Capitolo 39.
Eren's pov.
mi svegliai in infermeria senza nessuno attorno.
Tirai un sospiro di sollievo, mi alzai e tornai in camera senza dare nell'occhio.
Aprendo la porta vidi Jean e Marco avvinghiati e a petto nudo sotto le coperte.
Il ragazzo con le lentiggini aveva succhiotti su gran parte del corpo.
Non potei non trattenere un sorriso malizioso.
Presi i vestiti e mi andai a lavare, era ora di andare a lezione.
"Alla fine dove hai dormito Eren?"
Mi chiese Armin.
"In infermeria."
Risposi stanco, avevo occhiaie discutibili in volto.
"Cos...-?"
"Armin, non ne parliamo."
Dissi subito.
"Ti hanno scoperto?"
Chiese.
"Peggio."
Risposi passandomi una mano sul viso esausto.
Mi volse uno sguardo confuso.
Gli spiegai quanto successo la sera prima, non sarei riuscito a tenere nascosto nulla ad Armin.
Inizió a ridere e a schernirmi.
"Non c'è niente di così divertente! Quella faccia da cavallo mi deve un favore."
Finii offeso.
Terminate le lezioni, l'infermiera incontrandomi nel corridoio mi prese in disparte.
"Salve...-"
"Non dovrebbe essere qui! Torni in infermeria, le devo dare ancora l'aspirina per il mal di testa!"
"N-non c'è nè bisogno mi creda...-"
Mi afferrò per il braccio facendomi saltare il pranzo.
Quella in realtà fu la parte minore dato che mi sarei dovuto vedere con il corvino.
Lo chiamai.
"Moccioso."
"Levi, ascolta è successo un casino, non fare domande, sono in infermeria, ma nulla di grave."
"Che hai combinato ora?"
"Vieni"
Chiuse la chiamata.
"Tenga."
L'infermiera mi porse un bicchiere con l'aspirina sciolta nell'acqua.
"G-grazie"
Dissi di rimando poco convinto.
"Stamattina non sarebbe dovuto fuggire in quel modo!"
"Mi scusi."
Passarono una decina di minuti e sentimmo bussare alla porta.
"Prego, la porta è aper-"
La donna non finì la frase che il corvino entrò spalancandola.
"Moccioso che cazzo hai fatto?"
Chiese con la sua solita delicatezza.
"L-levi."
Iniziai imbarazzato.
Si sedette vicino a me.
"Te lo spiego dopo..."
Arrossii.
Il ragazzo assunse un'aria confusa mentre la donna lo stava squadrando da cima a fondo.
"Dai, andiamo."
Mi accarezzò una guancia.
Tentai di scostarlo.
"Che succede?"
Chiese.
"N-niente"
Si avvicinò così che potessi sentire solo io.
"Ti vergogni?"
"N-non è quello... è che ieri è successa una cosa..."
"C'entra qualcosa quell'infermiera vero?"
"S-sì ma..-"
Lanciò un'occhiata alla donna che sobbalzó leggermente mentre finse palesemente di mettere a posto delle carte.
Il ragazzo mi prese per i fianchi stampandomi un bacio.
Ero più che sicuro lo fece apposta.
Mi morse il labbro inferiore per poi passare al collo.
"N-no Levi!"
Ero rosso fuoco in volto.
"Hai ragione, non qui."
Se ne uscì il ragazzo.
La donna ne rimase evidentemente imbarazzata ed io ero peggio.
"Dai andiamo, signora me lo lascia vero?"
Chiese ironicamente.
Sgranai gli occhi mentre le mie guance ripresero un colorito acceso.
"Certo, può andare. Buona giornata"
Ci congedò la signora sorridendo.
"Arrivederci"
Lo dissi con un filo di voce uscendo velocemente con il corvino.
"MA CHE TI SALTA IN MENTE?!"
Gli urlai contro.
"Volevo vedere se era quell'infermiera il problema e a quanto pare era proprio lei."
Disse divertito.
"Mi hai messo in imbarazzo!"
Poggiai le mani sul viso comprendomi gli occhi.
"Tsk moccioso."
Arrivammo in camera del corvino nel giro di qualche minuto.
"È che ieri dovevo fare un favore a dei miei compagni, dovevo coprir-"
"Non mi interessa Eren."
Lo disse accendendosi una sigaretta.
Io intanto mi sedetti composto sul letto.
Su quel letto dove successero tante cose.
"Oh... okay."
Ero un po' a disagio.
"Abbiamo perso tempo comunque."
Ricominciò lui.
"T-tempo?"
Chiesi confuso.
"Dovevamo vederci prima e io odio aspettare."
Si avvicinò.
"Mi dispiace..."
Dissi sinceramente.
"Anche a me."
Mi si sedette affianco continuando a fumare.
"Non hai intenzione di smettere vero?"
Domandai riferendomi alla sigaretta.
"Tu non preoccuparti."
"Scherzi?! Certo che mi preoccupo, dammi qua"
Tentai di prendergliela accasciandomi sulle sue gambe.
Non mi arresi e tentai di sfilargliela comunque, finché non mi abbandonai definitivamente stendendomi sulle sue gambe.
Mi tirò uno schiaffo sulle natiche.
"Cosa pensavi di fare?"
Chiese ironico.
"Di certo la mia intenzione non era quella di ricevere uno schiaffo sul culo."
Risposi sorridendo.
Mi alzai tenendo una mano premuta sullo schiaffo.
"Te lo sei meritato."
Aggiunse.
"Ma proprio sul culo?!"
Esclamai io.
Mi avvolse a sè facendoci stendere.
"Qualcosa in contrario per caso?"
Chiese.
"N-no, lo sai che puoi fare quello che vuoi..."
Dissi io con un filo di voce.
"Mh... bene, allora smetti di lamentarti."
"Io credo di aver diritto alla parol-"
Mi stampó un bacio prima che potessi finire la frase.
"Stai zitto..."
Lo disse tra qualche bacio.
Mi abbandonai completamente.
Quel pomeriggio non facemmo sesso, restammo lì sul letto, a baciarci, semplici baci.
"Dillo."
Iniziai io.
"Dire cosa?"
"Dì che mi ami."
"Non pretendi un po' troppo?"
Chiese ironico.
"Sei il mio ragazzo."
"Arriverà il momento giusto in cui te lo dirò, fino ad allora aspetta."
"Come faremo a sapere quando sarà il momento giusto?"
"Lo sapremo entrambi."
Disse guardandomi dritto negli occhi.
Sprofondai fra le sue braccia finché non arrivò l'ora degli allenamenti, non avremmo potuto saltarli anche quel giorno, così a malincuore ci staccammo ed andammo dritti ad allenarci.
Tra qualche settimana era già prevista un'altra partita, così ci allenammo più del solito per coprire il giorno prima.
Arrivammo alla fine sfiniti, rimanendo in tre.
"Eren... allora..."
Farlan mi diede una pacca sulla spalla.
"Farlan..."
Iniziai sapendo già dove volesse andare a parare.
"Non c'è qualcosa che devi dirmi?"
Chiese con un sorriso stampato in volto.
"Tipo?"
Chiesi ingenuamente.
"Tipo che stavate scopando in camera ieri?"
Avvicinò il suo viso al mio con un sorrisetto.
"Lascia stare."
Tentai di nascondere il mio imbarazzo.
"Come se fosse semplice, chiamo Levi e mi rispondi tu, ti chiedo dov'è e probabilmente ti stava facendo un bocchi-"
"OKAY, forse abbiamo fatto qualcosa, ma LASCIA STARE."
Dissi prima che potesse aggiungere altro.
Scoppiò a ridere.
"Tu mi chiedi di lasciare stare? Dai, che avete combinato? Sono curioso"
"Le stesse cose che fai con Isabel credo, non sono tanto diverse."
Per la prima volta zittii il biondo.
"Mh Eren, mi hai zittito, complimenti."
Mi diede un'altra pacca sulla spalla, gli ricambiai con un sorriso.
Avevo appena finito di pulire.
"Devo scappare, ci sentiamo domani"
Salutai Farlan dandogli un cinque, per poi avvicinarmi al corvino stampandogli uno, poi due ed infine tre baci.
Fosse stato per me sarei restato lì tutta la notte, ma purtroppo con il nuovo coprifuoco le cose cambiarono parecchio.
"Potremmo mai tornare a dormire insieme?"
Glielo sussurrai all'orecchio.
"Una di queste sere."
Mi comunicò.
"SUL SERIO?"
Chiesi incredulo.
Mi morse il lobo dell'orecchio.
Gemetti leggermente.
"Allora io ti aspetto..."
Dissi infine.
Mi staccò.
"A domani."
Mi salutò lui.
Avevo la sua mano fra la mia e più mi allontanai e più la presa scivolò fino a perderla del tutto.
Uscii dalla palestra a malincuore.
Levi's pov.
"Certo che quel ragazzino ti manda in fissa eh?"
Osservò Farlan a braccia conserte.
"Tsk, non riniziare."
"Come vuoi, ma non puoi continuare a nasconderlo."
Disse, infilandosi la giacca.
"Lo so."
Risposi solo.
"Ma tu lo ami sul serio?"
"Sì."
Gli risposi secco senza pensarci due volte.
Non mi piaceva parlare dei miei sentimenti ed emozioni, era come mostrarsi vulnerabile davanti a qualcuno e chi sapeva se quel qualcuno poi non lo avrebbe sfruttato a tuo discapito?
"Sai, lui si è proprio affezionato a te."
Guardó per aria con le mani dietro la nuca riniziando il discorso.
Restó in silenzio un paio di secondi, poi riprese.
"Quando parla di te gli si illuminano gli occhi, credo ti ami davvero tanto."
Mi confidò.
"Ne sono felice."
Presi le mie cose ed uscii.
"Esci se non vuoi che ti chiuda dentro"
Riferii al biondo che non aveva intenzione di muoversi.
"Oh arrivo!"
Prese le sue cose e corse fuori.
Eren's pov.
Andai a cena, dovevo parlare con Jean.
"Eren, ancora l'ultimo a pulire?"
Reiner assunse un sorriso.
"S-sì, Farlan e il capitano mi hanno trattenuto..."
Iniziai vago.
"Capisco, nulla di grave no?"
Chiese preoccupato.
"Oh no no, abbiamo solo scambiato qualche chiacchiera"
Sentii lo sguardo di Mikasa pressante sul mio, ne rimasi abbastanza imbarazzato.
Mangiammo carne con purè -finalmente qualcosa di decente-
"Ragazzi ormai siete dentro il campionato, giusto?"
Christa, che era fra le braccia di Ymir prese l'attenzione di tutti.
"Già, come sempre."
Si vedeva perfettamente Reiner avesse avuto una cotta per la ragazza minuta e bionda, nonostante non fosse visibilmente corrisposto.
"La prossima non la giocheremo in casa..."
Dissi poi.
"Quindi non potremo vedervi dal vivo?"
Sasha assunse un'espressione rammaricata.
"Purtroppo no."
Aggiunsi io.
Finita anche la cena, mentre tutti si avviarono nelle proprie camere per via del coprifuoco, Mikasa mi prese in disparte.
"Eren, aspetta."
Mi afferrò un braccio.
"Mi dispiace per la scorsa volta."
Continuò.
"Perchè anche sapendo che tra me e Levi c'era qualcosa mi hai baciato?"
Chiesi con tutta calma.
Ripensai al bacio, poi al viso del corvino e quelle parole...
pensavo mi amassi
Riaffiorarono alla mente dure e pesanti.
"M-mi dispiace, pensavo avessi potuto in un qualche modo cambiare idea."
Confessò lei.
"Mikasa, io amo quel ragazzo, lo capisci?"
Abbassò lo sguardo.
"Ascolta, possiamo rimanere amici, ma nulla di più."
"Va bene, come vuoi, ma sappi che se cambierai idea sai dove trovarmi."
Mi accarezzò la guancia mentre con l'altra mi prese la mano.
"Non cambierò idea."
Mi scostai.
"Lui è tutto ciò che voglio."
Aggiunsi.
Guardó altrove e nel frattempo me ne andai.
Cosa voleva dire con quello?
Non avrei mai potuto sostituirlo con Mikasa.
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