Capitolo 38.

Eren's pov.

Dato che gli allenamenti ormai erano saltati restai con il corvino tutto il tardo pomeriggio.
Eravamo stesi sul letto con la mia figura appoggiata sul suo petto, le nostre gambe avvinghiate fra loro.

Era una sensazione meravigliosa sentire il calore di una persona addosso.
Mi accarezzava svogliatamente i capelli e nel frattempo gli passai una mano sull'addome percependo ogni forma del suo fisico.

"La consegna delle schede è tra qualche settimana se non sbaglio"
Levi prese tutta la mia attenzione.

"Lo so."
Risposi.

"E dirai ai tuoi genitori tutto?"
Chiese continuando a giocare con i miei capelli.

"È la mia intenzione."
Affermai.

"Come pensi la prenderanno?"
Mi domandò guardandomi.

"Non so..."
Confessai io veramente in ansia.

Passarono dei momenti di totale silenzio.
"Eren Jeager non puoi stare con un ragazzo così affascinante e bello."
Lo disse con il suo solito tono inespressivo.
A volte mi chiedevo come facesse a mantenere la più totale indifferenza.

Iniziai a ridere.
"Che modesto che sei."
Mi avvicinai al suo viso e lo baciai.
Si staccò mordendomi delicatamente il naso facendomi scappare un lieve sorriso.

Presi il telefono.
19:00

Di già?!
Pensai.
Lo spensi fregandomene dell'ora.
Mi voltai verso il corvino e con due dita iniziai a camminare sul suo corpo passando per il collo.

Lo vidi contorcersi di scatto.

"Soffri il solletico?"
Lo guardai con malizia e un sopracciglio leggermente alzato.

"No."
Affermò lui in modo veramente poco credibile.

"A me non sembra"
Gli feci un sorrisetto e mi fiondai sul suo collo.

Per la prima volta vidi sul suo volto un sorriso.
Sì, lo soffre parecchio.

"Levati dal cazzo Eren."
Mi allontanò bruscamente.

"Mh... mi avevi detto di non soffrirlo!"
Dissi io, iniziando a sorridere divertito.

"Non ti deve interessare."
Contestò abbastanza nervoso.

Mi riavvicinai e tentai di farlo ridere, ma, con una mossa fulminea mi bloccò il braccio dietro la schiena.

"Cosa ti ho appena detto?"
Chiese in modo intimidatorio seguito da un calcio che mi tirò facendomi cadere dal letto.

"Ho trovato un tuo punto debole"
Lo guardai con malizia dal pavimento.

"Vuoi che ti prenda a botte?"
Minacciò.

Risi massaggiandomi il mento che sbattei poco prima a terra.

"Levi devo andare a cenare, o i miei amici mi riempiranno di domande."
Mi alzai iniziando a rivestirmi velocemente.

"E tu rispondi."

"Come se fosse semplice..."
Feci una smorfia.

"Digli ero con Levi."
Propose lui steso sul letto con le braccia dietro la nuca.

"Tu fai tutto così semplice."
Osservai con un sorriso.

"Perchè non c'è niente di così difficile."

Sbuffai roteando gli occhi al cielo e mi diressi verso la porta, aspettai qualche secondo.

"Te ne vai o resti a fissare la porta?"
Mi ammonì il ragazzo.

"Non mi vieni a salutare?"
Domandai con fare orgoglioso.

"Perchè dovrei, vieni tu."
Rispose.

"Ma... non ha sens-"
Non mi fece finire.

"Devi andare o no?"

Gli sorrisi precipitandomi sul letto dove il corvino era posizionato facendomi mettere da parte tutto l'orgoglio.
Tentai di stampargli diversi baci, ma continuò a girare il capo altrove.

"Qui c'è qualcuno orgoglioso eh?"
Chiesi in modo ironico.

"COSA HAI DETT-"
Per dirlo giró il viso nella mia direzione cogliendo l'attimo per baciarlo prima che avesse potuto terminare di parlare.

"Ci vediamo domani"
Finii salutandolo con un gran sorriso.

"A domani."
Rispose lui lanciandomi uno sguardo prima che potessi uscire.

Mi precipitai fuori, ero abbastanza in ritardo, ormai si fecero le 19:30.
Andai a mensa correndo.

"Ciao ragazzi scusate il ritardo."
Dissi con un leggero fiatone dovuto alla corsa per arrivare lì in tempo.
Armin mi guardó con fare sospetto.

"Tranquillo Eren, noi stiamo iniziando adesso."
Mi rassicurò Berthold.

"Eren ascolta, sai perchè oggi gli allenamenti sono saltati?"
Reiner mi prese alla sprovvista.

"Il capitano aveva da fare..."
Tentai di non far notare il mio rossore.

"Oh beh, meglio così, ho avuto le ore giuste per riposarmi come non facevo da tempo."
Affermò lui con in mano la forchetta che fece svolazzare da tutte le parti gesticolando.

"Ne sono felice"
Gli feci un sorriso forzato.

Jean mi guardò con un sorrisetto mentre smosse la testa in segno di disapprovazione.
Gli lanciai un'occhiata che lo fulminò all'istante.

"Eren tu e il capitano siete in buoni rapporti vero?"
Riprese il biondo.

Al tavolo si formarono vari gruppetti dove finirono per parlare di varie cose, fortunatamente nel mio c'erano solo Reiner, Armin, Jean e Marco.

"S-sì, penso di sì."
Risposi sempre più agitato.

"Sei fortunato, Levi non è uno espansivo."
Continuò Reiner sinceramente colpito.

"Bhe, ma con la squadra lo è sempre stato, no?"
Chiesi cercando di sviare il discorso.

"Oh certo, ma ho notato che state spesso assieme"
Stavo arrossendo più del previsto, i miei amici mi guardarono divertiti.

"Già..."

Fortunatamente Armin cambiò discorso e la serata passò così.
Quando tutti tornarono in camera restai con Jean e Marco.

"Eren sei sicuro?"
Marco aveva sempre quell'accenno di gentilezza che risultava impossibile contraddirlo.

"Non preoccupatevi."

Lo riferii anche ad Armin che se ne andò senza dare troppo nell'occhio in camera di Marco al posto suo.
I docenti non avrebbero potuto ricordarsi da chi erano composte le stanze di tutto l'istituto d'altronde.

Io restai fuori dalla camera, per una decina di minuti ci fu un silenzio quasi inquietante, poi sentii dei rumori seguiti da gemiti e tante altre cose.

Avevo stampato in faccia un sorriso da ebete, ero troppo tentato dal sbirciare ma decisi di trattenermi.

Ora non avevo più dubbi, Jean lo fece e non avrebbe potuto certo nasconderlo.

Passarono così ore su ore, restai al cellulare accasciato a terra, quando sentii in lontananza il suono di tacchi a spillo.

O merda.
Iniziai a pensare.
Spensi il cellulare velocemente.

Vidi la donna, un'insegnante del secondo anno avvicinarsi.

"Cosa ci fa fuori a quest'ora, alunno...?"

"Eren, Eren Jaeger, mi scusi non mi sono sentito molto bene... e mi sono un momento appoggiato qui"
Iniziai a recitare.

"Cosa intende?"
Chiese preoccupata ed allo stesso tempo sospettosa.

Feci finta di sentirmi male, ed essendo accasciato a terra la recita risultò più credibile.

"La accompagno in infermeria."
Propose la donna, ed io annuii affranto e drammatico.

Una volta arrivati prese parola una signora.
"Ragazzo, sembri completamente sano"

L'infermiera, fortunatamente diversa dall'ultima volta, mi controllò ed affianco a me vigeva la professoressa a braccia conserte.

"Si tolga la maglietta le sento il respiro."

Sgranai gli occhi.
Ero leggermente coperto da succhiotti.

"Ehm... guardi mi sento già leggermente meglio, non c'è bisogno..."
Iniziai io in estremo disagio.

"Avanti, non sia timido."
Mi sollecitò la donna.

Avvampai.

"N-no non è quello."
Tentai di dire io.
L'insegnante stava trattenendo una risata.

Sto litigando con un'infermiera?!
Pensai.

"Non mi costringa a togliergliela io."
Continuò lei.

Ero sempre più rosso, strinsi le labbra guardando altrove mentre mi sfilai l'indumento.

Il mio corpo era sempre stato snello e slanciato con qualche accenno di addominali che in confronto al corvino erano nulla.

L'infermiera sgranó impercettibilmente gli occhi per poi iniziare goffamente a sentirmi i respiri.
Anche l'insegnante ne rimase evidentemente imbarazzata.

Ero ricoperto da chiazze viola che prendevano la forma di un morso, il che mi mise estremamente a disagio.
Uno in particolare spuntò nella parte inguinale.

"Lei è fidanzato?"
Chiese l'infermiera smorzando il silenzio fattosi pesante.

Perchè sono tutti così impertinenti e sfacciati in questa scuola?!

"Ehm... s-sì. "

"Oh avanti non si vergogni, è normale per la sua età avere certi segni sul corpo."
Non credo di essere arrossito tanto neanche in presenza del corvino.

Mi sforzai a comporre un sorriso mentre guardai altrove.

"Oh insomma, le sembrano domande da fare? Eren, non dovresti avere certi segni sul corpo"
L'insegnante si mostrò molto più autoritaria.

Pensai a come fossi finito in quella situazione, ecco cosa succedeva a prestarsi per fare un favore.

"L-lo so Prof...-"
Tentai di discolparmi.

"È stata la fidanzatina eh?"
Notai come l'infermiera fosse stata particolarmente curiosa e sfacciata.

"N-non proprio."
Annunciai con tono impercettibile.

Mi guardarono, gli sguardi di entrambe si fecero interessati.
Insomma, ero solo un alunno!
Mi infilai la maglia il più velocemente possibile.

"Non dirmi che stai tradendo la tua ragazz-"
Iniziò lei in cerca disperata di gossip.

"Sono fidanzato con un ragazzo."
Lo dissi tutto d'un fiato.

Diventai completamente rosso dalla fronte fino al collo.

Le donne ne rimasero molto sorprese.

"Ora basta."
L'insegnante lanciò un'occhiata stizzita alla donna che invece continuò a farmi domande impertinenti, poi riprese.
"Riposati pure Eren. "

"G-grazie Prof"

"E lei, non dovrebbe importunare gli alunni in questo modo!"

"Non gli ho chiesto chissà cosa, quindi con tutto il rispetto, si calmi"

Si girarono verso di me in contemporanea. Ora devo anche dar ragione a una delle due?!

Quella situazione aveva dell'irreale.

"Vorrei solo non si spargesse la voce..."
Fu l'unica richiesta che feci.

"Stai tranquillo."
L'insegnante mi rassicurò.

Feci finta di avere un gran mal di testa e quella sera dormii lì.

Jean mi doveva un favore.

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