Capitolo 2. Elefanti
Dopo aver letto quel nome rimasi a fissarlo per un intero minuto credendo di avere un'allucinazione.
"Kim Namjoon, come ho fatto a non riconoscerti? Avrei dovuto guardare il tuo volto, avrei dovuto capire. Non ci posso credere. Cosa ho combinato e se questo foglio fosse importante?" Pensai preoccupata
Decisi di non pensarci più, un po' per la stanchezza e un po' per non avere altro stress. Mi diressi verso la mia camera,l'ultima del corridoio sulla destra, accanto altre due camere da letto e i due bagni. Entrai e mi tolsi le scarpe, poi mi diressi verso i miei piccoli bonsai poggiati sul davanzale della finestra e li annaffiai. Mentre posavo l'acqua riservata esclusivamente alle mie piantine, un sorriso comparve sul mio volto.
"Anche lui li ha. Chissà se li sta annaffiando in questo momento." Risi tra me e me.
Scossi la testa come per scrollare quel pensiero dal mio corpo e dalla mia mente, tolsi i vestiti e misi su il mio pigiama nero decorato con delle ciliegie rosse, mi struccai e raggiunsi il letto sopra il quale c'era un altro quadro di Chiara, questa volta ritraeva un elefante. Il mio animale preferito. Tra un sospiro e un altro spostai le coperte e mi misi sotto di esse, dopo un po' mi addormentai.
La mattina dopo mi svegliò una notifica da Instagram. Con molto disprezzo guardai il mio telefono, lo sbloccai e trovai un messaggio da un certo @_knj_ profilo con foto completamente nera e privato. Un semplice "ehi ciao"
"Saresti?" Risposi amareggiata. Ero stata svegliata da un messaggio alle nove del mattino, di domenica.
"Sono il ragazzo dell'università, ho trovato un tuo foglio e sopra c'è il tuo nome, credo anche tu abbia qualcosa di mio :)"
"Oh cavolo è lui" urlai.
"Già anche io ho trovato qualcosa di tuo. Comunque sono Sara piacere."
"Lo avevo intuito sai" rispose sarcastico.
"Ah bene ora scherza anche." Sospirai.
"Siamo anche sarcastici ora?" Gli scrissi.
"Mh forse" mi rispose lui.
Prima che potessi controbattere scrisse
"Ti va di vederci domani al bar dell'università, tu avrai indietro le tue cose e io le mie. A che ora hai lezione domani?"
"In realtà non ho lezione, ma i miei appunti mi servono e l'edificio è vicino casa. Ti va se facciamo alle otto?" Gli domandai.
"Alle otto va benissimo. Ci si vede domani. Ciao Sara! :)" Mi rispose stranamente entusiasta.
"Ciao Namjoon." Mi limitai a scrivere
"Come hai fatto a sapere chi sono?" Mi scrisse due secondi dopo.
"Ho i miei metodi caro." Scrissi con aria superiore.
Vidi che lui mi aveva mandato la richiesta e feci lo stesso. Non esitò un attimo ad accettarla, con mia grande sorpresa.
Passai la giornata a scrivere l'introduzione della mia tesi. L'argomento era la guerra civile tra la Corea del Nord e quella del Sud. Non mi fermai un secondo, arrivai a mangiare un panino a pranzo ancora seduta sul divano a scrivere. Purtroppo mi addormentai per poi svegliarmi alle tre di notte. Guardai il cellulare. 2 chiamate perse da mamma, 2 da entrambe le mie migliori amiche.
"Mi sono addormentata come sempre." Dissi affranta. Per poi andare a dormire nel mio letto.
Suonò la sveglia. Le sette del mattino del 25 ottobre 2020. Mi affrettai a prepararmi, passai cinque minuti sotto la doccia, due li impiegai a vestirmi, misi su un felpone nero che mi arrivava alle ginocchia nello stesso punto in cui avevo lo strappo dei jeans e infine le Vans nere. Spesi dieci minuti nel tentativo di truccarmi ottenendo un modesto risultato, l'eyeliner era decente e anche il mascara, il lucidalabbra faceva sembrare la mia bocca più carnosa e il blush mi piaceva semplicemente. Raccolsi i capelli in una cipolla non molto stretta con delle ciocche che scendevano ai lati del mio volto. Afferrai il foglio di Nam e il mio zainetto di pelle, uscii di casa e mi avviai verso l'università. Alle sette e trenta ero già lì, ma non ero sola.
Vidi una figura alta e possente seduta al bar, aveva una felpa rosa e dei jeans neri con catene attaccate ai lati delle tasche, portava degli anfibi neri e in mano teneva il caffè mentre nell'altra un foglio che stava leggendo. Era Namjoon, ma come mai era già lì?
Mi avvicinai e attirai la sua attenzione toccando la sua spalla con la mia mano.
"Ciao Namjoon, anche tu in anticipo vedo." Gli dissi mentre mi mettevo comoda su uno sgabello.
Namjoon's pov
Decisi di scriverle la mattina dopo e ci mettemmo d'accordo sul posto e l'ora in cui incontrarci. Con mia grande sorpresa conosceva già il mio nome. Ma come avrebbe potuto saperlo, non mi aveva nemmeno guardato e non avevamo parlato molto la mattina del nostro scontro in corridoio. Fui contento però. Aveva accettato di vedermi, finalmente l'avrei rivista. Aspettai finché non arrivò lunedì
Quella mattina mi svegliai alle sette dando nuovamente fastidio a Tae che stava cercando di dormire.
"Hyung un giorno di questi ti ucciderò promesso." Disse girando la testa dall'altra parte del cuscino.
Risi e mi vestii. Poi andai in cucina, afferrai un waffle e notai che Jin e Jungkook erano già svegli.
"Buongiorno ragazzi io esco." Dissi andando di fretta.
"Wowo aspetta un secondo dove vai così presto?" Mi chiese Jin curioso.
"Devo incontrare una ragazza." Risposi cercano di uscire dalla porta, ma venni fermato nuovamente questa volta dal maknae.
"Uh hyung innamorato" esclamò Jk.
"È per questo che eri così distratto l'altro giorno?"
"Si ma solo perché per sbaglio abbiamo scambiato i nostri fogli, non per altro." Dissi io.
"Oh certo" rispose il maggiore.
"Divertiti Nam!" Disse il minore sorridendo portandosi alla bocca uno dei waffle preparati da jin.
Scossi la testa, afferrai gli appunti di Sara, il portafogli e uscii. Arrivai lì, ordinai un caffè stretto e zuccherato, aspettai mezz'ora poi tra un sorso e l'altro una mano sulla mia spalla attirò la mia attenzione. Era lei. Aveva una felpa enorme che la faceva sembrare ancora più bassa messa a confronto con la mia altezza, i suoi capelli sta volta erano raccolti e indossava più trucco.
"Ciao Namjoon, anche tu in anticipo vedo." Esclamò mentre cercava di sedersi sullo sgabello di fronte al mio.
La guardai un secondo poi sorrisi.
Sara's pov
Si voltò e finalmente vidi il suo volto. Aveva i capelli del loro colore naturale e sembravano appena tagliati. Sfoggiò uno dei suoi sorrisi che fece spuntare la fossetta sulla sua guancia sinistra, la quale si completava con quella che avevo io sulla guancia destra, notai anche il piccolo neo sotto il suo labbro inferiore, era un suo particolare che mi era sempre piaciuto.
"In realtà sono qui da mezz'ora." Disse bevendo un altro sorso dal suo caffè.
"Cosa? Ma non avevamo appuntamento alle otto?" Dissi sconcertata.
"Si ma sono molto veloce quando mi preparo." Rispose grattandosi la nuca, poi mi chiese "Vuoi qualcosa? Hai fatto colazione?"
Fece un cenno al barista, afferrai la sua mano per fermalo, guardò le nostre mani, poi guardò me. Stavo quasi per imbambolarmi alla vista dei suoi occhi quando gli dissi con voce sottile e un leggero sorriso
"Faccio io"
Sorrise anche lui poi arrivò il barista e ordinai un cappuccino.
"Allora posso sapere una volta per tutte come hai fatto a capire chi sono dato che non mi hai degnato di uno sguardo al nostro primo incontro?" Mi disse a labbra strette.
"Anche tu scrivi il tuo nome sui fogli, genio." Risposi mostrando il pezzo di carta che gli apparteneva puntando sulla scritta sul retro di esso. "Non è stato molto difficile, esiste un solo Kim Namjoon da queste parti."
"Oh" disse.
"Se posso chiedere come mai il testo è in Italiano?" Gli chiesi forse sembrando un po' troppo invadente.
"Tra le tappe dell'ultimo tour ce ne saranno alcune in Italia, non volevo farmi trovare impreparato." Rispose spostando lo sguardo sul foglio.
"Perfetto andrai nella mia madre patria mentre non ci sono." Dissi gesticolando ovviamente.
Rise nuovamente
"Ci sono già stato, è davvero bella, ho visitato molte città, la mia preferita è stata Venezia."
"Davvero? Anche la mia!" Gli dissi facendo un sorriso a 32 denti.
"Vedo che hai buoni gusti. L'ultima tappa che ho fatto prima di ripartire per la Corea è stata lo zoo safari. Mi è piaciuto tutto tranne...
"Gli elefanti." Dissi io non facendo caso al suo sguardo sorpreso.
"Come fai a saperlo?" Mi disse.
"Ehi io vi seguo, qualcosa la so." Dissi spingendolo. "Inoltre non è difficile da ricordare, gli elefanti sono i miei animali preferiti, basta non dimenticare quello e associarlo al suo contrario." Dissi alzando le mani.
"Wow." Sussurrò
"Mh?"
"Niente niente." Mi rispose
"Cosa ci fai tu in Corea invece?" Chiese guardando la mia figura con uno sguardo che sembrava arrivare dritto alla mia anima.
"In Italia studiavo lingue e avevo voti molto alti, mi hanno offerto una borsa di studio e io ho deciso di spenderla per fare un Erasmus qui in Corea, nella speranza di lavorare come interprete dopo la laurea."
Gli risposi e sorseggiai un po' del mio cappuccino, sporcandomi con la schiuma senza accorgermene. Lui si mise a ridere, io non capendo lo guardai perplessa. Tra una risata e l'altra prese un fazzoletto e mi pulì.
"Allora devi laurearti? Hai già deciso la data?" Mi chiese una volta smesso di ridere.
"Sì il 7 gennaio, due mesi precisi prima dei miei 25 anni." Gli dissi continuando a bere.
"Argomento?"
"Guerra civile coreana"
"Interessante, voglio esserci quando discuterai." Disse incrociando le braccia.
"Oh nono grazie, sto bene così." Gli dissi scuotendo le mani.
"Invece sì." Disse stringendo ancora di più le braccia, tanto da fare aderire la felpa al suo corpo e mostrare i suoi muscoli.
Osservai per un secondo lo spettacolo, poi dissi
"Chi dice che io ti voglia lì."
"Io posso suggerirti le cose che non ricordi." Rispose.
"Non scordo le cose, non preoccuparti." Dissi e lui rise scuotendo la testa.
Cercò di poggiare le mani sul bancone, ma fallì miseramente rovesciando tutto il mio cappuccino sulla sua bellissima felpa rosa. Non resistetti e scoppiai a ridere.
"Come fai a non amare gli elefanti se hai la loro stessa grazia?"
Dissi alzandomi dallo sgabello cercando di pulire il suo disastro con in fazzoletto, ottenendo scarsi risultati. Notai che era rimasto a fissarmi e cominciai a mordermi la guancia. Per rompere l'imbarazzo dissi
"È andata ormai, dovresti cambiarti"
"Accidenti! Andrò a casa allora. Ecco a te i tuoi appunti." Disse porgendomi il foglio.
Feci la stessa cosa e dissi "Grazie"
"Grazie a te per la bellissima mattinata" si voltò e uscì fuori.
Due secondi dopo che Namjoon fu uscito scoppiò il diluvio. Corsi velocemente fuori dal bar afferrando la mia borsa e lo vidi correre sotto la pioggia.
"Namjoon vieni qui" urlai da lontano.
"Sali nella mia macchina, ti porto a casa mia è qui vicino."
"Cosa? Sei sicura?" Mi disse tutto inzuppato.
"Certo che sono sicura muoviti sali in macchina!"
Salimmo entrambi e avviai il motore della macchina.
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