Kaytlin
Sull'isola vivevano Peter, i bimbi sperduti, i pirati, le sirene e altre creature magiche, quest'ultime per la punto non sono esseri umani. E allora com'era possibile che il grande Peter Pan si fosse lasciato sfuggire una piccola macchia, lui che è così attento ad ogni sua azione, ad ogni dettaglio, com'era possibile che quei occhi verde acqua scintillanti sotto la sottile luce lunare, gli fossero sfuggiti?
Era anche vero che quei movimenti leggeri e quasi indecifrabili fossero inudibili, che la presenza di questo essere era così silenziosa da non destare sospetti.
Peter si era molte volte ritrovato a riflettere sul come fossero scomparse delle provviste dall'accampamento, e ancora se lo chiede.
Una chioma corvina, capelli ondulati e un viso latteo, non erano il presunto ladro che Peter si aspettarebbe, ma ovviamente il destino è imprevedibile.
Kaytlin, questo era il suo nome, una piccola figura forte e semplicemente imbattibile, ha sofferto molto nel corso della sua vita. È arrivata sul punto da non fidarsi più di nessuno, nemmeno di se stessa, e quando era arrivata la sua ancora, la sua migliore amica Aislin tutto era stato migliore, un mondo migliore, si erano promesse di combattere al fianco dell'altra, e ogni volta che piangeva anche, secondo lei, per le cose più stupide, Isabell la faceva sentire importante e non per farla contenta ma perché lei lo pensava veramente.
La loro vita era monotona, apparte i vari attacchi dei bimbi sperduti, avevano fatto un patto con i pirati, se le due guarriere avessero difeso la nave di Capitan Uncino, i pirati avrebbero dato loro un riparo se si fossero ridotte alla fuga.
Aislin era una ragazza schietta e sicura di quello che diceva, ancora oggi se Kaytlin ripensa al momento in cui Aislin ci stava provando con un indiano, sorride.
Una notte però qualcosa fece saltare l'accampamento, dove c'era Aislin.
Kaytlin quella sera stava tornando dal lago delle sirene, aveva saccheggiato delle provviste dai magazzini degli indiani.
Era sempre stato difficile orientarsi dentro la foresta oscura, l'unica cosa che ti aiutava era la torcia, o magari delle piante che caratterizzavano quel preciso territorio. Però non si sa come Kaytlin ebbe l'istinto di correre verso una direzione, una volata di cenere la attraversò e gli occhi le divennero rossi. Corse con le braccia in avanti, la fuliggine si alzava, cocci di legno danzare nell'aria ancora in fiamme. L'accampamento era ricoperto da una forte nebbia di fumo e la luce proveniente dal fuoco danzava sulle tende. Si sentiva il legno bruciare. Nemmeno un lamento. Nulla.
Fu in quel momento che la mora cadde sulle ginocchia, lo sguardo perso e la bocca semi-aperta. Appena i pirati vennero a sapere della morte di Aislin, annullarono il patto convinti che Kaytlin sola non sarebbe riuscita a proteggere la nave. Cosa ovviamente stupida da pensare. Visto che non si era mai visto un'arciere più bravo di lei.
In tutto ciò Peter era ritornato alla nave andando sotto coperta per controllare che le bambine stessero bene, poi avvisò allo stupido marinaio di salvaguardare le giovani bimbe ricordandogli che se si fosse messo contro di lui l'avrebbe fatto in pottiglia. Si munì di una spada e un borsone al quanto rovinato, e partì al volo verso la radura.
Vicino alla radura era presente un lago, un bellissimo lago cristallino dove (prima dell'arrivo dei bucanieri) vivevano specie di pesci nemmeno esistenti nel mondo terreno. Tra verde acqua e gialli!
Poi il tutto era circondato da grandi alberi appariscenti come se avessero lanciato addosso loro dei brillantini.
Era anche uno dei luoghi, rammentò Peter, dove aveva dei piccoli magazzini di semi e frutta secca fatti apposta per le emergenze. Era per quello che Katie e Felix stavano andando lì, doveva essere così.
Katie arrivò come da piano, con passo incerto e alla fine si girò dietro per assicurarsi che Felix fosse con lei.
Si misero a parlare, Peter non capì bene di cosa, ma doveva c'entrare ovviamente con la scorta di provviste.
Si avvicinò per sentire qualcosa, come punto di partenza, ma un ramoscello si ruppe. Ciò fece alzare l'attenzione di Katie e Felix che dopo essersi guardati, corsero indietro.
Tutto invano, perfetto, si ripeteva Peter con una grande nota di sarcasmo. La sua opportunità era svanita in un millesimo di secondo solo perché per una volta aveva cercato di essere meno se stesso nel origliare qualcuno.
Rassegnato Peter tornò alla nave, controllò le bambine che stavano già dormendo nelle brande e si coricò.
La sera dopo tornò nell'esatto punto della sera precedente,più vicino al lago. Era una notte senza nuvole, e la luna era la protagonista più luminosa da anni sembrava pronta per dare spettacolo a qualcosa di magico. Poi le lucciole e gli arrampicanti illuminescenti davano un tocco più che magico.
Ed eccola lì, con le ginnochia al petto a guardare l'orizzonte come se lo spettacolo fosse quello che aveva davanti e non lei stessa. Le sue ciocche brillavano per la luce lunare e i suoi occhi erano la cosa più bella che Peter avesse visto da anni a questa parte.
Desiderava più di ogni altra cosa poterle parlare, baciarla, abbracciarla, tenerle il volto con le sue mani e accarezzare quel suo viso latteo da ragazza che ne ha passate tante. Far capire che era lì per lei. Per loro.
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