✿chαptєr twєntчfívє✿

ʏᴏᴏɴɢɪ's ᴘᴏᴠ

Era passata una settimana da quando aveva incontrato suo padre, non lo sapeva nessuno.
E Yoongi soffriva, non dormiva da intere notti e si sentiva uno schifo.

"Allora, ti manco?" Domandò suo padre, con tono beffardo. Aveva sempre sul volto quel suo sorriso bastardo e malevolo.
"Per nulla, papà. Sai, sto andando a scuola. Mi sono fatto dei nuovi amici, e ho rivisto Seokjin-hyung e Jimin." Raccontò, era felice comunque, in quel momento.
"Ma bravo bambino." L'uomo allungò una mano oltre il vetro, ma venne fermato una guardia. "Signor Min, non può muoversi, nè toccare suo figlio. Mani dietro la schiena."
"Vedi, figliolo? È tutta colpa tua se non sono un uomo libero, eh?" La sua espressione diventò ancora più cattiva, così tanto che Yoongi si spaventò. "Brutto figlio di puttana, sei nato da una troia di merda e nemmeno mi dai soddisfazioni. Pensavo saresti cresciuto bene, cretino mio."
La guardia carceraria lo aveva portato via, lasciando Yoongi solo e senza parole. Aveva vagato per la città come un disperato, ignorando le richieste di uscite degli amici e rimanendo parecchio tranquillo sia a scuola che in loro compagnia. Sapeva che nè Jin nè Jimin si sarebbero fatti gli affari suoi, che Namjoon o Jungkook si facevano i cazzi loro se qualcuno non voleva parlare e Taehyung semplicemente era perso nel suo mondo. L'unica persona che gli avrebbe rotto i coglioni sarebbe stato l'unico e solo Jung Hoseok, ma in un certo senso se lo sarebbe dovuto aspettare... o no? Però poi, fu lui a cercarlo.

"Yoongi, ci sei?" Hoseok entrò in casa sua in quella domenica sera, dopo che Yoongi lo aveva chiamato per ricevere sostegno morale da quel cazzone pel di carota (ma anche super gentile) di un Hoseok.
"Yoongi..." lo vide sdraiato sul divano, un disastro com'era, aveva alcune bottiglie di alcool vuote ai piedi del sofà ed era davvero molto pallido.
"Sei qui, Hoseokie." Il maggiore si girò verso di lui, osservandolo con i suoi occhietti che ricordavano quelli di un gatto.
"Come ti senti? Ti ho visto davvero tanto tanto giù negli ultimi tempi, che è successo?" Domandò, sedendosi accanto a lui.
"Uno straccio. Hobi non puoi capire, sono completamente andato, non riesco neanche ad andare in bagno per rigettare, faccio schifo e-" il rosso lo prese in braccio, portandolo fin davanti al water. "Ecco qui, hyung. V-vado fuori dalla porta ad aspettarti."
"Resta qui..." mormorò Yoongi, iniziando a buttar fuori ciò che doveva, mentre Hoseok gli accarezzava gentilmente la schiena per calmarlo.
Lo aiutò a sollevarsi, e lo tenne in piedi mentre il maggiore si lavava i denti.
Lo riaccompagnò sul divano, preparandogli un'aspirina e un bicchiere d'acqua.
"Ecco qui. Allora, com'è che sei finito a bere?"
"Mio padre." Confessò, mordendosi il labbro. "Sono andato a fargli visita in carcere, da dietro quel vetro. Mi ha ricordato che mia madre era una puttana e io sono nato per sbaglio, che mia nonna non potrà mai più prendersi cura di me perché è morta e che io non valgo nulla."
Hoseok si sedette accanto a lui, accarezzandogli i capelli per rilassarlo. "Lo so, i genitori a volte sono degli stronzi patologici."
"Sono un figlio di puttana..." mormorò il maggiore, con tono triste.
"Non lo sei, hyung, no."
"Mia madre è davvero una troia! Non so nemmeno perchè mi abbia tenuto in grembo per poi abbandonarmi a quel deficiente di mio padre!"
Hoseok si accoccolò accanto a lui, circondando il suo petto con un braccio. "Non pensarci ora. Non. Pensare. Okaaay?"
Il maggiore poteva sentire il suo battito cardiaco contro il proprio, con la mano di Hobi che stava continuando a coccolarlo e a giocare con i suoi capelli.
"Mi fai il favore di calmarti?" Domandò, dolcemente. La sua voce sembrava musica, alle orecchie stanche di un distrutto Min Yoongi.
"Mmmh, ci posso provare. Dormi qui con me?"
"V-veramente io-" tentò di ribattere il minore, ma Yoongi lo strinse ancor più vicino. "Dormi."
"Oh, va bene... se proprio ci tieni."
"Siii~" la voce del più grande sembrava quella di un bambino. "Yoongi vuole, Yoongi ottiene."
"Comunque... potresti essere il mio mezzo fratello, Yoongs."
"Perchè?"
"Mio padre si fa delle puttane tutti i giorni. Specialmente quella Brittany..."
Yoongi ridacchiò. "Quella che puzza di Camembert?"
"Esattamente."

Si risvegliò qualche ora dopo, Hoseok non era più accanto a lui, ma in compenso dalla cucina si sentiva un profumo niente male.
Si alzò barcollando leggermente, e una volta raggiunta una soglia decente di stabilità si diresse in cucina, ancora mezzo addormentato.
"Hobi? Che fai in cucina?"
Il rosso sorrise gentilmente. "Ti preparo da mangiare. Questa settimana non sei mai venuto a pranzo a mensa, e immagino tu non abbia mangiato molto in generale. Ora su, serviti pure."
Il minore aveva preparato della carne grigliata, del riso, due tipi diversi di ramen, della verdura mista e un paio di altre pietanze, per non parlare della torta che se ne stava su un lato della tavola.
"Non avresti dovuto..."
"Sei stato male per giorni. Ricordi, quando ti sei occupato di me? Bene, questo è il tornaconto. Ho già scritto a Victoria e avvisato il ristorante ed anche mio padre, non ti devi preoccupare di nulla."
Quel ragazzo era davvero multitasking, non aveva dubbi.
"Non ho fame..."
"Fidati, devi mangiare. Posso sapere esattamente per quanto non hai mangiato?"
Yoongi abbassò lo sguardo. "Giorni."
Il rosso sospirò. "Vuoi perdere i sensi, per caso? Finire in ospedale?"
Il maggiore scosse la testa. "Ti ho solo detto che non ho fame, cazzo, vuoi costringermi per caso?"
Il minore gli sollevò il viso con la mano. "Hyung, so che quando si sta male emotivamente capita che si chiuda lo stomaco, ma è pericoloso limitarsi solo a bere senza mangiare nulla... il tuo corpo ne risente, capisci?"
Yoongi borbottò un "vaffanculo", alzandosi da tavola, non aveva voglia che qualcuno gli facesse da madre.
Prese il cappotto ed uscì dalla porta, chiudendola con un rumore sordo dietro di sè.

Anche se le sue gambe erano deboli, ed il suo corpo risentiva del digiuno, Yoongi corse.
Corse, il più possibile, con il cuore che batteva forte, voleva allontanarsi da quella casa. Sapeva che prima o poi il rosso sarebbe uscito per cercarlo, ma non voleva che lo trovasse e lo riportasse a casa.
Rallentò, faticava a stare in piedi, il respiro gli usciva a malapena e la testa girava. Tutto attorno a lui diventò pian piano sfocato, e poco dopo non vide più nulla.
Tutto ciò che percepì fu il suo nome venir pronunciato, prima di perdere completamente i sensi.

Un lieve odore di chiuso e medicinali lo svegliò, e mise pian piano a fuoco l'ambiente dove si trovava: pareti bianche, coperte altrettanto bianche, e una donna che lo osservava con dolcezza mentre analizzava alcuni fogli.
"D-dove sono?" Domandò, confuso.
"In ospedale, signor Min. Lo abbiamo trovato sul ciglio della strada, il suo ragazzo era terrorizzato e ci ha chiamati... dovrei farlo entrare, se lei acconsente. Era disperato, è rimasto fuori dalla stanza a piangere tutto il tempo." Spiegò la donna, che intuì essere un'infermiera, essendo in un ospedale per l'appunto.
Il biondo spalancò gli occhi. "C-chi, scusi?"
"Jung Hoseok, il suo ragazzo, è stato accanto a lei in ambulanza tutto il tempo. Non si vergogni, signor Min, siete molto carini insieme."
Uscì dopo che Yoongi ebbe timidamente fatto cenno di sì con la testa, nonostante Hoseok non fosse il suo ragazzo, ma probabilmente era stato un fraintendimento dell'infermiera, poco importavano quelle parole per lui.
Quando il rosso entrò, si sedette accanto al letto di Yoongi, in silenzio.
Aveva gli occhi rossi e gonfi dal pianto, le lacrime che minacciavano di uscire e un sorriso parecchio forzato dei suoi, molto dolci e rassicuranti, anche se si vedeva che non era affatto vera la sua felicità... anzi, sembrava distrutto.
"H-Hoseok io..."
"Sei idiota?!" Urlò il minore, doveva essere davvero furioso dal suo tono di voce, era rarissimo sentirlo così. "Sei uscito come se niente fosse quando erano giorni e ripeto, giorni c-che non mangiavi! Spiegami, Yoongi, spiegami perchè te ne sei andato in quel modo. Dimmi come mai, mentre ti tenevo tra le braccia con la paura che avessi battuto la testa a terra, stavo piangendo come un idiota. Spiegami perché ho dovuto dire di essere il tuo ragazzo per salire con te in ambulanza, avevo troppa paura di perderti. Spiega queste cose ad un povero idiota e cretino che ha fatto tutto questo per te... e dammi un motivo, per la tua stupida azione!"
Aveva cominciato a piangere, con le mani davanti al viso, il corpo scosso dai singhiozzi.
Sembrava molto provato da tutto quel casino, e Yoongi si sentì terribilmente in colpa.
Si alzò a sedere, e con il braccio libero dalla flebo accarezzò dolcemente i capelli del minore. "Perdonami." Mormorò. "Non volevo, davvero. Tu sei stato gentile con me, mi hai preparato tutto quel cibo, e io ti ho fatto solo spaventare."
Hoseok si asciugò le lacrime, guardandolo negli occhi. Non erano solo i soliti occhi scuri e dolci, sembravano una galassia di stelle... erano stupendi, non trovava altre parole.
"Hyung, per favore, non fare mai più una cosa del genere." Pregò, cercando di calmarsi.
"Te lo prometto, Hobi. L'infermiera ha detto che sei rimasto fuori dalla mia stanza tutto il tempo... per quanto tempo sono rimasto incosciente?"
"Lo sei tutti i giorni." Lo stuzzicò Hoseok, con un piccolo sorriso: era più tranquillo, probabilmente, ora che il maggiore si era ripreso. "Comunque, un giorno. È lunedì sera, e tu dovresti proprio mangiare. Non ti preoccupare nè per me nè per il lavoro, tantomeno per la scuola: ho chiesto a Namjoon e Seokjin-hyung di occuparsi di tutto, e per ringraziarli ho detto loro di mangiare quello che avevo preparato, Jin aveva una copia delle chiavi."
Il biondo sorrise tristemente. "Sei stato qui fuori dalla stanza un giorno intero?!"
"Ho dormito sulle sedie, ieri notte. Ho parlato agli infermieri di quello che era successo prima che tu stessi male-omettendo certi particolari-questa mattina, e mi sono allontanato solo per andare al bagno qui accanto e prendere una brioche al bar."
Il maggiore si preoccupò: in tutto quel tempo aveva mangiato solo una brioche?!
Quando fece sapere all'altro i suoi pensieri, sul volto di Hoseok si dipinse un leggero sorriso. "Parla quello che non mangia da giorni e giorni. Oh, ho chiamato una persona proprio per questo..."
Dalla porta, in quel momento, arrivò Taehyung. Aveva in mano un bel po' di sacchetti, ed entrambi sapevano già il loro contenuto: Panda Express, ovviamente. "Ho preso una porzione extraextraextra large di alette di pollo piccanti. Ovviamente ho preso anche quelle non piccanti, e porzioni doppie di tutto quello che c'era sul menù. E credetemi, avrete bisogno di un aiuto per finire tutto..."
Dalla porta spuntarono Seokjin, Namjoon, Jimin e Jungkook, tutti con un enorme sorriso.
"Hey, scemo." Jin scompigliò i capelli a Yoongi. "Ti risparmierò una bella ramanzina. Che si fa, mangiamo?"
"La prima ala di pollo è di Yoongi!" Annunciò Seokjin-hyung, porgendogli due vassoi. "Piccante o no?"
"Mmmh, piccante, grazie."
Gli altri non chiesero a Yoongi il motivo per il quale era stato male, ed il biondo pensò che forse i più grandi avessero ritenuto opportuno informare i piccoli del gruppo per non arrivare a fare domande in un certo senso scomode.
"Quanto vi devo?" Domandò il biondo, mentre mangiava.
"Offro io." Sorrise Taehyung. "Hanno deciso di comprare alcuni dei quadri che ho fatto nell'opera d'arte... e ho deciso di spendere un pochino di quei soldi in cibo!"
Tutti si complimentarono con lui, le uniche sei persone che avevano creduto nelle sue abilità artistiche.
"Prima o poi venderanno anche i tuoi, Kookie." Fece notare il grigio, sottolineando che anche il minore aveva un buon talento nell'arte.
"Non se continua a fare miei ritratti" specificò Jimin.
"Sei un buon soggetto!" Il fidanzato del mochi vivente gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
"Lo paghi in natura per farti ritrarre, Minie?" Indagò Namjoon, facendo ridere tutti.
"Potrei, chissà."
Il loro era un bel gruppo, anzi, una famiglia ormai.
E ne era decisamente felice.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top