Capitolo 68.

Levi's pov.

Tornai al college, ad attendermi ai cancelli del campus vi trovai Farlan.

"Mi hai dato retta allora"
Mi accolse con un sorriso.

Lo conoscevo bene, fu uno di quei sorrisi che chiedevano aiuto, che nascondevano del dolore lancinante.

"È successo qualcosa Farlan?"
Chiesi cauto.

"Ormai sono un libro aperto eh?"
Tirò sù col naso mentre sul viso continuò a prevalere quel sorriso dannatamente forzato.

Andammo a parlare su una panchina nel lato ovest del college solitamente vuoto.

"Ci conosciamo da tanto, ormai dovrei riconoscere quando qualcosa non va."
Risposi calciando qualche sassolino con la scarpa.

"Hai ragione..."
Si fermó prendendo un profondo respiro.

"Io e Isabel ci siamo lasciati."
Si liberò.
Sgranai gli occhi restandone spiazzato.
Per tutto quel tempo pensai solo ai miei problemi non calcolando le persone che mi furono attorno.

"Ma lei ha detto che il suo trasferimento non era dipeso da te."
Ragionai.

"Abbiamo litigato... e abbiamo chiuso."
Mi spiegò lui.

"M-mi dispiace tanto."
Ammisi sinceramente rammaricato.

"Non preoccuparti, sono cose che succedono."
Fece spallucce.

Lo guardai preoccupato.
Sembrò un ragazzo del tutto diverso da quello che avevo sempre conosciuto.
La sua espressione apparve vuota, non avrei nemmeno saputo descriverla.
Non aveva più quella luce, quella reattività che di solito era il suo tratto tipico.
Quel viso si mostrò visibilmente turbato, ma per orgoglio venne velato sotto un sorriso.

"E alla fine rimaniamo sempre e solo noi due, ormai ci sto facendo l'abitudine."
Fece una lieve risata mentre si sistemò le braccia dietro la nuca.

"Farlan, non devi nascondere ciò che provi, è peggio, credi a qualcuno che ci è passato."
Dissi preoccupato.

Abbassò lo sguardo.
"È che..."
Si fermó per un momento mordendosi le labbra.

"È che lei... cazzo quanto è bella, perfetta con i suoi difetti e pregi. Appena arrivato al campus me ne innamorai subito... quanto passò? Due giorni? Prima che ti venissi a parlare di lei..."
Disse perdendosi nei suoi pensieri.

"Lo so... ricordo."
Aggiunsi io.

"Bhe, a volte vorrei avere la possibilità di dimenticare qualsiasi ricordo con lei."
Appoggió gli avambracci sulle ginocchia continuando a guardare il prato fresco e verde.

Appoggiai le braccia lungo lo schienale della panchina.
"Sii sincero Farlan, cancelleresti sul serio tutti i ricordi con Isabel?"

"...Tu che faresti?"
Mi chiese portando uno sguardo verso di me.

"Bella domanda."
Puntai lo sguardo al cielo, per un millisecondo rividi riflessa l'immagine di Eren.

Sbattei gli occhi per poi tornare a guardare a terra.

"Non riuscirei mai a scordare Eren. Certo, questo comporterebbe soffrirne eternamente, ma i momenti passati sono come dei promemoria. Ti aiutano a capire se stai ricascando negli stessi errori di un tempo".

"Levi, puoi dirmi perché Eren è in coma?"
Mi tornò alla mente il fatto che lui non ne sapesse nulla, mi sembró il momento giusto per parlargliene.

"Farlan... ricordi l'ex allenatore di basket?"
Iniziai guardandolo.

"Erwin Smith, giusto?"

"Sì lui."

Mi guardó attento.
Gli raccontai tutto ciò che successe in quell'anno, ne restò a bocca aperta.

"P-perchè non me ne hai mai parlato?"
Era sotto shock.

"Meno si fosse saputo, meglio sarebbe stato"
Ammisi.

"Perchè non lo hai denunciato?"
Chiese poi, erano tutte domande legittime dopotutto.

"Magari fosse così semplice, lui sapeva tutto del nostro passato, avrebbe usato le informazioni in suo possesso per sbatterci in prigione e come se non bastasse, sono sicuro che quei fascicoli non se li sia procurati da solo."

"Complici?"
Mi lesse nel pensiero.

"Esatto, avrebbero potuto benissimo uccidermi una volta sbattuto Erwin in prigione."

"Capisco... e ora? Che farai?"
Mi chiese.

"Ora penserò solo ad Eren, poi... si vedrà."

Fece un sorrisetto.
"Dicesti così anche anni fa... quando ti presi le colpe al posto mio. Si vedrà... Non siamo mai cambiati realmente da allora."

Feci uno sbuffo che risultò più come un miscuglio fra una lieve risata ed un sospiro.

"Hai ragione."

"Mi prometti una cosa?"
Lo guardai in attesa che continuasse la frase.
"Mi prometti che prima o poi denuncerai Erwin?"

"Mi ascoltavi prima, si o no?!"
Intervenni.

"Non puoi continuare a vivere nella paura."
Restammo in silenzio per svariati minuti finchè il biondo non si alzò e se ne andò, probabilmente a finire di preparare le valige.

Quella fu l'ultima notte al college.
Si fece sera e decisi di andare in ospedale.
Le infermiere mi accolsero, ormai conoscendomi.
Nella stanza c'era la madre assieme ai suoi compagni di stanza.

"C-capitano..."
I due mi assalirono.

"Cos'è successo?!"
Mi chiesero spaventati.

"Una rissa."
Rimasi vago.
Si guardarono a vicenda capendo al volo di chi stessi parlando.

"Salve Signora Jaeger."
La salutai cordialmente restando appoggiato allo stipite della porta.

"Levi... bentornato."

"Io partirò stasera."
Un ragazzo castano prese la parola.

"Mi è sembrato giusto venirlo a trovare prima di partire."
Sorrise verso il letto del ragazzo.

"Lo stesso io, purtroppo la scuola finirà oggi."
Un ragazzo biondo, credevo si chiamasse Armin, prese parola.

"Ragazzi, quello che avete fatto è già abbastanza, credetemi, sopratutto tu Levi, hai fatto fin troppo"

"Mi sono sentito in dovere di farlo, tutto qui."
Aggiunsi.

Mi sorrise.
I due ragazzi dopo aver salutato Eren uscirono dalla stanza.

"Heichou, buone vacanze, ci vediamo l'anno prossimo"
Mi sorrisero.
Il biondo mi afferrò una manica.

"L'anno prossimo vogliamo vederti assieme ad Eren... d'accordo?"

Gli scompigliai i capelli.
"Non dipende da me."

Uscirono dalla stanza.
"Levi... pensavo, Eren resterà qui per un po', tu hai una vita davanti, non puoi aspettarlo."

"Mi sta dicendo di rinunciare?"
Chiesi interpretando quelle parole.

"Io te lo dico per non illuderti troppo"

"Signora, sono realista quanto lei, non credo alle favolette nè tanto meno ai miracoli, sono consapevole del fatto che Eren potrebbe non risvegliarsi, ma ormai corro il rischio, non ho nulla da perdere"

"I tuoi genitori? Avranno bisogno di sapere dove sei"

"Sono orfano."
Risposi subito dopo.

La donna sgranó gli occhi.
"Mi dispiace... i-io non pensavo..."

"Non si preoccupi, non ci soffro."
Precisai subito.

"Li ricordi?"

"Ricordo vagamente mia madre, era una donna molto simile a me, aveva lunghi capelli neri e occhi grigi, quasi trasparenti."

"Che bello aver ereditato quegli occhi. Dovresti andarne fiero"
Mi sorrise, sembrò molto interessata da quell'argomento.

"Da quello che mio zio mi raccontò, era una donna molto bella, purtroppo usò la sua bellezza in modo sbagliato. Sfruttò il suo corpo in cambio di soldi e forse per sbaglio nacqui io. Mia madre morì poco dopo la mia nascita."

"È una storia molto triste."
Osservò lei.

"Basta solo saperla vedere sotto altri punti di vista."
Aggiunsi.

"Tipo?"
Apparve completamente presa dalla mia storia.

"Tipo che tutto ciò mi ha insegnato a cavarmela da solo fin da piccolo."

"Hai un gran coraggio Levi."
Disse sinceramente ed in modo impulsivo, proprio come avrebbe fatto Eren.

"No, sono solo bravo ad adeguarmi a tutte le situazioni che il mondo ha da offrirmi."

Mi guardó con aria comprensiva.

"Signora, purtroppo dovrò partire per tornare nella mia città, non è molto lontana, quindi se le arrivassero notizie, la prego mi contatti."
Aggiunsi poi.

"Lo farò."
Mi rassicurò la donna.
Mi alzai andando verso il ragazzo.
Apparve dannatamente bello anche con quei tubi ed aghi.

Lanciai uno sguardo alla madre in segno di approvazione che non tardò ad arrivare annuendo in modo impercettibile.
Non me lo feci ripetere due volte.

Avvicinai il viso al ragazzo.
Gli scostai la maschera per l'ossigeno stampandogli un bacio, un bacio che assaporai dal primo istante all'ultimo.

Mi staccai delicatamente rimettendo tutto a posto.

"Sei e sarai sempre il mio moccioso."
Glielo sussurrai.

Gli allacciai al collo la chiave che gli regalai alla finale.

Mi diressi verso la porta.
"Arrivederci."

"Ci vediamo, Levi."

Puntai un'ultima volta lo sguardo su quello del moro uscendo subito dopo.

Raggiunsi il college che era ormai notte.

"Pronto?"

"Andiamo."

Farlan mi aspettò davanti alla camera assieme alle valige.
Avevamo un appartamento in una città vicina, ci passavamo l'estate solitamente.

Indossai l'anello donatomi dal ragazzo, sapevo le probabilità di rivederlo fossero davvero basse, ma ci fu quel qualcosa che non mi fece demordere, forse il ricordo pressante del suo viso premuto sul mio petto, del suo sorriso contagioso o forse ancora le sue movenze, i suoi meravigliosi occhi... ci furono momenti in cui solo ed in silenzio riuscii a percepirne la voce echeggiarmi nelle orecchie, ripeteva il mio nome.
Lo ripeteva incessantemente.

Levi...

LEVI...

Eren's pov.

"LEVI!"
Mi svegliai di soprassalto.
Mi ritrovai in un posto illuminato, davanti a me erano piazzati uomini in camice e i miei genitori colmi di lacrime.

"Tesoro..."
Mi saltarono addosso.

"Cos'è successo?"
Mi sentii debole pretendendo comunque delle spiegazioni sopratutto per placare il mio panico iniziale.

"Sei stato in coma per almeno tre mesi."

Sgranai gli occhi.
Tre mesi?

Quindi la scuola è finita da un pezzo...
I miei amici... Levi... dove sono?

"T-tre mesi?"
Ripetei con un filo di voce.

"Sì tesoro."
Mi confermarono i miei genitori.

"Levi dov'è?"
Non riuscii a trattenermi.
Mia madre scambiò un'occhiata a mio padre, entrambi annuirono come se si fossero messi d'accordo.

"Non si è fatto più vedere, credo abbia voluto chiudere con te Eren, ma non prendertela, sei stato in coma per tre mesi... credo che sia più che giustificato il suo comportamento."

"L-levi... n-non può, ha promesso di aspettarmi, non lo farebbe mai!."
Ero troppo debole per urlare.

Mia madre abbassò lo sguardo, come se si fosse sentita in colpa per quello che disse, mentre mio padre prese in mano la situazione.

"Durante il coma Levi non ti è stato molto vicino. Purtroppo è dovuto partire e non si è fatto più sentire da allora, lascialo perdere, ormai è andato."
Mi sorrise.
Fu un sorriso mischiato ad un ghigno.

Non sapevo se dargli retta, ero confuso, disorientato, deluso...
Non ero arrabbiato con Levi, fece la cosa migliore dimenticandomi.
Non lo biasimai, ma tutto ciò mi ferii come nulla prima.

"Dimenticati di lui come lui ha fatto con te Eren."
Mio padre posò una mano sulla mia.

Ero troppo disorientato decidendo di dargli retta.
Tre mesi erano tanti.
Lo capii, anche se dentro di me sapevo non sarei mai riuscito a lasciarlo andare del tutto.

"M-mi ha lasciato?"

Mia madre stava per intervenire ma mio padre le tappó la bocca.
"Sì Eren proprio così"

Abbassai lo sguardo.
Come avrei reagito al ritorno a scuola?
Gliene avrei parlato?

Notai come al collo avessi avuto il suo regalo.
Ricordai benissimo di non averla indossata il giorno in cui Erwin mi picchiò.

"No... Levi non mi ha lasciato."
Lo dissi quasi con rabbia e disprezzo.

Mi guardarono stupiti.

"Io so che lui non mi ha lasciato, non lo farebbe mai. Lui mi ama."

Lo dissi con freddezza, eppure dentro di me sorse un dubbio.

Avrei chiarito la questione appena tornato a scuola, oppure avrei lasciato tutto così com'era?
D'altronde secondo la versione di mio padre io e Levi non eravamo più nulla.

Eppure... mi sarei dato per vinto così facilmente?

Avevo bisogno di tempo per riflettere trovando tutte le mie risposte all'inizio del nuovo anno

Spazio Autrice.
Ok ragazzi, ora qui sono seria. (O almeno ci provo ^-^) la storia è finita.
So cosa vi starà passando per quella vostra piccola e pervertita testolina.

Come puoi farla finire così?!

Il fatto è che ormai questa storia ha raggiunto un bel numero di capitoli, e ho deciso di finirla qui.
Vi ringrazio, tanto. Per tutto il sostegno e la vostra 'partecipazione' alla storia; da una parte avete contribuito anche voi. Mi avete dato ispirazione con moltissimi vostri commenti. Vorrei ringraziare @_laurakh (non mi fa taggare T.T) per l'ispirazione degli ultimi capitoli. *3*

Come ultima cosa... che ne dite di un sequel?

In pratica dipende da voi.
In base a quanti lo vogliono, deciderò se farlo o no.

(Ah e... Farlan nel sequel è single... hihihi.)

Ultimissimissima cosa.
Passate sulla mia storia "challenge" l'ultimo capitolo postato. È molto importante per me che lo leggiate. Vi prego. *-*

La vostra (fantasmagorica) Autrice  vi saluta.
*agita un fazzoletto bianco*

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