Capitolo 39.

Levi's pov.

Ero a terra, intento a raggiungere l'auto che stava per partire, non avevo un piano, non avevo un'idea, ma non sarei mai riuscito a lasciargli Eren.

Mi trascinai con l'aiuto delle braccia, le gambe avevano perso la sensibilità, le mie spalle continuavano a pulsare.

L'auto iniziò a partire.
"EREN!"
Urlai fino a perdere il fiato.

Strinsi i pugni puntandoli a terra.
Strinsi i denti per la frustrazione e per il dolore non riuscii più a distinguere l'uno dall'altro, divennero un tutt'uno che resero il tutto più difficile e doloroso, ma non era da me arrendermi, non sarei mai riuscito a perdonarmi una cosa simile.

Tentai di alzarmi, cosa che non fece altro che peggiorare il mio stato.

Ricaddi a terra non riuscendo a sentire le mie gambe dal ginocchio in giù.
Non rispondevano ai miei comandi.

Presi un enorme respiro per poi puntare le mani facendo leva alzandomi di scatto.
Una volta in piedi, sentii le vertigini, le gambe deboli, ma non potevo tornare a terra.

Raggiunsi barcollando e reggendomi alle sbarre dei cancelli la mia auto parcheggiata poco distante da dove era accaduto il rapimento di Eren.

Frugai fra le tasche dei miei jeans impolverati dal terreno.
Miracolosamente presi in precedenza le chiavi, pensando mi sarebbero potute servire.

Aprii l'auto, mi gettai dentro noncurante del dolore che mi stava affogando in modo lento e calcolatore.

Accesi l'auto facendola partire con un rombo del motore lasciandomi alle spalle una nube di polvere.
Avevo le mani salde al volante, tremavano incessantemente sentendo sempre più debole la presa con il manubrio.

Iniziai a superare i limiti di velocità e qualsiasi auto mi si parasse davanti e forse per miracolo, riconobbi l'auto degli uomini di Raphael a pochi metri dalla mia.

Feci lampeggiare i fanali avvertendoli della mia presenza.

Eren's pov.

Ero imbavagliato con un pezzo di stoffa improvvisato così stretto che iniziai a sentire dolore alla mascella.

Le mie braccia erano legate dietro la schiena, stavo sudando freddo.

Chi cazzo erano quelli?
Levi li conosceva, mi avvisò poco prima che iniziarono ad attaccare di togliermi di lì.

Erano in silenzio, io intanto, squadrai la situazione con ancora gli occhi velati dalle lacrime e leggermente arrossati.

Il mio cuore stava pulsando in modo irregolare nel mio petto rimbombandomi nelle orecchie e rendendo quel silenzio non più così silenzioso.

Ad un tratto vidi l'uomo alla guida puntare uno sguardo a chi sembrasse essere il loro capo.

"Sì, l'ho visto"
Aggiunse semplicemente.

"Hai visto?"
Domandò riferendosi a me e sporgendosi dai sedili davanti.

"Il tuo principe sta venendo a salvarti"
Disse con un sorriso ironico.

Mi accigliai guardandolo peggio che potei.
Se stanno davvero raccontando la verità, Levi non è molto lontano.
Pensai fra me e me.

"ATTENTO"
Urlò ad un tratto riferendosi all'autista.

Subito dopo sentii qualcosa colpire l'auto facendoci sbandare.

"Cazzo.."
Aggiunse il ragazzo digrignando i denti in segno di sfida.

Guardai verso il finestrino dai vetri oscurati.
Vidi il corvino.
Mi sentii leggermente meglio, sperando vivamente andasse tutto bene.

L'auto di Levi andò contro quella in qui ero io, costringendo l'autista ad andare contro il muretto che costeggiava tutta la strada, ritrovandosi bloccato da una parte e dall'altra dall'auto del corvino.

"Che sta facendo?!"
Domandò un uomo di fianco a me.

Gli puntai uno sguardo attento alla conversazione.

"Non lo so, ma non continuerà ancora per molto"
Aggiunse quello seduto alla mia destra tirando fuori dalla giacca nera una pistola che caricò al momento.
Sbiancai deglutendo a fatica.

Avrei voluto avvisare il corvino, avrei dovuto fare qualcosa, ma ci pensò il loro capo.

"NO. Se perdiamo lui è la fine, poi sai gli accordi"
Disse severo e serio.

L'altro annuì rimettendola nella giacca, ma senza lasciarla mai del tutto.
Continuai a pensare al peggio immaginando cose terribili raffiguranti la mia morte e quella del corvino.

Altre lacrime iniziarono a rigarmi il viso bagnandomi la stoffa che avevo premuta sulla bocca.

Levi's pov.

Non avrei potuto fare cose azzardate, in quell'auto c'era anche Eren d'altronde.

Le mie gambe stavano cedendo, le mie mani stavano tremando e titubando sul volante.
Le ruote della mia auto e quelle dell'altro stavano stridendo fra loro creando lievi scintille.

Decisi poi, allo stremo, di compiere un'ultima e disperata mossa.
Accellerai sentendo le gambe andare in fiamme, sorpassai l'auto affianco a me, per poi girare di scatto il volante piazzandomi davanti, facendo stridere e frenare in modo brusco l'auto di Raphael, facendola andare a sbattere contro il muretto al lato della strada.

Vidi automaticamente aprirsi gli airbag, il respiro si fece sbalzato non sapendo come stessero.
Non sapevo cosa stava accadendo ad Eren.

Scesi senza perdere un attimo.
Appena mi appoggiai a terra le gambe mi crollarono dovendomi aggrappare al cofano della mia auto.
Barcollando, raggiunsi l'auto difronte alla mia.

Sfasciai lo sportello con un colpo secco, la macchina era già messa male di suo e non fu difficile aprirla.

Vidi i due uomini difianco ad Eren privi di sensi, scorsi poi gli occhi pieni di lacrime del moro ricolmi di paura e vulnerabilità.
Scostai senza grazia i due afferrando Eren e facendolo uscire dall'auto.

Era in lacrime.
Come prima cosa gli tolsi il fazzoletto che gli tappava la bocca.

"L-levi"
Iniziò a dire debolmente.

"Shh, ne parliamo dopo"
Dissi non avendo tempo.

"LEVI TE LA FARÒ PAGARE. BASTARDO"
Mi urlò Raphael dall'auto.

Gli puntai uno sguardo per poi dirigermi verso la mia vettura barcollando.

Slegai velocemente le braccia di Eren ed entrammo in macchina.

Misi in moto allontanandomi il più possibile.
Tornammo a scuola pochi minuti dopo.
Scesi dall'auto reggendomi a stento in piedi.

Sentii i passi del ragazzo venire verso la mia parte, per poi stringermi a sè.
"Scusa Eren, non avrei mai dovuto baciare Farlan."
Dissi guardando a terra.

"Dimmi che non riaccadrà"
Disse accarezzandomi il viso.

"Puoi stare tranquillo"
Dissi, tentando di non far notare il dolore che stavo provando fisicamente.

"Mi fido di te."
Disse guardandomi negli occhi.

"Grazie per la tua fiducia"
Aggiunsi con un filo di voce.

"Stai parlando come un quarantenne Levi"
Disse ironico puntandomi un sorriso che faceva contrasto con i suoi occhi arrossati.

"Mi stai prendendo in giro?"
Domandai stuzzicandolo e guardandolo in modo competitivo.

"Sì, spudoratamente anche"
Ammise non riuscendo a trattenere un sorriso.

Lo abbracciai senza dire nulla.
"Ci è mancato poco, pochissimo"
Dissi in un sussurro stringendolo a me come fosse stata la cosa più preziosa che ebbi mai stretto fra le braccia.

"Chi erano quegli uomini?"
Chiese serio.

"Ti spiegherò tutto con il tempo, quindi non chiedermi nulla per ora"

"O-okay... ora invece, lo sai di cosa avrei voglia?"
Domandò poi, avvicinando il viso al mio.

"Credo di avere un leggero presentimento."
Dissi ricambiando lo sguardo.
Mi avvicinai di più annullando le distanze fra i nostri visi ed assaporando le labbra del ragazzo.

Eren's pov.

Raggiungemmo la mia camera, aiutai il corvino a camminare tenendogli un braccio sulle mie spalle.

Raggiunta la stanza, mi fiondai sul suo collo riempendolo di baci, fino a raggiungere il letto.

Lo feci stendere delicatamente per poi piazzarmi sopra, togliendomi lentamente la maglia così che potesse guardare ogni centimetro del mio corpo, in modo lento e voglioso.

Sarei voluto essere l'unico per lui, l'unica sua attenzione.
"Non ti azzardare più a fare nulla con Farlan, hai me per soddisfare ogni tua voglia sessuale. Capito?"
Chiesi facendo strisciare il mio addome sul suo infilandogli le mani sotto la maglia.

"La mia cagna insomma"
Disse guardandomi malizioso.

Gli sorrisi tastando delicatamente la sua intimità, senza negare ciò che disse.

"Ahh Eren, ti scoperei tutto il giorno fosse per me"
Disse senza riuscire a trattenersi da termini più delicati.

Arrossii leggermente.
"Ti andrebbe di farlo ora?"
Chiesi cauto.

"Neanche qualche ora fa mi stavi attaccando e ora vuoi scopare? Non ti capirò mai Eren."
Aggiunse ironico.

"Non voglio perdere tempo con te, voglio sentirti mio"
Dissi serio.

"Per sentirti mio intendi letteralmente? Insomma sentirti dentro? O eri metaforico?"
Domandò con un lieve sorriso malizioso.

"Come preferisci intenderla"
Dissi infine baciandolo avidamente.

Ti voglio mio...

Spazio autrice.
MURETTI-CHAAAAN
Ehi c:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come ho già detto nello scorso, da qui in avanti sarà pieno, PIENO, di cose. *-*
Scusatemi eventuali errori, cercherò di riguardare meglio questo capitolo domani♡
Vi auguro una buona notte guys~

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