✿chαptєr thírtyσnє✿
ʏᴏᴏɴɢɪ's ᴘᴏᴠ
Yoongi si era ripreso, e l'orario era quello concordato con il suo ragazzo per quel giorno. Il rosso gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato a casa, se avesse avuto bisogno poteva chiamarlo, ma il biondo si era incappucciato per bene e aveva messo gli occhiali da sole e la mascherina: perfetti per non essere riconosciuto da un eventuale signor Jung selvatico.
Mentre andava verso casa di Hoseok come da accordo per uscire e andare alla centrale di polizia, Yoongi vide in lontananza il signor Jung andare probabilmente verso il negozio di tabacchi.
Strano, di solito ci mandava il rosso no? E poi, doveva essere via quel giorno, ma non perse tempo: ci avrebbe messo un pochino in tabaccheria, a quell'ora di solito in quel tipo di luoghi c'era fila e non era esattamente vicina, avrebbero avuto il tempo di andare via in fretta anche solo chiamando un taxi.
Ciò che non si aspettava fu il non ricevere risposta quando suonò il campanello, accorgendosi però che la porta era aperta.
E dietro la porta, una scena terribile si rivelò ai suoi occhi: il suo ragazzo era disteso a terra, c'era del sangue (molto) e la sua pelle era pallida.
Si avvicinò per sentirne il polso, non era presente.
Era... morto.
Ma no, non poteva accettare quel finale, non era quello che lui voleva. Forse avrebbe potuto rianimarlo? Ci doveva provare, per forza di cose.
"Rimani lucido." Ordinò a sè stesso, mentre premeva con le mani sul petto di Hoseok, dopo aver telefonato ai soccorsi per ricevere aiuto.
"Brutta merda, ti amo, svegliati!"
Gli avevano insegnato a scuola quel tipo di salvataggio, fu grato di averlo imparato.
"Hobi, resisti cazzo, fanculo, FANCULO, non puoi lasciarmi ora." Pensò, con gli occhi lucidi per le lacrime.
Suo padre uccideva le persone.
Ma lui voleva salvarle, le vite, non distruggerle, non voleva essere come l'uomo che lo aveva rovinato mentalmente.
Nel frattempo parlava con quelli dell'ambulanza tenendo il vivavoce, non poteva fermare ciò che stava facendo per tenere in mano il telefono, doveva continuare le manovre di rianimazione che aveva imparato... finalmente qualcosa di utile dal sistema di istruzione.
"Sta facendo un ottimo lavoro, stiamo mandando un'ambulanza. La pattuglia di polizia è alla ricerca del signor Jung. Continui fino a quando non arrivano i medici, la vita del suo amico dipende da questo."
Yoongi era in lacrime. "È il mio ragazzo... ho paura."
La donna dell'altro capo cercò di calmarlo. "Non perda il controllo, salvare una vita implica concentrazione, vedrà che il suo ragazzo riuscirà a farcela."
Yoongi continuò il procedimento fino a quando non entrarono i medici nella stanza, a prendere il suo ragazzo tra le braccia.
Seguì i dottori, in lacrime.
"Il battito è tornato, è debole ma presente. Sopravviverà." Avvisò uno dei medici, facendogli sentire una profonda sicurezza e speranza nell'anima, non aveva mai provato quel tipo di sensazione prima.
"Lei, signorino Min, ha compiuto un'azione, oggi. Ed è questo che dimostra che lei non è affatto come suo padre, mentre lui uccideva, lei ha scelto la vita. Ha salvato una vita, non so se si ricorda di me, ci siamo già visti in un'altra situazione." Disse l'infermiere.
Il ragazzo si asciugò le lacrime. "I-io l'ho salvato..."
L'uomo che aveva davanti lo abbracciò, lo aveva riconosciuto visto aveva fatto un periodo di servizio in carcere quando Yoongi vi era rinchiuso. "Non ha prezzo ciò che ha fatto."
Yoongi sorrise. "Salvare una vita è stata la cosa più spaventosa e incredibile che io abbia mai fatto."
Arrivati in ospedale, chiesero al maggiore di aspettare in uno dei tanti corridoi, mentre visitavano il suo ragazzo che stava ricevendo tutte le cure del caso per stabilizzare le sue condizioni mediche.
Ad accompagnarlo era stato l'infermiere di poco prima, dopo avergli portato un thè caldo, per poi lasciarlo sfogare e dirgli che se voleva poteva chiamare qualcuno per ricevere conforto in attesa del responso dei medici, lui doveva lavorare e non poteva stare con Yoongi.
"Merda, merda, Hobi ti prego resisti, amore..." Yoongi stava piangendo; ranicchiato sulla sedia dell'ospedale, aveva ancora le mani che tremavano e il respiro mozzato dalla paura, il thè caldo giaceva sul tavolino solo soletto.
"Yoongi!" Seokjin gli corse incontro, seguito dal suo ragazzo.
"V-voi non potete capire..." il biondo alzò il viso, mostrando i suoi occhi gonfi e rossi di pianto, le lacrime che decoravano il suo viso e il dolore che provava.
"Dio mio, cosa cazzo è successo? Ci hai chiamati qui dicendo di far presto..."
"H-ho salvato la vita ad Hoseok." Sputò fuori il giovane, lasciando gli altri di sasso.
"Ci racconti com'è andata?" Il suo migliore amico gli mise una mano sulla spalla, e usò un tono molto tranquillo, come quando si parla ai bambini piccoli spaventati da qualcosa.
"Suo padre. È stato suo padre ne sono assolutamente certo, non poteva ridursi così da solo... Hobi voleva solo farlo desistere dal venire ad uccidermi, ne avevamo parlato i giorni precedenti di questa volontà del signor Jung, ci sono alte probabilità che sia per questo. Aveva dei cocci di vetro sulle mani e sul suo corpo c'era un sacco di sangue, era per terra con gli occhi chiusi, non sentivo più il battito del suo cuore. P-poi ho cercato di rimanere calmo e ho chiamato l'ambulanza tentando la rianimazione."
Namjoon sorrise. "Hyung, gli hai salvato la vita, non devi piangere, vedrai che andrà tutto per il meglio, per quanto possibile."
Gli altri ragazzi erano arrivati a loro volta, avvisati da Seokjin, e nell'apprendere la notizia i tre maknae del gruppo erano tutti abbastanza sotto shock, come tutti del resto. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il signor Jung arrivasse adirittura a cercare di uccidere il figlio... o forse sì, visto aveva minacciato di togliere la vita al biondo.
Proprio in quel momento, arrivò il medico con le informazioni sul ragazzo.
"Ha un paio di costole lussate, ha subito un trauma cranico non troppo grave, inoltre ha perso molto sangue. Gli abbiamo fatto già una sacca di sangue a cui probabilmente ne seguirà una seconda e abbiamo provveduto a fare visite e risonanze varie, ora non potete vederlo." Spiegò, serio.
"Perché no? È il mio fidanzato, ho diritto di stargli accanto, non ha nessuno, suo padre è in arresto e sua madre è morta anni fa..." disse piano Yoongi, mentre Jimin lo confortava con una mano sulla sua spalla.
"È ancora sotto stretto controllo e con svariati macchinari attorno. Stiamo tenendo sott'occhio il suo battito cardiaco. Inoltre, è in funzione la ventilazione polmonare e i dottori stanno monitorando le lussazioni. Non potrete vederlo fino alla guarigione delle costole, circa quattro settimane. Ha bisogno di riprendersi con calma, senza alcuna distrazione. Ora andate." Li invitò l'uomo, con un sorriso triste. "Verrete avvisati telefonicamente quando starà meglio per ricevere visite."
I ragazzi praticamente portarono di peso Yoongi via da quell'ospedale, andando con lui fino a casa Min. Nessuno di loro aveva parole adatte alla situazione, Yoongi si sentiva come pietrificato dalla situazione e neanche gli altri stavano molto bene: Namjoon tratteneva le lacrime, Jimin invece non ci era riuscito e stava piangendo tra le braccia di Jungkook. Taehyung aveva perso il suo sorriso rettangolare e sembrava fin troppo immerso nei suoi pensieri, Seokjin stava cucinando per tutti-probabilmente per cercare di distrarsi, ma i suoi occhi lucidi gli avevano visti tutti.
"Credi di riuscire a mangiare?" Domandò Seokjin, mettendo un po' di cibo nel piatto di Yoongi.
"Non lo so, ma ci posso provare. Hyung, sono distrutto."
I suoi amici cercavano di tirargli su il morale, ma essendo pure loro tristi era abbastanza difficile.
Sapeva cosa lo avrebbe aspettato: in quelle settimane, avvisò la scuola di quanto accaduto, e ottenne il permesso di stare a casa.
Pianse, pianse troppo, faticava a mangiare, viveva perennemente con le finestre chiuse e aveva frequenti attacchi di panico. I ragazzi si turnavano per aiutarlo, Victoria aveva avvisato la titolare che l'aveva messo a casa in malattia per evitare casini.
Stava quasi tutto il tempo a letto, per il poco cibo spesso perdeva conoscenza, risvegliandosi sul pavimento freddo il lacrime.
Era distrutto, ma almeno il signor Jung era costantemente sotto controllo in attesa del processo: presto sarebbe stato finalmente al fresco, dove meritava di stare, da secoli.
Quattro settimane precise dopo, Yoongi venne contattato dall'ospedale: poteva andare da Hoseok, finalmente.
Prese l'autobus in tutta fretta, chiedendo informazioni sulla sua stanza, precipitandosi dentro.
"Hey." Salutò, entrando.
"Chi... chi sei tu?" Domandò il rosso, osservandolo tra il confuso ed il curioso.
Yoongi impallidì, si sentì come se il suo corpo fosse stato fatto di vetro. Forte, ma fragile allo stesso tempo.
"Non ti ricordi chi sono, Hobi?"
"No..." il rosso lo guardò, in cerca di risposte mentre si mordeva le labbra rosee.
Era debole, si vedeva, la sua pelle era più pallida e i segni del dolore non erano certo scomparsi, ma sorrideva. Come sempre, per illuminare le giornate degli altri come fosse stato il sole.
"C-ciao, mi chiamo Yoongi." Cercò di dire, senza versare una sola lacrima, e per fortuna ci riuscì.
Il ragazzo dai capelli rossi non smise di sorridergli, anzi, lo fece con più dolcezza. "Ciao, mi conosci immagino. Comunque sono Hoseok, questo lo ricordo. Quindi... eri una persona importante nella mia vita? Mi sento come se avessi perso qualcosa solo guardandoti."
Yoongi annuì. "Sì, lo ero."
Hoseok lo invitò a dirgli di più, sembrava voler sapere ancora.
"Non posso dirti nulla." Disse il biondo. "Semplicemente non posso." Non riuscì a trattenere le lacrime, ed esplose. "Perchè il destino mi sta facendo questo?! Devo soffrire ogni volta? Com'è possibile... vorrei solo che si ricordasse almeno di quel giorno di pioggia dove iniziò tutto, ne ho bisogno!"
Hoseok si alzò, camminando piano fino ad arrivare accanto a lui, forse a passi incerti ma ci riuscì, si vedeva che stava meglio a livello di costole visto poteva camminare, la debolezza sicuramente era dettata da tutto il tempo a letto.
"Yoongi." Sussurrò il rosso, porgendogli un fazzoletto. "Mi dispiace tanto, però ti prego, non piangere. I dottori hanno detto che un giorno mi ricorderò di tutto."
Il maggiore annuì. "Hoseok, per favore... ho bisogno di una cosa, solo una, poi ti lascerò riposare. Puoi abbracciarmi, per favore?"
Quando il più giovane lo spinse contro il suo corpo abbracciandolo, Yoongi sentì quelle cazzo di farfalle prenderlo in giro, svolazzando nel suo stomaco.
"Grazie, Hobi."
Il rosso gli rivolse un sorriso a cuore dei suoi. "È tutto okay, hyung. Prometto che ricorderò tutto, davvero."
"E io ti aspetterò per sempre, ragazzino."
"Che?"
"Qualche volta ero solito chiamarti così." Spiegò, ricordando i primi tempi quando ancora erano solo quasi amici.
"Davvero?" Hoseok sembrava interessato a quelle parole, ovviamente per via della perdita di memoria causata dal trauma subito.
"Certo, non ti mentirei mai, e poi stai cercando di ricordare."
"Eri una persona molto fredda o qualcosa del genere per chiamare qualcuno in questo modo." Suppose tranquillamente il rosso, dopotutto Yoongi sapeva che non aveva certezze.
"Ecco, magari lo ero. Ma sono cambiato per te e grazie a te, prima che ci conoscessimo... il vero Yoongi si nascondeva sotto una maschera che tu mi hai aiutato a togliere."
Gli occhi di Hoseok erano spalancati. "Sul serio? Ma hyung, tutti indossano una maschera. Penso che la società cambi velocemente quanto le nostre emozioni. Quindi... indossare una maschera è un modo per nascondere chi siamo davvero, dico bene?"
"I sorrisi che rivolgevi al mondo quando soffrivi, Hoseok, erano le bugie e le maschere più belle che io avessi mai visto, ma erano altrettanto delicati." Confessò, arrossendo leggermente.
"Ero un bugiardo? Perchè soffrivo?"
"Eri carino. Il mio piccolo bugiardo carino, ma fai un po' troppe domande. Tieni, questi sono per te."
Era un mazzo di fiori, girasoli, gli ricordavano Hoseok. "Sono belli... ti assomigliano." Spiegò.
"In che senso?" Il rosso sembrava confuso.
"Sono solari, come te. Sai, mi hai sempre ricordato un sole, come se potessi brillare di luce tua, appunto come l'astro del giorno."
Il minore fece uno dei suoi sorrisi a cuore. "Ti ringrazio. Li metterò in quel vaso laggiù che ora sta triste triste senza fiori. Allora ci vediamo, Yoongi. Passa ancora a trovarmi... non so perchè, ma ho la sensazione che mi mancherai."
Yoongi annuì, salutandolo.
Fuori dalla stanza, si appoggiò alla porta, scoppiando a piangere in silenzio.
"Anche tu mi mancherai, Hoseok. Mi manchi ogni giorno." Disse piano, per poi trovare conforto tra le braccia di Seokjin, che l'aspettava fuori dalla stanza per dargli supporto.
"Vedrai che tornerà, Yoongi. Il primo di cui si ricorderà sarai sicuramente tu."
Il biondino annuì, ringraziando debolmente Jin.
"Sai perchè ti dico così? Perchè dentro di sè, mio caro Yoongi, Hoseok ti ama ancora, ma il suo cervello non lo ricorda. Vedrai che appena il suo cervello ritroverà la strada del cuore, allora ogni cosa tornerà alla memoria. So che non è così per la scienza, ma tu credimi e basta."
"Ti credo, hyung. Anche io lo amo e lo amerò per sempre."
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