✥ 32.

─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───

JIMIN'S POV

Ovviamente non volevo riportare Haneul a casa.
Questa serata stava procedendo benissimo, era tutto perfetto; noi due mano nella mano senza doverci nascondere, lo scambio dei regali, le continue effusioni.
Avevamo passato queste poche orette a ridere, a scherzare tra di noi, a coccolarci... senza l'ansia addosso per la paura di farci scoprire da qualcuno che conoscesse noi o peggio, la famiglia di Haneul.
Come primo appuntamento era stato assolutamente perfetto, tutte le altre persone sembravano essere scomparse ai nostri occhi, esistevamo solo io e lei.

Fino a quando non risposi a quella maledetta telefonata, me ne pentii amaramente perché non volevo che questa splendida uscita finisse subito, e soprattutto non volevo che terminasse in questo modo.
Avevo lasciato scegliere ad Haneul perché eravamo una coppia ormai, era importante anche la sua opinione e non me la sentivo di prendere da solo quella decisione; ma nell'esatto momento in cui le avevo chiesto se avrei dovuto rispondere o no, avevo già capito quale sarebbe stato l'esito.
Avevo intravisto attraverso i suoi occhi un velo spesso di preoccupazione, Haneul sapeva già che Mina mi stesse chiamando perché era successo qualcosa a sua sorella.
E sapevo quanto lei tenesse a Kippeum, nonostante gli ultimi screzi che avevano avuto a causa mia.

Quella stupida di Kippeum si era ubriacata di brutto in discoteca questa sera, e la sua amica non sapendo cosa fare aveva chiamato me.
Mina sembrava molto preoccupata al telefono, da quel poco che avevo sentito la sorella di Haneul era totalmente fuori controllo, ma non ero riuscito a sentire per bene perché la musica era troppo alta e la voce di Mina non era arrivata ben chiara alle mie orecchie.

Anche se in un primo momento ero rimasto infastidito dalla chiamata e dall'atteggiamento irresponsabile di Kippeum, non potevo far finta di niente; dopotutto lei era la mia ex e la sorella maggiore di Haneul.
E avevo l'impressione che il motivo dietro a quella sbronza fossi io, quindi anche i sensi di colpa entrarono in gioco, spingendomi a prendere la decisione di fermare qui l'appuntamento e riportare Haneul a casa.
Non volevo che la mia ragazza vedesse sua sorella in quelle condizioni, e soprattutto non volevo che Kippeum ci vedesse assieme, avrebbe reagito in modo ancor più ingestibile e a quel punto sarebbe stato complicato farla uscire da quel locale.
Pensavo che la mia fosse l'idea migliore, ma a giudicare dall'espressione con cui mi stava guardando Haneul, forse mi stavo sbagliando.

"No."

"Haneul..." Sospirai, sapevo che avrebbe avuto da ridire.

"No. Spiegami cosa diavolo sta succedendo.
Cosa ti ha detto Mina?
È successo qualcosa a Kippeum?"

Mi guardò preoccupata, era terribilmente carina.
Non volevo farla preoccupare, per questo volevo portarla a casa e pensarci da solo.
Ma in effetti se non le avessi raccontato nulla, la sua preoccupazione sarebbe solamente aumentata.

"Avviamoci verso la macchina, okay?" Chiesi.

"Okay... così mi racconti tutto con calma." Ribatté, mi fece ridere perché sapeva essere davvero testarda, non avrebbe ceduto fin quando non le avrei spiegato per bene la situazione.

"Ridi pure?" Borbottò accigliata, sul suo visetto si formò un broncio a dir poco adorabile.

"Sei troppo carina." Sussurrai.

Tolsi la mano dalla tasca del cappotto e punzecchiai quella guancia che mi stava chiamando.
Quando ancora non stavamo assieme e gonfiava le guance per qualcosa, dovevo combattere con tutte le mie forze per non mettermi a punzecchiarle.
Ma ora che lei finalmente era mia, erano diventate mie anche le sue guanciotte; le avrei torturate a non finire.

Appena salimmo in macchina, non dissi nulla e partii subito.

"Jimin... per favore, parla." Haneul si lamentò, si stava spazientendo.

"Haneul, ti fidi di me?"

"Sì ma-"

"E allora basta. Ti devo riportare a casa." Parlai con tono calmo.

Purtroppo però era la sera della vigilia, c'era un traffico enorme.
Il semaforo era rosso, mi fermai e Haneul ne approfittò per parlare.

"Si tratta di mia sorella... sono preoccupata.
E se tu non mi spieghi, mi faccio prendere ancor più dall'ansia."

"Okay... tua sorella e Mina sono andate in discoteca e-"

"Cosa? Mia sorella in discoteca?
Di sua spontanea volontà?
Non è possibile!" Haneul esclamò incredula, effettivamente Kippeum non frequentava i locali, la sua amichetta doveva averla costretta ad uscire.

"È possibile invece... comunque, Kippeum ha bevuto, e da quello che mi ha detto Mina sembra abbastanza ingestibile."

"E perché ha chiamato te...?"

"Perché non sapeva chi altri chiamare."

"Ma tu sei il suo ex, non c'entri più niente con lei... Mina avrebbe potuto chiamare qualche altro loro amico o amica, non ci credo che non abbia altri amici a cui chiedere aiuto in una situazione simile."

"Sei gelosa?" Sorrisi.

"Non è che sono gelosa, è che non capisco perché Mina abbia chiesto aiuto proprio a te."

"Forse Kippeum non le ha spiegato per bene la situazione tra noi."

"È la sua migliore amica, le racconta tutto." Haneul sbuffò, facendomi sorridere.

"Cosa ci trovi di divertente in tutto questo?"

"Tu. Tu sei divertente, sei adorabile quando ti ingelosisci."

"Non sono gelosa, sono solo scocciata perché il nostro appuntamento finirà in tutt'altro modo... non fraintendermi però, sono anche preoccupata per Kippeum.
E mi sento anche un po' in colpa, lei non si comporta così... non beve mai, è sempre stata la brava ragazza, sono io tra le due quella che esce sempre la sera per divertirsi e-"

"Haneul." Posai la mano sopra la sua, le sorrisi dolcemente.

"Andrà tutto bene, la riporterò nella sua stanza sana e salva, la cosa peggiore che le potrà capitare sarà una forte emicrania domani mattina."
Cercai di rassicurarla, era proprio per questo che non le volevo dire nulla... perché si sarebbe sentita in colpa, oltre che farsi prendere dall'agitazione.

Il semaforo divenne verde, ripartii.
Stavo per prendere la via che portava alla casa di Haneul, quando lei cercò di farmi cambiare idea.

"Non portarmi a casa... vengo con te." Sussurrò.

"Haneul... non mi sembra il caso di farci vedere insieme da tua sorella."

"Perché? Tanto probabilmente sa già che stiamo insieme, anche se tu le avevi detto che non era tua intenzione impegnarti di nuovo subito... non è stupida."

"Okay ma... potrebbe dire tutto a tuo padre."

"Non mi importa."

"Come non ti importa?" Chiesi confuso.

"No. Tanto prima o poi verrà a sapere di noi.
O prima o dopo, non fa differenza."

"Fa differenza se lo venisse a sapere da tua sorella e non da noi." Risposi, fermando poi la macchina vicino a casa sua.

"Jimin.
Vengo. Anche. Io.
Cosa non hai capito?" Disse pronunciando lentamente ogni parola; mi lanciò un'occhiata minacciosa ma non mi spaventò per nulla, anzi la trovai ancor più carina.

"Amore... non credi che tua sorella darà di matto, se ci vedesse arrivare insieme?
E poi è ubriaca, non sarà lucida in quel momento, non sappiamo cosa potrebbe dire o fare."

La mia paura più grande era che Kippeum potesse fare del male ad Haneul.
Con le parole o anche fisicamente, non sapevo come fosse la mia ex da ubriaca, non aveva mai bevuto in mia presenza.
Kippeum era la tipica ragazza perfezionista e maniaca del controllo; alzando il gomito probabilmente il controllo lo aveva perso del tutto.
E dato che Mina al telefono mi era sembrata disperata, credevo di aver ragione a pensarla così.

Kippeum da ubriaca avrebbe potuto dire qualcosa di brutto ad Haneul, avrebbe potuto ferirla, e io non volevo e non dovevo permettere che questo accadesse.
Se Kippeum avesse passato l'intera nottata ad offendere me okay, nessun problema, non mi avrebbe fatto né caldo né freddo.
Ma se avesse detto qualcosa di male ad Haneul lei ne sarebbe rimasta ferita, e l'ultima cosa che volevo fare era vedere la mia ragazza stare male per qualcosa detto da sua sorella.
Anche se erano ai ferri corti, sapevo quanto Haneul fosse affezionata a lei.

I ruoli si invertirono, sentii la mano di Haneul posarsi sulla mia.

"Sei il mio ragazzo, e lei è mia sorella... non lascio soli nessuno di voi due."

Appena udii quelle parole, il mio cuore sussultò.
Strinsi la sua mano, sorrisi.

"Okay... andiamo."

─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───

HANEUL'S POV

Nonostante l'ora tarda le strade erano piene, tante persone questa sera erano uscite per festeggiare l'arrivo del Natale, quindi ci mettemmo un po' per arrivare al locale indicato dall'amica di mia sorella.

"È Natale, perché queste persone non stanno festeggiando con le proprie famiglie?" Ragionai ad alta voce, allibita dalla quantità spropositata di persone presenti fuori da questa discoteca, non volevo immaginare quanto fosse colmo l'interno del locale.

"I ragazzi preferiscono andare a bere e ballare, invece di stare dentro casa a guardare un film con i genitori." Jimin rispose mentre pagava per l'ingresso.

"E poi, anche noi stasera siamo usciti, non siamo rimasti a casa con le nostre famiglie." Okay... aveva ragione.

Appena entrata sgranai gli occhi, se fuori la gente era tantissima dentro lo era molta di più.
Cominciò già a mancarmi l'aria, Jimin afferrò subito la mia mano.

"Non ti allontanare mai da me!" Esclamò con un tono di voce molto alto per cercare di farsi sentire il meglio possibile, dato il volume massimo a cui avevano messo la musica.

"Mai!" Urlai a mia volta.

Jimin sorrise, cominciammo ad addentrarci in mezzo a quella folla scatenata.
La pista era pienissima di persone che ballavano, si strusciavano tra loro, pomiciavano e bevevano.
Solite cose.
Non ero mai venuta in discoteca sotto una festività, questa era la prima volta ma sarebbe stata anche l'ultima.
Non riuscivo a respirare dalla tanta gente che c'era, iniziai a sudare, faceva troppo caldo poiché non passava neanche un filo d'aria.

Ad un certo punto, sentii una mano stringere in modo rude il mio sedere.
Ma che cavolo?
Mi irrigidii completamente, potei sentire la rabbia invadermi in meno di un secondo; solo un bastardo schifoso poteva approfittarsi della confusione per allungare le mani in maniera così viscida... che schifo.
Mi voltai per vedere il volto del maiale che a breve si sarebbe ritrovato senza il pene tra le gambe, ma facendo così fermai anche Jimin; non lo avevo fatto apposta ma per la rabbia gli avevo pure stretto la mano, attirando ovviamente la sua attenzione.
E no, non avrei dovuto farlo.
Jimin si voltò verso di me, mi guardò con aria preoccupata.

"Haneul? Tutto bene?"

Jimin aveva notato che stavo guardando qualcosa alle mie spalle; il tizio deficiente era a pochi metri da noi, avrà avuto più o meno la mia età e stava ridendo, sembrava divertito... mi rigirai subito.
Non volevo che Jimin capisse cosa fosse successo.

"Non è niente, cerchiamo Kippeum!" Gli urlai nell'orecchio.

"Quel cazzone che sta ridendo ti ha toccata?" Ringhiò arrabbiato, aveva già capito tutto.

"Jimin..."

Osservai attentamente il suo volto, era furioso.
Non prometteva nulla di buono.

"Jimin... tranquillo. Non mi ha toccata." Mentii, sperando che mi credesse.

Cercai di riprendere a camminare, tirai il braccio di Jimin per farmi seguire ma...

"Ah no? Allora perché quel coglione sta ridendo?
Ti sta pure mangiando con gli occhi, ma non lo vede che stai con me?"

"Jimin... guardami..." Lo richiamai, posai le mie mani sul suo viso per fare in modo che i suoi occhi guardassero solamente me.

"Lascia stare quell'idiota, sarà così ubriaco che non si ricorderà neppure il suo nome.
Riprendiamo con la ricerca di mia sorella, è per questo che siamo qui." Dissi, cercando di calmarlo.

Jimin annuì, tirai un sospiro di sollievo perché sembrava che lo avessi convinto e soprattutto calmato, ma-

"Complimenti biondino, la tua donna ha proprio un bel culo!"

Cazzo.
Ma questo per caso voleva morire?

Guardai Jimin, scossi la testa fissandolo con occhi spalancati, sperai che mantenesse il controllo e che non facesse cavolate.
Solo due parole uscirono dalle labbra del mio bellissimo quanto incazzato ragazzo.

"Lo ammazzo."

Jimin scansò le mie mani dalle sue guance e si girò all'istante, si avventò su quel tizio.
Oddio.
Il mio respiro si bloccò ma non perché mi mancava l'aria, ma per la scena che si stava consumando davanti ai miei occhi.
Accadde tutto così velocemente.

Un pugno.
Due pugni.
Al terzo pugno, mi risvegliai e mi mossi rapidamente per fermare Jimin, non ero preoccupata per lui, ma per il tipo che mi aveva toccata e che adesso stava giacendo sul pavimento.
Afferrai il mio ragazzo per le spalle, sembrava di corporatura esile ma Jimin se si arrabbiava si trasformava, e faticai per allontanarlo e trascinarlo via da lì.

"Jimin ti prego! È ubriaco marcio, nemmeno reagisce ai tuoi colpi, lascialo stare!" Esclamai, in preda al panico.

Fortunatamente Jimin mi diede ascolto e si alzò, lasciò quel tizio piuttosto malandato disteso sul pavimento.
Arrivarono alcuni ragazzi, probabilmente amici di quel coglione e lo aiutarono a rialzarsi.
Squadrarono me e Jimin con delle espressioni a dir poco spaventose, avevo un brutto presentimento... dovevamo trovare Kippeum e andare via il prima possibile, non volevo che quei ragazzi si mettessero d'accordo per aspettarci fuori.

"Tutto bene?" Chiesi a Jimin, diedi un rapido sguardo alle sue mani, le nocche erano arrossate.

"Tranquilla, è tutto a posto... tu stai bene?"

"Se tu stai bene, sto bene anch'io." Risposi.

Jimin si avvicinò, premette le sue labbra sulle mie, donandomi così un dolce bacio.
Si staccò e mi sorrise, ma poi notai che il suo sguardo, non appena si soffermò su qualcosa alle mie spalle si incupì di colpo.
Qualcosa, o qualcuno...
Mi voltai e dopo giorni, vidi finalmente la figura di mia sorella.
Sgranai gli occhi, un'immagine insolita di mia sorella maggiore.

Kippeum era avvolta da un tubino nero strettissimo che le copriva a fatica il sedere; si stava scatenando a ritmo di musica, si trovava in piedi su un cubo, faticava a tenersi in equilibrio.
Era circondata da due ragazzi che si strusciavano spudoratamente su di lei, e lei stessa non si faceva problemi a ricambiare, premendo il suo corpo su quei due.
Non riuscivo a credere ai miei occhi, quanto cavolo aveva bevuto Kippeum per ridursi così?
Non la riconoscevo, si era trasformata completamente in un'altra persona.

"Portiamola via da qui!" Jimin urlò al mio orecchio, annuii.

Jimin afferrò la mia mano e cercando di muoverci velocemente, ci dirigemmo verso di lei; una volta avvicinati trovammo Mina accanto a mia sorella, stava disperatamente tentando di farla scendere da quel cubo ma con scarsi risultati.
L'amica di Kippeum si voltò, si illuminò non appena vide Jimin.

"Jimin! Sei arrivato finalmente!" Esclamò con occhi pieni di gratitudine, non mi aveva ancora notata perché ero nascosta dietro la schiena del mio ragazzo.

Ma Mina ci mise pochi secondi ad accorgersi che c'ero anch'io, e dall'espressione che fece sembrò tutt'altro che contenta.

"Ci penso io!" Urlò Jimin e senza attendere una risposta, salì immediatamente per raggiungere mia sorella, ma soprattutto per mettersi in mezzo e allontanare i due sconosciuti.

"Cosa ci fai qua?" Mina mi chiese subito, e il tono che usò fu davvero poco carino.

"Sono preoccupata per mia sorella."

"Ma se sei stata tu a ridurla così?" Ribatté acidamente lei.

Cercai di mantenere la calma anche se la voglia di risponderle male era tanta, ma comprendevo la sua posizione, lei era la sua migliore amica ed era ovvio che fosse dalla sua parte.
Di conseguenza era quasi normale che Mina ce l'avesse con me.

"Senti... non ti immischiare negli affari che non ti riguardano, è una cosa tra me e lei." Risposi, Mina sbuffò.

"Avevo chiamato Jimin... non te."

"Jimin è il mio ragazzo e ho voluto accompagnarlo." Ribattei un po' innervosita.

"Ah... quindi sei venuta non perché eri preoccupata per tua sorella, ma perché non ti fidavi a lasciare Jimin da solo." Mina mormorò con tono saccente, mi infastidì ancor di più.

"Sono qua per tutti e due!" Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, strinsi i pugni perché stavo cominciando a perdere la pazienza.

Mina strabuzzò gli occhi, incredula per il tono che avevo usato, ma era stata lei a spingermi a risponderle così.
Non ci eravamo mai parlate più di tanto, ma non mi aveva mai dato una buona impressione, mi era sempre rimasta un po' sulle scatole.
E dopo questa sera, avevo confermato il mio pensiero.
Finalmente Mina smise di parlare, dedicai così la mia attenzione su Jimin, che stava dicendo qualcosa a quei ragazzi.

Non sapevo cosa avesse detto a quei due ma vidi che si allontanarono senza protestare; Jimin prese Kippeum per il polso, ma mia sorella allargò le braccia e si gettò su di lui, stritolò il mio ragazzo con un sorrisone enorme stampato sul volto.
Inarcai un sopracciglio, Kippeum doveva aver bevuto davvero tanto per abbracciare Jimin in quel modo.
Jimin molto educatamente la fece scendere e la tenne per il braccio, camminarono entrambi verso di noi.
Appena Kippeum mi vide, con mia grande sorpresa mi abbracciò.

"HANEUL! CI SEI ANCHE TU!" Mi spaccò i timpani da tanto che stava urlando, una grossa risata seguì le sue parole.

Il suo abbraccio poteva essere paragonato all'attacco di un cobra quando cercava di stritolare la propria vittima per farla smettere di respirare.

"Kippeum... mi stai stritolando!" Esclamai.

Jimin vedendomi in difficoltà si mise in mezzo, e insieme aiutammo a far camminare Kippeum e a farle raggiungere l'uscita della discoteca, Mina ci seguì restando il silenzio.
Una volta arrivati al parcheggio, Mina disse che lei aveva la sua auto e che si fermava a casa dei suoi per Natale.
Ci diede le chiavi della loro stanza così avremmo potuto accompagnare Kippeum senza problemi e se ne andò.
Carina, non aveva perso tempo a scaricare la sua amica lasciandola a noi.

"VEDO LE STELLE!" Kippeum urlò mentre ci stavamo dirigendo verso la macchina di Jimin.

Quell'esclamazione mi fece preoccupare perché le luci coprivano interamente il cielo stellato, purtroppo di stelle se ne vedevano poche stanotte.
Per di più mia sorella stava tenendo lo sguardo rigorosamente abbassato, non capii come facesse a vederle queste stelle.
A meno che non dovesse vomitare, forse stava parlando di altre stelle.

"Se devi vomitare fallo ora, non dentro la mia auto, grazie." Jimin borbottò, già spaventato per la sorte della sua Lamborghini.

"Non sia mai che qualcuno tocchi la tua preziosa macchinina Jiminnie." Kippeum ribatté.

Ma non arrivò la risposta di Jimin, anzi.
I piedi di Jimin si fermarono, quindi si bloccarono anche i miei e quelli di Kippeum, che non stava camminando, la stavamo praticamente trascinando noi.
Il viso di Jimin era freddo, la mascella serrata e un luccichio strano comparve nei suoi occhi; seguii il suo sguardo, deglutii quando vidi davanti a noi quei ragazzi di prima.
Erano gli amici del tizio che mi aveva toccata.
Io lo avevo solo pensato, ma non credevo che ci avrebbero realmente aspettato fuori.
Quei tipi erano quattro, e Jimin era da solo... io non avrei potuto fare molto per aiutarlo, ma di certo non lo avrei lasciato solo.
Ma con Kippeum appiccicata addosso a me, come avrei potuto muovermi?

"Haneul... porta tua sorella in macchina." Jimin disse con una calma quasi inquietante, mi porse la chiave della sua auto.

"Jimin... no. Non ti lascio da solo."

Lo guardai, cercai il suo sguardo ma non lo trovai, poiché il suo era completamente riposto su quei teppisti.

"Haneul muoviti!"

"Cazzo Jimin, no!" Urlai contrariata, non poteva chiedermi di fare una cosa simile.

"Non hai capito pasticcino, vuole che tu non veda quando gli romperemo il culo." Uno di quegli imbecilli scherzò, mi accigliai.

"IL CULO LO ROMPERÀ LUI A VOI!" Urlò Kippeum, facendomi prendere uno spavento.

Ma si rimise subito a ridere, non le era minimamente passata la sbronza.
Quei ragazzi guardarono mia sorella confusi per la sua improvvisa risata, ma non mi sfuggirono le occhiate che le lanciarono dopo; osservarono con fin troppa insistenza il corpo di Kippeum, questa sera mia sorella era vestita in modo insolitamente provocante.
A quanto pareva anche Jimin aveva notato il modo con cui quei quattro stavano guardando mia sorella, perché si mise di fronte a noi.

"Senti biondino, la vista di prima era cento volte meglio della tua faccia, perché hai dovuto rovinarci il panorama?"

"Forse perché tu e le tue marionette non siete degni nemmeno di respirare la loro stessa aria, non dovreste proprio guardarle due ragazze come loro."

Le parole di Jimin fecero visibilmente infuriare quei quattro.
Kippeum scoppiò a ridere, continuai a tenerla tra le mie braccia, avevo paura che potesse cadere da un momento all'altro perché non si reggeva in piedi.
Il tipo stava per ribattere, ma Jimin lo provocò ancor di più.
Anche se trovavo questa versione di Jimin estremamente sexy e accattivante, avevo paura per lui... la differenza numerica era un problema.

"Dov'è il vostro amichetto? Vedo che non si trova insieme a voi." Jimin rise, menzionò il ragazzo che mi aveva toccato il sedere.

I volti degli sconosciuti si scurirono, lanciarono occhiate di fuoco al mio ragazzo.

"Jimin, non provocarli... andiamo via!" Gli parlai alle sue spalle, ma non mi considerò per nulla.

"Non credi di avere un po' esagerato?
Spaccare la faccia del nostro amico solo perché ha toccato il culo della tua puttanella."

Oh no.
Lasciai immediatamente la presa dal corpo di Kippeum appena vidi che Jimin stava per lanciarsi su quel tipo.
Lo afferrai da dietro, avvolsi le mie braccia attorno al suo busto stringendolo fortemente, cercando di evitare di dar vita ad una rissa dove Jimin si sarebbe potuto ferire.
Ma la mia stretta non fu forte abbastanza.
Con un violento strattone Jimin riuscì a farmi indietreggiare; non potevo vederlo in volto, ma sapevo che in questo momento era accecato dalla rabbia.
Con il passare del tempo avevo capito che Jimin era un fidanzato geloso, terribilmente dolce e molto protettivo.

Presa dal panico nel vedere quei quattro scagliarsi contro il mio ragazzo, afferrai il cellulare per chiamare la polizia.
Kippeum era rimasta dietro di me, era pietrificata... forse aveva capito cosa stesse accadendo, nonostante la sua mente fosse offuscata dall'alcol.
Stavo per comporre il numero, quando una mano si posò sulla mia, fermando così le mie azioni.
Una mano pallida e fredda che io conoscevo alla perfezione.

"Che succede qua?"

Quei tizi ma anche Jimin si voltarono tutti verso di noi; Jimin arrestò i suoi movimenti, per la prima volta non si accigliò nel vedere il mio ex, che si trovava accanto a me.

"Yoongi... che ci fai qua?" Domandai sorpresa, cercando di non curarmi del batticuore che stava dominando il mio petto.

"Stai bene?" Chiese con premura, annuii.

Yoongi osservò il mio viso per dei secondi che parvero troppo lunghi, non finirono mai.
Dopodiché, si voltò verso Jimin e quei ragazzi, con passo lento e calmo li raggiunse.

"Min Yoongi..." Sussurrò turbato uno di quei quattro, la fama del mio ex lo precedeva.

Non che rimasi molto stupita, quando stavo insieme a Yoongi ero consapevole della sua fama da cattivo ragazzo.

"Ti concedo di stare con lei e nemmeno riesci a proteggerla?" Yoongi borbottò a Jimin, quest'ultimo sollevò un sopracciglio.

"Tu mi hai concesso di stare con lei?
Penso ti sia fatto troppi film nella tua testa."

Non stavano litigando.
Jimin non sembrava furioso per le parole di Yoongi, e Yoongi sogghignò quando sentì la risposta del mio ragazzo.
Forse il film lo stavo vedendo io.

"Ritiro tutto, il tuo ex è sexy." Kippeum mi disse all'orecchio, ricominciò a ridere subito dopo.
Non risposi, sarebbe stato inutile data la sua assente lucidità.

"Quattro contro uno, che schifo." Yoongi commentò, si fermò al fianco di Jimin.

"Yoon-"

"Non ti ricordi cosa ti ho detto l'ultima volta?
Come ti avevo ordinato di chiamarmi?" Yoongi ringhiò, la voce uscì minacciosa dalla sua bocca, notai che Jimin aggrottò la fronte, era sempre più confuso.

"Sì, scusa Hyung-nim." Il tipo borbottò spaventato, la confusione sul volto di Jimin aumentò, ma lo vidi sorridere poco dopo.

"Chi di voi ha chiamato la ragazza più dolce e bella che esista al mondo, puttanella?"

Il mio cuore sussultò.
Amavo Jimin, ma vedere Yoongi che mi difendeva e parlava di me in quel modo, mi fece un particolare effetto.
Jimin mosse il braccio, con il dito indicò il ragazzo che mi aveva insultata.

"Se posso aiutarti a trovare più velocemente la soluzione." Il mio ragazzo sghignazzò.

Come per magia, quei quattro sparirono.
Aguzzai meglio la vista, guardai di nuovo davanti a me... erano davvero scomparsi.

"Meno male, ero già pronto a chiamare la polizia." Sobbalzai, Namjoon spuntò dietro me e Kippeum.

Vidi con enorme sollievo che c'erano anche Jin e Hoseok... Yoongi non era venuto qui da solo.
Kippeum guardò quasi rapita gli amici del mio ex, speravo che non si facesse strane idee.

"Polizia? Perché? Li avremmo stesi." Yoongi parlò con tono arrogante, lui e Jimin ci raggiunsero.

"Sono un pacifista hyung, lo sai." Namjoon ribatté.

"Anch'io." Jin si unì a Namjoon, e Hoseok lo stesso.

"Stai bene?" Jin mi chiese dolcemente, annuii.

"È davvero bello lui." Kippeum si fece sentire, vidi Jin sorridere imbarazzato.

"Tua sorella ha bevuto?" Yoongi guardò Kippeum con il capo lievemente inclinato.

"Sì."

"Ah... sembrava più simpatica in effetti." Il mio ex brontolò, alzai gli occhi al cielo.
Il solito Yoongi.

Gli amici di Yoongi ci salutarono, Kippeum salutò con particolare entusiasmo Jin, che ridacchiò divertito.
Yoongi si avvicinò a me, deglutii, sentii il nervosismo riaffiorare sulla mia pelle.

"Stai bene vero?" Yoongi mi chiese un'altra volta, ma sapevo che non si stesse riferendo all'accaduto di questa sera.

Yoongi mi stava indirettamente chiedendo se fossi felice con Jimin.
Annuii con sicurezza, sorrisi.

"Sono felice Yoongi."

Yoongi sorrise, si girò verso Jimin che aveva osservato tutto mantenendo un rispettoso silenzio.
Fui grata per come si era comportato, non aveva cercato di allontanare Yoongi da me quando lui si era avvicinato, ma era rimasto accanto a Kippeum, per controllarla.

"Se ti metti nei casini tu, ci rimette anche lei." Yoongi parlò, sembrava che lo stesse rimproverando per le sue precedenti azioni.
Jimin sorrise.

"Se è il tuo modo per ringraziarmi perché la rendo felice, guarda che non c'è biso-"

"No, è il mio modo per dirti che non devi fare cazzate perché la prossima volta non ci sarò io a salvarti il culo, Park."

Yoongi si voltò, non attese di ricevere un responso da Jimin.
Si incamminò verso il punto in cui lo stavano aspettando i suoi amici, ma il mio ragazzo lo richiamò.

"Ehi!" Jimin urlò, Yoongi si fermò e guardò il mio ragazzo con la coda dell'occhio.

"Grazie."









~ Angolo Autrice ~

Quest'ultima scena non c'era nella prima pubblicazione.
Rileggendo e riscrivendo la storia, ho voluto modificare un po' questo capitolo; non so nemmeno io il perché ahaha ma ho voluto aggiungere questa scena e dare modo a Yoongi di comparire un'ultima volta.

Nella prima pubblicazione Yoongi appariva nella storia per l'ultima volta nel cap 26.
Questa volta invece ho voluto far vedere che Yoongi sta andando avanti, certo non si è dimenticato di Haneul anche perché non è passato molto tempo da quando lei gli ha detto addio, ma non è rancoroso nei suoi confronti e nemmeno nei confronti di Jimin.

Per chi aveva già letto la storia, spero che questa scena aggiunta vi sia piaciuta.♥️
E ovviamente per chi la sta leggendo solo adesso, spero che MSB stia continuando a piacervi! ^_^

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