✿chαptєr twєntчnínє✿ฺ
Vi consiglio di sentire eight (IU, Suga) per il semplice motivo che la stavo sentendo mentre scrivevo e mi ha ispirata, quindi ve la lascio qui sopra uwu
ʏᴏᴏɴɢɪ's ᴘᴏᴠ
Novembre era un mese pigro, Yoongi ci si rispecchiava molto, anche se ormai era quasi finito.
Lui e Hoseok uscivano quasi tutti i giorni, e spesso e volentieri finivano per trovarsi a casa del maggiore, nella sua stanza, nudi come mamma li aveva fatti. Per il maggiore, non era affatto solo sesso, e aveva capito che anche il rosso la pensava alla stessa maniera, era bella la trasformazione che stava avendo il loro rapporto.
Il signor Jung invece non era affatto cambiato, continuava a maltrattare il figlio, roba da denuncia: ma se Hoseok ancora non se la sentiva, non poteva farlo per lui, soprattutto in casi dove serve direttamente il testimone. Certo, aveva una copia delle sue chiavi di casa, il suo numero e quello di Namjoon, però... era sempre preoccupato.
Per stare più tempo con Hoseok, e anche per avere una vita sociale, aveva iniziato a fare solo i turni serali per la cena, ovviamente weekend escluso. Per arrotondare la cifra, quando poteva lavorava alle traduzioni di articoli di una rivista dal giapponese al coreano (non se la cavava male, con le lingue) impiegava poco tempo e poteva farlo online anche quando era in posti come l'autobus.
Così facendo, poteva pranzare con i gli altri a scuola, accompagnare Hoseok a casa tutti i giorni e uscire nel pomeriggio.
Quanto a Namjoon, lui e Seokjin avevano iniziato seriamente ad uscire insieme da quando il minore era finito in ospedale, wow a quanto pare gli incidenti facevano interessare persone ad altre persone... okay, forse era lui che stava pensando cose stupide.
"Hyung, sei vivo?" Un essere saltellante Hoseokesco si fece vivo davanti a lui.
"Scusa Hobie, sì sono vivo.."
"Dovresti smettere di morire a random." Hoseok si aggrappò a lui stile Koala, facendolo ridere.
"Yah, levati!"
"MAI!"
Il rosso si era stretto più forte, sembrava proprio un bambino alle volte.
"Sai, Hoseok, stavo pensando."
"Sai pensare?" Domandò il minore, prendendolo in giro come avrebbe fatto un bambino, con la leggera differenza che aveva 18 anni e non 5.
"Fanculo."
"Però il mio culo ti piace."
Yoongi annuì, non poteva negare di amare il sedere di Hoseok oltre ad Hoseok stesso... sì, si erano detti ufficialmente Ti amo qualche giorno prima.
"Dicevo, stavo pensando quindi non ti ho sentito arrivare. E poi stavo ricordando quello che è successo qualche giorno fa."
"Hoseok, dovrei parlarti."
Avevano appena finito di mangiare, e stavano sul divano a casa di Yoongi.
"Che succede?"
"Credo... di provare qualcosa di più di un semplice di piaci, Hobie. Cioè, insomma io t-ti amo." Aveva sentito le guance scottare mentre lo diceva, e succedeva quando diceva qualcosa di vero che lo faceva arrossire.
Sul volto del rosso si era formato un bellissimo sorriso, gli occhi scuri si erano fatti lucidi. "Anche io, hyung. Anche se non credo di meritarmi un ragazzo come te."
"No ti sbagli Hoseok, sei così gentile e dolce che sono io a non meritarti, ma se tu vuoi essere mio, allora sarò tuo."
Sul volto del rosso non era ancora sparito quel sorriso a cuore che ogni volta incantava Yoongi come la prima volta. "Sono felice di amarti, hyung."
"Andiamo a prendere lo zucchero filato, hyung?"
"Va bene, perchè quel faccino?"
"Devo parlarti..."
Entrambi avevano appena gettato nella differenziata il loro bastoncino ormai senza più zucchero, e si erano seduti su una panchina abbastanza isolata.
"Okay, ehm, non odiarmi. Io... ho un potere."
Yoongi sgranò gli occhi. "Un che cosa?"
"Hai sentito bene, ho un potere. Posso... vedere le anime delle persone. Si è tramandato nella mia famiglia, si chiama essere un Jiwa. Anche la mia mamma lo era e-"
Yoongi era terrorizzato. "S-sei un mostro... come ti permetti di guardare la mia anima?!"
"Hyung no, non posso leggerti nel pensiero!" Hoseok aveva le lacrime agli occhi. "Non ne ho colpa, so solo che certe anime sono più potenti di altre, riesco a vederne il turbamento interiore... la tua, ci ho messo tempo ad abituarmi, le prime volte era talmente forte che facevo fatica a starti accanto senza sentirmi male. So che è assurdo."
Yoongi si sentì in colpa per avergli detto che era un mostro, non avrebbe dovuto.
"Mi dispiace, scusami, io pensavo che tu mi avessi letto n-nella mente senza permesso."
Il rosso scosse la testa. "Quello che ti sto per dire ora è più importante, non spaventarti. Ora, come stavo cercando di dirti, anche mia madre aveva quel potere, le persone con questa cosa si chiamano Jiwa. Devi sapere che... mia madre è stata assassinata, un uomo era geloso perchè lei si era innamorata di un altro ovvero mio padre, e quest'uomo ha giurato per vendetta-insensata sia chiaro- di uccidere chiunque si fosse rivelato Jiwa, sempre se fosse riuscito a scoprirlo. Yoongi... quell'uomo, è tuo padre. Lui e mia mamma erano amici da piccoli, lui si innamorò di lei, ma mia madre non ricambiava. E così, accecato dall'amore non corrisposto l'ha uccisa appena ha scoperto dove si trovava. Io quel giorno ero via con mio padre, quindi non sapeva nulla di me, e non mi ha ucciso. Ma ho paura hyung, tanta paura. E non solo per questo, anche per gli altri Jiwa..."
Il maggiore era sotto shock, suo padre aveva ucciso la madre del ragazzo che amava, gli aveva rovinato la vita.
"Hoseok... mi dispiace tanto."
Il biondo era scoppiato in lacrime, sentiva l'altro sussurrargli che non era colpa sua, dirgli come sempre che lui non era suo padre, che andava tutto bene.
"Ami il figlio dell'assassino di tua madre..."
"Amo il ragazzo che mi rende felice, Yoongi. Chi sia tuo padre al momento non importa, è la nostra relazione quello che importa, sentivo solo il bisogno di dirtelo, per farti sapere finalmente per quale motivo non ho mai avuto paura di te. La tua anima... mi ha sempre detto la verità. E vuoi saperlo? È bellissima, pura, ti assomiglia, anche se tu sei un pervetito."
Yoongi annuì, ritrovando un poco il sorriso. "Ti ringrazio, Hobi. E quella di tuo padre?"
"Appa... la sua è scura, cattiva, ma quando lo vedo sobrio per qualche momento diventa bella, anche se triste per la morte di mamma. Lui non mi odia davvero, lo sento piangere in quei piccoli momenti in cui è sobrio, dice che gli manca sua moglie, poi beve di nuovo e torna cattivo. Quando ero piccolo mi voleva davvero bene, è cambiato tutto dopo l'assassinio di eomma."
Yoongi gli accarezzò i capelli. "Vorrei poter trovare delle parole adatte a consolarti, ma in questo momento non ne ho a disposizione. Sei sempre stato bravo a nascondere la verità e il dolore, ma almeno ora con me sei riuscito a sfogarti."
"Grazie, hyung."
Una settimana dopo, incontrò nuovamente Hoseok. Era una domenica, il minore era messo davvero male. Aveva un livido sul viso che gli prendeva la guancia destra, e il suo corpo ne era costellato, per non parlare del fatto che non aveva mangiato quasi nulla negli ultimi giorni per colpa dell'enorme dolore psicologico.
"Mio padre ultimamente ha bevuto più del solito. Niente cintura, solo le mani." Riassunse Hoseok, mentre il biondo lo aiutava con la crema.
"Cazzo ma quando pensi di denunciare quell'uomo?"
Il rosso ci pensò un attimo su. "La prossima settimana starà via due giorni, ne approfitterò. Sono stanco di subire violenza domestica."
Yoongi annuì, accarezzandogli i capelli. "Bravo, così devi parlare. Però... Hobi, sei pallido come un lenzuolo, stenditi."
Lo fece sdraiare sul divano, dopo averlo riempito di cuscini per renderlo morbido e causargli meno dolore.
"Ti preparo subito qualcosa da mangiare, intanto metti il ghiaccio sulla guancia, passerà presto."
Ci mise un po' a convincerlo a mangiare quel poco di carne che riuscì a finire, era dimagrito, probabilmente aveva ripreso a mangiare poco da molto di più di due giorni.
"Hobi, come mai non mangi?"
"Sono preoccupato... ma non me la sento di dirti nulla ora." Mormorò il minore, mentre Yoongi lo copriva con una coperta e si sedeva accanto a lui.
"Ci sono io qui, andrà tutto bene. Vuoi dormire un po'?"
Il rosso scosse la testa. "Vorrei le coccole."
Il biondo annuì, iniziando ad accarezzargli piano i capelli, voleva essere dolce con lui, al ragazzo serviva solamente ciò che non riceveva mai dal padre: amore.
E Yoongi amava Hoseok, così tanto che si sarebbe preso lui le botte al posto suo, a costo di vederlo star bene e mangiare regolarmente.
"Continuerai ad amarmi anche se sarò ridotto peggio? Anche se non toccherò cibo?" Domandò in quel momento il rosso, a voce bassa.
"Certo. Ma non voglio che ti accada altro, hai promesso che denuncerai tuo padre."
"Lo farò." Annuì il rosso.
"Voglio sapere cosa ti turba, quello che non vuoi dirmi, il vero motivo per cui non mangi."
Gli occhi scuri di Hoseok si fecero lucidi. "Papà ha scoperto chi sei, non so come abbia fatto. Lui... vuole vendicarsi. Appa vuole ucciderti, Yoongi."
Il gelo calò nella stanza, il rosso stava tremando come un bambino, forse aveva paura di ciò che aveva detto.
Yoongi lo strinse a sè, era spaventato, ma calmare il minore era più importante. "Non ti preoccupare, lo denuncerò insieme a te. Ti verrò a prendere la settimana prossima quando tuo padre sarà via, e andremo in centrale. Dobbiamo avere coraggio, amore."
Purtroppo, più tardi Hoseok dovette andare a casa, lasciando Yoongi solo.
Il ragazzo dai capelli biondi aveva paura ad uscire ora, il signor Jung avrebbe potuto trovarlo... insomma, ora sapeva chi era giusto?
Però era il momento della passeggiata di Holly, non poteva saltarla per il benessere della sua palla di pelo.
Indossò una felpa enorme e scura, un cappello che copriva anche parte del suo viso, e una mascherina nera.
Prese il guinzaglio e lo sistemò ad Holly, poi uscì di casa.
Sperava di non essere riconosciuto, e camminò con nonchalance e le cuffie alle orecchie, fino a quando qualcuno non gli toccò una spalla facendogli prendere uno spavento.
Sussultò, voltandosi.
"Jungkook! Mi hai fatto spaventare!" Si lamentò, togliendosi le cuffiette.
Il castano ridacchiò. "Avevi le cuffie e non mi hai sentito quando ti ho chiamato, hyung. Non ti si riconosce da dietro, ma Holly è inconfondibile. Come mai sei vestito come se fossi un detective in missione segreta?"
"Diciamo che c'è una persona che mi sta cercando per darmi fastidio, quindi mi sono messo dei vestiti abbastanza larghi per non farmi notare molto."
Jungkook annuì, probabilmente non gli stava chiedendo nulla per rispetto. "Ti va un caffè, hyung?"
Seduti al tavolo di un piccolo bar, Jungkook gli raccontò che lui e Jimin avevano avuto la loro prima volta qualche giorno prima, avevano aspettato un bel po' perchè entrambi erano spaventati, ma finalmente ci erano riusciti.
"Com'è stato?"
"Folle, assurdo, da capogiro. Cioè, non fraintendermi, mi è piaciuto un sacco, anche se poi Jimin aveva male al culo."
Yoongi scoppiò a ridere, quasi strozzandosi con il caffè.
"È successo anche ad Hobi la prima volta che lo abbiamo fatto."
"Siete carini insieme, anche se non avrei mai detto che ti saresti messo con il ragazzo che trovavi insopportabile."
Il biondo arrossì. "Beh... ora l'unica cosa che non sopporto è stargli lontano. Prima o poi dobbiamo fare un'uscita a quattro, ti va?"
Jungkook annuì, finendo il suo stranissimo caffè con schiuma di latte alla banana.
"Comunque..."
"Dimmi, Kookie. Non aver paura, sai che puoi confidarti con me, non ti mangio."
Il castano annuì, uscendo dal locale assieme a lui dopo aver pagato.
"Volevo regalare a Jimin un anello, ma ho paura di prenderne uno che non vada bene o non gli piaccia."
Yoongi scosse la testa. "Jimin ti ama, adorerebbe qualsiasi cosa da parte tua, Jungkook. I regali migliori sono quelli che vengono dal cuore, quindi non aver paura di prendergli un anello per dimostrargli il tuo amore. Se vuoi un consiglio, non prendere roba costosa o si arrabbia perchè hai speso troppo."
Il minore fece segno di aver capito, per poi ricevere una telefonata dallo stesso Jimin.
"Bene... a quanto pare dovrò uscire con lui stasera, grazie di tutto hyung!"
Tornato a casa, Yoongi pensò e ripensò alle parole di Hoseok, quella sera scrisse a Victoria che non sarebbe andato al lavoro, no.
Quella sera avrebbe bevuto fino a dimenticare tutto e lasciare nel suo cervello spazio per mandare a quel paese la tristezza, finendo tutto l'alcool che avrebbe trovato in frigo.
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