𝐕𝐞𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐨

@kimareum: " Annoyed "

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— Areum. Da quanto tempo!

— Un bel po' in effetti. Jungkook è in casa? Dobbiamo studiare.

Improvvisamente il suo sguardo cambiò.

— Studiare? Per il suneung?

— Esatto.

— Entra pure. Penso che tu sappia già dove si trova la sua stanza. Adesso sta dormendo, ma puoi svegliarlo.

La salutai chinando la testa dopo essermi tolta le scarpe e salii per andare nella stanza di suo figlio. Guardando i muri, notai delle foto incorniciate, ed in alcune di esse apparivo anche io.

Entrando nella stanza, mi ritrovai immediatamente di fronte al letto dove il ragazzo dormiva come un angioletto. Per non so quale motivo, mi ritrovai con il telefono in mano a fargli delle foto, che strano!

— Jungkook, lo svegliai rimettendo il telefono nella borsa. Svegliati!

— Mmmh...

Mi aveva fatta venire di prima mattina quando lui stesso non era neanche sveglio...

— Yah!

(yah=hey)

Si era rigirato sotto le coperte, continuando a dormire, andai quindi ad aprire le serrande per far entrare la luce del sole nella stanza. Ma visto che non fu sufficiente per svegliarlo, presi il primo oggetto pensate che trovai per lanciarlo sul muro non lontano dalla sua testa.

— Ma che cazzo è? Chiese alzando la testa di scatto.

— Intendevi: "chi è questa principessa?" E adesso alzati.

— Che ore sono?

— Le nove, e tu sei ancora a letto.

— Ok...torno subito.

Detto questo, si decise ad uscire dal letto. Si alzò ed uscì dalla stanza con i capelli scompigliati.

Aspettando il suo ritorno, mi misi ad ispezionare la sua stanza. Erano anni che non ci entravo. Arrivati a una certa età, per qualche strano motivo mi chiese di non entrarci più quando andavo a casa sua.

Cosa che non capii all'inizio, perché non c'era praticamente nessuna differenza dall'ultima volta che ci ero entrata. Aveva lo stesso letto, la stessa scrivania. Cosa c'era che non voleva che vedessi? Il suo diploma di "calcolatrice coreana dell'anno" incorniciato al muro come se fosse un oscar? La sua foto insieme a Taehyung che risaliva a quando avevano quattordici anni?

Tra l'altro, mi chiesi che fine avevano fatto le cento foto di me che gli regalai qualche mese prima, mi era costato tantissimo stamparne così tante.

Nella stanza c'erano unicamente foto di lui con Jimin e mio fratello, con il suo cane o con i suoi genitori. L'unica nella quale apparivo anch'io risaliva al giorno del suo ottavo compleanno.

Non ci potevo credere, doveva per forza esserci un muro segreto che sbucava dal nulla premendo un bottone nascosto sul quale c'erano tante foto di me. Fra quelle che gli avevo dato, ce n'erano di me dove ero più che perfetta: in pigiama, con dei vestitini eleganti, in costume, in uniforme, truccata, in completo da ginnastica...non era possibile che ci fosse rimasto indifferente.

Inizia quindi a rovistare in giro per la stanza. Guardai ovunque, tranne che nel comodino, avevo il timore di capitare sul pacco di profilattici che gli aveva comprato sua madre e di trovarlo aperto.

— Va bene mamma, si sentì dire da dietro la porta che venne aperta qualche istante dopo, scusami Areum, non avevo visto-

Vedendo Jungkook senza maglietta mi misi prima di tutto ad urlare, e realizzai che non era più un bambino e che faceva più sport di quanto avessi potuto immaginare.

Chiusi gli occhi e respirai profondamente cercando di calmarmi. In fondo non era la prima volta che vedevo un uomo senza maglietta, aveva già visto...mio padre. Mio padre che tosava l'erba del giardino in estate.

Ma c'era una gran differenza: la pancia di mio padre era grassa e sobbalzava al minimo movimento. Quella di Jungkook no, era una tartaruga perfettamente scolpita.

Scossi immediatamente la testa, cercando di ritrovare i sensi. In fondo quando andavo al mare o in piscina con Tae e Jin non mi faceva effetto, neanche ci facevo caso. Grazie al cavolo, sono miei fratelli!

— JUNGKOOK! CRISTO SANTO! VATTI A VESTIRE INVECE DI RIMANERE IMPALATO A FISSARMI.

— Ma che ti prende? Non è mica la prima volta che mi vedi senza maglietta.

— Jungkook, se non ti vai subito a vestire, rischio seriamente di innamorarmi di nuovo di te. And I don't want to. Quindi, mister calcolatrice coreana dell'anno, fammi il piacere di put a t-shirt on.

Non gli diedi il tempo di rispondere e mi girai immediatamente per andarmi a sedere alla scrivania.

— Li hai fatti i compiti di matematica che ti ho dato?

— Certo, dissi facendo uscire gli esercizi che Tae aveva palesemente fatto al posto mio. Eccoli qua.

Arrivò dietro di me con una maglia addosso ed osservò il mio quaderno.

— Rifalli tutti da capo.

— Che stronzo, mi aveva giurato che tutte le risposte erano giuste!

— Chi?

— Taehyung. Rifiuto di rifare questi esercizi per correggere degli errori che non ho fatto.

— Congratulazioni, tuo fratello è molto bravo in matematica, non ha fatto nessun errore. Adesso, rifalli tutti.

— Ma perché? In teoria tutte le risposte sono giuste.

— Areum, se vuoi veramente migliorare, non puoi chiedere a tuo fratello di fare i compiti per te. Pensi che sarà lui a passare il suneung al posto tuo?

— Si può fare?

— Certo che no.

— Ma è troppo difficile, dissi scoraggiata.

— Se non ti impegni e se non ti eserciti mai, troverai sempre tutto difficile.

— Trovo comunque esagerato darmi ventuno esercizi da fare in una sera.

— Areum, sono delle moltiplicazioni semplici...

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— Puoi entrare mamma, disse Jungkook dopo che sua madre bussò.

— Allora? State avanzando?

Erano passate tre ore, ed ero ancora al primo esercizio...quindi non direi.

— Sei venuta solo per chiedere questo?

— Beh, ho il diritto di sapere a che punto siete.

— Vendendo ogni dieci minuti? Mamma, la sto soltanto aiutando con la matematica, non farti idee.

— Non mi sta assolutamente aiutando, è seduto sul suo letto da tre ore.

— Areum.

— Scusa, comunque ho quasi finito, dissi riconcentrandomi sugli esercizi.

— Puoi andare mamma.

— Non c'è bisogno di essere agitato Jungkook, prima o poi ve la farete questa scopata. E comunque, non vi stavo spiando.

— Jungkook, ho fini- Ah, state ancora parlando.

— Ancora con questa storia? Quand'è che mi lascerai in pace?

— Areum, tesoro. Dormi da noi questa sera?

— Cosa?

— Il letto di Jungkook è comodissimo.

— Mamma! Basta, ti prego. Esci.

— Va bene, vado a farvi dei panini. Saranno pronti tra una decina di minuti.

La porta venne chiusa con un po' di violenza. Che era successo? Jungkook si era forse fatto sgridare perché la stanza non era completamente in ordine? Non avevo ascoltato quel che stavano dicendo, avevo soltanto capito che parlavano di passare la scopa, o una cosa del genere.

— Jungkook, ho finito.

— Te non dici niente? Non ti fa nessun effetto quel che dice? E fammi vedere cosa hai fatto.

— Secondo me, dovresti darle retta, dissi pensando seriamente che sua madre gli aveva chiesto di pulire mentre mi sedevo accanto a lui.

— Cosa? Pensi seriamente che dovremmo fare quello che mia madre stava sottintendendo?

— Beh, più in fretta lo facciamo, meglio è. A me piace farlo, e finisco anche in fretta in generale.
Jungkook mi guardò di stucco, come se avessi detto qualcosa di folle. Che c'è?

— Areum, non ti riconosco.

— Ma non capisco, perché la cosa ti scandalizza così tanto? Non muore mica nessuno se riordiniamo la tua stanza, no?

Improvvisamente, sembrò più rassicurato, mi chiedo ancora oggi il perché.

— Lascia perd- Non poté finire la sua frase perché il suo cellulare si mise a squillare. Ciao Eunmi. Dopo? Non posso, passerò la giornata con Areum. Lunedì sera dopo la scuola? Beh...sì, sarò con Areum, non potete immaginare quanto fosse grande il mio sorriso. Ciao, posò il telefono sul comodino, quando sono io che parlo senti le cose compromettenti che dico, ma quando è mia madre, stranamente non senti più.

— Non prendermi per una stupida. So che tua madre parlava di fare pulizia, di scopare più precisamente.

Jungkook sospirò e si coprì la faccia con le mani ridendo nervosamente. Ma che diavolo aveva quella mattina?

— In teoria sì.

— Ha anche detto che era meglio farlo in due. No, credo avesse detto che sarebbe stato più piacevol-

— Ti prego, lasciamo perdere. Comunque sei stata brava.

— Cosa?

— Hai fatto zero errori.

— Omo! Questa è la prima volta che te lo sento dire. Non mi stai prendendo in giro, vero?

— No. Per di più hai fatto anche degli esercizi che non ti avevo chiesto. Con la velocità alla quale impari, potresti facilmente diventare la più brava della classe in matematica.

— Sono molto intelligente in realtà, ma te ne accorgi solo ora. Con qualche miracolo, imparerai a conoscermi veramente fra minimo un secolo.

— Areum.

— E forse i ruoli si invertiranno. E non sarò più io a correrti appresso.

Pensandoci un attimo, mi resi conti che in tutte le storie è sempre così. Normalmente è il secchione che va dietro alla ragazza carina e popolare, non il contrario.

— Non c'è bisogno di aspettare che passi un secolo.

— Se vuoi prendermi in giro e dirmi che sono stupida perché fra un secolo saremo già morti, ti fermo subito, era un modo di dire.

— Aigo Areum, ma non ti rendi conti di quel che ho appena detto? Non c'è bisogno di aspettare un secolo, perché le cose stanno già così. Secondo te perché ti sto aiutando? Perché voglio che tu prenda un bel voto, quella che voglio assolutamente portare al ballo sei te. C'è una ragione per la quale mi sono scusato con te, voglio seriamente recuperarti.

— Non era di certo la prima volta, alla fine rifai sempre la stessa cosa.

— LO SAPEVO! La signora Jeon fece irruzione nella stanza con un vassoio pieno di panini in mano. Ho semrpe saputo che quell'idiota di mio figlio prova qualcosa per te, mise il vassoio sulla scrivania, e sono sicura che è anche per questo che non vuole che tocchi l'album che nasconde sotto il cuscino. L'ho trovato facendo le pulizie, ma mi ha impedito di aprirlo.

Mi girai istantaneamente e feci uscire un enorme album che si trovava sotto il cuscino come mi aveva detto sua madre.

— Areum, ridammelo!

— In più di far credere a tutti che quella a venirti dietro sia Areum, quando invece è letteralmente il contrario, ti prendi gioco dei suoi sentimenti? Non ti ho insegnato a trattare le donne in questo modo Jungkook!

Sfogliando la prima pagina, trovai delle foto più che banali. Se la signora Jeon non mi avesse accennato che nascondeva le mie foto lì dentro, non avrei guardato più in là. Era anche stra pesante.

— Mamma, perché frughi nella mia stanza?

— Non ho frugato, stavo semplicemente riordinando.

Non potete immaginare il sollievo che ebbi vedendo che tutte le mie foto erano lì dentro.

— Jungkook, pensavo seriamente che le avessi buttate. Nel vedere quanto ero stupenda in alcune di esse, mi dissi che avrei dovuto stampare più copie. Oh, le vacanze in India! Il costume che indosso qui me l'aveva regalato Jin. Ogni volta che dovevamo fare una foto insieme, tiravi il muso. E l'unica volta che ero riuscita a prenderti alla sprovvista ero felicissima.

— Guarda che non è perché ho messo le foto lì che-

— Dio mio, lo interruppe sua madre sospirando, mio figlio non ammette mai nulla!

— Non posso che darle ragione signora. Il giorno dopo essersi dichiarato, mi ha totalmente ignorata e si è messo a parlare con la mia peggior nemica come se nulla fosse.

— Ti ho già chiesto scusa per questo!

— Oddio, ho lasciato il pranzo sul fuoco. Torno subito!

— Certo che la bruttezza di Eunmi risalta ancor di più quand'è accanto a me. Adesso sono in pieno dilemma, metto una storia dove studio scrivendo hashtag hard working? O ne metto una dell'album con l'hashtag great memories? Che faccio Jungkook

— Quel che farai è restituirmi l'album, rispose togliendomelo dalle mani.

— Perché? C'è qualcosa che nascondi?

(NDA: Una tizia nei commenti francesi ha scritto: "una macchia di sperma". Questo per dirvi che ho sicuramente svegliato tutto il vicinato)

— No.

— Allora non vedo nessun male nel guardare le mie proprie foto.

— Siamo qui per studiare.

— Non prima di aver visto cosa nascondi. Devi aver messo anche delle foto di Eunmi.

— Non ho nessuna foto di lei da sola.

Detto questo, me lo restituì. Ma si vedeva che era innervosito.

— Comunque che cosa carina che tu lo tenga sotto il cuscino, lo fai per essere sicuro di sognarmi? Dopo essermi ricordata di un certo dettaglio, il mio sorriso svanì. Anzi, non rispondere. Quando vedo in che modo pensi a me, preferisco non immaginare cosa facciamo nei tuoi sogni.

— AREUM!

— Scherzavo...Vedo che ti sei anche tenuto tutti i bigliettini che ti facevo. Vedendo il suo imbarazzo aumentare ad ogni pagina che sfogliavo e commentato, decisi di ridarglielo. Adesso che facciamo?

— Non mangi?

Guardai il vassoio posato sulla scrivania. Non avevo di certo bruciato calorie con il mio jogging mattutino per poi riprenderle con qualche morso.

— Dovresti, rispose Jungkook prendendo un panino.

— Mi sa che tu non hai capito che i miei costumi da bagno mi tradiranno se prendo un solo chilogrammo in più.

— Va bene, passiamo all'inglese. 

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