🌱Greenery - P.Jm. 🔞

Estratto: I suoi occhi si posarono sul fiore che aveva toccato poche ore prima e il suo cuore perse un battito.
Egli aveva il viso e il corpo di un umano, ma era piccolissimo; così minuscolo che sarebbe potuto stare sul palmo della sua mano.
Vestito interamente di verde per mimetizzarsi al meglio tra le foglie; i capelli erano biondi e sbarazzini, gli occhi anch'essi verdi come il mondo da cui quella creatura proveniva.

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"Ti ringrazio davvero tanto, sei una ragazza così dolce." L'anziana donna mormorò sorridendo alla più giovane, che ricambiò un po' imbarazzata.

"Signora Park lo faccio volentieri! Amo i gatti e per me non è un problema badare al suo nei giorni in cui lei sarà via."

La signora Park era una gentile vecchietta di circa ottant'anni.
Ma non viveva da sola, condivideva il suo appartamento con il suo gatto di razza Maine Coon, un po' in là con gli anni pure lui, e con la passione che coltivava fin da quando era una giovane fanciulla.

Y/N guardò con occhi curiosi lo splendido appartamento della signora, le sembrava un orto botanico dalla quantità di piante presenti.

"Non solo il mio gatto, ma anche le mie piante. Ogni giorno mi prendo cura di tutte loro, e loro mi ringraziano donandomi dei bellissimi e colorati fiori che solo io posso ammirare. Beh... io e chi decido di far entrare in casa mia." La donna scherzò, Y/N sorrise.

"Mi prenderò cura anche delle sue piante signora Park, non deve preoccuparsi." Y/N la rassicurò, tentò di nascondere l'agitazione formatasi dentro di sé.
Non era mai stata appassionata di quelle cose, il suo pollice era ben lontano dal colore verde.

"Prima però devo presentarti Suga."

"Suga?" Y/N ripeté confusa.

Strano nome per un micio...
La giovane pensò.

"È l'abbreviazione di Sugar, il mio amore è uno zuccherino." La signora Park spiegò con occhi innamorati, e dopo averlo chiamato il felino si presentò immediatamente ai piedi della sua padrona.

"Wow! È bellissimo!" Y/N ammirò il meraviglioso Maine Coon dal manto grigio, in alcuni punti tendente al nero. Gli occhi erano intrisi di un giallo acceso, il pelo così voluminoso dava al gatto le sembianze di un piccolo leone.

"Sembra un leoncino!" Y/N ridacchiò e si chinò per accarezzare il gattone, ma Suga non accolse ben volentieri le attenzioni della ragazza, anzi.

"Suga! Non fare lo scorbutico con la signorina!" La donna rimproverò il micio, che aveva iniziato subito a soffiare quando Y/N si era avvicinata alla sua figura.

Proprio uno zuccherino...
Y/N commentò mentalmente, il gatto le sembrava più aspro di un limone e lei solitamente non aveva mai avuto alcuna difficoltà a coccolare gatti che nemmeno conosceva.

"Vedrai che col tempo cambierà atteggiamento, è molto diffidente con le persone che non conosce, ma ti assicuro che è dolcissimo."

"Ci credo." Y/N sorrise alla signora, dopodiché abbassò lo sguardo per incontrare quello freddo e critico del micio.

Riuscirò ad avere il tuo permesso per coccolarti, stronzetto.
Y/N disse dentro di sé, ormai per lei quella era diventata una sfida personale.

"Insieme alle chiavi ti lascio anche un foglio con tutte le informazioni necessarie. Le quantità di cibo che devi dare a Suga, ma anche la quantità d'acqua che devi dare ad ogni singola pianta... e anche quali devi spostare nei vari punti della casa."

"Cosa devo spostare scusi?" Y/N sgranò gli occhi, credette di aver capito male ma la signora Park le riconfermò quel che stava pensando.

"Le piante. Alcune devono essere spostate, in dieci giorni devono ricevere la loro dose di luce solare. E poi se il tempo è brutto o fa troppo freddo dovrai mettere dentro tutte quelle che si trovano fuori, sul balcone."

"Oh... sì, giusto." Y/N rispose un po' a disagio. Lanciò una rapida occhiata alla vasta moltitudine di piante presente solo nel salotto, deglutì.

Ma la giovane perse un battito non appena diede uno sguardo al programma che le aveva preparato la signora Park.
Aveva elencato ogni pianta con il suo nome botanico e al loro fianco, tutte le istruzioni da seguire.

Y/N si morse nervosamente l'interno della guancia, non conosceva neanche uno di quei nomi ma per fortuna esisteva internet; avrebbe cercato le foto in rete e avrebbe collegato ciascuna pianta al suo nome corrispondente.
La ragazza non poteva dire alla signora Park che di botanica in realtà, ci capisse poco e nulla; aveva un disperato bisogno di lavorare, era stata licenziata da poco e anche se quel lavoretto durava solo dieci giorni, la paga che la signora Park aveva scritto sull'annuncio era molto allettante.

Anche se adesso Y/N capiva perché la cifra fosse così alta; non doveva dare solo da mangiare ad un gatto, doveva occuparsi di almeno quaranta piante, ed ognuna richiedeva un'attenzione diversa.

"Le affido completamente a te." La signora disse a Y/N guardandola negli occhi con serietà, la più giovane annuì freneticamente.

"Mi prenderò cura di loro e di Suga. Può contare su di me."

Successivamente la signora Park fece vedere a Y/N il ripostiglio dove teneva tutte le cose necessarie per l'alimentazione e per la pulizia di Suga, e poi le indicò il punto dove erano sistemati i prodotti per le sue preziose piante.
La fanciulla impallidì quando vide i numerosi prodotti destinati ad esse tra insetticidi, repellenti, concimi naturali e tanti altri.

"Basta che segui le istruzioni cara, non sarà difficile." La signora Park disse, aveva notato quanto Y/N fosse sbiancata.

"Sì... ovviamente." La più giovane accennò un sorriso ansioso.

Il giorno dopo Y/N avrebbe cominciato subito, quella sera la signora sarebbe partita con il figlio più grande per andare a trovare l'altra figlia che era in procinto di sposarsi.
La signora Park accompagnò la ragazza alla porta, ricordandole i vari compiti da seguire segnati sul foglio.

Y/N pazientemente annuì, sorrise alla più anziana non sapendo che una figura in quel momento la stesse attentamente osservando.
Un sorriso malizioso e furbo si formò sulle labbra di quel volto sconosciuto, non vedeva l'ora di divertirsi con la ragazza.
Gli sembrava così squisita.

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"Suga!"

Y/N aveva appena fatto il suo ingresso nell'appartamento della signora Park.
Doveva andare mattina e sera, conscia che avrebbe impiegato un bel po' di tempo per prendersi cura di ogni pianta.

"Dov'è finito quel gatto?" La ragazza mormorò tra sé, di Suga non era presente neanche l'ombra.

Dopo averlo richiamato altre due volte, il felino finalmente si presentò; avanzò verso Y/N con passo lento, sbadigliando e lanciando all'umana un'occhiata scocciata.

"Beh? Perché mi guardi così? Sono venuta apposta per te!" Y/N protestò, assottigliò gli occhi ricambiando così al freddo sguardo che le stava mandando il micione.

Suga non disse nulla, non emise alcun miagolio; si limitò a fissare con i suoi occhi color ambra la figura dell'umana per lui ancora sconosciuta.
Y/N si avvicinò piano piano, la mano tesa per accarezzare quel pelo apparentemente così morbido.
Ma non appena le dita della fanciulla divennero sempre più vicine, Suga si voltò e con movimenti lenti si allontanò dalla fanciulla.

"Mh... che borioso." Y/N commentò, trovava il felino tanto bello quanto snob.

Siccome le piante da curare erano tante, smise di provare a sedurre il gatto dandogli immediatamente la sua razione di cibo quotidiana, e subito dopo cominciò a leggere il programma dettagliato lasciato dalla signora.

"Santo cielo... ci metterò minimo due ore." Y/N sospirò mentre leggeva attentamente ogni parola scritta.

La giovane iniziò a dare l'acqua, stando ben attenta alla quantità indicata dalla più anziana.
Alcune piante presenti sul balcone avevano già delle foglie secche e le tolse, inarcò un sopracciglio chiedendosi dentro di sé se avesse dovuto spostarle dato che quel giorno il sole picchiava troppo forte.

"Qui c'è scritto che queste piante hanno bisogno del sole... le lascerò qui." La ragazza borbottò ad alta voce, sperò di aver preso la giusta decisione.

La fanciulla impiegò diverso tempo nel suo lavoro, stimava la signora Park e tutte le persone che condividevano la sua stessa passione, poiché ci voleva molta pazienza per stare dietro a così tanta vegetazione.
Y/N si era anche scordata di prestare attenzione a Suga, e il micione ne aveva approfittato per avvicinarsi alla ciotola e consumare il suo pasto, certo che l'umana non gli avrebbe rotto le scatole dato che era troppo intenta a prendersi cura delle creature preziose della sua padrona.

Ad un certo punto il cellulare di Y/N suonò, facendola sobbalzare.
Non appena vide che era la sua migliore amica a chiamarla, rispose in meno di un secondo.

"Possiamo vederci nel pomeriggio ma non posso stare fuori fino a tardi, ho trovato questo lavoretto..."

"Sì, devo dar da mangiare al gatto e prendermi cura di tutte queste piante, la signora ne è fissata..."

"Eddai! Okay è vero, non ho il pollice verde ma cercherò di non farle morire... va bene che non ci capisco molto, ma non credo di essere così terribile da far morire quaranta piante in così pochi giorni!" Y/N gonfiò le guance indispettita, l'amica l'aveva presa in giro perché sapeva quanto fosse incapace con queste cose.

La ragazza ricordava perfettamente come Y/N avesse seccato la pianta di sua madre.
Dopo aver chiacchierato un altro po', Y/N salutò la sua amica e finì di fare quel che doveva.

Dopo che ebbe finito la fanciulla controllò che ore fossero. Ella aveva previsto perfettamente quanto tempo ci avrebbe messo: due ore.
Quella sera sarebbe dovuta tornare e Y/N era già spaventata dal pensiero di spostare di nuovo alcune piante e metterne altre dentro il salotto.
Il giorno faceva caldo ma la notte era piena di umidità, un'umidità fredda e scomoda per i numerosi vasi che stavano sul balcone.

La ragazza osservò il salotto colmo di tanto verde e di qualche macchia di colore donata da alcuni fiori.
Sospirò stancamente e rilesse con attenzione tutte le istruzioni scritte, sperando di non averne tralasciata neanche una.

Dopo aver ricontrollato ogni punto, Y/N salutò il micione che non la degnò nemmeno di uno sguardo e uscì, consapevole che tra poche ore sarebbe dovuta tornare.

Non aveva la benché minima idea che per tutto quel tempo, due occhi verdi come la vegetazione più lussureggiante l'avevano osservata con divertimento.

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"Eddai fatti coccolare!" Y/N piagnucolò ma il felino non la stette a sentire, si allontanò repentinamente dalla sua figura non appena lei tentò di accarezzarlo.

"Antipatico." La ragazza sbuffò e chiuse la porta alle sue spalle.

Diede una rapida occhiata alle piante, soprattutto quelle che giacevano fuori e sgranò gli occhi; il numero di foglie secche era aumentato notevolmente.

"Come hanno fatto a seccare così tanto in così poco tempo?" Y/N mormorò a bassa voce.

La fanciulla si avvicinò e con le dita sfiorò alcune foglie marroni scure, appassite e private ormai della loro linfa vitale. La ragazza si morse nervosamente il lato della guancia, non capì dove avesse sbagliato o come avessero fatto a ridursi in quelle condizioni, dato che era stata via per poche ore.

"Spero che domani vada meglio." Y/N borbottò e cominciò a rimuovere tutto ciò che ormai era già morto.

Era passata poco più di mezz'ora, la ragazza stava finendo di togliere le ultime foglie secche e dovette piegarsi per questo.
La figura nascosta che l'aveva sorvegliata fino a quel momento non poté fare a meno di gradire la visuale del fondoschiena della giovane, avvolto nei suoi jeans blu.
Un sorriso ancor più compiaciuto si formò sulle sue labbra, e distratto dalla posizione in cui si trovava Y/N si mosse impercettibilmente; la femmina non sentì o notò alcun movimento, ma al contrario Suga sì.

"Meow!"

Y/N spalancò gli occhi e si voltò all'istante, contenta che il gatto avesse finalmente emesso un miagolio.
Ma vide il micio miagolare verso una delle tante piante presenti in soggiorno; la ragazza alzò un sopracciglio, il suo umore si abbassò quando capì che Suga non avesse miagolato a lei, ma molto probabilmente ad un insetto.

"Meow!"

"Suga... cosa c'è?" Y/N chiese dolcemente, si avvicinò al felino che nel frattempo si era innalzato sulle zampe posteriori e stava puntando in cima ad una grossa e alta pianta colorata. Una delle poche a cui erano nati molti fiori bianchi.

La ragazza ne approfittò per poter toccare il dorso soffice del gatto; Suga non se ne curò minimamente, troppo impegnato ad acciuffare la piccola creatura che si stava nascondendo tra le foglie.

"Oh, quanto sei morbido!" Y/N esclamò con gli occhi a forma di cuore, ne approfittò ancora di più e avvolse il corpo del micio tra le braccia e lo sollevò, stringendolo a sé.

Il gatto all'improvviso cominciò a soffiare, si era reso conto che la ragazza avesse approfittato del suo attimo di distrazione per donargli coccole indesiderate.

"Dai non fare lo scorbutico!" Y/N protestò, iniziò a fargli i grattini sotto il mento, consapevole che i gatti lo adorassero.
E infatti Suga si calmò di colpo, smise di soffiare e cadde vittima delle coccole della ragazza.

"Bravo... sei più bello quando non soffi come un indemoniato sai?"

Dopo aver finalmente coccolato il gatto a suo piacimento, Y/N tornò a dedicare attenzione alle numerose piante ancora posteggiate fuori; stava diventando buio e l'aria quella sera era fresca, quindi cercò di velocizzarsi nello spostare tutti i vasi all'interno.

Il giorno dopo il lavoro si ripeté ma al contrario; Y/N mise fuori le piante che più avevano bisogno di sole, diede da mangiare a Suga accarezzandolo un po', era felice che il gatto si fosse aperto a lei quasi subito.
Dopo aver dato acqua e prodotti alle piante indicate dal programma della signora, la ragazza si sedette sul divano per qualche minuto; Suga che era di buonumore per aver appena mangiato, si accoccolò sulle sue cosce.

"Sei davvero uno zuccherino." Y/N sorrise mentre affondava le dita nel pelo morbido del Maine Coon. Suga non emise alcun miagolio, ma continuò a ricevere le carezze dell'umana ricambiando con le fusa.

Y/N guardò con un po' più cura le piante davanti a lei; erano tutte molto belle, ma solo una attirava l'attenzione per avere la più gran quantità di fiori.
La fanciulla notò che le altre o non avevano nessun fiore, o ne avevano ma davvero pochi; quella che invece aveva catturato il suo interesse era ricolma di bellissimi fiori bianchi, i petali erano appuntiti ma vellutati.

Cercò di ricordare il nome della pianta, sul foglio lasciato dall'anziana c'era scritto ma non aveva voglia di guardare su internet e controllare di nuovo a quale pianta fosse associato ogni nominativo.
Y/N spostò Suga di lato e lo lasciò sul divano mentre lei si alzò, avanzò verso quella pianta così alta e rigogliosa.
Guardò con il sorriso sulle labbra uno dei fiori, convinta che alla madre potesse piacere una pianta del genere, anche lei aveva la stessa passione della signora Park.

Era la prima volta che la minuscola creatura ebbe la possibilità di vedere da vicino il volto di quella ragazza umana che aveva diligentemente osservato da quando aveva messo piede nell'appartamento la prima volta.
Egli inclinò la testa di lato, incuriosito ma anche affascinato dalla bellezza della fanciulla; non aveva una considerazione positiva degli esseri umani, eppure Y/N era riuscita a fargli cambiare idea.
Lei era diventata un'eccezione.

Quando la ragazza sorrise alla vista di uno dei fiori, una meraviglia che lui stesso aveva creato durante la notte, anche la piccola creatura sorrise dolcemente.
Ma quando Y/N si rialzò e salutò Suga, dicendogli che si sarebbero rivisti quella sera, un ghigno particolarmente sadico crebbe sul visetto fin troppo grazioso dello sconosciuto.

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"Cosa diavolo è successo???" Y/N esclamò, gli occhi erano grandi quanto i fondi di due piatti.

Fissò spaventata le piante che aveva lasciato sul balcone quel giorno, la quantità di foglie secche era vergognosa.
Erano troppe; così tante che quasi tutte le piante avevano perso il loro verde lussureggiante e vivo e adesso sembravano più morte che mai.

"No no no no... come hanno fatto a seccarsi tutte? E in queste poche ore? Non è possibile!" La ragazza piagnucolò, si mise le mani nei capelli, non sapeva cosa fare.

In realtà sapeva che avrebbe dovuto togliere prima di tutto le foglie secche, quelle non sarebbero di certo tornate in vita; ma erano davvero tante e Y/N era conscia che una volta rimosse tutte, le piante sarebbero risultate molto più spoglie rispetto a quando era partita la signora.

"Dove cavolo ho sbagliato..." Y/N si lamentò ancora, quasi sentì l'impulso di piangere. La donna aveva affidato le sue preziose creature a lei e lei le stava facendo tutte fuori.

Ad un certo punto, una risatina divertita echeggiò nell'aria.
E questa volta, Y/N la sentì perfettamente.
La ragazza si girò di scatto, sicurissima di aver sentito qualcuno ridere alle sue spalle. Ma non c'era nessuno.

"C'è... c'è qualcuno?" Y/N chiese spaventata.
Attese qualche secondo e si diresse a passo svelto verso la cucina.

È entrato qualcuno?
No no impossibile, come avrebbe fatto?
E perché Suga è così tranquillo?

La ragazza si chiese dentro di sé mentre apriva il cassetto e afferrava il manico di un grosso coltello da cucina.
Lanciò di nuovo una veloce occhiata al gatto che stava tranquillamente mangiando i suoi croccantini, Suga era visibilmente rilassato.
Y/N aggrottò la fronte, il felino era fin troppo calmo, solitamente i gatti avvertivano subito il pericolo.

"Forse mi sono immaginata tutto... forse sto impazzendo." La giovane disse con un filo di voce, rientrò nel salotto con il coltello ancora impugnato nel palmo della mano.

Di nuovo, udì una risatina ironica e compiaciuta non molto distante dal punto in cui si trovava lei.
Y/N si guardò intorno spaventata, quella che aveva sentito era una normalissima risata ma non vedeva nessuno in quella casa, gli unici presenti erano lei e Suga.
E le numerose piante che stavano piano piano morendo sotto i suoi occhi.

"Cosa pensi di fare con quel coltello?"

Y/N sbiancò.
Una voce. L'aveva sentita.
C'era una voce proveniente da chissà dove e lei l'aveva sentita distintamente.

"Chi... chi sei?" La fanciulla balbettò intimorita, alzò il coltello e la risata adesso si fece sentire più acuta e sonora.

"Smettila di ridere e rispondimi subito! Altrimenti chiamo la polizia!" Y/N gridò, infilò la mano nella tasca e prese immediatamente il cellulare.

"Oh oh aspetta! Calmati!"

"Allora rispondimi! Cosa ci fai qui? E vieni fuori!" Y/N gridò ancor più forte, il labbro era tremolante.
La ragazza continuava a guardarsi attorno ripetutamente; aveva paura, anche se cercava di non darlo a vedere.

"Ma tesoro... sono davanti a te."

Quelle parole mandarono Y/N maggiormente nel panico.
La ragazza guardò nel punto davanti a sé, c'erano solo tante piante, non vedeva altro.

Un fantasma?
Sto parlando con uno spettro?

"Guarda meglio." La voce sconosciuta echeggiò, Y/N non aveva prestato attenzione prima ma quella voce sembrava dolce e allegra, non era una voce che metteva paura.
Ma la fanciulla sapeva di non dover abbassare la guardia.

I piedi si mossero lentamente, la ragazza avanzò; i suoi occhi finirono sulla pianta che quella stessa mattina aveva guardato con ammirazione.
Quella pianta con quei fiori bianchi bellissimi di cui non riusciva a ricordare il nome.
Y/N arricciò il naso, consapevole di non ricordare il nome di nessuna delle piante che doveva curare; era già tanto se conosceva il nome del micione.

"Guarda quel fiore che ti piace tanto, quello che hai toccato stamattina." La voce punzecchiò, e lei non poté che dare ascolto a quelle parole.

I suoi occhi si posarono sul fiore che aveva toccato poche ore prima e il suo cuore perse un battito.
Egli aveva il viso e il corpo di un umano, ma era piccolissimo; così minuscolo che sarebbe potuto stare sul palmo della sua mano.
Vestito interamente di verde per mimetizzarsi al meglio tra le foglie; i capelli erano biondi e sbarazzini, gli occhi anch'essi verdi come il mondo da cui quella creatura proveniva.
Un sorriso furbo occupava quelle labbra così piccole ma carnose.

"È ufficiale, sto impazzendo." Y/N parlò incredula, guardava quella piccola creatura magica con occhi sbarrati.

Pensava che i folletti o qualsiasi cosa fosse quel piccolo biondino esistessero solo nei film e libri; eppure una creatura sicuramente NON umana si trovava di fronte a lei in quel momento. Proprio seduto sopra il grande petalo di quel fiore meraviglioso che aveva sfiorato quel mattino.

"Sei... sei vero? O sto sognando?" Y/N sussurrò, accostò il viso al fiore per osservare meglio la minuscola creatura.

Era bellissimo.
Se fosse stato delle dimensioni reali, quel piccolo folletto sarebbe stato uno dei ragazzi più belli che Y/N avesse mai visto in vita sua.
La pelle era bianca come la porcellana e perfetta, labbra rosee e carnose, occhi vispi e tinti di un verde acceso, così bello da essere disumano.

La ragazza rimise il cellulare in tasca, consapevole che se avesse chiamato la polizia non solo non le avrebbero creduto, ma l'avrebbero direttamente spedita da uno psicoterapeuta, e abbandonò il coltello sul pavimento.

"Tu sei vera?" Il folletto chiese a Y/N che inarcò un sopracciglio, la domanda l'aveva colta alla sprovvista.

"Certo che sono vera!" Disse lei con decisione, il biondino sorrise.

"Se tu sei vera, lo sono anch'io."

"Ma-"

"Voi umani siete così egocentrici. Pensate di esserci solo voi in questo mondo."

"Non... non è vero! È normale pensare di essere gli unici se altre creature non si mostrano."

"Non ci mostriamo perché non ci fidiamo. Siete pericolosi." Il folletto parlò freddamente.

"Però ora ti sei mostrato."

"Perché non mi sembri pericolosa. Certo non per me, ma per tutte queste piante sì." Il folletto indicò tutta la vegetazione che ormai da tempo chiamava casa, il viso della ragazza si rabbuiò.

"Non è successo niente di che... alcune foglie si sono seccate per il troppo sole, starò più attenta nei prossimi giorni."

"Alcune foglie? Mia cara, se queste piante fossero esseri umani tu saresti indagata per omicidio."

"Ehi! Non esagerare, non sono ancora morte!" Y/N protestò ma non appena realizzò che stesse discutendo con una creatura di cui non conosceva la natura e neanche il nome, si bloccò e un intenso rossore si propagò sulle sue gote.
Decise di essere diretta e chiederglielo senza farsi troppi problemi.

"Cosa sei? Un folletto?" Y/N lo fissò incuriosita, la paura di prima ormai si era già dissolta nell'aria.

Era convinta che non dovesse avere timore di una creatura così piccola, ma si sbagliava di grosso.
L'esserino dai biondi capelli sorrise, inclinò leggermente la testa di lato, la frangia quasi ricoprì i suoi bei occhi verdi.
La ragazza pensò che fosse davvero carino, le sarebbe piaciuto vederlo in dimensioni umane.

"Sì... ma sono un folletto particolare." Il biondino mormorò sorridendo.

"Particolare?"

"Posso fare cose che i miei simili invece, non possono."

"Tipo?"

Il folletto sorrise, gli piaceva quell'umana.
Era carina e curiosa, e gli stava parlando normalmente, un'altra persona sarebbe scappata dall'appartamento a gambe levate.

"Nei prossimi giorni ti farò vedere." Il biondo disse e un bagliore misterioso prese possesso delle sue iridi verdi brillanti ma Y/N non ci fece caso, anzi la sua curiosità aumentò, voleva vedere cosa fosse in grado di fare il più piccolo.

"Hai un nome?" La fanciulla chiese ancora, il folletto sembrò risvegliarsi alla domanda e balzò in piedi, si spostò su un fiore che si trovava in un punto più alto della pianta per poter vedere meglio il viso di Y/N.

"Sì! Mi chiamo Jimin."

"Jimin? È un nome normalissimo." Y/N sorrise.

"Sei terribilmente carino." La giovane disse subito dopo, lo sguardo di Jimin si incupì.

"Posso toccarti?" Y/N continuò eccitata, avvicinò l'indice al folletto che guardò l'umana con un sopracciglio alzato.

"Non sono come Suga... ma se lo desideri così tanto, te lo dico io dove puoi toccarmi." Il biondino ammiccò e indicò la zona del suo bassoventre, Y/N arrossì, incredula che quel folletto apparentemente così carino fosse in realtà sfacciato.

"Dai scherzavo!" Jimin rise quando vide l'umana raddrizzarsi e mettere un po' di distanza tra lei e la pianta dove lui si trovava.

"Quindi... abiti qui?" Y/N chiese ancora, non riusciva a dare un freno alla sua curiosità. Incontrare una creatura magica non era una cosa che accadeva tutti i giorni.

"Sì. Mi piace qui... queste piante non hanno mai bisogno del mio aiuto, la vecchia si prende perfettamente cura di loro. Quindi io non devo usare la mia magia... è come una vacanza per me. L'unico disturbo è lui." Jimin indicò Suga.

"Meow." Il micio mugolò, fissò il piccolo folletto con il fuoco negli occhi.

"Suga? Ma lui è un coccolone!" Y/N sorrise e si piegò per accarezzare il gatto che ormai, si faceva toccare tranquillamente dalla ragazza.

"Sì certo... ho visto le guerre che hai fatto ieri per farlo avvicinare. Ti dà il permesso di coccolarlo solo perché gli dai il cibo." Jimin prese in giro, Y/N gonfiò le guance indispettita.

"Intanto però lo sto coccolando... l'ho conquistato." La ragazza ribatté.

"Non hai conquistato le piante però."

Quelle parole fecero stringere il petto di Y/N in una morsa.
Lanciò uno sguardo alle piante sul balcone, si era fermata a chiacchierare con quel folletto ma doveva sbrigarsi e cominciare il lavoro per cui era stata pagata.

"C'è ancora una settimana piena, rimedierò." Y/N borbottò e si diresse verso il balcone, seguita dallo sguardo divertito di Jimin.

Mentre Y/N spostava tutti i vasi all'interno, non poté fare a meno di ricominciare a porre domande alla piccola creatura.

"Quindi abiti qui da tanto? E la signora Park non sa di te?" Jimin scosse la testa.

"Di cosa ti nutri?"

"La linfa vitale delle piante." Jimin rispose, Y/N si bloccò.

"Ma allora... dovrebbero essere tutte morte..."

"No, la mia magia le aiuta a mantenersi rigogliose."

"Quindi... hai dei poteri? Hai detto prima che la signora Park cura bene le sue piante, e che quindi tu non hai bisogno di usarla."

Jimin sorrise, la curiosità di quell'umana quasi lo intenerì.

"Sei curiosa... una curiosa molto attenta." Il biondo commentò.

"Aspetta... puoi aiutarmi! Puoi far tornare queste foglie secche in vita. Giusto?"

"Potrei..."

"Puoi farlo? Per favo-"

"No."

Quando Y/N si accigliò Jimin scoppiò a ridere, trovò l'espressione sul viso della ragazza estremamente divertente.

"Sei cattivo. Potresti aiutarmi, che ti costa?"

"Io cosa ci guadagno in cambio?" Il folletto ribatté di rimando, la fanciulla si morse nervosamente il labbro inferiore, gesto che catturò l'attenzione di Jimin.

"Un grazie?" Y/N sussurrò, il biondo sorrise.

"Non penso che possa bastarmi." Jimin sogghignò, con un salto si spostò ancor più in su, adesso si trovava proprio di fronte al viso della ragazza.

"Cosa vuoi che faccia?"

Gli occhi di Jimin scorsero ripetutamente il corpo di Y/N.
La ragazza aggrottò le sopracciglia, notò come il folletto fece scorrere gli occhi lungo tutta la sua figura e deglutì, sentendosi un po' a disagio.
Quando la giovane indietreggiò, il ghigno sulle labbra di Jimin crebbe ancor di più.

"Ricordi quando prima ho detto che sono un folletto particolare?" Jimin mormorò, Y/N annuì.

"Ho dei poteri. Sono nato così, ma per la mia gente sono considerato un abominio. Sono stato cacciato, è per questo che abito qui... mi serviva una casa con una fitta percentuale di vegetazione, e questa mi è sembrata perfetta."

"Scommetto che ci sono tante case immerse nella natura che-"

"Lo so. Ma si trovano nel bel mezzo della campagna, e non ho voglia di combattere con gli altri animali ogni giorno. Qui invece c'è solo Suga, che per la maggior parte del suo tempo dorme. Quindi alla fine, non è un grosso problema." Jimin indicò il felino che in quel momento stava ronfando nella sua cuccia, si era addormentato alla svelta.

"Perché mi stai dicendo questo...?" Y/N sussurrò, non stava capendo.

"Non mi nutro solo della linfa vitale delle piante Y/N..." Jimin pronunciò, i suoi occhi verdi sembrarono scintillare magicamente.

"Co-cosa...?" Y/N balbettò, ricominciò a sentire il timore farsi spazio dentro di sé. Fece qualche passo all'indietro, Jimin le sorrise dolcemente.

"Non devi avere paura di me Y/N."

"Non ho paura di te." La fanciulla sbottò innervosita, si diede della ridicola, non poteva avere paura di una creatura così piccola.

"Non ci girare intorno. Dimmi cosa vuoi. Hai detto che non ti nutri solo della vita delle piante e- oddio..." Gli occhi di Y/N si spalancarono, si mise rapidamente una mano sopra la bocca.

"Succhi il sangue come i vampiri?" La ragazza sussurrò, Jimin assottigliò gli occhi per la cavolata che aveva appena sentito.

"Hai guardato troppi film e serie tv."

"E allora cosa-"

"L'orgasmo umano mi dà incredibilmente molta forza ed energia."

Y/N per un secondo smise di respirare.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse alla velocità della luce.
Trovava tutto così surreale: un folletto poteva fare sesso con un essere umano?

Ma è possibile?
Ma è piccolo.
E io sono gigantesca in confronto a lui.
No, non è possibile.
Come lo farebbe?

"Ma... non si può fare..." Y/N disse a bassa voce, quasi come se avesse paura di offendere il folletto.

"Perché no? Sono molto attraente!" Jimin sollevò le braccia in aria, Y/N avrebbe voluto sorridere per la carineria che mostrava quell'esserino, ma si trattenne.

"Jimin... è fisicamente impossibile. Come può un umano fare sesso con un folletto?" Y/N ribadì e a Jimin non sfuggì la risatina che la fanciulla dovette soffocare.

Le iridi verdi vivide di Jimin divennero improvvisamente nere, scure come la notte più buia.
Il suo sorriso sornione era sparito, le labbra strette in una linea retta.
A Jimin bastò strofinare l'orecchino a fiore che aveva indosso per mettere a tacere Y/N una volta per tutte.

Di colpo, la minuscola figura divenne grande tanto quanto quella della fanciulla, che avvertì il suo cuore battere all'impazzata.
Indietreggiò intimorita, gli occhi ormai spalancati a dismisura nel vedere di fronte a sé Jimin, ma in dimensioni umane.

"Oddio... oddio tu puoi... puoi-"

"La mia magia è molto potente." Jimin sogghignò, gli occhi erano ritornati ad essere più verdi che mai.

Y/N si era immobilizzata.
Gli occhi di lei studiarono con minuziosità la figura terribilmente affascinante del folletto, adesso grande quanto un essere umano.
Era addirittura più alto di lei.
La ragazza poté vedere per bene quel verde così brillante che scintillava attraverso le sue iridi furbe, e quelle labbra così carnose e rosee che sembravano due soffici cuscinetti di carne.
I capelli sempre biondi e sbarazzini, avevano delle piccole foglie che donavano vivacità alla capigliatura e Y/N non capì se facessero parte della chioma di Jimin, o se fossero dei semplici accessori.
La ragazza poté vedere meglio anche i dettagli fioriti che Jimin portava sui suoi vestiti verdi, o lo stesso orecchino a forma di fiore che il folletto aveva toccato poco prima per assumere una forma umana.
Y/N deglutì, il pensiero che aveva avuto non appena visto il folletto le tornò in mente. Jimin era bellissimo.

"Allora? Sono attraente no?"

Attraente è riduttivo.
Y/N pensò ma evitò di dirlo ad alta voce.

La più bassa chinò il capo, posò lo sguardo sui piedi di Jimin; solo in quel momento si rese conto che erano avvolti da delle piante rampicanti, dei fiori spuntavano qua e là.
Y/N sorrise, se lo avesse detto a qualcuno non ci avrebbe creduto nessuno, l'avrebbero tutti presa per pazza.
Il sorriso però sparì quando vide quei piedi avanzare verso di lei.
Non appena la giovane rialzò il capo, le mani di Jimin finirono dritte sulla sua vita; Y/N sobbalzò per quella stretta così dolce, ma anche decisa.

"Quindi? Che ne dici? Potrei aiutarti con tutte queste piante... se tu..." Jimin provocò seducentemente, una mano rimase ferma sulla vita della ragazza mentre l'altra si spostò.

Jimin giocò un po' con quella deliziosa umana.
Le dita punzecchiarono Y/N, i polpastrelli sfiorarono la pelle nuda del suo braccio facendola rabbrividire.
Il folletto sorrise e quando lo fece, Y/N vide i suoi occhi verdi sparire da tanto che erano fini.
Il biondo era sincero, per le creature come lui l'orgasmo ricevuto da un'altra creatura era una forte dose di energia; ma essendo stato ripudiato dai suoi simili non aveva più avuto possibilità di goderne appieno uno.
E ovviamente non avrebbe mai toccato l'anziana signora, nemmeno con un dito.
Ma Y/N... quella ragazza gli faceva venire voglia di farle tante cose, cose che non potevano essere espresse a voce ma solo con gesti.
Avrebbe mosso molto più di un dito su quel corpo allettante.

Come risvegliata da uno stato di trance, Y/N balzò all'indietro e tentò di mettere distanza tra sé e il fascinoso folletto.

"Non puoi chiedermi una cosa simile!"

"Perché no? Non ti piaccio?" Jimin fece uno sguardo triste, Y/N mentalmente imprecò, il maschio era più bello che mai. Era impossibile che non potesse piacere una bellezza del genere.

"Apprezzo l'aiuto ma... cercherò di fare da sola." Y/N disse, tentando di sembrare decisa e sicura di sé.

Jimin avanzò con passo lento verso la ragazza, lo sguardo era quello di un predatore pronto a divorare la sua preda innocente.
Y/N dovette fermarsi quando la sua schiena si scontrò con la fredda parete del salotto; deglutì ancora, ora ingabbiata tra le braccia del folletto che aveva teso attorno a lei.

"Guarda che ci guadagnamo entrambi... anzi, tu di più. Delle piante perfette e sesso da urlo. E posso assicurarti che una volta sotto di me, urlerai parecchio." Jimin fece l'occhiolino, il respiro caldo di lui solleticò il viso già fin troppo bollente di lei.

"Io... sono sicura della mia decisione." Y/N sospirò, sentiva l'aria venire sempre di meno e raggiungere con fatica i polmoni.

Jimin inclinò leggermente la testa di lato, quegli occhi verdi erano così ipnotici e vibranti da inghiottire la ragione di Y/N, e per un attimo la fanciulla pensò di dover accettare.
Ma quel pensiero venne scacciato quasi subito dalla sua mente.

"Sicura sicura? Da quando un uomo non si prende cura di te? Un fiorellino così delicato... gli umani sono così inetti e incapaci, sono certo che i maschi che hai incontrato in passato non abbiano saputo soddisfare i tuoi bisogni." Jimin provocò ancora, le dita finirono sul collo di Y/N.

Lo strinse, senza fare troppa pressione ma questo bastò per far aumentare l'eccitazione della giovane.
Y/N deglutì per l'ennesima volta quella sera e Jimin seguì attentamente il movimento della gola.
Il biondo sorrise nel vedere la graziosa umana così agitata, nervosa, turbata... tutto a causa sua.

"Jimin..."

"Dimmi tesoro." Jimin sussurrò, il suo naso sfregò teneramente contro quello di Y/N, il biondo era pronto per scaraventare le proprie labbra sopra le sue.

"Non posso... non posso fare sesso con te." Y/N mormorò con voce tremante, le ci era voluto tutto l'autocontrollo che aveva in corpo per rifiutare.

Quel folletto era dotato di una bellezza disarmante, ma Y/N non poteva cedere; aveva ancora il suo orgoglio e voleva rimediare al danno da lei fatto, da sola.
Jimin non era rimasto offeso dal rifiuto di Y/N; quest'ultima aveva paura che il folletto potesse arrabbiarsi, ma al contrario il biondino sorrise largamente e questa volta fu lui, ad indietreggiare.

"Va bene. Peccato, ma accetto la tua decisione." Jimin mandò un bacino volante alla ragazza che avvampò ancor di più.

Prima che Y/N aprisse bocca, Jimin era già ritornato nella sua normale forma.
La ragazza rimase un attimo interdetta, un po' dispiaciuta che quel folletto al primo rifiuto si fosse volatilizzato magicamente senza dirle più nulla.

Ma cosa mi aspettavo? Un saluto?
Y/N si diede della stupida e finì di sistemare i vasi prima di andare via.
Ma con la coda dell'occhio, continuò ad osservare la famosa pianta per riuscire a scorgere la piccola creatura vestita di verde.

✧══════•❁❀❁•══════✧

I giorni trascorsero, Y/N non aveva più parlato con Jimin.
Non lo aveva proprio più visto, il folletto si nascondeva perfettamente e la ragazza si era stancata di giocare a nascondino con lui.

Era l'ultimo giorno, domani sarebbe tornata la signora Park; nei giorni precedenti la fanciulla aveva scorto poche foglie secche, niente di irreparabile. Per il resto le piante le erano sempre sembrate in ottime condizioni e Y/N era veramente orgogliosa di sé stessa.
Non solo per il lavoro portato a buon termine, ma anche per essere riuscita a rifiutare la richiesta di quel sexy folletto.

Y/N entrò nell'appartamento, pronta a sistemare le varie piante all'interno dato che quella sera si preannunciava fredda, ma non appena i suoi occhi si posarono all'interno, le chiavi le caddero per terra.
Il tonfo sonoro richiamò l'attenzione di Suga, che di corsa andò incontro alla giovane cominciando a miagolare e strusciare il corpicino sulle sue gambe.

"Che cazzo..." Y/N fece qualche passo avanti, gli occhi sgranati puntati sulle piante ricolme di foglie secche, i pochi fiori presenti erano appassiti, perdendo il loro sgargiante colore naturale e assumendo una forma infelice.

"Non è possibile..." La ragazza borbottò, sfiorò sottilmente una foglia marroncina e striminzita e questa le rimase in mano. Si era staccata dalla pianta con estrema facilità.

"Forse posso ancora salvar-"

"Sciocca. Sono senza speranze, sono tutte da buttare ormai." La voce di Jimin la bloccò, Y/N si voltò poiché la voce arrivava da dietro la sua figura, e infatti i suoi occhi si incontrarono con quelli verdi del biondo.

Jimin aveva assunto nuovamente le sembianze umane, e in quel momento si trovava comodamente seduto al centro del divano.
Ma poi gli occhi della ragazza si abbassarono e un bollore prese possesso del suo viso quando si accorse che il folletto, era nudo.

"Oddio..." Y/N sussurrò e si tappò subito gli occhi, fortemente arrossita.

"Preparati ad urlare quella parola più volte, perché tra poco accadrà esattamente questo." Jimin pronunciò con tono mellifluo, una risatina compiaciuta fece eco nel salotto della signora Park.

"Perché diavolo sei seduto sul divano, nudo??"

"Non mi piace sentire i vestiti sopra la mia pelle."

"Ma... l'altro giorno eri vestito..." Y/N mormorò imbarazzata, il palmo della mano era ancora schiacciato sopra i suoi occhi. Jimin sorrise, trovava la più bassa terribilmente adorabile.

"Era il nostro primo incontro, non volevo spaventarti... ma ora siamo in confidenza, no?"

"Jimin, questa è letteralmente la seconda volta che ci vediamo!"

"Non è esatto. È seconda volta che mi vedi tu, io ti ho sempre osservata in tutti questi giorni."

"Non puoi metterti qualcosa per favore?"

"Il pudore non mi appartiene mia cara."

"Mi sento a disagio okay? Mi basta anche solo una coperta sulle tue gambe!" Y/N esclamò esausta.

"Oh... ho capito. Ma quella parte del mio corpo è nascosta tesoro, tranquilla."

"Non lo sono per niente invece!"

"Perché tutti questi capricci poi? Lo vedrai presto."

"Io... io non vedrò un bel nulla! Non so di cosa tu stia parlando!" Y/N si morse il labbro inferiore, il nervosismo e l'agitazione la fecero tremare sul posto. E quando udì Jimin alzarsi dal divano, lei automaticamente cominciò ad indietreggiare, gli occhi erano ancora coperti dalla sua mano.

"Dove vai?" Jimin ridacchiò divertito.

"Jimin... per favore..."

"Y/N, il mio cazzo è coperto. Sono serio. I tuoi occhi vergini non vedranno nulla di sconveniente."

Le parole pronunciate dal maschio non fecero altro che intensificare il rossore sul viso di Y/N.
Piano piano spostò la mano, allontanandola così dagli occhi e con un occhio chiuso e uno non totalmente aperto, sbirciò proprio il punto più intimo del folletto.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo quando vide un numeroso insieme di foglie concentrate tutte verso la zona pelvica del biondo.
Y/N deglutì, i suoi occhi risalirono e il sorriso soddisfatto di Jimin accelerò il suo battito cardiaco.

"I miei occhi non sono vergini." Y/N ribatté quasi stizzita.

"Oh? Beh, ti comporti come se lo fossi."

"Perché a differenza tua, ho un senso del pudore!" Y/N replicò e si voltò, dedicò la sua attenzione verso le piante che rispetto ai giorni scorsi, le sembravano più morte che mai.

"Sei stato tu, vero? Stamattina non erano così..." La fanciulla sibilò a denti stretti, Jimin si mise una mano sul petto, l'espressione sul viso era offesa.

"È ingiusto da parte tua incolparmi. L'unica che ha colpe qua sei tu, hai mentito alla vecchia fin dall'inizio. E no, stamattina non erano in buone condizioni, in realtà erano messe maluccio, ma non volevo vederti disperare e quindi ti ho aiutata un pochino." Jimin sospirò, come se avesse fatto un sacrificio enorme.

"Davvero? Mi hai aiutata senza dirmi nulla? Senza volere niente in cambio?" Y/N domandò con sguardo sospettoso, il biondo annuì.

"Sì ma amore mio, qui c'è bisogno di tutta la mia magia per rimettere a posto il casino che hai fatto. Hai dato loro il colpo di grazia."

"Ma... com'è potuto accadere? Ho seguito passo per passo le istruzioni della signora Park!" Y/N piagnucolò, continuava a fare avanti e indietro nel piccolo spazio libero che si trovava in mezzo al salotto.

"Succede, se sei negata da sempre con queste cose." Jimin rispose con un sorriso, ripetendo le stesse parole che lei aveva rivolto quella volta alla sua amica, al telefono.

"E ora che cosa faccio? La signora Park torna domani a mezzogiorno." Y/N mugolò con le mani nei capelli, stava lentamente andando nel panico più totale.

Jimin si accostò alla sua figura da dietro, le mani si mossero e accarezzarono dolcemente le spalle della più bassa, che sobbalzò per quel contatto improvviso.
Ma non si spostò, rimase ferma in quel punto.

"Sai... se vuoi potrei... riproporti la mia idea." Jimin sussurrò all'orecchio di Y/N con tono ammiccante.

"Solitamente non lo faccio. Per me quando qualcuno mi dice no è no, ma ti vedo così tanto impanicata... mi fa male vederti in questo stato piccola Y/N." Il biondo continuò a mormorare all'orecchio della ragazza con voce bassa, morbida, confortante.

Y/N respirò con più calma, non poté fare a meno di riconsiderare la proposta indecente del folletto.
Se avesse rifiutato ancora, non solo non avrebbe visto nemmeno un centesimo, ma molto probabilmente la signora Park l'avrebbe denunciata.
La giovane non sapeva se fosse possibile ottenere una denuncia per mancato pollice verde, ma in quel momento non era lucida, era incapace di pensare ragionevolmente.

Ma da una parte si sentiva in estremo imbarazzo, poiché quel che aveva detto poco prima era del tutto falso.
Y/N non aveva mai fatto nulla, non era mai stata con un ragazzo.
Jimin era bellissimo, affascinante, stranamente dolce... ma Y/N si chiese dentro di sé se davvero avesse voluto perdere la verginità con quel tentatore dagli occhi verdi smeraldo e dai poteri sconosciuti.

Le mani di Jimin continuarono a muoversi, le dita sfiorarono con delicatezza le braccia della ragazza, il tocco era così caldo e vellutato che Y/N si sentì inspiegabilmente più tranquilla.
La figura del più alto si avvicinò maggiormente al corpo rilassato di lei, la schiena di quest'ultima si scontrò dolcemente con il petto di lui.

"Come faccio a crederti?" Y/N mormorò con tono quasi impercettibile all'orecchio umano.
Ma Jimin era una creatura magica, e riuscì perfettamente ad udire la voce così leggera della ragazza.
Il biondo sorrise furbamente, circondò la vita di Y/N con un braccio mentre sollevò l'altro.

"Stai a vedere." Jimin sussurrò, l'aria calda del suo respiro solleticò il collo di Y/N che rabbrividì per la sensazione.

Il biondo con un ghigno sardonico puntò il palmo della mano verso alcune piante; Y/N non lo poté vedere perché esso si trovava alle sue spalle, ma gli occhi verdi di Jimin brillarono come se tante piccole stelle fossero contenute al loro interno.

E fu così che, come per magia, quelle tre piante che oramai sembravano senza alcuna speranza ripresero vita.
Gli occhi di Y/N si spalancarono alla vista della crescita rapidissima delle foglie e dei fiori, il verde era tornato ad essere la tonalità principale su quelle piante che pochi secondi prima erano così incolori.

"Tu... tu non sei un normale folletto." Y/N parlò incredula, si allontanò da Jimin, non di molto ma abbastanza per voltarsi e vederlo per bene in faccia.

"Hai problemi alla memoria per caso? Te lo avevo detto, i miei simili mi hanno anche ripudiato per questo." Jimin spiegò con un sopracciglio alzato, certo di aver già raccontato all'umana cosa gli fosse accaduto e perché adesso si ritrovava a vivere in quell'appartamento, nascosto tra le tante piante dell'anziana signora Park.

"Io... sì me lo avevi detto, ma-"

"Effettivamente è la prima volta che ti mostro cosa sono in grado di fare. Okay, capisco il tuo stupore."

Y/N era rimasta a bocca aperta.
Si avvicinò verso quelle piante adesso così colorate e piene di vita, toccò con attenzione una foglia.
La sensazione del verde sulla sua pelle era autentica, reale; non c'era alcun trucco visivo, Jimin aveva davvero donato una seconda vita a quelle piante.
Con il cuore che batteva all'impazzata, Y/N si girò lentamente; i suoi occhi un po' timorosi annegarono in quelli luccicanti di lui.

"Solo una volta, vero?"

Le labbra di Jimin si contorsero in un sorriso pregno di malizia; la lussuria si riversava in quelle iridi verdi come una distesa di campo.

"Sì. Poi se vuoi allungare il piacevole momento basta chiedere, mia cara."

La ragazza deglutì, i suoi occhi tornarono di nuovo su quella vegetazione spenta.
Purtroppo lei non poteva fare il miracolo, non aveva alcun potere ma Jimin sì e glielo aveva appena dimostrato.
Il suo sguardo si ricongiunse a quello del folletto, quest'ultimo stava attendendo con pazienza una risposta dalla più bassa.
Y/N lentamente annuì, il capo si mosse lievemente.

"Usa la tua voce. Dimmi che sei d'accordo con tutto questo..." Jimin sussurrò mentre avanzava ancora una volta verso la sua figura.

"Dimmelo, e ti farò provare un tipo di piacere che solo io potrò donarti. Solo io e nessun'altro." Il biondo ringhiò infervorato, la sua fronte quasi sfiorò quella di Y/N che più imbarazzata che mai, aprì bocca.

"Io... io non... non l'ho mai fatto." Ella pronunciò con tono fievole, il sorriso di Jimin si allargò, consapevole che la deliziosa umana fosse vergine, l'odore della sua purezza aveva invaso le sue narici fin da quando aveva messo piede nell'appartamento la prima volta.

"Mi prenderò cura di te piccola. Ti tratterò come la principessa che già sei." Jimin sussurrò suadente, le mani presero a coppa il viso di Y/N, i pollici sfregarono dolci cerchi sulla pelle accaldata delle sue guance.

"O-okay..." Y/N balbettò incerta.

Una sensazione calda, morbida e un po' umida colpì le labbra della ragazza.
Jimin mosse dolcemente la bocca, la modellò perfettamente sopra quella di Y/N come se fossero due pezzi di puzzle che si incastravano senza problemi.
La lingua del biondo fece capolino e leccò di sfuggita il labbro inferiore, Y/N inevitabilmente arrossì, il cuore batteva sempre più forte contro la sua cassa toracica.

"Andiamo in camera. Mh?"

"Jimin... non farò sesso per la prima volta sul letto di una signora anziana." Y/N sbuffò con le guance gonfie, Jimin ridacchiò.

"Allora sul divano davanti a Suga." Il biondo scherzò, Y/N sgranò gli occhi e sbirciò rapidamente il felino che la stava guardando con quegli occhi sempre così tanto critici e giudicanti.

"Ehm... forse preferisco il letto." Jimin rise ancora, prese la mano della giovane e la condusse in una parte dell'appartamento dove lei non era ancora mai andata.

"Non lo sai, ma c'è una camera degli ospiti. La stanza della vecchia non è l'unica camera da letto presente."

La bocca di Y/N si piegò in segno di stupore, visibilmente rilassata che fosse presente un altro letto e che non dovessero usare per forza quello della signora Park.
Non appena entrarono, Y/N chiuse subito la porta per evitare che Suga entrasse e vedesse ciò che stavano per fare.

"Oh, impaziente?" Jimin sogghignò, la ragazza negò rapidamente con la testa.

"No no! È che... il gatto così-"

"Y/N rilassati!" Jimin rise, si avvicinò e le rubò un rapido bacio a stampo.

"Sei tesa come una corda di violino... cerca di rilassarti okay? Puoi farlo per me?"

Non appena Y/N annuì Jimin afferrò la sua vita e ricominciò a baciarla, con più fervore di prima; non voleva però spaventarla, conscio che tutto questo fosse nuovo per lei quindi cercò di metterla a suo agio, di essere il più dolce possibile per quell'umana dal sapore altrettanto dolce per lui.

Le labbra si mossero avide e affamate, la lingua non perse tempo e non appena ne ebbe la possibilità entrò nella bocca di Y/N, che sussultò per quella sensazione bagnata ma più che gradevole.
La lingua di Jimin esplorò con cura ogni angolo della cavità orale di Y/N e quest'ultima cercò di fare lo stesso, di ricambiare ma quei baci così peccaminosi e viscerali le tolsero facilmente il respiro e la seconda cosa che fece, fu quella di mettere distanza tra loro per poter prendere una boccata d'aria.

Y/N mise le mani sul petto di Jimin e allontanò la bocca da quella famelica del biondo che sorrise intenerito.
Le mani del maschio dalla vita scesero, afferrarono il sedere della fanciulla che spalancò gli occhi non appena avvertì quella presa così salda su di sé.

"Iniziamo a togliere questi, mh?" Jimin soffiò eroticamente, dopo aver stretto il sedere di Y/N giocò con la cintura che reggeva i suoi jeans.

Y/N per l'ennesima volta annuì, si tolse prima le scarpe e poi si abbassò i pantaloni, dando loro un calcio per spostarli di lato.
Sotto ordine di Jimin, il prossimo indumento da rimuovere fu il maglione assieme alla canottiera.
La fanciulla anche se rimasta con l'intimo addosso, cercò di coprirsi con le braccia; era la prima volta che si spogliava davanti ad un ragazzo, anche se quel ragazzo era una creatura magica era pur sempre un maschio che la stava divorando con gli occhi.
La più piccola si sentiva a disagio, in imbarazzo.

Gli occhi di Jimin brillarono ancor di più e Y/N notò quell'importante dettaglio; fuori era già buio, la stanza era illuminata solamente da un lampadario quindi la ragazza si ritrovò a chiedersi come facessero quelle sfere verdi a brillare in quel modo.

"Fanno così quando uso la mia magia." Jimin spiegò, come se avesse letto Y/N nel pensiero.

"Stai- stai usando la tua magia in questo momento?" Y/N non si era accorta che alle sue spalle, un piccolo arbusto fosse nato in modo anomalo sul pavimento.

Quell'arbusto crebbe fino a diventare una lunga e resistente pianta rampicante; alcune foglie si arricciarono attorno ai gancetti del reggiseno, e in un attimo l'indumento intimo si sganciò.

"Ma cosa..." Y/N tenne il reggiseno su di sé per coprire il petto e si girò, i suoi occhi si allargarono quando vide l'arbusto ritirarsi e sparire dal punto del pavimento dove era magicamente apparso.

La più bassa rabbrividì quando le dita calde di Jimin raggiunsero le sue mani, ancora ferme sul seno per coprirlo.

"Ripensamenti?" Il biondo domandò, Y/N scosse la testa.

"Bene... allora togli le mani." Jimin ordinò severamente, la fanciulla si morse il labbro tremante ma fece come le era appena stato ordinato.

Il reggiseno cadde subito per terra; Jimin sorrise e abbracciò la figura quasi interamente spoglia di Y/N da dietro, chinò il capo e le sue labbra soffici baciarono le spalle nude della sua umana.

"Rilassati." Jimin sussurrò, le labbra sfiorarono ancora la pelle calda di Y/N, le mani dai fianchi salirono e palparono il suo seno formoso.

Il biondo sogghignò compiaciuto quando con il pollice premette uno dei due capezzoli, provocando in Y/N un mugolio soffocato.
Il folletto continuò a pizzicare i capezzoli rosei della ragazza, essi in breve tempo diventarono turgidi e gonfi, l'eccitazione per entrambi crebbe sempre di più.

"I tuoi gemiti sono così carini." Jimin ridacchiò, spinse la ragazza sul letto ma lui rimase in piedi di fronte a lei, non la raggiunse.

Y/N imbarazzata si coprì ancora una volta il seno con le mani.
Jimin inarcò un sopracciglio scocciato, agitò le dita casualmente, movimento che destò l'attenzione della giovane.
La fanciulla notò ancora una volta gli occhi del folletto scintillare, come se fosse appena avvenuta un'esplosione di stelle in quel mare verde, e lei capì che stava per fare qualcos'altro di magico.
Difatti le mani che Y/N aveva posto sul suo seno vennero allontanate immediatamente poiché due piante rampicanti, simili a quella precedente, si erano strette attorno ai polsi e si erano mosse per fare in modo che la fanciulla rimanesse con le braccia spalancate e il seno in bella vista.

"Voglio vederti Y/N. Non ti devi vergognare, sei bellissima. Quindi smettila di coprirti, altrimenti ci dovrò pensare io." Jimin sorrise e agitò il braccio, fili verdi si attorcigliarono attorno ad esso formando una trama intricata.

Y/N non capì da dove provenissero ma evidentemente i poteri di Jimin potevano fargli fare questo e forse anche molto altro.
Quando un'espressione sofferente comparve sul volto di Y/N, Jimin capì che la presa delle sue piante sugli esili polsi di quest'ultima era troppo stretta.
Con un battito di ciglia Jimin le fece sparire, le braccia di Y/N adesso erano libere ma il biondo non la fece attendere molto poiché si trovava già sopra di lei.

Egli baciò Y/N di nuovo, più dolcemente rispetto a prima.
Le labbra si muovevano morbide e soffici sopra quelle della ragazza, la lingua leccò il labbro inferiore, dopodiché Jimin cominciò a tempestare di baci la mascella, il collo e la clavicola della ragazza che sentì il suo petto scaldarsi nel ricevere quelle effusioni così dolci.

"Sei così sensibile..." Jimin mormorò, baciò ancora Y/N e si soffermò ad annusare il profumo dolce della ragazza.

Il biondo affondò il naso nel suo collo e sfregò le labbra sulla pelle, la mano scese piano piano e le dita giocherellarono con l'elastico degli slip.
Y/N sobbalzò non appena sentì la mano di Jimin vicina in quel punto, strinse le cosce in segno di difesa.

"Y/N... sei ancora sicura. Vero?" Jimin chiese premurosamente.

Voleva farsi quell'umana fin dalla prima volta in cui l'aveva vista.
L'aveva trovata dannatamente carina, attraente, eccitante... il suo profumo puro e mieloso inondava le sue narici, quindi Jimin non vedeva l'ora di godersi appieno il corpo di Y/N.
Ma la ragazza era vergine, e per quanto lui desiderasse soddisfare i propri desideri carnali, non voleva forzare la più piccola. Lei doveva essere d'accordo con questo, non si sarebbe mai approfittato di quella piccola umana contro la sua volontà.

"Perché continui a chiedermelo?" Y/N sussurrò, Jimin sorrise.

"Perché voglio che tu sia sicura."

"Lo sono."

"Se lo sei allora allarga le gambe, o devo pensarci io anche a questo?"

Y/N aprì immediatamente le gambe, Jimin scoppiò a ridere per la velocità con cui gli aveva dato ascolto.
Gli occhi di Jimin brillarono ancora, fili verdi spuntarono dai bordi del letto e sotto lo sguardo stranito della ragazza, questi si legarono attorno alle mutandine. Con una lentezza quasi assediante, gli slip vennero abbassati e l'intimità di Y/N piano piano fece la sua comparsa davanti agli occhi affamati di Jimin.

"Non farlo." Il biondo ringhiò, aveva visto la ragazza muovere le gambe sotto di lui e Jimin aveva già compreso che stava per serrare le cosce.

"Dai Y/N fai la brava... volevo essere dolce, ma se continui così dovrò legarti. E tu vuoi questo? Vuoi che le mie piante ti soffochino su questo letto?"

Y/N sgranò gli occhi, percepì un filo spesso circondare le sue caviglie, i polsi e il collo.
La presa sugli arti non era stretta ma la pianta che circondava il collo faceva sempre più pressione, togliendo così il respiro alla giovane che ansimò alla ricerca d'aria.

"Chissà... magari così potrebbe piacerti di più." Jimin sogghignò, si chinò e le sue labbra sfiorarono l'orecchio della ragazza.

"Sono quelle più tranquille ad essere le più porche, in camera da letto." Il biondo sussurrò, dopodiché baciò il punto che si trovava sotto il lobo.

Y/N singhiozzò, sentì l'eccitazione in mezzo alle cosce crescere sempre di più, come cresceva anche la presa sul suo collo.
La sua vista iniziava ad essere annebbiata e non capì se fosse per la mancanza d'aria, o per la sensazione di piacere che avvertì quando le dita del folletto cominciarono a toccare e punzecchiare le labbra della sua apertura.

Le dita piccole ma esperte di Jimin giocarono con la fessura di Y/N; il biondo sorrise compiaciuto nel constatare quanto l'umana fosse già bagnata e pronta per lui.
L'indice faceva su e giù lungo la figa calda di Y/N, il dito era intinto dei suoi umori che cosparse su tutta la fessura.
Il maschio si soffermò a giocare con il clitoride, lo stimolò strofinando dei cerchi attorno alla rossa e gonfia perla, con il pollice la premette facendo miagolare Y/N che si contorse sotto il suo corpo.

"Ti piace quando ti tocco qui?" Jimin ridacchiò divertito e premette con più forza il clitoride, Y/N gemette, la sua intimità stava andando a fuoco.

Il biondo si mise il dito in bocca per assaggiare il sapore della ragazza, chiuse gli occhi gustando il nettare dolce di Y/N che invase la sua lingua.
Y/N osservò rapita i movimenti del folletto e arrossì vergognosamente quando capì cosa avesse appena fatto.

"Così dolce..." Jimin fece le fusa, si spostò più indietro e si piegò, il suo viso ora era accostato all'intimità bruciante di Y/N.

Y/N non ebbe il tempo di sospirare che la lingua di Jimin si scontrò con il clitoride eretto.

"Oddio-"

"Te lo avevo detto che ti avrei fatto dire quella parola più volte, oggi." Jimin sghignazzò e leccò il bocciolo infuocato ancora una volta.

Il muscolo caldo di Jimin accarezzò ripetutamente l'intimità di Y/N, la leccò gustando i succhi della sua eccitazione, la lingua bagnava le labbra e la fessura e arrivava al clitoride che Jimin succhiava con fervore.

"Oddio oddio oddio-" Y/N sibilò a denti stretti, chiuse gli occhi per il piacere che stava interamente attraversando il suo corpo, polsi e caviglie erano ancora bloccati da spessi fili verdi, il collo era sempre stretto da quella stessa pianta che sotto ordine di Jimin però, aveva allentato la presa.

La più bassa avrebbe tanto voluto affondare le mani nei capelli biondi e verdi del folletto, sembravano così morbidi e soffici al tatto, ma era bloccata e si ritrovò ad ansimare frustrata per le attenzioni che Jimin le stava donando con la lingua.
Dopo averla leccata a suo piacimento, Jimin sputò sull'intimità pulsante e a Y/N si mozzò il respiro.

"Ti devo allungare un po' tesoro, altrimenti non sarai in grado di prendere il mio cazzo." Jimin sorrise.

Rapidamente con le falangi lubrificò la figa di Y/N con la saliva, e con lo stesso dito bagnato penetrò poco a poco il buco stretto della fanciulla che gemette sofferente.

"Jimin... brucia..." Y/N ansimò con labbro tremante.

"Cazzo hai una figa così piccola e stretta... dovrò allungarla per bene, potrei romperla." Jimin grugnì infervorato e lentamente mosse avanti e indietro il dito non ancora inserito del tutto.

"So che brucia Y/N... cerca di rilassarti." Lo sguardo di Jimin così eccitato e colmo di lussuria si addolcì, gli dispiaceva vedere l'espressione intrisa di sofferenza stampata sul faccino della sua graziosa umana.

Jimin avvicinò il viso al calore di Y/N e sputò ancora, usò la saliva per facilitare l'ingresso del suo dito nell'intimità della ragazza.
Il biondo azzardò, provò ad inserire un secondo dito senza però penetrarla fino in fondo, quel ruolo toccava unicamente al suo membro.

"Quando passerà il bruciore?" Y/N domandò dolorante, le lacrime si formarono agli angoli degli occhi.

"Quando comincerai a rilassarti." Jimin rispose, sbloccò caviglie e polsi facendo sparire i verdi arbusti che intrappolavano Y/N, sperando così che la giovane riuscisse a rilassarsi un po' di più.

Jimin pompò le dita all'interno di Y/N, mosse la mano abilmente e i succhi della ragazza la bagnarono da tanto che colavano copiosamente.
Il maschio sentì che le pareti dell'intimità poco a poco si allargarono e sorrise soddisfatto.

"Direi che ci siamo." Jimin sussurrò, raddrizzò la schiena e si preparò per possedere l'umana che tanto aveva desiderato in quegli ultimi giorni.

Y/N vide per l'ennesima volta gli occhi verdi del folletto scintillare luminosamente; la ragazza si guardò attorno, pronta nel veder comparire nuovamente piante o arbusti che avrebbero dovuto avere il compito di tenerla ferma a letto.
E invece no.
Y/N non stava osservando nel punto giusto.

Le foglie che poco prima coprivano il membro di Jimin sparirono; la lunghezza si innalzò rigogliosa, la punta quasi colpì il fondo dello stomaco da tanto che il folletto era eccitato.
Quando Y/N se ne accorse si sentì spaventata ma anche infervorata; non solo il membro di Jimin era grosso e quindi aveva seriamente paura che avrebbe potuto romperla, ma le venature sparse su tutta l'asta erano spesse, grandi e verdi. Verdi come quei fili che poco prima la tenevano legata al materasso.

"Non fare quella faccia piccola... pensa, potrei far apparire anche delle spine, ma non lo farò. Ho promesso che sarei stato dolce con te." Jimin rise arrogantemente, Y/N deglutì.

"Magari la prossima volta." Il biondo sussurrò subito dopo e alla più bassa si accese un campanello d'allarme nella testa.

"La prossima volta? Avevi detto che sarebbe stata solo-" La voce di Y/N si fermò quando avvertì la punta grossa e rigida di Jimin, premere contro l'apertura della sua intimità.

Jimin penetrò lentamente Y/N, il membro entrò piano e allungò ancor di più le pareti strette della ragazza che osservò con occhi sbarrati la lunghezza del biondo che veniva risucchiata disperatamente dalla sua figa.
La bocca era spalancata ma non usciva alcun suono, il dolore era tanto e le lacrime cominciarono a scendere e bagnare le guance accaldate di Y/N, ma non poteva negare di essere eccitata e di sentire quel piacere che albergava nel suo basso ventre.

Le dita di Jimin stimolarono ancora il clitoride, volendo concentrare di più il piacere in quel punto che il dolore per la grossa penetrazione.
L'indice stimolava il bottoncino gonfio in continuazione e i fianchi cominciarono a muoversi.
I verdi arbusti comparirono ancora poiché Y/N si stava muovendo troppo; in meno di un secondo la fanciulla si ritrovò con i polsi e le caviglie bloccati.

"Ti muovi troppo amore, scusa." Jimin sorrise alzando le spalle e mosse il bacino, i fianchi si scontrarono con quelli della giovane, il membro penetrava l'intimità calda di lei sempre più a fondo.
Jimin si chinò, Y/N pensava volesse baciarla e invece dovette ricredersi.

"Vuoi vedere una cosa figa?" Jimin domandò malizioso.

"Co- cosa?" Y/N balbettò con tono ansante, era già tanto che fosse riuscita a rispondergli con il suo cazzo sepolto dentro di sé.

Il biondo aprì la bocca e tirò fuori la lingua. Solo quella visuale fece stringere l'intimità di Y/N attorno al membro di Jimin e quest'ultimo lo sentì distintamente, difatti rise per questo.
Ma non voleva mostrare a Y/N solo la sua lingua; all'improvviso qualcosa comparve sulla punta, qualcosa di bianco. La ragazza assottigliò gli occhi confusa, chiedendosi dentro di sé se ci stesse vedendo bene o se l'immaginazione le stesse giocando brutti scherzi.

Y/N sbatté le palpebre più volte.
Un fiore.
Un piccolo fiore dai petali bianchi e appuntiti era nato sulla punta della lingua di Jimin.
Lingua che si abbassò per stuzzicare i capezzoli della ragazza.

"Cazzo-" Y/N ansimò, quel piccolo fiore aveva i petali duri, era freddo, sembrava che il folletto avesse un piercing sulla lingua.

Ma la sensazione di quella cosa magica, estranea, apparentemente delicata ma in realtà dura come il ferro torturò i capezzoli della femmina rendendoli ancor più eretti e turgidi.
I petali duri sfregarono contro le due gemme rosse, le sensazioni che stava percependo Y/N erano infinite.
Piagnucolava in preda alla goduria, il membro di Jimin continuava a fotterla con decisione, le dita strofinavano e premevano il clitoride. La lingua non faceva altro che aumentare l'eccitazione della ragazza e avvicinarla al suo primo orgasmo.

"Ti rendi conto che dopo, sarò ancor più potente grazie a te. Vero?" Jimin ansimò, i fianchi sbattevano con forza e il suono dei loro corpi che si univano echeggiava nella stanza.

Y/N annuì distrattamente, era stanca e sudata, non sentiva più le gambe e le braccia, sentiva solo tutta la lunghezza del cazzo di Jimin che l'apriva in due.
Quindi qualsiasi cosa avrebbe detto il biondo, lei avrebbe solamente annuito.
Jimin rise intenerito e propose a Y/N una cosa che catturò totalmente la sua attenzione.

"Potrei farti diventare come me." Jimin mormorò con voce roca, Y/N strabuzzò gli occhi.

"Co- cosa?"

"Potrei tenerti legata a me... per sempre." Jimin sussurrò all'orecchio della ragazza, che con gli occhi lucidi si morse il lato interno della guancia, incredula per le parole del più alto.

"Ma avevi detto che- io e te... solo una volta dovevamo-" Y/N faceva fatica a parlare, la lunghezza di Jimin continuava a perforarla senza pietà, colpendo i punti giusti e facendole vedere le stelle.

"Lo so quello che ho detto, ma mi piaci molto Y/N." Il biondo sorrise, roteò i fianchi e colpì quel punto sensibile che fece urlare di piacere la fanciulla.

Le dita del folletto si concentrarono sui capezzoli, con il pollice e l'indice disegnò freneticamente dei cerchi attorno ai bottoncini gonfi, dopodiché li tirò, Y/N urlò ancor di più.
Gli arbusti verdi si mossero, la presa sui polsi e le caviglie divenne più stretta, un ramo verde spesso ed elastico, simile ad una corda circondò nuovamente il collo della ragazza facendola soffocare.

In un primo momento Y/N si impaurì, quella sensazione di soffocamento era estranea per lei e il timore che Jimin le togliesse il respiro del tutto le aveva sfiorato la mente.
Ma le parole dolci e rassicuranti del maschio la calmarono, e non appena lei raggiunse l'orgasmo tanto desiderato da entrambi, Jimin fu svelto a rimuovere tutti gli arbusti che tenevano bloccato il corpo della più piccola.

Gli occhi verdi luccicarono ancora, il biondo premette le mani sul ventre di Y/N, fece una leggera pressione e una fioca luce verde comparve sotto i palmi.
Y/N non riuscì a notarla, troppo presa dall'orgasmo che stava cavalcando, la sua vista era sfocata e al posto del bel viso di Jimin vide solo un'esplosione di puntini bianchi che non le fecero capire più niente.

Jimin risucchiò l'orgasmo della fanciulla dentro di sé, sentì la sua energia fortificarsi, divenire più intensa e i suoi poteri crescere maggiormente.
Subito dopo fece uscire il membro e si riversò sullo stomaco di Y/N che esausta abbassò lo sguardo, notò che lo sperma del biondo era diverso da quello umano, era innaturalmente verde come i suoi occhi.
Il maschio si piegò, posizionò la testa tra le cosce della ragazza e leccò via ogni singola goccia del nettare che stava colando, sporcando anche la coperta stropicciata sotto il corpo di Y/N.

"Oddio... Jimin no..." Y/N gemette stanca, la lingua di Jimin vorticò sul clitoride, sulle labbra della sua intimità abusata e anche dentro le pareti.

La sovrastimolazione era troppa per lei da reggere, con le mani tastò i capelli morbidi di Jimin per allontanare il suo viso ma quest'ultimo ringhiò.

"Per me è oro colato questo, lasciami finire." Sibilò il maschio, Y/N fece il broncio e chiuse gli occhi. Troppo stremata si addormentò con la lingua del folletto che girava famelica dentro di sé.

✧══════•❁❀❁•══════✧

Il mattino dopo Y/N si risvegliò direttamente nella sua stanza.
Si guardava attorno con occhi sgranati, chiedendosi mentalmente come ci fosse finita lì.

Jimin deve avermi riportata qua...
Y/N pensò, anche se si domandò come il folletto avesse scoperto il suo indirizzo.

Si sollevò con fatica dal letto, il dolore si manifestò in tutto il suo corpo, soprattutto in mezzo alle sue gambe.
La ragazza fissò il pigiama che aveva addosso, incredula che Jimin l'avesse pure cambiata.
Non riusciva a credere quanto fosse stato disponibile e gentile quel folletto, dato che all'inizio sembrava che lui volesse solamente scopare con lei per avere più potere.

Poi realizzò che non poteva sapere se Jimin avesse adempiuto al suo dovere: ovvero curare tutte le piante della signora Park che lei aveva involontariamente ucciso.
Y/N cercò il cellulare spaventata per vedere che ore fossero e quando vide che mancava poco a mezzogiorno trasalì; la signora sarebbe tornata a casa a momenti e lei non aveva neanche la certezza che il folletto avesse fatto ciò che avevano accordato.

Ho fatto sesso con lui, ha avuto quel che voleva quindi... deve averle curate. Me lo doveva.
Y/N pensò in preda al panico, cercava di autoconvincersi ma sapeva che se non lo avesse visto con i suoi occhi, difficilmente ci avrebbe creduto.

I minuti seguenti per Y/N furono una lenta tortura.
La ragazza camminava avanti e indietro nella sua stanza, più volte aveva pensato di recarsi a casa della signora Park ma aveva paura di arrivare proprio nel preciso momento in cui sarebbe tornata lei e sarebbe stato un po' imbarazzante, dato che la donna l'aveva pagata per andare a casa sua fino a ieri sera, quella mattina la presenza di Y/N nella sua casa sarebbe stata solo un grosso punto di domanda per l'anziana.

È sparito poi... voleva rendermi come lui. Perché dirmi quelle cose se poi è scomparso nel nulla?
Y/N disse dentro di sé, le sopracciglia erano aggrottate e lei era quasi offesa dal comportamento di Jimin.
Anche se troppo presa dal suo membro che la riempiva profondamente, la ragazza ricordava bene cosa le avesse detto il folletto.

Ma cosa mi aspettavo? È una creatura magica... avrà detto quelle cose solo per farmi sentire speciale e basta. Non può esserci assolutamente nulla.
Quelle parole abbassarono l'umore di Y/N che internamente si diede della stupida per aver anche solo pensato che potesse esserci qualcosa tra lei, e quella creatura apparentemente minuscola e dotata di poteri magici.

Lo squillo del telefono fece sobbalzare Y/N dallo spavento; la ragazza si affrettò per rispondere ma si bloccò non appena lesse che era proprio la signora Park, la persona che la stava chiamando.
Dopo aver emesso qualche grosso respiro, rispose.

"Dovresti venire qua. Immediatamente." La donna mormorò senza salutare o dire altro e chiuse subito la chiamata.
L'ansia per Y/N crebbe, un forte peso le strinse il petto; dal tono di voce sembrava che la signora Park fosse arrabbiata.

"Sicuro quel bastardo non ha fatto un cazzo per aiutarmi." Y/N strinse i denti agitata, certa che Jimin avesse solo approfittato del suo momento di debolezza senza fare nulla poi alle piante, contrariamente da quel che le aveva detto.

Si vestì in fretta e furia, non si era neanche lavata il viso o i denti, non aveva mangiato nulla, era troppo agitata per farlo.
Prese la metro per raggiungere la zona dove abitava la signora, e dopo essere scesa e aver camminato per un bel po' di metri, era finalmente giunta a destinazione.
Y/N deglutì impanicata, bussò alla porta rendendosi conto solo adesso di quanto stesse tremando.

Quando la porta si aprì, il cuore che batteva all'impazzata nel suo petto si calmò di colpo.
Il soggiorno era immerso nel verde più rigoglioso e acceso che avesse mai visto in vita sua; non solo, erano presenti anche molti fiori sulle piante, fiori completamente assenti alla partenza della signora Park.

"Y/N! Ma che magia hai fatto?" La donna abbracciò la giovane in preda alla felicità, un sorriso enorme era stampato sul viso.

"Io... io..." Y/N non sapeva cosa dire, avanzò lentamente dentro l'appartamento, lo sguardo era ancora fermo sulla moltitudine di piante piene di vita e colori.

"È incredibile! Non solo sono perfette sotto ogni aspetto, alcune hanno fatto anche i fiori! Fiori che io non avevo ancora mai visto!" La signora Park esclamò emozionata.

"Se dovrò partire di nuovo ti contatterò più che volentieri, hai fatto un lavoro meraviglioso!" La donna più grande sorrise contenta e lasciò Y/N un attimo sola in salotto per andare a prendere i soldi per pagarla.

Y/N nell'attesa accarezzò Suga che era rimasto sdraiato nella sua comoda cuccetta e dopo essersi rialzata osservò con attenzione ogni pianta.
Sorrise, lieta che Jimin avesse fatto ciò per cui si erano messi d'accordo.
Ma il sorriso sparì presto quando i suoi occhi si posarono sulla pianta piena di fiori bianchi, dimora del folletto.

La pianta era una delle poche a non avere i fiori; le foglie erano grandi e numerose, ma dei petali bianchi che la ragazza tanto aveva ammirato non c'era nemmeno l'ombra.
Y/N ricordava bene che nelle giornate scorse quella pianta era l'unica ad avere così tanti fiori, era proprio per questo motivo che aveva attirato la sua attenzione.
La fanciulla si avvicinò, guardò nei punti più nascosti; stava volutamente cercando il folletto.
Voleva salutarlo almeno un'ultima volta, avrebbe voluto ringraziarlo ma o Jimin si stava nascondendo bene, o in mezzo a quelle foglie non era nascosta nessuna creatura magica.

"Con quella pianta non potevi fare nessuna magia." La signora Park ridacchiò, ottenendo però solo uno sguardo confuso dalla più bassa.

"In che senso?"

"Quella pianta difficilmente fa i fiori... e quando l'ho presa ero consapevole che non li avrebbe mai fatti perché ha bisogno del suo habitat naturale. I suoi fiorellini gialli non vedranno mai la luce."

"Fiori gialli?" Y/N ripeté incredula, il suo respiro si era bloccato.

"Fa dei fiori gialli piccolissimi... fiori che so, non vedrò mai. Però guardala, è bellissima così com'è." La donna sospirò con occhi innamorati, non notò lo stupore che prese possesso del volto di Y/N.

"Ne è certa che i fiori siano piccoli e gialli?"

"Certissima tesoro."

"Ma io... avevo visto dei fiori bianchi..." Y/N sussurrò, si girò di nuovo verso la pianta per vedere se avesse sbagliato ma non poteva sbagliarsi, era proprio quella la pianta dove aveva visto Jimin la prima volta.

"Penso tu ti sia confusa tesoro, ma è normale... ci sono tante piante qui."

Non mi sono confusa.
Y/N disse dentro di sé con decisione, era sicura al 100% che la pianta di Jimin fosse proprio quella.

"Ti ho voluto fare anche un piccolo regalino, dato che sei stata così gentile da prenderti cura di Suga, e dei miei tanti tesori." La signora Park sorrise dolcemente a Y/N, e dopo averle dato la busta con i soldi dentro, le allungò anche una piccola piantina grassa.

"Oh... non doveva signora Park. La ringrazio tanto." Y/N sorrise grata, trovò la piantina davvero adorabile.

Le due si salutarono, e prima che Y/N uscisse definitivamente dall'appartamento guardò ancora una volta quel punto.
Non sapeva nemmeno lei cosa si aspettava, ma una parte nascosta di sé sperava fortemente di rivedere Jimin.
Ma il folletto non si fece vedere per niente e Y/N uscì da quella porta, amareggiata.

✧══════•❁❀❁•══════✧

I giorni trascorsero, Y/N aveva ricominciato a cercare un lavoro, sperando di trovarne uno più duraturo dell'ultimo. La sua vita aveva ripreso a scorrere con la solita e lenta monotonia di sempre.
Ma il ricordo di Jimin nella mente della ragazza era più vivido che mai.

Quelle sfere verdi così ipnotiche, così vibranti e ammalianti... ogni volta che Y/N chiudeva gli occhi il sorriso malizioso ma anche dolce del folletto si presentava davanti a sé.
Non avrebbe mai scordato la sensazione di quegli arbusti magici che la tenevano legata al letto, o di quello che le stringeva il collo, soffocandola.
I segni sulla pelle non erano rimasti, sembrava fosse stato tutto solo un bel sogno spinto, invece Y/N sapeva che era tutto reale.

E la conferma di quella magica realtà la illuminò una sera, quando tornò a casa e vide un solo, singolo e minuscolo fiore bianco sulla piantina grassa che le aveva regalato settimane prima la signora Park.
Osservò con attenzione quel fiore delicato, le parole della donna anziana si ripeterono nella sua testa.

"Signora Park, i fiori di questa pianta invece di che colore sono?"

"Se te ne prenderai cura, cosa che immagino farai benissimo, questa pianta ti regalerà dei bellissimi fiorellini lilla."

Y/N sorrise, quel piccolo fiore bianco dai petali appuntiti le riportava alla mente delle immagini tutt'altro che caste.
La ragazza sentì formicolare quel punto preciso che si trovava in mezzo alle sue gambe, al solo ricordo il viso si scaldò.

E il battito del cuore accelerò non appena due grandi braccia la avvolsero da dietro, circondando la sua vita e facendo così premere la sua schiena contro un solido ma caldo corpo.
Y/N chinò lo sguardo, il sorriso si ingrandì alla vista delle braccia delineate da sottili ma spessi fili verdi, che si attorcigliavano attorno alle dita, ai polsi e agli avambracci, aderendo perfettamente alla pelle pallida.
Il mento si appoggiò sulla spalla della più bassa, le labbra carnose e soffici sfiorarono il suo orecchio.

"Ti sono mancato amore?"

Y/N non immaginava che Jimin fosse tornato per stare assieme a lei, per sempre.

Ma non poteva nemmeno immaginare che oltre che dare vita alle piante, il furbo folletto aveva anche il potere di toglierla.










~ Angolo Autrice ~

Eccoci qua!
Come avrete notato, ho giocato molto con la fantasia questa volta.
Premetto che non ci capisco molto di botanica, e nelle altre opere che ho visto in passato i folletti non hanno tutti questi poteri magici... in questa OS volevo che Jimin fosse un folletto molto particolare e potente, come dice lui stesso nel corso della storia.

Spero davvero che Greenery vi sia piaciuta, ci lavoravo da parecchi giorni, avevo pure fermato gli aggiornamenti di FB e BFL per poter scrivere questa OS.🙈

Sono anche impazzita per cercare il nome, volevo qualcosa di originale, e alla fine dopo tanto pensare ho optato per la parola Greenery, che significa vegetazione.

Devo ringraziare la mia migliore amica perché è lei che mi ha dato la giusta ispirazione per scrivere questa OS.
Dovete sapere che settimane fa doveva prendersi cura delle piante della suocera, invece in tre giorni le ha fatte seccare.😂
Quando me lo ha raccontato le rotelle hanno cominciato a girare nella mia testa, ho immaginato un piccolo folletto che abitava in mezzo a quelle piante e saltava fuori solo per rimproverarla... da qui, è nata Greenery.

Queste due foto hanno un po' aiutato la mia fantasia... notare il fiorellino all'orecchio, che nella storia Jimin tocca per diventare di dimensioni umane. E il fiore in bocca, che durante la scena smut Jimin fa crescere sulla punta della lingua. Ovviamente nella storia il fiorellino bianco è molto più piccolo rispetto a quella margherita.

Fatemi sapere con un voto e/o un commento se la OS vi è piaciuta.✨

Ancora tanti auguri di buon compleanno al nostro unico e solo Park Jimin! 🥳🌼💛

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