Nel Nome del Padre - Introduzione
𝐍𝐞𝐥 𝐍𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐝𝐫𝐞
𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Il mondo equoreo di Caladan è il luogo dove regna da secoli la casata degli Atréides.
In un paesaggio che rievoca l'Irlanda o le terre alte e i fiordi di Scozia, in una fredda mattina, il duca Leto, il Giusto, cammina tra le tombe dei suoi avi in compagnia del giovane figlio, Paul, immerso con lui in un denso dialogo di politica e d'affetti. I grandi sarcofagi di pietra incisa evidenziano l'antichità della nobile Casa. Le molte tombe disegnate sul modello tipico romano, romanico e medievale, istoriate con bassorilievi dal gusto norreno e al tempo stesso rievocante la Grecia arcaica degli Achei, mostrano figure di guerrieri combattenti. Un profumo di epicità antica e solenne simile all'incenso, si leva da quelle immagini scolpite sulla scabra pietra grigia, destinate a durare per millenni ancora sotto le incessanti piogge e i freddi venti del pianeta.
Presto tutto questo non sarà che un ricordo bruciante, riarso dai venti ignei di Arrakis.
Grandi pannelli scolpiti a bassorilievo decorano i muri e gli interni della rocca del pianeta deserto, essi mostrano i giganteschi vermi del deserto gli Shai Hulud, le cui spire si avvolgono in sinuose curve che li rendono simili a draghi misteriosi e divini nella loro incomprensibile alienità. La stessa città fortificata di Arrakeen, circondata da un'impenetrabile catena montuosa, ci appare come una Ur dei Caldei, una Babilonia degna di Dario e forse simile a un Città del Cairo medievale, con bastioni e ziggurat.
– Qui sono e qui rimango – un ultimo alito di vita e di morte esala dalle labbra livide di un condannato.
In questo mondo così lontano da quello natale, arido, spietato e impossibile, troverà la morte il duca Rosso, Leto Atréides, per un crudele destino e per un disperato tradimento.
Il corpo del duca giace supino e denudato, come da antica usanza riservata ai prigionieri di guerra. Privato della sua dignità regale, immobile nelle luci radenti, caravaggesche, di una sala di Arrakeen in mano agli Harkonnen.
A colui che osserva si offre la scena del Cristo Morto di Andrea Mantegna; questa è la fine di Leto. Identica a quello scorcio ideato secoli fa dal grande pittore padovano e sofferente della stessa tragica solennità.
«Qui sono e qui rimango»
sussurrerà il duca prima di morire, sacrificandosi per la salvezza della sua amata Jessica e di suo figlio, entrambi in fuga tra le sabbie dell'immenso deserto.
𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐃𝐮𝐧𝐞
Imperium, governato dall'Imperatore Padishah.
Gilda Spaziale un'organizzazione con il monopolio dei viaggi spaziali a lunga distanza, grazie alle limitate capacità di prescienza dei suoi navigatori
il CHOAM (Combine Honnete Ober Advancer Merchantiles): un'organizzazione commerciale tentacolare che gestisce il commercio di tutti i prodotti alimentari dell'Imperium su scala galattica.
Le Grandi Casate di Landsraad: tutte le grandi famiglie nobili dell'Imperium e un contrappeso politico ai poteri dell'Imperatore.
Il Bene Gesserit: un ordine di insegnamento spirituale e specializzato, che cerca di creare per selezione genetica il Kwisatz Haderach , un superuomo capace di vedere il futuro e che coltiva la sua influenza politica all'interno di altre organizzazioni
Popolo Fremen abitanti del deserto delle dune.
Barone Vladimir Harkonnen: capo della Casa Harkonnen , nemico degli Atréides per questioni di predominio su Dune.
Duca Leto Atréides: capo della Casa Atréides.
Lady Jessica: concubina del duca Leto, madre di Paul. Sorella del Bene Gesserit.
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