Capitolo 10.

Levi's pov.

Adoravo far arrossire quel ragazzo.
Bastava anche solo guardarlo e le sue guance si tingevano di un rosso brillante.
È ancora un moccioso...

Eren's pov.

Che è successo?
Non riuscii a realizzare, un sorriso da ebete mi si stampò in viso e le guance cominciarono a bollirmi.
Sapevo bene le sue attenzioni fossero intenzionali e ben calcolate, giusto per mettermi a disagio, ma nonostante quella consapevolezza i miei ormoni non ne vollero sapere di stabilizzarsi.

Forse ne sono attratto... no ma che dico.
Pensai.
Tentai di scacciare quei pensieri autoconvincendomi fosse solo un bastardo senza fede, ma non fui credibile nemmeno per me stesso.

Quella sera avrei fatto follie pur di continuare ciò che iniziammo.
Tornai in camera trovandovi solo Armin, feci il più piano possibile così da non svegliarlo andando diretto a dormire. Mi addormentai abbastanza nervoso per via degli allenamenti che sarebbero iniziati l'indomani.

-

Dei raggi di luce spuntarono timidi dalle tapparelle abbassate proiettando sulla mia figura strisce irregolari di un arancione tendente al pesca costringendo a svegliarmi, un risveglio calmo e tranquillo.

Controllai l'ora.
6:00

Gli altri stavano ancora dormendo, io, forse per la troppa ansia, non riuscii a riprendere sonno, così andai a fare una doccia e per una volta decisi di prendermela con calma ripensando a quello che successe in quei giorni.
Mi vestii andando diretto al bar a prendere qualcosa pur di placare il brontolio che iniziò ad aleggiarmi in pancia, lì vidi due ragazze evidentemente più grandi intrattenere un'animata conversazione.
"In qualità di manager, Hanji, dobbiamo concentrarci sulla squadra!"
Sbottò una.

"Sì, sì... lo so... ma anche noi siamo umane e possiamo avere dei giorni liberi"
Rispose l'altra in tono infantile.

"Non esiste, non possiamo permetterci di fallire, il capitano conta su di noi."
Contestò la rossa.

Scoppiò in una risata.
"Ma guardati Petra, hai gli occhi a cuore"
La prese in giro.

"E finiscilaa!"
Rispose l'altra paonazza in viso.

Notai stessero parlando della squadra incuriosendomi a tal punto da farmi avvicinare.
"Ehm... scusate siete le manager dei Titans?"
Chiesi cauto.

Si girarono entrambe.
"Oh ma che CARINO!"
Sbraitò la ragazza con gli occhiali.
Mi prese le guance iniziando a strapazzarmele com'era solito le nonne facessero ai nipoti.

"HANJI! Sì, noi siamo le manager, possiamo aiutarti?"
Domandò la ragazza dai capelli rossi.

Mi massaggiai le guance una volta tolto dalla morsa della ragazza mora.
"Bhe ecco... sono entrato da poco nella squadra e ancora non so chi ne faccia parte..."
Risposi giocando nervosamente con le mani.

"Un ragazzo così giovane?"
Rifletté la ragazza minuta riferita a quella che credevo si chiamasse Hanji.

"Bhe Levi sa quello che fa."
Concluse poi con un sorriso cordiale nella mia direzione.

"Ci sono ragazzi di varie età, credo tu sia il più giovane con Reiner. Comunque vedrai tutto oggi agli allenamenti, io sono Hanji"
Disse puntandomi un enorme sorriso.

"Piacere... Eren."

"Io mi chiamo Petra, scusa Eren ma ora dobbiamo andare"
Si alzarono dal tavolo afferrando le loro borse lasciandomi con ancora più domande addosso.

Al capitano scorrazzano dietro una vagonata di persone, come puoi pensare di poter essere l'eccezione alla regola? Stupido.

Si fece ora di andare a lezione.

"Eren dov'eri?"
Mi sussurrò Armin appena mi sedetti nel posto affianco al suo.

"Mi sono svegliato presto e ho fatto un giretto..."
Risposi sbrigativo appoggiando lo zaino sotto il banco.

"Non sarai andato dal capitano vero?"
Mi chiese con occhi assottigliati.

"No, tranquillo... non capisco cosa abbiate tutti contro di lui."
Dissi irritato poggiando il mento sul palmo della mano.

"Bhe ma noi non abbiamo n-..."

"Voi laggiù, silenzio e svolgete gli esercizi"
Una supplente ci rimproverò. Fu in realtà più una strigliata generale dato che non vide da chi provenissero i brusii.

Armin abbassò maggiormente la voce.
"Non abbiamo nulla contro di lui Eren... è che non è esattamente la persona più affidabile."

"Come potete affermarlo se non sapete nulla di lui?"
Lo domandai in tono un po' troppo nervoso.

"Se a te fa piacere stare in sua compagnia non sarò di certo io ad impedirtelo."
Mi sorrise, non sarei mai riuscito ad essere arrabbiato con Armin.

Finite le lezioni mi precipitai a pranzo, mangiai qualcosa al volo ed insieme a Reiner abbandonammo il tavolo dove stavano finendo gli altri, dirigendoci in palestra.
"Allora, nervoso?"
Mi chiese il biondo per strada.
"Un... un po'."
Dissi sbattendo nervosamente gli occhi che puntavano verso terra.

"Dai non preoccuparti, sei bravo."
Mi sussurrò donandomi una generosa pacca sulla spalla.

"Mh..."
Rimasi abbastanza scettico.

Entrammo in palestra notando come ci fossero ben pochi ragazzi all'interno.
Vidi Gunther, un ragazzo alto e biondo, un altro che mi sembrò il più vecchio ad occhio e croce, ed infine il capitano, il più basso.

"Perfetto ora che ci siamo tutti possiamo iniziare"
Disse il corvino con aria seria sbattendo le mani fra loro e facendo rimbombare il rumore per tutta la palestra. Tutti annuirono ed iniziammo a giocare. Mi sembrò un sogno, trovai tutti preparati e assolutamente competenti, fu una grandissima soddisfazione giocarci assieme.
Finiti gli allenamenti i giocatori si presentarono con me.

"Piacere Farlan"
Era il ragazzo alto e biondo, in campo era davvero bravissimo, sopratutto a difendere data la sua altezza.

"Io sono Aruo"
Il più vecchi...- il più grande.
Mi parve subito copiasse il capitano nelle sue gestualità, nonostante non gli riuscisse proprio alla grande.

"E noi due ci conosciamo già"
Gunther mi sorrise ricambiandolo subito dopo.

Levi si giró insospettito inarcando un sopracciglio.

"È che ci siamo incontrati in palestra un po' di tem...-"
Iniziai io.

"Non mi interessa, ora prima di uscire pulite il campo"
Disse in modo sbrigativo.

Tutti annuirono.
Quando era in campo non sembrava lo stesso che incontrai qualche sera prima, assunse un'aria molto più autoritaria e matura, ma d'altronde era il capitano e si sarebbe dovuto far rispettare. Pulimmo il campo, ed io rimasi l'ultimo non essendovi abituato.

"Ancora qui?"
Il corvino si avvicinò con le braccia incrociate al petto.

"C-capitano... sto finendo scusi"
Mi scappò inconsciamente.

"Da quando mi dai del lei?"

"Bhe è che in campo mi sei sembrato molto più autoritario... più severo, e ho pensato di esserlo anche io..."

"Come vuoi"
Rispose alzando le spalle.
Tentò poi di spolverare sopra di un muretto che rimandava ad un'enorme facciata di una finestra, scorgendolo abbastanza in difficoltà per via della sua altezza.

Lo osservai attentamente rallentando nel mio compito, mi scappò uno sbuffo divertito, avvicinandomi gli afferrai il panno dalle mani iniziando a spolverare la zona interessata al posto suo.

"Guarda che ce l'avrei fatta benissimo"
Mi fulminò con lo sguardo.

"Bhe... è abbastanza alto... e tu invece..."
Dissi con aria maliziosa.

"Io cosa?"
Domandò nervoso.

"Beh...-"

"Credi davvero non ci sarei arrivato?"

"Ero scettico in effetti"
Lo stuzzicai, forse in modo un po' eccessivo non riuscendo a trattenermi, come fosse stato servito su un piatto d'argento.

"Tu, brutto moccioso..."
Mi prese per il colletto sbattendomi contro il muro in modo piuttosto brusco.
Assunse un'espressione intimidatoria mentre la mia si fece maliziosa non capendo perché se la prese tanto.

"Se vuoi mi abbasso, così arrivi meglio al mio collo..."
Con una mossa fulminea mi buttò a terra, nonostante la sua statura la forza non gli mancava di certo.

"Non ne ho bisogno."
Rispose alle provocazioni guardandomi dritto negli occhi, ed era vero, i suoi muscoli apparvero pronunciati e possenti.
Tenne il ginocchio sopra il mio petto e le mani fisse sul mio collo.
"Non provare mai più a dire una cosa del genere"
Ringhiò.
Non potei trattenere una risata ed a quel punto perse la pazienza. Fece scivolare il ginocchio affianco al mio bacino così da ritrovarci uno sopra l'altro.

Arrossii sentendo la sua intimità premere sul mio addome, ma non fu farmi arrossire lo scopo del corvino, bensì bloccarmi.
Con una mano mi tenne il collo, mentre con l'altra mi tirò uno schiaffo talmente forte da lasciarmi la forma della mano.
Restai sorpreso, ma non contestai la sua scelta, nonostante vederlo arrabbiato in quel modo non avesse prezzo.

Mi tirò poi sù per il colletto della divisa mentre era ancora sopra di me, così colsi l'occasione e lo avvicinai avendo le mani libere.
Lo afferrai per la maglietta facendolo sussultare leggermente.
Mi guardò stranito, senza accennare però ad andarsene e ciò mi fece capire che per quella volta avrei potuto farne ciò che volevo.
Si creò un silenzio imbarazzante, presi così l'iniziativa e gli tirai leggermente giù la maglietta dalla spalla.

"Ti ha dato un bel morso."
Iniziai per rompere il ghiaccio.

"Tsk... stai zitto."
Rispose tornando alla realtà staccando il suo corpo dalla mia presa.

"Te l'ha fatto solo sulla spalla?"

Abbassò lo sguardo e per la prima volta vi notai un lieve anzi, lievissimo velo di rosa sulle sue guance.

"Mh... ho capito."
Sorrisi in modo comprensivo.

Non rispose.

Un po' titubante lo abbracciai trovandomi a mio agio fra le sue braccia, impazzivo quando le distanze finivano per azzerarsi.
Gli morsi leggermente il collo in modo quasi impercettibile, ed in tutta risposta il suo respiro prese ad accelerare appena.

Continuai a circondargli il collo con dei piccoli morsi.
Lui sembrò non reagire, finché non iniziai a fargli un succhiotto.
La sua pelle mi parve candida e morbida, profumava di colonia da uomo, pungente, eppure addolcita con un pizzico di vaniglia.
Lo feci senza pensarci e lui anche se titubante non oppose resistenza.

Mi lasciai andare un po' troppo.

"EREN"

Mi colse alla sprovvista.
All'inizio non capii il perché avesse pronunciato il mio nome, solo poi fu tutto più chiaro, mi ci volle un millisecondo per comprendere cosa fosse accaduto.

Mi si era alzato.

E ovviamente essendo avvinghiati Levi lo percepì in modo fin troppo concreto.

Arrossii tantissimo.
Ma complimenti campione, sei sempre il solito stupido, stupido!

Lo scostai alzandomi e balbettando qualcosa che sembrassero vagamente delle scuse.
Il corvino però mi si avvicinò allungando le mani verso il mio membro, lo sguardo fisso sul mio. Pensai davvero di sognare, mancava davvero poco.

"Eren eccoti qui!"

Una vocina docile interruppe subito quello che il capitano stava per fare facendogli ritirare immediatamente le mani.
Maledissi Armin accompagnato da Mikasa.

Levi si limitò a guardarmi con la coda dell'occhio per poi andarsene fuori dalla palestra non rivolgendo nemmeno uno sguardo ai due che si ritrovarono ad interrompere.

"Ragazzi... che ci fate qui?"
Domandai sperando non si notasse il mio nervosismo.

"Eravamo venuti a vedere l'allenamento ma siamo in ritardo credo"
Rise leggermente il biondo.

"Che ci facevi con Heichou?"
Chiese Mikasa innervosita quanto indispettita.

"Cos...io? Non... non stavamo facendo nulla. Lo stavo aiutando a pulire il campo."

"Non prenderci per il culo Eren. Ho visto che il capitano aveva un succhiotto."

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