✥ 14.
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JIMIN'S POV
Haneul se n'era appena andata; e i suoi genitori stavano cominciando a dare di matto, specialmente il padre.
"È quel furfante che la influenza negativamente!" Esclamò, sempre più arrabbiato.
"Caro calmati, ricordati che c'è anche Jimin qui." Disse la signora.
A quel punto il signor Choi si voltò verso di me e mi chiese immediatamente scusa per aver perso la pazienza in quel modo.
"Non si scusi signore."
Con la coda dell'occhio guardai Kippeum; era rimasta immobile, pietrificata, non si era per niente mossa da quando sua sorella aveva pronunciato quella maledetta frase.
"Non è stato furbo da parte tua allontanarmi da Yoongi. Nella tua posizione, sarebbe stato meglio farmi avvicinare a lui invece del contrario. Un consiglio per il futuro: attenta quando passi sotto le porte."
Stronza.
Mi aveva appena dato del traditore davanti ai suoi, e aveva appena dato a Kippeum della cornuta.
Ci mancava pure questa.
Personalmente sembrava che i loro genitori non ci avessero fatto molto caso; solo la madre chiese ad Haneul perché ce l'avesse così tanto con me, quindi forse entrambi non avevano creduto a quelle parole.
Speravo fortemente che fosse lo stesso anche per Kippeum.
Con quella frase Haneul aveva fatto intendere che potesse esserci qualcosa tra me e lei, o che potevo aver tradito Kippeum con un'altra ragazza.
Aveva appena rovinato tutto... che situazione del cazzo.
Dovevo trovare un modo per restare da solo con Kippeum, e poterne parlare con lei.
Sicuramente in questo momento lei stava pensando e rimuginando sulle parole dette da sua sorella minore; ero certo che la sua mente fosse stata invasa da un'infinità di domande che prima o poi mi avrebbe posto.
"Tesoro, dobbiamo assolutamente riportarla a casa!" Esclamò la madre.
"Sto provando a chiamarla ripetutamente, ma ha spento il cellulare! Maledizione." Rispose il padre con tono disperato.
"Kippeum..."
Cercai di richiamare la sua attenzione, mi avvicinai un po' di più a lei e le afferrai delicatamente il polso.
Lei non rispose, ma lentamente si voltò verso di me e mi rivolse uno sguardo totalmente vuoto e triste.
Trascorsero solo pochi secondi, poi finalmente parlò.
"Dimmi che non è vero..." Sussurrò con un filo di voce, il tono sembrò uscire dalle sue labbra sotto una forma tremante e insicura.
Stavo per replicare, ma non ne ebbi la possibilità poiché Kippeum riprese a parlare subito.
"Dimmi che non mi hai tradito con mia sorella. Dimmi che non c'è mai stato assolutamente nulla tra voi, a parte quei baci che ho visto ieri sera."
Anche se tentai di mostrarmi calmo e sicuro di me, deglutii ansiosamente e percepii i sensi di colpa riaffiorare e colpirmi al petto come tanti aghi acuminati.
Non me la sentivo di mentirle ancora.
Non me la sentivo di ingannarla per l'ennesima volta; non se lo meritava, non era giusto.
Ma non era proprio quello il momento adatto per parlarne; lì, a casa dei suoi genitori, dove quest'ultimi stavano impazzendo perché la figlia più piccola se n'era andata per inseguire l'ex.
"Kippeum... per ora proviamo a calmare i tuoi; non possiamo parlarne adesso. Non è né il luogo, né il momento adatto per discutere di certe cose." Sussurrai.
"O sì o no. Non è difficile Jimin." Ribatté lei freddamente.
Abbassai lievemente il capo, per non incontrare quegli occhi sempre tanto gentili e allegri, ma che adesso mi stavano fissando minacciosamente.
Sospirai a fondo per alcuni secondi, e con tono quasi impercettibile decisi di raccontare una mezza verità.
"Ci sono stati dei baci... tutto qui."
Kippeum sgranò gli occhi non appena udì quel che le avevo detto, ma il padre interruppe la nostra conversazione.
Grazie al cielo, aggiungerei.
"Jimin, conosci per caso l'indirizzo di quel Min Yoongi? O il posto dove lavora?"
"No signore mi spiace... non conosco proprio quel ragazzo."
"Caro, potrebbe essere andata da una delle sue amiche, perché pensi subito che sia andata da quel ragazzo?" Chiese la signora.
"È ovvio che se le dite di stare lontana da quel ragazzo, lei, da adolescente quale è, farà ovviamente il contrario." Si intromise Kippeum.
Non aveva tutti i torti.
Haneul non era stupida, sapeva che se fosse andata da Yeri o da Nayeon, i suoi l'avrebbero trovata subito.
Riflettendoci sopra... non riuscivo davvero a capirla.
Perché prendere le parti del suo ex in quella maniera?
Perché difenderlo così a spada tratta dai suoi genitori?
Ieri sera lui l'aveva trattata malissimo, ed ero sicuro che lei lo odiasse; quindi quando vidi il modo in cui lo aveva difeso, andando contro i suoi stessi genitori e alzando la voce con suo padre, rimasi incredibilmente sorpreso.
Certo, a meno che non fosse successo qualcosa dopo che io e Kippeum eravamo andati via.
Scossi la testa... lo sapevo.
Sapevo che non doveva riaccompagnarla lui a casa, ma io.
Però era stata Kippeum a volerli lasciare da soli a tutti i costi.
Anche se così facendo, sembrava che avesse voluto avvicinarli, per poi farli riallontanare oggi a pranzo con il sostegno dei suoi.
Che fosse stato tutto pianificato da Kippeum per vendicarsi di quei baci dati ieri sera, al locale?
Speravo mi stessi sbagliando, anche perché le avevamo spiegato che stavamo facendo finta proprio a causa di Yoongi.
"Chiamerò quel mio amico che lavora alla polizia, e gli chiederò di fare una piccola ricerca per me. Troveremo l'indirizzo di casa di quel bastardo." Ringhiò il signor Choi, e cominciò subito a digitare i tasti del cellulare.
"Jimin, ci scusiamo per l'inconveniente, davvero..." Disse la signora.
"Non si preoccupi." Accennai un sorriso.
"Magari era per questo che ultimamente Haneul era così strana! Era sempre così scontrosa... forse era a causa proprio di quel ragazzo." Continuò la madre.
Haneul aveva detto che si erano lasciati da qualche mese.
Probabilmente aveva sofferto così tanto, da mutare addirittura il suo comportamento risultando scontrosa e scorbutica agli occhi dei suoi genitori.
Lui l'aveva fatta soffrire, e lei in questo momento si trovava comunque con lui.
Non riuscivo a capire le sue reali intenzioni, non riuscivo a comprendere le sue gesta e i suoi pensieri, e questo mi faceva altamente arrabbiare.
Perché poi?
Per quale diavolo di motivo mi faceva alterare così tanto?
Se Haneul si fosse rimessa col suo ex, non me ne sarebbe dovuto fregare assolutamente nulla.
Okay, era inutile continuare a mentire a me stesso... Haneul mi piaceva, e nemmeno poco.
Anche in questo momento, dovevo essere arrabbiato con lei per tutta la situazione che si era venuta a creare, per come mi aveva risposto, per quello che aveva detto di fronte a tutti.
E invece ero preoccupato per lei, desideravo solo che ritornasse a casa.
"Mamma, faccio vedere a Jimin la mia vecchia camera." Disse Kippeum, riuscendo così a distogliermi dai miei pensieri.
Inarcai un sopracciglio confuso, perché voleva farmi vedere la sua stanza in un momento simile?
Poi realizzai che forse, stava cercando di allontanarsi dai suoi per poter parlare della nostra relazione.
O del rapporto che c'era tra me e Haneul.
La madre annuì, quindi Kippeum si alzò e iniziò a salire le scale, io la seguii.
"Quella è la stanza di Haneul, se ti interessa." Disse indicando la porta sulla sinistra.
"Kippeum... ti prego..." Sospirai.
Aprì la porta a fianco, rivelando una stanza sobria, con un letto posizionato nella parte sinistra della camera, una scrivania, uno specchio rotondo situato sopra quest'ultima, un armadio e uno scaffale pieno di libri.
"Carina." Commentai.
"Non ti ho portato qui per farti vedere la mia vecchia cameretta." Disse, chiudendosi la porta alle spalle.
"Vi siete baciati. Quando? Voglio sapere tutto."
Ecco, immaginavo mi avesse portato qui per farmi l'interrogatorio.
"Il giorno prima della cena al ristorante." Rivelai.
Kippeum strabuzzò gli occhi incredula, e corrugò le sopracciglia poco convinta.
"Quindi... vi conoscevate già..."
"C'eravamo conosciuti la sera prima, in discoteca. Ci sono solo stati dei baci... niente di più."
Non potevo confessare tutto.
Non potevo dirle che oltre i baci, l'avevo anche spogliata, e che eravamo entrambi più che intenzionati a fare sesso.
Anzi, che io volevo fortemente scopare sua sorella, ma la cosa non era andata a buon fine perché Haneul ci aveva ripensato.
Ancora oggi mi chiedevo come sarebbe andata a finire, se Haneul non si fosse tirata indietro.
L'avremmo fatto, e poi?
Sicuramente dopo sarebbe stato il tutto ancor più imbarazzante.
"Chi si è avvicinato a chi?" Chiese, la sua faccia pareva furente di rabbia.
"Lei... ovviamente."
Almeno questo era vero; era lei che si era avvicinata a noi insieme alle sue amiche, per poter saltare la fila.
Certo, io ci avevo provato un po', ma scherzavo; era stata Haneul a farmi capire che era più che disponibile.
Okay no.
Dovevo essere sincero almeno con me stesso; non erano andate proprio così le cose.
Appena Haneul si era avvicinata a noi, rimasi terribilmente incantato dalla sua semplice, ma allo stesso tempo particolare bellezza; ero rimasto ipnotizzato, e quando i miei occhi si incrociarono con i suoi, decisi che quella sera stessa Haneul sarebbe stata mia.
Sì, ero decisamente propenso nel tradire Kippeum con sua sorella.
Ma questo lei non ne sarebbe mai dovuta venire a conoscenza.
"Non pensavo che mia sorella fosse un tipo così facile! Per non dire di peggio." Esclamò Kippeum con rabbia.
Onestamente mi dispiacque sentirla pronunciare certe parole sul conto di sua sorella; capivo che fosse arrabbiata, ma non doveva giudicarla in quel modo.
Tra i due ero io quello in errore, non Haneul.
Haneul pensava che io fossi single, ecco perché si era resa così disponibile... d'altronde lei non era legata a nessuno, ed era libera di fare ciò che voleva con i ragazzi che incontrava.
Ero io quello che aveva un impegno, non lei.
"E quindi vi siete solo baciati?" Domandò un ad un certo punto, e io annuii.
"Ma tu non le hai detto che eri impegnato?"
Oh cazzo.
Abbassai lo sguardo in segno di colpevolezza, misi una mano tra i capelli per scompigliarli; solitamente facevo così quando mi agitavo.
"Jimin."
"No. Okay? Non gliel'avevo detto. Credeva fossi single." Ammisi, stanco di quella conversazione.
"Provi qualcosa per lei?" Continuò con il suo interrogatorio, e nel frattempo notai che gli occhi le divennero lucidi.
"Non mi è indifferente, lo ammetto."
"E per me cosa provi?"
"Kippeum... provo molto affetto nei tuoi confronti. Ti voglio bene e-"
"Mi vuoi bene? Certo." Mi bloccò, senza farmi finir di parlare.
"Ascoltami."
"No. Ascoltami tu. Io ti amo. Okay? Ma so che invece tu non sei innamorato di me... tu sei innamorato solo di te stesso Park."
Wow.
Io innamorato solo di me stesso?
Questo non lo accettavo.
Avevo detto a Kippeum che non mi ero mai innamorato di nessuna, che non avevo mai avuto una storia seria.
Le avevo detto che ci avrei provato con lei, ma che non le promettevo nulla.
Cazzo, l'avevo avvertita.
"Kippeum... ti avevo avvertita..."
"Lo so! Ma cosa posso farci se mi sono innamorata di te?" Esclamò.
Quasi mi sentii in colpa... ma no, non dovevo.
L'avevo avvertita; non dovevo provare sensi di colpa, almeno non per questo motivo.
"Cosa vuoi fare? Vuoi lasciarmi?" Chiesi con un tono di voce tremendamente calmo.
Un'espressione triste si disegnò sul suo volto, gli occhi si stavano riempendo di lacrime e il suo labbro inferiore cominciò visibilmente a tremare.
"Kippeum-"
"Decidi tu. Perché io non ho intenzione di lasciare la persona che amo." Pronunciò, la voce era rotta dal pianto.
Sospirai.
Cosa dovevo fare?
Dovevo ammetterlo, mi sentivo uno schifo in questo istante.
Ma non potevo continuare a stare con lei quando dentro di me pensavo a sua sorella.
No, non potevo proprio.
Mi sedetti sul bordo del letto e mi misi le mani tra i miei biondi capelli.
Ci tenevo così tanto a questa relazione?
Volevo davvero salvarla a tutti i costi?
Non ero innamorato di Kippeum, però inizialmente mi piaceva e parecchio, per questo avevo deciso di provare ad avere una relazione con lei.
E stava andando tutto bene... fin quando non incontrai Haneul però.
Dopo aver pensato e riflettuto a fondo, alzai lo sguardo, e lo posai sul volto dispiaciuto di Kippeum.
Avevo deciso.
"Prendiamoci una pausa. Un piccolo periodo dove smetteremo di vederci e sentirci. Dicono che la distanza rafforzi il rapporto. Beh, vediamo come va... e poi decideremo se continuare a stare insieme o no."
Non me la sentivo di rompere definitivamente con lei; una pausa mi sembrava la soluzione più giusta da prendere in questo momento.
"Mi stai lasciando?" Mi chiese con gli occhi pieni di lacrime.
"No... ti ho proposto una pausa, Kippeum."
"Sì, ho capito. Ma alla fine è come se ci stessimo lasciando."
"No, non ci vedremo né sentiremo per un tot. di giorni, e poi ci ritroveremo e parleremo per trovare una soluzione insieme. Se in quei giorni io non ho fatto altro che pensare a te, e viceversa, allora è ovvio che riproveremo a stare insieme."
"E se in quei giorni andrai a letto con qualcun'altra?"
"Wow... ti fidi molto di me. Grazie."
"Scusa... ma visti gli ultimi eventi..."
"In quei giorni possiamo fare quello che ci pare. Pure tu potresti andare a letto con qualcun altro; ma tanto non lo farai. Tra poco non fai sesso neanche con me che sono il tuo ragazzo."
Kippeum spalancò gli occhi.
Okay, forse avevo esagerato.
Ma in realtà anche no; lei mi aveva fatto capire che non si fidava per niente di me, e io volevo farle capire che neanche lei era una fidanzata perfetta.
"Quindi... ce l'hai con me perché non te la do ogni giorno come vorresti tu?" Esclamò infuriata.
"Se sei tanto innamorata di me come dici dovresti volermi saltare addosso ogni volta che mi vedi! Finché ti bacio, va tutto bene; poi quando cerco di approfondire quel bacio tu incominci a dire: 'no Jimin c'è troppa gente qua intorno!'" Ribattei.
Non mi ero accorto che avevo appena alzato il tono di voce.
Dovevo calmarmi, non volevo che i genitori di Kippeum ci sentissero dal piano inferiore.
"Ma cosa vuoi fare? Sesso in pubblico? È ovvio che ti fermo quando c'è tanta gente!"
"Dio Kippeum è un bacio, mica ti scopo davanti a tutti!" Urlai esasperato.
Dopo aver gridato quelle parole, ci furono dei minuti di totale silenzio; Kippeum si era lentamente distaccata dalla mia figura, e in questo istante non mi stava nemmeno guardando in faccia, teneva lo sguardo ancorato sul fondo del pavimento.
Mi alzai dal letto e mi accostai a lei.
"Mi rifarò vivo io okay?" Le sussurrai all'orecchio.
Lei annuì.
Le accarezzai con dolcezza il braccio, la mia mano poi raggiunse la sua e la strinsi; poggiai la mia fronte contro la sua e chiusi gli occhi.
Restammo fermi in quella posizione per qualche secondo, dopodiché riaprii gli occhi e mi chinai.
Premetti le sue labbra sopra le sue, salutandola così con quel bacio, e successivamente uscii da quella stanza.
"Signori Choi, mi dispiace per come si sia svolta questa giornata... però io devo tornare a casa, devo studiare alcune cose, tra poco devo dare un esame." Dissi inventando una scusa al momento; volevo andare via da lì il prima possibile.
"Oh sì tranquillo Jimin, scusaci tanto... vai pure a studiare. Ci dispiace per come sia andata oggi." La madre si scusò.
"Dispiace anche a me."
"Teniamoci in contatto va bene? Grazie del vino Jimin, torna pure a trovarci quando vuoi." Disse il padre.
Annuii.
Li salutai, uscii e mi diressi verso la mia macchina.
YOONGI'S POV
Sapevo che sarebbe andata a finire così.
Non me l'ero presa più di tanto, in realtà ero preparato a ricevere commenti del genere... avevo immaginato che non sarei piaciuto ai genitori di Haneul.
E sinceramente?
Me ne fregava ben poco.
Mi interessava stare con la figlia, mica con loro.
Non mi importava neanche se ci proibivano di vederci; quando volevo una cosa, facevo di tutto per ottenerla.
Quando volevo Haneul, l'ho avuta, e ora che volevo riconquistarla... l'avrei sicuramente fatta ritornare da me.
Siamo stati insieme un anno e mezzo e i suoi non hanno mai sospettato niente, quindi mi preoccupavo ben poco.
Per di più mi aveva stupito l'atteggiamento di Haneul oggi, mi aveva difeso contro tutti, persino contro Jimin, con cui pensavo avesse un buon rapporto.
Questo suo accanirsi contro di loro per difendermi, mi faceva sperare in un risvolto positivo per il nostro rapporto.
Controllai che ore fossero, erano le due e mezzo.
Non avevo mangiato molto a casa di Haneul, ma mi era passata la fame... decisi così di fare un sonnellino.
Appena mi sdraiai, sentii però che qualcuno suonò al citofono.
Sbuffai pesantemente.
Di solito non andavo mai ad aprire, aspettavo che lo scocciatore si stancasse di citofonare e se ne andasse di sua spontanea volontà.
Però questa volta mi alzai, controvoglia ovviamente.
Prima di aprire, controllai nello spioncino chi avesse appena deciso di disturbarmi; quando vidi chi fosse in realtà la persona che si celava dietro la porta, sorrisi e aprii subito.
"Haneul."
"Ehi."
Si presentò di fronte a me la piccola figura di Haneul che cercava invano di scaldarsi nella sua gigantesca felpona rossa.
"Entra."
Mi spostai di lato e la feci entrare, non persi tempo e appena ne ebbi l'occasione, le scompigliai dolcemente i capelli.
"Cavolo, sei gelata!" Esclamai, non appena toccai il suo viso ghiacciato.
"Fa freddo fuori... e me la sono fatta tutta a piedi."
Andai subito in camera mia e presi una coperta, poi tornai da lei e gliela misi sulle spalle.
"Che ci fai qui?"
Ero felice di vederla, ma da come si erano alzati i toni della discussione prima, dubitavo che i suoi l'avessero lasciata tranquillamente uscire.
"Non potevo continuare a stare in quella casa."
Piano piano entrò nel salotto e si sedette sul divano che era situato al centro della stanza.
Mi sedetti accanto a lei.
"Haneul..."
"Mi dispiace. Mi dispiace per come ti hanno trattato i miei, per come ti hanno parlato... non è giusto. Non è giusto giudicare una persona così senza neanche conoscerla."
Ad un certo punto gonfiò le guance e assunse un'espressione imbronciata; sorrisi, era troppo carina.
"Mica è colpa tua... tranquilla." Risposi posando la mano sulla sua schiena, che accarezzai per rassicurarla.
"Come faccio a rimanere tranquilla? La famiglia è la mia, e ti ha trattato malissimo. Mi dispiace davvero... provo vergogna per loro." Sussurrò.
"Haneul... davvero, tranquilla. Non me la sono presa più di tanto, sapevo che non gli sarei piaciuto."
"Ora sanno di noi." Sussurrò.
"Perché... c'è ancora un noi?"
Haneul si voltò incerta verso di me, e mi osservò con quei magnetici occhi meravigliosi che la natura le aveva donato, e che mi avevano sempre attratto fin dalla prima volta che la vidi; le sue guance arrossirono lievemente.
Non potei non sorridere, era così carina; portai la mano sulla sua morbida gota e la accarezzai teneramente col dorso.
Appena sfiorai il suo viso Haneul chiuse gli occhi, e lì ne approfittai; avvicinai velocemente il mio volto al suo, e incollai le mie labbra sulle sue.
Fu un semplice bacio a stampo, ma fu lungo, duraturo e intenso.
Quando mi staccai, Haneul riaprì gli occhi.
"Mi hai baciata... un'altra volta." Sussurrò.
"Sai che quando voglio qualcosa, la ottengo."
Gli angoli della bocca di Haneul si sollevarono, e accostò pericolosamente il suo viso al mio; i nostri volti erano così vicini che potevo sentire il suo caldo respiro colpirmi, e la punta del suo naso sfiorare il mio.
"Anch'io."
Rapidamente si fiondò sulle mie labbra; le schiusi subito, e lei inserì immediatamente la lingua per poter approfondire il bacio.
Quel bacio così bagnato divenne sempre più lussurioso e appassionato; le nostre lingue si intrecciarono disordinatamente, giocarono ricorrendosi tra loro e esplorando le rispettive cavità orali.
Ci staccammo un attimo per poter regolare i nostri respiri affannosi, ma non persi tempo; afferrai Haneul per le spalle e la feci distendere sul divano.
Salii sopra di lei e ricominciai a torturare quei meravigliosi petali di rosa, che mi facevano impazzire ed eccitare sempre di più.
Le mie mani tracciarono con avidità ogni millimetro del suo corpo, passando dalle spalle, continuando per il busto snello e posandosi sui suoi fianchi.
Fianchi che strinsi rudemente, per farle capire che adesso era mia, e difficilmente l'avrei lasciata andare via un'altra volta.
Non l'avrei lasciata andare mai più, via da me.
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