Capitolo 5.

Eren's pov.

Tornammo in camera, rimasi talmente scosso che non riuscii a proferire parola.
Avevo fallito dove mi ripromisi di eccellere, ero stato così accecato dalla mia determinazione che non mi permise di vedere la realtà dei fatti.
Le parole del capitano continuarono a rimbombarmi isolate nella testa come una martellata in piena tempia.

Eccoti svelato piccolo Eren, tolta la tua gran presunzione rimani solo un signor nessuno, smettila di sforzarti, non riuscirai in nulla e già lo sai...
La vocina nella mia testa continuò a farmi impazzire, ma ciò che più mi preoccupò era che quei pensieri aleggiavano davvero nel mio inconscio.

I miei amici tentarono invano di consolarmi, anche se il mio gran scombussolamento non mi permise di incanalare le loro frasi facendole disperdere letteralmente al vento. Tentai di annuire così da fargli capire che c'ero, che ero lì e li stavo ad ascoltare, ma evidentemente si accorsero prima del previsto della mia disattenzione e se ne andarono dalla stanza nel giro di poco, spegnendo le luci ed andando a dormire.

Durante la notte la mia mente tornò alla giornata appena trascorsa.
Perchè devo essere così masochista?
Continuavo a ripetermi stringendo le lenzuola ancora leggere con entrambe le mani, più mi rifiutai di accettare quei pensieri e più iniziarono ad inglobarmi completamente.

La mattina seguente dopo le lezioni mi recai in palestra per allenarmi, non mollai, sapevo che non sarebbe stato facile, lo sapevo fin dall'inizio e non mi sarei di certo tirato indietro proprio in quel momento.

Prima di entrare sentii dall'esterno svariati palloni cadere a terra e scarpe che correvano e facevano rumori striduli.
Aprii la porta trovandovi il capitano allenarsi.
Non si voltò per controllare chi fosse, ne rimase completamente indifferente.

"Ciao Heichou"
Iniziai titubante.
Nessuna risposta.
"Almeno un saluto potresti farlo..."
Continuai con voce più bassa chiudendo la porta alle mie spalle.
Solo a quel punto giró lievemente il capo puntandomi addosso quegli occhi così profondi e inquietanti.

"Non vedo perché dovrei salutarti"
Rispose in tono serio e rigido segnando un altro canestro.

Mi arresi sbuffando in modo rassegnato slacciandomi la giacca ed avvicinandomi al ragazzo, gli sfilai il pallone dalle mani, cosa che non si aspettò di certo, rimanendone abbastanza colpito.

"Vuoi dirmi che cazzo vuoi?"
Chiese infastidito appoggiandosi una mano sul fianco con un leggero fiatone.

"Fammi riprovare"
Dissi tentando di scendere ad un compromesso.

"Chi ti credi di essere moccioso?"
Chiese guardandomi storto.

"Ti prego... d'altronde lo scorso pomeriggio ci sei andato giù pesante, dammi modo di farti ricredere."
Lo pregai.

"Io ti mostro semplicemente le cose come stanno, non ci sarei andato piano solo perché sei un moccioso, sia chiaro, non faccio preferenze per nessuno."
Precisò.

"Certo che sei proprio impassibile"
Ammisi scocciato e forse in modo fin troppo impulsivo.
Mi lanciò uno sguardo talmente intimidatorio che mi si raggelò il sangue.
"Okay... sto zitto, ricevuto."
Rimediai alzando le mani in segno di resa.
Afferrai poi il pallone iniziando a stuzzicarlo un po'.
La sua espressione rimase la stessa, imperturbabile e fredda.

Improvvisai qualche palleggio iniziando poi a camminare lentamente verso la sua figura.
Il corvino scattò prendendomi alla sprovvista non rubandomi per pochissimo il pallone riuscendo miracolosamente a salvarlo. I minuti passarono veloci in quel modo, uno stuzzicarsi a vicenda continuo.

Dovevo ammettere che non era niente male come ragazzo, sia esteticamente che caratterialmente, certo di primo acchito poteva risultare intrattabile, ma era proprio quel suo modo scontroso che mi attirò tanto.

Decisi poi di prendere in mano la situazione dandogli una svolta, mi gettai d'impulso verso il canestro.
Corsi, corsi talmente tanto che non mi accorsi di inciampare tra le mie stesse gambe.
Inciampai goffamente sopra il capitano che intanto cercava di bloccarmi.
Prima di cascare a terra, tesi le mani lanciando il pallone in aria e senza una precisa rotta.

Mi ritrovai a terra sopra il ragazzo.
Solo in quella situazione potei scorgere un briciolo di espressione nel suo volto.
Era chiaramente sorpreso, ma come biasimarlo, gli ero letteralmente a cavalcioni, le mani appoggiate sul suo petto ancora scombussolato.

Arrossii senza poter riprenderne il controllo. Se ne accorse quasi subito, mi guardò tentando di trattenersi.

"Le palle, cazzo!"
Sbottò poi, contorcendosi leggermente.

"Oh mio Dio, scusami!"
Esclamai imbarazzato.

Neanche a farlo apposta caddi esattamente all'altezza delle sue parti basse.
Ero mortificato, quella scena era irreale.
Tentammo di alzarci entrambi nello stesso momento, non risultando una grande idea.
Andammo a sbattere entrambi uno sulla fronte dell'altro, una frontata dolorosa, ricascando a terra, Levi sul pavimento e io sulle sue ginocchia con la schiena, cercando quella volta di non ribeccare i suoi gioielli.

"Tu... brutto moccioso..."
Mi tirò un pugno in pieno viso facendomi ricadere a terra con le gambe all'aria.

Mikasa che assistette a tutta la scena dagli spalti, non potè non trattenere una risata, al contrario mio che invece non avrei potuto chiedere di peggio.

Sei riuscito a fare canestro però, Eren, diglielo!
La vocina dentro la mia testa iniziò a tartassarmi.

"Ho fatto canestro però..."
Iniziai massaggiandomi la fronte con un filo di voce.

"Oh bhe ci credo bene, mi sei saltato addosso, mi spieghi come avrei potuto pararla!?"
Disse l'altro sempre più scocciato ed irritato, la sua voce stava iniziando a farsi aggressiva.

"Io la considero una strategia più che valida... no?"
Continuai tentando di persuaderlo.

"Dannato te e il tuo equilibrio di merda."
Riprese iniziando a ricomporsi passandosi delle manate sui vestiti come per sistemarli.

"Quindi sono dentro?"
Gli occhi mi brillarono.

"Tsk..."
Mormorò rialzandosi senza rivolgermi mezzo sguardo.

Saltai di gioia nel mentre che Levi si ritirò negli spogliatoi con una camminata a tratti dolorante.
Lo seguii a ruota.
Una volta a cambiarci non spiccicammo parola, io per il troppo imbarazzo, lui per la troppa rabbia.

Il suo fisico mi lasciò estasiato, avrebbe fatto invidia a qualsiasi modello, restai a fissarlo finché non sentii la porta aprirsi.

"Levi"
Riconobbi quella voce profonda e stranamente irritante.

"Erwin, che vuoi?"
Rispose secco Levi, stava ripiegando in modo disinvolto l'uniforme tolta in precedenza.

L'uomo era entrato negli spogliatoi non notando la mia presenza.
Lo vidi avvicinarsi a Levi.
"Stai lontano, maiale."
Il corvino si allontanò leggermente indietreggiando di qualche passo.

"Ohi ohi... addirittura?"
Domandò sarcasticamente l'altro con un sorriso beffardo.

"Mi fai schifo."
Esclamò senza troppo tatto.

"Eddai Levi..."
Si avvicinò pericolosamente a lui avvolgendogli le mani attorno ai fianchi scendendo lungo le natiche, le palpò nel mentre che Levi iniziò invano a dimenarsi, non riuscendo però ad allontanare le mani del biondo che si spostarono nelle parti davanti non smettendo di palpare.
Levi pur di fare qualcosa gli sputò in pieno viso.
Certo che aveva una bella faccia tosta il capitano.

"Mi stai irritando Levi."
Iniziò in modo autoritario.
"Stammi lontano"
Ma il biondo gli bloccò i polsi lungo l'armadietto ai lati della sua figura facendogli sbattere il capo contro.

"Stai zitto, non rivolgerti mai più ad un tuo superiore in quel modo"
Gli sussurrò ad un soffio dal viso.

"Io mi rivolgo come voglio e a chi voglio, maiale"
Aggiunse senza risparmiarsi.

"Hai proprio una bella, bellissima faccia tosta eh?"
Enfatizzò l'aggettivo squadrandolo da cima a fondo.
Gli alzò le braccia bloccandole con una mano sola e con l'altra gli afferrò il mento.

"Mi spieghi che cazzo vuoi?"
Domandò il corvino a denti stretti.

"Bhe il tuo viso così carino, soprattutto quando ti arrabbi, il tuo culo così perfetto... immagina cosa potrò mai volere..."
Si leccò le labbra sorridendo, Levi assunse un'espressione schifata.

"Tu... sporco maial...-"

"Lascialo stare!"
Non sarei potuto restare a guardare la scena un minuto di più.
Intervenni appena in tempo.
Erwin trovandosi spaesato, per un attimo allentò la presa, una brutta mossa dato che il corvino si liberò sferrandogli un calcio così ben assestato allo stomaco del biondo che oltre a farlo cadere all'indietro gli fece sputare del sangue.

"Sei solo un maiale... disgustoso."
Gli sputò addosso, afferrò un asciugamano ed uscì velocemente dallo spogliatoio.

Tentai di chiedere spiegazioni ma invano, perché il ragazzo sparì velocemente non indossando nemmeno la maglietta.
Restai confuso affianco all'uomo biondo e ben impostato, non seppi più cosa pensare, come sentirmi.
Fino a qualche giorno prima parlai assieme ad Erwin proprio del capitano e ora mi ritrovai immerso in un macello forse più grande di me.

Ero entrato nella squadra, ma ad essere sinceri mi sentii più sollevato ad aver aiutato Levi che l'essere passato. Mi fece sentire utile.
Un malsano senso di gelosia mi si arrampicò per tutto il corpo logorandomi dall'interno.

Eren ma che cazzo stai pensando, per Dio! Stiamo parlando di molestie, riprenditi stupido idiota.
Pensai.

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