𝐕𝐞𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨
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Per evitare di incontrare Jungkook, decisi di tornare al falò dove metà scuola era presente. Pur essendo al limite dell'ansia sociale, preferivo avere un attacco di panico piuttosto che dovergli parlare ancora.
Arrivando sul posto, rimasi sorpresa nel vedere che il mio migliore amico era solo. Ma lui lo fu più di me nel vedermi arrivare.
— Areum, non sei a letto.
— Beh, se sto qua vuol dire di no!
— Quello che intendevo è: perché non sei a letto a dormire?
— Non ho sonno. E tu perché sei qui da solo?
— Non saprei...
— Non dirmi che sei innamorato.
— Ma che diamine dic-
— Non di me. Parlo di Juna. Comunque, grazie per aver fatto il tifo per me questo pomeriggio. Se ero in testa, era anche grazie a te.
— Davvero? E no, non ho una cotta per Juna.
— Dimmi la verità Jimin.
— Areum...
— Stai forse cercando di dirmi che tutti quei sorrisi che vi scambiate non significano nulla?
— Ma quali sorrisi? Fra Juna e me c'è solo amicizia.
— Non ti credo. Sei innamorato perso di lei.
— No. non provo nulla per nessuno.
— E Jungkook?
— Che cosa stai insinuando?
Avevo dimenticato il fatto che non fu presente nel momento in cui la madre del ragazzo che mi piaceva messe in dubbio la sua eterosessualità.
— Niente, scherzavo. Andiamo a dormire, sono stanca.
— Io vorrei rimanere qui.
— Non era una domanda. Andiamo a letto! Ci alzammo entrambi per dirigerci verso la nostra tenda. E fu in quel momento che indovinai perché Jimin si era isolato. Ti manca tanto, vero?
— Ti ho già detto che non sono innamorato di Juna.
— Non parlo di lei, ma di tua madre. Ed immagino che sia veramente dura. Anche se non sono comparabile a lei, sappi che io ci sono.
— So di poter contare su di te Areum.
Una volta arrivati davanti alla nostra tenda, ripensai alla conversazione con Jungkook.
— Oddio Jimin, non ti ho neanche raccontato!
— Cosa?
— Jungkook mi è venuto a parlare.
— Ah, e cosa ti ha detto?
— Non lo so, non l'ho proprio ascoltato.
— Non hai ceduto, sono fiero di te.
— Anch'io.
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— Oggi che è l'ultimo giorno, ho previsto di farvi fare una caccia al tesoro. Ma prima di iniziare, dovrete disfare le tende.
Ce ne andammo tutti a fare il nostro dovere senza fiatare. Erano le nove del mattino, certi riuscivano a malapena a reggersi in piedi.
Io non facevo parte di quei certi ovviamente. Un buon futuro spetta solamente a quelli che si alzano presto. Se escludiamo il fatto che un buon futuro mi aspettasse a prescindere, io sono comunque una persona che si alza presto.
Essendo rapida ed efficace, Jimin ed io impiegammo meno di venti minuti a mettere tutto apposto e smontare la tenda, mentre agli altri ci vollero almeno quaranta minuti.
— Jimin! Sbrigati!
Io ero già completamente sveglia, ma lui no. Si mise a correre per raggiungermi al gazebo del prof, ma ebbe il malore di inciampare e di slogarsi una caviglia. Rimasi immobile ad aspettare che si alzasse, ma vedendo che era ancora a terra, realizzai che si era seriamente fatto male.
— Areum, mi sa proprio che non potrò fare la caccia al tesoro.
— Cos'è successo?
— Niente di super grave prof. Sono caduto e mi sono storto una caviglia.
— Ce la fai a poggiare il piede a terra? Chiese il prof mentre aiutavo il mio amico a rialzarsi.
— No.
— Va bene. Allora andrai riposarti dal medico insieme ad Eunmi, ti ci accompagno io. Areum, tu raggiungi gli altri. Abbiamo riunito tutte le classi dell'ultimo anno per la caccia al tesoro.
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— Nelle buste che vi distribuirò, c'è il vostro pranzo. Dovete prenderne soltanto una da condividere con il vostro compagno di squadra. Ci mettemmo tutti in fila per prendere una busta, e quando fu il mio turno, dissi al prof che ero da sola. Jungkook, visto che nemmeno Eunmi non può più partecipare, farai squadra con Areum.
Il ragazzo venne accanto a me e prese la busta senza dirmi una parola.
— Fantastico, sospirai seguendolo.
Dopo aver distribuito il pranzo a tutti quanti, il prof spiegò le regole e ci diede il via. Tutti quanti si misero a correre ovunque, e nel mentre, Jungkook ed io eravamo rimasti immobili a fissarci, se sperava che parlassi per prima, si sbagliava di grosso!
— Che fate voi due? La caccia è iniziata!
— Ce l'hai tu la mappa? Scossi semplicemente la testa per dire no. Allora dev'essere nella busta insieme al pranzo, potresti cercarla per favore? Sempre senza dire una parola, mi misi dietro di lui per aprire lo zaino che aveva in spalla e cercare la mappa. Insieme ad essa, c'era anche una busta che doveva sicuramente essere importante per la caccia. Una volta trovata, gli diedi entrambe le cose e feci immediatamente dietro-front per dirigermi verso la zona dove iniziava il percorso. Grazie Areum. Per una che faceva i capricci perché voleva sempre fare squadra con me, sei più contenta del previsto.
— Visto che sono stupida, non ne so un granché di grammatica. Ma almeno posso dirti che la tua frase è giusta, perché hai coniugato i verbi all'imperfetto. Adesso fammi il piacere di tacere e leggere questa benedetta mappa.
Sospirai frustrata nel vedere che stava leggendo la mappa al contrario e gliela tolsi dalle mani per poterla leggere nel senso giusto. E poi la stupida sarei io.
— Il primo tesoro si trova nel posto indicato dal puntino rosso.
— Lo so, ma prima di andarci bisogna risolvere un enigma.
— E dove si troverebbe questo enigma? Senza neanche rispondermi, Jungkook aprì la busta che c'era insieme alla mappa e si mise a leggere quel che c'era scritto sul foglio. Vari minuti passarono, e sembrava proprio non sapere la risposta. Ignorai la voglia che ebbi di prenderlo a schiaffi e gli strappai il foglio dalle mani. Gli avevo già detto più volte che ODIO essere presa per una stupida, ma sembrava non averlo ancora capito. Quale animale cammina su quattro zampe all'alba, su due al mattino e su tre il pomeriggio? Jungkook, mi prendi per il culo? Questa domanda è facilissima.
— Dì la risposta invece di criticare.
Quando era lui a prendermi in giro perché non conoscevo qualcosa di logico, gli stava bene insultarmi e dire che sono ignorante. Ma il contrario non andava bene, che strano!
— È l'uomo. Di mattina è un neonato che và a gattoni, di giorno è un adulto che cammina e di pomeriggio è un vecchietto con il bastone. Svegliati un po'!
— Se potessi essere un minimo gradevole, mi faresti un piacere.
— E lo sono, anche più quanto meriteresti! Se osi ancora aprir bocca per lamentarti un'altra volta, sappi che vedrai il mio lato peggiore. Adesso, chiudi quella maledetta bocca!
— Mi stai prendendo in giro? Osi parlarmi male quando dovrei essere io a farlo! Hai osato andartene mentre ti parlavo.
— Certo, alzai gli occhi al cielo, ancora una volta è solo ed esclusivamente colpa mia. Adesso sbrigati!
— Dammi la mappa allora, se la tengo io andremo più velocemente.
— Ma fammi il piacere, non sai neanche tenerla per il verso giusto.
Offeso, si avvicinò a passo svelto per strapparmela dalle mani senza un briciolo di delicatezza per poi passare davanti a me e proseguire per la sua strada come se non esistessi. Voleva la guerra? Guerra fu!
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