🌊Under the sea - P.Jm.
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Estratto: Ogni giorno Y/N tornava su quella scogliera, ogni giorno sperava di rivedere quella coda violacea.
Ogni giorno tornava a casa amareggiata, ma continuava a rimanere certa del proprio pensiero: le sirene esistevano realmente.
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"Papà papà! Guarda cosa ho trovato!"
La bambina mostrò al padre una conchiglia di grosse dimensioni, questa era più grande della sua manina. Di un bianco perlaceo, Y/N la guardava come se avesse appena trovato un prezioso tesoro.
"Oh amore, ma è bellissima." Il papà sorrise dolcemente alla piccola.
"È la conchiglia più grossa di sempre! Ne voglio trovare altre così!" La bambina esultò allegramente e senza attendere la risposta del papà, corse subito verso il punto in cui aveva trovato quella grossa conchiglia, desiderosa di trovarne altre come quella, magari anche più grandi.
"Y/N però non ti allontanare troppo! Resta qua vicino!" L'uomo urlò un po' preoccupato, la giornata era comunque quasi volta al termine, e anche se quel giorno la spiaggia non era tanto affollata, il papà non si sentiva sicuro a lasciar scorrazzare liberamente la bambina.
"Sei troppo apprensivo con lei. Stai tranquillo, tanto resterà qua, nei paraggi." La donna mormorò.
"Non ne posso fare a meno... soprattutto da quando è morta sua madre." L'uomo sospirò, ricordi dolorosi tornarono alla mente ma quest'ultimo tentò di scacciarli via.
"Stai facendo un ottimo lavoro con lei. Lo sai vero?" La giovane donna sussurrò, accarezzò dolcemente la schiena del compagno, consapevole di quanto avesse sofferto per la morte della moglie, avvenuta cinque anni prima a causa di un tragico incidente.
"Sono sempre a lavoro. E ogni volta Y/N resta con la babysitter... potrei fare di più. Non sto facendo abbastanza."
In quell'attimo di distrazione, mentre il papà di Y/N parlava con la sua nuova fidanzata, la bambina inconsciamente si allontanò un po' troppo dal punto in cui si trovavano gli adulti.
La piccola aveva solo sette anni, ma non aveva paura di addentrarsi tra gli scogli da sola; avendo un ricercatore che si interessava di oceanografia come padre, lei stessa si era appassionata al mare e a tutto ciò che da esso proveniva.
Da quando era nata passava le sue giornate sulla spiaggia, la casa distava dal luogo solo pochi metri.
E la piccola Y/N saltava da uno scoglio all'altro con estrema facilità, come se fosse nata per fare questo; sapeva però quando fermarsi, capiva quando il percorso da lei intrapreso stesse diventando sempre più difficile da percorrere e tornava indietro, continuando però le sue avventure sulla terraferma o perché no, anche in acqua.
La bambina non solo aveva velocemente imparato a nuotare, ma con gli occhialini andava sempre più in giù, adorava osservare il fondale marino, e si divertiva a nuotare in mezzo ai pesciolini che solleticavano le sue gambe.
"Che bella!" Y/N guardò con gli occhi a forma di cuore una meravigliosa stella marina, di colore arancione.
Nonostante fosse abituata a vedere quel tipo di creature, la piccola si stupiva come se per lei ogni volta fosse sempre la prima.
Y/N osservò solamente la stella, senza provare a prenderla.
Non tentò nemmeno di toccarla, ricordava gli avvertimenti del papà.
Tutto quel che si trovava all'interno del mare, doveva restare dentro il mare.
Le conchiglie che Y/N trovava erano ormai gusci vuoti che ornavano il bagnasciuga, e anche se la piccola si divertiva a cercare quelle più particolari dai colori più accesi, alla fine decideva di lasciarle nei punti in cui le aveva scovate, evitando così di portarsele a casa.
La bambina continuò a camminare, involontariamente si allontanò ancor di più dalla zona in cui si trovava il suo papà, la nuova compagna e tutte le altre persone.
Ma Y/N era tranquilla, continuò a scavalcare quegli scogli fino a quando non si bloccò; con il suo sorriso sdentato ammirò il bellissimo tramonto di fronte a sé.
Il cielo era aranciato, qualche riflesso rosa e qualche punta di viola lo adornavano rendendo mozzafiato.
Il sole stava calando rapidamente, la prima metà stava già scomparendo dietro le acque cristalline dell'infinita distesa d'acqua.
La bambina era troppo presa dal tramonto, da non accorgersi che non fosse da sola in mezzo a quegli scogli.
Prima che il sole andasse via del tutto, Y/N volle tornare indietro e raggiungere il suo papà, quando uno scintillio luminoso attirò la sua attenzione.
Y/N seguì con lo sguardo quel punto luce, non riuscì a vedere cosa fosse e quindi, invece di tornare indietro avanzò.
Nella sua mente già immaginava di aver trovato qualche cristallo incastonato nello scoglio, qualcosa di non prezioso ma di bellissimo, da mettere insieme a tutte le pietre che aveva trovato nel corso degli anni, e che adesso custodiva gelosamente nella sua cameretta.
Fece un salto e poi un altro, con un sorriso dipinto sul volto riuscì a raggiungere il punto da lei desiderato.
Quel sorriso però scomparve, non appena si accorse che quell'oggetto misterioso non fosse altro che un pezzo di vetro verde.
Una smorfia infastidita occupò i lineamenti della bambina, che si sporse comunque per afferrare quel pezzo di vetro e toglierlo da lì, per poi buttarlo nella differenziata.
Dopo aver afferrato quel pezzo di vetro, Y/N si accorse che ne fossero presenti altri; erano tutti resti di una bottiglia di birra.
La piccola pensò a quanto fossero ignoranti e barbare le persone per sporcare la natura in quel modo; si chinò per raccogliere anche quei pezzi ma distrattamente poggiò il piede in un punto dello scoglio particolarmente scivoloso.
Y/N gridò spaventata e tentò di afferrare la sporgenza di un altro scoglio per non cadere, ci riuscì; la piccola aveva abbastanza sangue freddo e invece di disperarsi e scoppiare in un pianto isterico, cercò di risalire sulla scogliera.
La bambina era più dispiaciuta di aver fatto cadere quel pezzo di vetro in acqua, ma non aveva potuto fare altrimenti, in quel momento aveva dovuto pensare a sé stessa.
Papà non lo deve sapere.
Y/N pensò, se suo padre avesse scoperto di questo scivolone, avrebbe dato di matto.
Y/N mosse il piede per poggiarlo su un punto dello scoglio più alto; doveva concentrare tutto il peso su quel punto d'appoggio, così da poter spingere il suo corpo e risalire sulla scogliera.
Ma quel punto era scivoloso e la piccola non riuscì a risalire.
Y/N mugolò, sentì i muscoli delle braccia bruciare per lo sforzo che stavano esercitando.
La bambina strinse i denti e riprovò, ma invece di risalire scivolò ancora.
"No no no no-" La bambina piagnucolò, sentiva che la presa stesse per cedere.
Comprese di essere in grossa difficoltà e decise di mettere da parte l'orgoglio, stava per urlare e chiamare suo padre quando due mani afferrarono la sua vita.
Y/N sobbalzò sorpresa, sentì la presa alla sua vita farsi sempre più stretta; la voce le morì sulla punta della lingua, non gridò, non disse niente.
Le mani sconosciute la sollevarono e la portarono sul punto più alto della scogliera, la bambina si girò immediatamente per vedere chi l'avesse appena salvata.
Ma l'unica cosa che vide, fu un'enorme coda di pesce violacea che sparì subito sotto il livello del mare.
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Undici anni dopo...
Quello era un giorno speciale per Y/N.
Era il compleanno della ragazza, e quest'ultima aveva deciso di festeggiare i suoi diciotto anni sulla spiaggia.
Nonostante il passare degli anni, la passione che Y/N aveva per il mare fin da piccola, le era rimasta.
Non solo, questa sua passione la ragazza l'aveva approfondita, e qualche anno prima Y/N aveva capito che da grande avrebbe voluto fare lo stesso lavoro di suo padre: la ricercatrice oceanografica.
Non aveva scelto di seguire le stesse orme di suo padre solo per passione: voleva trovare quella misteriosa creatura.
Anche se quasi tutti i suoi coetanei non credevano all'esistenza delle sirene e neanche erano interessati alle numerose creature che popolavano i fondali marini, Y/N non aveva nessun dubbio.
Quel giorno di tanti anni fa era stata salvata da una sirena.
Le mani che avevano stretto la sua vita, e la grossa coda di pesce dai riflessi violacei, non avevano più abbandonato la sua mente.
Y/N quel giorno non disse niente a suo padre; non solo perché avrebbe dovuto confessare di essere scivolata e quindi di essersi trovata in pericolo, ma sapeva che se avesse raccontato tutto al papà, lui un po' perché era il suo lavoro, e un po' perché era anche la sua passione, avrebbe cercato la creatura marina.
E anche se era solo una bambina, Y/N decise di mantenere il silenzio per proteggere quella misteriosa creatura.
La bambina adesso stava per compiere diciotto anni, non aveva mai parlato a nessuno di quell'episodio.
Ma silenziosamente aveva continuato a pensare a quella creatura... a cercarla.
Le settimane seguenti a quel giorno, la piccola Y/N era tornata sul luogo senza però ottenere i risultati sperati.
La bambina pensò che il momento giusto della giornata fosse allora il tramonto, ma il papà la rimproverava non appena vedeva che la sua piccola cercasse di allontanarsi dalla zona.
Quando divenne un po' più grande da non aver più bisogno né della babysitter, né della compagnia del padre, Y/N ritornò nel punto esatto in cui da bambina era scivolata e la sirena l'aveva messa in salvo.
Era tornata sul luogo al calar del sole e seduta sugli scogli, rimase in attesa.
Non sapeva bene nemmeno lei cosa si aspettasse di vedere; certamente la sirena non sarebbe saltata davanti a lei, non l'avrebbe salutata come se fosse stata una vecchia amica, senza contare che erano passati anni, dentro di sé si chiese se pure le sirene invecchiassero come gli esseri umani.
Con la pelle accarezzata dall'aria fresca della sera, e il viso sfiorato dagli ultimi raggi prima che il sole calasse e il cielo si oscurasse totalmente, la fanciulla si rialzò, sospirando.
Tornò indietro, ignara di avere avuto due occhi puntati sulla sua figura per tutto il tempo.
Y/N non demorse.
Ogni giorno tornava su quella scogliera, ogni giorno sperava di rivedere quella coda violacea.
Ogni giorno tornava a casa amareggiata, ma continuava a rimanere certa del proprio pensiero: le sirene esistevano realmente.
Ogni giorno lui la vedeva tornare indietro, un sorriso dolce era stampato sul viso; gli occhi seguivano con cura i movimenti della fanciulla, fece attenzione a come la bambina, ora cresciuta, posizionava i piedi sugli scogli.
Era pronto ad acciuffarla se questa fosse scivolata. Di nuovo.
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"Fonti certe dicono che Jung Hoseok vuole dichiararsi, proprio stasera!" Yoora esclamò non appena entrò nella stanza di Y/N, la ragazza le lanciò una cupa occhiata.
"Parla piano, mio padre potrebbe sentirti!"
"Y/N, ma hai sentito cosa ho detto? Tu piaci a Hoseok!"
"Sì... lo so. Lo avevo capito in qualche modo." La fanciulla sussurrò con le guance leggermente più calde del solito.
Il ragazzo era un suo compagno di classe, era carino, gentile, simpatico.
Non si dava delle arie come tanti altri ragazzi della sua età, nonostante fosse un tipo di bell'aspetto, andava in palestra e curava la propria immagine.
Ma Hoseok era sempre stato così con chiunque: socievole, alla mano, dolce e sempre molto educato con il prossimo.
Il maschio era un buon partito, e Y/N lo sapeva; difatti aveva una piccola cotta per lui.
Sapeva di non essere l'unica, il carattere dolce e gentile di Hoseok aveva attirato l'attenzione di più persone, ma il ragazzo aveva dimostrato svariate volte di essere interessato proprio a lei.
Per il suo compleanno Y/N aveva organizzato un semplice picnic in spiaggia; qualche panino, qualche birra, una semplice serata da passare in compagnia, e tra quei pochi amici aveva invitato anche Hoseok.
La fanciulla avvertì il viso bruciare sempre di più, ora era agitata nel sapere che il bel ragazzo avesse intenzione di dichiararsi a lei, quella sera.
"Mi metterò questo vestito allora." La fanciulla mormorò e scelse il vestito per lei più carino tra quelli che aveva nell'armadio.
Era un abitino color lavanda, non era tanto scollato ma la gonna era corta, Y/N sapeva che avrebbe dovuto indossare un paio di calze, la sera faceva freddo e si vergognava un po' a scoprire troppo le sue gambe.
Qualche ora più tardi lei e i suoi amici stavano preparando gli asciugamani su cui sedersi.
Chi aveva portato il mangiare, chi era addetto alle birre; Y/N tirò fuori i sacchetti della spazzatura, si preparò per avvisare il resto del gruppo.
"Tutta la spazzatura qua dentro! Cerchiamo di non lasciare niente e controlliamo per bene prima di andare via." Y/N avvisò, ci teneva alla salvaguardia dell'ambiente, si era ripromessa quella sera di fare attenzione e di non lasciare niente che potesse danneggiare la natura che li circondava.
Il resto dei coetanei annuirono in accordo, tutte le persone invitate da Y/N conoscevano bene la festeggiata, sapevano quanto lei ci tenesse a queste cose.
E l'avevano assecondata quando la ragazza aveva deciso di andare in spiaggia in pieno inverno, faceva freddo e qualsiasi altra persona avrebbe festeggiato il proprio compleanno al ristorante o in pizzeria, ma lei era diversa.
"Hai freddo?" Hoseok si avvicinò a Y/N, la ragazza avvampò.
"No no, io sto be-" La fanciulla si bloccò quando vide il più alto mettere la propria felpa sulle sue spalle.
"Avevo portato una felpa in più." Hoseok fece l'occhiolino a Y/N, che in risposta sorrise timidamente.
Il maschio si guardò intorno, vide i suoi amici fare il tifo per lui, tutti fecero segno a Hoseok di allontanarsi assieme a Y/N per cercare un po' di intimità, le amiche della festeggiata rimasero in silenzio ma bastava guardare i loro occhi per capire che anche loro, stessero facendo il tifo per la giovane coppia.
"Facciamo una passeggiata?" Hoseok propose e Y/N accettò all'istante.
"So che non ci perderemo, conosci bene questo posto e tutti i suoi piccoli sentieri." Hoseok ridacchiò, sapeva che la ragazza abitava lì vicino e che frequentava la spiaggia sin da bambina.
"Vieni, ti porto in un punto speciale per me." Y/N disse arrossendo un poco, ringraziò che fosse buio e che Hoseok non potesse vedere le sue guance scure.
"Oh davvero? Ne sono onorato." Hoseok sorrise, la ragazza quasi entrò nel panico.
"Non- non è niente di particolare... è solo speciale. Per me. Per le altre persone non è nulla di speciale ma-"
"Sono onorato comunque Y/N. Fammi strada, ti seguo." Hoseok ridacchiò, un po' divertito nel sentire balbettare la ragazza.
Il più alto prese la mano di Y/N e lei, arrossita più che mai, cominciò a salire sulla scogliera che visitava ogni giorno.
Per lei era una passeggiata ormai raggiungere il punto più alto e vicino al mare, invece per Hoseok, nonostante fosse molto agile e dedito all'attività fisica, seguì la più bassa con un po' di fatica.
"Confido che tu sappia dove stiamo andando." Hoseok mormorò con tono un po' incerto.
"Sì! Lo faccio tutti i giorni, non ti preoccupare!" Y/N rise e a Hoseok si illuminarono gli occhi nel vederla così euforica e sicura di sé, il contrario di come era apparsa poco prima.
"Tutti i giorni? Anche adesso che siamo a Marzo?"
"Sì! Anzi, amo molto di più il mare in questa stagione, non viene nessuno. È un luogo di pace." Y/N mormorò, e anche se Hoseok non poteva vedere il suo viso in quel momento, sapeva che questo avesse un dolce sorriso sopra.
"Non vengono nemmeno i pescatori?"
"No, i pescatori preferiscono l'altra zona. Qua non c'è molto da prendere." Y/N rispose, sorrise quando arrivarono nel punto da lei desiderato.
"Eccoci! Di solito mi siedo, ma è bagnato quindi è meglio evitare." La ragazza borbottò un po' imbarazzata, abbassò lo sguardo posandolo sulle sue cosce scoperte, solo in quel momento si rese conto che avesse appena saltato da uno scoglio all'altro con una gonna esageratamente corta.
Sperava che Hoseok non avesse intravisto nulla.
"È questo il tuo luogo di pace quindi?" Hoseok si guardò intorno, il posto era così poco illuminato che il ragazzo dovette accendere la torcia del cellulare, purtroppo il buio non lo aiutava ad apprezzare appieno quel luogo tanto amato e ammirato dalla più bassa.
"Sì, anche se non si vede bene ora... dovremmo venire qua di giorno." Y/N borbottò con tono un po' desolato.
"Sono sicuro che di giorno sia un posto bellissimo. Magari... la prossima volta che usciremo insieme, potremmo fare una scampagnata qua di mattina." Hoseok sorrise un po' insicuro, Y/N comprese subito che il maschio le avesse appena chiesto di uscire insieme a lui, ma fece comunque finta di non capire.
"Intendi... io e te? O anche con gli-"
"Solo io e te." Hoseok ribatté immediatamente, non seppe nemmeno lui dove trovò il coraggio.
Il viso di Y/N avvampò ancor di più, un timido sorriso sfarfallò sulle sue labbra.
"Va bene." La ragazza annuì.
Hoseok, spinto da un'altra grossa dose di coraggio, avanzò verso Y/N, facendo ben attenzione a dove posizionare i piedi.
Y/N rimase immobile, ma avvertiva il suo cuore battere più forte del normale; quel ragazzo le piaceva, pure troppo.
Appena Hoseok fu di fronte alla fanciulla, riprese a parlare.
"Ho aspettato per darti il mio regalo di compleanno, e vorrei dartelo ora ma è così buio qui..."
"Penso che il momento sia perfetto." Y/N sussurrò, anche lei non seppe dove trovò il coraggio per pronunciare quelle parole.
Hoseok ridacchiò, annuì e infilò la mano nella tasca del giubbotto per prendere il regalino per la ragazza; quest'ultima prese anche lei il cellulare e accese la torcia.
Y/N sorrise quando vide il sacchettino viola impugnato nella mano del più alto, Hoseok lo porse alla ragazza e con l'altra mano continuò a reggere il cellulare per fare luce.
"Comunque non dovevi... per me già il picnic è stato un ottimo regalo."
"Dovevo invece. Spero ti piaccia, è un pensierino... niente di che." Hoseok sembrava aver già perso tutto il coraggio di poc'anzi, era tornato ad essere il ragazzo timido di sempre.
"Mi piacerà sicuramente." Y/N disse con un filo di voce, aprì quel sacchettino viola e il suo sorriso si allargò quando scoprì il contenuto.
"Il ciondolo raffigura un'onda del mare... ecco, spero si capisca." Hoseok spiegò, un po' preoccupato che l'onda fosse raffigurata in un modo difficile da comprendere, ma Y/N scosse la testa.
"Si capisce benissimo." La fanciulla si affrettò a dire, guardò quel bracciale costituito da una catenina oro rosa, adorava che il ciondolo raffigurasse proprio un'onda, Hoseok aveva avuto un pensiero davvero carino.
"Hoseok... è bellissimo questo bracciale." La ragazza mormorò, Hoseok sorrise largamente e fece segno a Y/N di girare il polso, cosicché lui potesse agganciare la catenina.
"Sono contento che ti sia piaciuto." Il ragazzo borbottò mentre allacciava il braccialetto.
"Mi piace tantissimo!" Y/N esclamò un po' emozionata, rigirò il polso per vedere come le stesse il braccialetto, fissò con occhi adoranti quella piccola onda.
"A me piaci tanto tu."
Il cuore di Y/N sussultò.
La fanciulla alzò lo sguardo, vide grazie alla torcia sempre accesa del cellulare di Hoseok i suoi occhi seri, la ragazza deglutì.
Il più alto era già vicinissimo a lei, gli bastò chinarsi leggermente per permettere alle sue labbra di posarsi sopra quelle della fanciulla.
Il respiro di Y/N si bloccò quando comprese cosa stesse per fare Hoseok.
Chiuse gli occhi, in attesa del suo primo bacio, era terribilmente nervosa.
Avvertì il respiro caldo del maschio sul suo viso, le labbra di Hoseok quasi sfiorarono quelle della ragazza.
Ma all'improvviso, una forte ondata d'acqua gelata travolse i due giovani.
"Ma che cazzo...?!" Hoseok indietreggiò di un passo e Y/N fece lo stesso, entrambi fecero attenzione a non cadere.
Si guardarono spaventati e infreddoliti, entrambi erano zuppi, fradici dalla testa ai piedi.
"Che cazzo è appena successo?" Hoseok domandò spaventato e anche un po' arrabbiato quando realizzò che pure il suo cellulare fosse tutto bagnato.
"Merda!" Hoseok controllò il telefonino, la torcia funzionava ancora ma era zuppo e non sapeva con cosa asciugarlo.
Y/N era rimasta in silenzio.
Si girò, guardò l'infinita distesa d'acqua.
Il mare era calmo, per niente agitato; non era presente nemmeno un'onda.
"Non è possibile..." La fanciulla mormorò tra sé, fissò con occhi spalancati un punto dove l'acqua sembrava essere leggermente in movimento.
Ignara, che in quello stesso istante due occhi la stessero osservando con la medesima intensità con cui lei stava osservando il mare.
"Cosa può essere stato? Il mare è calmo!" Hoseok continuò a lamentarsi, il tono era altamente scocciato.
"Io... non lo so." Y/N disse con un filo di voce, non poteva dire al ragazzo i sospetti che nutriva riguardo quell'enorme onda improvvisa.
"Non può essere stato un pesce... insomma, quell'onda ci ha ricoperti d'acqua. A meno che non fosse un pesce bello grosso." Hoseok poggiò la mano sul bordo dello scoglio come supporto e si chinò, guardò con più attenzione il livello del mare e un campanello d'allarme risuonò nella mente di Y/N.
Doveva impedire al maschio di indagare sulla questione.
"Torniamo indietro, siamo fradici... se restiamo qua rischiamo di prendere un malanno." Y/N ordinò e Hoseok non poté fare a meno di annuire.
Entrambi tornarono indietro dai loro amici, fecero attenzione a non scivolare sugli scogli.
"Ironia della sorte, ti regalo un bracciale con un ciondolo a forma di onda e un'onda gigantesca ci fa il bagno!" Hoseok scherzò, non consapevole che le sue parole non fecero sorridere solamente Y/N, ma anche la misteriosa creatura che li aveva appena colpiti con quel getto d'acqua.
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Il mattino dopo Y/N non perse tempo; erano le sei, era l'alba e tra due ore sarebbe dovuta andare a scuola, eppure lei si trovava di nuovo su quella scogliera.
Si mise a sedere sul suo punto preferito, quello meno spigoloso e che le permetteva di sedersi senza stare troppo scomoda.
Guardò prima il mare, anche quel mattino calmo e sereno, e dopo lanciò una rapida occhiata al bracciale che le aveva regalato Hoseok.
Non aveva dubbi su chi avesse provocato quella grossa onda che aveva bagnato sia lei che il ragazzo, da capo a piedi.
Una volta tornati dal resto del gruppo, Hoseok aveva raccontato tutto, senza però menzionare il tentativo del bacio; Y/N ricordò di come rabbrividì quando un loro amico, Jungkook, per scherzare, disse che se l'onda era stata così grossa non poteva essere stato un normale pesce, bensì una sirena.
Ovviamente nessuno lo aveva preso in considerazione, e Y/N tirò un sospiro di sollievo per questo; noncurante dello sguardo fisso di Hoseok su di lei.
"Beh, se fosse stata davvero una sirena, questa deve essere una sirena molto dispettosa." Y/N parlò ad alta voce.
Era sola, non era presente neanche una persona in quel momento; anche se l'orario era perfetto per i pescatori, quella era una zona dove chi in passato aveva già pescato non aveva mai preso niente, e quindi quasi tutti preferivano recarsi nella parte opposta della spiaggia.
"Dispettosa e guardona." Y/N continuò, non sapeva perché stesse parlando ad alta voce, forse una piccola parte di sé, quella più speranzosa, quella che era convinta di conoscere l'identità di chi aveva provocato quell'onda, sperava di farsi sentire da quest'ultima.
E Y/N non poteva sapere che quelle parole erano davvero state udite, un sorriso divertito si distese sul viso della creatura, che ad insaputa della ragazza si trovava molto vicina al punto dove lei si era seduta.
Y/N abbassò nuovamente lo sguardo, posandolo sulla distesa d'acqua che si trovava sotto di lei.
Arcuò un sopracciglio però, quando vide qualcosa brillare al di sotto del livello.
I caldi raggi del sole, da poco sorto, rendeva ancor più luminose le acque cristalline del mare ma non solo; Y/N aguzzò la vista, si mise sull'attenti e reggendosi per bene agli scogli adiacenti, si sporse per poter vedere bene cosa stesse brillando sotto quell'acqua così limpida.
Accadde tutto in un attimo.
Un ragazzo.
Occhi e capelli di un viola intenso, pelle violacea ma due labbra carnose e rosee, un sorriso furbo stampato su di esse.
Il ragazzo era a torso nudo, Y/N non ebbe nemmeno il tempo di osservare per bene la coda violacea, la stessa che aveva visto quel giorno di tanti anni fa.
Il ragazzo saltò fuori dall'acqua come una molla, poggiò le mani sugli scogli per aumentare lo slancio e raggiungere la fanciulla che pietrificata, sentì sia il suo respiro sia il suo battito del cuore, bloccarsi.
E in meno di un secondo, le labbra fredde, ma morbide di quel ragazzo misterioso con la coda di pesce, si posarono su un'incredula Y/N che rimase immobile come una statua.
La creatura ritornò da dove era spuntata, con gli occhi sgranati Y/N riconobbe la coda, violacea con le squame tinte di tutte le sfumature del viola.
"Oddio-" Y/N si alzò in piedi, stupita.
Non solo adesso aveva la certezza che le sirene esistevano.
Non solo aveva appena scoperto che quella sirena in realtà, era un esemplare maschile, non sapeva come chiamarlo, nella sua mente lo definì un tritone.
Non solo quella creatura aveva il viso più bello che lei avesse mai visto.
Ma quella creatura aveva anche rubato il suo primo bacio.
"Che cosa..." Y/N in un primo momento rimase interdetta, si toccò le labbra incuriosita, quel bacio era stato freddo, ma caldo allo stesso tempo.
Si guardò attorno allarmata, ma tirò un sospiro di sollievo quando si accertò che davvero non fosse presente nessuno.
E probabilmente la creatura lo sapeva, altrimenti non si sarebbe mai rivelata in quel modo.
Ancor più incuriosita Y/N si chinò; voleva rivederlo, sapeva che lui fosse lì.
Che si stesse nascondendo tra quelle acque, a quel punto la fanciulla pensò anche che lui l'avesse osservata nei giorni precedenti.
E ormai non aveva alcun dubbio, era stato lui ad aver provocato quella gigantesca onda, ieri sera.
"Dove sei andato..." Y/N sussurrò, con gli occhi spalancati osservò accuratamente quell'infinita distesa azzurrina.
"Non sono un guardone."
Y/N sobbalzò.
Si girò nel punto da cui era provenuta quella voce, una voce soave, dolce, gentile; il cuore batté più forte quando lo vide.
Solo la testa spuntava dalle acque, cercava di restare ben nascosto; la fanciulla si avvicinò.
"Parli la mia stessa lingua..." Y/N notò.
Troppo concentrata sulla figura della creatura misteriosa, la ragazza posizionò male un piede e rischiò di inciampare.
Grazie ai suoi pronti riflessi, la fanciulla evitò una brutta scivolata e riuscì a reggersi ad un altro scoglio appena in tempo.
"Attenta a dove metti i piedi piccola, non vorrai mica scivolare di nuovo?" La creatura la avvertì, uno sguardo serio fece dissolvere il sorriso che aveva fino a qualche secondo fa.
"Eri tu..." La ragazza mormorò a bassa voce, la creatura sorrise.
Y/N si avvicinò ancora un po', soddisfatta di aver raggiunto il punto in cui quel ragazzo si trovava, si chinò.
"So che se scivolassi di nuovo, tu mi aiuteresti come hai fatto anni fa."
"Come fai ad esserne così sicura?" Il ragazzo la prese un po' in giro, Y/N gonfiò le guance.
"Mi hai salvata quando ero piccola... anche se avessi gridato e chiamato mio padre, lui probabilmente non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Se sono viva è grazie a te." Y/N guardò con riconoscenza il ragazzo dai capelli viola, che lentamente si accostò.
Adesso che era più vicino, la fanciulla poté osservare con più attenzione il viso di quella creatura.
I capelli erano di un viola brillante, così come i suoi occhi, piccoli ma furbi.
Le labbra erano carnose e rosee, Y/N poteva confermare che fossero anche morbide, ma molto fredde.
La pelle era pallida, agli angoli degli occhi erano presenti delle squame violacee che si estendevano fino alla punta delle orecchie.
"Sei tu quella dispettosa, sai?" Il ragazzo parlò, Y/N aggrottò le sopracciglia.
"Dispettosa? Perché?"
"Mi chiedi perché? Ieri sera hai portato quel bipede qua, nel nostro posto. Sei stata davvero irrispettosa mia cara." Il ragazzo arricciò il naso, infastidito quando ricordò Hoseok e il suo tentativo di baciare la sua piccola umana.
"Nostro posto...?" Y/N ripeté con le guance in fiamme.
"Dovevo essere io a prendere il tuo primo bacio. Non quell'umano che non sa neanche apprezzare il posto che ami di più."
"Cosa? Hoseok apprezza questo posto! E poi aspetta..." Y/N si bloccò, come faceva quel ragazzo a sapere che quello di prima, fosse il suo primo bacio?
"Come fai a sapere che quello fosse il mio primo bacio?" La fanciulla diede vita al proprio pensiero, la creatura sconosciuta sorrise maliziosamente.
"Me lo hai detto tu." Lui ribatté, un'espressione perplessa si dipinse sul viso di Y/N.
"No, io non ti ho detto niente."
"Non me lo hai detto direttamente, ma ieri sera lo hai pensato." Il ragazzo spiegò e a quel punto Y/N capì.
Sa leggere nel pensiero...
La fanciulla ragionò dentro di sé, ricordò di come fosse agitata la sera prima, nell'istante in cui Hoseok si era avvicinato a lei per baciarla.
Mentalmente Y/N non aveva fatto altro che ripetere che quello sarebbe stato il suo primo bacio, e che sarebbe stato un bacio magico visto che si trovavano nel suo posto preferito.
"Esatto, so leggere nel pensiero... è stato comunque perfetto, no?"
Y/N arrossì quando capì che quel ragazzo si stesse riferendo al bacio che lui le aveva rubato poco prima.
"Non ti conosco nemmeno, non puoi baciarmi senza-"
"Mi chiamo Jimin. Comunque sono molto geloso, ti ho vista crescere in questi anni, mi sono affezionato a te... quindi tu tesoro mio, non puoi venire qua con un altro umano. Vuoi farmi arrabbiare?"
Y/N studiò i lineamenti di Jimin, era ovvio che il ragazzo stesse scherzando, eppure avvertì comunque il viso scaldarsi e le gambe tremare per quelle parole.
"Come fai a parlare la mia lingua?" Y/N evitò di rispondere alla piccola scenata di gelosia di Jimin, fece una delle tante domande che avrebbe voluto porre alla creatura.
"Io e la mia specie vi studiamo. Come voi umani studiate l'oceano e tutto quel che si nasconde al suo interno, noi studiamo voi umani, le vostre usanze, le vostre lingue. Davvero pensate di essere le uniche forme di vita intelligenti in questo mondo?"
"No io... wow, quindi... non ci sei solo tu? Siete in tanti?" Y/N domandò, sempre più incredula ma anche incuriosita.
Jimin si avvicinò ancora di più, posò le mani sugli scogli, Y/N abbassò lo sguardo e le notò.
Queste erano palmate, sembravano le zampe di un anfibio, erano ben lontane dal somigliare a due mani umane.
Jimin accostò sempre più il viso a quello della ragazza, quest'ultima rimase immobile, ma percepì le gote diventare sempre più brucianti.
"C'è tutto un mondo da scoprire laggiù, piccola." Jimin sussurrò, Y/N quasi si perse all'interno di quelle iridi così viola e brillanti.
"Non hai paura di me?" Y/N sussurrò con voce tremante, Jimin sogghignò.
"Dovrei farti la stessa domanda. Tu non hai paura di me?"
"Perché dovrei avere paura di te?"
"Bene, allora perché io dovrei avere paura di te?" Jimin controbatté con la stessa domanda, ma Y/N si affrettò a rispondere.
"Perché se qualcuno ti vedesse... potrebbe catturarti." La ragazza spiegò, una nota di tristezza si riversò nella sua espressione e nella sua voce.
La risposta fece incupire il viso di Jimin.
Il ragazzo ritornò in acqua, mise distanza tra lui e Y/N e la fanciulla comprese che forse, con quella risposta lo aveva spaventato.
Ma qualche secondo dopo la testa viola di Jimin fece capolino dal livello del mare.
"So che mi hai visto quel giorno. So leggere nel pensiero, e anche se eri piccola eri già molto sveglia e intelligente. Avevi sentito le mie mani su di te... e dopo avevi visto la mia coda. Avevi capito cosa fossi, e non lo hai detto a nessuno. Eri solo una bambina, eppure avevi deciso di mantenere il silenzio... mi hai protetto."
Y/N si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore.
Jimin aveva ragione, lei sapeva benissimo cosa fosse... lo aveva sempre saputo.
E aveva sempre mantenuto il silenzio, poiché sapeva che se suo padre avesse saputo l'esistenza di una creatura come Jimin, la tranquillità per lui e la sua specie sarebbe finita.
"E anche ieri sera, quando quell'umano ha chiesto cosa fosse successo, tu avresti potuto rispondere... e invece gli hai detto di tornare indietro." Jimin si avvicinò nuovamente a Y/N, un sorriso gentile apparve sul suo volto.
"Mi fido di te, Y/N."
Quelle parole ebbero il potere di scaldare il cuore della ragazza, era lieta di sapere che quella creatura si fidasse di lei, così tanto da mostrarsi, ne era davvero onorata.
Mentalmente però Y/N si chiese come facesse Jimin a conoscere il suo nome, pensò che forse lo avesse udito ieri sera mentre lei parlava con Hoseok, ma quest'ultimo le tolse subito il dubbio.
"No, non ho scoperto il tuo nome ieri sera mentre origliavo la conversazione tra te e quell'umano... tuo padre ha sempre avuto un tono di voce molto alto quando ti chiamava e ti rimproverava perché ti allontanavi troppo dal punto in cui si trovava lui." Jimin rispose alla domanda nata nella mente di Y/N.
La fanciulla sgranò gli occhi, comprese che quella creatura l'aveva sempre osservata, magari dal giorno in cui l'aveva salvata, undici anni fa.
"Sai perché mi allontanavo sempre?" Y/N sussurrò, Jimin sorrise.
"Perché volevi rivedermi."
Y/N annuì, avvertì il suo cuore palpitare più forte.
Lo aveva finalmente trovato.
E non immaginava che potesse essere così bello e socievole, aveva sempre pensato che queste creature fossero intimorite, spaventate dagli esseri umani.
"E tu invece, non hai paura di me?" Jimin fece tornare Y/N con i piedi per terra, ripeté la stessa domanda di prima. La ragazza inclinò leggermente la testa di lato.
"Rispondo nello stesso modo di prima, perché dovrei avere paura di te?"
Nell'esatto momento in cui Y/N finì di parlare, gli occhi viola di Jimin scintillarono, le squame presenti agli angoli sembrarono muoversi, la fanciulla osservò completamente rapita i lineamenti della creatura.
"Ti ho detto che la mia specie studia gli umani... potrei rapirti."
"Se tu avessi voluto rapirmi lo avresti già fatto anni fa." Y/N sbuffò, sapeva che Jimin non avesse cattive intenzioni.
Il maschio sorrise sardonico, si accostò nuovamente alla figura della giovane.
"E se... ti dicessi che la mia specie si nutre di voi umani?" Jimin aprì la bocca e mostrò una fila di denti appuntiti, erano parecchio aguzzi e Y/N deglutì un po' agitata.
"Io... penso che se avessi voluto mangiarmi, lo avresti già fatto." La fanciulla disse a bassa voce, doveva ammettere a sé stessa che quei denti sembravano essere così appuntiti da riuscire a strappare la carne dal corpo senza alcun problema, ma Y/N voleva fidarsi di Jimin.
E infatti, quest'ultimo ridacchiò divertito.
"Una bambina così intelligente... ma ammetto che mi piacerebbe mangiarti, sembri così deliziosa."
Y/N deglutì ancora quando vide la lingua viola fare capolino dalle labbra del maschio, Jimin si leccò il labbro inferiore guardando con malizia la piccola umana che aveva osservato per anni.
Y/N strinse le cosce, non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bello quell'esemplare maschile di sirena.
"Tritone. Sono un tritone... e ti ringrazio piccola, anch'io penso che tu sia molto bella."
Il viso di Y/N quasi prese fuoco.
Si rialzò, un'espressione indispettita prese spazio sul suo viso.
"Non è giusto! Dovresti smetterla di leggermi nel pensiero!" La ragazza si lamentò.
"Perché?" Jimin scoppiò a ridere e Y/N si ritrovò a pensare a quanto fosse carina la sua risata.
"Oh piccola, sicuramente sei più carina di me quando ridi."
"Lo hai fatto di nuovo!" Y/N spalancò la bocca, Jimin rise ancor più forte, i suoi occhi si restrinsero formando così due piccole fessure.
"Scusa! Non lo faccio apposta! Non so controllarmi."
Y/N sorrise, diede una veloce occhiata al suo cellulare per vedere che ore fossero.
Sbiancò quando vide che era tardi, e che suo padre le avesse già mandato due messaggi.
"Devo andare..." La fanciulla mormorò con tono triste, Jimin annuì.
"Scuola?"
"L'avete anche voi?"
"La scuola? No... non dobbiamo studiare per andare a lavoro e guadagnare soldi per vivere. Su questo voi umani siete molto più avanti di noi."
"Però... in qualche modo studiate. Studiate noi." Y/N ragionò ad alta voce, Jimin sogghignò.
"Studiamo gli esseri che possono risultare dei nemici per noi. Sai... per essere preparati ad un eventuale scontro." Il maschio spiegò.
Y/N annuì debolmente, non le piaceva l'idea che delle persone potessero fare del male ad una creatura così dolce e gentile.
E come Jimin, sicuramente c'erano tante altre sirene e tritoni che meritavano di vivere serenamente, in totale tranquillità.
La fanciulla si ripromise a sé stessa che avrebbe fatto di tutto, per proteggere Jimin.
"Io non sono tua nemica... anzi, vorrei essere tua amica." Y/N disse timidamente, Jimin la trovò adorabile.
"Anch'io voglio che tu sia mia amica."
Il sorriso di Y/N si allargò nel sentire le parole del ragazzo.
Perché alla fine questo era Jimin... un ragazzo, molto carino e alla mano.
Aveva solo una coda di pesce al posto delle gambe, tutto qui.
"Allora... tornerò!" Y/N disse mentre si apprestava a tornare indietro, Jimin annuì.
"Ti aspetto."
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E come aveva promesso, Y/N era tornata da Jimin ogni giorno.
Non che avesse cambiato le sue abitudini, era solita andare su quella scogliera, con la sola differenza che ora andava lì sia la mattina all'alba, sia la sera al tramonto.
E Jimin ovviamente non si nascondeva più come gli anni passati, appena era certo che non fosse presente nessun'altro umano all'infuori di Y/N, il tritone sbucava fuori e salutava la fanciulla con quel viso a dir poco etereo.
E parlavano, parlavano, parlavano tanto, per ore; Y/N era euforica, era curiosa e non vedeva l'ora di sapere tutto della vita del ragazzo.
E Jimin era felice di trascorrere quel tempo assieme a quell'umana a cui si era involontariamente affezionato nel corso degli anni.
"Non vedo l'ora che arrivi l'estate, così posso fare un tuffo in acqua anch'io!" Y/N raccontò a Jimin, ma quest'ultimo arricciò il naso, poco convinto.
"D'estate la spiaggia si riempie di persone... è raro che venga qua in quei tre mesi." Jimin spiegò, Y/N sporse il labbro inferiore.
"Dai... non vedo l'ora di fare una nuotata con te, ora non posso. Fa troppo freddo, morirei congelata."
"Oh, la mia piccola Y/N vuole fare il bagnetto con me?" Jimin la punzecchiò, le guance della ragazza divennero più scure.
"Parlavo di fare solo una nuotata!" La fanciulla esclamò arrossita.
"E io non vedo l'ora di nuotare assieme alla mia umana preferita." Jimin fece l'occhiolino a Y/N, dopodiché si sdraiò sul livello dell'acqua per poi fare una giravolta e tornare vicino alla ragazza, che incantata guardava il tritone fare capriole e piroette sott'acqua.
"No sul serio, vorrei farti vedere così tante cose." Jimin disse non appena tornò su.
"Jimin, ti voglio ricordare che posso stare in apnea per tipo... trenta secondi?"
"Solo trenta secondi? Un po' debole tesoro." Jimin prese in giro la fanciulla, che sbuffò.
"Dai scherzo... lascia fare a me, ho un qualcosa che può aiutarti a stare sott'acqua per più tempo."
"Davvero?" Y/N domandò incredula, Jimin annuì.
"Non vedo l'ora!" La ragazza esultò.
"Anch'io... ma ora dovresti finire quegli esercizi di matematica che ti sei portata dietro. Hai gli esami quest'anno, giusto?"
"Incredibile, sei quasi più informato tu di me riguardo la mia vita scolastica." Y/N aggrottò la fronte, ma un sorriso divertito occupò le sue labbra.
Jimin rise mentre guardava la più piccola prendere il quaderno con gli esercizi da fare e il diario di scuola.
Non era la prima volta anzi, la ragazza spesso si portava i compiti dietro e li svolgeva più che volentieri seduta su quello scoglio, sotto lo sguardo gentile del bel tritone.
Ad un certo punto la notifica di un messaggio in arrivo attirò l'attenzione dei due.
Y/N lesse mentalmente il nome di Hoseok, e Jimin si accigliò ricordando benissimo l'umano che ci aveva provato con la sua ragazza.
"Chi è?"
"Sai benissimo chi è." Y/N sospirò.
"Sì lo so. Ancora non lo hai bloccato?"
"Jimin! Guarda che Hoseok è un mio amico."
"Un amico che ci prova costantemente con te. Quello settimane fa ha cercato di baciarti, o per caso lo hai dimenticato?"
"Tu hai per caso dimenticato che settimane fa hai rubato il mio primo bacio?" Y/N alzò un sopracciglio.
Non avevano più parlato di quel bacio.
Durante quelle settimane i due si erano conosciuti sempre di più, era nata una bell'amicizia ma Y/N si era sempre chiesta il motivo di quel bacio.
Non che le fosse dispiaciuto ricevere il suo primo bacio da un tritone così bello e affascinante, ma le dispiaceva che Jimin non avesse più toccato l'argomento, come se quel bacio tra loro due non fosse mai avvenuto.
"Non potrei mai dimenticarlo, ho messo gli occhi su di te non appena ti ho vista, per questo non voglio che tu dia troppa confidenza ad un umano che pensa che tu sia single. Digli che sei occupata."
La risposta di Jimin colse alla sprovvista Y/N.
Sapeva che Jimin fosse geloso, il tritone aveva dato prova della sua gelosia più volte nelle settimane precedenti, ma non aveva ancora mai definito il loro rapporto.
"Jimin... Hoseok è un mio amico. E non ti devi preoccupare, lui mi ha chiesto di uscire e io ho rifiutato." La fanciulla ammise.
Non aveva detto nulla a Jimin, ma Hoseok il giorno dopo il suo compleanno aveva chiesto a Y/N di uscire, il ragazzo aveva proposto anche di tornare sulla spiaggia, sapendo quanto la più bassa amasse quel luogo, eppure quest'ultima aveva rifiutato.
Il fatto era che da quando Y/N aveva conosciuto Jimin, non aveva fatto altro che pensare a lui.
Aveva sempre avuto una piccola cotta per Hoseok, eppure le era bastato scambiare qualche parola con l'affascinante tritone quella mattina, per dimenticarsi completamente di Hoseok e dedicarsi appieno alla conoscenza con la creatura marina.
E Y/N sapeva che tutto questo era stupido, era surreale; Jimin era un tritone, abitava nei fondali marini, non poteva esserci un futuro tra lui e lei.
Ma la ragazza aveva preso questa decisione, non poteva uscire con Hoseok se la sua mente era totalmente occupata da Jimin.
Non era giusto, né nei confronti di Hoseok e nemmeno per sé stessa.
"Lo so che non sei uscita con lui, ma lui continua a mandarti messaggi! È insistente, se tu lo bloccassi lui non ti romperebbe più le scatole!" Jimin fece i capricci come un bambino, Y/N dovette trattenersi poiché stava per scoppiare a ridere in faccia al viola.
"Guarda che i suoi messaggi non mi rompono le scatole... mi chiede dei compiti, dei miei interessi, mi chiede cosa sto facendo in questo momen-"
"Digli che adesso ti trovi con il tuo fidanzato." Jimin sbuffò geloso, Y/N si morse il labbro inferiore.
"Quindi sei il mio fidanzato? Da quando?" La fanciulla volle prendere in giro il tritone, ma quest'ultimo ribatté senza batter ciglio.
"Te l'ho detto. Da quando ti ho vista per la prima volta." Jimin rispose con estrema serietà, Y/N sgranò leggermente gli occhi.
La ragazza si chiese dentro di sé se fosse possibile, se lei e il tritone potessero stare effettivamente insieme, Jimin lesse il suo pensiero e comprese che forse era stato troppo impulsivo con quella risposta.
La ragazza era umana, aveva una sua vita sulla terraferma, aveva suo padre, la scuola, stava studiando per entrare all'università... Jimin sarebbe stato solamente un ostacolo per lei.
"Lascia perdere, dimentica quel che ho detto." Il tritone mormorò cupamente, Y/N sgranò ancor di più gli occhi.
"Come posso-" Y/N si bloccò non appena vide Jimin darle le spalle e sparire sott'acqua.
La fanciulla rimase lì, in attesa che il tritone tornasse a galla, ma il maschio non si fece rivedere e passata mezz'ora, Y/N decise di tornare a casa, certa che lo avrebbe rivisto il giorno dopo.
Ma il mattino dopo Jimin non si trovava lì, ad aspettarla nello stesso punto in cui si erano dati appuntamenti da mesi.
La ragazza capì che la conversazione di ieri avesse disturbato in qualche modo il tritone, in fondo era la prima volta che parlavano del loro rapporto.
Involontariamente Y/N aveva pensato come potesse essere possibile una relazione tra loro due che andasse al di là dell'amicizia, e a giudicare dal comportamento di Jimin, la fanciulla dovette dedurre che non fosse rimasto felice del suo pensiero.
Se Y/N avesse potuto, avrebbe mollato tutto per stare con lui.
Ma sarebbe stato impossibile, come avrebbe fatto a seguirlo?
Lei aveva un paio di gambe, non poteva vivere sott'acqua... come lui non avrebbe potuto vivere sulla terraferma.
La ragazza rimase in attesa del suo arrivo, Jimin non si mostrò ma lei continuò a restare seduta per almeno un'ora e mezza.
Andò via, solo perché doveva andare a scuola... quella sera sarebbe tornata e sperava di vedere il tritone per poter parlare chiaramente con lui.
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Quella sera, come le precedenti settimane, Y/N ritornò nello stesso punto.
Sospirò quando vide che di Jimin non fosse presente nemmeno l'ombra, il mare era calmo... troppo calmo. Sembrava che non ci fosse nessuno.
"So che sei qui... per favore, vieni fuori. Fatti vedere." Y/N mormorò con un filo di voce, certa che Jimin la stesse sentendo.
Il tritone nei giorni passati aveva spiegato alla fanciulla di avere un udito molto sensibile rispetto agli umani, poteva sentire le voci delle persone o i suoni a miglia di distanza.
"Mi avevi promesso che quando avrebbe fatto più caldo avremmo nuotato insieme! Quindi sei uno che non mantiene le sue promesse." La ragazza tentò di provocare una reazione nel tritone, una reazione che però non arrivò mai.
Y/N si morse il labbro inferiore, era dispiaciuta.
Ormai la creatura faceva parte della sua quotidianità, ogni giorno cominciava con lui e finiva sempre con lui.
La fanciulla non desiderava altro che arrivare al tramonto per rivederlo, e aspettava le sei del mattino per poter cominciare la giornata dandogli il buongiorno.
Il fatto che quel giorno Jimin si stesse nascondendo come faceva prima di mostrarsi a lei, fu per Y/N come ricevere una pugnalata al cuore.
Perché Y/N sapeva che lui si trovasse lì, vicino a lei.
Se non si mostrava voleva dire che non si fidava di lei, e questo la faceva soffrire poiché nelle settimane passate a conoscersi la fanciulla aveva mostrato più volte a Jimin che potesse fidarsi ciecamente di lei.
Y/N si guardò intorno, non c'era nessuno; allora la ragazza prese un respiro bello profondo e tirò fuori ciò che sentiva in quel momento.
"SEI UNO STUPIDO JIMIN!" La ragazza gridò, dopodiché indispettita tornò indietro.
Jimin inarcò un sopracciglio, guardò la figura di Y/N allontanarsi.
Non si trovava molto distante da lei, se Y/N non era riuscita a vederlo era solo perché il tritone era ricorso alla tecnica di mimetizzazione, la sua pelle, i suoi capelli e la sua coda avevano assunto le stesse tonalità del fondale marino.
Per un attimo Y/N pensò di scivolare apposta per fare in modo che Jimin venisse fuori per aiutarla.
Ma comprese anche lei quanto fosse stupida quell'idea, anche se era certa che Jimin si trovasse lì e che la stesse osservando, era meglio non rischiare.
Se Jimin aveva bisogno di tempo, allora Y/N glielo avrebbe dato.
Con facilità la ragazza scese dalla scogliera, ignara che una persona la stesse aspettando sulla spiaggia.
"Chi è Jimin?"
Il cuore di Y/N si fermò.
La giovane alzò lo sguardo, incrociò quello curioso di Hoseok, si chiese come avesse fatto a non vederlo prima, eppure si era girata e aveva controllato l'area circostante prima di gridare quelle parole.
"Cosa- cosa ci fai qui?" Y/N balbettò intimorita, guardò il punto in cui si trovava Hoseok e poi la scogliera da dove era appena scesa.
Rifletté dentro di sé, la figura del maschio era stata nascosta dagli scogli.
"Volevo farti una sorpresa e sapevo che ti avrei trovata qui... anche se a giudicare dalla tua faccia, la sorpresa non è stata gradita." Hoseok sorrise un po' a disagio.
Dalla sera del compleanno, i due si erano piano piano allontanati.
Anche se non era riuscito a baciarla a causa della doccia improvvisa, Hoseok aveva pensato di essersi finalmente avvicinato alla ragazza, soprattutto grazie al dolce momento in cui le aveva dato il bracciale.
Ma quando il giorno dopo il più alto invitò Y/N ad uscire con lui, quest'ultima con una scusa rifiutò.
Hoseok non si fece un grosso problema, e qualche giorno dopo provò a chiedere di nuovo a Y/N di uscire con lui, ma la fanciulla rispose allo stesso modo.
Il maschio aveva notato che la ragazza rispondesse ai suoi messaggi in un modo più freddo rispetto a come gli aveva sempre risposto, e comprese che l'interesse da parte di Y/N nei suoi confronti fosse completamente assente.
Anche se Hoseok nutriva numerosi dubbi al riguardo, ricordava di come la ragazza prima rispondesse ai suoi messaggi con più entusiasmo e trasporto.
"Oh... ma no, cosa dici? Mi hai fatto davvero una bella sorpresa!" Y/N si affrettò a rimediare. Sorrise, fingendosi contenta della presenza di Hoseok.
"Davvero? Scusami se sono venuto qua senza avvisarti prima... mi hai detto che è il tuo posto preferito, e ero curioso di vederlo alla luce del giorno. Con te, ovviamente." Hoseok sorrise dolcemente.
Non si era dimenticato di aver visto la ragazza gridare quelle parole, poco fa.
Era curioso, si chiese mentalmente se Y/N avesse un fidanzato, magari era per questo che ultimamente si era allontanata da lui.
Ma qualsiasi cosa avesse con questo tipo di nome Jimin, Hoseok pensò che le cose tra i due non andassero bene.
"Già... però inizia a fare buio, quindi-"
"Ma no, il sole non è ancora tramontato... restiamo qualche altro minuto, sono certo che il tramonto da questo punto della spiaggia è magico." Hoseok notò quanto la ragazza fosse a disagio, la sua agitazione era evidente nei suoi occhi, ma il maschio ormai era qui e non voleva lasciarsi scappare quest'occasione.
Y/N deglutì nervosa, non le piaceva molto l'idea di osservare il tramonto con un ragazzo che non era Jimin.
Soprattutto nel loro posto, okay non si trovavano sugli scogli, ma la spiaggia era quella... e qualcosa le diceva che il tritone fosse poco lontano da loro, e che li stesse guardando.
E questo disturbava parecchio la fanciulla, che scosse nuovamente la testa.
"Ho troppo freddo, sicuramente il tramonto sarà bellissimo da vedere ma... meglio fare un altro giorno, magari quando farà un po' più caldo. No?" Y/N si strofinò le braccia e batté i denti per far capire ad Hoseok che stesse gelando.
Erano passate settimane dal suo compleanno, e anche se faceva ancora freddo la notte, il giorno si stava abbastanza bene, ma Y/N sperava che Hoseok le credesse.
Hoseok invece fece una cosa che Y/N, non aveva messo in conto.
Il maschio si avvicinò a lei e la abbracciò; Y/N si irrigidì completamente, non si aspettava che Hoseok potesse fare una cosa simile.
A quel punto si ritrovò a pregare che Jimin non li stesse osservando.
Non significa niente questo abbraccio... non significa un cavolo di niente!
Y/N ripeté dentro di sé e internamente sapeva bene che quelle parole così tanto pensate non fossero per lei stessa, ma per il geloso tritone.
"Avresti potuto dirmelo subito... ci penso io a scaldarti." Hoseok sorrise, strinse la presa sul corpo più piccolo ed esile della ragazza, Y/N deglutì, pietrificata.
"Oh, guarda Y/N! È davvero uno spettacolo mozzafiato!" Hoseok fece voltare la fanciulla, e continuando ad abbracciarla da dietro entrambi guardarono il sole calare dietro le acque cristalline.
Lo spettacolo realmente mozzava il fiato, tutte le sfumature dell'arancio dipingevano quel cielo puntellato da qualche nuvola, il sole era una piccola palla di fuoco che scaldava lievemente il livello del mare, e i visi dei due giovani.
Hoseok, essendo dietro Y/N non poté vedere l'espressione spenta della ragazza.
Quel tramonto era bellissimo, ma Y/N era solita ammirarlo con Jimin.
Quello era il loro posto, quello doveva essere il loro momento; non avrebbe mai voluto vederlo con Hoseok.
"Y/N... perché stai piangendo?" Hoseok si sporse e sobbalzò quando vide gli occhi lucidi della più bassa, sciolse subito l'abbraccio per affiancarsi a lei e accertarsi che stesse bene.
Y/N si sfiorò gli angoli degli occhi, non si era nemmeno resa conto che avesse cominciato a piangere.
Si girò e si sfregò rapidamente gli occhi, evitando di farsi vedere da Hoseok.
Hoseok aggrottò la fronte, non comprese il motivo di quelle lacrime; si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma ci rifletté sopra e non trovò niente che potesse fargli capire la reazione di Y/N.
Poi, dopo aver lanciato un'occhiata al tramonto di fronte a loro, ingenuamente Hoseok credette di aver trovato la soluzione.
"Oh... non mi dire, ti sei commossa? Sei così dolce." Hoseok sussurrò, accarezzò con tocco gentile i capelli della ragazza, che dentro di sé ripeteva di come il maschio non avesse capito un bel niente.
"Y/N..." Hoseok si chinò, accostò il viso a quello della ragazza e da qualsiasi prospettiva la si guardasse, sembrava proprio che il maschio avesse intenzione di baciare la più bassa.
E fu lì che Jimin non resistette più.
Una violenta ondata, più grossa di quella che aveva provocato la sera del suo compleanno, raggiunse il bagnasciuga e si abbatté su Hoseok, e di conseguenza anche su Y/N.
Il tritone fin dall'inizio si era ripromesso di non intervenire; sapeva che quell'umano avesse dei sospetti, non solo quel giorno dopo aver sentito Y/N esclamare quelle parole, ma già dalla sera del suo compleanno.
Per la propria sicurezza Jimin sarebbe dovuto andare via, non restare lì nascosto ad osservare ogni mossa di quell'umano insopportabile.
Ma Jimin non ce l'aveva fatta.
Era arrabbiato.
Era terribilmente geloso.
Quello era il loro posto, quello era il loro tramonto.
E quella era la sua ragazza.
Anche il tritone aveva capito che Y/N si sentisse a disagio in quel momento, aveva letto ogni pensiero nato nella mente della fanciulla, eppure quell'umano era stato così egoista da fregarsene.
Jimin aveva ovviamente letto la mente di quel bipede, sapeva che il maschio avesse compreso il nervosismo di Y/N, ma aveva deciso di fregarsene totalmente.
"E CHE CAZZO-" Hoseok si lamentò, al contrario di Y/N, che aveva capito perfettamente che Jimin fosse arrabbiato.
"Non è possibile, il mare è calmissimo! Qui c'è qualcosa che provoca apposta queste onde gigantesche!" Hoseok esclamò irato, zuppo dalla testa ai piedi.
"Non è così calmo il mare... deve essere stato il vento." Y/N provò a coprire il gesto impulsivo di Jimin, anche se lei stessa sapeva che quella fosse una cavolata, quella sera non tirava vento.
"Y/N per favore... non c'è neanche un filo d'aria."
"Esagerato."
"Okay ci sarà una leggera brezza, ma il vento non è così forte da provocare quell'onda enorme! Qui qualcosa o qualcuno-"
"Vieni a casa mia!" Y/N esclamò, non voleva sentire il continuo del discorso di Hoseok, non voleva neanche pensare all'eventualità che Hoseok potesse capire chi si nascondesse realmente dietro quelle onde.
"Cosa? A casa tua?" Le parole di Y/N catturarono completamente l'attenzione del ragazzo, e non solo la sua.
Y/N non poté vedere lo sguardo cupo e glaciale di Jimin, ma percepì ugualmente numerosi brividi scorrere lungo tutto il corpo, era certa che in quel momento il tritone la stesse guardando con occhi severi e critici.
"Sì a casa mia... così ci asciughiamo per bene. Abito qua vicino, tu invece abiti molto più lontano... non posso farti fare tutta quella strada in queste condizioni."
Hoseok accettò immediatamente, grato per la disponibilità di Y/N e pure contento di passare del tempo a casa sua.
Non era consapevole della presenza del padre, a differenza di Y/N, che lo ripeté mentalmente e questa volta era certa che quel pensiero, non fosse per lei.
Non saremo soli, ci sarà mio padre a casa.
Jimin lesse il pensiero di Y/N e quel peso che avvertiva all'altezza del petto si sgonfiò, riprese a respirare normalmente, con più sollievo.
Ma il tritone sapeva che avrebbe dovuto tenere gli occhi aperti, quell'umano non lo convinceva per nulla.
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~ Angolo Autrice ~
Questa è la prima parte di Under the sea!
Spero davvero tanto che vi sia piaciuta, purtroppo non ho ancora pronta la seconda parte perché l'ispirazione è arrivata in ritardo e questa OS stava diventando davvero troppo lunga.
Pubblicherò la seconda e ultima parte di questa storia non appena avrò finito di scriverla, ce l'ho tutta in testa e quindi spero di non farvi aspettare troppo.
Avrei preferito avere entrambe le parti pronte prima di pubblicare, ma questa storia è stata scritta per il compleanno di Jimin, quindi ci tenevo a pubblicarla oggi, almeno la prima parte.
Spero davvero che questo tema fantasy vi sia piaciuto, ho sempre voluto scrivere una storia con una sirena (in questo caso tritone), se ne trovano davvero poche su wattpad e spero di aver fatto un buon lavoro.
E chissà perché è proprio Jimin quello che mi ispira di più per queste trame un po' più particolari.🤣
Un grazie speciale a AlessiaMalfoyZabini per il bellissimo banner! Grazie tesoro 💜💜💜
Fatemi sapere con un voto e/o un commento se questa prima parte vi è piaciuta.⭐
Finisco col fare di nuovo tanti, tantissimi auguri a questo patatino carino carino! ~ 🐣💛
Buon compleanno Jimin! 💛
🔴 ATTENZIONE!!! 🔴
SE UNDER THE SEA VI È PIACIUTA E VOLETE LEGGERE IL CONTINUO, TROVATE GLI ALTRI CAPITOLI SUL MIO PROFILO!!!
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