L'ultima notte al mondo io la passerei con te

È la sera prima del mio matrimonio e hanno deciso di dare una festicciola nel giardino di casa mia, ovviamente il mio parere nemmeno è stato chiesto. Cosa avrei mai da festeggiare io?
Ho chiesto a Valentina di essere con me, ho dovuto insistere un po' e ha storto il naso all'idea, ma le ho spiegato di aver bisogno di lei, così ha accantonato qualsiasi tipo di sentimento per starmi accanto.
Sono tutti in ghingheri, tutti intenti a chiacchierare e bere, tutti felici. Tutti meno che me.
"Amore vieni, ti vuole salutare mia zia." Tommaso mi tira senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. Così mi piazza avanti ad una miriade di persone di cui dimentico presto facce e nomi.
Raggiungo nuovamente Valentina poco dopo, la mia faccia contrariata deve anticiparle che odio ogni singolo membro di quella famiglia.
"Mi danno la nausea, tutti così perfetti e composti." Asserisco con aria schifata, intanto afferro un bicchiere di champagne che Valentina mi toglie prontamente dalle mani.
"Eh no, tesoro."
Sbuffo nevrotica, vorrei trovare un modo almeno per sopportare questa serata che sembra non passare più.
Valentina mi indica di guardare in casa, vedo uscire Tommaso e Agata dal bagno, lui si pulisce le labbra e lei si tira meglio giù la gonna, ridacchiano e si guardano attorno.
"Sai quante volte lo avranno fatto?" Faccio spallucce, non mi è mai importato più di tanto di indagare.
"Cioè se lo fa lui va tutto bene?" Valentina spalanca la bocca, resta a guardare la scena con aria incredula e inorridita.
"Lui è uomo, l'uomo è cacciatore e tutte quelle stronzate che dicono loro. Tommaso non mi ama, per lui sono solo un bel trofeo da esporre." Spiego come se stessi parlando di un pettegolezzo riguardante qualcun altro che non sia io, a pensarci non mi sembra mi sia mai importato più di tanto.
"Certo che tu sei strana, hai sempre accettato tutto questo senza batter ciglio?"
"Vale, io sono sempre stata risucchiata da tutto questo grigio, lo vedi? Guardali, fumano tutti lo stesso sigaro e indossano lo stesso vestito grigio topo. Sono fotocopie ed io ero una di loro. Accetti di tutto quando ti crescono facendoti credere che la felicità sia indossare uno Chanel di 1800€. Guarda mia madre, ha indosso un Prada ma non l'ho mai vista sorridere."
Per me incontrare Lauro è stato come risvegliarmi da un sonno profondo, è stato come venire al mondo una seconda volta.
La serata volge al termine, avrei voluto finisse in fretta per non sopportare più tutte quelle facce ma al contempo che non passasse mai. Vorrei andare al patibolo piuttosto che percorrere la navata l'indomani.
Così mi metto a letto con un senso profondo di angoscia, non mi sembra vero che questo giorno sia arrivato e non mi sembra vero che io lo stia vivendo così.
Non so cosa vuol dire essere emozionata di indossare il proprio abito, né tantomeno cosa voglia dire scalpitare per vedere il proprio marito. Odio lui, quel vestito, quegli anelli, la navata che percorrerò, odio tutto ciò che non riguarda Lauro a questo mondo.
Cerco di dormire, così almeno non sarò costretta a vivere la realtà per un po', quando improvvisamente sento dei colpi alla finestra. Balzo e mi accingo a vedere cosa succede, con mia sorpresa trovo Lauro che colpisce la finestra con dei sassolini.
Sorrido istintivamente e lui con me, così i nostri sorrisi si incastrano l'uno nell'altro, si toccano, fanno l'amore.
"Che ci fai qua?" Gli sussurro e intanto lo vedo arrampicarsi.
"Facciamo Giulietta e Romeo." Mi dedica un sorriso enorme, una volta arrivato alla finestra lo aiuto ad entrare.
Resto per un attimo a fissarlo, eccole le farfalle nello stomaco, quelle che dovrei sentire per Tommaso.
Sembriamo due adolescenti, restiamo in silenzio a sorriderci, fino a quando sono costretta a riportarci entrambi alla realtà.
"Domani mi sposo." Lascio andare un sospiro rassegnato, ho appena ucciso tutte le farfalle.
"Lo so, facciamo finta che sia il tuo addio al nubilato." Mi dice e si fionda sulle mie labbra. Così non ho più tempo e voglia di pensare all'indomani, a quella chiesa che vorrei cadesse a pezzi, al vestito che non voglio indossare e il marito che non voglio avere. Stanotte è solo nostra.
Le sue labbra affondano sul mio collo provocandomi dei brividi, mi cala piano le spalline della veste da notte di pizzo bianco, quella che per tradizione dovrebbe essere di una sposa. La sto sporcando di peccato e sto amando il mio peccato.
Sento le sue mani scorrermi sul corpo, mi cinge i fianchi, per poi toccarmi dritto nel piacere.
Ansimo e mi ammonisco, così mi porto una mano alla bocca.
"Facciamo piano." Gli sussurro, lui annuisce mentre affonda la sua bocca sul mio seno.
Mi entra piano dentro, lo sento muoversi dolcemente, così gli cingo il collo con le braccia, unisco le mie labbra alle sue e le nostre lingue si toccano.
Facciamo l'amore tutta la notte, ora sono sicura di non volermi svegliare più, di voler morire in questo letto accanto a lui, proprio come Giulietta e Romeo.

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