓ fuori dal comune, ma la rabbia e la sete di rivalsa, a volte, facevano autentici miracoli.
Quel mostro non l'avrebbe passata liscia.
N.d.A.
Dopo questa prima parte della breve storia AU dedicata a Brian e a Cynder, devo ammettere di aver "retconnato" alcune cose riguardo a quest'ultimo personaggio, ovvero, per esempio, la questione sul suo nome di battesimo, "Asher". Rileggendo Necromantia Averni mi sono accorta di aver gestito male la faccenda e, in seguito, di non aver avuto validi motivi per spiegare come mai Alex, Andrew, Brian e Skyler non siano venuti a conoscenza della reale identitΓ di Cynder se non relativamente tardi, passando praticamente - e in maniera del tutto ingiustificata - per gli "gnorri" di turno.
PerchΓ© dico questo?Β
Beh, intanto iniziamo con il dire che hanno avuto diverse interazioni con Dario e quest'ultimo, che di certo non soffre di Alzheimer, ha una memoria di ferro e per motivi diversi sapeva della questione di Asher Langford, non avrebbe avuto ragioni valide per non far presente a Skyler che il gemello di questi avesse effettivamente un nome. Un altro motivo Γ¨ che, conoscendo com'Γ¨ fatto Skyler, mi sembra davvero strano e stupido, "out of character" che lui non sia andato a curiosare in qualche archivio e non sia riuscito a risalire all'identitΓ del fratello che venne rapito non subito dopo la nascita, ma alcuni mesi dopo, e quindi dei documenti su di lui, cosΓ¬ come sulla sua sparizione con relative generalitΓ e quant'altro per forza dovevano trovarsi da qualche parte. Γ impossibile nascondere qualcosa a Skyler, lo sappiamo bene.Β
Ennesima ragione? Sophie. In uno dei capitoli finali di Tredici Rose Skyler parla con Sophie proprio dopo aver visto per la prima volta Cynder/Asher. Sapendo com'Γ¨ fatta Sophie davvero si puΓ² anche solo pensare che lei non abbia mai accennato al fratello di Skyler chiamandolo per nome? Baggianate, dico io.Β
Mi spiace solo essermi resa conto in seguito di questa tremenda boiata e mi spiace ancor di piΓΉ avervela presentata impacchettata e con tanto di fiocco come se fosse qualcosa di sensato e logico. Γ ovvio che fra Sophie e Dario uno dei due abbia cantato, specialmente considerando che il secondo, quando gli gira il boccino, tendi a cedere all'impulsivitΓ e a dire in faccia alla gente quel che pensa a prescindere che al suo interlocutore piaccia o meno. Non ci credo che lui se ne sia rimasto buono e zitto, men che meno una come Sophie.
Dunque qui ho scelto di fare questa retcon in occasione, intanto, della storia breve a tema Brynder. Vale a dire, in poche parole, che quando rileggerete o leggerete per la prima volta NA, vedrete che in realtΓ Skyler e gli altri sapevano dell'identitΓ di Cynder sin dall'inizio e abbiano scelto di ribattezzarlo perchΓ© Cynder, a conti fatti, sotto certi aspetti, non Γ¨ mai esistito come Asher Langford e comunque necessitava di una "copertura". Oltretutto, come si Γ¨ visto sopra, per il fratello di Skyler il nome "Asher" non significa un granchΓ© visto che per quasi tutta la sua vita non Γ¨ mai stato chiamato per nome. Come reagireste, voi, in una situazione come la sua se all'improvviso tutti iniziassero ad appellarvisi con un nome che dovrebbe esser vostro, ma che non sentite affatto tale? Ricordiamo che Arwin Γ¨ bravo quando si tratta di ridurre a un niente un individuo e farlo sentire un niente. I nomi hanno un potere e quello che ci portiamo dietro ogni giorno, soprattutto, ha l'immensa qualitΓ di ricordarci sempre chi siamo, di darci un'identitΓ ben precisa e unica, diversa da tutte le altre. PuΓ² sembrare un discorso banale ad alcuni, ma Miyazaki, con la sua CittΓ Incantata, mi ha insegnato che in realtΓ ogni nome ha un potere. Γ una delle basi sulle quali il genere fantasy poggia le fondamenta: conoscere il vero nome di qualcuno dΓ su quella persona un potere. Un esempio? Lord Voldemort. A tutti era sufficiente pronunciarlo per avvertire dentro il cuore il terrore e a un certo punto il nome del Signore Oscuro viene persino incantato affinchΓ© servisse a scovare i sostenitori di Harry Potter.
Dopo questa digressione e dovuta spiegazione, concludo dicendo che spero che questa piccola storia a puntate possa piacervi. Io personalmente sono felice di star realizzandola perchΓ©... beh... shippo un po' tanto, ma tanto, Cynder e Brian. Li shippo come bromance, ma anche come qualcosa in piΓΉ, forse, paradossalmente, piΓΉ di quanto faccia fra Brian e Skyler. Forse perchΓ© Cynder ha un carattere differente e opposto in senso buono a quello del nostro sceriffo di fiducia, non saprei spiegarlo meglio.Β
Alla prossima, dunque!
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