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Felipe si sedette sul letto e guardΓ² con aria tanto smarrita quanto tesa il fratello minore soppesare indeciso ben due completi eleganti che potessero risultare convincenti per un'occasione come quella del giorno successivo.

Dario, sapendo che non sarebbe rimasto a casa nelle prossime settimane, aveva detto a Felipe di rimanere nel suo attico e non uscire da lΓ¬ per nessun motivo, se non per fare provviste e altre questioni davvero urgenti. Soprattutto – aveva sottolineato Dario – si sarebbe dovuto ricordare di dar da mangiare al gatto e assicurarsi che non gli mancasse niente, pena un bel calcio nel deretano al suo ritorno.Β 

Β«Ehi, Rio...Β» fece Felipe, massaggiandosi il retro del collo. Β«Io... non so come ringraziarti. So che ti costa fare una cosa simile e dopo aver chiuso con quella gente... ti giuro che non sgarrerΓ² mai piΓΉ e rimetterΓ² la testa a posto. Credo sia il minimo per sdebitarmi.Β»

Dario uscì dal guardaroba che era letteralmente una stanzetta a sé stante e gettò sulle lenzuola color crema gli abiti. «Lo faccio solo perché non ti voglio sulla coscienza. Perché siamo fratelli, Felipe, ma non credo che tu tornerai sulla retta via solo perché mi sono improvvisato escort pur di salvarti la pelle. Ormai non credo più a niente, quando si tratta di te, e sai di essertela andata a cercare. Una parte di me ti vuole bene, ma l'altra ormai non si aspetta nulla da parte tua. Non credo nelle favolette. Ho smesso di farlo tanti anni fa.» Inspirò profondamente e poi, forzando un lieve sorriso, afferrò il secondo completo, quello color cipria. «Allora, che ne dici di questo? Secondo me accentua troppo il mio incarnato chiaro, ma quello blu scuro mi sembra quasi da funerale, è troppo serio e...», si chetò udendo suonare il campanello.

Felipe subito rizzΓ² le antenne. Β«Oh, Dio... Non sarΓ  uno di loro, vero?Β»

Β«Te lo chiedo di nuovo: c'Γ¨ nessuno che avrebbe potuto far loro una soffiata e sapere che saresti venuto qui da me? Pensaci, Felipe.Β»

Β«No, te lo ripeto! PerchΓ© mai avrei dovuto farlo, poi? Quelli mi vogliono morto e sono stato il piΓΉ attento che potevo!Β»

Β«Allora non hai nulla da temere e non c'Γ¨ motivo per cui quegli stronzi dovrebbero presentarsi a casa mia, visto che vogliono te e... beh, penso fossero al corrente che fra noi non c'Γ¨ un rapporto chissΓ  quanto stretto e stabile. Non ci sono ragioni valide che potrebbero far pensare a quella gente che sei venuto a rifugiarti quiΒ» tagliΓ² corto Dario, sventolando una mano. Β«Beh... tanto vale andare a vedere di chi si tratta.Β»

«No, aspetta... Rio, non andare! È troppo rischioso!»

Β«Santo cielo, piantala di fare il coniglio!Β» esclamΓ² esasperato il fratello minore. Β«Ti pare che facciano entrare ceffi di quella risma in un palazzo del genere? Li prenderebbero a calci nel deretano, fidati.Β» In effetti gli risultava difficile figurarsi uno di quegli individui riuscire a superare anche solo l'atrio del palazzo senza esser notato dal portinaio che era molto scrupoloso nel tenere gente di un certo tipo lontana dai lussuosi appartamenti all'interno dell'edificio.
Sbuffò sonoramente e uscì dalla camera da letto. Senza indugiare un attimo andò ad aprire e rimase perplesso vedendo un uomo in un completo nero elegante e al tempo stesso anonimo. Reggeva in mano un pacchetto piuttosto grande avvolto da una lucida carta da regalo argentata. «Uhm... credo abbia sbagliato porta. Non mi sembra di...»

«Nessun errore, signore. Questo è per lei, glielo manda il signor Herrick» lo interruppe con garbo l'uomo, consegnandogli il pacco e anche una piccola busta che conteneva un messaggio. La firma su di essa apparteneva a Herrick, Carvajal la conosceva sì e no a memoria. E ora che altro vorrà? 
«Va bene... credo» sentenziò dubbioso. «Grazie e... buona serata» aggiunse. Osservò l'uomo fargli un cenno rispettoso con la testa e poi andarsene. Chiuse la porta e rimase lì, nel corridoio, a fissare inebetito il vuoto. Questa me la deve proprio spiegare. Posò a terra il pacco e ignorando Felipe che lo aveva raggiunto e gli stava chiedendo chi avesse suonato il campanello, estrasse il cellulare e chiamò Herrick. Non gli diede neppure il tempo di parlare e gli domandò a bruciapelo: «Senta, a che gioco sta giocando? Che significa questa storia?»

Gareth, dall'altro capo, capì al volo e rispose che non stava giocando a un bel niente e che in quella scatola vi fosse semplicemente il completo che lui stesso aveva deciso di mandargli in vista del giorno successivo. «Non mi fido dei suoi gusti in fatto di abbigliamento e ho pensato che avesse bisogno di un aiutino. Per la taglia mi sono affidato al mio intuito e spero di aver beccato quella giusta.»

Felipe deglutì a vuoto e fece un passo indietro vedendo che il fratello minore sembrava un vulcano pronto a esplodere. «Ah, capisco» disse Dario, molto irritato. «E com'è che il suo maggiordomo o quello che sia mi ha fatto sì e no la riverenza prima di andarsene?»

Β«Oh, quello! Beh...Β»

Β«Cosa?Β»

Β«Mi sono permesso di rifilargli la stessa favoletta che ho raccontato ai miei.Β»

Ci mancΓ² poco che il ragazzo lo insultasse nelle peggiori maniere per telefono e, per giunta, rigorosamente in spagnolo. Β«Quasi quasi la denuncio per diffamazioneΒ» disse a denti stretti. Β«PerciΓ² ora anche i suoi dipendenti personali sanno che in teoria siamo una coppia! Bene, fantastico! Perfetto, davvero!Β»

Β«Suvvia, non si comporti come una scolaretta offesa. E stia attento a non rovinare quei vestiti, se deciderΓ  di provarli. Parliamo di organza e di pizzo ricamato, Carvajal, e la raffinatezza costa al giorno d'oggi. E non si disturbi a portare con sΓ© chissΓ  quanti ricambi. Ho provveduto io e sono giΓ  riposti in una valigia che porterΓ² con me quando verrΓ² a prenderla domani mattina..Β»

Fu Herrick a metter giù per primo e Dario, sconvolto, guardò il telefono come se gli avesse fatto un torto gravissimo. «Ma vaffanculo!» sbottò, chinandosi per afferrare la scatola e lanciando in faccia il biglietto a Felipe. Quest'ultimo lo seguì e lo osservò scartare il pacchetto come se stesse in realtà spellando vivo Herrick in persona. «Stronzo pezzo di che so io!» borbottava. «Lo saprei io dove ficcargli l'organza e il pizzo! Che cazzo vuole che indossi? Giarrettiera e frustino? Appena mi avrà dato quei soldi gli insegnerò io un po' di educazione!» Scagliò via la carta e aprì la scatola. «Quel...», si bloccò. «Madre de dios» mormorò stordito.

Β«Cosa? Che c'Γ¨?Β» incalzΓ² Felipe curioso.

Rio sollevΓ² la camicia tenendola per la punta delle dita, quasi fosse stata immensamente fragile o semplicemente radioattiva e la mostrΓ² al fratello. Β«Con questa sarΓ  come non avere un bel niente sotto! SarΓ² praticamente nudo, cazzo! Guarda! Guarda, porca miseria! Guarda!Β»
Davvero Herrick credeva che si sarebbe presentato conciato in quel modo?Era una camicia fatta chiaramente d'organza, maniche corte di pizzo ricamato e autentici diamanti alternati a perle vere che qui e lΓ  scintillavano sulla stoffa sottile, traslucida e semitrasparente. Niente male, certo, ma non era proprio nel suo stile. Tanto valeva che si presentasse direttamente a torso nudo, diamine.

No, no, assolutamente NO!

Β«Non penso tu abbia molta sceltaΒ» si permise di fargli notare Felipe. Β«E... trasparenza a parte... devi ammettere che Γ¨ roba che costa sicuramente un occhio della testa. Quando ti ricapiterΓ  di indossarla?Β» Non ne sapeva praticamente nulla di moda e affini, ma aveva un certo occhio per le cose di valore e quell'affare era in sostanza un patrimonio sotto mentite spoglie. Persino nella luce soffusa della camera da letto i diamanti che costellavano la stoffa ammiccavano e scintillavano come le stelle in cielo.

Dario lo squadrΓ² come se ora volesse scarnificare lui. Β«Nella cassa da morto dove andrΓ² a finire per la vergogna!Β» sbottΓ². Β«Ecco dove e quando la indosserΓ²! E ha detto di aver giΓ  pensato lui a cosa dovrΓ² indossare in presenza dei suoi! Ho paura a sapere cos'altro dovrΓ² mettermi addosso, a questo punto!Β»

Β«Ma andiamo! Almeno provala e vedi come ti sta!Β»

Il minore dei fratelli, lagnandosi come un bambino di dieci anni, controvoglia si fece forza e si privΓ² della leggera felpa che indossava, sostituendola con il capo di alta sartoria. Fu come avere addosso un velo sottile che gli calzava a pennello, pur senza stringere troppo. In realtΓ  non era neppure una camicia, visto che non v'erano asole nΓ© altro e bisognava infilarselo dalla testa; c'erano solo dei bottoni sul retro del colletto che gli avvolgeva gentilmente la base della gola.

Felipe sbatte le palpebre. Β«Beh... wow. Sexy, devo dire.Β»

Β«Oh, sicuro. La cosa giusta da indossare per far venire un colpo apoplettico ai vecchi Herrick. Geniale, direi. Magari punta a farli schiattare sul posto e a mettere le mani sull'ereditΓ !Β» Dario gonfiΓ² le guance e sbuffΓ² come un mantice mentre si toglieva il capo di vestiario e lo riponeva nella scatola. Abbinati ad esso v'erano pantaloni stretti e di tessuto leggero della medesima tinta: bianchi e inamidati. Non era neppure sicuro che fossero della sua taglia. Si aspettava di tutto da parte di quel vecchio demonio e non si fidava del mirabolante istinto di Gareth.
Demoralizzato e per nulla entusiasta di cosa lo attendeva il giorno successivo, si sedΓ© sul letto vicino al fratello. Β«Non riesco a convincere neppure me stesso di poter ingannare quelle persone. Domani sarΓ  un fiasco totale.Β» Chi voleva prendere in giro? Avrebbero capito subito che fra lui e quell'uomo non vi fosse alcuna chimica, nessun legame reale e autentico. Era palese quando una sedicente coppia appariva affiatata e loro si detestavano, avevano stretto un patto basato sul freddo denaro e a suon di velate e reciproche minacce. A legarli erano solamente i soldi e asettici compromessi, niente di piΓΉ, e questo prima o poi, sicuro come l'oro, sarebbe trapelato. Era la ricetta perfetta per un bel guazzabuglio in piena regola.Β 

Felipe lo guardΓ² di sottecchi. Dire che si sentisse in colpa per aver coinvolto il fratello minore sarebbe stato riduttivo. Col senno di poi si era reso conto di avergli chiesto troppo, decisamente piΓΉ di quel che avrebbe potuto pretendere. Β«Mi dispiace. So che non ci credi, ma fidati... mi dispiace, Dario. Ho sottovalutato la situazione e non avrei comunque mai dovuto chiederti di arrivare a tanto, specialmente non per me.Β»

L'altro non rispose. Non sapeva cosa dire. Sapeva solo di essersi cacciato in un enorme pasticcio che prima o poi, in un modo o nell'altro, gli avrebbe presentato il conto. Intrighi del genere mai andavano a finire bene e qualcuno si faceva sempre male, alla fine. Sperava solo che non toccasse a lui o a persone alle quali voleva bene.
Guardò Felipe. «Se dopo questa storia tu non manterrai la promessa che mi hai fatto poco fa, ti rinnegherò come fratello e non avrai mai più mie notizie. Ti sto salvando la vita, Felipe, perciò vedi di non sprecarla oltre e di rimetterti in carreggiata. Hai trentadue anni. Se non ora, quando? Quanto pensi di poter andare avanti così, dimmi?» Aveva finito le cartucce con lui. Tutti loro gli avevano dato più di una possibilità e se l'era bruciate tutte quante, eppure lui era ancora lì, pronto a tirarlo fuori dai pasticci per l'ennesima volta, anche se era il più giovane e Felipe si sarebbe dovuto preoccupare per il suo di futuro, per la sua incolumità, e non il contrario. «Dici che ti dispiace. Lo dici tutte le volte, ma è ora che lo dimostri e che cambi radicalmente. O così o getterò la spugna per sempre. Anche il mio, Felipe, è un ultimatum.»
In generale Dario, quando si trovava in famiglia e via discorrendo, tendeva a scherzare, persino a fare il buffone certe volte, ma in quel preciso momento era terribilmente serio e sapeva di aver detto tutto ciΓ² che doveva. Non v'era bisogno di altri incentivi, a giudicare dall'aria inquieta e abbattuta dell'altro Carvajal.Β 

Il minore, dunque, si alzΓ². Β«Mangio qualcosa e poi mi ficco a letto. Mi fai compagnia?Β» chiese, cercando di suonare un minimo cordiale e di affievolire la palese tensione fra di loro.Β 

Felipe sospirΓ². Era ovvio che stesse rimuginando sulle parole che aveva udito poco fa. Β«Mi andrebbe proprio una bistecca, a esser onestoΒ» ammise tra il serio e il faceto.

Β«Desolato. Niente bistecca per te, cowboy. Sono vegano, ricordi?Β»

«Sì, ho notato che hai un arsenale molto magro e limitato nella dispensa e in frigorifero. Come diamine fai a mangiare quella roba, si può sapere?»

Β«Fino ad ora non ho mai avuto modo di rimpiangere la mia scelta. E poi non ho mai digerito granchΓ© bene la carne e sono intollerante al lattosio.Β»

Β«Sul serio?Β»

Β«Serio come la peste.Β» Dario estrasse dalla tasca dei jeans il cellulare. Β«Ti ordino una pizza, comunque.Β»

Β«Meglio di nienteΒ» replicΓ² Felipe, il quale non aveva comunque pretese altissime quando si trattava del cibo. Certo, quando ancora abitava insieme al resto della famiglia aveva sempre potuto godere dell'ottima cucina di sua nonna, ma poi aveva dovuto abituarsi a standard meno elevati per tanti motivi.

Β«Fammi indovinare: chorizo?Β» azzardΓ² il fratello, colto da una vaga rimembranza risalente all'infanzia.

Felipe sorrise di sbieco. «Bingo.» Si alzò a sua volta e lo seguì fuori dalla stanza. «Vegano, attento alla linea, praticamente sei un fuscello e te ne intendi di moda. In più hai il cuore tenero. Sicuro di essere etero?»

Β«Fottiti.Β» Dario alzΓ² gli occhi al cielo. Detestava quei luoghi comuni che ancora circolavano in giro anche in epoca moderna. Certe volte pareva di trovarsi ancora negli anni Venti quando bastava che un uomo indossasse un completo rosa per sembrare un effeminato nel senso dispregiativo del termine. Β«Solo perchΓ© non ho ceduto al fascino della mascolinitΓ  tossica come tanti altri non vuol dire che io non sia etero. Sono come sono e tanto mi basta.Β»

Β«Tratti il gatto come se fosse tuo figlio e la tua lista di film da vedere su Netflix abbonda di serie TV romantiche e strappalacrime. Per non parlare di Nicholas Sparks, Jane Austen e Jojo Moyes nella libreria.Β»

Il minore si voltò lentamente e lo quadrò torvo. «Vuoi le botte? Ti giuro che picchio forte, anche se sono un fuscello e ho il cuore tenero!» sbraitò imitandolo. Aveva anche l'intera serie di romanzi di Harry Potter nella libreria, ma ciò non faceva di lui un mago, anche se il ragionamento di Felipe portava a desumerlo, secondo una logica balorda e fallace. «Non è colpa mia se non riesco a trovare la ragazza giusta, d'accordo? Un mio compagno di classe mi diede un bacio sulla guancia quando avevamo sei anni, ma questo non vuol dire un cazzo! I bambini fanno le cose senza riflettere, santo Dio!» Si morse la lingua e le guance gli si colorirono di colpo. «Fanculo. Ordino quella dannata pizza» borbottò filandosela in soggiorno e aprendo la portafinestra scorrevole che dava su un ampio terrazzo che offriva una tra le viste migliori di Los Angeles, almeno per quanto concerneva quella parte della città. Pur sapendo che era un'abitudine riprovevole, aveva voglia di fumare; frugò nelle tasche dei jeans e mezzo minuto dopo si ritrovò a litigare con l'accendino perché non faceva il suo dovere. Alla fine riuscì ad accendersi la sigaretta e intanto a ordinare la cena per suo fratello, cosa che non richiese più di un paio di minuti.

Herrick non lo aveva mai contattato nei due giorni che erano seguiti al loro accordo e questo, purtroppo, voleva dire che lui era giΓ  praticamene licenziato e forse era giΓ  stato sostituito. Non aveva neppure accennato nulla quando poco prima era stato Dario a telefonargli.
Beh, se stilerΓ  delle buone referenze per me, presto potrΓ² tornare a pagare l'affitto, ragionΓ² il ragazzo mentre faceva un altro tiro ed espirava il fumo. Oltre il parapetto riusciva a vedere il resto della cittΓ  nel pieno della sua routine notturna. Udiva i suoni del traffico, di un centro urbano che caoticamente pulsava come un cuore meccanico fatto di strade rumorose e le nere sagome dei grattacieli le cui tante finestre rilucevano come migliaia di occhi scintillanti in una selva di cemento. Da qualche parte riecheggiavano, nella notte giΓ  abbastanza chiassosa, le sirene della polizia. Non era strano avvertire quel rumore molesto e capitava praticamente ogni giorno o quasi. Ci era abituato da quando era nato ed era per anni vissuto nel quartiere latino dell'Eastside che... beh, non era esattamente una delle zone migliori in cui crescere. Sua madre, infatti, per anni si era raccomandata con lui e i suoi fratelli di fare attenzione lΓ  fuori, di non lasciarsi sviare, di studiare per impegnarsi e condurre una vita onesta e lontana dalla criminalitΓ  e dalla malavita, dalla droga e dalla violenza, dalle lotte fra gang e altre nefandezze, ma sin da allora era stato evidente che Felipe fosse un gran testone che dava ascolto solo alla propria testa e un po' anche alla pigrizia, al non voler impegnarsi in niente e a pretendere comunque tutto. Aveva preferito vivere da lupo anzichΓ© condurre un'esistenza sicura e stabile, a tratti monotona, da pecora chiusa nell'ovile.

Dario aveva visto la polizia portare via il fratello piΓΉ grande quando questi aveva solamente quattordici anni e il riformatorio nel quale egli era poi stato spedito non aveva affatto dato la raddrizzata al suo carattere come le autoritΓ  e i servizi sociali ciecamente speravano avrebbe fatto. Da allora, infatti, la vita di Felipe era andata solamente peggiorando: un via vai continuo fra arresti e casa, finchΓ© un giorno non se n'era andato per andare a vivere altrove con Lisa. Si erano sposati presto, a soli diciotto anni, e tre mesi dopo era nato il piccolo Miguel. Era stato un po' strano per Dario venire a patti con l'esser diventato zio a tredici anni, ma non si era fatto troppi problemi visto che era appena un ragazzino ed era stato comunque contento nel vedere il fratello dare la parvenza di voler mettere a posto la testa e crescere addirittura un figlio.
Negli anni seguentiΒ gli era stato chiesto, spesso, di fare da baby sitter al nipote con il quale, inevitabilmente, aveva stretto un legame piΓΉ fraterno che quello che c'era di solito fra zio e nipotino, visto che a sedici anni aveva dovuto assicurarsi che un adorabile marmocchio di tre filasse a letto all'ora prestabilita senza fare troppi capricci.Β 

Quello era stato tutto sommato un periodo stabile e sereno per Lisa e Felipe, ma lui ormaiΒ era coinvolto in loschi affari fino al collo e Lisa, cinque anni dopo, in seguito a una convivenza di un ottennio fattasi infine intollerabile, non aveva resistito oltre e aveva preteso il divorzio. Era accaduto proprio nel periodo in cui Dario era tornato a casa della madre, approfittando della pausa dalle lezioni del college. Lo ricordava bene perchΓ© era stato triste e spiacevole vedere quei due farsi la guerra per stabilire chi dovesse avere la custodia di Miguel che, in quel lasso di tempo, era stato affidato alla nonna paterna per evitare che assistesse a quel brutto spettacolo. Dario spesso non aveva saputo cosa dire quando il nipote gli aveva chiesto cosa stesse accadendo fra i genitori, perchΓ© non si volessero piΓΉ bene come prima. Cosa si poteva dire a un bambino, d'altronde? Come gli si spiegava che la vita non era una fiaba e che, spesso, le persone non vivevano per sempre felici e contente?Β 
Si era sempre limitato a dirgli che comunque fossero andate le cose fra Lisa e Felipe, loro avrebbero continuato a volergli bene e che tutto sarebbe alla fine andato per il meglio. Fino al giorno in cui non era dovuto tornare al college aveva fatto di tutto per star vicino a Miguel ed evitare che rimuginasse troppo sull'imminente divorzio dei genitori; era stato col cuore in gola che poi, una mattina, lo aveva abbracciato e salutato, promettendogli che appena gli fosse stato possibile sarebbe passato a salutarlo. Dopo che quei due si erano separati e in seguito alla fine del college, durante il periodo universitario, piΓΉ volte aveva accettato senza problemi di badare al nipotino mentre Lisa, invece, cercava di rimanere a galla e di mantenere se stessa e il figlioletto. Felipe, per ragioni ovvie, non aveva mai potuto permettersi di pagarle gli alimenti e non aveva neppure ottenuto la custodia congiunta per via della vita sregolata che conduceva.

Non era stato sempre così semplice sorvegliare un ragazzino e intanto studiare per ottenere una benedetta laurea, ma in fin dei conti Miguel gli aveva spesso tenuto compagnia e si era beato delle attenzioni amorevoli della nonna paterna. I nonni materni, dal canto loro, non erano mai stati propriamente persone affidabili e in più non avevano più voluto saperne niente di Lisa dopo che lei era rimasta incinta e aveva deciso di sposare Felipe. 

Per certi versi e a conti fatti aveva fatto piΓΉ lui da padre a quel ragazzino di quanto avesse fatto suo fratello, il che era decisamente paradossale e triste, ma almeno aveva capito che se mai avesse avuto un giorno un figlio, sarebbe stato in grado di cavarsela al meglio nel crescerlo e di certo non avrebbe commesso gli sbagli di Felipe. Non si sarebbe mai sognato di distruggere ciΓ² che gli era di piΓΉ caro per colpa dei propri vizi e delle proprie mancanze. A suo parere non c'era cosa peggiore e piΓΉ crudele del deludere il sangue del proprio sangue e non mantenere mai le promesse fatte. Gli era ben chiaro cosa dovesse fare e non fare mai un padre alla propria prole e ad averglielo insegnato erano stati il suo vecchio e suo fratello. Lo aveva capito ogni volta che gli era capitato di dover accompagnare lui a casa dopo la scuola Miguel e notare come ormai facesse di tutto per non nominare neppure per sbaglio quell'uomo che purtroppo, complice la lontananza, era diventato per il ragazzino quasi un estraneo, una figura sempre piΓΉ nebulosa e indefinita.

Forse, a conti fatti, era stato l'esempio di Felipe a spingere Dante, il gemello di Dario, a entrare nelle forze dell'ordine, ovvero aver visto che c'erano due modi diversi di vivere e dare una svolta alla propria esistenza. Non che tutto fosse riducibile a bianco e nero, a guardie e ladri, ma d'altronde Dante era uno di quelli che preferivano tracciare confini molto netti fra ciΓ² che era lecito e ciΓ² che invece non lo era affatto. Per lui raramente esistevano dei compromessi. Insomma... pareva esser nato per indossare la divisa dell'LAPD e sbattere in cella chi non rigava dritto.
La loro povera madre non era mai stata entusiasta di tale scelta, preoccupata che un giorno Dante potesse fare una brutta fine per via di una sparatoria o solo Dio sapeva cos'altro, ma se una persona doveva ragionare così avrebbe fatto prima a chiudersi in casa e a smettere di vivere. Una disgrazia poteva avvenire comunque, anche se si faceva il lavoro più sicuro e tranquillo del mondo. Certo, i poliziotti rischiavano di più, ma qualcuno doveva pur ricordare alla gente che c'era un limite che mai andava superato e non tutti i membri delle forze dell'ordine erano persone dalla dubbia moralità e dal grilletto facile. C'erano anche poliziotti veri, uomini e donne che davvero credevano in quel che facevano e cercavano di fare sul serio la differenza.

Il telefono vibrò nella sua tasca e quasi come se lo avesse evocato, ecco che Rio vide proprio il numero del gemello sullo schermo. Accettò subito la chiamata e impostò il vivavoce. «Le giuro su mia madre, agente, che non sono stato io» enunciò, trattenendosi a stento dal ridere non appena lo sentì sbuffare. «La smetterai mai di salutarmi così tutte le volte che ti chiamo?»

Β«Nah, non credo. Mi diverte farti incazzare. Tutto bene?Β»

Β«PiΓΉ che bene, credimi.Β»

Β«Che succede?Β»

Β«Come sai Ric lavora al neonatale e un bambino, un paio di settimane fa, Γ¨ stato abbandonato subito dopo la nascita proprio in quell'ospedale. Insomma, abbiamo chiesto di poter esser noi ad adottarlo, visto che nessun probabile parente si Γ¨ fatto avanti e presto sarebbe comunque finito in mano al sistema di affidamento. A quanto pare Γ¨ fatta. Ci hanno appena chiamato gli assistenti sociali e... beh, dicono che hanno accettato la nostra richiesta di adozione! Ancora non riesco a crederci!Β»

Dario sorrise. Finalmente gli era chiaro perché il fratello e il cognato gli fossero parsi negli ultimi giorni un po' nervosi e strani, nonché indaffarati e perennemente con l'argento vivo addosso. «Nessun rancore» disse, quasi precedendo quel che sicuramente Dante stava per aggiungere. «Capisco perché avete aspettato a parlarne in maniera approfondita. Sono contento per entrambi, sul serio.» L'ultima volta che era passato a far loro un saluto, infatti, suo cognato, Godric, gli era apparso terribilmente ansioso e in autentico stato di agitazione, un petardo sempre sul punto di esplodere, in pratica, e quello stato d'animo aveva trovato una giustificazione vaga, ovvero che forse finalmente lui e Dante erano sul punto di realizzare uno dei tanti sogni nel cassetto che avevano. In qualche maniera si era immaginato che riguardasse forse l'ambito dell'adozione, di un possibile nuovo arrivo in quella dimora, e così era stato. Considerando quanto fosse una questione delicata quella dell'adottare un bambino, specialmente per le coppie LGBT, non lo indisponeva che avessero voluto aspettare prima di riferire la notizia per intero, forse per scaramanzia o forse perché sarebbe stato doloroso per tutti coltivare tante aspettative e poi, magari, vederle infrangersi per via di qualche cavillo burocratico.

Β«Non sei arrabbiato?Β» chiese allora suo fratello, che come al solito ci teneva a sapere che fra di loro non ristagnassero incomprensioni di qualche tipo.

Β«MacchΓ©! La mamma lo sa, piuttosto?Β»

Β«Uhm... ammetto che volevo aspettare fino a domattina prima di dirglielo.Β»

Β«Mi sembra quasi di vederlaΒ» sghignazzΓ² Dario. Β«VizierΓ  il pupo come fa con Miguel, poco ma sicuro.Β»

Β«Su quello non ho dubbi e ho paura che troverΓ  un valido alleato in Ric.Β»

Β«Come sta lui, a proposito?Β»

Β«Suppongo l'abbia presa bene, visto che non fa che saltellare come il Coniglio Pasquale da quando ce l'hanno riferito. Sentissi com'Γ¨ stonato quando canticchia!Β»

Si udΓ¬ in sottofondo una voce familiare sbraitare un β€Ÿehi!" di protesta.

Dario soffocΓ² una risata. Β«Appena potrΓ², allora, passerΓ² da voi per conoscere il mio nuovo nipotino. Come lo chiamerete?Β»

Udì il fratello fare un sospiro tediato. «Cazzo, mi vergogno anche solo a pronunciarlo ad alta voce. Non farmelo dire, ti prego.»

Β«Fallo comunque.Β»

Β«Va bene, va bene... Lo chiameremo Silas.Β»

«Beh, non è così male.»

«Vuoi scherzare? È roba degna del secolo scorso! Chi diavolo se ne va in giro chiamandosi così?»

Β«Appunto, Γ¨ particolare e riconoscibile.Β»

«È quello a preoccuparmi, infatti. Comunque... volevo sapere come te la passavi. Insomma, l'ultima volta ti sei trattenuto a parlare con me e Ric per neanche una ventina di minuti e stai sempre in quel maledetto grattacielo dietro alle bizze di Herrick. Te lo concede il tempo per dormire e mangiare, di tanto in tanto?»

Per un attimo Rio fu tentato, davvero tentato, di dire la verità a Dante su cosa stava accadendo con Herrick, ma poi avrebbe anche dovuto dirgli che lui aveva cercato di rapinare il suo capo e non sarebbe stata una conversazione piacevole. Non voleva che Dante lo giudicasse male e sapeva che l'attenuante di voler dare una mano a Felipe non sarebbe stata sufficiente a giustificare un comportamento del genere. Era pur sempre un poliziotto ed era suo dovere essere inflessibile di fronte a un crimine. Senza contare che Dante e Felipe avevano sempre avuto un rapporto molto burrascoso e in costante conflitto. «Uhm... mi sono... mi sono preso un po' di ferie e stranamente Barbarossa me le ha concesse» mentì, chiamando Herrick col soprannome che aveva scelto di affibbiargli per ovvie ragioni. «Penso che per qualche settimana andrò fuori città. Stavo... stavo pensando di fare una capatina a Santa Barbara. Non ci sono mai stato e chissà quando mi ricapiterà di avere il tempo per farlo. Meglio approfittarne.»

Β«Mhm... non sembri granchΓ© entusiasta.Β»

Β«Sono uno stacanovista e il lavoro Γ¨ la mia vita, lo sai!Β»

Β«A parte gli scherzi... stai mangiando come si deve? Se quando vieni a conoscere Silas vedo che sei di nuovo sceso di peso, giuro che vado da quello stronzo, lo appiccico al muro e...Β»

Β«Oh, dai, sembri nostra madre!Β»

«E tu uno scemo, visto che ti sei fatto mettere in testa idee cretine da quell'Herrick. Può essere ricco e influente quanto gli pare, ma questo non mi impedirà di dimenticare per una volta che ho il distintivo e rifargli i connotati a suon di pugni in faccia, se non ti dà un po' di tregua. È peggio di quei negrieri che nei film maltrattano i loro schiavi, Cristo santo.»

Dario sospirò. «È un po' forte come paragone» osservò tra il serio e il faceto, pur sapendo che lui stesso aveva definito in tal modo Gareth. Non lo stava di certo difendendo, ma non gli andava che suo fratello si preoccupasse per lui così, specie in quel momento. «Sul serio, ormai è acqua passata. Sto bene, Dante. E comunque tu e Godric state per diventare genitori, quindi ora concentrati su quel bambino e su come crescerlo nel migliore dei modi.»

Udendo il campanello trillare, capì di dover salutare il gemello e così fece. Dopo avergli fatto nuovamente gli auguri per l'arrivo di Silas, chiuse la chiamata e corse ad aprire. Appena vide Felipe, gli mise in mano il cartone della pizza. «Ecco qua. Tu... uhm... goditela tutta, ma mangiala in cucina per non sporcare il divano. Io credo che andrò direttamente a dormire. Fra tutto quanto mi è passata la fame e sono distrutto.» Visto che si era ritrovato senza nulla da fare per la prima volta in due anni di servizio alla rivista Starfield, per i nervi si era messo a pulire da cima a fondo l'appartamento, anche se di solito era una donna delle pulizie a farlo due volte a settimana. Era andato a fare jogging al parco lì vicino e poi era rientrato in casa per portare a termine il resto delle faccende. Odiava non aver nulla da fare, ma, chiaro come il sole, dal giorno seguente in poi, per un mese intero, ci sarebbe stato di che preoccuparsi, quindi sì... non aveva alcuna fame e voleva solo ficcarsi a letto e dormire senza per una volta dar retta alla sveglia delle sette di mattina che gli imponeva di svegliarsi.

Non attese la risposta di Felipe e si gettΓ² sul letto. Il sonno sopraggiunse quasi subito e la sua mente angosciata e tesa produsse sogni bizzarri in quantitΓ  industriali. SognΓ² di portare addosso gli abiti che Herrick gli aveva fatto recapitare e di trovarsi dentro una gabbia dorata, simile a quella dove venivano richiusi gli animali esotici. Invano tentava di forzare le sbarre, di fuggire, di chiedere aiuto. Nessuno lo sentiva, era nel bel mezzo di una distesa bianca, accecante e vuota.Β 

Si svegliΓ² solo per scoprire che era tutto un sogno e... di esserci ancora dentro, purtroppo.Β 
Era tornato bambino, lo capì perché era di nuovo di fronte alla scuola elementare e guardava con impotenza l'unico amico che all'epoca avesse avuto venir trascinato via dalla madre dopo che lei aveva saputo che il ragazzino gli aveva baciato una guancia; lei gli aveva imposto di smettere di essere suo amico e da allora erano diventati estranei e lui ci era stato male, così male che spesso era tornato a casa piangendo in braccio a sua madre. Ed era lì che ora si trovava, con la mamma che gli sussurrava che tutto sarebbe andato bene, che avrebbe avuto tanti altri amici e che si era trattato di un semplice errore, una incomprensione; poi, però, riaprendo gli occhi e sollevando lo sguardo, non vide sua madre, che mai era stata granché alta, bensì due iridi azzurro chiaro, barba e capelli corti e fulvi. Una di quelle mani vellutate e dalle dita affusolate gli sfiorò lo zigomo per scacciare una lacrima solitaria e quelle labbra sottili  si distesero in un lieve sorriso che non appariva affatto forzato né sarcastico e pieno di superiorità. Non gli stava parlando. Erano immobili, uno di fronte all'altro, e tacevano, come se il silenzio stesso fosse capace di far più rumore di qualsiasi altro suono esistente.

Sentiva solo i battiti del proprio cuore ed erano veloci, gli toglievano il fiato...



Si ridestΓ² di soprassalto quando qualcuno bussΓ² alla porta della sua camera da letto e lo fece con ben poca grazia. Intorpidito e stanco come se non avesse affatto chiuso occhio, biascicΓ²:Β  Β«AvantiΒ». SobbalzΓ² e sbuffΓ², passandosi una mano sul viso, vedendo che era solo Felipe. Β«Sono tre ore che busso, cavolo!Β» esclamΓ² quest'ultimo. Β«Sono le tre del pomeriggio, Rio! Forza, vestiti! Non hai detto che lo stronzo sarebbe passato a prenderti alle quattro?Β»

Β«Quale stronzo?Β» chiese rintronato il minore, celando uno sbadiglio. Β«Chi passava a prendermi? E non urlare, cavolo!Β»

Felipe imprecΓ² in spagnolo e lo scosse per le spalle. Β«Avanti, hermanito, riprenditi! Parlo di Herrick e sei ancora vestito come ieri! Devi prepararti!Β»

Era una vera fortuna che Dario avesse già fatto le valigie con l'indispensabile, perché quando finalmente il suo cervello ricominciò a ingranare ci mancò poco che si mettesse a urlare. «Oh, porca puttana!» Balzò giù dal letto come una saetta per farsi la doccia e cambiarsi; fatto ciò giunse il momento di vestirsi e fu un miracolo se non finì per strappare la camicia di organza, nervoso com'era, e solo all'ultimo si rese conto di non essersi ancora asciugato i capelli. Lanciando maledizioni su maledizioni rimediò subito e riuscì a dar loro un verso decente.

Quando ebbe finalmente il coraggio di guardarsi allo specchio fece di tutto pur di non fermarsi a pensare che metΓ  del suo corpo era in bella vista sotto quella stoffa leggera che lasciava poco margine all'immaginazione altrui.

Per fortuna i ricami sul petto celavano quest'ultimo dallo svendere completamente ciΓ² che celavano all'occhio di chi osservava.

Si rifiutΓ² di dare ascolto a quella vocina che gli diceva che in fin dei conti poteva permettersi quell'eccesso, che era abbastanza in forma da indossare un capo fino a tal punto audace. La vanitΓ  era tra i vizi peggiori, come gli aveva sempre ricordato sua nonna. Darle ascolto era prestar l'orecchio a una cattiva consigliera che partiva sparata e alla fine cadeva sempre di faccia nel fango.

Però così i miei fianchi sembrano più stretti.

Si voltΓ² e osservΓ² il retro della propria figura. Si fece sfuggire un mezzo sorriso. Il lato B non sfigurava affatto. Andare in palestra e fare jogging era servito eccome a qualcosa.

Β«Uhm... vuoi che ti conceda qualche altro minuto da solo con il tuo riflesso o ti decidi a rispondere a quel benedetto citofono?Β»

Si girΓ² e guardΓ² male Felipe. Β«Piantala. Non so di che parliΒ» borbottΓ². A quanto pareva Herrick era arrivato e, infatti, erano le quattro in punto. Che precisione!

Fece una mezza e lenta piroetta e spalancΓ² appena un poco le braccia. Β«Come sto, allora?Β»

Β«BeneΒ» concesse Felipe. Β«Anche se sembri decisamente una bagascia d'alto bordo.Β»

Β«Mai che tu dia una soddisfazione al prossimo, eh? Hermanito un cavolo.Β»

Β«Ieri sera eri il primo a dire che non ti sentivi a tuo agio e ho pensato bene di riportarti sulla retta viaΒ» rise Felipe.

Dario gli rifece il verso in silenzio e recuperΓ² infine l'ultimo capo d'abbigliamento, ovvero una giacca bianca e un po' oversize che si abbinava alla perfezione con il resto del completo. AfferrΓ² il manico del trolley. Β«Beh... ci vediamo tra un mese. Tu non scordare quello che ti ho detto, va bene? Esci poco e solo per necessitΓ , da' da mangiare al gatto e tieni in ordine l'appartamento. E... soprattutto... cerca di non farti beccare da quella gente fintanto che sono via e di restare vivo. Non ho permesso a quello stronzo di prendermi in affitto per tre settimane per niente, chiaro?Β» Scosse la testa, si avvicinΓ² e lo strinse a sΓ© con il braccio libero. Β«Niente cazzateΒ» gli sussurrΓ², un lieve tremore nella voce. Β«Uscirai da questo maledetto tunnel, dovessi essere io stesso a trascinarti con le mie mani.Β»

Non avrebbe mai e poi mai ammesso apertamente che gli fece bene al cuore sentire Felipe ricambiare l'abbraccio dopo tanti anni in cui non aveva piΓΉ mostrato affetto fino a quel punto nei riguardi suoi e di Dante.

Felipe sapeva di Silas e aveva promesso a Rio che sarebbero andati a trovare insieme la coppia di neogenitori, e Dario voleva credere a quella promessa, credere che suo fratello potesse diventare un uomo migliore.

Si scostò e sorrise debolmente. «A presto, allora.» Vedendo il suo gatto tigrato proprio lì, vicino a loro, si chinò per accarezzargli la testolina triangolare. «Ciao, Bailey. Tieni d'occhio per me Felipe, capito?» L'animale miagolò, quasi avesse compreso che lui stava per andare via. Dario lo accarezzò di nuovo e poi, capendo che era già abbastanza tardi, si costrinse ad avanzare verso il portone e a uscire dall'appartamento. L'ultima cosa che vide prima di chiudersi dietro la porta fu suo fratello che teneva in braccio Bailey. Sorrise a tutti e due e poi, con una punta di malinconia e di nostalgia, infilò gli occhiali da sole color grigio perla che lasciavano intravedere solo vagamente gli occhi e se ne andò.

Β Β«Ma che sta facendo?Β» Gareth sbuffΓ² tra sΓ© e per l'ennesima volta controllΓ² il Rolex che aveva al polso. Erano le quattro e un quarto e ancora non v'era traccia di Carvajal. Al momento tutto, persino una delle sue canzoni preferite che stavano trasmettendo alla radio proprio in quel momento, Unstoppable di Sia, lo innervosiva.

Di questo passo arriveremo alla villa l'anno del mai.

LanciΓ² un'occhiata torva alle porte di vetro trasparenti dell'elegante grattacielo e vide il portiere aprirle al passaggio dell'ennesimo ospite dell'edificio, un tizio vestito di chiaro. PerΓ²! Non era male. Nient'affatto male, a onor del vero.

Un attimo...

Gareth sbattΓ© le palpebre e non potΓ© credere ai propri occhi quando si rese conto che quel ragazzo in abiti eleganti e alla moda era proprio Carvajal. E dire che era stato proprio lui a fargli recapitare il completo che indossava. Lo fissΓ² dirigersi verso la sua auto sportiva mentre Sia, con la sua voce magnifica ed esplosiva, ribadiva a chi ascoltava e forse a se stessa di essere, quel giorno, potente, invincibile e irrefrenabile.

Beh, perbacco.

Lo osservΓ² salire a bordo della sua Porsche nera dopo aver sistemato sui sedili posteriori il bagaglio. Β«Chiedo scusa per il ritardo. Non trovavo le chiavi di casaΒ» si giustificΓ², ma a Gareth suonΓ² tanto come una bugia ben confezionata e pronta all'uso.

Sentendosi di certo osservato, Dario guardò Herrick. «Che c'è?» Brevemente passò in rassegna i propri abiti. «Niente commenti sarcastici o critici, per piacere. È stato lei a farmi consegnare questa roba, ricorda?» Di nuovo diede prova di avere un bel caratterino e di esser stato forse sottovalutato in un bel po' di aspetti da Gareth, il quale si strinse nelle spalle e mise in moto la macchina. «Nulla. Francamente mi aspettavo che non li indossasse e che invece decidesse di presentarsi con ben altro addosso» replicò partendo e immettendosi nel traffico.

Dario stirΓ² le labbra in un sorriso tutt'altro che sincero. Β«Lungi da me voler stonare con il resto della gabbia dorata dove intende confinarmi per un meseΒ» ribattΓ© sardonico, scacciando subito il ricordo che quell'espressione riguardo alla gabbia aveva appena fatto riaffiorare, ovvero il sogno di quella notte. I sogni non significavano nulla, non credeva a certa roba da indovini, e il signor Herrick, quello vero, era di gran lunga diverso da quello che aveva visto nella sua visione onirica.

Non serviva a nulla rifugiarsi nei sogni, specie quando erano insensati e senza un filo conduttore.

Reth lo guardΓ² con la coda dell'occhio. Β«Nessuno ha intenzione di confinarla da nessuna parte. Ha accettato di fare questo per me in cambio di una somma di soldi considerevole, ricorda?Β»

«Come dimenticarlo! O così o mi avrebbe consegnato alla polizia!»

Β«Possiamo sempre rivedere i termini del contratto e fare un salto alla centrale, se le va. Poi vedremo se avrΓ  davvero il coraggio di spiattellare ai nostri amici in blu la storiella del capo brutto e cattivo che costringe il povero segretario di turno a fare questo o quest'altro.Β»

Avendone abbastanza di quella diatriba e visto che erano passati solo dieci minuti, Dario frugΓ² nella piccola borsa a mano in cui teneva il cellulare e gli accessori di quest'ultimo; ne estrasse la custodia delle cuffiette bluetooth e se le infilΓ² nelle orecchie. Una breve occhiata alla libreria e premette sul titolo di una delle sue canzoni preferite. Subito venne accolto dai familiari, ripetitivi e un po' malinconici accordi di chitarra di Something in the way dei Nirvana, una delle band con le cui canzoni era praticamente cresciuto mentre altri coetanei, invece, sbavavano dietro alla boyband di turno uscita da qualche talent show che alla fine, a esser onesti, spesso non rendeva onore alla musica vera e la riduceva a una semplice questione di immagine, di business e melensi ritornelli che parlavano d'amore e altri argomenti strappalacrime che a lui, il piΓΉ delle volte, facevano solamente salire la nausea.

Due minuti piΓΉ tardi, perΓ², quando la canzone si stava per avviare verso la conclusione, ecco che venne interrotta da Gareth che gli sfilΓ² dall'orecchio uno degli auricolari, azione che rientrava fra quelle che Dario detestava oltre ogni dire. Β«Come le stavo dicendoΒ», disse Herrick, sicuramente ripetendo ciΓ² che prima il ragazzo non aveva potuto udire, Β«tutto sommato trovo che il completo le stia beneΒ».

Carvajal si riprese la cuffietta e si impose di mantenere un atteggiamento di stoica indifferenza. Β«Grazie, ma lo sapevo giΓ  da solo. C'Γ¨ altro o posso tornare a svagarmi come piΓΉ mi aggrada?Β» Sentiva le guance stranamente calde e non voleva sapere che cosa le avesse rese tali. Probabilmente non era che puro, semplice e logico imbarazzo. Β«E comunque torno a ripetere che sono etero, perciΓ² Γ¨ tutta fatica sprecataΒ» aggiunse, dicendosi che fosse bene rimarcare i limiti dell'accordo che avevano fatto. Non voleva che a Barbarossa venissero in mente idee bislacche per le quali, in tutta franchezza, si sarebbe guadagnato un pugno dritto sul naso, e al diavolo i trecentomila dollari.

Herrick sorrise di sbieco. «Lo sa, in base alla mia lunga esperienza... tanti di quelli che non fanno che ribadire al mondo intero di essere etero e via discorrendo, sono gli stessi che in realtà nascondono un segreto e sono incapaci di accettarlo, di far pace con quel fantomatico e pur tuttavia innocente mostriciattolo celato nell'armadio. Quindi... perché per la metà del tempo non fa che ripetermi di essere etero e che con lei questo o quest'altro non attacca? Tanto per iniziare, non ci sto provando con lei. Punto secondo: quale bisogno c'è di ricordarmi ciò che già mi ha ripetuto fino alla nausea? È me che vuole rimettere in riga o sta solo ripetendo a pappagallo a se stesso una litania che certi modi di pensare le hanno imposto? Sono solo curioso, davvero.»

Se Carvajal era etero come professava a ogni piè sospinto d'essere, allora non aveva senso ripeterlo e tornare a battere il martello sempre sulla solita incudine.

Dario contrasse la mascella. Sapeva che dietro a quella domanda arzigogolata si nascondeva un trabocchetto. Doveva esserci per forza. Β«Ci tengo solo a ricordarle i termini del contratto, come lo chiama leiΒ» rispose, stringato e sussiegoso.

Β«Ma io li ricordo bene.Β»

Β«Non si Γ¨ mai troppo accorti. Viviamo in un mondo di squali e io ora sto nuotando proprio vicino a uno di loro, o sbaglio?Β»

Β«Pensa che se non avesse posto delle condizioni le sarei saltato addosso alla prima occasione?Β» chiese ancora Herrick con tranquillitΓ  e snervante sagacia. Β«Deve avere un concetto davvero distorto dell'essere gay, allora. Strano, ma vero, siamo esattamente come qualsiasi altro essere umano e non ce ne ne andiamo in giro a insidiare poveri eterosessuali innocenti e inermi per soddisfare le nostre bestiali pulsioni. Siamo capaci di controllarci e di stringere amicizie proprio come gli eterosessuali, glielo assicuro.Β»

Dario respirΓ² profondamente. Β«Uno dei miei fratelli Γ¨ gay e ha un compagno, e hanno appena concluso le pratiche per adottare un bambino. So bene cosa comporta esserlo e non sono uno di quei puritani da strapazzo che considera una persona omosessuale degna delle fiamme infernali o altre sciocchezze simili. Non credo neppure nell'Inferno o in Dio, a esser sincero, e non ho alcun problema con l'omosessualitΓ , ma ci tengo a far capire che sono diverso da mio fratello e ho gusti differenti in fatto di relazioni amorose o puramente sessuali. Tutto qui.Β» Prima Felipe e ora ci si metteva anche Herrick a fargli perdere le staffe con quella storia.Β 

Β«CapiscoΒ» sentenziΓ² Gareth, anche se in realtΓ  Dario non aveva affatto risposto in maniera soddisfacente alla sua domanda. L'aveva praticamente schivata senza darlo a vedere. Β«Ha parlato al plurale, qualche sera fa. Quanti siete in tutto?Β»

Β«PerchΓ© lo vuole sapere?Β»

«Sto provando a fare conversazione. È un viaggio di quasi due ore e parlare lo renderebbe più breve e sì, anche più piacevole.»

Rio sbuffΓ². Β«In tutto ho due fratelli. Altro?Β»

Reth esitΓ². Β«Per chi dei due stava commettendo quella rapina?Β»

Β«Cosa?Β»

Β«Non finga che non Γ¨ vero. Le ho letto negli occhi che era per una persona che contava molto per lei e parla della sua famiglia come se avesse sempre bisogno di difenderla dal mondo intero, perciΓ²... chi dei due?Β»

Β«Preferisco tenere me per me certe informazioniΒ» lo rimbeccΓ² Dario, riponendo le cuffie e incrociando le braccia.Β  Β«Piuttosto... come ha fatto a cacciarsi in questo pasticcio? PerchΓ© i suoi genitori le hanno imposto di portare fin laggiΓΉ il suo β€Ÿfidanzato" con l'obbligo di dover rimanerci per un mese? Viste le circostanze vorrei capire nel dettaglio in cosa sono andato a cacciarmi di preciso, se non le dispiace.Β»

Gareth, sapendo che sarebbe stato inutile nascondere gli antefatti della faccenda, rispose: Β«Volevano che dessi una seconda possibilitΓ  a una mia storica ex-fidanzata, che magari la sposassi e avessi con lei dei figli, e io... beh, sono stato costretto a fare coming out e a spiegare che ero fatto in una certa maniera e non sarei cambiato solo per far piacere a loroΒ».

Β«Ex-fidanzata?Β» ripetΓ© Carvajal. Β«Come fa a essere gay se aveva una fidanzata?Β»

Β«PerchΓ© all'epoca cercavo ancora di nascondere la veritΓ  e di gettare fumo negli occhi del prossimo.Β»

«Non le pare neppure un po' disonesto? E ora vuole di nuovo mentire alla sua stessa famiglia presentando me come qualcuno che non sono. Ha mai pensato alle conseguenze di una menzogna così grossa?»

Β«Disonesto o meno, non Γ¨ che tutti abbiano il coraggio di rivelarsi al mondo interoΒ» ribattΓ© Gareth. Β«Specie se si viene da una famiglia come la mia. E riguardo alle conseguenze di cui parla... dopo un po' di tempo, se mi chiederanno di lei, dirΓ² che ci siamo lasciati, come accade a tante altre coppie. Semplice ed efficace.Β»

PiΓΉ veniva coinvolto in quella storia e piΓΉ Rio iniziava a dubitare dell'eticitΓ  di simili bugie. Togliendo la questione dei ricatti che si erano scagliati addosso a vicenda... quelle erano frottole belle grosse! Insomma... se per qualche motivo quelle persone avessero finito per affezionarsi a lui? Sarebbe stato spiacevole poi per loro venire a sapere che il sedicente fidanzamento fosse andato a finire male.
Non potendo trattenersi, espresse tali dubbi ad alta voce ed Herrick, sospirando, rispose: «Se la preoccupa così tanto, faccia in modo che non si affezionino a lei».

Β«Mi metto a rompere per puro caso tutti i vasi pregiati che ci sono in casa o di punto in bianco fingo di dare di matto? Non sono fino a tal punto bravo a recitare o a quest'ora mi troverei a godermi la vita a Hollywood, non crede?Β»

Β«Non lo so. TroverΓ  da solo la maniera piΓΉ appropriata.Β»

Β«Ascolti, se vuole che questa cosa funzioni, allora dobbiamo fare fronte comune e pianificare insieme ogni singolo dettaglio. Non si puΓ² lasciare niente al caso.Β» Dario fece una pausa. Β«Ad esempio, cosa risponderΓ² quando sicuramente mi chiederanno che lavoro faccio?Β»

Β«DirΓ  loro la veritΓ .Β»

Β«Vuole scherzare? DirΓ² loro che sono il suo segretario? Ha idea di quanto suoni clichΓ©, trash, cringe e melenso al tempo stesso?Β»

Β«Allora dica che Γ¨ disoccupato.Β»

«Oh, certo, così da passare poi per un mantenuto. Grazie, ma no, grazie!»

Β«E dunque torniamo al punto di partenza: dica che lavora per Starfield.Β»

Β«E se dovessero chiedermi della mia famiglia?Β»

Β«Ancora una volta: dica la veritΓ .Β»

Dario sghignazzΓ² sarcastico. Β«D'accordo, diciamo a mamma e a papΓ  che vengo da uno dei quartieri latini malfamati di Los Angeles. Avrei giusto bisogno di farmi quattro risate, se ho ben capito che tipo di persona Γ¨ suo padre. Sai che chiacchierata allegra!Β» Herrick senior, a detta del figlio, era uno di quelli che non vedevano proprio di buon occhio le minoranze etniche presenti nel territorio americano e sicuramente avrebbe storto il naso non appena fosse venuto a sapere che lui proveniva da una famiglia argentina che si era trasferita in America, come tante altre, per godere di condizioni di vita migliori, perchΓ© si era infatuata del grande sogno americano.
E poi... beh, bastava guardare Gareth, no? Quell'uomo, dopo due anni, era ancora convinto che lui fosse messicano, per quanto Dario a piΓΉ riprese avesse specificato, a volte trattenendosi dal farlo a denti stretti, di essere argentino. Era incredibile come per certuni bastasse che qualcuno venisse da una famiglia di madrelingua spagnola per etichettarlo automaticamente come messicano o simili, dimenticando che c'erano tanti altri paesi che lo parlavano. Tanti non facevano che ridurre tutti quanti alla nomea di latino-americani, ispanici e via discorrendo, e al diavolo le distinzioni vere e proprie e l'importanza di riconoscere la diversitΓ  di ogni singola nazionalitΓ .Β 

Gareth lo guardΓ². Β«Non si disperi prima del tempo. Non penso che mio padre se ne uscirΓ  fuori con la questione del muro fra Messico e Stati Uniti o altri aneddoti del medesimo tenore. E poi...Β»

Β«Oh, ma andiamo! Non Γ¨ possibile!Β» lo interruppe snervato Carvajal. Β«Argentino! Sono due anni che lo ripeto! Non. Sono. Messicano!Β» Quand'era troppo era troppo. Non aveva nulla contro chi era di quell'etnia in particolare, ma era come affermare che un coreano e un giapponese fossero la stessa, identica cosa, e solo perchΓ© avevano entrambi gli occhi a mandorla e tratti asiatici.Β 

Gareth, per una volta, ammise con se stesso di aver fatto una pessima figura, proprio come ammetteva di non esser mai riuscito a ricordare quel dettaglio. Β«Beh... ora non inizi a dire che sono un razzista o solo Dio sa cos'altro. Giuro su quel che le pare che non lo sonoΒ» aggiunse.

Β«So giΓ  da solo che non Γ¨ questione di razzismo, ma solo di puro e semplice menefreghismo.Β»

Β«Guardi che vengo da una famiglia di origini irlandesi e olandesi. Pur vagamente, so come ci si sente.Β»

«Sì, certo, lo immagino» tagliò corto sardonicamente Dario, tutt'altro che convinto e molto infastidito. Francamente dubitava che quell'uomo avesse subito il trattamento che a lui, di tanto in tanto, era stato riservato al liceo o persino all'università. Dubitava che spesso avesse dovuto farsi scivolare di dosso la malsana voglia di rifilare un pugno sul naso a chi si lasciava sfuggire commenti infelici o decisamente razzisti e di pessimo gusto sugli argentini, così come altre minoranze ispanofone e affini. Era spiacevole quando un idiota con il quale a malapena si interagiva ogni tanto tornava alla carica dicendo che chi veniva da certi Paesi era automaticamente un poco di buono venuto in America per comportarsi come tale. Diamine, lui poi era nato negli Stati Uniti, perciò certe cose non avevano neppure alcun senso. La gente parlava per dar fiato alla bocca e lo faceva senza sapere un bel niente.

GiΓ  si figurava la terribile esistenza di Herrick ai tempi della scuola! Davvero terrificante studiare in un prestigioso istituto privato e avere la possibilitΓ  di proseguire gli studi senza preoccuparsi di questioni di poco conto come la retta universitaria e altri "deliziosi" cavilli.

Dubitava sentitamente che Gareth avesse dovuto far ricorso a una borsa di studio per permettersi il college e l'università. Dubitava che il primo giorno al campus gli avessero chiesto cosa ci facesse lì uno che veniva da una famiglia di delinquenti stranieri che sapevano solo cimentarsi nel far circolare la droga e puntare coltellini svizzeri alla gola di poveri e innocenti cittadini bianchi rigorosamente americani. Lo aveva sempre fatto ridere un bel po' udire quelle persone sputare simili sentenze, visti i tanti, troppi problemi di cui soffriva la società americana in molteplici ambiti, specie quello economico e sanitario. Bella roba privatizzare la salute e il diritto a condurre una vita lunga e sana, diritto che in teoria sarebbe dovuto essere inalienabile e riservato a chiunque. Per tacere, poi, degli episodi di razzismo che fin troppe volte sfociavano nella violenza fine a se stessa.

Quelli erano i veri problemi, a suo parere, e in quanto a lui... beh, era solo testardo fino all'inverosimile e ben poco incline a farsi mancare di rispetto senza un valido motivo. Era fiero delle proprie origini e mai se ne era vergognato.

«È da lì che viene? Insomma... da un quartiere latino?»

La domanda di Herrick lo riportΓ² al presente e lo indusse a sollevare un angolo della bocca. Β«MacchΓ©. Vengo da Marte e sono qui per conquistare il mondo intero a suon di battute sarcastiche e contabilitΓ . Che domande!Β»

Β«Molto divertente.Β»

Β«Mia madre pensava lo stesso. Facevo il buffone proprio perchΓ© volevo farla ridere.Β»

Β«Come si chiama?Β»

Β«PerchΓ© le interessa?Β» Cogliendo l'occhiata esasperata ed eloquente di Herrick, Rio roteΓ² gli occhi. Β«Fedra.Β»

Β«E i suoi fratelli?Β»

Β«Di nuovo?Β»

Β«Ha detto lei che dobbiamo fare fronte comune e dalle mie parti per fare fronte comune bisogna conoscere almeno un minimo il proprio alleato.Β»

«È bravo a rigirarsela come le pare, vedo.»

Β«Sono un uomo d'affari, Γ¨ il mio lavoro. Dunque?Β»

Β«Felipe e Dante. Mia madre avrebbe voluto una femmina e invece siamo arrivati io e mio fratello. Ironia della vita.Β»

Β«Siete gemelli, quindi?Β»

Β«Molto acuto, signor Herrick. Omozigoti.Β»

«Immagino che abbiate giocato tanto sulla cosa. Insomma... scambiarvi di posto e così via.»

«In effetti una volta feci una pazzia per Dante, ovvero vestirmi com'era solito fare lui, recarmi a scuola e presenziare a un compito in classe molto importante. Stava male e non poteva andare, così andai io e per giunta gli feci prendere un voto alto.»

Β«Sul serio?Β»

Β«Serio come la peste.Β»

Β«E il professore se la bevve?Β»

Β«Fino all'ultima goccia.Β» Dario sbuffΓ² una risata. Β«A quanto pare ero bravo giΓ  da allora a recitare una parte che non mi appartiene.Β»

Gareth fu abbastanza saggio da ignorare la provocazione. Β«Che mi dice di Felipe, invece?Β»

Β«Il solito vecchio clichΓ© del tizio cresciuto nel quartiere latino malfamato dell'Eastside che entra in una gang e si fa coinvolgere in attivitΓ  illecite, perΓ²... gli vogliamo bene lo stesso. Fa parte della famiglia.Β»

Β«Era lui, vero?Β»

Β«Cosa?Β»

Β«Cercando di prendere quei trecentomila dollari stava provando ad aiutare lui?Β»

Β«Se anche fosse? Non le dirΓ² nient'altro. Felipe ha giΓ  abbastanza problemi con la sua vita privata e in generale anche con le forze dell'ordine, quindi non voglio che qualcuno a caso decida di metterlo nei pasticci fino in fondo con una soffiata.Β» Dario si accorse di aver in qualche maniera risposto in modo affermativo alla domanda, ma ormai era tardi per aggiustare il tiro. Si maledisse a mente per non saper starsene zitto quando doveva.

«Mi crede così meschino?»

Il ragazzo tacque, poi: «Vuole la cruda verità? Sì, lo credo abbastanza meschino da farlo. Ha approfittato della mia situazione per spingermi ad accettare un patto che chiaramente era più vantaggioso per lei che per me. Non avessi posto delle condizioni, ora sarei qui con la promessa di misere referenze e di un omertoso silenzio, e tutto perché giocassi a fare l'allegra coppietta con lei per tre settimane intere».

Β«Lei continua a fare la predica a me, ma sta di fatto che ora si trova qui, nella mia auto, pronto a mettere in atto un bel teatrino e a farlo per soldi. Avrebbe potuto accettare le conseguenze delle sue azioni e accettare di venire arrestato. Sarebbe stato piΓΉ onesto e responsabile. Parla come se non avesse avuto altra scelta, ma l'aveva eccome e ha scelto la scorciatoia, la via piΓΉ indolore. Chi Γ¨ ora l'omertoso? Possiamo rimanere qui a giocare a fare Dio l'uno con l'altro fino al prossimo secolo, se le va, ma la realtΓ  Γ¨ che lei non Γ¨ migliore di me e io non sono migliore di lei. Se io sono meschino, allora siamo entrambi due persone di dubbia moralitΓ .Β»

Se Carvajal ricorreva all'artiglieria, non vedeva perchΓ© lui non avrebbe dovuto fare lo stesso. Era facile fare lo scaricabarile e incolpare il prossimo, ma era molto meno semplice accettare di avere delle colpe e di non aver voluto chiaramente affrontarle. Quel ragazzo giocava con il fuoco scomodando tutte quelle questioni morali e si era appena bruciato da solo.

Β«Okay, boomerΒ» cantilenΓ² Dario per schernirlo.

Β«Non sono un boomer.Β»

Β«Lo Γ¨ dentro, perΓ², ed Γ¨ ancora peggio.Β» Carvajal guardΓ² fuori dal finestrino, decisamente annoiato dopo quell'ennesimo botta e risposta che aveva solo inasprito ancor di piΓΉ le dinamiche fra lui ed Herrick. Erano talmente diversi che sarebbe stato un miracolo se la famiglia di quell'uomo non avesse colto la stranezza di una simile accoppiata. Si tolse gli occhiali da sole, iniziando ad avvertire un lieve fastidio sul ponte del naso. Β«Si Γ¨ ricordato di dire ai suoi che sono vegano?Β» chiese poi, di punto in bianco. Glielo aveva detto due giorni prima non appena si era ricordato che sarebbero stati ospitati a cena e poi per un mese intero in quella villa e... beh, non gli andava di fingere per tre settimane di gradire piatti a base di carne, pesce, latte e prodotti di qualsivoglia origine animale. La sua scelta non era stata influenzata solo da questioni etiche, ma anche dal semplice fatto che il suo organismo non tollerasse piΓΉ di tanto la carne, che digeriva male, e latticini in generale. Non aveva scherzato quando aveva detto tutto ciΓ² a Felipe, la sera prima, e alla fine aveva deciso semplicemente di rinunciare e di arrangiarsi a quella maniera per evitare di stare fisicamente male.

Gareth si accigliò. «Uhm... credo di sì.» All'occhiata inviperita e sconvolta di Dario, però, sghignazzò. «Certo che me ne sono ricordato. Sarò pure più anziano di lei, ma non sono ancora così decrepito da dimenticarmi questo o quest'altro.» Tornato serio, aggiunse: «Riguardo a cos'ha detto la sera della rapina... non era mia intenzione causarle problemi alimentari».

Β«Beh, lo ha fatto. Questo Γ¨ quanto.Β»

«Le prime settimane in cui ha iniziato a lavorare per me volevo metterla sotto pressione per vedere come reagiva e se avrebbe retto allo stress che comporta trovarsi al servizio di una rivista come Starfield. Non immaginavo che fosse così... beh... fragile. Le chiedo scusa. A volte so essere un bastardo, lo so bene, ma è il prezzo da pagare quando ci si trova nella mia posizione e con un ruolo come il mio. È compito mio scremare elementi che potrebbero non essere all'altezza del loro incarico, capisce?»

Β«E allora perchΓ© mi assunse?Β»

Β«Da un lato pensavo che forse ce l'avrebbe fatta, pur stringendo i denti. Aveva un ottimo curriculum e buone referenze, sapeva stare al suo posto. Non Γ¨ da tutti e mi sono detto che forse avrei dovuto darle una possibilitΓ .Β»

Β«Senta...Β» Dario cercΓ² di trovare le parole giuste per dire quel che voleva dire. Β«Col senno di poi io non rifarei mai cosa ho provato a fare tre giorni fa. Non immagina quanto sia stato difficile per me agire in quel modo, sapendo che avrei tradito la sua fiducia in modo irreparabile. Non immagina la vergogna che ho provato vedendola entrare nello studio e cogliermi in flagrante. Che io lo abbia fatto per il bene di qualcuno o meno... se potessi tornare indietro... non ripeterei mai un'azione tanto vigliacca. La pensi come le pare. Io so di aver detto la mia di veritΓ . Probabilmente la mia minaccia di dire tutto quanto a chicchessia era un bluff. Sono riservato e non vado a sbandierare tanto facilmente in giro gli affari miei e comunque non sarei mai tanto meschino e perfido da lanciarle contro accuse gravi e false solo per vendetta. Ero solo... alterato e sconvolto. In piΓΉ mi vergognavo per essermi fatto beccare e per aver cercato di derubarla in primo luogo.Β»

Gareth rallentΓ² e fermΓ² l'auto vedendo che il semaforo sotto il quale si trovavano era rosso. SospirΓ². Ammetteva di aver preso sul serio la minaccia del ragazzo, ma anche in quel momento Carvajal sembrava sincero e in fin dei conti sarebbe stato per entrambi controproducente lavare certi panni sporchi in pubblico. Il silenzio dopo il termine di quel mese di pantomima avrebbe giovato a tutti e due, era piΓΉ che ovvio. Β«Se mi avesse spiegato la situazione...Β»

Β«Cosa? Mi avrebbe dato una mano? Non dica cose che non pensa affatto. Quando mai mi ha reso la vita facile? Quando mai me l'ha fatta passare liscia se una penna era fuoriposto sulla sua scrivania? Non sarebbe cambiato niente.Β»

«Non può saperlo. Non ho il cuore di pietra come lei afferma e non sono così ignorante sull'inferno che certe persone sono costrette a vivere quotidianamente. Crede che Starfield sia stata sin da subito così popolare e influente? Lei non c'era quando i primi tempi la mia stessa famiglia mi scherniva dicendo che non sarei riuscito a combinare niente e la rivista avrebbe fallito tra massimo un paio d'anni. So bene cosa significa stringere i denti e proseguire anche quando nessuno è disposto a renderti la vita facile. Stia attento a giudicarmi con troppa severità. Ventisette anni li ho avuti anch'io, Carvajal, e sono stati spiacevoli quanto i suoi.»

Β«Stento a crederloΒ» replicΓ² Dario scettico.

Gareth, vedendo che il semaforo era di nuovo verde, ripartì. «Mi crede uno di quei rampolli di ricca famiglia viziati che non devono mai faticare per avere ciò che desiderano?»

Il suo ex-segretario sciabolΓ² le sopracciglia con fare ironico. Β«Credo tante cose sul suo conto e onestamente non concepisco come possa aver ingaggiato per una simile commedia la stessa persona che stava per ripulire da cima a fondo la sua cassaforte. D'accordo, il tempo che aveva a disposizione per trovare un candidato era scarso, ma deve ammettere che la sua scelta non sia stata delle migliori.Β» In effetti sin da subito gli era apparso bizzarro che Herrick, anzichΓ© scegliere di farlo sbattere in galera, lo avesse posto di fronte a un bivio. Chi mai offriva al ladro che aveva colto con le mani nel sacco una scappatoia, per giunta tra le piΓΉ assurde e imprevedibili? Non aveva senso, limite di tempo o meno. Non era stata la fretta ad animare il caporedattore, se lo sentiva nelle ossa. Β«Ebbene? Sputi il rospo, forza.Β»

Gareth, però, tacque e continuò a guidare. Era sicuro che se avesse detto al ragazzo di averlo scelto anche per come appariva, tale risposta avrebbe scoperchiato di nuovo il vaso di Pandora e dato luogo all'ennesimo dibattito. Dario appariva deciso a non risparmiargli niente, neppure mezza parola. Pareva quasi che volesse per forza dipingerlo come il perfido CEO della situazione che aveva approfittato del povero impiegato di turno per strapazzarlo come si faceva con un giocattolino e... non era affatto così e lui per primo si sarebbe volentieri risparmiato quella messinscena.

Sapeva, perΓ², di dover dire qualcosa. Il ragazzo non gli avrebbe permesso di cavarsela con il tipico trucco della scena muta, glielo si leggeva in faccia.

Tutto mi sarei immaginato tranne che fosse una persona così agguerrita. Immagino che abbia deciso di tirare fuori la grinta solo ora perché sa che non tornerà a lavorare per me e non gli importa più di rispettarmi o meno.

Comunque fosse, era innegabile che il carattere di Carvajal presentasse connotati pressappoco giacobini. Fossero stati all'epoca della rivoluzione francese, sicuro come l'oro che quel marmocchio sputasentenze sarebbe stato un militante di Robespierre e avrebbe volentieri trascinato lui di persona alla ghigliottina per farlo decapitare.

Β«Mi sembrava l'opzione piΓΉ papabile e anche l'unica a portata di mano, almeno in quel momento. Avevo appena ricevuto quella sorta di ultimatum da parte dei miei ed ero disperato. Se fosse accaduto qualche anno fa avrei anche potuto far a meno di mentire, all'epoca avevo un vero partner, ma si sa: la vita ha un pessimo senso dell'umorismo e un tempismo ancora peggiore. Ho scelto lei perchΓ© era una via di mezzo: nΓ© un belloccio partorito da Hollywood nΓ© un insipido impiegatucolo di terz'ordine sul quale mai avrei potuto o voluto posare gli occhi.Β»
Con la coda dell'occhio, proprio come si aspettava, vide le labbra piene e rosee del suo non piΓΉ dipendente piegarsi in un sorriso irrisorio. Β«BeneΒ» sentenziΓ² Dario. Β«Ha appena confermato quel che pensavo giΓ  di lei, ovvero che Γ¨ un uomo superficiale al quale importa piΓΉ dell'aspetto esteriore delle persone, invece di ciΓ² che hanno dentro. Non mi delude mai, signor Herrick, questo glielo devo riconoscere.Β» Oltretutto... gli aveva sottilmente detto che non era poi un granchΓ©, cosa che un po' minava la sua autostima. Non che si fosse mai ritenuto alla pari di gente come Brad Pitt o Jared Leto, ma non era neppure un cesso a pedali.

Beh, chi se ne frega della sua opinione sul mio conto. Ho cinque ex e tutte e cinque sarebbero pronte a smentirlo in tre secondi, si disse.

Reth sbuffΓ². Β«Non prendiamoci in giro e non inizi a farmi una filippica lunga un secolo sulla bellezza interiore, per piacere. L'occhio vuole e vorrΓ  sempre la sua parte e chiunque affermi il contrario Γ¨ un bugiardo e una carogna oppure un illuso che dovrebbe farsi un bel giretto per il mondo e conoscere davvero l'opinione di gran parte delle persone. La gente guarderΓ  sempre prima l'aspetto esteriore e solo dopo, se le va, scaverΓ  piΓΉ a fondo.Β»

«Cielo, mi ha praticamente demolito con la sua retorica da quattro soldi!» lo rimbeccò Dario, fintamente rattristato. Sbatté persino le ciglia a metà fra il civettuolo e il melodrammatico. «Lei è praticamente un cliché vivente» aggiunse poi, tornando serio e sì, anche sdegnato.

Β«Potrei dire lo stesso di lei, Carvajal. Non creda di essere un santo e scenda dal piedistallo, prima di cadere e farsi un bel po' male. Β»

Β«Disse quello che sbaglia sempre a pronunciare il mio cognome sin dal primo giorno in cui ho messo piede a Starfield.Β»

Β«E allora perchΓ© non mi ha mai corretto?Β»

Β«In realtΓ  l'ho fatto piΓΉ di una volta e lei mi ha sempre liquidato sventolando la mano e dicendo che faceva lo stesso.Β»

Β«L'ho fatto sul serio?Β»

«Lo ha fatto, sì. E ora torni a chiacchierare di piedistalli e ruzzoloni, se le va.»

Ma andiamo! È mai possibile che io sia sempre stato un simile bastardo con i miei dipendenti? Con lui?

Gareth stentava a credere di esser apparso così meschino in più di un'occasione, ma a quanto pareva era la verità.

Colto probabilmente da un improvviso accesso di masochismo, nonchΓ© curioso di scoprire quanto profonda fosse la tana del Bianconiglio, chiese: Β«C'Γ¨ altro che vorrebbe dire sul mio atteggiamento in ufficio?Β»

Β«Davvero le importa di sapere cosa penso di lei?Β»

Β«Diciamo che voglio evitare di commettere gli stessi errori in futuro.Β»

«È onesto, ma a volte lo è tanto da risultare crudele e incapace della benché minima empatia. Va bene dire che una cosa faccia schifo e non abbia affatto soddisfatto le sue esigenze, ma da qui a essere maleducato e irriconoscente di acqua sotto il ponte ne passa tanta. Non può dar sempre fiato alla bocca e pensare che una persona, solo perché è alle sue dipendenze ed è costretta a tacere, una volta o l'altra non la manderà a quel paese quando non ne potrà più e deciderà di dire basta, licenziamento o meno. C'è un limite a ciò che la gente può tollerare da parte del datore di lavoro, signor Herrick, e lei non fa che superarlo la maggior parte delle volte. Un po' di garbo in più non guasterebbe e un dipendente con la mente serena lavora molto meglio di uno che invece ha il costante terrore di persone come lei.»

Β«D'accordo. Sta bene. C'Γ¨ dell'altro?Β»

«Non dia più a nessuno la fiducia che ha concesso a me. Ha visto cos'è accaduto e se non vuole che succeda di nuovo, la prossima volta non riveli la combinazione della sua cassaforte al suo segretario o segretaria. Meglio ancora... non tenga più una cassaforte in casa. È un rischio inutile e la banca può benissimo prendersi cura del suo patrimonio.»

«Fin lì ci ero arrivato da solo. Comunque... grazie per esser stato onesto e aver detto finalmente cosa pensava di me.»

Dario si morse la lingua in tempo ed evitΓ² di affermare che a suo parere Herrick avrebbe dimenticato quelle parole nel giro di pochi giorni o forse di mezza giornata. Che gliene importava di trattare gli altri come schiavi o meno? Non era suo compito tenere alla salute mentale e psicologica dei suoi impiegati.

Finalmente qualcosa, comunque, giunse in tempo per distrarlo dall'aria pesante che tirava nell'abitacolo della Porsche: il suo telefono vibrò nella piccola borsa e lui lo estrasse. Vide che era un messaggio da parte di Dante e quando lo aprì, notò che si trattava di alcune fotografie che erano state scattate da poco. In esse erano presenti sia lui che il suo compagno che teneva in braccio un neonato dall'aria dolcissima e assonnata. Quello doveva essere il piccolo Silas.

Sorridendo tra sΓ©, intenerito da quel quadretto di famiglia commovente e felice per suo fratello, scrisse ciΓ² che pensava con disinvolta velocitΓ  e aggiunse emoticon di vario genere, fra i quali tanti cuoricini e faccine commosse. Silas era davvero un tesoro e quei tre insieme sembravano giΓ  una famiglia.

Gareth gli scoccΓ² un'occhiata perplessa vedendolo sorridere come uno scemo. Trovava irritante che in situazioni come quella ci fossero alcuni che semplicemente si mettevano a scrivere al telefono e a ignorare chi stava loro accanto.

Si rese conto solo allora di non sapere neppure se quel ragazzo fosse sentimentalmente impegnato o meno. Se sì, gli sarebbe proprio piaciuto sapere cosa avesse inventato alla fidanzata per giustificare un'assenza lunga un mese intero. Un viaggio di lavoro, forse?

«La sua ragazza?» buttò lì in tono neutrale.

Dario smise di scrivere e con aria fastidiosamente noncurante e distratta replicò: «No, sto parlando con mio fratello. Non ho una ragazza, ora come ora». Detto ciò tornò a rispondere al gemello, cosa che infastidì ancora di più Herrick che resisté all'impulso di sfilargli di mano quell'affare.

Ma insomma, parlami! Siamo in macchina e io devo star qui a guardarti mentre stai al telefono e sorridi come una ragazzina scema?

Β«Beh?Β» incalzΓ².

Udì Carvajal sbuffare tra sé, poi, guardandolo, lo vide voltare il telefono cosicché anche lui potesse vedere le fotografie con il piccolo Silas. «Mi ha appena presentato mio nipote, tutto qui.» Gareth osservò le immagini e cavolo, quei due erano davvero gemelli identici. L'unica differenza era che Dante si fosse fatto crescere la barba e apparisse più muscoloso e virile; l'altro, un biondino dall'aria graziosa e dal sorriso smagliante, doveva essere il compagno ed era chiaramente emozionato di avere fra le braccia per la prima volta il bambino in questione.

«Uhm... un cosino adorabile, bisogna ammetterlo» commentò. Non sapeva mai cosa dire in quelle situazioni e non aveva mai trovato i bambini, in generale, poi così teneri e adorabili, specie se sbraitavano e frignavano da mattina a sera. Per non parlare, poi, del fatto che avessero la malsana abitudine di fare disastri su disastri in casa e non dar mai retta su un bel niente. Proprio adorabili, sì. «Sembra molto felice per loro» aggiunse, tornando a guardare la strada davanti a sé.

Dario salutò con un breve messaggio suo fratello e poi mise via il telefono. «Sì, beh... come non esserlo, d'altronde? Ora hanno tutto ciò che desideravano e se lo meritano.»

Β«E lei, invece?Β»

Β«Cosa?Β»

«Vorrebbe una famiglia così? Insomma... con figli e quant'altro?»

«Boh» replicò con onestà Carvajal. «Non mi sono mai fermato a rifletterci. Credo di sì, però... un conto è essere uno zio e un altro diventare padre, suppongo. Non penso di essere ancora pronto a un passo del genere e comunque dovrei prima trovare una compagna stabile e... per il momento non ne ho una e non ho avuto tutto questo tempo per uscire e fare nuove conoscenze.»

Β«Suo fratello sembra... uhm... per caso Γ¨ un atleta o simili?Β»

«Macché» sghignazzò Dario. «È un poliziotto e gli piace tenersi in forma.»

Β«Ha un fratello poliziotto e lo stesso ha deciso di tentare una rapina? Ma Γ¨ matto?Β»

Β«Probabilmente sono solo stupido. Avevo pensato di rivolgermi a lui per aiutare Felipe a uscire dai casini in cui si Γ¨ cacciato, ma Felipe non voleva che lo coinvolgessi e aveva paura che quella gente venisse a risapere che aveva contattato le autoritΓ . Quindi... rimaneva solo una soluzione. Non sono riuscito a portare a termine la rapina perchΓ© non avevo il coraggio di prendere in mano neppure una banconota di quella cassaforte, ecco perchΓ© mi ha beccato.Β»

Gareth inspirΓ² profondamente. Β«Non penso che avrei sul serio chiamato la polizia. In fin dei conti non ha mai commesso quel reato e in ogni caso se la sarebbe cavata con poco.Β»

«Ormai è andata e poi... almeno così potrò aiutare lo stesso Felipe. È tutto ciò che al momento mi interessa.» Era semplice: salvare la faccia a Herrick, benché forse non meritasse un simile favore, prendere i soldi, tornare a casa e consegnare il denaro ai mafiosi. Non esattamente una cosa pulita, ma almeno era indolore.

Santa Barbara era senza alcun dubbio una cittΓ  piacevole, specie in quel periodo dell'anno, e appariva pittoresca grazie ai suoi edifici colorati che si alternavano a case e ville in pieno stile coloniale spagnolo. Era in sostanza una zona balneare e Dario si stupiva che non gli fosse mai passato per la mente di trascorrervi le vacanze.

Ad ogni buon conto, la villa di fronte alla quale si ritrovΓ² il giovane Carvajal una volta che fu sceso dalla Porsche ed ebbe inforcato nuovamente gli occhiali da sole per schermarsi dal riverbero estivo a dir poco accecante, era fra le piΓΉ lussureggianti e stupende che si fossero mai viste. Grande, anzi enorme, ed era assurdo che lΓ  dentro vi fossero al massimo cinque o sei persone. Tutto quello spazio per letteralmente quattro gatti col pedigree!

Dalle tegole rossastre allo stucco bianco, dalle ampie finestre fino alle porte di legno squisitamente intagliato, quel posto esalava un'aria di sobria magnificenza, di altri tempi, visto che era il perfetto esempio della forte influenza dei coloni spagnoli sul territorio delle Americhe.

Nel grande piazzale di acciottolato v'erano aiuole ben tenute e in alcune di esse svettavano affusolate palme. Oltre le colonne che sorreggevano la parte centrale della struttura, laddove v'era un magnifico patio, sciaguattava placida una splendida piscina rettangolare.

«‘Joder!» si lasciò sfuggire Dario, suo malgrado impressionato e rimasto a bocca aperta davanti a tanto sfarzo.

«¿Eso es de su agrado, Carvajal?» chiese allora Gareth, sorridendo di sbieco e dimostrando di sapere, grosso modo, qualche parola di spagnolo.

Colto alla sprovvista, Dario non subito replicò. Dire che non gli piacesse quel che stava vedendo sarebbe stato insensato e ipocrita. «Uhm... sì... voglio dire... cavolo, neanche se vendessi un rene ed entrambi gli occhi potrei permettermi roba simile!» Lo destabilizzava tutto quel lusso e si sentiva decisamente fuoriposto. A confronto con quella villa il suo attico appariva un tugurio, e non era affatto tale.

Β«Via, non si faccia intimidire da tutto questo!Β» sghignazzΓ² Gareth. Β«Oh, e... penso sarebbe meglio se da ora in avanti ci dessimo del tu. Non vorrei che ci scappasse di darci del lei mentre siamo in compagnia dei miei.Β»

«Dare a lei del tu?» chiese dubbioso Carvajal. «Anche quando siamo soli?» 

Β«Beh... tra non molto non sarΓ² piΓΉ il suo capo, no? E comunque renderebbe tutto meno imbarazzante e pesante.Β»

«Se lo dice lei... cioè... se lo dici tu...!»

«Così va meglio.» Gareth fece un bel respiro. «Beh... andiamo e facciamo la nostra parte.»

Fece per avviarsi verso il portone principale, ma si bloccΓ² quando Dario fece scivolare il braccio sinistro attorno al suo. AbbassΓ² lo sguardo e vide che era decisamente in imbarazzo e... tremava, guardando davanti a sΓ© con ostinazione. Β«Se... se dobbiamo sembrare una coppia, tanto vale gettare alle ortiche ogni pudore, giusto?Β» disse il piΓΉ giovane. Aveva tutta l'aria di uno che stava per entrare in una fossa di leoni e non lo si poteva biasimare. Voleva solo dire che aveva capito al volo con chi avrebbe avuto a che fare.

Β«Non fa una piegaΒ» ribattΓ© infine Herrick. Β«Posso...?Β»

Β«Gliel'ho detto: faccia quello che vuole e tenga a mente solo che ho posto dei limiti. Per il resto si sbizzarrisca. Non permetto tutti i giorni alla gente di sballottarmi da una parte all'altra come un peluches.Β»

«E sia, allora.» Gareth si sciolse dalla sua stretta e gli avvolse il braccio attorno ai fianchi. «Così credo sia più realistico.» Preferì non commentare la tonalità papavero che ormai era evidente sulle gote di Carvajal e con lui al proprio fianco si avviò verso l'entrata della villa.

Si fermarono e fu lui a suonare il campanello e infine a salutare per primo la domestica, Agnes, che subito gli sorrise. Era una signora che doveva avere sulla sessantina e portava una divisa tanto classica quanto appropriata al contesto in cui lavorava. Β«Signorino Herrick, che piacere rivederla! La abbraccerei, ma vedo che Γ¨ in compagnia!Β» Si concentrΓ² su Dario e, senza risultare insistente, ma comunque curiosa, lo soppesΓ² da capo a piedi. Β«E lei deve essere il suo misterioso fidanzato!Β»

Dario, non cogliendo l'impercettibile movimento della testa di Gareth che gli diceva di non fare quello che stava per fare, allungΓ² una mano come sempre si faceva quando si incontrava una persona nuova. Β«Uhm, piacere, sono... ecco... m-mi chiamo Dario.Β»

Agnes sbatté le palpebre. Non doveva aver mai accolto degli ospiti che si erano disturbati a darle tanta importanza. Esitante accettò la stretta di mano. «Il piacere è tutto mio. Mi perdoni ma... lo sa che è un vero tesoro?» Pareva quasi parlare più di un tenero micetto che del fidanzato del rampollo di casa Herrick. «Ed è così giovane! Oscar non scherzava affatto quando ha parlato di lei!»

Dario capì che si riferiva all'uomo che gli aveva consegnato gli abiti la sera prima. «Oh, sì! L'ho incontrato ieri sera!» ribatté, provando a suonare e a sembrare il più disinvolto possibile. Aveva capito di aver fatto un piccolo strafalcione, ma... non immaginava che la gente ricca sfondata fosse solita dimenticare o non tener proprio conto della buona educazione in certe circostanze.

Agnes sorrise e poi si fece da parte. Β«Entrate, entrate! I signori Herrick vi stanno aspettando in soggiorno.Β» La casa dentro era ancora piΓΉ bella, uno splendido connubio di storia e modernitΓ  fuse assieme per creare un effetto all'avanguardia. Gli spazi erano ampi e luminosi, le finestre socchiuse e ornate di tende di puro lino immacolato che svolazzavano al soffio della leggera brezza estiva. Se quello non era il paradiso, ci si avvicinava comunque molto.

Giunti in soggiorno Dario vide quattro persone, più una bambina, raggiungerli. Trattenendo a stento la voglia incontenibile di andare a nascondersi da qualche parte, non abituato ad avere tutta l'attenzione per sé, cercò di ignorare gli sguardi incuriositi delle due donne e dell'uomo più giovane, così come quello inquisitore e severo del più anziano. Lui e l'elegante, affascinante signora dai capelli grigi raccolti in una semplice e raffinata acconciatura dovevano essere i genitori di Gareth. Lo si capiva dagli occhi della donna, azzurri proprio come quelli di suo figlio.

Gareth schiarì la voce: «Uhm... mamma, papà... vi presento il mio fidanzato, Dario».

La signora Herrick fu la prima a rompere il ghiaccio e ad avvicinarsi per osservare meglio e con garbato interesse il nuovo arrivato. Sorrise cordialmente e gli tese una mano: «È un piacere fare la tua conoscenza. Per un secondo mi era quasi venuto il sospetto che Gareth stesse mentendo sull'avere un compagno, ma ora... beh, è chiaro che dicesse la verità!»

Dario ignorΓ² il senso di colpa che avvertiva alla bocca dello stomaco e le strinse piano la mano. Odiava mentire, sempre lo aveva odiato, e ormai sapeva che era tardi per tirarsi indietro. Il dado era tratto. Β«Piacere mio, signora Herrick. Uhm... mi dispiace che Gareth vi abbia nascosto la sua relazione con me, ma...Β»

«Oh, non preoccuparti! Capisco perché abbia agito così e cosa lo preoccupasse tanto, ma ora come ora sono solo piacevolmente sorpresa, te lo garantisco.» Marien si rivolse al marito. «Caro?» lo richiamò, sicuramente per indurlo a farsi avanti. Lorcan, che aveva tanto l'aria di uno che avrebbe preferito trovarsi altrove, si fermò al fianco della moglie e schiarì la voce, squadrando arcigno il ragazzo. La sua espressione si incupì maggiormente non appena notò la trasparenza della camicia di Carvajal e il suo aspetto in generale. «Quindi...» fece, tossicchiando e rivolgendosi direttamente a Gareth. «Sarebbe lui il tipo di cui parlavi, figliolo? Sarò onesto: per un attimo mi era venuto il dubbio speranzoso che vicino a te ci fosse una ragazza, ma... beh, è evidente che mi sbagliassi.»

Come come? Questo qui mi ha appena definito effeminato?

Dario non seppe chi gli diede la forza morale di non caricare un pugno sul naso di quel vecchio stronzo. Non che avesse qualcosa contro il concetto in sΓ© per sΓ©, ognuno poteva avere l'aspetto che gli pareva. A infastidirlo sul serio era il modo in cui Lorcan aveva sputato la propria sentenza.Β 

Β«PapΓ ... ritira gli aculei, almeno per un po', che ne dici?Β» fece Gareth, serio.

Β«Non Γ¨ un po' troppo giovane per te? Pare un ragazzino, santo cielo!Β»

Β«Ho ventisette anni, in realtΓ Β» intervenne Dario, non riuscendo a frenarsi. Β«Se vuole le mostro i documenti.Β» IgnorΓ² Gareth che rafforzΓ² la pressione delle dita sulle sue costole. Non aveva alcuna intenzione di farsi prendere a pesci in faccia da Coso, neanche se era il padre dell'altro Coso. Sostenne il cipiglio torvo di Lorcan e tutti parvero trattenere il fiato. Β«BeneΒ» sentenziΓ² il vecchio Herrick, raddrizzando pomposamente la schiena. Β«Se non altro hai carattere e spina dorsale.Β»

Rio sorrise nel miglior modo possibile. Β«Non sbaglia affatto, signore.Β»

Β«Buon pro ti faccia.Β»

Β«Uhm... Dario ha la lingua un po' taglienteΒ» cercΓ² di recuperare Gareth, intromettendosi di nuovo. Β«Quello che intendeva, papΓ , Γ¨ che...Β»

Β«Taci, figliolo. Il ragazzo sa difendersi a dovere e francamente mi fa piacere che non sia uno smidollato svenevole come mi aspettavo. L'apparenza mi ha ingannato, stavolta.Β» Curioso ma vero, paradossalmente Lorcan sembrava aver appena ammesso, seppur a denti stretti e a fatica, che il fidanzato di suo figlio avesse almeno un po' incontrato la sua approvazione. Β«Tutto sommato Γ¨ graziosoΒ» bofonchiΓ², facendo un passo indietro e andando a sedersi su uno dei due divani chiari.

Grazioso? Sul serio?

Dario si trattenne dal mandarlo a quel paese. Una contadinella olandese e dalle guance rosee era graziosa, non di certo lui!

Β«Bene, uhm... mentre finite le presentazioni, io e Lorcan andremo a dire ad Agnes di arieggiare un po' la camera da letto che abbiamo fatto preparare per voi.Β» Era ovvio che fosse una scusa per fare quattro chiacchiera da sola con Lorcan, ma non era questo a preoccupare Dario.

Camera da letto?

Un attimo... non era nei patti che lui e Gareth dovessero condividere la stessa stanza e lo stesso letto!

Chi se ne frega. Barbarossa dorme per terra, fine della discussione!

Sentendosi le gambe molli si separΓ² da Gareth e andΓ² a sedersi sul divano rimasto vuoto. Β«Scusate, ma sono un po' stancoΒ» si giustificΓ² con la sorella dell'uomo e il compagno di quest'ultima. Tese una mano come da prassi e Maeve, avvicinatasi, gliela strinse subito. Β«Felice di conoscerti! Sei meglio di quel che pensassi, anche se... hai un'aria familiare, se devo esser onesta!Β»

Sia Carvajal che Gareth sentirono il cuore mancare un battito. Era mai possibile che Maeve avesse intravisto una volta Dario? Ma quando? Come? Dove?

L'ufficio...

La osservΓ² bene e fu allora che ricordΓ² di averla incrociata, una volta. Le aveva persino parlato. Era passata a trovare il fratello e lui le aveva detto che Gareth non era attualmente in ufficio e di ripassare piΓΉ tardi. Dannazione...
Non poteva sviare la cosa, era chiaro.

«Oh!» esclamò, fingendo una mezza risata. «Sì, ora... ora ricordo anche io! Era passata in ufficio per incontrare Gareth, giusto?»

«Esatto! Sì!» fece lei. «Ma quindi...» Guardò ora il fratello, ora il ragazzo. «Oh, cielo! Quindi per tutto questo tempo hai fatto la corte al tuo bel segretario! Sembra roba degna di un film!»

Gareth, seguendo l'esempio di Dario, fu lesto a recuperare e a stare al gioco. Sorrise di sbieco. «Sì, beh... puoi vedere anche tu che non è facile resistergli. Posso dire che sono stato io a fare la prima mossa, però! Lui all'inizio pensava che non volessi fare sul serio, ma... insomma, sono riuscito a fargli cambiare idea ed eccoci qui.»

Β«Oh, capisco!Β» commentΓ² Maeve maliziosa. Β«Un inciucio sul posto di lavoro!Β»

Dario avrebbe voluto sotterrarsi per l'imbarazzo sia vicario che non che stava attualmente provando.

Se mi vedesse mia madre, adesso...!

Resistendo all'impulso di spalmarsi una mano sul viso, si presentΓ² anche al marito di Maeve, Travis, che si rivelΓ² un tipo alla mano, nonchΓ© un avvocato. Infine venne il turno di Mina, l'undicenne nipote di Gareth: una graziosa ragazzina dall'incarnato caffelatte e grandi occhi color nocciola che con timidezza mosse la piccola mano per salutare il nuovo arrivato. Β«Ma allora anche tu sei mio zio come Reth?Β» chiese curiosa, superando l'impaccio iniziale.

Quella domanda fece sentire ancora peggio Dario, ancora piΓΉ disonesto e amorale. La cosa peggiore che vi fosse, a suo parere, era mentire a un'anima innocente, a un bambino.

Cristo santo... e ora?

GuardΓ² Gareth, implorando un qualsivoglia aiuto, e lui, dunque, si avvicinΓ² e accarezzΓ² i folti capelli ricci di sua nipote. Β«Non proprio, Mina. Io e Dario non siamo sposati e... beh, Γ¨ ancora presto per parlare, capisci?Β»

Β«Ma la zia Rozamunde non Γ¨ sposata con Josh, perΓ² lui lo chiamo zio.Β»

Con il cuore che gli piangeva, Dario decise di tagliare la testa al toro, specie perché Mina lo guardava come se non capisse dove fosse il problema di chiamarlo in un modo o in un altro. «N-Non c'è problema» disse, cercando di sembrare disinvolto. «Chiamami pure come vuoi, piccola.» Le sorrise e lei ricambiò, dondolandosi sul posto; un attimo dopo fece segno alla madre di chinarsi e le sussurrò qualcosa. Lei ridacchiò e poi riferì al fratello e al fidanzato di questi: «Ha detto che tu e Gareth le piacete tanto insieme».

Sbrighiamoci a finirla qui o giuro che mi metto a urlare o a piangere.

Dario si sforzò di sorridere, di sembrare di buon umore e coinvolto in quella riunione di famiglia, ma non era altro che un bugiardo. Lo era lui e lo era Gareth che tanto pareva bravo a mentire, così tanto da spingerlo a riflettere. Un uomo simile poteva avere una relazione stabile? Un uomo che sapeva dire così bene le bugie e ammaliare con esse il prossimo, persino la propria famiglia?

Erano tante le domande che si stava ponendo mentre saliva al piano di sopra insieme a lui e si recavano in una delle tre camere padronali con la scusa di voler rinfrescarsi dopo il viaggio e per via della calura.

Appena Reth ebbe chiuso le porte, si voltΓ² e vide che Dario lo squadrava con aria torva e con le braccia incrociate. Β«Cosa c'Γ¨?Β» lo apostrofΓ².

Β«Beh... diciamo solo che non capivo tutta quell'ansia e quel parlare in maniera distaccata della tua famiglia. A parte tuo padre che potrebbe benissimo competere con il sergente Hartman in quanto a simpatia, sembrano tutti persone squisite e alla mano. Persone che non meritano questoΒ» replicΓ² gelido il ragazzo, accennando a se stesso e poi a lui. Β«Non se lo meritano e siamo due canaglie infami. Io lo sono di piΓΉ perchΓ© sto mentendo a quelle persone per soldi!Β»

Β«Soldi che a tuo dire dovrebbero salvare la pelle a tuo fratello.Β»

Β«Guadagnati con l'inganno! Mentendo a una bambina di undici anni che ora mi chiama zio e mi vede giΓ  come un membro stabile della sua famiglia! Ho due nipoti e se mai dovessi mentire a loro per qualche ragione, giuro che preferirei buttarmi da un dirupo!Β» sbottΓ² Dario, sull'orlo delle lacrime di vergogna. Β«E tuo padre che... Dio! Cristo! Non mi sorprende che tu abbia nascosto tutto a una persona simile! Ripensavo a mio fratello mentre diceva quelle cose e giuro che lo avrei...!Β» SbuffΓ² e si ravviΓ² i capelli, stremato dallo sfogo improvviso. Β«Fanculo, Gareth! Fanculo, fanculo e ancora fanculo!Β» aggiunse menandogli contro un indice. Β«E perchΓ© tu lo sappia, stanotte e per un mese intero dormirai sul pavimento o dove altro cazzo ti pare! Non mi va di dartela vinta anche su questo!Β»

Gareth lo guardΓ² lasciarsi cadere sul letto e tenersi la fronte con le mani.

Isterico a dir poco, pensΓ², intontito dopo una tale sfuriata. Che gli fosse venuto un colpo se il ragazzo non avrebbe avuto un bel bisogno di una intera tanica di camomilla.

Β«D'accordo... ammetto di aver forse sottovalutato tutto, specialmente l'impatto psicologico che avrebbe avuto la cosa su di te e su di loro, ma...Β»

Β«Un corno! Niente ma!Β» ricominciΓ² Carvajal, tornando a guardarlo con quegli occhi scuri che mandavano faville. Β«Non voglio sentire una sillaba! Quel che stiamo facendo Γ¨ spregevole e insensibile!Β» Era stata Mina a dargli il colpo di grazia, a farlo sentire un verme. Povera bambina, presa in giro a quella maniera...
Gli faceva tornare in mente Miguelito, altrettanto innocente e affezionato a lui. Diamine, che pasticcio...

Il peggio era che non poteva mollare, non quando ormai era in ballo.

Si passò velocemente le mani sotto gli occhi. «Bella performance, comunque. Non mi stupisce che tu non abbia un compagno fisso. Sei davvero bravo a raccontare frottole e se non fossi etero e mi avessi comunque ingaggiato per fare la recita del fidanzatino, non ti darei mai un'oncia di fiducia né una possibilità di avere una storia seria con me. Non mi fiderei di un uomo che sa mentire così bene.»

Quelle parole fecero perdere un po' la pazienza a Gareth che replicΓ², tagliente: Β«Posso dire la stessa cosa di te, allora. Neanche tu te la stavi cavando male, prima, o sbaglio?Β»

Β«Quella lΓ  fuori non Γ¨ la mia famigliaΒ» ribattΓ© a denti stretti Dario, sostenendo il suo sguardo. Β«Non sono mia madre e mio padre, non sono mia sorella e mio cognato e quella bambina non Γ¨ mia nipote. Io sono disonesto, ma tu, allora? Pensi che siamo pari? Di non avere molte piΓΉ colpe di quante ne abbia io? Allora ti sbagli e al tuo posto mi farei un esame di coscienza approfondito.Β»

Herrick sollevΓ² le sopracciglia. Β«Hai finito?Β» incalzΓ² gelido.

«Ho solo iniziato, credimi, ma tanto sei sempre quello che ha ragione, no? Era così a Starfield e sempre è così qui, in questa casa. L'unico degno di biasimo è il sottoscritto che ha messo le mani nelle tue tasche. Ho fatto la stronzata del secolo e ora devo scontare la pena che hai scelto di infliggermi.»

Β«Non ti sto affatto punendo.Β»

«Se mi conoscessi anche solo un minimo sapresti che in realtà è così. Io odio mentire, odio prendere in giro le persone e odio tutta questa situazione.» Il ragazzo reclinò le gambe sul materasso. «E ora... mi andrebbe di riposare, perciò...»

Β«Tranquillo, ho afferrato.Β» Gareth, chiaramente irritato, si diresse alle porte. Β«E non ho intenzione di dormire sul pavimento e credimi, non ho neppure intenzione di fare scherzi nΓ© di sfiorarti con un dito.Β»

Β«Non te lo permetterei neancheΒ» lo rimbeccΓ² Dario rabbioso, occhieggiandolo biecamente. Β«E non perchΓ© sono etero, ma perchΓ© ho una dignitΓ  e non sono nato ieri!Β»

Reth si voltΓ² e sorrise in modo forzato. Β«Oh, tienitela pure, la dignitΓ , ma sappi che nessuna donna di Los Angeles nΓ© dintorni reggerebbe un mese di relazione, non dovendo sopportare un isterico come te!Β»

Β«Esci da questa cazzo di stanza!Β» sbottΓ² l'altro, livido di rabbia. Β«E non farti rivedere fino a stasera!Β»

D'accordo, non ci era andato leggero neanche lui, ma... quel che Gareth aveva appena detto aveva fatto male. E poi non era affatto isterico! Ci teneva solo a dire le cose come stavano.

Β«StronzoΒ» singhiozzΓ² tra sΓ©, voltandosi dall'altra parte e rannicchiandosi contro il cuscino mentre sentiva le porte chiudersi con un tonfo secco e i passi di Gareth allontanarsi. Non aveva sonno e non era stanco, ma... non voleva vederlo, almeno per un po'. Voleva avere il tempo di ricaricarsi e di ritrovare la voglia malsana di rimettere sul viso quella dannata maschera.

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