✥ 29.

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HANEUL'S POV

Per un breve attimo smisi di respirare.
Appena le mie orecchie udirono quella frase, una serie di scosse e brividi pervasero ogni centimetro del mio corpo, un intenso bollore si impossessò del mio viso e del mio cuore, e percepii una stretta colpire il mio stomaco.
Mi schiarii la gola, tentai di non farmi sovrastare dal panico e risposi mantenendo la totale calma.

"Quindi hai intenzione di relegarmi qua dentro? Come se fossi una tua prigioniera?" Scherzai, accennando un sorriso per non far vedere quanto le sue parole mi avessero influenzata.

Jimin rise, il suono della sua risata mi scaldò ancor di più, era calda e accogliente.
Intravidi un barlume di malizia attraverso i suoi affascinanti occhi, ora trasformati in due perfette mezzelune.

"Ho intenzione di torturarti e farti urlare per tutta la notte. Domani mattina non sarai più in grado di camminare tesoro.
Puoi chiamarla prigione del piacere, se vuoi... ti assicuro che la gradirai molto."

Non ebbi il tempo di replicare poiché sentii le sue mani schiantarsi sui miei glutei; Jimin li afferrò e li strinse rudemente, quel contatto così deciso e arrogante mi fece sobbalzare.

"Ti piacerà tanto." Continuò a stuzzicarmi, sussurrando quelle tre parole al mio orecchio.

Sorrisi e alzai la testa, premetti le mie labbra sulle sue, inoltrai subito la mia lingua nella sua bocca facendola così scontrare con la gemella, che attendeva impaziente.
Jimin mi tolse il cappotto di dosso, le sue labbra nel mentre continuavano a cercare disperatamente le mie.
Ad un certo punto lui mi morse il labbro inferiore, lo sentii sorridere.
Con la coda dell'occhio mi accorsi che il suo sguardo era completamente riposto sul mio vestito.

Jimin mise fine al bacio e rimase immobile, concentrato ad osservare l'abito che avevo scelto per la serata, un sorriso compiaciuto si formò sul suo volto.
Dovevo dedurre che il mio outfit fosse di suo gradimento.

"Tu... stai giocando col fuoco, mia cara." Sghignazzò, i suoi occhi scorsero ripetutamente il mio corpo.

"Non ti piace?"

"No." Ribatté freddamente.

Di colpo il mio sorriso svanì dal mio volto.
Pochi secondi fa ero certa che il vestito gli piacesse, adesso non ne ero più così tanto sicura... speravo stesse scherzando.

"Non mi piace se lo indossi di fronte agli altri... ti lascia troppo scoperta." Sussurrò, alzai gli occhi al cielo, non pensavo fosse così geloso.

"Se lo mostri solo a me, allora mi piace." Continuò ridacchiando.

"Non pensavo fossi così geloso." Ribattei, dando vita al pensiero appena avuto.

"Sono geloso e possessivo quando si tratta delle mie cose... e tu, sei roba mia."

Non risposi perché le labbra di Jimin non me lo permisero, esse si incollarono nuovamente sulle mie.
Le sue avide mani tornarono per la seconda volta sul mio sedere ma subito dopo si spostarono sotto le mie cosce; con uno slancio e senza fatica mi sollevò, come se fossi leggera quanto una piuma.
Come quel pomeriggio quando ci trovavamo in camera mia, allacciai le gambe intorno al suo bacino e le mie braccia circondarono il suo collo; le nostre lingue continuarono ad unirsi con voracità, il mio battito cardiaco pareva impazzito per l'eccitazione del momento.

Affondai le mani nei suoi biondi capelli, li accarezzai, li tirai leggermente e arricciai le ciocche morbide attorno alle mie dita.
Sorrisi quando sentii un gemito gutturale provenire dalla gola del mio ragazzo.
Jimin cominciò a camminare, ero troppo impegnata a guardare i suoi perfetti lineamenti quindi non prestai attenzione alla casa, ma immaginai che si stesse dirigendo verso la sua stanza.
Quando arrivammo nella sua camera Jimin con un calcio colpì la porta, che si chiuse di colpo.
Dato che ero molto curiosa mi lanciai una rapida occhiata intorno, esisteva il detto che dalla propria camera da letto si poteva capire il tipo di persona.
Riuscii a vedere solo che era ordinata, non feci in tempo a perlustrare più accuratamente l'ambiente perché Jimin mi fece subito sdraiare sul suo morbido materasso.

Si sistemò sopra di me, nel mentre io ne approfittai per respirare un po'.
Tutti quei baci focosi mi avevano mozzato il fiato, sentii che le mie labbra erano diventate più gonfie e pulsanti.
Ma sapevo che questo, era solo l'inizio.

I miei occhi erano totalmente posati sulla figura fin troppo sensuale di Jimin.
Il biondino iniziò a sbottonarsi la camicia e cavolo... sarei potuta venire anche solo assistendo a questa scena terribilmente sexy.
Mi mordicchiai il labbro inferiore dall'eccitazione, sentii la mia intimità divenire sempre più bagnata.
Questo ragazzo comprometteva la mia sanità mentale, almeno la poca che mi era rimasta.

Una volta sbottonata quella dannata camicia, se la sfilò e la gettò da qualche parte sul pavimento.
Jimin aveva sempre questo sorrisetto sfrontato dipinto sulle labbra, consapevole che tutto questo mi stesse piacendo, e lui ci stava giocando molto con questa situazione.
Spostai il mio sguardo dal suo viso e lo rivolsi ai suoi addominali.
Oh cazzo.
Si vedeva che Jimin era ben allenato, la palestra aveva dato i suoi frutti perché sotto quella camicia si nascondeva una maledetta tartaruga che dovevo essere sincera, avrei tanto voluto assaggiare.
E a breve, lo avrei fatto.

"Ti piace quel che stai vedendo?"

"E me lo chiedi?" Risi, ma erano domande da fare queste?

Jimin ridacchiò e si chinò, le sue labbra si posarono per l'ennesima volta sulle mie, ma a differenza di prima questo fu un semplice bacio a stampo.
Ciò che disse subito dopo però, mandò direttamente in pappa il mio cervello.

"Non sarò gentile, ti avverto subito."

"Non esserlo." Mormorai con un filo di voce, le mie gote erano oramai diventate roventi.

Jimin sorrise, sentii il suo tocco caldo accarezzare la mia intimità; prima la mano si posò a coppa sul mio punto sensibile, morsi con più forza il labbro, il bisogno di averlo dentro di me stava aumentando sempre di più.
Sorridendomi, come se avesse capito che effetto stavo provando solo nel sentire la sua mano sopra la mia intimità, cominciò a stuzzicarla con le dita.
L'unica cosa che ci separava era la stoffa dei miei slip, deglutii.
Il pollice stimolò il clitoride già gonfio, sentii le mutandine bagnarsi a dismisura.
Jimin sollevò la gonna del vestito, diede uno sguardo sotto facendomi vergognare come non mai.

"Rosa... carine." Commentò, il suo sguardo predatore era fisso sulle mie mutandine, il mio viso stava bruciando dall'imbarazzo.

"Ottima scelta. Sai perché?" Jimin domandò ma io negai col capo, avevo scelto quel colore solo perché mi piaceva quella tonalità di rosa assieme al nero.

"Perché?" Chiesi con un filo di voce, il respiro era leggermente ansante.

"Perché posso facilmente vedere quanto tu sia bagnata." Ringhiò.

Al solo pensiero delle mie mutandine rosa, con al centro una macchia scura che significava quanta umidità avessi in mezzo alle gambe, avvampai maledicendomi per non aver preso in considerazione questo scottante dettaglio.
Nere, mutandine nere per sempre d'ora in poi.
D'istinto chiusi le gambe ma lui non perse tempo nel riaprirle, schiaffeggiò l'interno coscia per farmi capire che dovevo tenerle aperte.

"Gambe aperte bambina... che ora dobbiamo salutare queste mutandine tanto carine."

Con un colpo secco Jimin mi tolse gli slip, lanciando anch'essi sul pavimento... rimasi solo con il vestito addosso, la mia intimità bagnata era nuda e in primo piano davanti a lui, il desiderio di chiudere le cosce era alto, ma dovevo resistere.

"Cazzo." Jimin gemette, i suoi occhi scuri e vogliosi fissarono famelici la mia femminilità.

Ad un certo punto chiuse gli occhi, gli angoli delle sue labbra si sollevarono lievemente.

"Dio, posso annusarti da qui." Ansimò, il mio imbarazzo salì alle stelle.

Jimin si chinò sulla mia intimità, e cominciò a solleticare nuovamente il clitoride con le dita, lo schiacciò col pollice facendomi miagolare.
Mentre le sue dita continuarono a dedicare attenzione alla piccola perla gonfia e rossa, con la lingua invece sfiorò le labbra della mia apertura.
Gemetti, mi vergognai per quei gemiti così impuri e poco casti che scapparono dalla mia bocca.
Tentai di sopprimerli mordendomi a sangue il labbro inferiore, ma non resistetti; cominciai a gemere spudoratamente.
Jimin era dannatamente bravo con quella maledetta linguaccia ma non ero così stupita, immaginavo che ci sapesse fare.

"Oddio..." Ansimai.

La lingua di Jimin penetrò la mia intimità, leccò le strette pareti, la arricciò divertendosi a farmi urlare, mentre le dita erano ancora attorno al clitoride.
Sentii il mio cuore battere all'impazzata, la mia gola diventò secca a causa delle urla e dei gemiti che ormai non riuscivo più a contenere.
Gettai la testa all'indietro per la goduria che la lingua di Jimin mi stava causando.

"Oddio!" Urlai, le mie dita affondarono nella sua bionda chioma.

All'interno della stanza rimbombò l'insieme dei miei lamenti e mugolii.
La mia schiena si inarcò, sentii gli umori colare giù per le cosce da tanto che ero fradicia.
Ma Jimin leccò immediatamente il tutto, ripulì con la lingua ogni goccia dei miei succhi, evitando che questi scivolassero sul lenzuolo.

"Che buon sapore..." Commentò, continuando subito dopo a farmi impazzire dal piacere.

Una sensazione calda e intensa sfrigolò sul fondo del mio stomaco, sentii le pareti della mia intimità restringersi attorno alla sua lingua.
Il mio corpo stava interamente tremando per il troppo piacere.

"Jimin! Sto- sto... per-" Urlai ansimando.

Neanche il tempo di pronunciare le seguenti parole, che venni travolta dal piacere.
Il mio respiro era affannoso, la fronte leggermente sudata e le mie cosce erano ancora vibranti per l'orgasmo appena avuto.
Jimin mi aveva conciata così solo con la sua lingua, allora che cosa avrebbe potuto fare con l'affare che si trovava in mezzo alle sue gambe?

Dopo alcuni secondi il mio respirò tornò ad essere regolare; mi sentii finalmente sollevata, ma sapevo che non era finita qui.
Anzi, immaginavo che questo dovesse essere solo l'inizio.
Difatti non ebbi il tempo di calmare del tutto il mio corpo, che Jimin mi spogliò subito del vestito e sfilò il reggiseno.
Si fermò un attimo solo per osservare il mio corpo nudo, privo di indumenti.
E lo sguardo che mi stava rivolgendo era così peccaminoso, così pregno di lussuria e peccato che mi fece vergognare tantissimo... fu un gesto automatico quello di serrare ancora una volta le gambe, e portare le mani sul seno per coprirmi.

Ma appena lo feci lo sentii ringhiare, la sua mano si infilò in meno di un secondo tra le mie gambe, costringendomi così a spalancarle.

"Che ti avevo detto prima?"

Jimin afferrò i miei polsi, allontanando così le mani dai miei seni per lasciarli scoperti, in bella vista sotto il suo famelico sguardo.
Sentii il viso in fiamme, sinceramente mi aspettavo un'uscita romantica, non ero ancora preparata a questo.
Sapevo che sarebbe successo, ma non subito.
Ma di certo non mi stavo lamentando, ero rimasta solo un po' scossa dal modo di fare così dominante di Jimin.
Dovevo ammettere però che questo suo atteggiamento mi stava eccitando un sacco.

Jimin tenne i miei polsi fermi con una mano sola, l'altra iniziò a palpare il seno.
Giocò con entrambe le mie curve, impastò la carne morbida divertendosi poi a pizzicare i capezzoli già turgidi con le dita.
Mugolai non appena lui premette col pollice il capezzolo sinistro, si stava divertendo a torturarmi.
Jimin si chinò, il suo viso si accostò al mio petto; un ghigno furbetto era dipinto su quelle labbra gonfie e rosee, mi lanciò un'occhiata decisamente lussuriosa prima di dedicare attenzione al capezzolo destro con la sua lingua calda.
Con il suo muscolo esperto leccò e lambì il bottoncino duro e gonfio, lo succhiò, lo mordicchiò... la stanza nel frattempo venne nuovamente invasa dai miei versi osceni.
Improvvisamente Jimin si fermò, lasciandomi interdetta.

"Non ce la faccio più. Il cazzo sta per strappare i pantaloni da tanto che è duro."

Sorrisi, era soddisfacente sapere che era così tanto eccitato, nonostante io non gli avessi ancora fatto nulla.
Jimin si alzò e si tolse in fretta e furia sia i jeans che i boxer; spalancai gli occhi appena la sua erezione così grossa e pulsante apparve di fronte a me.
La sua asta era così rossa da sembrare arrabbiata, era piena di venature e dalla punta sgorgava qualche goccia del suo liquido.
Sentii la mia intimità fremere, lo volevo dentro di me... adesso.

Il mio cuore mi martellò nelle orecchie nell'istante in cui Jimin si posizionò tra le mie gambe.
Avvolse il suo membro eretto tra le dita, e dopo aver accarezzato la sua lunghezza due, tre volte, con un colpo secco entrò dentro di me, prosciugando anche la più piccola quantità d'aria che mi era rimasta nei polmoni.
Neanche il tempo di abituarmi alla sua grandezza che Jimin cominciò a spingere fortemente, rotolò i fianchi contro i miei, il suo corpo sbatté con violenza sul mio.
I gemiti si trasformarono presto in urla di puro piacere; ero conscia che ormai non sarei più stata in grado di contenermi, ma era impossibile per me se Jimin mi possedeva in questo modo.
Così passionale, così dominante; potevo sentire il suono dei miei succhi che continuavano a bagnare il suo membro, e anche il lenzuolo sotto di me.

"Te lo avevo detto che non sarei stato tanto gentile." Jimin ringhiò al mio orecchio.

Il suo cazzo continuava a scivolare dentro di me, a penetrare la mia intimità con forza.
Se mi dava fastidio che fosse così violento?
No, neanche per sogno... anzi, mi stavo eccitando da far schifo.

"Oddio... oddio! Ji-"

Non riuscivo nemmeno a parlare, le parole si erano incastrate in gola.
Le mani di Jimin erano ferme sui miei fianchi; probabilmente sarebbero rimasti i segni delle dita dalla forza con cui li stringeva.
Quando il membro di Jimin colpì quel punto sensibile, quel punto spugnoso che conteneva il mio piacere più grande, un urlo più acuto e sonoro si diffuse all'interno della stanza.

"Ah! Proprio lì!" Urlai senza vergogna.

"Dove, qui?" Jimin mi prese in giro, e dondolando con i fianchi colpì di nuovo quel punto.

"Sì!"

Lo sentii sghignazzare, fiero di aver trovato così rapidamente il mio punto G; con il suo membro Jimin continuò a colpirlo ripetutamente, ad abusarne facendomi urlare e scuotere dal pieno godimento.
Gettai alla testa all'indietro, beandomi di tutto il piacere che stavo provando in quell'istante.
Ogni millimetro della mia pelle stava andando a fuoco, una sensazione così calda e rovente aveva colpito il mio basso ventre facendolo bruciare, ma allo stesso tempo godere.

"Cazzo mi sta stringendo così tanto!" Jimin gemette, dopodiché si abbassò, le sue labbra sfiorarono il mio orecchio.

"La tua deliziosa fighetta è stata fatta apposta per me." Ansimò e io arrossii non appena lui pronunciò quelle parole così oscene ma terribilmente eccitanti.

Sentii i suoi denti mordicchiare il lobo, poi quelle labbra così morbide e succose si spostarono sul mio collo e sul mio petto, dove morse e succhiò con avidità alcuni punti, certamente a breve sarebbero comparsi dei segni rossastri.
Quando Jimin sembrò abbastanza soddisfatto del dipinto che aveva creato sul mio petto e sulle mie clavicole, le sue labbra finirono sulla mia mascella e sulla mia guancia.
Jimin tempestò la mia pelle di numerosi baci a farfalla, mi fecero sorridere; poi la sua bocca si posò sulla mia, un bacio focoso e bagnato prese vita mentre le spinte diventavano sempre più veloci.
Uno strato di sudore imperlava i nostri corpi, che fusi tra loro si muovevano all'unisono, facendo traballare il letto.
La testiera sbatteva contro la parete e speravo fortemente che non arrivasse qualche vicino per lamentarsi dei chiassosi rumori che stavamo provocando.

Ad un certo punto, la sensazione familiare che mi aveva colpita poco prima si ripresentò, sentii le pareti della mia intimità restringersi intorno al membro di Jimin.
Ero di nuovo vicina al mio limite, allontanai le mie labbra dalla bocca di Jimin per poter respirare e dirgli anche che stavo per venire.

"S-sto... per-"

Ma non riuscii nemmeno a pronunciare quelle tre parole, da tanta che era l'eccitazione che mi stava invadendo in quel momento.

"Vieni piccola."

Non me lo feci ripetere due volte.
Inarcai la schiena, le dita dei piedi si arricciarono e strizzai gli occhi, migliaia di stelle scoppiettarono nella mia testa.
Venni travolta dal mio secondo orgasmo quella sera.
Una serie di scosse e brividi percossero tutto il mio corpo, mentre Jimin fece uscire il membro dalla mia intimità, e dopo essersi masturbato un paio di volte riversò tutto il suo succo sul mio ventre.

Ci guardammo negli occhi per dei secondi che parvero non finire mai; avevamo entrambi il respiro corto, ansimavamo, il battito del mio cuore stava impazzendo e non potevo sentirlo, ma ero certa che anche il suo cuore stesse palpitando fortemente come il mio.
La pelle imperlata di Jimin lo rendeva se possibile ancora più sexy, i capelli biondi un po' umidi ricadevano sulla sua fronte e lui con la mano spostò i ciuffi all'indietro.
E io in quel preciso istante mi chiesi, fino a quanto in alto poteva arrivare la sensualità del mio ragazzo?

"Sai... prendo la pillola..." Dissi col respiro affannoso.

Avevo sbagliato, avrei dovuto comunicarglielo subito almeno sarebbe potuto venire dentro di me.
Jimin spalancò gli occhi ma subito dopo sorrise, facendo assottigliare finemente quelle due sfere.

"Potevi dirmelo prima piccola."

"Sì lo so... scusa."

"Oh... ma tranquilla."

Jimin si chinò su di me e mi diede un bacio sulle labbra; poi prese delle salviette umidificate che si trovavano sopra il comodino accanto al letto e mi ripulì il ventre.
Dopo aver buttato quei fazzoletti nella spazzatura, salì di nuovo sopra di me e con una scia di baci umidi ricoprì il mio collo e il mio petto, marchiato dai succhiotti che aveva lasciato poco fa.

"Tanto... abbiamo tutta la notte davanti."

Neanche il tempo di rispondere che Jimin si avventò ancora una volta sulle mie labbra, e io prontamente lo accolsi.
La sua lingua era ingorda e impaziente, i suoi occhi furbi stavano scrutando il mio volto, sembravano divertiti dalla mia reazione.
Jimin mi sollevò e come prima, annodai le gambe intorno ai suoi fianchi.
Ero ancora scossa dai due orgasmi avuti precedentemente e sinceramente avrei voluto riposarmi un pochino, ma non riuscivo a fermarmi.
Non riuscivo a dire di no a queste labbra fameliche che mi stavano letteralmente divorando.

Le nostre labbra si modellarono perfettamente tra loro, le lingue si mossero ardenti e bisognose l'una dell'altra.
Jimin camminò fino a spingermi contro la parete della sua stanza; rabbrividii non appena la mia schiena calda e lievemente sudata si scontrò contro il muro ghiacciato.
Ci staccammo un attimo e mi rivolse il suo solito sorrisetto arrogante.
Mentre le sue mani erano posizionate sotto le mie cosce intente a tenermi sollevata, la sua lingua iniziò a stuzzicare il mio collo.
Gettai la testa all'indietro per dargli così un miglior accesso e lui aggiunse altri segni violacei che sarebbero rimasti impressi sulla mia pelle per giorni, facendomi sospirare per quella sensazione di beatitudine che stavo provando.
Percepii la sua erezione premere contro la mia intimità, che era già terribilmente in fiamme.
Jimin fece strusciare il suo membro sulla mia parte intima, lo fece scorrere tra le labbra fino al clitoride facendomi gemere dal piacere.
Temevo che il giorno dopo sarei rimasta senza voce.

─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───


JIMIN'S POV

Dopo averla marchiata per l'ennesima volta, mi fermai ad osservarla.
Guance arrossate, labbra gonfie e più scure del solito, respiro affannoso, il petto che si alzava e si abbassava velocemente.
Dio... se la volevo.
Non avrebbe avuto scampo questa notte.

"Sei mia, piccola." Sussurrai, continuando poi a strusciare il mio membro sulla sua intimità.
Sapevo di farla impazzire facendo così, ma non potevo farci nulla... ero un bastardo che si divertiva a giocare e torturare la ragazza che ama.

"Non fare così..." Mugugnò lei.

"Così come?" Chiesi divertito.

"Non fare lo stronzo... mi fai impazzire così." Ansimò.

Sorrisi, mi avvicinai al suo orecchio e lo mordicchiai.

"Tu mi fai impazzire." Soffiai, consapevole dell'effetto che le stavo causando.

Nonostante le sue continue lamentele, la torturai ancora un po'.
Avevo aspettato tanto questo momento, e adesso che era giunto volevo divertirmi.
L'avevo già fatta venire due volte, ma Haneul era un'ingenua se pensava che avessimo già finito.
Non scherzavo quando prima le avevo detto che la notte era ancora lunga, avevo in serbo tante belle cose per lei.
Cazzo, la volevo rovinare.

"Oddio... ti prego..." Fece le fusa.

"Mi piace quando mi preghi." Ridacchiai.

"Jimin..."

Haneul cercò di fare un'espressione seria, ma non ci riuscì per niente.
Cavolo, quanto era carina.

"Cosa vuoi che faccia?" La provocai.

"Lo sai."

"No, non lo so." Dissi ridendo.

"Eddai... Non farmelo dire..."

E invece glielo volevo proprio far dire.
Sporse il labbro facendo così una tenera smorfia, mi fece eccitare ancora di più.

"Dillo. Cosa vuoi che ti faccia?" Le chiesi, guardandola dritto negli occhi.

Haneul continuò a muovere il bacino, tentando di creare un maggior attrito tra le nostre intimità.
Avevo capito che non riusciva a resistere più, voleva che la scopassi adesso, contro il muro.
Oh, e lo avrei fatto.

"Haneul. Dillo." Le ordinai.

"No." Ribatté testarda lei, sul suo viso si formò un broncio adorabile.

Alzai un sopracciglio, divertito dalla sua testardaggine.
Non sapeva che stava giocando col fuoco, ma lo avrebbe scoperto presto.

"No? Bene."

Non avrei avuto problemi a torturarla per tutta la notte.
Continuando a tenerla premuta contro la parete, mentre lei teneva le sue gambe ancora allacciate attorno al mio bacino lasciai una mano sotto la sua coscia e portai l'altra verso il suo clitoride.
Col pollice premetti quella piccola perla gonfia, Haneul urlò non appena lo feci, facendomi ridere compiaciuto.
Dopodiché cominciai a muovere velocemente le dita, con il pollice e l'indice gli dedicai la mia completa attenzione.
Nella stanza echeggiarono subito i gemiti e i mugolii di Haneul.

"Aaahhh! Dai, non fare il bastardo!" Esclamò lei ansimando.

"Te lo ripeto. Cosa vuoi che ti faccia tesoro?" Ripetei la domanda sorridendo.

"M-mettilo..."

"Mettilo dove?" Chiesi, consapevole che a breve avrebbe ceduto.

"Mettilo... nel tuo sedere!" Gemette, non voleva darmela vinta, era terribilmente orgogliosa.

"Mh... ah sì eh? Sei coraggiosa amore."

La piccola Haneul era un osso duro, ma non ne ero particolarmente sorpreso, lo avevo sempre saputo.
Fin dall'inizio aveva cercato di tenermi testa, ricordai il nostro primo incontro; ero stato attratto proprio dal suo atteggiamento peperino e scaltro.
Ma la piccolina non doveva sottovalutarmi.
Non dissi niente, aumentai solo la velocità dei movimenti delle mia dita.

"Aaah! Okay okay!"

Sogghignai vittorioso.
Rallentai i movimenti senza fermarmi e alzai lo sguardo verso il suo volto sudato e stanco.

"Okay cosa?"

"Fammi tua."

"Amore mio... sei già mia." Sorrisi.

"Stronzo. Non farmi dire cose oscene ti prego..." Ribatté lei.

Sentii che il mio cazzo stava per scoppiare; questa era una tortura anche per me, oltre che per lei.
Ma non gliel'avrei data vinta finché non avrebbe pronunciato le parole che tanto volevo far fuoriuscire dalle sue sensuali labbra.
Continuai a stimolare il clitoride, fino a quando...

"Okay, scopami! Contro questo muro. Fammi godere, ti voglio dentro di me adesso!"

Mi fermai e guardai il viso di Haneul con gli occhi sbarrati.

"Che c'è? Ora sei troppo sconvolto per fare qualcosa? Volevi sentirti dire questo no?" Mi chiese lei quasi indispettita, iniziai a ridere.

"E ora perché ridi?" Haneul continuò a parlare, un broncio offeso si manifestò sul suo visetto.

Avvicinai il mio viso al suo e le leccai il labbro inferiore, subito dopo lo morsi, tirandolo verso di me.
La sentii mugolare.

"Ti farò godere come non mai, piccolina." Sussurrai.

Afferrai con rapidità il mio cazzo con la mano e lo portai all'entrata della sua intimità; lo feci scivolare dentro con molta facilità, dato che Haneul era estremamente bagnata.
Stava praticamente gocciolando.
Sospirai, beandomi di quella sensazione stretta e calda intorno al mio membro, e cominciai subito a spingere con dei colpi forti e decisi.
Haneul si teneva a me poggiando le sue mani sulle mie spalle... sentii le sue unghie affondare nella mia pelle, gemetti.
Nella stanza non si udivano altro che i nostri gemiti, accompagnati dai suoni delle nostre pelli che si scontravano tra loro.

Del sesso così... non lo avevo ancora mai fatto.
Era fantastico,eccitante, erotico, privo di inibizioni... non riuscivo neanche più a pensare, non riuscivo più a controllarmi, a contenermi.
Continuai a spingere, il mio membro entrava ed usciva ripetutamente dall'intimità di Haneul, che gemette ancora di più quando colpii il suo punto sensibile.
Aumentai la velocità delle spinte, e percepii di nuovo le pareti restringersi intorno alla mia lunghezza, segno che la mia piccola sarebbe arrivata a momenti.

"Sto p-per..."

"Lo so, aspetta però." Ringhiai, non ero ancora vicino.

"Cosa? No, non puoi chiedermi di aspettare!" Haneul si lamentò come una disperata.

Dopo altre tre spinte, le ordinai di venire insieme a me.
Haneul inarcò la schiena, gettò la testa all'indietro dando addirittura un bel colpo contro la parete e venimmo insieme, facendo scambiare i nostri liquidi tra loro.

─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───

HANEUL'S POV

Ero stremata.
Tre orgasmi di fila... basta, non ce la facevo più.
Respiravo a fatica, non riuscivo nemmeno a mettere due parole in croce.
Tenevo ancora le gambe incollate alla vita di Jimin e le braccia intorno al suo collo.
Lo guardai e mi sembrava stremato pure lui.
Felice, ma stanco.
Speravo che questo maledetto fosse sazio e soddisfatto, perché io avevo bisogno di riposo.
Necessitavo però anche di un bagno caldo, ero tutta sudata e appiccicosa... ma ero troppo stanca per dirigermi verso la stanza tanto desiderata e attendere che la vasca si riempisse d'acqua bollente.

Quando i nostri respiri si calmarono, Jimin con delicatezza fece uscire il suo membro dalla mia intimità e mi portò verso il letto, dove mi fece stendere dolcemente.
Non sapevo cosa dire... era stato bellissimo.
Bellissimo era dir poco.
Neanche riuscivo a fiatare, potevo confermare che il sesso con Jimin mi aveva davvero lasciata senza parole.
Jimin si distese accanto a me, nemmeno lui fiatò.
Notai che mi stava osservando con un ghigno compiaciuto sul viso e portò la mano ai miei capelli, che cominciò ad accarezzare dolcemente.

"Come stai?" Chiese dopo alcuni minuti di silenzio.

Lo guardai, mi avvicinai per dargli un bacio sulle labbra e poi sorrisi.

"Dai... non è stato così scadente."

Dissi ridendo, ricordando la famosa frase che gli rivolsi durante il nostro primo incontro, che lui si legò così tanto al dito.
Jimin appena sentì la mia risposta rise di gusto.

"Sì, lo avevo capito dalle tue urla che era stato accettabile."

"Ecco, accettabile è la parola giusta." Dissi, provocandolo ancora un po'.

Jimin prima sorrise, ma subito dopo mi rivolse uno sguardo colmo di serietà.

"Vuoi che ti sfondi un'altra volta?"

Deglutii.
Okay non dovevo provocarlo, avevo appena avuto la conferma che se avesse voluto, sarebbe stato capace di farmi camminare come un robot per giorni.

"Jimin ti prego... tre volte... sono stanchissima." Mi lamentai.

"Come fai ad essere stanchissima, se è stato accettabile?" Replicò, sul suo viso si formò quel suo solito sorriso malizioso e sfrontato.

"Eddai... scherzavo." Dissi facendo gli occhi dolci, stavo cercando di intenerirlo.

"Io no."

"Jimi-"

Con un gesto veloce mi prese in braccio e si alzò, sollevandomi assieme a lui.
Si diresse verso il bagno stampandomi un grosso bacio sulla guancia, ma imprecai non appena pronunciò le seguenti parole.

"Preparati, sarà una lunga notte."











~ Angolo Autrice ~

Necessito di un secchio d'acqua santa ghiacciata.🙈

Allora, come avevo scritto nello scorso cap, non ho messo nessun avvertimento all'inizio, ma si capiva benissimo che questo cap sarebbe stato interamente smut.🔥
Spero che certe parole non vi abbiano disturbate, ammetto che mi sono data alla pazza gioia, ma l'avvertimento comunque era presente nella trama, quindi insomma... l'avvertimento alla fine c'è sempre stato.

Chi ha letto MSB la primissima volta spero abbia notato i cambiamenti in questo capitolo.
Dico solo che prima questo cap aveva meno di 3K parole, dopo averlo interamente riscritto le parole sono diventate 4.500.

Non scrivo che spero che questo capitolo vi sia piaciuto ma comunque me lo auguro. ^^"
Al prossimo aggiornamento!💜

P.S. domani aggiornerò FB! ✨

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