Capitolo 37.

Eren's pov.

Trascorse una settimana da quella serata, da quella frase che mi rimase impressa giorno e notte, il suo tono di voce, il modo in cui le sue braccia mi avvolsero facendomi scappare inconsapevolmente un sorriso.
Molti mi diedero del pazzo in quel periodo.

Ormai l'inverno stava finendo.

Andai a lezione notando subito come vi fosse stato qualcosa di strano, il preside era in piedi davanti alla classe.

"Armin... che ci fa il preside qui?"
Chiesi in modo più silenzioso possibile mentre mi sistemai al mio solito banco senza dare troppo nell'occhio.

"Ha detto che deve annunciare una cosa..."
Rispose lui altrettanto silenzioso e cauto.

Lo guardai confuso, quando poi le lezioni iniziarono, l'uomo iniziò a parlare.

"Okay ragazzi, oggi farò il giro di tutte le classi per annunciarvi il nuovo coprifuoco."

Si zittirono tutti.
Un coprifuoco?

"Ultimamente abbiamo sorpreso vari alunni violare il coprifuoco e andare a dormire in camere altrui, cosa INACCETTABILE."
Scandì l'ultima parola.

Dannazione.
Pensai.

"Quindi metteremo dei docenti a sorvegliare il campus, che dev'essere vuoto prima delle ventidue, buona lezione."
Uscí dalla classe volgendo un veloce sguardo a tutti i presenti.

Cazzo CAZZO.
Mi tenni la testa fra le mani.

"Tutto okay?"
Chiese Armin con sguardo preoccupato.

"No che non è tutto okay Armin! Quello era l'unico modo per beh... per stare da solo con Levi."
Dissi con un accenno di tristezza.

"Hai qualche idea?"
Mi chiese lui.

"Per ora no..."
Risposi rassegnato.

"Eren credo che per una o due settimane potrai anche scordarti le vostre visite notturne, dato che questa regola è stata violata saranno tutti più attenti nel primo periodo."
Esaminò Armin.

"Hai ragione... MA COME FACCIO A STARE DELLE SETTIMANE SENZA DI lui?"
Abbassai leggermente tono quando pronunciai l'ultima parola.

"Zitti voi in fondo"
La solita professoressa acida della prima ora, tremenda.
Finite le lezioni andammo a pranzare, ero sovrappensiero, più del solito.
Come avrei fatto?
Dormire con Levi era a mani basse una delle cose che preferivo.

"Ragazzi, non vi sembra assurda come cosa il nuovo coprifuoco?"
Jean interruppe il silenzio.

"Puoi dirlo amico, siamo dei ragazzi è ovvio che stiamo in giro la sera..."
Connie apparve particolarmente nervoso.

"Che seccatura."
Continuò Sasha a bocca piena.

Restai zitto.
Ero troppo preso dai miei pensieri e così finimmo di mangiare.

"Stasera dovevamo vederci..."

"Lo so... non posso fare tanto purtroppo."

Ascoltai per puro caso la conversazione fra Jean e Marco.

"Se volete vi copro io."
Mi intromisi.

Mi guardarono, notando come Marco arrossì.

"Dannato, sei sicuro di potercela fare?"
Jean mi scrutò.

"Pff per chi mi hai preso? Ovvio che posso farcela."
Risposi con fare orgoglioso.

"Grazie."
Mi sorrise.

"Nessun problema."
Ricambiai il sorriso e tornai in camera.

Sapevo quanto fosse speciale stare col proprio ragazzo la sera, lo sapevo perfettamente, così decisi di coprirli, in più sarebbe stato interessante sapere cos'avrebbero fatto.

Ero steso sul letto guardando il soffitto, sentii poco dopo la suoneria del cellulare.

Un messaggio?

Sbloccai il dispositivo.

1 messaggio da Levi♡

"Hai sentito del coprifuoco?"

"Si..."

"Vieni in camera."

"Arrivo..."

Non compresi il perchè di un invito così diretto, mi fece agitare.
Infilai chiavi e cellulare all'interno delle tasche dei pantaloni e mi precipitai da Levi.

Bussai con sicurezza.
Mi aprì poco dopo.

"Entra."
Disse accogliendomi alla porta.

"Mh... permesso..."
Iniziai entrando.

"A chi lo stai dicendo idiota, non c'è nessuno."
Mi ammonì lui come al suo solito.

"È per educazione!"
Continuai discolpandomi.
Alzò gli occhi al cielo.

"Volevi parlarmi?"
Chiesi poi.

"Perspicace."

Mi imbronciai velocemente.

"Dai vieni."
Mi chiamò sedendosi su una poltrona, mi avvicinai sistemandomi sulle sue gambe.

"Credo che non ci vedremo più come prima"
Se ne uscì all'improvviso.

"Cos- COSA?!"
Esclamai subito dopo.

"Vuoi un'espulsione?!"
Tentò di farmi ragionare.

"Io voglio stare con te e basta!"
Dissi rammaricato gettandomi sul suo collo abbracciandolo.

"Eren... sù, non fare il bambino."
Tentò di persuadermi a smetterla.

"Vedrai che troveremo un modo, te lo prometto!"
Dissi io convinto.

"Non è che non ci vedremo più, solo di meno."
Tentò di rassicurarmi.
Gli presi il viso baciandolo ed appoggiando poi la fronte sulla sua.

Mi afferrò il labbro inferiore fra i denti facendo scivolare la sua mano lungo il mio fianco, fino a raggiungere le natiche.

"Mi mancherà il tuo culo."
Disse ironico iniziando a palparlo.

"Pensavo più a una cosa tipo: mi mancherai tanto, il tuo sorriso i tuoi occhi... non il mio culo"
Risposi divertito.

"Mica è colpa mia se hai un culo tanto invitante."
Mi sussurrò.

Arrossii spostando velocemente lo sguardo altrove.
Si avvicinò al mio collo iniziando a succhiarlo e morderlo.
Gemetti alzando appena il capo all'insù permettendogli di raggiungere meglio ogni mio lembo di pelle.
Mi tolse la maglia, un brivido mi trasalì, certo l'inverno era ormai passato, ma restava comunque fresco.

Il corvino assunse un'aria confusa per la mia reazione, ma senza porre fine a ciò che iniziò precedentemente, cominciando a togliersi anche la sua. Mi avvicinò dal bacino, i nostri addomi si sfiorarono.
Iniziai a baciarlo, quelle labbra rosee e morbide.

Si alzò dalla sedia costringendomi a fare lo stesso.

Camminammo avvinghiati per qualche metro, ma inciampai e cascammo entrambi a terra, fortunatamente i riflessi di Levi mi salvarono da diversi lividi.

Levi's pov.

Capii stessimo cascando appena in tempo, quell'idiota non aveva il minimo senso dell'equilibrio.

Lo strinsi a me puntando i gomiti a terra così da attutire la caduta e salvare la testa a quel moccioso.

"Sei rimasto alla fase gattonare? No perché non sembra tu sappia stare in piedi."
Dissi a terra con i gomiti doloranti e il capo del ragazzo fra le mie mani.

"Scusa."
Lo disse ridendo riniziando a baciarmi.
Gli sfilai i pantaloni ed iniziai a tastare le sue parti basse.

Lo sentii gemere rumorosamente sulle mie labbra.

Avrei voluto posizionarlo sul letto, ma era troppo tardi, quel moccioso venne quasi subito.
Continuai a baciarlo mentre del liquido bagnò il suolo.

Eren's pov.

Si avvicinò al mio membro.
Ci posò sopra le labbra per poi succhiarlo con tanto di lingua e proprio in quel momento gli squillò il telefono.

Lo presi al posto suo.

"P-pronto?"
Risposi.

"Eren, sei tu?"
Una voce mi portò alla realtà.

"Sì..."
Trattenni a stento diversi gemiti.

"Dov'è Levi?"
Farlan parlò con aria circospetta.

"O-ora è occupato..."
Dissi vago.

"Ahh... capito."
Anche per telefono si potè percepire la sua ironia e malizia.

Levi si staccò appena, le labbra imperlate di sperma e saliva.
"Digli che oggi l'allenamento salta."
Assunse un'aria seria ed autoritaria, il mio sguardo rimase per una manciata di secondi puntato sulle sue labbra ancora bagnate.

"F-farlan, Levi mi ha detto che oggi l'allenamento salt-"

Il corvino afferrò il mio membro con la mano per poi farla andare dall'alto al basso svariate volte.

Mi scappò un lieve gemito che tentai di soffocare con una mano.

"L'allenamento salta..."
Dissi una volta riacquistata serietà.

"Capisco anche il perchè, continuate a fare cose sporche, ci vediamo dopo"
Chiuse la chiamata con una rumorosa risata.
Mi sarei voluto sotterrare.

"Levi... questo è il tuo ultimo anno qui?"
Fu una domanda strana da fare, sopratutto in quel momento.
Lasciò tutto quello che stava facendo per guardarmi.

"Perchè me lo chiedi?"
Iniziò lui confuso.

"Come perchè? Se è il tuo ultimo anno...noi-"
Non mi fece finire.

"Non lo è, tranquillo non me ne vado senza di te."
Disse in un momento di tenerezza.
Arrossii.

"Dai ora alzati e pulisci."
Si alzò strattonandomi per un braccio.
Pulimmo la stanza.

"Mi aspetterai quando avrai finito anche l'università?"
Chiesi concentrato a ripulire a terra.

Mi guardó.
"Perchè tutti questi discorsi?

"Tu rispondi e basta."

"Pensa a goderti il presente."
Non sapevo cosa avrebbe voluto dire con quella frase.
Continuai a pulire il pavimento.

Solo dopo qualche attimo si avvicinò a me avvolgendomi da dietro.
"Ti aspetterò a casa con uno straccio in mano."

Sorrisi dolcemente.
"Anche nel mio futuro dovrò pulire così incessantemente?"

"Certo."

Nella mia mente analizzai la frase del corvino.

Ti aspetterò a casa con uno straccio in mano.

"Aspetta, a casa?"
Lo guardai, le sue mani ancora avvolte al mio bacino.

"Sì Eren, a casa."
Confermò stampandomi un bacio.

"Sempre se i tuoi sapranno mai di tutto questo."
Continuò con un accenno di asprezza.

"Glielo dirò alla consegna delle pagelle credo."
Annunciai poco convinto.

"Mh bene."
Rispose.

Si staccò da me andando a riporre gli strumenti per pulire.

Casa
Io e lui soli dentro una casa tutta nostra.
Io e lui dentro una casa.

Io e lui.

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