Ti aspetterò perché sei tu che porti il sole
Ci troviamo tutti lì: io, suo padre, Edoardo e Valentina. Camminiamo a destra e a manca, ci stringiamo le mani e piangiamo tutte le nostre lacrime.
"Tesoro, andrà tutto bene." Valentina viene accanto a me.
"È tutta colpa mia, Vale."
"Non è vero, vi siete innamorati, è successo quello che è normale che succeda." Fa spallucce. "Hai cercato di proteggerlo in ogni modo, piuttosto io ho messo in piedi tutto questo per aiutarvi, forse dovevo darti ascolto quando mi hai detto che avrebbero reagito a sangue freddo."
Vediamo improvvisamente uscire il medico chirurgo, si toglie la mascherina, ha il viso stanco e provato.
"Allora, il ragazzo è stato operato d'urgenza, fortunatamente il proiettile è stato rimosso ma non possiamo ancora dichiararlo fuori pericolo, al momento è ancora in coma farmacologico." Proferisce con un'aria glaciale, come se ci stesse dicendo le previsioni del meteo del giorno seguente.
Restiamo in silenzio, ognuno è chiuso nel suo dolore, così parliamo veramente poco durante il corso della giornata.
Di tanto in tanto Edoardo e Valentina vanno a fumare, il padre di Lauro riceve telefonate, io resto ferma sulla mia sedia senza mai muovermi.
"Ti ho preso un panino." Il papà di Lauro mi si avvicina e me lo porge.
"Grazie, ma non ho fame."
"Eh no, devi nutrire mio nipote, dai sforzati." Mi sorride e me lo porge nuovamente, così lo prendo.
"Lei dovrebbe avercela con me, non essere così gentile." Gli faccio notare.
"E perché dovrei avercela con te?" Mi chiede sorridendo bonariamente.
"Beh, se siamo qui la colpa è tutta mia."
"Vedi, io non ho mai compreso e forse nemmeno apprezzato la musica di mio figlio, l'ho spronato tanto perché seguisse le mie orme ma poi alla fine sei felice se un figlio è felice, grazie a te Lauro sembrava esserlo." Mi spiega e come un padre premuroso mi scarta il panino e me lo porge incoraggiandomi a mangiare.
"Gli ho portato un bel po' di casini." Mi ammonisco e addento il panino contro voglia.
"Questo che hai in pancia è un casino bellissimo e sono sicuro che Lauro sta lottando soprattutto per lui, quando Valentina glielo ha detto lui era entusiasta come non mai." Mi spiega e gli spunta un sorriso coperto da un velo di malinconia.
Vanno via di lì a poco, è abbastanza inutile restare lì, non possiamo fare molto, ma io non ho una casa in cui tornare, casa mia è Lauro.
Così chiedo di poter entrare in stanza, ho un colpo al cuore nel vederlo immobile e intubato, mi sistemo accanto a lui e gli prendo una mano.
"Ciao amore." Sorrido e piango contemporaneamente, mi piace chiamarlo amore eppure mi fa tanto male al momento. "Speravo che andasse diversamente, che saremmo andati via da quella chiesa insieme, forse al mare, forse a fare l'amore. Ma io ti aspetto tutto il tempo, non mi muovo da qua. Anzi, noi ti aspettiamo, devo farti sentire quanti calci tira." Mi tocco la pancia, poi bacio la mano a lui.
Resto tutto il tempo, così cado addormentata, vengo svegliata da suo padre più tardi, è con sua moglie.
"Desirè, vai a riposare." Mi dice. "Non puoi stare qui così."
"Voglio restare con lui." Piagnucolo come una bambina, intanto vedo gli occhi di sua madre piccoli e pieni di lacrime.
"Non sforzarti." Mi dice appena in un filo di voce e poggia le sue mani alla mia pancia, così per un attimo sorride.
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