Un Nuovo Piano?
«dannazione.» ringhiò Peter stringendo i pugni. Avrebbe voluto distruggere ciò che lo circondava, affondare il pugnale nel petto di Killian e vederlo soffrire di una morte lunga e dolorosa.
«papà» lo richiamò una vocina, facendolo girare. Le due piccole bionde, le sue figlie lo guardavano incuriosite.
«dov'è mamma?»
Il ragazzo tremò a quella domanda, e poi andò verso di loro con esitazione. Le strinse in una specie di abbraccio, dove le piccole si aggrapparono alle sue gambe.
«papà?»
«bambine io- sta bene, lei sa sopravvivere, sopravvive sempre, è forte»
Disse cercando di convincere se stesso, era sicuro che fosse così, ma come biasimare Peter, qualunque persona anche conoscendo la persona più forte del mondo si sarebbe preoccupata.
Fece uscire le bambine dall'edificio e andarono al Granny's accanto alla torre dell'orologio.
Il campanello suonò alla loro entrata, per un attimo quel lieve suono fece ricordare a Peter di non star sognando, non era su un letto di foglie ignaro di avere due figlie, non era sull'isola dove la mattina quel cinguettio degli uccellini lasciava spazio ad una strana familiarità nel suo cuore. No, era a Storybroke, più sveglio che mai, l'ira comandava il suo respiro e gli occhi erano così scattanti che sembravano quelli di un felino, era lì come un comune mortale, non tanto mortale, in un bar con le sue figlie che avrebbe protetto al costo della sua stessa vita.
Prese in braccio Belle appoggiandola poi seduta sullo sgambello del ripiano del Granny's, nel mentre Neve era salita con un semplice salto sullo sgabello.
Peter si sedette al centro appoggiando i gomiti sul ripiano mettendosi la testa fra le mani.
«lunga giornata?» chiese la voce di Granny, l'anziana signora, mentre asciugava un bicchiere.
«qualcosa di molto forte per favore» chiese Peter senza togliere il viso dai palmi delle mani, mentre la vecchietta gli si avvicinò
«non credo sia una buona idea bere davanti alle bambine, intendiamoci non è acqua è alcol»
«ho scoperto solo un giorno fa di essere padre, e per quanto voglia prendermi le mie responsabilità e difendere la mia prole con la mia stessa vita, credo che in questo momento l'unica cosa in grado di farmi rilassare sia proprio uno di quei bei bicchierini che stai lucidando come se fossero parte di un'armatura» fu lui questa volta ad avvicinarsi a lei
«quindi, ripeto, un bicchiere di quello, per favore»
Sibillò con uno strano sorriso in viso, tutt'altro che calmo.
Prese un profondo respiro e guardò le bambine che stavano nel frattempo facendo degli aeroplanini con i tovaglioli sul ripiano. Sorrise e visto che Neve ne aveva fatti numerosi in poco tempo, ne prese uno.
«no è mio!» cercò di dire la bambina,voleva ciò che era di sua proprietà, una cosa di famiglia a quanto pare
Il ragazzo dai capelli biondo cenere si portò un dito alle labbra come segno di silenzio, facendo un sorriso dolcissimo.
Lo sguardo di Neve,e ormai anche quello di Belle era sull'aereoplanino che Peter teneva nel palmo della mano destra, su cui leggermente soffiò ed esso prese il volo.
L'anziana signora tornò con il bicchiere da lui richiesto, egli lo prese e lo guardò.
«dovrebbe distrarle per un pò» si portò il bicchiere alle labbra e il contenuto gli fece bruciare la gola
«avevo detto qualcosa di forte, non acido»
«ragazzino non si può avere tutti quello che si vuole, e poi è brandy non acido» da lì capì che quel l'insolente dell'anziana signora aveva fatto apposta a prendere quello più forte di tutti,e chissà magari gli avrà aggiunto qualcosa in più.
Apparte tutto però, Peter riuscì a rilassarsi, prese un altro profondo respiro.
Tese lo sguardo verso uno dei divanetti in pelle e si alzò dallo sgabello, poi con sguardo da persona potente si sedette davanti al proprietario momentaneo di quel posto.
«ci si rivede Eric, niente pesci da affettare?»
«cosa vuoi Pan?»
Peter rise
«le notizie in questa cittadina girano veloci soprattutto fra pirati»
«non sono un pirata, ma un marinaio»
«si» abbassò lo sguardo con sorriso di scherno «ma lavori attorno a questo tipo di persone, hai certamente preso un loro comportamento, e poi ti correggo eri il capitano di una nave, anzi di una flotta di navi, sei un principe suvvia!» alzò le braccia teatralmente
«cosa vuoi?»
«un passaggio sul lungo mare, e io ti manderò di persona la tua amata sirenetta» non finì di parlare che Eric lo interruppe,prendendolo per il colletto della camicia
«sai dov'è Ariel?Dimmelo!»
«e tu porta me e le mie figlie dove ti chiedo» sorrise
«dove?» chiese secco Eric
«la mia amata casa, l'isola che non c'è»
Il principe annuì prese il cappotto dallo schienale del divanetto e informò Peter che la nave si trovava davanti alla pescheria al porto.
Peter prese le bambine con se, una aggrappata nella mano sinistra, l'altra nella destra.
Il vento non era forte, era un specie di piacevole carezza sui loro volti. Arrivati davanti alla nave bianca di vecchia tinteggiatura fece attraversare ad una e poi l'altra l'asse di legno che divideva il ponte del porto dalla nave.
Era passata una buona mezz'ora e Peter aveva messo le bambine nelle mache sotto coperta, stava per andarsene e spegnerenla lampada quando Neve gli prese il polso
«capitan uncino, non è cattivo» iniziò «solamente... È triste come cosa sai papà?» sospiró battendo leggermente le mani sulle ginocchia.
«Sin da piccolo è cresciuto con suo fratello dopo che suo padre li aveva venduti come servi ad un comandante di una nave. Non ha avuto amore di una madre, tantomeno paterno. Aveva solo suo fratello. E gli è stato strappato anche lui, è solo. La solitudine è la cosa più orribile che possa capitare ad una persona. Ho visto mamma piangere la notte, sentivo i suoi singhiozzi, sussurrava il tuo nome, le mancavi. Nessuno può colmare l'assenza della persona che ami.»
Disse Neve, era la solita bambina silenziosa, osservatrice. Conosce i punti deboli delle persone solamente guardando i loro movimenti.
«hai ragione. Ma ha la mamma, potrebbe farle del male»
«captan Uncino è come mamma, se noti ha vissuto le stesse situazioni, hanno lo stesso carattere in fondo. Sono entrambi feriti. Nessuno farebbe del male ad una persona che lo capisce a pieno, anzi.»
«quindi mia cara genietta che vorresti fare?» disse sarcasticamente mettendole una mano sulla testa. La ragazzina sbuffò sorridendo
«salveremo entrambi» disse Neve
«aspetta un momento, perché parli al plurale?»
Belle saltò sulla maca attirando l'attenzione su di lei.
«ti aiuteremo ovvio, salveremo la mamma e i bimbi sperduti» disse gioiosa, alzando un pugno in aria
«no, non c'è un noi, è troppo pericoloso»
«ti dobbiamo ricordare che ti abbiamo salvato papà?» chiese Belle
«già» annuì Neve
Peter sbuffò sorridendo, dopo aver dato veramente, questa volta, la buonanotte alle bambine andò sopra. Si stese sul pavimento di legno e guardò le stelle.
«le stelle mi ricordano te.»
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