✥ 28.
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HANEUL'S POV
In fondo perché ero tanto stupita?
Kippeum sapeva che Jimin oggi pomeriggio sarebbe venuto qua per le ripetizioni, era quasi ovvio che non perdesse tempo nel dire tutto a nostra madre.
Bello sapere che la nostra storia, appena cominciata avrebbe già dovuto affrontare questo enorme ostacolo... speravo di poterlo rimandare il più possibile, ma avevo sottovalutato la perfidia di mia sorella.
"Ah..." Commentò Jimin, potevo vedere quanto fosse in imbarazzo in quel momento.
"Io e il padre di Kippeum non ce l'abbiamo con te Jimin. Semplicemente ci dispiace molto, ci eravamo affezionati a te." Mia madre disse dolcemente, tirai un enorme sospiro di sollievo.
"Oh... anch'io." Rispose Jimin, io nel frattempo continuai a mantenere il silenzio, volevo vedere cos'altro avrebbe detto mia madre.
"Ne ho parlato con mio marito, e vorremmo che tu continuassi ad aiutare Haneul, se te la senti.
Ci fidiamo di te e sappiamo che sei bravo in ciò che fai." Continuò lei.
Cominciai a calmarmi vedendo mia madre così tranquilla.
Forse avevo tratto a conclusioni affrettate, forse Kippeum non aveva ancora svelato tutto.
Ci speravo tanto, ma a questo punto non sapevo più cosa pensare.
E se mia sorella non avesse detto niente a mia madre perché aveva qualcos'altro in mente?
Scossi la testa, questa situazione mi stava facendo diventare troppo paranoica.
"Continuerò ad aiutare Haneul più che volentieri." Jimin replicò sorridendo.
"Bene! Questa è l'ultima lezione prima delle vacanze di Natale... riprenderete poi agli inizi di gennaio, va bene?"
"Certo, va benissimo.
Ovviamente non posso più venire in montagna con voi, mi dispiace.
Ma vi ringrazio tanto per avermi invitato." Jimin sorrise dolcemente, sembrava davvero un angelo.
"Oh, tranquillo. Tanto non partiamo più." Ribatté mia madre, inarcai un sopracciglio confusa.
"Cosa? Perché?"
Ogni anno partivamo per Natale, ormai era diventata quasi una tradizione quindi ero rimasta stranìta nel sapere che questo Natale lo avremmo trascorso a casa.
Ma immaginavo che il motivo fosse sempre Kippeum.
"Tua sorella ha detto che non se la sente. Per di più è impegnata con degli esami e quindi ha detto che non verrà. Anzi, resterà al campus durante le vacanze, e se lei non verrà allora non partiremo nemmeno noi." Mi spiegò mia madre, confermando il pensiero che avevo in testa.
Io e Jimin ci guardammo.
Jimin aveva lasciato da poco mia sorella e lei si rinchiudeva nella sua stanzetta al college evitando pure di festeggiare il Natale con la propria famiglia?
Se Kippeum voleva farmi sentire in colpa... beh, ci stava riuscendo alla grande.
Annuii dispiaciuta e cominciai ad avviarmi verso la mia stanza, seguita da Jimin.
Una volta soli Jimin mi abbracciò da dietro, sentii il calore avvolgere il mio corpo, il suo nasino sfiorò l'incavo del mio collo e dopo mi lasciò un bacio sulla guancia, sorrisi nel percepire la morbidezza di quelle labbra che avevo avuto l'onore e il piacere di assaporare la sera prima.
"Dovrei parlare con lei." Sospirai, anche se mi trovavo tra le sue braccia non riuscivo a non pensare a mia sorella, i sensi di colpa aumentavano sempre di più.
"Haneul... tua sorella si comporta così perché abbiamo appena rotto.
Dai, le passerà... e poi non sa che stiamo insieme, lei pensa che io voglia divertirmi con altre ragazze."
"Sì, perché tu le hai detto così.
E se invece avesse capito?
Mia sorella non è così stupida." Dissi, voltandomi verso di lui così da poterlo guardare negli occhi.
"Come può aver capito che stavo mentendo e che mi sono messo con te? Non siamo mai nemmeno ancora usciti insieme, Kippeum non ha prove." Ribatté lui.
In effetti aveva ragione.
Forse ero davvero troppo paranoica, magari Kippeum non sospettava di noi e stava male realmente solo per la rottura con Jimin.
Era normale che al momento non volesse vedere nessuno, ma una parte di me sapeva... ero pienamente consapevole che ce l'avesse con me.
Anche se per Kippeum io e Jimin non stavamo insieme, ero comunque una delle cause per cui lui l'aveva lasciata.
Sicuramente adesso mia sorella maggiore mi odiava.
"Le darò un po' di tempo..." Mormorai a bassa voce.
"Brava... col tempo le cose miglioreranno." Jimin mi sussurrò all'orecchio.
Il mio cuore sussultò non appena sentii le sue labbra posarsi in un punto sensibile dietro l'orecchio; intrappolai il labbro inferiore tra i denti, trattenni il verso decisamente poco casto che stava per abbandonare la mia cavità orale.
Quelle stesse labbra racchiusero il lobo carnoso, Jimin mi stuzzicò mordicchiandolo e dopo accostò il suo volto al mio; si chinò verso di me, chiusi gli occhi e sorrisi di nuovo quando una sensazione umida accarezzò le mie labbra.
Ricambiai il bacio, sporgendomi verso di lui e premendo le mie labbra contro le sue; circondai le braccia attorno al suo collo.
Mi alzai sulle punte dei piedi per essere ancor più vicina a Jimin e lui posò le mani sui miei fianchi.
Sentii affondare le dita nella pelle, la strinse saldamente e attirò la mia figura a sé, i nostri corpi si scontrarono, si modellarono perfettamente tra loro.
Spostai le mani sui suoi capelli biondi, accarezzai il cuoio capelluto, tirai leggermente alcune ciocche e un ringhio gutturale emerse dalla sua gola; sogghignai, tutto questo gli stava piacendo.
E a giudicare dal calore che stava invadendo sempre di più la zona del mio bassoventre, stava piacendo anche a me.
Jimin morse ancora il mio labbro inferiore; d'istinto schiusi le labbra, dando così libero accesso alla sua lingua.
E quel bacio che all'inizio pareva così puro, si trasformò in qualcosa di più passionale, lussurioso e spinto dal desiderio più bisognoso.
La mia schiena fu pervasa da una serie di brividi e scosse, per non parlare del mio cuore che aveva totalmente perso il controllo.
Jimin mise fine al bacio e si staccò, le labbra calde e pulsanti vennero colpite dall'aria fresca che circondava la mia stanza.
Gli occhi pieni di desiderio e scuri come il peccato di Jimin continuarono a fissare con estrema voglia i miei, un ghigno compiaciuto prese forma attraverso i suoi lineamenti.
"Tua madre non va al lavoro oggi?" Sussurrò con un tono di voce così sexy che sentii le gambe cedere da quanto erano diventate deboli.
"Oggi è il suo giorno di festa." Risposi un po' dispiaciuta.
Uno sguardo abbattuto si presentò sul bel faccino di Jimin; sporse in fuori il labbro inferiore, provai una tenerezza infinita nel vedere questa parte di lui, dato che mi mostrava sempre il lato fiducioso e pieno di sé.
"Dovremo fare matematica mi sa..." Sospirai.
"Già, la scorsa volta abbiamo saltato.
E poi oggi sarà l'ultima lezione prima delle vacanze."
Subito dopo mi rubò un bacio, fu così veloce che rimasi con la bocca spalancata perché non me lo aspettavo minimamente.
Jimin scoppiò a ridere.
"Mettiamoci al lavoro!" Esclamò facendomi l'occhiolino.
Come con il bacio precedente, Jimin fu rapidissimo nel muovere la mano e schiantarla sul mio sedere.
Alzai un sopracciglio ma lui rise ancora più forte e dannazione, era troppo carino... non avrei mai potuto dirgli nulla, poteva farmi quel che voleva perché non mi sarei mai lamentata.
Perché ormai già mi consideravo sua.
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"Ascolta tesoro, te lo dico sinceramente... o hai un problema all'udito, o hai dei seri problemi con questo tipo di esercizi."
"Non ho problemi all'udito, ci sento benissimo! Secondo me sei tu che non spieghi bene." Sbuffai offesa, ma Jimin rise, si stava divertendo a farmi perdere la pazienza.
"Io non spiego bene? Amore mio, io spiego benissimo. Il problema ce lo hai tu."
"Finalmente tra mezz'ora è finita!" Tirai un sospiro di sollievo quando mi accorsi che era già passata un'ora e mezza, la tortura stava finendo.
"Questo dovrei dirlo io..." Jimin sussurrò.
Lo fulminai con lo sguardo, se non voleva farsi sentire da me non aveva raggiunto il suo intento.
"Quindi non vedi l'ora di andare via da qui?" Chiesi con le sopracciglia aggrottate, Jimin roteò gli occhi al cielo.
"Non vedo l'ora che finiscano le due ore di matematica così posso passare il tempo con te in modo diverso... coccolandoti, per esempio." Mi rivolse un sorriso furbetto, arrossii.
"Pensi di salvarti così?" Chiesi, tentando di nascondere il sorriso che stava scappando dalle mie labbra.
"Oh sì..."
Jimin si alzò e in meno di un secondo mi ritrovai completamente avvolta tra le sue braccia.
Appoggiai la testa contro il suo petto, potei sentire il battito accelerato del suo cuore.
"Ti assegnerò un bel po' di esercizi per queste vacanze." Sussurrò.
"No... non tanti." Mi lamentai.
"E invece sì, devi esercitarti piccola." Jimin rispose dandomi un bacio sulla guancia.
Si rimise a sedere al mio fianco e prese il libro di testo, cominciò a segnare gli esercizi che ancora non avevo fatto.
Rimasi incantata nell'osservarlo.
Scrutai con cura ogni minimo particolare del suo splendido profilo; la pelle candida e priva di imperfezioni del suo viso, le orecchie, decorate da una serie di anellini argentati, gli occhi scuri che riuscivano a penetrare chiunque con una sola occhiata, le ciglia lunghe e voluminose e quelle labbra piene, tinte di un rosa brillante... erano perfette.
Tutto di lui era perfetto... cavolo, quanto ero fortunata.
"Non riesci a staccare lo sguardo da me eh? Lo so, sono troppo bello." Jimin si pavoneggiò e io sorrisi, la sua vanità non aveva limiti.
"Te lo hanno mai detto che sei vanitoso?" Ridacchiai, prendendolo un po' in giro.
Smisi di ridere quando vidi la totale serietà occupare interamente il volto del ragazzo seduto accanto a me.
Jimin posò il libro sulla mia scrivania, allungò il braccio e tirò la sedia girevole su cui ero seduta verso di lui, avvicinandomi così di più alla sua figura.
Si chinò e poggiò le mani sulle mie cosce, le afferrò e con un gesto secco le spalancò.
Avvampai, le mie gambe erano completamente aperte di fronte a lui.
Un ghigno malizioso spuntò su quel viso insolente, Jimin ci godeva a vedermi imbarazzata.
"Basta parlare." Soffiò sulle mie labbra, sentii il suo caldo respiro colpire il mio viso.
E dopo, Jimin si avventò senza pietà sulla mia bocca.
Le sue labbra si attaccarono alle mie, si mossero ingorde premendo e schiacciando la carne, facendola diventare rossa, pulsante e gonfia.
Sentii i suoi denti mordere e stuzzicare, la lingua leccare e lambire le linee delle mie labbra, bagnandole e gustandole con avidità.
Le mani di Jimin afferrarono con una presa ferrea la mia vita, mi sollevò per farmi sedere su di lui; mi ritrovai a cavalcioni sul suo corpo.
Non trascorse molto tempo prima che le nostre intimità cominciarono a toccarsi; esse si sfiorarono, e nonostante la presenza dei vestiti percepii benissimo il rigonfiamento attraverso i suoi jeans.
E Jimin non fece nulla per nasconderlo anzi, con le mani premute sui miei fianchi fece ondeggiare il mio corpo sopra il suo, l'erezione colpì ripetutamente il mio punto caldo.
Gemetti, ma quel verso venne soffocato dalla sua lingua, che continuava a turbinare dentro la mia bocca.
Stavo cominciando a sentire caldo, tanto caldo... il desiderio di togliermi i vestiti e di continuare a strusciarmi su quelle cosce toniche era alto, ma dovevo ricordarmi che al piano di sotto c'era mia madre.
Anche se sembrava che Jimin lo avesse completamente scordato.
Continuammo a baciarci con foga, l'eccitazione aumentò sempre di più, la mia femminilità si fece sempre più bagnata; mi vergognai nel sentire quanta umidità si stava creando in mezzo alle mie gambe.
E indossavo un semplice e leggero paio di leggins, quindi immaginavo che anche Jimin avesse compreso quanto fossi eccitata.
Ma al contrario non disse nulla, e ad un certo punto le sue mani dai fianchi si trasferirono sotto le mie cosce.
Jimin si alzò e contemporaneamente mi sollevò senza esercitare il minimo sforzo; le mie gambe circondarono subito i suoi fianchi, le mie braccia finirono dritte sulle sue spalle e le mie mani si immersero nei suoi capelli.
E mentre le nostre lingue erano impegnate ad intrecciarsi e a rincorrersi, Jimin camminò fino a raggiungere il mio letto.
Mi posò con delicatezza sul materasso e salì sopra di me, adesso era lui quello che si trovava a cavalcioni sopra il mio corpo.
Si staccò e io inspirai enormemente, il mio respiro era affannoso, i suoi baci avevano risucchiato dai miei polmoni anche il più minuscolo briciolo d'aria.
"Non resisto più." Ringhiò nel mio orecchio, che poi leccò e mordicchiò facendomi scuotere.
Volevo farlo anch'io con lui... lo desideravo più di ogni altra cosa, avrei mentito se in questo momento avessi negato di volerlo.
Ma c'era mia madre in casa.
Non potevamo.
Jimin cominciò a lasciarmi una serie di baci umidi sul collo, sentivo calore in ogni punto in cui le sue labbra si posavano, lo sentivo succhiare lembi della mia pelle, sapevo che mi stava marchiando.
Sapevo che a breve la mia pelle sarebbe rimasta tinta dei segni violacei lasciati dalle sue labbra esperte.
Morsi il labbro inferiore per trattenere eventuali gemiti ma fu dura resistere; la sua lingua e le sue mani erano come fiamme sul mio corpo, mi sentii bruciare sempre di più.
"Jimin..." Ansimai.
Alla fine fu impossibile per me trattenermi, e alcuni versi echeggiarono all'interno della stanza.
Jimin continuò a muovere i suoi fianchi facendoli scontrare con i miei, sentivo benissimo la sua crescente virilità entrare a stretto contatto con il mio punto caldo e bagnato.
Un altro gemito più acuto uscì non appena Jimin inoltrò la mano dentro i miei slip, le sue dita sfiorarono la mia intimità e così poté sentire quanto fosse fradicia dei suoi liquidi.
"Cazzo." Jimin ringhiò, il mio viso era diventato un fuoco, e non solo quello.
"Sei così bagnata piccola... così bagnata solo per me."
Se possibile quelle parole mi fecero bagnare ancora di più.
Jimin tolse la mano, con la coda dell'occhio vidi che leccò le dita luccicanti dei miei succhi e rotolò ancora i suoi fianchi per farmi sentire quanto fosse eccitato anche lui.
E anch'io come lui ero terribilmente eccitata ma mai lo avrei fatto con mia madre presente in casa.
Avrebbe potuto sentire e non volevo rischiare.
"Jimin ti prego... c'è mia madre giù..." Dissi col fiato corto, tentando di fermarlo.
Jimin si fermò; alzò debolmente il viso per guardarmi negli occhi, rimanendo comunque sopra di me.
Dopo poco emise un sospiro scocciato.
"Lo so."
"Guarda che lo vorrei fare pure io... ma non ora. Non possiamo." Sussurrai con espressione desolata.
Portai una mano sulla sua guancia per accarezzarla, Jimin sbuffò.
Mi fece sorridere, certe volte mi dava l'idea di essere un bambino capriccioso.
"Non sorridere... per me questa è una vera tortura." Borbottò accigliato.
Ma non sapeva che era una tortura anche per me?
"Jimi-"
"Sabato hai programmi?" Mi bloccò lui, allargai gli occhi... che volesse chiedermi di uscire?
Sarebbe stato il nostro primissimo appuntamento.
"Mh... in realtà le ragazze volevano andare a bere." Sussurrai, ricordando che le mie amiche accennarono a qualcosa del genere quando dissi loro che non ero più in punizione.
"Ci andranno con i ragazzi. Tu sabato sera esci con me. Non voglio discussioni."
"Non dovremmo stare attenti?" Chiesi con un sopracciglio alzato.
"Tranquilla, ti porterò in un posto dove non rischieremo di essere visti da persone scomode." Jimin sogghignò.
"Quindi... è un appuntamento?" Domandai, e non riuscii a frenare il sorriso che crebbe sul mio volto.
Jimin si alzò allontanandosi da me; mi porse la mano e io la afferrai, mi aiutò ad alzarmi dal letto e appena fui in piedi si riavvicinò alla mia figura.
Le sue mani si infilarono sotto il mio maglioncino celeste, accarezzarono con dolcezza i miei fianchi nudi facendomi rabbrividire poiché le sue dita erano gelide e creavano un intenso ma gradevole contrasto con la mia pelle calda.
"Cosa vuoi che sia?"
Con un enorme sorriso mi alzai sulle punte dei piedi e gli diedi un bacio sulle labbra, appena mi staccai lo sentii ridacchiare.
"Adoro il fatto che sei così bassa che ogni volta devi alzarti sulle punte dei piedi per baciarmi o abbracciarmi." Disse ridendo.
"Ehi! Sono diversamente alta! E poi anche tu non è che sei un gigante!" Ribattei incrociando le braccia al petto.
Jimin continuò a ridere, le mie guance si scurirono quando lo vidi piegarsi per darmi un bacio sulla fronte.
"Carina la mia bimba." Sussurrò.
Sentii le gote avvampare ancor di più appena udii quelle parole.
Jimin sorrise divertito della mia reazione, prese il giubbotto e io capii che stava per andarsene.
Feci il broncio, speravo che potesse rimanere di più, ma se fosse rimasto per altro tempo mia madre si sarebbe potuta insospettire.
"Ehi... dì ai tuoi che sabato resti a dormire a casa di una delle tue amiche." Disse, prima di aprire la porta.
Appena realizzai quel che mi aveva chiesto, arrossii come una bambinetta alla prima cotta.
Subito dopo sorrisi e annuii energicamente.
Mi avvicinai a lui e ci baciammo ancora, poi scendemmo al piano inferiore.
Dopo aver salutato mia madre, accompagnai Jimin alla porta.
"Ci sentiamo in serata e ci vediamo sabato, okay?" Sussurrò.
"Sì."
Jimin sporse il capo e controllò velocemente che mia madre non fosse nei paraggi, appena si accertò che non stesse guardando mi rubò rapidamente un altro bacio, facendomi sorridere per l'ennesima volta.
Sapevo che non dovevo dimenticarmi di mia sorella e che dovevo stare attenta, ma adesso era tutto perfetto con Jimin, e me lo volevo godere appieno.
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I giorni seguenti furono abbastanza tranquilli.
A scuola le cose andarono bene, con Jimin mi sentivo al telefono ogni giorno e anche con i miei stava procedendo tutto per il meglio, nonostante avessi notato che mia madre fosse diventata più taciturna del solito.
Ma quando le parlavo mi rispondeva come aveva sempre fatto, quindi pensai che fosse solamente colpa della mia paranoia.
Con Kippeum invece, il nulla.
Niente di niente.
Ero davvero indecisa se chiamarla, andarla a trovare, o sentire addirittura la sua amica Mina almeno per sapere se stesse bene o no.
Mi premeva sapere se si stesse prendendo cura di sé stessa, se stesse mangiando regolarmente.
Più volte chiesi ai miei se loro avevano parlato con lei, ma se mio padre rispondeva negativamente, mia madre diceva che la sentiva alcune volte per pochi minuti.
E ogni volta Kippeum la rassicurava dicendole che era tutto a posto, e che una volta messa in pari con gli studi sarebbe venuta a trovarci.
Onestamente non sapevo se crederci o meno.
Facevo il conto alla rovescia per la giornata di sabato, non vedevo l'ora che arrivasse... avrei rivisto Jimin, e per la prima volta sarei uscita con lui normalmente.
Noi due da soli.
Ne parlai con Yeri e Nayeon, e loro insistettero subito per accompagnarmi venerdì pomeriggio al centro commerciale, per scegliere un vestito adatto per l'appuntamento.
Quasi erano più su di giri loro di me.
Il fatidico giorno arrivò, mi preparai per l'uscita.
Informai i miei, facendo sapere loro che quella sera sarei andata a cena fuori con le ragazze, dopo saremmo andate in discoteca e poi saremmo rimaste tutte a dormire a casa di Nayeon.
Ovviamente mio padre ebbe qualcosa da ridire come suo solito, però fortunatamente c'era mia madre, che gli ricordò che non uscivo da due settimane a causa della punizione, e che meritavo di svagarmi un po'.
Ero appena uscita dalla doccia e rimasi ferma, avvolta nell'asciugamano ad osservare il vestito che avevo preso il giorno precedente con le mie amiche.
Era troppo... esagerato, forse.
Era nero, la gonna arrivava poco sopra il ginocchio, aderente, con un intreccio davanti che metteva in risalto il seno e dietro lasciava la schiena scoperta.
Forse mostrava troppa pelle, ma dovevo ammettere che era davvero bello.
Al diavolo, avrei indossato questo.
Volevo lasciare Jimin a bocca aperta, e con questo vestito ci sarei perfettamente riuscita.
Mi asciugai i capelli col phon, e usai l'arricciacapelli per fare dei boccoli; i miei capelli erano naturalmente lisci, ma per stasera li volevo riccioli e voluminosi.
Sorrisi soddisfatta quando riuscii ad ottenere il risultato sperato.
Indossai l'intimo, poi toccò all'abito e dopo con calma mi truccai; misi un paio di orecchini pendenti a forma di goccia e come ultima cosa scelsi un paio di tacchi semplici e neri, che legavano bene col vestito.
Ero pronta.
Dovevo ammetterlo, ero davvero nervosa; continuavo ad osservare la mia immagine riflessa allo specchio, quasi speranzosa di trovare un capello fuori posto o un difetto nel trucco così da potermi tenere occupata e invece no, andava tutto bene e nel frattempo l'ansia cresceva sempre di più.
Guardai che ore fossero, erano quasi le venti, a breve Yeri sarebbe venuta a prendermi.
Incredibile che per una volta fossi in perfetto orario.
Eravamo rimasti d'accordo che ci saremmo incontrati tutti a casa dei ragazzi, da lì poi ci saremmo divisi.
Gli amici di Jimin non lavoravano stasera e sarebbero usciti con le mie amiche, lasciando me e Jimin da soli.
Era anche la prima volta che avrei messo piede nella sua casa... ero curiosa di vedere il suo appartamento.
Adesso che ci pensavo, avrei avuto tutto il tempo di vederlo a fine serata, dato che sarei rimasta a dormire da lui.
Deglutii nervosamente; il giorno precedente non avevo pensato solo all'abito, ma anche al completo intimo.
Le ragazze ieri avevano insistito molto, trascorremmo parecchio tempo nel negozio di biancheria.
Quelle due matte mi consigliarono le peggio cose.
Va bene che volevo risultare sexy, ma alcune cose che vidi ieri erano un po' troppo eccessive.
E non mi sembrava il caso di presentarmi di fronte a Jimin con un reticolato addosso che copriva poco o nulla, al posto di un normale completo intimo.
Alla fine avevo optato per un semplice completo color rosa carne, decorato con del pizzo nero.
Speravo che a Jimin piacesse, a me piaceva molto.
Sentii il clacson suonare, erano arrivate.
Presi cappotto e sciarpa e cominciai a scendere le scale, ma venni immediatamente assalita dagli sguardi scrutatori dei miei genitori.
"Non sei un po' troppo scoperta con quel vestito?" Chiese mio padre, ero certa che avrebbe fatto questo tipo di commento.
"Papà, andremo a mangiare in un posto elegante, questo vestito è adatto per l'occasione." Sospirai, sperando che ci credesse.
"Davvero sarete solo ragazze?" Sbuffò sospettoso, continuando il suo interrogatorio.
"Sì papà... ora però devo andare, mi stanno aspettando."
Mi infilai il cappotto in fretta e furia, speravo fortemente che mio padre avesse finito con le domande.
Dovevo uscire da lì il prima possibile, quello avrebbe potuto cambiare idea dopo aver visto l'abito.
"Sei bellissima tesoro." Mia madre si complimentò, sorrisi e corsi ad abbracciarla.
"Grazie mamma." Dissi con un filo di voce, poi abbracciai anche mio padre e finalmente uscii, andando incontro alle mie amiche.
"Wow, sei bellissima!" Esclamarono le ragazze non appena mi videro.
"Grazie, anche voi!"
"A Jimin cadrà la mascella quando ti vedrà!" Yeri ridacchiò.
Se dovevo essere sincera... l'intento era quello.
Dopo circa un quarto d'ora arrivammo di fronte ad un palazzo di almeno dieci piani.
Era vicino al centro, e di solito un appartamento in un palazzo di quel tipo costava un occhio della testa.
Quella era una zona abbastanza altolocata, non rimasi sorpresa... la prima cosa che avevo scoperto di Jimin quando era ancora solo il ragazzo di mia sorella, era che fosse messo parecchio bene economicamente.
Non che mi importasse molto il suo conto in banca, lui valeva molto di più.
"Voi siete già state a casa loro?" Chiesi incuriosita mentre scesi dall'auto.
"Io no, Nayeon c'è stata una volta." Mi rispose Yeri.
"Com'è?"
"È davvero un bell'appartamento... lo hanno comprato i genitori di Jimin, e lui ospita Jungkook e Taehyung perché in passato hanno avuto dei problemi con il padrone del loro vecchio appartamento."
Jimin poteva sembrare antipatico e invece era davvero generoso, ne avevo appena avuto l'ennesima conferma.
Entrammo in quel lussuoso palazzo, il portiere ci sorrise cordialmente e ci augurò di trascorrere una buona serata.
Prendemmo l'ascensore per raggiungere il decimo piano, ovvero l'ultimo e arrivate di fronte alla porta, Yeri suonò il citofono.
Ero troppo tesa, l'agitazione sembrava aver risucchiato ogni granello della mia lucidità, non sapevo più come mantenere la calma.
Avevo avuto solo una relazione e anche molto importante, ma questa era finita male e non volevo che la storia si ripetesse.
Non volevo che andasse male anche con Jimin, avevamo faticato tanto per stare insieme e adesso non potevo rovinare tutto a causa della mia ansia.
Dopo pochi secondi Jungkook aprì la porta, sfoderò un disarmante sorriso e si spostò di lato per farci entrare.
Incuriosita, cominciai ad osservare ogni minimo dettaglio dell'appartamento, o almeno di quello che potevo intravedere.
Era davvero spazioso ed elegante, l'arredo richiamava i toni del bianco e del nero.
Ed era anche tutto molto ordinato... strano, conoscendo gli inquilini.
Nel frattempo arrivarono anche Jimin e Taehyung; il mio ragazzo mi venne incontro e scrutò spudoratamente la mia figura dalla testa ai piedi, mi sentii ancor più nervosa, il suo sguardo mi fece sentire nuda e totalmente indifesa nonostante avessi addosso un pesante e lungo cappotto.
Il mio cuore perse un battito quando un ghigno compiaciuto si presentò su quelle succulenti labbra.
"Sei bellissima." Sussurrò, stampandomi subito dopo un bacio sulla guancia.
"Beh, noi andiamo... divertitevi." Esclamò Taehyung.
Salutammo i nostri amici che in un batter d'occhio sparirono dalla nostra vista, e riportai il mio sguardo su Jimin.
Questa sera indossava una camicia bianca, i primi bottoni erano aperti mostrando così le sensuali clavicole, e il tessuto era attillato in modo che il suo fisico tonico e allenato fosse messo in risalto.
Un chocker color pece decorava il suo collo troppo bianco e perfetto, e io non vedevo l'ora di dipingere quella tela bianca con i miei morsi d'amore.
Un paio di jeans neri fasciavano alla perfezione le sue cosce.
Era semplicemente stupendo.
Una volta ammirato il ben di Dio che avevo di fronte, posai il mio sguardo sul suo viso e notai che anche lui mi stava mangiando con gli occhi.
Potei sentire le mie guance scaldarsi, Jimin mi sorrise e si avvicinò ancor di più; si fermò quando i nostri corpi erano così vicini da far sì che i nostri nasi si potessero toccare e i nostri respiri potessero fondersi in un tutt'uno.
Jimin posò le mani sui miei fianchi, li accarezzò morbidamente.
"Togliti il cappotto." Ordinò, lasciandomi un attimo interdetta, credevo che dovessimo uscire.
"Non faremo tardi? Pensavo cenassimo fuori, stasera."
"Oh piccola... allora non hai ancora capito. Non uscirai da qui prima di domani mattina."
~ Angolo Autrice ~
Penso che da questo capitolo si sia capito che vedremo un po' la relazione tra i due protagonisti crescere, svilupparsi, evolversi e ehm... sì, preparatevi per del sano smut.🔥
Non metterò nessun avvertimento all'inizio dei capitoli, vi ho già avvertite adesso.😉
Spero che la storia stia continuando a piacervi, siamo vicini alla fine!
Al prossimo aggiornamento.✨
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